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sabato 31 maggio 2008

Velodromo ok «Ma prima fare le piste ciclabili»

Il Comitato civico di Pineta





LAIVES. Bene il velodromo in zona Galizia «ma intanto ai cittadini servirebbero interventi più urgenti, a partire dalla rete pedo-ciclabile». Lo affermano Franco Magagna e Paolo Pelone del Comitato civico di Pineta. «La costruzione del velodromo è lodevole e soddisfa, ma a questo fa cornice una realtà pedo-ciclabile del tutto inadeguata rispetto alle mutate esigenze delle persone. Contestualmente ai grandi e futuribili progetti che fanno brillare gli occhi riteniamo che sarebbe molto utile preoccuparsi della quotidianità e della sicurezza delle persone comuni delle loro necessità immediate come della loro sicurezza, parliamo. Parliamo ad esempio del raccordo con la ciclabile provinciale che a tutt’oggi, per il quarto Comune dell’Alto Adige, rimane incompiuto. Inoltre cancellate e reticoli di filo spinato inibiscono l’accesso alla maggior parte delle interpoderali nel nostro comprensorio e pure ai podisti la vita non è resa più semplice. Prima delle grandi opere bisognerebbe pensare a questi problemi».

Velodromo ok «Ma prima fare le piste ciclabili»

Il Comitato civico di Pineta





LAIVES. Bene il velodromo in zona Galizia «ma intanto ai cittadini servirebbero interventi più urgenti, a partire dalla rete pedo-ciclabile». Lo affermano Franco Magagna e Paolo Pelone del Comitato civico di Pineta. «La costruzione del velodromo è lodevole e soddisfa, ma a questo fa cornice una realtà pedo-ciclabile del tutto inadeguata rispetto alle mutate esigenze delle persone. Contestualmente ai grandi e futuribili progetti che fanno brillare gli occhi riteniamo che sarebbe molto utile preoccuparsi della quotidianità e della sicurezza delle persone comuni delle loro necessità immediate come della loro sicurezza, parliamo. Parliamo ad esempio del raccordo con la ciclabile provinciale che a tutt’oggi, per il quarto Comune dell’Alto Adige, rimane incompiuto. Inoltre cancellate e reticoli di filo spinato inibiscono l’accesso alla maggior parte delle interpoderali nel nostro comprensorio e pure ai podisti la vita non è resa più semplice. Prima delle grandi opere bisognerebbe pensare a questi problemi».

Prezzi, ascesa inarrestabile

ALTO ADIGE, 31 MAGGIO 2008



L’incremento maggiore è stato registrato da trasporti, abitazione e alimentari



A maggio l’aumento dei generi di consumo è stato del 4%



Sindacati e partiti sollecitano misure per aiutare famiglie e anziani



BOLZANO. È una crescita ormai inarrestabile. A maggio, a Bolzano, l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività - Nic con tabacchi - è cresciuto dello 0,5% rispetto ad aprile e del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2007. I corrispondenti valori dell’indice Nic senza tabacchi sono rispettivamente più 0,6 e più 4,1%.

Il maggiore aumento congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) a maggio si è registrato nel capitolo di spesa trasporti (+2%), seguito da abitazione, acqua, energia e combustibili (+1,4%), prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,7%) e da mobili, articoli e servizi per la casa (+0,4%). Invariati rispetto ad aprile risultano i capitoli abbigliamento, calzature e istruzione, mentre in ribasso congiunturale vengono segnalati i capitoli comunicazioni (-0,8%), servizi sanitari e spese per la salute (-0,1%).

Il maggiore incremento tendenziale invece (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si registra nel capitolo abitazione, acqua, energia e combustibili (+10,0%), seguito da alimentari e bevande analcoliche (+7,5%), trasporti (+6,4%), servizi ricettivi e di ristorazione (+3,5%), alcolici e tabacchi (+3,3%) nonché da mobili, articoli e servizi per la casa (+3,2%). In discesa tendenziale i capitoli comunicazioni (-3,4%), servizi sanitari e spese per la salute (-0,5%) e ricreazione, spettacolo e cultura (-0,1%).

