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venerdì 29 febbraio 2008

Alto Adige, 29 FEBBRAIO 2008


Inceneritore e scalo aeroportuale sono i problemi di attualità. Il consigliere comunale presenta un’interrogazione


 «Serve più collaborazione con Bolzano»


 Grasso (Rifondazione) rilancia. Sindaco e Zanvettor: già si lavora



Polonioli: c’è anche da affrontare la questione carcere


 

 LAIVES. Recentemente c’era stato un vivace dibattito in merito all’ipotesi, avanzata dal sindaco del capoluogo altoatesino, di unire in una sola realtà comunale i territori di Laives e Bolzano. Va ricordato che tale ipotesi non ha incontrato a Laives grandi entusiasmi, ma è evidente che su determinate tematiche, tra le due realtà comunali sarebbe necessaria maggiore volontà di collaborazione.


 È stato in occasione del dibattito che Rosario Grasso, consigliere di Rifondazione comunista a Laives, aveva sostanzialmente bocciato Spagnolli, dichiarando che il rischio di un matrimonio del genere sarebbe stato quello di trovarsi poi in casa le strutture che il capoluogo non desidera. Lo stesso consigliere adesso ha presentato una interrogazione che ha analogie con il discorso.


Grasso affronta la questione dell’inceneritore di Bolzano «Impianto che verrà ubicato poco più a sud di quello attuale, a poca distanza dal territorio comunale di Laives. La tecnologia che verrà applicata - aggiunge Grasso - pur essendo tra le più avanzate, non potrà certo garantire una emissione zero di sostanze inquinanti, sostanze che irrimediabilmente interesseranno anche noi».


 E qui si aggancia il discorso della continuità territoriale fra Laives e Bolzano e del livello di collaborazione tra le due amministrazioni comunali. «Effettivamente non abbiamo mai affrontato con Bolzano e con la Provincia questi temi - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - e accanto all’inceneritore mettiamoci pure aeroporto e nuovo carcere. Vero è che non possiamo incidere sulle scelte che Bolzano opera nel suo territorio comunale, ma ci rimane comunque la possibilità di manifestare la nostra preoccupazione eventualmente». Gli fa eco l’assessore dei Verdi, Giorgio Zanvettor: “Non c’è grande partecipazione con Bolzano anche se bisogna tenere presente che per strutture come aeroporto ed inceneritore, la legge urbanistica provinciale parla di interesse sovracomunale, dove la Provincia ha ampio margine di decisione. Al di là di questo, anch’io ritengo che sarebbe sensato lavorare con maggiore collaborazione tra noi e il capoluogo».


Esempi di scarsa collaborazione tra le due amministrazioni comunque non ne mancano, anche sulle piccole cose.

Alto Adige, 29 FEBBRAIO 2008


Inceneritore e scalo aeroportuale sono i problemi di attualità. Il consigliere comunale presenta un’interrogazione


 «Serve più collaborazione con Bolzano»


 Grasso (Rifondazione) rilancia. Sindaco e Zanvettor: già si lavora



Polonioli: c’è anche da affrontare la questione carcere


 

 LAIVES. Recentemente c’era stato un vivace dibattito in merito all’ipotesi, avanzata dal sindaco del capoluogo altoatesino, di unire in una sola realtà comunale i territori di Laives e Bolzano. Va ricordato che tale ipotesi non ha incontrato a Laives grandi entusiasmi, ma è evidente che su determinate tematiche, tra le due realtà comunali sarebbe necessaria maggiore volontà di collaborazione.


 È stato in occasione del dibattito che Rosario Grasso, consigliere di Rifondazione comunista a Laives, aveva sostanzialmente bocciato Spagnolli, dichiarando che il rischio di un matrimonio del genere sarebbe stato quello di trovarsi poi in casa le strutture che il capoluogo non desidera. Lo stesso consigliere adesso ha presentato una interrogazione che ha analogie con il discorso.


Grasso affronta la questione dell’inceneritore di Bolzano «Impianto che verrà ubicato poco più a sud di quello attuale, a poca distanza dal territorio comunale di Laives. La tecnologia che verrà applicata - aggiunge Grasso - pur essendo tra le più avanzate, non potrà certo garantire una emissione zero di sostanze inquinanti, sostanze che irrimediabilmente interesseranno anche noi».


 E qui si aggancia il discorso della continuità territoriale fra Laives e Bolzano e del livello di collaborazione tra le due amministrazioni comunali. «Effettivamente non abbiamo mai affrontato con Bolzano e con la Provincia questi temi - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - e accanto all’inceneritore mettiamoci pure aeroporto e nuovo carcere. Vero è che non possiamo incidere sulle scelte che Bolzano opera nel suo territorio comunale, ma ci rimane comunque la possibilità di manifestare la nostra preoccupazione eventualmente». Gli fa eco l’assessore dei Verdi, Giorgio Zanvettor: “Non c’è grande partecipazione con Bolzano anche se bisogna tenere presente che per strutture come aeroporto ed inceneritore, la legge urbanistica provinciale parla di interesse sovracomunale, dove la Provincia ha ampio margine di decisione. Al di là di questo, anch’io ritengo che sarebbe sensato lavorare con maggiore collaborazione tra noi e il capoluogo».


Esempi di scarsa collaborazione tra le due amministrazioni comunque non ne mancano, anche sulle piccole cose.

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mercoledì 27 febbraio 2008

Senza commento.

ALTO ADIGE, 27 FEBBRAIO 2008


 


Polemiche dopo il servizio delle Iene. Il segretario di Confesercenti: c’è più ingenuità che malafede


«Scontrini, niente evasione»


Pavan: i negozianti pagano le tasse sugli studi di settore


 

BRUNO CANALI


 

 LAIVES. I commercianti locali sono quasi tutti evasori fiscali? Da come li ha dipinti un servizio televisivo della trasmissione «Le Iene» sembrerebbe di sì. Solo uno di quelli visitati recentemente in città (e filmati di nascosto) ha emesso regolare scontrino per la merce acquistata, tutti gli altri invece non l’hanno fatto. Ma per Paolo Pavan, segretario della Confesercenti, le cose non stanno così.


 Anche Pavan è stato intervistato dalle Iene. E non concorda con l’immagine dei commercianti laivesotti che emerge dal servizio. «Da come ne escono - afferma Pavan - i negozianti di Laives sembrano i peggiori al mondo. Invece la realtà è diversa e probabilmente si trova sullo stesso livello del resto della provincia. Nonostante si sia parlato di evasione fiscale per la mancata emissione dello scontrino, in realtà le due questioni sono separate perché esistono gli studi di settore». Questi ultimi «stabiliscono che un certo tipo di negozio, in una certa zona, deve avere un determinato reddito minimo: se non è così scattano i controlli da parte della Finanza e dunque l’ultima motivazione della mancata emissione degli scontrini è quella dell’evasione fiscale».


