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domenica 30 novembre 2008

Dopo-Tommasini, stretta finale per la nuova giunta

ALTO ADIGE - DOMENICA, 30 NOVEMBRE 2008















 
Domani vertice decisivo della maggioranza: verso il via libera a Frazza come assessore. La coalizione non sarà allargata


 LAIVES. Domani sera riunione dei gruppi di maggioranza per tirare le conclusioni del confronto politico innescato dall’elezione dell’ormai ex assessore Christian Tommasini in consiglio provinciale. Occorrerà stabilire chi prenderà il suo posto in giunta comunale a Laives, con competenza cultura e giovani. In pole position, come noto, c’è il consigliere socialista Loris Frazza.

 Però questa nomina non è data ancora per scontata, proprio perché dal gruppo socialista, e specificatamente dal consigliere Roberto Ceol, sarebbero state recapitate al sindaco Polonioli precise richieste in merito a programmi e priorità da qui alla fine della legislatura. Si tratta sostanzialmente di istanze che Ceol già aveva avanzato mesi orsono. A tale proposito il sindaco Polonioli si dice tranquillo: «Si tratta di aspetti che in linea di massima abbiamo già chiarito - dice il primo cittadino - così come il fatto che il sostituto di Tommasini in giunta vada individuato tra i componenti della maggioranza. Con la Svp siamo d’accordo che sarebbe opportuno anche allargare la maggioranza per renderla più forte numericamente, ma individuando l’assessore nuovo nell’ambito della coalizione. Lunedì sera dovremmo arrivare ad una soluzione». (b.c.)





Dunque la crisi innescata dal gruppo socialista rimasto escluso da cariche importanti (assessorato,  sottogoverno, Comunità comprensoriale,...) sembra avviarsi a soluzione con la nomina ad assessore del consigliere Frazza.



Non ci è dato sapere quali compensazioni saranno attuate per mantenere gli equilibri di potere di tutte le forze politiche coinvolte, nè  se la maggioranza sarà allargata ai transfughi da Forza Italia, ma una certezza l'abbiamo: tutto questo bailamme, tutto questo spreco di energia, tutto questo attivismo, nulla ha a che fare con la soluzione dei problemi più urgenti dei cittadini, carovita in testa.



Nelle richieste del gruppo socialista l'unica cosa certa è l'assessorato,  il resto è fumo negli occhi che serve a nascondere che questa giunta si regge sulla spartizione delle cariche e del potere e che può sopravvivere solo se è in grado di soddisfare gli appetiti dei vari contendenti.

Tutto il resto è secondario
.



Rifondazione Comunista - Laives




Dopo-Tommasini, stretta finale per la nuova giunta

ALTO ADIGE - DOMENICA, 30 NOVEMBRE 2008















 
Domani vertice decisivo della maggioranza: verso il via libera a Frazza come assessore. La coalizione non sarà allargata


 LAIVES. Domani sera riunione dei gruppi di maggioranza per tirare le conclusioni del confronto politico innescato dall’elezione dell’ormai ex assessore Christian Tommasini in consiglio provinciale. Occorrerà stabilire chi prenderà il suo posto in giunta comunale a Laives, con competenza cultura e giovani. In pole position, come noto, c’è il consigliere socialista Loris Frazza.

 Però questa nomina non è data ancora per scontata, proprio perché dal gruppo socialista, e specificatamente dal consigliere Roberto Ceol, sarebbero state recapitate al sindaco Polonioli precise richieste in merito a programmi e priorità da qui alla fine della legislatura. Si tratta sostanzialmente di istanze che Ceol già aveva avanzato mesi orsono. A tale proposito il sindaco Polonioli si dice tranquillo: «Si tratta di aspetti che in linea di massima abbiamo già chiarito - dice il primo cittadino - così come il fatto che il sostituto di Tommasini in giunta vada individuato tra i componenti della maggioranza. Con la Svp siamo d’accordo che sarebbe opportuno anche allargare la maggioranza per renderla più forte numericamente, ma individuando l’assessore nuovo nell’ambito della coalizione. Lunedì sera dovremmo arrivare ad una soluzione». (b.c.)





Dunque la crisi innescata dal gruppo socialista rimasto escluso da cariche importanti (assessorato,  sottogoverno, Comunità comprensoriale,...) sembra avviarsi a soluzione con la nomina ad assessore del consigliere Frazza.



Non ci è dato sapere quali compensazioni saranno attuate per mantenere gli equilibri di potere di tutte le forze politiche coinvolte, nè  se la maggioranza sarà allargata ai transfughi da Forza Italia, ma una certezza l'abbiamo: tutto questo bailamme, tutto questo spreco di energia, tutto questo attivismo, nulla ha a che fare con la soluzione dei problemi più urgenti dei cittadini, carovita in testa.



Nelle richieste del gruppo socialista l'unica cosa certa è l'assessorato,  il resto è fumo negli occhi che serve a nascondere che questa giunta si regge sulla spartizione delle cariche e del potere e che può sopravvivere solo se è in grado di soddisfare gli appetiti dei vari contendenti.

Tutto il resto è secondario
.



Rifondazione Comunista - Laives




Cassonetti non ancora tolti

 ALTO ADIGE - DOMENICA, 30 NOVEMBRE 2008





















 
Ceol: anomalie nel sistema di raccolta dei rifiuti. La competenza è della Seab
 
Sono rimasti (con i bidoncini) nonostante le «isole»


 LAIVES. Non c’è solamente la questione dei lucchetti sui bidoncini personalizzati della raccolta rifiuti, pagati 16,5 euro da tanti cittadini, a tenere banco in questo periodo. Questa è una vicenda di competenza comunale, perché quando i lucchetti vennero introdotti, ancora la Seab non svolgeva il servizio sul territorio appunto di Laives. Invece riguarda la Seab la progressiva eliminazione dei cassonetti a mano a mano che entrano in funzione le isole interrate dove i cittadini possono conferire i rifiuti utilizzando una scheda personale tipo bancomat per accedere. «In questo caso si registrano ancora anomalie nel sistema - dice il consigliere Roberto Ceol - perché, ad esempio, nella zona delle case delle acciaierie, a sud della città, effettivamente c’è l’isola interrata, ma rimangono anche i bidoncini personalizzati. Ora, posso capire la necessità di collocare (come si vede vicino alle isole) alcuni bidoni per le immondizie, che a quanto sembra servirebbero nel caso in cui dovesse bloccarsi il sistema interrato e i cittadini non sapessero dove gettare i rifiuti, ma ritengo invece che contestualmente alla messa in funzione delle isole si dovrebbero subito eliminare i bidoncini personalizzati e questo per evitare di complicare il servizio di raccolta, obbligando gli addetti a fare ulteriori passaggi con i camion».

 Il servizio di raccolta dei rifiuti solidi effettivamente è ancora in una fase di messa a punto e in varie zone del territorio comunale si vedono le isole interrate di riferimento per un certo numero di famiglie e anche i bidoni tradizionali oppure i bidoncini personalizzati, che invece dovevano essere eliminati. (b.c.)