«Nel resto del paese - commenta Fabio Degaudenz della segreteria della Cgil - ci si allarma per l’aumento dei prezzi al 3,6% mentre in provincia di Bolzano siamo al 4,1%. Manteniamo un buon distacco, da provincia tra le più ricche anche se non per tutti. Le variazioni congiunturali più significative sono al solito per i prodotti alimentari, abitazione, acqua, energia e combustibili, e trasporti. Decisamente preoccupanti le variazioni tendenziali: alimentari +7.5, abitazione +10, trasporti + 6.4 e servizi di ristorazione +3.5%. Il rapporto Istat 2008 pubblicato in settimana quantifica un crollo dei salari italiani del 13% dal 2000 al 2007 rispetto alla media europea. Sollecitiamo la giunta provinciale ad accelerare le discussioni da tempo in corso adottando al più presto provvedimenti per aumentare il potere d’acquisto dei cittadini». Guido Margheri (Pd) sollecita sindaco, vice-sindaco e presidente del consiglio comunale, affinché “la proposta di delibera presentata dal suo gruppo che mira a bloccare le tariffe di competenza comunale e promuovere il blocco dei prezzi di beni e servizi di largo consumo, possa essere discussa e approvata rapidamente”. «I dati dimostrano - scrive Margheri - come siano necessari e urgenti interventi diversi da quelli annunciati in questi giorni da parte della Provincia. Occorrono interventi mirati a sostenere i redditi più bassi e, in particolare, i lavoratori dipendenti e i pensionati, senza continuare con la politica dei piccoli interventi a pioggia indiscriminati su tutti che finiscono per essere iniqui e inefficaci”.

Prezzi, ascesa inarrestabile

ALTO ADIGE, 31 MAGGIO 2008



L’incremento maggiore è stato registrato da trasporti, abitazione e alimentari



A maggio l’aumento dei generi di consumo è stato del 4%



Sindacati e partiti sollecitano misure per aiutare famiglie e anziani



BOLZANO. È una crescita ormai inarrestabile. A maggio, a Bolzano, l’indice generale dei prezzi al consumo per l’intera collettività - Nic con tabacchi - è cresciuto dello 0,5% rispetto ad aprile e del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2007. I corrispondenti valori dell’indice Nic senza tabacchi sono rispettivamente più 0,6 e più 4,1%.

Il maggiore aumento congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) a maggio si è registrato nel capitolo di spesa trasporti (+2%), seguito da abitazione, acqua, energia e combustibili (+1,4%), prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,7%) e da mobili, articoli e servizi per la casa (+0,4%). Invariati rispetto ad aprile risultano i capitoli abbigliamento, calzature e istruzione, mentre in ribasso congiunturale vengono segnalati i capitoli comunicazioni (-0,8%), servizi sanitari e spese per la salute (-0,1%).

Il maggiore incremento tendenziale invece (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si registra nel capitolo abitazione, acqua, energia e combustibili (+10,0%), seguito da alimentari e bevande analcoliche (+7,5%), trasporti (+6,4%), servizi ricettivi e di ristorazione (+3,5%), alcolici e tabacchi (+3,3%) nonché da mobili, articoli e servizi per la casa (+3,2%). In discesa tendenziale i capitoli comunicazioni (-3,4%), servizi sanitari e spese per la salute (-0,5%) e ricreazione, spettacolo e cultura (-0,1%).

«Nel resto del paese - commenta Fabio Degaudenz della segreteria della Cgil - ci si allarma per l’aumento dei prezzi al 3,6% mentre in provincia di Bolzano siamo al 4,1%. Manteniamo un buon distacco, da provincia tra le più ricche anche se non per tutti. Le variazioni congiunturali più significative sono al solito per i prodotti alimentari, abitazione, acqua, energia e combustibili, e trasporti. Decisamente preoccupanti le variazioni tendenziali: alimentari +7.5, abitazione +10, trasporti + 6.4 e servizi di ristorazione +3.5%. Il rapporto Istat 2008 pubblicato in settimana quantifica un crollo dei salari italiani del 13% dal 2000 al 2007 rispetto alla media europea. Sollecitiamo la giunta provinciale ad accelerare le discussioni da tempo in corso adottando al più presto provvedimenti per aumentare il potere d’acquisto dei cittadini». Guido Margheri (Pd) sollecita sindaco, vice-sindaco e presidente del consiglio comunale, affinché “la proposta di delibera presentata dal suo gruppo che mira a bloccare le tariffe di competenza comunale e promuovere il blocco dei prezzi di beni e servizi di largo consumo, possa essere discussa e approvata rapidamente”. «I dati dimostrano - scrive Margheri - come siano necessari e urgenti interventi diversi da quelli annunciati in questi giorni da parte della Provincia. Occorrono interventi mirati a sostenere i redditi più bassi e, in particolare, i lavoratori dipendenti e i pensionati, senza continuare con la politica dei piccoli interventi a pioggia indiscriminati su tutti che finiscono per essere iniqui e inefficaci”.

venerdì 30 maggio 2008

Caro carburante: la Provincia incassa 64 milioni euro in più

ALTO ADIGE, 30 MAGGIO 2008



Sia il Centro consumatori che gli Arbeitnehmer chiedono alla Provincia di intervenire a favore dei pendolari La proposta: garantire un rimborso chilometrico



BOLZANO. Sessantaquattro milioni di euro. È ciò che la Provincia incassa in più, rispetto ai 235 milioni del 2007, grazie all’impennata dei prezzi dei carburanti. Un piccolo tesoro che ora Centro consumaturi ed Arbeitnehmer chiedono venga ridistribuito, almeno in parte, ai pendolari.