 Perché allora non vengono battuti? «Credo che possa trattarsi talvolta di ingenuità da parte del commerciante - risponde Pavan - oppure di fretta, magari per l’esiguità della cifra che il cliente deve pagare e che può indurre un commerciante a non fare lo scontrino, rimediando così una brutta figura ma, come detto, escluderei sicuramente la volontà di evadere il fisco». (?!?)


 Le Iene sono partite dalla considerazione che la provincia di Bolzano è tra quelle dove maggiore è la mancata emissione di scontrini, addirittura l’87%. «Non siamo i peggiori - conclude Pavan - ma certamente qui da noi i controlli della Finanza sono sempre rigorosi e probabilmente si deve anche a questo l’alta percentuale».

Senza commento.

ALTO ADIGE, 27 FEBBRAIO 2008


 


Polemiche dopo il servizio delle Iene. Il segretario di Confesercenti: c’è più ingenuità che malafede


«Scontrini, niente evasione»


Pavan: i negozianti pagano le tasse sugli studi di settore


 

BRUNO CANALI


 

 LAIVES. I commercianti locali sono quasi tutti evasori fiscali? Da come li ha dipinti un servizio televisivo della trasmissione «Le Iene» sembrerebbe di sì. Solo uno di quelli visitati recentemente in città (e filmati di nascosto) ha emesso regolare scontrino per la merce acquistata, tutti gli altri invece non l’hanno fatto. Ma per Paolo Pavan, segretario della Confesercenti, le cose non stanno così.


 Anche Pavan è stato intervistato dalle Iene. E non concorda con l’immagine dei commercianti laivesotti che emerge dal servizio. «Da come ne escono - afferma Pavan - i negozianti di Laives sembrano i peggiori al mondo. Invece la realtà è diversa e probabilmente si trova sullo stesso livello del resto della provincia. Nonostante si sia parlato di evasione fiscale per la mancata emissione dello scontrino, in realtà le due questioni sono separate perché esistono gli studi di settore». Questi ultimi «stabiliscono che un certo tipo di negozio, in una certa zona, deve avere un determinato reddito minimo: se non è così scattano i controlli da parte della Finanza e dunque l’ultima motivazione della mancata emissione degli scontrini è quella dell’evasione fiscale».


 Perché allora non vengono battuti? «Credo che possa trattarsi talvolta di ingenuità da parte del commerciante - risponde Pavan - oppure di fretta, magari per l’esiguità della cifra che il cliente deve pagare e che può indurre un commerciante a non fare lo scontrino, rimediando così una brutta figura ma, come detto, escluderei sicuramente la volontà di evadere il fisco». (?!?)


 Le Iene sono partite dalla considerazione che la provincia di Bolzano è tra quelle dove maggiore è la mancata emissione di scontrini, addirittura l’87%. «Non siamo i peggiori - conclude Pavan - ma certamente qui da noi i controlli della Finanza sono sempre rigorosi e probabilmente si deve anche a questo l’alta percentuale».

martedì 26 febbraio 2008

Nessuno rilascia lo scontrino fiscale

Alto Adige, 26 FEBBRAIO 2008


Commercianti ed esercenti di bar cittadini sono stati smascherati dalla trasmissione televisiva «Le Iene»


 Unica eccezione al chiosco Ortobello: «Un’abitudine per me»



 LAIVES. Brutta figura del commercio locale a seguito di un’incursione effettuata recentemente dalle «Iene» in città. Gli emissari di Giulio Golia hanno visitato diversi esercizi pubblici lungo via Kennedy e nella trasmissione andata in onda il 22 febbraio s’è potuto vedere che solamente un negozio ha fatto regolarmente lo scontrino senza che il finto cliente glielo avesse chiesto: in tutti gli altri casi documentati mediante una telecamera nascosta, degli scontrini nemmeno l’ombra. Adesso lo stesso filmato lo si può rivedere in internet, sul sito delle Iene alla voce «Evasione fiscale» e molti hanno fatto un salto sulla sedia riconoscendo inequivocabilmente vie, negozi e bar di Laives, nonostante non si accenni mai, nel breve filmato, a località o nomi degli esercizi.


 La palma d’oro va comunque al chiosco di verdura Ortobello di Giuseppe Camelin. Lì la «Iena» in incognito si è presentata ed ha acquistato verdura per 5,89 euro, non senza manifestare stupore per avere ricevuto - senza richiederlo - regolare scontrino. Ignaro di ciò che stava succedendo, Camelin ha saputo della visita solo qualche giorno dopo, quando sua figlia lo ha chiamato per dirgli che aveva visto il filmato. «La trasmissione non la vedo mai - dice Giuseppe Camelin - ma in questi giorni me lo hanno riferito in tanti. «Lo scontrino? Ho l’abitudine di farlo sempre».


 Non è andata così invece in diversi altri negozi e bar di via Kennedy, che si riconoscono benissimo dal filmato, dove lo scontrino non è stato rilasciato. In un bar la «Iena» lo ha chiesto e chi era dietro il banco ha dovuto batterlo, non senza chiedere preventivamente se lo voleva. Stesso bar, un’ora dopo e stessa musica: la Iena acquista una bottiglietta di acqua minerale senza nemmeno l’accenno di scontrino. Spostandosi in centro la scena si ripete in un tabacchino, in un panificio, in un negozio di abbigliamento e in uno di frutta e verdura.


 Adesso, ripensandoci, qualcuno dei negozianti dice di ricordare un ragazzo che portava una parrucca e ha comperato qualche cosa: «Pensavo fosse uno in chemioterapia - dice un gestore - e adesso scopro che invece era uno delle Iene».


Foto tratta dal sito delle iene :


http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=iene&data=2008/02/22&id=4740&categoria=puntata&from=iene

Nessuno rilascia lo scontrino fiscale

Alto Adige, 26 FEBBRAIO 2008


Commercianti ed esercenti di bar cittadini sono stati smascherati dalla trasmissione televisiva «Le Iene»


 Unica eccezione al chiosco Ortobello: «Un’abitudine per me»



 LAIVES. Brutta figura del commercio locale a seguito di un’incursione effettuata recentemente dalle «Iene» in città. Gli emissari di Giulio Golia hanno visitato diversi esercizi pubblici lungo via Kennedy e nella trasmissione andata in onda il 22 febbraio s’è potuto vedere che solamente un negozio ha fatto regolarmente lo scontrino senza che il finto cliente glielo avesse chiesto: in tutti gli altri casi documentati mediante una telecamera nascosta, degli scontrini nemmeno l’ombra. Adesso lo stesso filmato lo si può rivedere in internet, sul sito delle Iene alla voce «Evasione fiscale» e molti hanno fatto un salto sulla sedia riconoscendo inequivocabilmente vie, negozi e bar di Laives, nonostante non si accenni mai, nel breve filmato, a località o nomi degli esercizi.