Cassonetti non ancora tolti

 ALTO ADIGE - DOMENICA, 30 NOVEMBRE 2008





















 
Ceol: anomalie nel sistema di raccolta dei rifiuti. La competenza è della Seab
 
Sono rimasti (con i bidoncini) nonostante le «isole»


 LAIVES. Non c’è solamente la questione dei lucchetti sui bidoncini personalizzati della raccolta rifiuti, pagati 16,5 euro da tanti cittadini, a tenere banco in questo periodo. Questa è una vicenda di competenza comunale, perché quando i lucchetti vennero introdotti, ancora la Seab non svolgeva il servizio sul territorio appunto di Laives. Invece riguarda la Seab la progressiva eliminazione dei cassonetti a mano a mano che entrano in funzione le isole interrate dove i cittadini possono conferire i rifiuti utilizzando una scheda personale tipo bancomat per accedere. «In questo caso si registrano ancora anomalie nel sistema - dice il consigliere Roberto Ceol - perché, ad esempio, nella zona delle case delle acciaierie, a sud della città, effettivamente c’è l’isola interrata, ma rimangono anche i bidoncini personalizzati. Ora, posso capire la necessità di collocare (come si vede vicino alle isole) alcuni bidoni per le immondizie, che a quanto sembra servirebbero nel caso in cui dovesse bloccarsi il sistema interrato e i cittadini non sapessero dove gettare i rifiuti, ma ritengo invece che contestualmente alla messa in funzione delle isole si dovrebbero subito eliminare i bidoncini personalizzati e questo per evitare di complicare il servizio di raccolta, obbligando gli addetti a fare ulteriori passaggi con i camion».

 Il servizio di raccolta dei rifiuti solidi effettivamente è ancora in una fase di messa a punto e in varie zone del territorio comunale si vedono le isole interrate di riferimento per un certo numero di famiglie e anche i bidoni tradizionali oppure i bidoncini personalizzati, che invece dovevano essere eliminati. (b.c.)






sabato 29 novembre 2008

La crisi


«Dovremo tutti pagare perché il collasso avviene nel contesto di quello che può essere considerato forse il più grande trasferimento di ricchezza dalla rivoluzione bolscevica del 1917.





Non è un trasferimento di ricchezza dai ricchi ai poveri, ma un trasferimento di ricchezza dal futuro al presente.





Mai nessuna generazione ha speso tanto della ricchezza dei suoi figli in un periodo tanto breve.


L’America ha imposto alle generazioni future un immenso peso per finanziare i tagli delle tasse, le guerre e i salvataggi delle banche.»






Thomas Friedman, Herald Tribune, 3 Novembre 2008

La crisi


«Dovremo tutti pagare perché il collasso avviene nel contesto di quello che può essere considerato forse il più grande trasferimento di ricchezza dalla rivoluzione bolscevica del 1917.





Non è un trasferimento di ricchezza dai ricchi ai poveri, ma un trasferimento di ricchezza dal futuro al presente.





Mai nessuna generazione ha speso tanto della ricchezza dei suoi figli in un periodo tanto breve.


L’America ha imposto alle generazioni future un immenso peso per finanziare i tagli delle tasse, le guerre e i salvataggi delle banche.»






Thomas Friedman, Herald Tribune, 3 Novembre 2008

LA NUOVA LEGGE URBANISTICA






La nuova legge urbanistica all’art. 40bis introduce l’istituto della “convenzione urbanistica”, in altre parole la possibilità di costruire opere di interesse pubblico in accordo con i privati.


Si tratta di un procedimento innovativo per l’Alto Adige, ma già in vigore da tempo nel resto d’Italia ed è quindi possibile avere sentore di ciò che potrebbe succedere qui da noi.





Il rischio principale, così come è stato confermato dall’esperto invitato in consiglio, è lo scardinamento del PUC.


Attraverso questo strumento è infatti possibile intervenire in maniera accorta sul territorio, pianificandone lo sviluppo e mettendo al primo posto l’interesse collettivo: è il comune a decidere dove e come edificare tenendo conto delle necessità della comunità nel rispetto degli equilibri ambientali ed idrogeologici.





Con la nuova normativa c’è invece il concretissimo pericolo che a determinare le scelte urbanistiche siano gli interessi, le esigenze e le disponibilità dei privati. Non c’è chi non veda come, proprio oggi che le risorse finanziarie dei comuni sono al lumicino, la possibilità di pressioni sull’apparato pubblico si moltiplichino e diventi reale il pericolo di una trasformazione del Puc in una specie di inventario dei vari atti negoziali tra pubblico e privato.





Si è molto insistito, durante la seduta del consiglio comunale, sulla discrezionalità nell’uso di questo strumento, ma è evidente come la sua introduzione sia già di per sé una scelta importante, l’indicazione di una volontà.





Ora, noi non pretendiamo di imporre il nostro punto di vista, ma chiediamo che le cose vengano presentate obiettivamente senza fingere di ignorare le conseguenze che si sono avute a Roma o in Lombardia. Se i commentatori più accorti parlano di ritorno al “rito ambrosiano” e cioè alla capacità di piegare le leggi al proprio interesse, vuol dire che gli effetti sono stati negativi ed hanno portato al saccheggio del territorio e a quella pericolosa commistione tra pubblico e privato che va sotto il nome di tangentopoli.





Fingere di non saperlo è preoccupante e poco credibile e fa nascere il sospetto che si voglia evitare che qualcuno possa mettere i bastoni tra le ruote a progetti in fin dei conti non troppo nascosti.


L’esempio di quella struttura invenduta a sud di Laives che un privato metterebbe a disposizione per la Croce Rossa e per il cantiere comunale, ci pare illuminante.


 


Rifondazione Comunista - Laives


 

LA NUOVA LEGGE URBANISTICA






La nuova legge urbanistica all’art. 40bis introduce l’istituto della “convenzione urbanistica”, in altre parole la possibilità di costruire opere di interesse pubblico in accordo con i privati.


Si tratta di un procedimento innovativo per l’Alto Adige, ma già in vigore da tempo nel resto d’Italia ed è quindi possibile avere sentore di ciò che potrebbe succedere qui da noi.





Il rischio principale, così come è stato confermato dall’esperto invitato in consiglio, è lo scardinamento del PUC.


Attraverso questo strumento è infatti possibile intervenire in maniera accorta sul territorio, pianificandone lo sviluppo e mettendo al primo posto l’interesse collettivo: è il comune a decidere dove e come edificare tenendo conto delle necessità della comunità nel rispetto degli equilibri ambientali ed idrogeologici.





Con la nuova normativa c’è invece il concretissimo pericolo che a determinare le scelte urbanistiche siano gli interessi, le esigenze e le disponibilità dei privati. Non c’è chi non veda come, proprio oggi che le risorse finanziarie dei comuni sono al lumicino, la possibilità di pressioni sull’apparato pubblico si moltiplichino e diventi reale il pericolo di una trasformazione del Puc in una specie di inventario dei vari atti negoziali tra pubblico e privato.





Si è molto insistito, durante la seduta del consiglio comunale, sulla discrezionalità nell’uso di questo strumento, ma è evidente come la sua introduzione sia già di per sé una scelta importante, l’indicazione di una volontà.





Ora, noi non pretendiamo di imporre il nostro punto di vista, ma chiediamo che le cose vengano presentate obiettivamente senza fingere di ignorare le conseguenze che si sono avute a Roma o in Lombardia. Se i commentatori più accorti parlano di ritorno al “rito ambrosiano” e cioè alla capacità di piegare le leggi al proprio interesse, vuol dire che gli effetti sono stati negativi ed hanno portato al saccheggio del territorio e a quella pericolosa commistione tra pubblico e privato che va sotto il nome di tangentopoli.





Fingere di non saperlo è preoccupante e poco credibile e fa nascere il sospetto che si voglia evitare che qualcuno possa mettere i bastoni tra le ruote a progetti in fin dei conti non troppo nascosti.


L’esempio di quella struttura invenduta a sud di Laives che un privato metterebbe a disposizione per la Croce Rossa e per il cantiere comunale, ci pare illuminante.