In base agli ultimi dati, nel 2005, in Alto Adige sono stati erogati 137 milioni di litri di benzina senza piombo e 208 milioni di litri di gasolio.

Il 64% del costo è rappresentato dalle tasse, di cui in 90% ritorna nelle casse della Provincia. Dall’aprile 2007 la benzina è aumentata di 0,24 euro (più 19%), il diesel addirittura di 0,38 (più 34%). Per ogni cent in più, il costo medio di un pieno aumenta di circa 12 euro. Il centro tutela consumatori ha calcolato che “gli effetti diretti e indiretti degli aumenti del prezzo dei carburanti negli ultimi mesi hanno gravato per circa 600 euro in più all’anno sui bilanci delle famiglie”. Il salasso riguarda un po’ tutti, ma in particolare i pendolari che per un motivo o per l’altro non possono rinunciare all’auto per andare al lavoro.

Partendo da questo presupposto sia Walter Andreaus del Centro consumatori che Reinhold Perkmann, a capo della corrente degli Arbeitnehmer, chiedono un intervento a sostegno di tale categoria. La richiesta è motivata dal fatto che la Provincia “guadagna in maniera rilevante con le imposte accessorie e l’Iva pagate sul prezzo dei carburanti; questo gettito di imposta, automatica e continua, aumenta in maniera proporzionale all’aumento del prezzo dei prodotti stessi”. La Provincia guadagna in imposte circa il 64% per litro di carburante e quindi sulla base di un consumo medio annuo complessivo di circa 345 milioni di litri (ultimi dati del 2005), circa 64 milioni di euro all’anno, in quanto il 90% delle imposte finisce nel bilancio provinciale. «Le maggiori entrate fiscali per l’ente pubblico - sostiene Andreaus - dovrebbero essere restituite in qualche modo ai pendolari. Inoltre il sistema di contributi ed incentivi ai costi di trasporto dovrebbe venir rielaborato e trasformato in un “rimborso per chilometri effettivamente percorsi”; questo dovrebbe essere corrisposto a quanti negli spostamenti “dipendono” effettivamente dall’auto».

Alla luce delle fibrillazioni a livello mondiale del prezzo dell’oro nero, si chiede inoltre alla Provincia di “impegnarsi per un ripensamento di tutto il sistema di trasporto pubblico locale e per un ulteriore miglioramento della rete ciclabile e pedonale”.

Intanto va a gonfie vele, e non potrebbe essere diversamente, l’iniziativa benzina a prezzo scontato attuata nelle zone di confine e solo per i residenti. I Comuni interessati sono: Brennero, Glorenza, Curon Venosta, San Candido, Malles, Vipiteno, Tubre, Campo Trens, Lasa, Villabassa, Vizze, Prato Stelvio, Braies, Racines, Sluderno, Sesto, Stelvio, Dobbiaco e Monguelfo-Tesido. Secondo l’assessore provinciale Werner Frick, il bilancio del progetto, partito a febbraio, è più che positivo con circa 300 transazioni al giorno, oltre un milione di litri di benzina erogati e circa 10 mila utenti. La Provincia ha speso 135 mila euro per rimborsare gli sconti. «Ma - ha precisato Frick - dato che il 90% delle imposte sui carburanti resta in provincia, il sistema si autofinanzia senza ulteriori esborsi».

Caro carburante: la Provincia incassa 64 milioni euro in più

ALTO ADIGE, 30 MAGGIO 2008



Sia il Centro consumatori che gli Arbeitnehmer chiedono alla Provincia di intervenire a favore dei pendolari La proposta: garantire un rimborso chilometrico



BOLZANO. Sessantaquattro milioni di euro. È ciò che la Provincia incassa in più, rispetto ai 235 milioni del 2007, grazie all’impennata dei prezzi dei carburanti. Un piccolo tesoro che ora Centro consumaturi ed Arbeitnehmer chiedono venga ridistribuito, almeno in parte, ai pendolari.

In base agli ultimi dati, nel 2005, in Alto Adige sono stati erogati 137 milioni di litri di benzina senza piombo e 208 milioni di litri di gasolio.

Il 64% del costo è rappresentato dalle tasse, di cui in 90% ritorna nelle casse della Provincia. Dall’aprile 2007 la benzina è aumentata di 0,24 euro (più 19%), il diesel addirittura di 0,38 (più 34%). Per ogni cent in più, il costo medio di un pieno aumenta di circa 12 euro. Il centro tutela consumatori ha calcolato che “gli effetti diretti e indiretti degli aumenti del prezzo dei carburanti negli ultimi mesi hanno gravato per circa 600 euro in più all’anno sui bilanci delle famiglie”. Il salasso riguarda un po’ tutti, ma in particolare i pendolari che per un motivo o per l’altro non possono rinunciare all’auto per andare al lavoro.