 La palma d’oro va comunque al chiosco di verdura Ortobello di Giuseppe Camelin. Lì la «Iena» in incognito si è presentata ed ha acquistato verdura per 5,89 euro, non senza manifestare stupore per avere ricevuto - senza richiederlo - regolare scontrino. Ignaro di ciò che stava succedendo, Camelin ha saputo della visita solo qualche giorno dopo, quando sua figlia lo ha chiamato per dirgli che aveva visto il filmato. «La trasmissione non la vedo mai - dice Giuseppe Camelin - ma in questi giorni me lo hanno riferito in tanti. «Lo scontrino? Ho l’abitudine di farlo sempre».


 Non è andata così invece in diversi altri negozi e bar di via Kennedy, che si riconoscono benissimo dal filmato, dove lo scontrino non è stato rilasciato. In un bar la «Iena» lo ha chiesto e chi era dietro il banco ha dovuto batterlo, non senza chiedere preventivamente se lo voleva. Stesso bar, un’ora dopo e stessa musica: la Iena acquista una bottiglietta di acqua minerale senza nemmeno l’accenno di scontrino. Spostandosi in centro la scena si ripete in un tabacchino, in un panificio, in un negozio di abbigliamento e in uno di frutta e verdura.


 Adesso, ripensandoci, qualcuno dei negozianti dice di ricordare un ragazzo che portava una parrucca e ha comperato qualche cosa: «Pensavo fosse uno in chemioterapia - dice un gestore - e adesso scopro che invece era uno delle Iene».


Foto tratta dal sito delle iene :


http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=iene&data=2008/02/22&id=4740&categoria=puntata&from=iene

domenica 24 febbraio 2008

Cure odontoiatriche

ALTO ADIGE, 24 FEBBRAIO 2008


di Valeria Frangipane


 Altoatesini, il 10% va all’estero per i denti


 Indagine di EcoKonsum: «Mete preferite? La Croazia, l’Ungheria e pure la Svizzera»


 

 
 BOLZANO. Sono iniziati alcuni anni fa in sordina ma i viaggi all’estero per risparmiare sul conto del dentista, spesso salato, stanno diventando sempre più frequenti. «I dati ufficiali - spiega Alois Burger, responsabile di EcoKonsum Federconsumatori (Cgil) - dicono che nel 2007 su 3.500 richieste di rimborso inoltrate alla Provincia, circa 350 erano di cittadini che sono andati all’estero a farsi curare i denti». Le mete preferite sono sempre le stesse: «Croazia, Ungheria e addirittura la Svizzera». E per EcoKonsum il fenomeno ha assunto dimensioni ormai inarrestabili.


 Odontoiatri e dentisti non vogliono nemmeno sentir parlare di protesi fatte altrove.


 Salvatore Rampulla - presidente dell’Associazione odontoiatri (Aio) - e Franco Tamiazzo - presidente della sezione altoatesina dell’Andi (Associazione dentisti) - hanno sempre messo in guardia i pazienti dai possibili guai ma il trend del cosiddetto “turismo dentale” è in ascesa.


 Lo stesso Ordine dei medici tre anni fa era sceso in campo per bloccare la pubblicazione online delle tariffe delle prestazioni odontoiatriche apparse sul sito del Ctcu (Centro consumatori) perchè avrebbe favorito i singoli studi con della pubblicità di fatto gratuita. E sempre l’Ordine, a fine 2007, ha detto a chiare lettere di non condividere affatto la decisione della Provincia di rimborsare anche le protesi prodotte all’Est.


 Intanto Alois Burger, sindacalista di EcoKonsum, continua la sua battaglia ed ogni mese organizza viaggi Oltreconfine per far risparmiare gli altoatesini: «Ricordo che quelli che hanno diritto al rimborso della Provincia hanno un reddito familiare compreso tra i 25 e i 30 mila euro l’anno».


 Andando in Croazia si spende la metà «per capirci quel che qui costa 5.000 euro, lì viene 2.500», in Ungheria addirittura il 70% in meno e poi anche in Svizzera, Austria e Germania i prezzi risultano mediamente del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia. Odontoiatri e dentisti nostrani hanno spiegato a più riprese che i materiali che si utilizzano qui sono di ben altra fattura senza parlare poi della professionalità.


 Insomma, il dubbio di mettersi nelle mani di un ciarlatano resta sempre alto. «Per non correre rischi - riprende Burger - chiediamo che nei preventivi vengano indicati materiali e fornitori che sono gli stessi usati dai dentisti dell’Europa occidentale. Tutto arriva dalla Svezia, dagli Usa e dalla Germania. E poi le prestazioni, se non uguali, sono simili». «Uno dei dati positivi - conclude Burger - è che per evitare l’emorragia di clienti alcuni dentisti hanno introdotto sconti del 20%. Oggi quelli convenzionati con noi sono otto. Per i lavori piccoli consigliamo ai nostri soci di rivolgersi a loro. Per cure che superano i 1.500 euro consigliamo sempre la Croazia. I residenti che volessero saperne di più possono contattarci allo 0471 926459».



ANDREAUS (CTCU)


 BOLZANO. «Chiediamo alla Provincia di aprire una clinica odontoiatrica, unica per tutto l’Alto Adige, a prezzi accessibili». Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori di via Dodiciville, lo ripete da anni. «Questa è l’unica maniera per uscire da un vicolo cieco e permettere a tutti di farsi curare i denti a prezzi ragionevoli».





Sull'argomento ripubblichiamo una nostra interrogazione del gennaio 2006 alla quale rispose l'assessore Tommasini affermando semplicemente che il comune non era competente e dimostrando  così il suo  disinteresse per la questione.


Bisognerebbe ricordarsene quando afferma, come segretario del PD, di  voler mettere al primo posto  del suo programma  il carovita.





Interrogazione: al Sindaco e all'Assessore competente



Prestazioni odontoiatriche - progetto pilota provinciale




Tenuto conto:


  1. sarebbe compito del Servizio Sanitario Nazionale offrire nelle proprie strutture le cure odontoiatriche;

  2. che sempre più pazienti altoatesini scelgono l'estero, soprattutto i Paesi dell'Est, per le cure dentistiche, attirati dai prezzi più bassi;

  3. che nella seduta della Giunta Provinciale del 21 marzo 2005 e nella successiva conferenza stampa, il presidente Luis Durnwalder annunciava il varo di un progetto pilota di applicazione di nuove tariffe per le prestazioni odontoiatriche della durata di un anno;

  4. che la Giunta così motivava la decisione presa: "[...] la Provincia avvia con la nuova sperimentazione un tentativo per garantire un servizio locale migliore in termini di costi e di tempi di attesa. Dopo averne discusso con i rappresentanti dei dentisti, la Giunta ha deciso di lanciare il progetto pilota e mette a disposizione del professionista che aderisce all'iniziativa il personale, le attrezzature e uno studio in ciascuna delle quattro Aziende sanitarie. Il tutto a fronte di tariffe ridotte e concordate, secondo i tipi di intervento, dal 30% all'80%. Se l'esperimento verrà bene accolto, sia dai medici che dai pazienti, l'obiettivo della Provincia è quello di attivare un servizio di questo tipo in ognuno dei 22 distretti sanitari altoatesini distribuiti sul territorio. I pazienti pagheranno la tariffa prevista senza il ticket aggiuntivo, saranno esonerati da ogni pagamento i cittadini con entrate inferiori al minimo vitale"