 


Rifondazione Comunista - Laives


 

Casa di riposo, ipotesi di ampliamento

ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008





















 
Un sopralluogo dell’assessore provinciale Theiner nella struttura di via Dante. Due prospettive per le esigenze future
Prevale l’idea di acquistare l’edificio da collegare con un tunnel


 LAIVES. Nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo dell’assessore provinciale alla sanità Richard Theiner presso la casa di riposo in via Dante. C’era da verificare ciò che uno studio fatto fare dalla stessa casa di riposo prevederebbe per l’ampliamento della struttura. In pratica si tratterebbe di acquisire un edificio di fronte alla casa di riposo, ex sede della ditta Ravazzolo e quindi trasformarlo in dependance della casa stessa, unendolo con un breve tunnel sotto la via Dante. «Anche secondo l’assessore Theiner è un’idea che potrebbe funzionare», ha spiegato il sindaco Polonioli.

 Il primo cittadino così continua: Sappiamo che in termini di spazio, la casa di riposo avrebbe bisogno di circa 10 mila metri cubi per far fronte senza problemi alle richieste che si profilano per gli anni a venire. Così approfondiremo, assieme ai responsabili della casa di riposo, questo progetto e quindi, quando avremo qualche cosa di più concreto potremo anche affrontare il discorso dei finanziamenti, sapendo che in questo caso la Provincia potrebbe intervenire per il 60-70% della spesa».

 Non sono molti anni che la struttura posta fra via Dante e via Peter Mayr è stata ampliata e ristrutturata. Oggi è in grado di offrire il meglio ad una sessantina di ospiti, ma è già evidente che le richieste di accesso sono sempre tante e che purtroppo, anche anziani di Laives debbono essere dirottati in strutture lontane per mancanza di spazio. Attorno alla casa di riposo spazio non ce n’è più, a meno che non si ipotizzi di alzarla di un piano. Invece la soluzione individuata sarebbe meno problematica, perché si tratterebbe di acquistare un grande edificio che si trova qualche decina di metri di fronte. Quello stabile potrebbe poi essere ristrutturato in funzione della casa di riposo e quindi collegato con un tunnel sotterraneo. Una soluzione che tutto sommato non richiederebbe nemmeno chissà quali accorgimenti tecnici ed avrebbe pure il pregio di consentire i lavori senza interferire con gli spazi occupati dagli anziani ospiti, diversamente da una eventuale sopraelevazione. Per ora si è solo a livello di ipotesi e si vedrà in futuro se questa soluzione raccoglierà i più ampi consensi. Quello che è certo è che ci sarebbe bisogno di spazi rispetto alle richieste di ospitalità per gli anziani e quindi bisognerà trovarli.

















RETTE, PRESSING SUI PARENTI






 Per il pagamento delle rette dei propri anziani nelle case di riposo, la giunta comunale di Laives paga oramai somme che si aggirano attorno ai 200 mila euro l’anno. Si tratta di una situazione che sta diventando sempre più difficile. Per legge del resto, l’amministrazione civica è tenuta ad integrare le rette per gli anziani che non sono in grado di farlo con mezzi propri, così come magari non lo sono i parenti stretti. Ed è proprio in direzione dei parenti che la giunta presieduta dal sindaco Polonioli intenderebbe invece puntare per recuperare almeno in parte questi soldi ma su tale possibilità finora ha incontrato l’ostacolo della Provincia, che interpreta in maniera restrittiva questa opportunità. (b.c.)








Casa di riposo, ipotesi di ampliamento

ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008





















 
Un sopralluogo dell’assessore provinciale Theiner nella struttura di via Dante. Due prospettive per le esigenze future
Prevale l’idea di acquistare l’edificio da collegare con un tunnel


 LAIVES. Nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo dell’assessore provinciale alla sanità Richard Theiner presso la casa di riposo in via Dante. C’era da verificare ciò che uno studio fatto fare dalla stessa casa di riposo prevederebbe per l’ampliamento della struttura. In pratica si tratterebbe di acquisire un edificio di fronte alla casa di riposo, ex sede della ditta Ravazzolo e quindi trasformarlo in dependance della casa stessa, unendolo con un breve tunnel sotto la via Dante. «Anche secondo l’assessore Theiner è un’idea che potrebbe funzionare», ha spiegato il sindaco Polonioli.

 Il primo cittadino così continua: Sappiamo che in termini di spazio, la casa di riposo avrebbe bisogno di circa 10 mila metri cubi per far fronte senza problemi alle richieste che si profilano per gli anni a venire. Così approfondiremo, assieme ai responsabili della casa di riposo, questo progetto e quindi, quando avremo qualche cosa di più concreto potremo anche affrontare il discorso dei finanziamenti, sapendo che in questo caso la Provincia potrebbe intervenire per il 60-70% della spesa».

 Non sono molti anni che la struttura posta fra via Dante e via Peter Mayr è stata ampliata e ristrutturata. Oggi è in grado di offrire il meglio ad una sessantina di ospiti, ma è già evidente che le richieste di accesso sono sempre tante e che purtroppo, anche anziani di Laives debbono essere dirottati in strutture lontane per mancanza di spazio. Attorno alla casa di riposo spazio non ce n’è più, a meno che non si ipotizzi di alzarla di un piano. Invece la soluzione individuata sarebbe meno problematica, perché si tratterebbe di acquistare un grande edificio che si trova qualche decina di metri di fronte. Quello stabile potrebbe poi essere ristrutturato in funzione della casa di riposo e quindi collegato con un tunnel sotterraneo. Una soluzione che tutto sommato non richiederebbe nemmeno chissà quali accorgimenti tecnici ed avrebbe pure il pregio di consentire i lavori senza interferire con gli spazi occupati dagli anziani ospiti, diversamente da una eventuale sopraelevazione. Per ora si è solo a livello di ipotesi e si vedrà in futuro se questa soluzione raccoglierà i più ampi consensi. Quello che è certo è che ci sarebbe bisogno di spazi rispetto alle richieste di ospitalità per gli anziani e quindi bisognerà trovarli.

















RETTE, PRESSING SUI PARENTI






 Per il pagamento delle rette dei propri anziani nelle case di riposo, la giunta comunale di Laives paga oramai somme che si aggirano attorno ai 200 mila euro l’anno. Si tratta di una situazione che sta diventando sempre più difficile. Per legge del resto, l’amministrazione civica è tenuta ad integrare le rette per gli anziani che non sono in grado di farlo con mezzi propri, così come magari non lo sono i parenti stretti. Ed è proprio in direzione dei parenti che la giunta presieduta dal sindaco Polonioli intenderebbe invece puntare per recuperare almeno in parte questi soldi ma su tale possibilità finora ha incontrato l’ostacolo della Provincia, che interpreta in maniera restrittiva questa opportunità. (b.c.)








ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008





















 
A PARTIRE DA OGGI
 
Il sabato e festivi più corse Sasa su alcune linee


 BOLZANO. La Sasa ha annunciato che il servizio urbano di Bolzano per il periodo prenatalizio, verrà intensificato, con modalità diverse per le diverse linee. In sostanza, anche in previsione dell’afflusso di turisti per il Mercatino di Natale e in generale per prevedibili maggiori spostamenti dei cittadini, in alcuni giorni saranno intensificate le corse. Ecco le variazioni, che scattano da oggi o domani.

 Linea 2, Stazione treni - Oltrisarco - S. Giacomo. Giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre, inserimento di due vetture con i seguenti orari: da Stazione dalle ore 7 alle 19 ai minuti 0-30; 19.45; da S. Giacomo dalle 7 alle 19 ai minuti 0-30.