Partendo da questo presupposto sia Walter Andreaus del Centro consumatori che Reinhold Perkmann, a capo della corrente degli Arbeitnehmer, chiedono un intervento a sostegno di tale categoria. La richiesta è motivata dal fatto che la Provincia “guadagna in maniera rilevante con le imposte accessorie e l’Iva pagate sul prezzo dei carburanti; questo gettito di imposta, automatica e continua, aumenta in maniera proporzionale all’aumento del prezzo dei prodotti stessi”. La Provincia guadagna in imposte circa il 64% per litro di carburante e quindi sulla base di un consumo medio annuo complessivo di circa 345 milioni di litri (ultimi dati del 2005), circa 64 milioni di euro all’anno, in quanto il 90% delle imposte finisce nel bilancio provinciale. «Le maggiori entrate fiscali per l’ente pubblico - sostiene Andreaus - dovrebbero essere restituite in qualche modo ai pendolari. Inoltre il sistema di contributi ed incentivi ai costi di trasporto dovrebbe venir rielaborato e trasformato in un “rimborso per chilometri effettivamente percorsi”; questo dovrebbe essere corrisposto a quanti negli spostamenti “dipendono” effettivamente dall’auto».

Alla luce delle fibrillazioni a livello mondiale del prezzo dell’oro nero, si chiede inoltre alla Provincia di “impegnarsi per un ripensamento di tutto il sistema di trasporto pubblico locale e per un ulteriore miglioramento della rete ciclabile e pedonale”.

Intanto va a gonfie vele, e non potrebbe essere diversamente, l’iniziativa benzina a prezzo scontato attuata nelle zone di confine e solo per i residenti. I Comuni interessati sono: Brennero, Glorenza, Curon Venosta, San Candido, Malles, Vipiteno, Tubre, Campo Trens, Lasa, Villabassa, Vizze, Prato Stelvio, Braies, Racines, Sluderno, Sesto, Stelvio, Dobbiaco e Monguelfo-Tesido. Secondo l’assessore provinciale Werner Frick, il bilancio del progetto, partito a febbraio, è più che positivo con circa 300 transazioni al giorno, oltre un milione di litri di benzina erogati e circa 10 mila utenti. La Provincia ha speso 135 mila euro per rimborsare gli sconti. «Ma - ha precisato Frick - dato che il 90% delle imposte sui carburanti resta in provincia, il sistema si autofinanzia senza ulteriori esborsi».

giovedì 29 maggio 2008

Montagna bucata due volte

ALTO ADIGE, 29 MAGGIO 2008



Tunnel uno a fianco dell’altro. A valle cantieri e frantoi



La variante da completare ed il «passante» ferroviario in contemporanea: scontate le conseguenze sul traffico e sulla vivibilità





LAIVES. Due settimane fa l’assessore provinciale Florian Mussner ed i tecnici incaricati di seguire il progetto, hanno spiegato alla popolazione di Pineta i dettagli paesaggistici e architettonici della circonvallazione. «Stiamo lavorando - ha spiegato Mussner - per migliorare l’opera e ridurre l’impatto per il centro abitato. A seguito delle promesse fatte dall’assessore provinciale, Rosario Grasso, consigliere comunale di Rifondazione Comunista, aveva diffuso una nota in cui, fra l’altro, evidenziava che nel corso dell’incontro con la popolazione «si era glissato sulle conseguenze della scelta di perforare la montagna a cominciare dall’interruzione delle fonti di acqua potabile per finire con i disturbi arrecati dalla presenza di frantoi e materiali provenienti dagli scavi. Non si è stati inoltre in grado di assicurare che nei prossimi decenni, in concomitanza con gli scavi delle tratte d’accesso all’eurotunnel, Pineta venga trasformata in un enorme cantiere».

Le prospettive - sia per Pineta che per Laives - non sono incoraggianti (proprio l’altro ieri sono stati assegnati i lavori per il tratto di variante che passerà in tunnel sotto la città). Per quanto riguarda il passante ferroviario che, passando sotto la città di Laives, collegherà Ora a Cardano «bypassando» anche l’area della stazione ferroviaria bolzanina, è in stato avanzato la progettazione definitiva, per la quale sono stati richiesti i finanziamenti europei (sono già a disposizione 53 milioni di euro): significa che l’inizio dei lavori potrebbe avvenire entro un paio di anni. A tal proposito va ricordato che l’obiettivo è di completare e rendere percorribile tutta la circonvallazione entro il 2011 in perfetta coincidenza - dice sempre la Provincia - con il completamento di quella di Ora ed anche del passante ferroviario fra Bronzolo e Cardano. I prossimi quattro anni saranno dunque all’insegna degli scavi sotto la montagna, dell’asportazione prima e del trasporto poi di grandi quantità di materiale, di cantieri e frantoi che opereranno senza un attimo di sosta, di andirivieni di mezzi pesanti e quindi - fatalmente - anche di disagi per la popolazione.