  5. ;
  6. che il mancato ricorso a tale servizio da parte dei cittadini potrebbe costituire motivo per non estendere stabilmente il servizio;


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


  • se il servizio sia stato effettivamente attivato;

  • se sia stato adeguatamente pubblicizzato;

  • se esista un prontuario con le tariffe praticate e se sia stato distribuito nelle strutture sanitarie e comunque nei luoghi in cui normalmente vengono fatte recapitare pubblicazioni similari;

  • quanti professionisti abbiano aderito all'iniziativa e in quali strutture;

  • se siano a disposizione già dei primi risultati sul gradimento del servizio da parte dei pazienti e da quanti sia stato usufruito;

  • se l'amministrazione comunale intenda:



    • pubblicizzare e in quali forme, almeno in quest'ultimo periodo, il servizio e le modalità di accesso tra gli abitanti del nostro comune in modo da permettere al maggior numero di persone possibile l'effettivo uso di tale possibilità;

    • nel caso di mancata pubblicizzazione da parte degli organismi competenti e/o di scarso uso del servizio, farsi interprete nelle sedi competenti del disappunto per la mancata divulgazione e richiedere il prolungamento e l'estensione del progetto per almeno un ulteriore anno al fine di dare alla sperimentazione una valenza effettiva.




Si richiede cortesemente risposta scritta.



Rosario Grasso, Consigliere comunale



Degli esiti della sperimentazione nessuno si è sentito in dovere di informare i cittadini. Non c'è da meravigliarsene: anche del progetto la gran parte della popolazione è stata tenuta all'oscuro.

Cure odontoiatriche

ALTO ADIGE, 24 FEBBRAIO 2008


di Valeria Frangipane


 Altoatesini, il 10% va all’estero per i denti


 Indagine di EcoKonsum: «Mete preferite? La Croazia, l’Ungheria e pure la Svizzera»


 

 
 BOLZANO. Sono iniziati alcuni anni fa in sordina ma i viaggi all’estero per risparmiare sul conto del dentista, spesso salato, stanno diventando sempre più frequenti. «I dati ufficiali - spiega Alois Burger, responsabile di EcoKonsum Federconsumatori (Cgil) - dicono che nel 2007 su 3.500 richieste di rimborso inoltrate alla Provincia, circa 350 erano di cittadini che sono andati all’estero a farsi curare i denti». Le mete preferite sono sempre le stesse: «Croazia, Ungheria e addirittura la Svizzera». E per EcoKonsum il fenomeno ha assunto dimensioni ormai inarrestabili.


 Odontoiatri e dentisti non vogliono nemmeno sentir parlare di protesi fatte altrove.


 Salvatore Rampulla - presidente dell’Associazione odontoiatri (Aio) - e Franco Tamiazzo - presidente della sezione altoatesina dell’Andi (Associazione dentisti) - hanno sempre messo in guardia i pazienti dai possibili guai ma il trend del cosiddetto “turismo dentale” è in ascesa.


 Lo stesso Ordine dei medici tre anni fa era sceso in campo per bloccare la pubblicazione online delle tariffe delle prestazioni odontoiatriche apparse sul sito del Ctcu (Centro consumatori) perchè avrebbe favorito i singoli studi con della pubblicità di fatto gratuita. E sempre l’Ordine, a fine 2007, ha detto a chiare lettere di non condividere affatto la decisione della Provincia di rimborsare anche le protesi prodotte all’Est.


 Intanto Alois Burger, sindacalista di EcoKonsum, continua la sua battaglia ed ogni mese organizza viaggi Oltreconfine per far risparmiare gli altoatesini: «Ricordo che quelli che hanno diritto al rimborso della Provincia hanno un reddito familiare compreso tra i 25 e i 30 mila euro l’anno».


 Andando in Croazia si spende la metà «per capirci quel che qui costa 5.000 euro, lì viene 2.500», in Ungheria addirittura il 70% in meno e poi anche in Svizzera, Austria e Germania i prezzi risultano mediamente del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia. Odontoiatri e dentisti nostrani hanno spiegato a più riprese che i materiali che si utilizzano qui sono di ben altra fattura senza parlare poi della professionalità.


 Insomma, il dubbio di mettersi nelle mani di un ciarlatano resta sempre alto. «Per non correre rischi - riprende Burger - chiediamo che nei preventivi vengano indicati materiali e fornitori che sono gli stessi usati dai dentisti dell’Europa occidentale. Tutto arriva dalla Svezia, dagli Usa e dalla Germania. E poi le prestazioni, se non uguali, sono simili». «Uno dei dati positivi - conclude Burger - è che per evitare l’emorragia di clienti alcuni dentisti hanno introdotto sconti del 20%. Oggi quelli convenzionati con noi sono otto. Per i lavori piccoli consigliamo ai nostri soci di rivolgersi a loro. Per cure che superano i 1.500 euro consigliamo sempre la Croazia. I residenti che volessero saperne di più possono contattarci allo 0471 926459».



ANDREAUS (CTCU)


 BOLZANO. «Chiediamo alla Provincia di aprire una clinica odontoiatrica, unica per tutto l’Alto Adige, a prezzi accessibili». Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori di via Dodiciville, lo ripete da anni. «Questa è l’unica maniera per uscire da un vicolo cieco e permettere a tutti di farsi curare i denti a prezzi ragionevoli».





Sull'argomento ripubblichiamo una nostra interrogazione del gennaio 2006 alla quale rispose l'assessore Tommasini affermando semplicemente che il comune non era competente e dimostrando  così il suo  disinteresse per la questione.


Bisognerebbe ricordarsene quando afferma, come segretario del PD, di  voler mettere al primo posto  del suo programma  il carovita.





Interrogazione: al Sindaco e all'Assessore competente



Prestazioni odontoiatriche - progetto pilota provinciale




Tenuto conto:


  1. sarebbe compito del Servizio Sanitario Nazionale offrire nelle proprie strutture le cure odontoiatriche;

  2. che sempre più pazienti altoatesini scelgono l'estero, soprattutto i Paesi dell'Est, per le cure dentistiche, attirati dai prezzi più bassi;

  3. che nella seduta della Giunta Provinciale del 21 marzo 2005 e nella successiva conferenza stampa, il presidente Luis Durnwalder annunciava il varo di un progetto pilota di applicazione di nuove tariffe per le prestazioni odontoiatriche della durata di un anno;