 Linea 3, Stazione treni - Don Bosco - via Ortles. Sabato 29 novembre, 6, 13 e 20 dicembre: frequenza corse ogni 10 minuti; giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: al mattino frequenza corse ogni 15; al pomeriggio frequenza corse ogni 10 minuti.

 Linea 5, Stazione treni - viale Europa - via Milano. Sabato 29 novembre, 6, 13 e 20 dicembre e giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: frequenza corse durante la giornata ogni 10 minuti.

 Linea 7B, Passeggiata dei castani - corso Italia - via Perathoner - Passeggiata dei castani. Giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: frequenza corse ogni 40 minuti.

 Linea 10, Stazione treni - Oltrisarco - via Resia - ospedale - Stazione. Giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: frequenza corse durante la giornata ogni 15 minuti.

 Collegamenti speciali. Nei giorni 29 e 30 novembre e 6, 7, 8, 13, 14, 20 e 21 dicembre verrà anche attivato un collegamento speciale tra i parcheggi della Fiera, di via Buozzi e piazza Walther come indichiamo qui di seguito: frequenza corse ogni 15 minuti dalle ore 8.30 alle 12.15; dalle 12.22 alle 18.30 frequenza corse ogni 7 minuti e mezzo; dalle 18.45 alle 20.15 frequenza ogni 15 minuti. Anche su queste corse del servizio speciale, i passeggeri dovranno essere muniti di regolare biglietto.

 Percorsi 21 dicembre. Domenica 21 dicembre, essendo giornata di mercato in piazza Vittoria e corso Libertà nel tratto da piazza Mazzini a Ponte Talvera, tutte le linee Sasa e Sad, compresa l’autolinea Bolzano-Merano, transiteranno per via Cesare Battisti.

 Natale e Capodanno. Nelle giornate del 25 dicembre e 1º gennaio 2009 tutti i servizi urbani ed extraurbani di Bolzano e Merano si effettueranno regolarmente con gli orari dei giorni festivi mentre nei giorni 24 e 31 dicembre dalle ore 13.40 tutte le linee urbane di Bolzano e Merano (comprese linee 11, 12, 13 e 14) circoleranno con gli orari dei giorni festivi.






ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008





















 
A PARTIRE DA OGGI
 
Il sabato e festivi più corse Sasa su alcune linee


 BOLZANO. La Sasa ha annunciato che il servizio urbano di Bolzano per il periodo prenatalizio, verrà intensificato, con modalità diverse per le diverse linee. In sostanza, anche in previsione dell’afflusso di turisti per il Mercatino di Natale e in generale per prevedibili maggiori spostamenti dei cittadini, in alcuni giorni saranno intensificate le corse. Ecco le variazioni, che scattano da oggi o domani.

 Linea 2, Stazione treni - Oltrisarco - S. Giacomo. Giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre, inserimento di due vetture con i seguenti orari: da Stazione dalle ore 7 alle 19 ai minuti 0-30; 19.45; da S. Giacomo dalle 7 alle 19 ai minuti 0-30.

 Linea 3, Stazione treni - Don Bosco - via Ortles. Sabato 29 novembre, 6, 13 e 20 dicembre: frequenza corse ogni 10 minuti; giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: al mattino frequenza corse ogni 15; al pomeriggio frequenza corse ogni 10 minuti.

 Linea 5, Stazione treni - viale Europa - via Milano. Sabato 29 novembre, 6, 13 e 20 dicembre e giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: frequenza corse durante la giornata ogni 10 minuti.

 Linea 7B, Passeggiata dei castani - corso Italia - via Perathoner - Passeggiata dei castani. Giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: frequenza corse ogni 40 minuti.

 Linea 10, Stazione treni - Oltrisarco - via Resia - ospedale - Stazione. Giorni festivi 30 novembre, 7, 8, 14 e 21 dicembre: frequenza corse durante la giornata ogni 15 minuti.

 Collegamenti speciali. Nei giorni 29 e 30 novembre e 6, 7, 8, 13, 14, 20 e 21 dicembre verrà anche attivato un collegamento speciale tra i parcheggi della Fiera, di via Buozzi e piazza Walther come indichiamo qui di seguito: frequenza corse ogni 15 minuti dalle ore 8.30 alle 12.15; dalle 12.22 alle 18.30 frequenza corse ogni 7 minuti e mezzo; dalle 18.45 alle 20.15 frequenza ogni 15 minuti. Anche su queste corse del servizio speciale, i passeggeri dovranno essere muniti di regolare biglietto.

 Percorsi 21 dicembre. Domenica 21 dicembre, essendo giornata di mercato in piazza Vittoria e corso Libertà nel tratto da piazza Mazzini a Ponte Talvera, tutte le linee Sasa e Sad, compresa l’autolinea Bolzano-Merano, transiteranno per via Cesare Battisti.

 Natale e Capodanno. Nelle giornate del 25 dicembre e 1º gennaio 2009 tutti i servizi urbani ed extraurbani di Bolzano e Merano si effettueranno regolarmente con gli orari dei giorni festivi mentre nei giorni 24 e 31 dicembre dalle ore 13.40 tutte le linee urbane di Bolzano e Merano (comprese linee 11, 12, 13 e 14) circoleranno con gli orari dei giorni festivi.






Koncoop, il nuovo punto vendita

ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008





















 
Il presidente Clementi: chiediamo un incontro in Provincia per discutere di concorrenza
 
Verrà inaugurato il prossimo 12 dicembre in via Aslago


 BOLZANO. Presentata ieri ufficialmente in una conferenza stampa l’apertura del nuovo punto vendita marchiato “Coop” a Bolzano: sarà ad Oltrisarco in Via Aslago 89 e l’inaugurazione è fissata per venerdì 12 dicembre. Trecento metri quadrati che si aggiungono ai 600 già presenti nel supermercato ai Mercati Generali dei Piani e che rappresentano un disperato tentativo della cooperativa di mettere a un freno a quello che, a detta dei dirigenti, rischia di diventare un mercato monopolistico.

 Luciano Clementi, presidente di Koncoop, non lesina le critiche all’accordo commerciale di vendita di Omniscom a favore di Poli e Aspiag. «Ancora una volta la legge provinciale si rivela per quello che è: un inutile favoreggiamento alle catene che faranno di questo mercato un monopolio territoriale. E’ vero che i due acquirenti si spartiranno i punti vendita, ma è possibile che comprino insieme per farsi concorrenza spietata? Non solo, da più parti si sente dire che a Poli andranno solo Famila e Iperfamila, mentre ad Aspiag rimarranno i piccoli supermercati. Fosse così, si provi a pensare anche solo al quartiere Europa-Novacella dove, discount a parte, si troveranno solo insegne Spar».

 E’ duro Clementi anche quando è chiamato in causa dai dirigenti di Aspiag quale garanzia di concorrenza: «In periferia questo discorso è inesistente, mentre in città è improponibile paragonare i nostri 5.000 soci e 2 punti vendita con la loro catena ormai onnipresente. Non ci stiamo a fare la foglia di fico della concorrenza a Bolzano e se questa legge doveva tutelare il mercato da vicinato mi sembra che abbia sonoramente fallito. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la nuova Giunta per discutere e proporre delle modifiche all’attuale regolamentazione perché così non va assolutamente bene ed è un danno per i consumatori».