Il passante ferroviario - che anticiperà la futura linea del Brennero e che sarà l’appendice a nord della tratta di accesso in Bassa Atesina - correrà sulla sinistra della variante in galleria sotto la città di Laives. I due tunnel saranno uno a fianco dell’altro. La costruzione in contemporanea di due varianti alla statale 12 del Brennero creerà problemi di vivibilità. Il secondo lotto di quella di Ora (il primo sta avanzando e non crea, per ora, eccessivi disagi) sarà abbinato ai cantieri operativi per la grande galleria sotto Laives e fino all’altezza di Bronzolo. Oramai appare scontato che la realizzazione delle due varianti coinciderà con i primi interventi per il passante ferroviario fra la parte nord di Ora e Cardano con il by-passamento della città di Bolzano. Per quanto riguarda Laives, a proposito di variante,
lo scenario che si profila è di avere alcuni cantieri in prossimità dell’imbocco del tunnel e quindi un deposito, nei pressi della zona Galizia, per lo stoccaggio e la lavorazione delle migliaia di tonnellate di detriti provenienti dalla perforazione della roccia.

C’è un comitato di coordinamento che sta già lavorando per prevedere quanto accadrà (disagi per residenti e traffico di mezzi pesanti in aumento) e quindi stabilire le misure da adottare. Uno dei punti più delicati è verificare l’approvvigionamento idrico rispetto alla trivellazione della galleria sotto la città (i lavori potrebbero iniziare entro la fine dell’estate).

Conseguenze - inevitabili - anche per Bronzolo che si troverà proprio in mezzo alle due grandi opere stradali ed anche del passante ferroviario che, come noto, interesserà una parte rilevante del territorio comunale.



Passare quattro anni tra rumori, polveri, cumuli di roccia, andirivieni di camion  non è certo una prospettiva allettante nè per Pineta, nè per qualsiasi altro centro abitato della Bassa atesina o della val d'Isarco, ma c'è qualcuno che può credere che nel 2011 tutto sarà finito, i cantieri smantellati, lo status quo ripristinato e che tutto questo sarà senza conseguenze?

Si accettano scommessse.



Rifondazione Comunista - Laives




Montagna bucata due volte

ALTO ADIGE, 29 MAGGIO 2008



Tunnel uno a fianco dell’altro. A valle cantieri e frantoi



La variante da completare ed il «passante» ferroviario in contemporanea: scontate le conseguenze sul traffico e sulla vivibilità





LAIVES. Due settimane fa l’assessore provinciale Florian Mussner ed i tecnici incaricati di seguire il progetto, hanno spiegato alla popolazione di Pineta i dettagli paesaggistici e architettonici della circonvallazione. «Stiamo lavorando - ha spiegato Mussner - per migliorare l’opera e ridurre l’impatto per il centro abitato. A seguito delle promesse fatte dall’assessore provinciale, Rosario Grasso, consigliere comunale di Rifondazione Comunista, aveva diffuso una nota in cui, fra l’altro, evidenziava che nel corso dell’incontro con la popolazione «si era glissato sulle conseguenze della scelta di perforare la montagna a cominciare dall’interruzione delle fonti di acqua potabile per finire con i disturbi arrecati dalla presenza di frantoi e materiali provenienti dagli scavi. Non si è stati inoltre in grado di assicurare che nei prossimi decenni, in concomitanza con gli scavi delle tratte d’accesso all’eurotunnel, Pineta venga trasformata in un enorme cantiere».

Le prospettive - sia per Pineta che per Laives - non sono incoraggianti (proprio l’altro ieri sono stati assegnati i lavori per il tratto di variante che passerà in tunnel sotto la città). Per quanto riguarda il passante ferroviario che, passando sotto la città di Laives, collegherà Ora a Cardano «bypassando» anche l’area della stazione ferroviaria bolzanina, è in stato avanzato la progettazione definitiva, per la quale sono stati richiesti i finanziamenti europei (sono già a disposizione 53 milioni di euro): significa che l’inizio dei lavori potrebbe avvenire entro un paio di anni. A tal proposito va ricordato che l’obiettivo è di completare e rendere percorribile tutta la circonvallazione entro il 2011 in perfetta coincidenza - dice sempre la Provincia - con il completamento di quella di Ora ed anche del passante ferroviario fra Bronzolo e Cardano. I prossimi quattro anni saranno dunque all’insegna degli scavi sotto la montagna, dell’asportazione prima e del trasporto poi di grandi quantità di materiale, di cantieri e frantoi che opereranno senza un attimo di sosta, di andirivieni di mezzi pesanti e quindi - fatalmente - anche di disagi per la popolazione.