  4. che la Giunta così motivava la decisione presa: "[...] la Provincia avvia con la nuova sperimentazione un tentativo per garantire un servizio locale migliore in termini di costi e di tempi di attesa. Dopo averne discusso con i rappresentanti dei dentisti, la Giunta ha deciso di lanciare il progetto pilota e mette a disposizione del professionista che aderisce all'iniziativa il personale, le attrezzature e uno studio in ciascuna delle quattro Aziende sanitarie. Il tutto a fronte di tariffe ridotte e concordate, secondo i tipi di intervento, dal 30% all'80%. Se l'esperimento verrà bene accolto, sia dai medici che dai pazienti, l'obiettivo della Provincia è quello di attivare un servizio di questo tipo in ognuno dei 22 distretti sanitari altoatesini distribuiti sul territorio. I pazienti pagheranno la tariffa prevista senza il ticket aggiuntivo, saranno esonerati da ogni pagamento i cittadini con entrate inferiori al minimo vitale"

  5. ;
  6. che il mancato ricorso a tale servizio da parte dei cittadini potrebbe costituire motivo per non estendere stabilmente il servizio;


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


  • se il servizio sia stato effettivamente attivato;

  • se sia stato adeguatamente pubblicizzato;

  • se esista un prontuario con le tariffe praticate e se sia stato distribuito nelle strutture sanitarie e comunque nei luoghi in cui normalmente vengono fatte recapitare pubblicazioni similari;

  • quanti professionisti abbiano aderito all'iniziativa e in quali strutture;

  • se siano a disposizione già dei primi risultati sul gradimento del servizio da parte dei pazienti e da quanti sia stato usufruito;

  • se l'amministrazione comunale intenda:



    • pubblicizzare e in quali forme, almeno in quest'ultimo periodo, il servizio e le modalità di accesso tra gli abitanti del nostro comune in modo da permettere al maggior numero di persone possibile l'effettivo uso di tale possibilità;

    • nel caso di mancata pubblicizzazione da parte degli organismi competenti e/o di scarso uso del servizio, farsi interprete nelle sedi competenti del disappunto per la mancata divulgazione e richiedere il prolungamento e l'estensione del progetto per almeno un ulteriore anno al fine di dare alla sperimentazione una valenza effettiva.




Si richiede cortesemente risposta scritta.



Rosario Grasso, Consigliere comunale



Degli esiti della sperimentazione nessuno si è sentito in dovere di informare i cittadini. Non c'è da meravigliarsene: anche del progetto la gran parte della popolazione è stata tenuta all'oscuro.

sabato 23 febbraio 2008

Contro il carovita, seguire l'esempio dei gruppi di acquisto solidale

C’è da essere presi dallo sconforto nel leggere lo stillicidio di notizie sull’aumento dei prezzi, sul rincaro delle tariffe, sul drastico ridimensionamento dei redditi dei lavoratori dipendenti, sugli enormi spostamenti di ricchezza intervenuti in questi anni in Italia. La gravità della situazione richiederebbe interventi straordinari in grado di invertire una tendenza stabile da troppi anni. Invece nessuno sembra in grado di porre un freno a quella che si configura sempre più come un’enorme ingiustizia sociale. Gli ultimi dati ci dicono che il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza e che la forbice tra poveri e ricchi tendenzialmente è destinata ad aumentare.


Di fronte a tutto questo dobbiamo poi leggere le dichiarazione di un assessore del capoluogo con cui dovremmo collaborare che, se riportate correttamente, non possono che lasciare allibiti: oggi difficilmente sarà possibile bloccare i prezzi perché i nuovi aumenti non si sono ancora riversati sui prezzi al consumo!


E tutto questo mentre si preannunciano aumenti del 20-30-45% su frutta e verdura a causa delle gelate. Anche per prodotti che non ne risentono, anche per quelli coltivati in serra o già raccolti e che giacciono nei magazzini.


Nel frattempo i negozianti se la prendono con chi denuncia questo stato di cose, invece di riflettere sulla struttura della distribuzione la quale da sola su ogni euro si mangia  50 centesimi mentre all’agricoltura ne vanno 20 ed all’industria 30.


I comuni certamente non hanno grandi poteri, ma questo troppo spesso si trasforma in un alibi per non intervenire. C’è la leva fiscale, ci sono competenze che si possono mettere a disposizione, c’è la possibilità di farsi parte attiva nel mercato. Basta volerlo.


Mettere a disposizione strutture, uffici, locali, mezzi, per favorire ad esempio gruppi di acquisto solidale e così indirettamente contribuire a calmierare i prezzi, è solo una delle possibilità. Insomma occorre divenire protagonisti, valutare le possibili sinergie, attivare le associazioni di categoria e i cittadini, mettere in campo proposte e nuove idee e non attendere con le mani in mano che siano gli altri a tirar fuori per noi le castagne dal fuoco.


 Rifondazione Comunista – Laives






Cos’è un Gruppo di Acquisto Solidale?


 

Un gruppo d’acquisto è formato da un insieme di persone che decidono di unirsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Si tratta di una cooperativa di consumatori che ha come fine il risparmio da raggiungere saltando molte delle fasi di intermediazioni ed acquistando il più delle volte direttamente dal produttore.


Diverso è il discorso per chi aderisce alla rete nazionale: essere un G.A.S. non vuole dire soltanto risparmiare acquistando collettivamente e direttamente dal produttore, saltando i tanti passaggi dell'intermediazione commerciale, ma soprattutto chiedersi che cosa c'è dietro a un determinato bene di consumo. Vi sono delle connotazioni etiche che riconducono ad un consumo critico di cui il commercio equo e solidale ne è un esempio. Gli enti locali  possono  incentivare queste forme di aggregazione quantomeno fornendo  informazioni e supporto.


 



Contro il carovita, seguire l'esempio dei gruppi di acquisto solidale

C’è da essere presi dallo sconforto nel leggere lo stillicidio di notizie sull’aumento dei prezzi, sul rincaro delle tariffe, sul drastico ridimensionamento dei redditi dei lavoratori dipendenti, sugli enormi spostamenti di ricchezza intervenuti in questi anni in Italia. La gravità della situazione richiederebbe interventi straordinari in grado di invertire una tendenza stabile da troppi anni. Invece nessuno sembra in grado di porre un freno a quella che si configura sempre più come un’enorme ingiustizia sociale. Gli ultimi dati ci dicono che il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza e che la forbice tra poveri e ricchi tendenzialmente è destinata ad aumentare.


Di fronte a tutto questo dobbiamo poi leggere le dichiarazione di un assessore del capoluogo con cui dovremmo collaborare che, se riportate correttamente, non possono che lasciare allibiti: oggi difficilmente sarà possibile bloccare i prezzi perché i nuovi aumenti non si sono ancora riversati sui prezzi al consumo!


E tutto questo mentre si preannunciano aumenti del 20-30-45% su frutta e verdura a causa delle gelate. Anche per prodotti che non ne risentono, anche per quelli coltivati in serra o già raccolti e che giacciono nei magazzini.


Nel frattempo i negozianti se la prendono con chi denuncia questo stato di cose, invece di riflettere sulla struttura della distribuzione la quale da sola su ogni euro si mangia  50 centesimi mentre all’agricoltura ne vanno 20 ed all’industria 30.