 Gira e rigira è tutto un discorso legato a licenze e superfici. «A volte trovi lo spazio, ma non le autorizzazioni - conclude Clementi - altre paghi a peso d’oro le licenze, ma le superfici non sono più reperibili». Maria Federspiel, membro del cda della cooperativa, spiega quanto l’argomento interessi gli altoatesini: «Continuano a chiederci di essere sempre coinvolti e informati su quanto succede nel campo della grande distribuzione e dei supermercati. C’è voglia di partecipazione e tastiamo con mano anche l’entusiasmo e la vivacità per la nuova apertura ad Aslago. Quello che noi possiamo offrire e altri meno, per esempio, è la possibilità di tenere prezzi più bassi grazie ad una filiera più corta tra il produttore ed il consumatore, con una particolare attenzione al rafforzamento dei prodotti locali, come anche nel nuovo punto vendita». (a.c.)

Koncoop, il nuovo punto vendita

ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008





















 
Il presidente Clementi: chiediamo un incontro in Provincia per discutere di concorrenza
 
Verrà inaugurato il prossimo 12 dicembre in via Aslago


 BOLZANO. Presentata ieri ufficialmente in una conferenza stampa l’apertura del nuovo punto vendita marchiato “Coop” a Bolzano: sarà ad Oltrisarco in Via Aslago 89 e l’inaugurazione è fissata per venerdì 12 dicembre. Trecento metri quadrati che si aggiungono ai 600 già presenti nel supermercato ai Mercati Generali dei Piani e che rappresentano un disperato tentativo della cooperativa di mettere a un freno a quello che, a detta dei dirigenti, rischia di diventare un mercato monopolistico.

 Luciano Clementi, presidente di Koncoop, non lesina le critiche all’accordo commerciale di vendita di Omniscom a favore di Poli e Aspiag. «Ancora una volta la legge provinciale si rivela per quello che è: un inutile favoreggiamento alle catene che faranno di questo mercato un monopolio territoriale. E’ vero che i due acquirenti si spartiranno i punti vendita, ma è possibile che comprino insieme per farsi concorrenza spietata? Non solo, da più parti si sente dire che a Poli andranno solo Famila e Iperfamila, mentre ad Aspiag rimarranno i piccoli supermercati. Fosse così, si provi a pensare anche solo al quartiere Europa-Novacella dove, discount a parte, si troveranno solo insegne Spar».

 E’ duro Clementi anche quando è chiamato in causa dai dirigenti di Aspiag quale garanzia di concorrenza: «In periferia questo discorso è inesistente, mentre in città è improponibile paragonare i nostri 5.000 soci e 2 punti vendita con la loro catena ormai onnipresente. Non ci stiamo a fare la foglia di fico della concorrenza a Bolzano e se questa legge doveva tutelare il mercato da vicinato mi sembra che abbia sonoramente fallito. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la nuova Giunta per discutere e proporre delle modifiche all’attuale regolamentazione perché così non va assolutamente bene ed è un danno per i consumatori».

 Gira e rigira è tutto un discorso legato a licenze e superfici. «A volte trovi lo spazio, ma non le autorizzazioni - conclude Clementi - altre paghi a peso d’oro le licenze, ma le superfici non sono più reperibili». Maria Federspiel, membro del cda della cooperativa, spiega quanto l’argomento interessi gli altoatesini: «Continuano a chiederci di essere sempre coinvolti e informati su quanto succede nel campo della grande distribuzione e dei supermercati. C’è voglia di partecipazione e tastiamo con mano anche l’entusiasmo e la vivacità per la nuova apertura ad Aslago. Quello che noi possiamo offrire e altri meno, per esempio, è la possibilità di tenere prezzi più bassi grazie ad una filiera più corta tra il produttore ed il consumatore, con una particolare attenzione al rafforzamento dei prodotti locali, come anche nel nuovo punto vendita». (a.c.)

Carovita, frenata sui prezzi al consumo

ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008























Dal 2007 indice cresciuto del 3 per cento Ma rispetto a ottobre siamo scesi dello 0,6%
 
Le anticipazioni del Comune sull’indice dei prezzi al consumo Bolzano in linea col resto d’Italia


 BOLZANO. I prezzi al consumo sono saliti, e di molto, rispetto all’anno scorso, ma ora sono in decisa frenata. Insomma, il carovita starebbe rallentando. Lo si evince dall’anticipazione sull’indice dei prezzi al consumo a novembre, resa nota ieri dal Comune. Rimangono però gli aumenti rispetto al 2007: +6,9% per il capitolo Casa acqua energia e combustibili, +6,1% per Alimentari e bevande.

 Secondo l’anticipazione fornita ieri dal Comune sui dati di novembre 2008, l’indice dei prezzi al consumo sarebbe in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma decisamente in calo rispetto allo scorso mese di ottobre.

 A novembre 2008 - spiega il Comune - a Bolzano l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è sceso dello 0,6% rispetto al mese di ottobre, mentre rispetto al novembre del 2007 è aumentato del 3%». Il maggiore aumento congiunturale, ossia rispetto al mese precedente, a novembre 2008 si registra nel capitoli di spesa Abbigliamento e calzature, Servizi sanitari e spese per la salute e Comunicazioni (tutti +0,3%), seguiti da Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,2%) e da Ricreazione, spettacolo e cultura nonché Beni e servizi vari (entrambi +0,1%). Invariato rispetto a ottobre risulta il capitolo Istruzione, mentre in ribasso congiunturale vengono segnalati i capitoli Trasporti (-2,9%), Abitazione acqua energia e combustibili (-1,7%), Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,8%), nonché Bevande alcoliche e tabacchi e Mobili, articoli e servizi per la casa (entrambi -0,1%).

 Il maggiore incremento tendenziale invece, ossia rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, si registra nel capitolo Abitazione acqua energia e combustibili (+6,9%), seguito da Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+6,1%) e da bevande alcoliche e tabacchi (+5,7%). In discesa tendenziale, invece, il capitolo Comunicazioni (-3,3%).

 Considerando la variazione tendenziale percentuale dell’indice dei prezzi al consumo, si evincono due dati, l’uno positivo, l’altro negativo. Considerando gli ultimi due anni, ossia a partire dal novembre del 2006, l’indice dei prezzi al consumo è andato via via crescendo; seppur con qualche rallentamento, i prezzi sono saliti fino all’estate scorsa. Fra luglio e agosto, però, l’indice si è stabilizzato, per iniziare poi a scendere. Un trend praticamente identico a quello nazionale.

 Per entrare nello specifico, considerando le variazioni rispetto a ottobre, per gli alimentari sono aumentati pesce secco e salato (+3,6%), pollame (+2,1%), alimenti dietetici (+1,6%), cereali e farine (+1,4%), ortaggi e legumi secchi e diversi tipi di carne (+1,2%), carne bovina (+0,9%), zucchero e dolcificanti, frutta fresca e formaggi (+0,5%). Sono invece diminuiti the e infusi (-4,3%), olio di semi (-1,6%), crostacei e molluschi nonché diversi grassi (-0,8%), ortaggi e legumi freschi (-0,7%), olio di oliva (-0,6%). Sono aumentati anche sigarette (+0,8%) e birra (+0,7%), mentre sono diminuiti liquori (-1,4%) e vini (-0,2%). Passando all’abbigliamento e calzature, sono aumentati servizi di lavanderia (+3,5%), accessori abbigliamento (+0,5%), abiti confezionati (+0,4%), calzature donna (+0,3%), riparazione calzature (+0,2%). Considerando il capitolo casa, sono cresciuti combustibili solidi (+1,6%), servizi di riparazione e manutenzione della casa (+1,3%), prodotti per riparazione e manutenzione della casa (+0,6%). In diminuzione combustibili liquidi (-8,8%) e gas (-0,6%). In crescita, infine, spese sanitarie (+1,7%) e diversi prodotti farmaceutici (+0,5%). In calo medicinali, apparecchi e materiale sanitario (-0,1%). (da.pa)

Carovita, frenata sui prezzi al consumo

ALTO ADIGE - SABATO, 29 NOVEMBRE 2008























Dal 2007 indice cresciuto del 3 per cento Ma rispetto a ottobre siamo scesi dello 0,6%
 
Le anticipazioni del Comune sull’indice dei prezzi al consumo Bolzano in linea col resto d’Italia


 BOLZANO. I prezzi al consumo sono saliti, e di molto, rispetto all’anno scorso, ma ora sono in decisa frenata. Insomma, il carovita starebbe rallentando. Lo si evince dall’anticipazione sull’indice dei prezzi al consumo a novembre, resa nota ieri dal Comune. Rimangono però gli aumenti rispetto al 2007: +6,9% per il capitolo Casa acqua energia e combustibili, +6,1% per Alimentari e bevande.