Il passante ferroviario - che anticiperà la futura linea del Brennero e che sarà l’appendice a nord della tratta di accesso in Bassa Atesina - correrà sulla sinistra della variante in galleria sotto la città di Laives. I due tunnel saranno uno a fianco dell’altro. La costruzione in contemporanea di due varianti alla statale 12 del Brennero creerà problemi di vivibilità. Il secondo lotto di quella di Ora (il primo sta avanzando e non crea, per ora, eccessivi disagi) sarà abbinato ai cantieri operativi per la grande galleria sotto Laives e fino all’altezza di Bronzolo. Oramai appare scontato che la realizzazione delle due varianti coinciderà con i primi interventi per il passante ferroviario fra la parte nord di Ora e Cardano con il by-passamento della città di Bolzano. Per quanto riguarda Laives, a proposito di variante,
lo scenario che si profila è di avere alcuni cantieri in prossimità dell’imbocco del tunnel e quindi un deposito, nei pressi della zona Galizia, per lo stoccaggio e la lavorazione delle migliaia di tonnellate di detriti provenienti dalla perforazione della roccia.

C’è un comitato di coordinamento che sta già lavorando per prevedere quanto accadrà (disagi per residenti e traffico di mezzi pesanti in aumento) e quindi stabilire le misure da adottare. Uno dei punti più delicati è verificare l’approvvigionamento idrico rispetto alla trivellazione della galleria sotto la città (i lavori potrebbero iniziare entro la fine dell’estate).

Conseguenze - inevitabili - anche per Bronzolo che si troverà proprio in mezzo alle due grandi opere stradali ed anche del passante ferroviario che, come noto, interesserà una parte rilevante del territorio comunale.



Passare quattro anni tra rumori, polveri, cumuli di roccia, andirivieni di camion  non è certo una prospettiva allettante nè per Pineta, nè per qualsiasi altro centro abitato della Bassa atesina o della val d'Isarco, ma c'è qualcuno che può credere che nel 2011 tutto sarà finito, i cantieri smantellati, lo status quo ripristinato e che tutto questo sarà senza conseguenze?

Si accettano scommessse.



Rifondazione Comunista - Laives




mercoledì 28 maggio 2008

CAROVITA













Retribuzioni, l'Istat conferma l'emergenza. Cgil: è questa la priorità
Ad aprile vince il carovita: Salari +2,8%, prezzi +3,3%



Liberazione, 28/05/2008



Sono anni che in Italia gli stipendi marciano con il passo del gambero



Roberto Farneti



Sono anni che in Italia gli stipendi marciano con il passo del gambero. I lavoratori lo sanno bene, le loro famiglie pure. Il bello è che ogni tanto se ne accorge persino l'Istat. L'ultimo dato sull'andamento delle retribuzioni, reso noto ieri, dice proprio questo. E cioè che ad aprile i salari sarebbero cresciuti del 2,8% su base annua, a fronte di un'inflazione attestata, sempre ad aprile, al +3,3%. In pratica, il loro potere d'acquisto si è ridotto in media dello 0,5%. Scarto che sale al 2,3%, sottolinea il Codacons, se si considera che «l'inflazione vera, ossia quella dei beni ad alta frequenza di acquisto, sempre per l'Istat, è addirittura del 5,1%» ad aprile sullo stesso mese del 2007.


Il dato appare ancora più significativo se viene letto in un'ottica di lungo periodo. Un recente studio dell'Ires Cgil ha calcolato che tra il 2002 e il 2007, la perdita del potere d'acquisto del salario di un lavoratore dipendente è equivalsa a 1.210 euro; se a questa aggiungiamo l'ulteriore calo causato dalla mancata restituzione del fiscal drag, gli euro in meno diventano 1.900.

Insomma, per la maggior parte delle famiglie italiane arrivare alla fine del mese è sempre più un'impresa. Invece di utilizzare le maggiori entrate fiscali per detassare i redditti di lavoratori e pensionati, come aveva stabilito il governo Prodi con l'ultima legge Finanziaria, il governo Berlusconi ha preferito dare priorità ad altri interventi, come l'abolizione dell'Ici o la detassazione (molto parziale) degli straordinari.

«Acqua fresca», taglia corto la Cgil che, per bocca della segretaria confederale Marigia Maulucci, torna a chiedere «una massiccia redistribuzione verso il lavoro dipendente attraverso fisco, controllo di prezzi e tariffe, contrattazione». Maulucci indica come problema da risolvere anche «il ritardo dei rinnovi contrattuali e l'impossibilità dell'indennità di vacanza contrattuale di coprire i guasti determinati dal non rispetto delle scadenze naturali nei rinnovi». Secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, i dati Istat confermano «l'imponente trasferimento di risorse che, negli ultimi anni, si è verificato dal lavoro dipendente verso il lavoro autonomo e che ha prodotto un'erosione significativa e progressiva del potere d'acquisto dei salari con conseguente stagnazione dei consumi interni».