I comuni certamente non hanno grandi poteri, ma questo troppo spesso si trasforma in un alibi per non intervenire. C’è la leva fiscale, ci sono competenze che si possono mettere a disposizione, c’è la possibilità di farsi parte attiva nel mercato. Basta volerlo.


Mettere a disposizione strutture, uffici, locali, mezzi, per favorire ad esempio gruppi di acquisto solidale e così indirettamente contribuire a calmierare i prezzi, è solo una delle possibilità. Insomma occorre divenire protagonisti, valutare le possibili sinergie, attivare le associazioni di categoria e i cittadini, mettere in campo proposte e nuove idee e non attendere con le mani in mano che siano gli altri a tirar fuori per noi le castagne dal fuoco.


 Rifondazione Comunista – Laives






Cos’è un Gruppo di Acquisto Solidale?


 

Un gruppo d’acquisto è formato da un insieme di persone che decidono di unirsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Si tratta di una cooperativa di consumatori che ha come fine il risparmio da raggiungere saltando molte delle fasi di intermediazioni ed acquistando il più delle volte direttamente dal produttore.


Diverso è il discorso per chi aderisce alla rete nazionale: essere un G.A.S. non vuole dire soltanto risparmiare acquistando collettivamente e direttamente dal produttore, saltando i tanti passaggi dell'intermediazione commerciale, ma soprattutto chiedersi che cosa c'è dietro a un determinato bene di consumo. Vi sono delle connotazioni etiche che riconducono ad un consumo critico di cui il commercio equo e solidale ne è un esempio. Gli enti locali  possono  incentivare queste forme di aggregazione quantomeno fornendo  informazioni e supporto.


 



venerdì 22 febbraio 2008
















» 2008-02-22 11:57
Inflazione: 4, 8% spesa quotidiana
Istat, e' dato piu' alto degli ultimi 11 anni
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Per i prodotti ad 'alta frequenza d'acquisto' cioe' quelli che vengono comprati praticamente quotidianamente, l'inflazione e' del 4,8%.Lo afferma l'Istat, secondo cui il 4,8% di aumento a gennaio e' il piu' alto degli ultimi 11 anni. I prodotti ad alta frequenza sono gli alimentari, i tabacchi, i carburanti, i giornali o le spese al bar e al ristorante. Dal 2002, dice l'Istat, il tasso di crescita dei prezzi di questi beni e' stato 'sistematicamente piu' alto' rispetto al tasso complessivo.















» 2008-02-22 11:57
Inflazione: 4, 8% spesa quotidiana
Istat, e' dato piu' alto degli ultimi 11 anni
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Per i prodotti ad 'alta frequenza d'acquisto' cioe' quelli che vengono comprati praticamente quotidianamente, l'inflazione e' del 4,8%.Lo afferma l'Istat, secondo cui il 4,8% di aumento a gennaio e' il piu' alto degli ultimi 11 anni. I prodotti ad alta frequenza sono gli alimentari, i tabacchi, i carburanti, i giornali o le spese al bar e al ristorante. Dal 2002, dice l'Istat, il tasso di crescita dei prezzi di questi beni e' stato 'sistematicamente piu' alto' rispetto al tasso complessivo.

giovedì 21 febbraio 2008

Carovita, la Finanza nei supermercati

Alto Adige, 21 FEBBRAIO 2008


Prese in esame le fatture di 10 beni per contrastare speculazioni e aumenti ingiustificati


 


D’accordo l’ad del gruppo Omniscom Alberto Gioia: «Giusti i controlli, siamo in regola»


 MASSIMILIANO BONA


  BOLZANO. Guardia di Finanza nei supermercati per segnalare eventuali anomalie negli aumenti. I controlli delle Fiamme Gialle - l’ultimo dei quali l’altroieri all’A&O di via Museo, dove si sono presentati due agenti che hanno rilevato il prezzo di 10 prodotti e chiesto copia delle fatture d’acquisto - sono di due tipi: il primo prevede l’analisi dell’intera filiera (dal produttore alla Gdo) ed il secondo la verifica dei singoli prezzi. «Ben vengano i controlli», commenta l’ad Omniscom Gioia: «Siamo in regola».


 Gli appelli delle associazioni dei consumatori, che hanno invocato l’intervento delle Fiamme Gialle e di «Mister Prezzi» - figura istituita con l’ultima Finanziaria per salvaguardare i consumatori - non sono rimasti lettera morta. La Guardia di Finanza è entrata in azione nei supermercati: a dicembre per un’analisi di filiera e l’altroieri, in via Museo, per una rilevazione dei prezzi. L’amministratore delegato di Omniscom Alberto Gioia conferma la visita, assicurando che è stata più minuziosa del solito. «In un periodo in cui il carovita si fa sentire deve essere garantita la massima trasparenza». Quali sono state le modalità del controllo? «Ad essere presi in esame sono stati prodotti sia a peso fisso che variabile. Si è spaziato dalla pasta alla farina, dal pane alle uova. I finanzieri, peraltro, non si sono limitati a rilevare i prezzi, ma hanno chiesto anche le fatture d’acquisto della merce, in modo tale, immagino, da poter effettuare ulteriori verifiche a ritroso».


 L’ad di Omniscom ha, tuttavia, qualche dubbio. «Le uniche perplessità sono legate al sistema di rilevamento delle informazioni. Per tirare le somme e provare eventuali anomalie sarebbe necessario conoscere gli accordi che intercorrono tra grandi distribuzione e singoli fornitori. Nulla da dire sui controlli in sè, ma mi piacerebbe, poi, che venissero illustrati i risultati».


 Per comprendere il concetto di analisi di filiera è sufficiente pensare ad una mela. Come si “forma“ il prezzo? «Le variabili da considerare sono parecchie. I produttori conferiscono le mele ai consorzi, che devono fare fronte a costi di stoccaggio e confezionamento. C’è poi la necessità di mantenere la merce ad una determinata temperatura nelle celle frigorifere. Le mele vengono, quindi, acquistate durante aste pubbliche, nelle quali si tiene conto - su 100 Kg ad esempio - della quantità senza picciolo e di quelle da scartare perchè ammaccate. È un processo complesso, nel quale entrano in gioco anche variabili di natura logistica».


 I supermercati, dunque, accettano di buon grado i controlli, ma ritengono sia piuttosto difficile riuscire a provare anomalie o manovre di natura speculativa. Il prezzo dei prodotti, però, continua ad aumentare. Secondo le stime della Confederazione italiana agricoltori le ondate di gelo di questi giorni provocheranno ulteriori rialzi dei prezzi al consumo di frutta e verdura. «Basta con le prese in giro - dice Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori - non è possibile giustificare aumenti dei prezzi al dettaglio di frutta e verdura solo perchè fa freddo d’inverno. In ogni caso il gelo dovrebbe incidere maggiormente sulla produzione ma non sui passaggi intermedi e sulla distribuzione, come invece risulterebbe dalle stime della Cia. Chiediamo l’intervento urgente di Guardia di Finanza e Mister Prezzi per bloccare sul nascere possibili fenomeni speculativi». Con il rincaro del 30% stimato dalla Cia per l’Adoc la spesa mensile delle famiglie potrebbe aumentare di 22 euro. «A fine anno - conclude Pileri - le famiglie rischiano di spendere oltre 200 euro in più. Una follia senza giustificazioni».

