ALTO ADIGE, 24 FEBBRAIO 2008
di Valeria Frangipane
Altoatesini, il 10% va all’estero per i denti
Indagine di EcoKonsum: «Mete preferite? La Croazia, l’Ungheria e pure la Svizzera»
BOLZANO. Sono iniziati alcuni anni fa in sordina ma i viaggi all’estero per risparmiare sul conto del dentista, spesso salato, stanno diventando sempre più frequenti. «I dati ufficiali - spiega Alois Burger, responsabile di EcoKonsum Federconsumatori (Cgil) - dicono che nel 2007 su 3.500 richieste di rimborso inoltrate alla Provincia, circa 350 erano di cittadini che sono andati all’estero a farsi curare i denti». Le mete preferite sono sempre le stesse: «Croazia, Ungheria e addirittura la Svizzera». E per EcoKonsum il fenomeno ha assunto dimensioni ormai inarrestabili.
Odontoiatri e dentisti non vogliono nemmeno sentir parlare di protesi fatte altrove.
Salvatore Rampulla - presidente dell’Associazione odontoiatri (Aio) - e Franco Tamiazzo - presidente della sezione altoatesina dell’Andi (Associazione dentisti) - hanno sempre messo in guardia i pazienti dai possibili guai ma il trend del cosiddetto “turismo dentale” è in ascesa.
Lo stesso Ordine dei medici tre anni fa era sceso in campo per bloccare la pubblicazione online delle tariffe delle prestazioni odontoiatriche apparse sul sito del Ctcu (Centro consumatori) perchè avrebbe favorito i singoli studi con della pubblicità di fatto gratuita. E sempre l’Ordine, a fine 2007, ha detto a chiare lettere di non condividere affatto la decisione della Provincia di rimborsare anche le protesi prodotte all’Est.
Intanto Alois Burger, sindacalista di EcoKonsum, continua la sua battaglia ed ogni mese organizza viaggi Oltreconfine per far risparmiare gli altoatesini: «Ricordo che quelli che hanno diritto al rimborso della Provincia hanno un reddito familiare compreso tra i 25 e i 30 mila euro l’anno».
Andando in Croazia si spende la metà «per capirci quel che qui costa 5.000 euro, lì viene 2.500», in Ungheria addirittura il 70% in meno e poi anche in Svizzera, Austria e Germania i prezzi risultano mediamente del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia. Odontoiatri e dentisti nostrani hanno spiegato a più riprese che i materiali che si utilizzano qui sono di ben altra fattura senza parlare poi della professionalità.
Insomma, il dubbio di mettersi nelle mani di un ciarlatano resta sempre alto. «Per non correre rischi - riprende Burger - chiediamo che nei preventivi vengano indicati materiali e fornitori che sono gli stessi usati dai dentisti dell’Europa occidentale. Tutto arriva dalla Svezia, dagli Usa e dalla Germania. E poi le prestazioni, se non uguali, sono simili». «Uno dei dati positivi - conclude Burger - è che per evitare l’emorragia di clienti alcuni dentisti hanno introdotto sconti del 20%. Oggi quelli convenzionati con noi sono otto. Per i lavori piccoli consigliamo ai nostri soci di rivolgersi a loro. Per cure che superano i 1.500 euro consigliamo sempre la Croazia. I residenti che volessero saperne di più possono contattarci allo 0471 926459».
ANDREAUS (CTCU)
BOLZANO. «Chiediamo alla Provincia di aprire una clinica odontoiatrica, unica per tutto l’Alto Adige, a prezzi accessibili». Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori di via Dodiciville, lo ripete da anni. «Questa è l’unica maniera per uscire da un vicolo cieco e permettere a tutti di farsi curare i denti a prezzi ragionevoli».
Sull'argomento ripubblichiamo una nostra interrogazione del gennaio 2006 alla quale rispose l'assessore Tommasini affermando semplicemente che il comune non era competente e dimostrando così il suo disinteresse per la questione.
Bisognerebbe ricordarsene quando afferma, come segretario del PD, di voler mettere al primo posto del suo programma il carovita.
Interrogazione: al Sindaco e all'Assessore competente
Prestazioni odontoiatriche - progetto pilota provinciale
Tenuto conto:
- sarebbe compito del Servizio Sanitario Nazionale offrire nelle proprie strutture le cure odontoiatriche;
- che sempre più pazienti altoatesini scelgono l'estero, soprattutto i Paesi dell'Est, per le cure dentistiche, attirati dai prezzi più bassi;
- che nella seduta della Giunta Provinciale del 21 marzo 2005 e nella successiva conferenza stampa, il presidente Luis Durnwalder annunciava il varo di un progetto pilota di applicazione di nuove tariffe per le prestazioni odontoiatriche della durata di un anno;
- che la Giunta così motivava la decisione presa: "[...] la Provincia avvia con la nuova sperimentazione un tentativo per garantire un servizio locale migliore in termini di costi e di tempi di attesa. Dopo averne discusso con i rappresentanti dei dentisti, la Giunta ha deciso di lanciare il progetto pilota e mette a disposizione del professionista che aderisce all'iniziativa il personale, le attrezzature e uno studio in ciascuna delle quattro Aziende sanitarie. Il tutto a fronte di tariffe ridotte e concordate, secondo i tipi di intervento, dal 30% all'80%. Se l'esperimento verrà bene accolto, sia dai medici che dai pazienti, l'obiettivo della Provincia è quello di attivare un servizio di questo tipo in ognuno dei 22 distretti sanitari altoatesini distribuiti sul territorio. I pazienti pagheranno la tariffa prevista senza il ticket aggiuntivo, saranno esonerati da ogni pagamento i cittadini con entrate inferiori al minimo vitale"
;
- che il mancato ricorso a tale servizio da parte dei cittadini potrebbe costituire motivo per non estendere stabilmente il servizio;
il sottoscritto consigliere comunale chiede:
- se il servizio sia stato effettivamente attivato;
- se sia stato adeguatamente pubblicizzato;
- se esista un prontuario con le tariffe praticate e se sia stato distribuito nelle strutture sanitarie e comunque nei luoghi in cui normalmente vengono fatte recapitare pubblicazioni similari;
- quanti professionisti abbiano aderito all'iniziativa e in quali strutture;
- se siano a disposizione già dei primi risultati sul gradimento del servizio da parte dei pazienti e da quanti sia stato usufruito;
- se l'amministrazione comunale intenda:
- pubblicizzare e in quali forme, almeno in quest'ultimo periodo, il servizio e le modalità di accesso tra gli abitanti del nostro comune in modo da permettere al maggior numero di persone possibile l'effettivo uso di tale possibilità;
- nel caso di mancata pubblicizzazione da parte degli organismi competenti e/o di scarso uso del servizio, farsi interprete nelle sedi competenti del disappunto per la mancata divulgazione e richiedere il prolungamento e l'estensione del progetto per almeno un ulteriore anno al fine di dare alla sperimentazione una valenza effettiva.
Si richiede cortesemente risposta scritta.Rosario Grasso, Consigliere comunale
Degli esiti della sperimentazione nessuno si è sentito in dovere di informare i cittadini. Non c'è da meravigliarsene: anche del progetto la gran parte della popolazione è stata tenuta all'oscuro.