Il sindacato, però, ha la sua parte di responsabilità. Cgil Cisl Uil sembrano infatti avere accettato il terreno di confronto proposto da Confindustria, che passa per la revisione del modello contrattuale. L'obiettivo è quello di ridurre il peso del contratto nazionale per dare più spazio al salario contrattato in azienda. O meglio, nelle aziende dove il sindacato è presente. Per tutti gli altri lavoratori, nessuna garanzia.

Rifondazione invece «da tempo propone - ricorda Maurizio Zipponi - un automatismo annuale di restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati». Quanto alla redistribuzione, «questa - spiega Zipponi - deve avvenire tra profitti e salari». Gli strumenti a disposizione del sindacato sono due: i contratti nazionali, «che non vanno assolutamente ridotti nella loro capacità di recupero salariale», e la contrattazione aziendale. E' vero, i contratti spesso vengono rinnovati in ritardo. «Per risolvere questo problema - propone ancora Zipponi - basterebbe stabilire che gli aumenti firmati partono automaticamente dal primo giorno in cui il contratto è scaduto».



CAROVITA













Retribuzioni, l'Istat conferma l'emergenza. Cgil: è questa la priorità
Ad aprile vince il carovita: Salari +2,8%, prezzi +3,3%



Liberazione, 28/05/2008



Sono anni che in Italia gli stipendi marciano con il passo del gambero



Roberto Farneti



Sono anni che in Italia gli stipendi marciano con il passo del gambero. I lavoratori lo sanno bene, le loro famiglie pure. Il bello è che ogni tanto se ne accorge persino l'Istat. L'ultimo dato sull'andamento delle retribuzioni, reso noto ieri, dice proprio questo. E cioè che ad aprile i salari sarebbero cresciuti del 2,8% su base annua, a fronte di un'inflazione attestata, sempre ad aprile, al +3,3%. In pratica, il loro potere d'acquisto si è ridotto in media dello 0,5%. Scarto che sale al 2,3%, sottolinea il Codacons, se si considera che «l'inflazione vera, ossia quella dei beni ad alta frequenza di acquisto, sempre per l'Istat, è addirittura del 5,1%» ad aprile sullo stesso mese del 2007.


Il dato appare ancora più significativo se viene letto in un'ottica di lungo periodo. Un recente studio dell'Ires Cgil ha calcolato che tra il 2002 e il 2007, la perdita del potere d'acquisto del salario di un lavoratore dipendente è equivalsa a 1.210 euro; se a questa aggiungiamo l'ulteriore calo causato dalla mancata restituzione del fiscal drag, gli euro in meno diventano 1.900.

Insomma, per la maggior parte delle famiglie italiane arrivare alla fine del mese è sempre più un'impresa. Invece di utilizzare le maggiori entrate fiscali per detassare i redditti di lavoratori e pensionati, come aveva stabilito il governo Prodi con l'ultima legge Finanziaria, il governo Berlusconi ha preferito dare priorità ad altri interventi, come l'abolizione dell'Ici o la detassazione (molto parziale) degli straordinari.

«Acqua fresca», taglia corto la Cgil che, per bocca della segretaria confederale Marigia Maulucci, torna a chiedere «una massiccia redistribuzione verso il lavoro dipendente attraverso fisco, controllo di prezzi e tariffe, contrattazione». Maulucci indica come problema da risolvere anche «il ritardo dei rinnovi contrattuali e l'impossibilità dell'indennità di vacanza contrattuale di coprire i guasti determinati dal non rispetto delle scadenze naturali nei rinnovi». Secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, i dati Istat confermano «l'imponente trasferimento di risorse che, negli ultimi anni, si è verificato dal lavoro dipendente verso il lavoro autonomo e che ha prodotto un'erosione significativa e progressiva del potere d'acquisto dei salari con conseguente stagnazione dei consumi interni».

Il sindacato, però, ha la sua parte di responsabilità. Cgil Cisl Uil sembrano infatti avere accettato il terreno di confronto proposto da Confindustria, che passa per la revisione del modello contrattuale. L'obiettivo è quello di ridurre il peso del contratto nazionale per dare più spazio al salario contrattato in azienda. O meglio, nelle aziende dove il sindacato è presente. Per tutti gli altri lavoratori, nessuna garanzia.