Carovita, la Finanza nei supermercati

Alto Adige, 21 FEBBRAIO 2008


Prese in esame le fatture di 10 beni per contrastare speculazioni e aumenti ingiustificati


 


D’accordo l’ad del gruppo Omniscom Alberto Gioia: «Giusti i controlli, siamo in regola»


 MASSIMILIANO BONA


  BOLZANO. Guardia di Finanza nei supermercati per segnalare eventuali anomalie negli aumenti. I controlli delle Fiamme Gialle - l’ultimo dei quali l’altroieri all’A&O di via Museo, dove si sono presentati due agenti che hanno rilevato il prezzo di 10 prodotti e chiesto copia delle fatture d’acquisto - sono di due tipi: il primo prevede l’analisi dell’intera filiera (dal produttore alla Gdo) ed il secondo la verifica dei singoli prezzi. «Ben vengano i controlli», commenta l’ad Omniscom Gioia: «Siamo in regola».


 Gli appelli delle associazioni dei consumatori, che hanno invocato l’intervento delle Fiamme Gialle e di «Mister Prezzi» - figura istituita con l’ultima Finanziaria per salvaguardare i consumatori - non sono rimasti lettera morta. La Guardia di Finanza è entrata in azione nei supermercati: a dicembre per un’analisi di filiera e l’altroieri, in via Museo, per una rilevazione dei prezzi. L’amministratore delegato di Omniscom Alberto Gioia conferma la visita, assicurando che è stata più minuziosa del solito. «In un periodo in cui il carovita si fa sentire deve essere garantita la massima trasparenza». Quali sono state le modalità del controllo? «Ad essere presi in esame sono stati prodotti sia a peso fisso che variabile. Si è spaziato dalla pasta alla farina, dal pane alle uova. I finanzieri, peraltro, non si sono limitati a rilevare i prezzi, ma hanno chiesto anche le fatture d’acquisto della merce, in modo tale, immagino, da poter effettuare ulteriori verifiche a ritroso».


 L’ad di Omniscom ha, tuttavia, qualche dubbio. «Le uniche perplessità sono legate al sistema di rilevamento delle informazioni. Per tirare le somme e provare eventuali anomalie sarebbe necessario conoscere gli accordi che intercorrono tra grandi distribuzione e singoli fornitori. Nulla da dire sui controlli in sè, ma mi piacerebbe, poi, che venissero illustrati i risultati».


 Per comprendere il concetto di analisi di filiera è sufficiente pensare ad una mela. Come si “forma“ il prezzo? «Le variabili da considerare sono parecchie. I produttori conferiscono le mele ai consorzi, che devono fare fronte a costi di stoccaggio e confezionamento. C’è poi la necessità di mantenere la merce ad una determinata temperatura nelle celle frigorifere. Le mele vengono, quindi, acquistate durante aste pubbliche, nelle quali si tiene conto - su 100 Kg ad esempio - della quantità senza picciolo e di quelle da scartare perchè ammaccate. È un processo complesso, nel quale entrano in gioco anche variabili di natura logistica».


 I supermercati, dunque, accettano di buon grado i controlli, ma ritengono sia piuttosto difficile riuscire a provare anomalie o manovre di natura speculativa. Il prezzo dei prodotti, però, continua ad aumentare. Secondo le stime della Confederazione italiana agricoltori le ondate di gelo di questi giorni provocheranno ulteriori rialzi dei prezzi al consumo di frutta e verdura. «Basta con le prese in giro - dice Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori - non è possibile giustificare aumenti dei prezzi al dettaglio di frutta e verdura solo perchè fa freddo d’inverno. In ogni caso il gelo dovrebbe incidere maggiormente sulla produzione ma non sui passaggi intermedi e sulla distribuzione, come invece risulterebbe dalle stime della Cia. Chiediamo l’intervento urgente di Guardia di Finanza e Mister Prezzi per bloccare sul nascere possibili fenomeni speculativi». Con il rincaro del 30% stimato dalla Cia per l’Adoc la spesa mensile delle famiglie potrebbe aumentare di 22 euro. «A fine anno - conclude Pileri - le famiglie rischiano di spendere oltre 200 euro in più. Una follia senza giustificazioni».

mercoledì 20 febbraio 2008

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport


 


Tenuto conto che



  1. questa amministrazione sembra intenzionata a proseguire senza tentennamenti nella realizzazione della cittadella dello sport;

  2. di sicuro, al di là delle singole valutazioni, questo progetto avrà un forte impatto sulle condizioni di vita degli abitanti;

  3. la trasparenza e la partecipazione sono punti fondamentali del programma di questa amministrazione;

  4. il consiglio comunale è stato tenuto all’oscuro e non è mai stato coinvolto nella discussione di questo importante progetto;


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


 



  1. se non si ritenga opportuno investire della problematica almeno il consiglio comunale predisponendo un apposito punto all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale;

  2. se non si ritenga necessario quantomeno informare i cittadini sulle principali caratteristiche di questo progetto e sulle sue possibili ricadute economiche, in tema ambientale e sulla qualità di vita dei cittadini.


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                           Il Consigliere comunale


                             Rosario Grasso


 Laives, li  18 febbraio 2008

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport


 


Tenuto conto che



  1. questa amministrazione sembra intenzionata a proseguire senza tentennamenti nella realizzazione della cittadella dello sport;

  2. di sicuro, al di là delle singole valutazioni, questo progetto avrà un forte impatto sulle condizioni di vita degli abitanti;

  3. la trasparenza e la partecipazione sono punti fondamentali del programma di questa amministrazione;

  4. il consiglio comunale è stato tenuto all’oscuro e non è mai stato coinvolto nella discussione di questo importante progetto;


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


 



  1. se non si ritenga opportuno investire della problematica almeno il consiglio comunale predisponendo un apposito punto all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale;

  2. se non si ritenga necessario quantomeno informare i cittadini sulle principali caratteristiche di questo progetto e sulle sue possibili ricadute economiche, in tema ambientale e sulla qualità di vita dei cittadini.


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                           Il Consigliere comunale


                             Rosario Grasso


 Laives, li  18 febbraio 2008

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Vecchia discarica di rifiuti in zona Galizia ed inquinamento ambientale.


 


Nella memoria storica di alcuni cittadini di Laives permane il ricordo di una discarica di rifiuti urbani ubicata approssimativamente tra l’abitato di Pineta e l’odierno centro sportivo Galizia. In anni più recenti invece, più a monte, era stata aperta una discarica di inerti spesso al centro di polemiche per la qualità di materiali conferiti. 