 Secondo l’anticipazione fornita ieri dal Comune sui dati di novembre 2008, l’indice dei prezzi al consumo sarebbe in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma decisamente in calo rispetto allo scorso mese di ottobre.

 A novembre 2008 - spiega il Comune - a Bolzano l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è sceso dello 0,6% rispetto al mese di ottobre, mentre rispetto al novembre del 2007 è aumentato del 3%». Il maggiore aumento congiunturale, ossia rispetto al mese precedente, a novembre 2008 si registra nel capitoli di spesa Abbigliamento e calzature, Servizi sanitari e spese per la salute e Comunicazioni (tutti +0,3%), seguiti da Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,2%) e da Ricreazione, spettacolo e cultura nonché Beni e servizi vari (entrambi +0,1%). Invariato rispetto a ottobre risulta il capitolo Istruzione, mentre in ribasso congiunturale vengono segnalati i capitoli Trasporti (-2,9%), Abitazione acqua energia e combustibili (-1,7%), Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,8%), nonché Bevande alcoliche e tabacchi e Mobili, articoli e servizi per la casa (entrambi -0,1%).

 Il maggiore incremento tendenziale invece, ossia rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, si registra nel capitolo Abitazione acqua energia e combustibili (+6,9%), seguito da Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+6,1%) e da bevande alcoliche e tabacchi (+5,7%). In discesa tendenziale, invece, il capitolo Comunicazioni (-3,3%).

 Considerando la variazione tendenziale percentuale dell’indice dei prezzi al consumo, si evincono due dati, l’uno positivo, l’altro negativo. Considerando gli ultimi due anni, ossia a partire dal novembre del 2006, l’indice dei prezzi al consumo è andato via via crescendo; seppur con qualche rallentamento, i prezzi sono saliti fino all’estate scorsa. Fra luglio e agosto, però, l’indice si è stabilizzato, per iniziare poi a scendere. Un trend praticamente identico a quello nazionale.

 Per entrare nello specifico, considerando le variazioni rispetto a ottobre, per gli alimentari sono aumentati pesce secco e salato (+3,6%), pollame (+2,1%), alimenti dietetici (+1,6%), cereali e farine (+1,4%), ortaggi e legumi secchi e diversi tipi di carne (+1,2%), carne bovina (+0,9%), zucchero e dolcificanti, frutta fresca e formaggi (+0,5%). Sono invece diminuiti the e infusi (-4,3%), olio di semi (-1,6%), crostacei e molluschi nonché diversi grassi (-0,8%), ortaggi e legumi freschi (-0,7%), olio di oliva (-0,6%). Sono aumentati anche sigarette (+0,8%) e birra (+0,7%), mentre sono diminuiti liquori (-1,4%) e vini (-0,2%). Passando all’abbigliamento e calzature, sono aumentati servizi di lavanderia (+3,5%), accessori abbigliamento (+0,5%), abiti confezionati (+0,4%), calzature donna (+0,3%), riparazione calzature (+0,2%). Considerando il capitolo casa, sono cresciuti combustibili solidi (+1,6%), servizi di riparazione e manutenzione della casa (+1,3%), prodotti per riparazione e manutenzione della casa (+0,6%). In diminuzione combustibili liquidi (-8,8%) e gas (-0,6%). In crescita, infine, spese sanitarie (+1,7%) e diversi prodotti farmaceutici (+0,5%). In calo medicinali, apparecchi e materiale sanitario (-0,1%). (da.pa)

venerdì 28 novembre 2008






Sarà meglio che dall'euforia dei reality si torni all'economia reale


Giorgio Cremaschi


Sarà meglio che dall'euforia dei reality si torni all'economia reale. Ove si prepara un massacro sociale senza precedenti, ma con una funzione precisa: costruire una selezione delle e nelle classi ancora più brutale di quella alla quale sinora siamo stati abituati.

Per le imprese e per i poteri economici (se ce ne fossimo dimenticati essi ancora esistono), la crisi è una grande occasione. Sì ora ci sono i drammi e le incertezze, ma il futuro si sta già costruendo, ed esso sarà molto più di prima concentrato sul lavoro. E non sarà una buona cosa.

In realtà non è mai stato vero che l'economia finanziaria abbia trascurato il lavoro, se ne è sempre occupata eccome. La globalizzazione è riuscita a diffondere la più vasta concorrenza al ribasso tra lavoratori che mai si sia realizzata, con la distruzione dello stato sociale, di contratti e diritti, con il dilagare della precarietà, con l'abbattimento dei salari. Su tutto questo non si vede alcun ripensamento in chi comanda nelle imprese e nell'economia, e neppure nei principali governi. L'Unione Europea vara un piano di investimenti, ma nello stesso tempo afferma che il patto di stabilità liberista non si tocca e che la difesa della moneta, l'euro in primo luogo, viene prima di qualsiasi misura sociale.

Certo che c'è bisogno dell'intervento pubblico, ma questo deve sostenere il modello economico che è andato in crisi. Il ministro Tremonti ama lanciare sofferte giaculatorie contro le degenerazioni del capitalismo, ma è il primo a continuare nella strada sin qui percorsa.





Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi




Giorgio Cremaschi



Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi. Per ora non c'è un solo paese occidentale che abbia deciso misure per far aumentare i salari e fermare i licenziamenti. Anche Obama tace sul salario minimo di legge, che negli Usa è fermo al 1998. Al contrario tutte le decisioni che vengono concretamente varate servono a sostenere le banche, la finanza, i programmi d'investimento, di ristrutturazione, di licenziamento delle imprese. Sotto l'onda dell'emergenza globale si affermano criteri sociali che sono quelli di una vera e propria economia di guerra. E anche gli investimenti militari veri e propri aumentano. Mentre i poveri reali crescono a dismisura, si definiscono ristrette categorie di poveri ufficiali. In Italia stiamo sperimentando l'elemosina di stato che tocca, con la carta sociale del governo, un milione e duecento mila persone.

C'è del metodo in questa follia. Si usa la crisi per selezionare un nuovo tipo di lavoratore, e costruire attorno ad esso una società ancora più ingiusta e feroce di quella attuale. Da noi hanno cominciato con la scuola e l'Università. Le controriforme del governo sono state scritte su dettatura della Confindustria e partono dall'assunto che è impossibile avere una scuola di massa pubblica ed efficiente. Così si abbandona a se stessa gran parte della scuola pubblica e si seleziona, assieme alle imprese, l'élite per il mercato e per il profitto. In Alitalia si è fatto lo stesso. L'intervento pubblico è servito a socializzare le perdite, che pagheremo tutti noi. I padroni privati invece potranno scegliere dal contenitore della vecchia società il meglio delle rotte, delle strutture, e naturalmente dei lavoratori. E chi non ci sta attenta all'interesse nazionale.