Poiché le norme che regolavano il conferimento di rifiuti nelle discariche in passato non erano molto rigide ed i controlli praticamente inesistenti, forte è il sospetto di possibili inquinamenti ambientali.


Tenuto conto di quanto in premessa


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


 



  1. se vi sia un fondamento di verità nella memoria dei cittadini di cui sopra ed eventualmente se si sia a conoscenza dell’esatta ubicazione della vecchia discarica per rifiuti urbani;

  2. se, in ogni caso, si abbia notizia di indagini per appurare lo stato di salute dei  terreni in questione e/o di eventuali operazioni di bonifica della zona;

  3. se tali terreni saranno interessati dall’edificazione del nuovo stadio e delle strutture complementari;

  4. se non si ritenga necessario effettuare dei controlli oltre che per motivi ambientali e di salute pubblica, anche per evitare spese non preventivate al momento della realizzazione delle opere in progetto.


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


Laives, li  18 febbraio 2008

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Vecchia discarica di rifiuti in zona Galizia ed inquinamento ambientale.


 


Nella memoria storica di alcuni cittadini di Laives permane il ricordo di una discarica di rifiuti urbani ubicata approssimativamente tra l’abitato di Pineta e l’odierno centro sportivo Galizia. In anni più recenti invece, più a monte, era stata aperta una discarica di inerti spesso al centro di polemiche per la qualità di materiali conferiti. 


Poiché le norme che regolavano il conferimento di rifiuti nelle discariche in passato non erano molto rigide ed i controlli praticamente inesistenti, forte è il sospetto di possibili inquinamenti ambientali.


Tenuto conto di quanto in premessa


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


 



  1. se vi sia un fondamento di verità nella memoria dei cittadini di cui sopra ed eventualmente se si sia a conoscenza dell’esatta ubicazione della vecchia discarica per rifiuti urbani;

  2. se, in ogni caso, si abbia notizia di indagini per appurare lo stato di salute dei  terreni in questione e/o di eventuali operazioni di bonifica della zona;

  3. se tali terreni saranno interessati dall’edificazione del nuovo stadio e delle strutture complementari;

  4. se non si ritenga necessario effettuare dei controlli oltre che per motivi ambientali e di salute pubblica, anche per evitare spese non preventivate al momento della realizzazione delle opere in progetto.


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


Laives, li  18 febbraio 2008

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 

Oggetto: Politica provinciale dello smaltimento dei rifiuti e posizione del comune.


Come è noto la politica provinciale di smaltimento dei rifiuti è incentrata sulla costruzione di un inceneritore da 130.000 tonnellate che verrà ubicato poco più a sud dell’attuale impianto e a poca distanza dal territorio comunale. La tecnologia impiegata, pur essendo tra le più avanzate, non può certo garantire un emissione zero di sostanze inquinanti sia perché la produzione minima di inquinanti si ha con impianto a pieno regime, sia perché dipende dalla qualità dei rifiuti conferiti. Se si tiene inoltre conto che tale struttura sarà ubicata in un territorio già fortemente penalizzato per la presenza di strutture altamente inquinanti, la cosa non può lasciare indifferenti per gli effetti sulla salute delle popolazioni già ampiamente denunciati anche dai pediatri e dai medici di base del comprensorio.


La capacità di incenerimento appare poi fortemente sovradimensionata rispetto a quelle che sono le necessità della provincia e produrranno come effetto tangibile un impegno poco deciso nella raccolta differenziata che sarà essenzialmente indirizzata alla produzione di combustibile di qualità. La cosa si evince anche dal “Piano provinciale di gestione dei rifiuti 2000” quando si rinuncia, ad esempio, ad un potenziamento della raccolta delle plastiche perché “…con l’inceneritore di Bolzano si ha un recupero energetico”.


Tenuto conto poi della presenza in maggioranza di forze ambientaliste e comunque favorevoli al potenziamento della raccolta differenziata, pur nella consapevolezza della limitata capacità del comune di incidere sulle decisioni della giunta provinciale,


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


 



  1. se non si ritenga improcrastinabile un maggiore impegno nell’attuazione di una raccolta differenziata spinta;

  2. se si abbia intenzione di elaborare un piano comunale che preveda, in tempi certi e a scadenze ravvicinate, il raggiungimento di quote sempre più alte di raccolta differenziata anche decisamente superiori ai limiti di legge;

  3. di comunicare alla giunta provinciale questa intenzione e le proprie perplessità rispetto alla decisione di costruire un inceneritore da 130.000 tonnellate e soprattutto di non considerare tale capacità compatibile con la politica comunale di raccolta differenziata dei rifiuti.


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                           Il Consigliere comunale


                             Rosario Grasso


 Laives, li  18 febbraio 2008

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 

Oggetto: Politica provinciale dello smaltimento dei rifiuti e posizione del comune.


Come è noto la politica provinciale di smaltimento dei rifiuti è incentrata sulla costruzione di un inceneritore da 130.000 tonnellate che verrà ubicato poco più a sud dell’attuale impianto e a poca distanza dal territorio comunale. La tecnologia impiegata, pur essendo tra le più avanzate, non può certo garantire un emissione zero di sostanze inquinanti sia perché la produzione minima di inquinanti si ha con impianto a pieno regime, sia perché dipende dalla qualità dei rifiuti conferiti. Se si tiene inoltre conto che tale struttura sarà ubicata in un territorio già fortemente penalizzato per la presenza di strutture altamente inquinanti, la cosa non può lasciare indifferenti per gli effetti sulla salute delle popolazioni già ampiamente denunciati anche dai pediatri e dai medici di base del comprensorio.


La capacità di incenerimento appare poi fortemente sovradimensionata rispetto a quelle che sono le necessità della provincia e produrranno come effetto tangibile un impegno poco deciso nella raccolta differenziata che sarà essenzialmente indirizzata alla produzione di combustibile di qualità. La cosa si evince anche dal “Piano provinciale di gestione dei rifiuti 2000” quando si rinuncia, ad esempio, ad un potenziamento della raccolta delle plastiche perché “…con l’inceneritore di Bolzano si ha un recupero energetico”.


Tenuto conto poi della presenza in maggioranza di forze ambientaliste e comunque favorevoli al potenziamento della raccolta differenziata, pur nella consapevolezza della limitata capacità del comune di incidere sulle decisioni della giunta provinciale,


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede:


 



  1. se non si ritenga improcrastinabile un maggiore impegno nell’attuazione di una raccolta differenziata spinta;

  2. se si abbia intenzione di elaborare un piano comunale che preveda, in tempi certi e a scadenze ravvicinate, il raggiungimento di quote sempre più alte di raccolta differenziata anche decisamente superiori ai limiti di legge;

  3. di comunicare alla giunta provinciale questa intenzione e le proprie perplessità rispetto alla decisione di costruire un inceneritore da 130.000 tonnellate e soprattutto di non considerare tale capacità compatibile con la politica comunale di raccolta differenziata dei rifiuti.


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                           Il Consigliere comunale


                             Rosario Grasso


 Laives, li  18 febbraio 2008