Il Sole 24 ore ha dedicato un editoriale ai nuovi nemici del popolo, piloti, musicisti, lavoratori specializzati, che pretendono di difendere il proprio status. La macina del capitalismo diventa ancora più dura quando questo va in crisi. Nel 1994 la Fiat buttò in Cassa integrazione gran parte di quegli impiegati e capi, che sfilando a suo sostegno nell'ottobre del 1980, le fecero vincere la vertenza contro gli operai. Oggi si parla tanto di merito, ma tutte le categorie professionali subiscono gli effetti di un'organizzazione del lavoro sempre più parcellizzata e autoritaria, mentre l'unico merito che davvero viene riconosciuto è quello della fedeltà e dell'obbedienza.

L'amministratore delegato della Fiat vuole che la sua azienda somigli sempre di più alla catena di supermercati Wall-Mart. Si dice che Ford abbia installato le prime catene di montaggio ispirandosi a come si lavorava nei magazzini della carne di Chicago. Il modello giapponese a sua volta nasce copiando la logistica dei moderni supermercati. Ora la Fiat annuncia un futuro copiato dalla più grande catena di supermercati a basso costo. Ma Wall-Mart è anche una società brutalmente antisindacale, che schiavizza i propri dipendenti. Il programma di Marchionne è dunque anche un programma sociale, che prepara ulteriori assalti all'occupazione e ai diritti dei lavoratori Fiat.

Le leggi sul lavoro flessibile che centrosinistra e centrodestra hanno varato in questi anni, ora mostrano la loro vera funzione. Esse permettono di licenziare centinaia di migliaia di persone senza articolo 18 o altro che l'impedisca. E così la tutela contro i licenziamenti diventa un privilegio, quello che permette di essere almeno dichiarati come esuberi. E i soliti commentatori di entrambi gli schieramenti annunciano che con tanto precariato, i privilegi non si possono più difendere. Per i migranti la perdita dei diritti sociali diventa anche distruzione di quelli civili. Chi viene licenziato, grazie alla Bossi-Fini, diventa clandestino e con lui tutti i suoi famigliari.

E la crisi avanza. Che essa fosse ben radicata nell'economia reale e non solo in quella finanziaria, lo dimostra la velocità con cui si ferma il lavoro, si licenziano o si mettono in cassa integrazione i dipendenti. Una velocità superiore a quella della caduta della Borsa.

Le ristrutturazioni nelle aziende non sono solo crisi. Esse, come sostengono tanti dottori Stranamore dell'economia, hanno una funzione "creatrice". Esse servono a frantumare le condizioni sociali e di lavoro, a dividere e contrapporre gli interessi, a fare entrare nel Dna di ogni persona che la sconfitta e di uno è la salvezza di un altro. La riforma del modello contrattuale vuole suggellare questa situazione. Distruggendo il contratto nazionale e limitando la contrattazione aziendale al rapporto tra salario e produttività, essa punta a selezionare una nuova specie di lavoratori super flessibili, super obbedienti e super impauriti. E per il sindacato resta la funzione della complicità, come è scritto nel libro Verde del governo.

Se è vero che le crisi sono occasioni, quella italiana sta delineando la possibilità di distruggere ogni base materiale dei principi contenuti nella Costituzione della Repubblica. Bisogna fermarli, bisogna travolgerli come stava scritto in uno striscione degli studenti. Non ci sono mediazioni rispetto al disegno di selezione sociale che sta avanzando sotto la spinta della Confindustria e del governo. O lo sconfiggiamo o ne verremo distrutti. Per questo lo sciopero del 12 dicembre non può concludere, ma deve dare l'avvio a un ciclo di lotte in grado di imporre un'altra agenda politica e sociale. Alla triade privato, mercato, flessibilità, bisogna contrapporre la difesa e l'estensione del pubblico sociale, dei diritti e dei salari. E l'Europa di Maastricht è nostro avversario così come il governo Berlusconi. C'è sempre meno spazio per quella cultura riformista che pensava di coniugare liberismo economico ed equità sociale. Per questo ci paiono sempre più stanchi e inutili i discorsi sull'economia sociale di mercato di tanti benpensanti di centrosinistra e centrodestra.

Solo un cambiamento radicale nell'economia e nella società può sconfiggere il disegno reazionario dei poteri e delle forze che ci hanno portato alla crisi attuale e che pensano di farla pagare interamente a noi. O si cambia davvero, o si precipita in una società mostruosa che avrà come necessario corollario l'autoritarismo nelle istituzioni. Forse è proprio la dimensione e la brutalità delle alternative che ci spaventa e frena, ma se questa è la realtà allora è il momento di avere coraggio.



da Liberazione - 28-11-2008





Sarà meglio che dall'euforia dei reality si torni all'economia reale


Giorgio Cremaschi


Sarà meglio che dall'euforia dei reality si torni all'economia reale. Ove si prepara un massacro sociale senza precedenti, ma con una funzione precisa: costruire una selezione delle e nelle classi ancora più brutale di quella alla quale sinora siamo stati abituati.

Per le imprese e per i poteri economici (se ce ne fossimo dimenticati essi ancora esistono), la crisi è una grande occasione. Sì ora ci sono i drammi e le incertezze, ma il futuro si sta già costruendo, ed esso sarà molto più di prima concentrato sul lavoro. E non sarà una buona cosa.

In realtà non è mai stato vero che l'economia finanziaria abbia trascurato il lavoro, se ne è sempre occupata eccome. La globalizzazione è riuscita a diffondere la più vasta concorrenza al ribasso tra lavoratori che mai si sia realizzata, con la distruzione dello stato sociale, di contratti e diritti, con il dilagare della precarietà, con l'abbattimento dei salari. Su tutto questo non si vede alcun ripensamento in chi comanda nelle imprese e nell'economia, e neppure nei principali governi. L'Unione Europea vara un piano di investimenti, ma nello stesso tempo afferma che il patto di stabilità liberista non si tocca e che la difesa della moneta, l'euro in primo luogo, viene prima di qualsiasi misura sociale.

Certo che c'è bisogno dell'intervento pubblico, ma questo deve sostenere il modello economico che è andato in crisi. Il ministro Tremonti ama lanciare sofferte giaculatorie contro le degenerazioni del capitalismo, ma è il primo a continuare nella strada sin qui percorsa.





Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi




Giorgio Cremaschi



Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi. Per ora non c'è un solo paese occidentale che abbia deciso misure per far aumentare i salari e fermare i licenziamenti. Anche Obama tace sul salario minimo di legge, che negli Usa è fermo al 1998. Al contrario tutte le decisioni che vengono concretamente varate servono a sostenere le banche, la finanza, i programmi d'investimento, di ristrutturazione, di licenziamento delle imprese. Sotto l'onda dell'emergenza globale si affermano criteri sociali che sono quelli di una vera e propria economia di guerra. E anche gli investimenti militari veri e propri aumentano. Mentre i poveri reali crescono a dismisura, si definiscono ristrette categorie di poveri ufficiali. In Italia stiamo sperimentando l'elemosina di stato che tocca, con la carta sociale del governo, un milione e duecento mila persone.

C'è del metodo in questa follia. Si usa la crisi per selezionare un nuovo tipo di lavoratore, e costruire attorno ad esso una società ancora più ingiusta e feroce di quella attuale. Da noi hanno cominciato con la scuola e l'Università. Le controriforme del governo sono state scritte su dettatura della Confindustria e partono dall'assunto che è impossibile avere una scuola di massa pubblica ed efficiente. Così si abbandona a se stessa gran parte della scuola pubblica e si seleziona, assieme alle imprese, l'élite per il mercato e per il profitto. In Alitalia si è fatto lo stesso. L'intervento pubblico è servito a socializzare le perdite, che pagheremo tutti noi. I padroni privati invece potranno scegliere dal contenitore della vecchia società il meglio delle rotte, delle strutture, e naturalmente dei lavoratori. E chi non ci sta attenta all'interesse nazionale.

Il Sole 24 ore ha dedicato un editoriale ai nuovi nemici del popolo, piloti, musicisti, lavoratori specializzati, che pretendono di difendere il proprio status. La macina del capitalismo diventa ancora più dura quando questo va in crisi. Nel 1994 la Fiat buttò in Cassa integrazione gran parte di quegli impiegati e capi, che sfilando a suo sostegno nell'ottobre del 1980, le fecero vincere la vertenza contro gli operai. Oggi si parla tanto di merito, ma tutte le categorie professionali subiscono gli effetti di un'organizzazione del lavoro sempre più parcellizzata e autoritaria, mentre l'unico merito che davvero viene riconosciuto è quello della fedeltà e dell'obbedienza.

L'amministratore delegato della Fiat vuole che la sua azienda somigli sempre di più alla catena di supermercati Wall-Mart. Si dice che Ford abbia installato le prime catene di montaggio ispirandosi a come si lavorava nei magazzini della carne di Chicago. Il modello giapponese a sua volta nasce copiando la logistica dei moderni supermercati. Ora la Fiat annuncia un futuro copiato dalla più grande catena di supermercati a basso costo. Ma Wall-Mart è anche una società brutalmente antisindacale, che schiavizza i propri dipendenti. Il programma di Marchionne è dunque anche un programma sociale, che prepara ulteriori assalti all'occupazione e ai diritti dei lavoratori Fiat.

Le leggi sul lavoro flessibile che centrosinistra e centrodestra hanno varato in questi anni, ora mostrano la loro vera funzione. Esse permettono di licenziare centinaia di migliaia di persone senza articolo 18 o altro che l'impedisca. E così la tutela contro i licenziamenti diventa un privilegio, quello che permette di essere almeno dichiarati come esuberi. E i soliti commentatori di entrambi gli schieramenti annunciano che con tanto precariato, i privilegi non si possono più difendere. Per i migranti la perdita dei diritti sociali diventa anche distruzione di quelli civili. Chi viene licenziato, grazie alla Bossi-Fini, diventa clandestino e con lui tutti i suoi famigliari.

E la crisi avanza. Che essa fosse ben radicata nell'economia reale e non solo in quella finanziaria, lo dimostra la velocità con cui si ferma il lavoro, si licenziano o si mettono in cassa integrazione i dipendenti. Una velocità superiore a quella della caduta della Borsa.

Le ristrutturazioni nelle aziende non sono solo crisi. Esse, come sostengono tanti dottori Stranamore dell'economia, hanno una funzione "creatrice". Esse servono a frantumare le condizioni sociali e di lavoro, a dividere e contrapporre gli interessi, a fare entrare nel Dna di ogni persona che la sconfitta e di uno è la salvezza di un altro. La riforma del modello contrattuale vuole suggellare questa situazione. Distruggendo il contratto nazionale e limitando la contrattazione aziendale al rapporto tra salario e produttività, essa punta a selezionare una nuova specie di lavoratori super flessibili, super obbedienti e super impauriti. E per il sindacato resta la funzione della complicità, come è scritto nel libro Verde del governo.

Se è vero che le crisi sono occasioni, quella italiana sta delineando la possibilità di distruggere ogni base materiale dei principi contenuti nella Costituzione della Repubblica. Bisogna fermarli, bisogna travolgerli come stava scritto in uno striscione degli studenti. Non ci sono mediazioni rispetto al disegno di selezione sociale che sta avanzando sotto la spinta della Confindustria e del governo. O lo sconfiggiamo o ne verremo distrutti. Per questo lo sciopero del 12 dicembre non può concludere, ma deve dare l'avvio a un ciclo di lotte in grado di imporre un'altra agenda politica e sociale. Alla triade privato, mercato, flessibilità, bisogna contrapporre la difesa e l'estensione del pubblico sociale, dei diritti e dei salari. E l'Europa di Maastricht è nostro avversario così come il governo Berlusconi. C'è sempre meno spazio per quella cultura riformista che pensava di coniugare liberismo economico ed equità sociale. Per questo ci paiono sempre più stanchi e inutili i discorsi sull'economia sociale di mercato di tanti benpensanti di centrosinistra e centrodestra.

Solo un cambiamento radicale nell'economia e nella società può sconfiggere il disegno reazionario dei poteri e delle forze che ci hanno portato alla crisi attuale e che pensano di farla pagare interamente a noi. O si cambia davvero, o si precipita in una società mostruosa che avrà come necessario corollario l'autoritarismo nelle istituzioni. Forse è proprio la dimensione e la brutalità delle alternative che ci spaventa e frena, ma se questa è la realtà allora è il momento di avere coraggio.



da Liberazione - 28-11-2008

Posti auto, proteste in via Marconi

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 28 NOVEMBRE 2008





















 
Saranno ridotti a sette: «Troppo pochi per le nostre esigenze».

Forti: verificare altre soluzioni
 
I gestori degli esercizi pubblici ieri dal vicesindaco


 LAIVES. La soppressione di buona parte dei posti macchina che c’erano nel parcheggio accanto al parco pubblico di via Marconi, ha sollevato malumori tra coloro che abitano nei paraggi, in particolare i gestori di alcuni esercizi pubblici vicini. Ieri mattina quindi, una delegazione di questi cittadini ha avuto un colloquio con il vice sindaco Georg Forti il quale ha promesso che verificherà la situazione. E quello di via Marconi non è l’unico caso critico in materia di posti per le auto.

  La capienza del parcheggio di via Marconi è stata più che dimezzata perché si sta lavorando all’ampliamento del parco pubblico lì accanto e, secondo il progetto, dove oggi c’è il parcheggio dovrebbe passare poi una strada di collegamento che porterà al parcheggio nuovo, previsto un poco più a valle. In quello vecchio resteranno solo 7 posti, anche se inizialmente si era pensato di eliminarli del tutto. «Sono comunque pochi - hanno spiegato però ieri mattina i rappresentanti della protesta di via Marconi - perché per un bar, un tabacchino e un negozio, si tratta di un numero di posti molto modesto. Inoltre, a nostro avviso, è stato commesso un errore: la ditta che sta lavorando e ha recintato gran parte del parcheggio pubblico, ha compreso all’interno del recinto anche il parcometro dove si paga per il ticket e così facendo non si garantisce nemmeno la rotazione nell’uso dei 7 posti rimasti. Il rischio quindi è quello di vedere quei posti sempre occupati, magari dagli stessi mezzi, mentre tutti gli altri debbono arrangiarsi alla meno peggio, tenuto conto che in via Marconi non esiste altro. Dall’amministrazione comunale è arrivato il consiglio a servirsi dei parcheggi che ci sono lungi via Andreas Hofer, ma sono veramente troppo distanti per diventare una alternativa praticabile».

 Come detto, il vicesindaco farà una verifica a breve insieme ai responsabili della ditta che sta lavorando al parco di via Marconi, ma appare difficile trovare una soluzione diversa da quella individuata e sarebbe già un risultato tenere fuori dal recinto il parcometro, magari spostando in maniera diversa i 7 posti rimasti.

 Il problema dei parcheggi in città è comunque una costante per tutte le zone residenziali, soprattutto in centro, dove oramai ogni spazio è a pagamento. Se ne lamentano da tempo pure gli insegnanti delle scuole, da quando l’amministrazione comunale ha deciso di trasformare a pagamento anche il parcheggio a monte della zona scolastica mettendo in difficoltà chi viene da fuori. (b.c.)