Rifondazione invece «da tempo propone - ricorda Maurizio Zipponi - un automatismo annuale di restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati». Quanto alla redistribuzione, «questa - spiega Zipponi - deve avvenire tra profitti e salari». Gli strumenti a disposizione del sindacato sono due: i contratti nazionali, «che non vanno assolutamente ridotti nella loro capacità di recupero salariale», e la contrattazione aziendale. E' vero, i contratti spesso vengono rinnovati in ritardo. «Per risolvere questo problema - propone ancora Zipponi - basterebbe stabilire che gli aumenti firmati partono automaticamente dal primo giorno in cui il contratto è scaduto».



ULTIMATUM AGLI INCENERITORI

di Jacopo Fo dal sito di Beppe Grillo



repubblica_inceneritori.jpgRepubblica titola: "Rifiuti. Ultimatum ai ribelli". Propone un indovinato accostamento con un mitragliere in Afghanistan, di certo casuale. Repubblica dovrebbe invece titolare: "Rifiuti. Ultimatum agli inceneritori", con una foto non casuale dell'Impregilo. Sarebbe un atto di coerenza. Jacopo Fo cita un articolo dell'ultimo Venerdì di Repubblica: ben 435 ricerche scientifiche provano un forte aumento di tumori e nascite malformi in prossimità degli inceneritori.



"Mi diverto.

E’ ormai chiaro che dentro i giornali italiani si combatte una battaglia durissima tra i direttori e un pugno di giornalisti che si rifiutano di tacere sempre e comunque.

Così abbiamo delle piccole soddisfazioni: alcune notizie bomba finalmente vengono pubblicate. Non le vedete in prima pagina, non hanno titoli a 9 colonne, non sono correlate da interviste e commenti. Però le notizie escono.

Ad esempio vengono pubblicate sul numero 1052 del Venerdì di Repubblica (16 maggio) a pagina 90 (coincidenza o magia alchemica il fatto che la paura nella Smorfia napoletana corrisponde al numero novanta?).

Ecco l’articoletto, secco secco. Un grande pezzo di sintesi giornalistica, probabilmente contrattato parola per parola in riunioni infuocate dei caporedattori, oppure sfuggito per errore alla penna rossa dei censori… Questo articolo credo che alla fine sia uscito perchè protetto dalla Divina Provvidenza in persona, è comunque stato stampato, nero su bianco, e ci dice che 435 (QUATTROCENTO TRENTACINQUE) ricerche scientifiche internazionali provano un aumento di tumori e nascite malformi spaventoso in prossimità dei termovalorizzatori.

Senza commento. Senza due righe di scuse verso il povero Beppe Grillo accusato con ogni tipo di cattiveria dalle colonne dello stesso giornale per essersi permesso di dire esattamente la stessa cosa: gli inceneritori puoi anche chiamarli termovalorizzatori ma ti ammazzano comunque.

Una nota stilistica che permette di capire appieno il meccanismo perverso utilizzato dai media per rendere di scarso interesse notizie di importanza capitale.

Il titolo può essere un modo per indurre le persone a leggere un articolo oppure a non leggerlo.

Se questo articolo fosse stato: “Aveva ragione Grillo gli inceneritori uccidono!” avrebbe destato grande curiosità. Allora lo hanno intitolato in modo tale da tagliargli le gambe: “Emissioni: Una ricerca francese sottolinea il rapporto diossina-cancro

QUANDO LA SALUTE SE NE VA IN FUMO (TOSSICO).

Capisci l’astuzia: non ti dice che le ricerche sono 435, come viene specificato poi nell’articolo. Non si pronuncia la parola proibita INCENERITORE. Si parla di EMISSIONI… Termine vago come la melma.

Questa tattica in effetti funziona. I lettori accorti dicono: “Però alla fine Repubblica le notizie le dà!” E continuano a comprarla. Mentre il 95 per cento dei lettori, un po’ meno attenti, non si accorge di quella notizia così imbarazzante.

Prova ne è che sono passati 5 giorni dall’uscita del Venerdì e se cerchi sul web: “diossina istituto statale di sorveglianza sanitaria francese”, non trovi niente a proposito di questa colossale notizia!

E non trovi niente neanche se digiti “diossina 435 ricerche PubMed”

Comunque giudica tu: ecco il testo integrale:

“Nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 20 per cento.

Lo dice una ricerca, resa pubblica dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, l’ultima delle 435 ricerche consultabili presso la biblioteca scientifica internazionale PubMed che rilevano danni alla salute causati dai termovalorizzatori per le loro emissioni di diossina, prodotta dalla combustione della plastica insieme ad altri materiali. Questa molecola deve la sua micidiale azione ala capacità di concentrarsi negli organismi viventi e di penetrare nelle cellule. Qui va a “inceppare” uno dei principali meccanismi di controllo del Dna, scatenando le alterazioni dei geni che poi portano il cancro e le malformazioni neonatali.”

(Il pezzo non è firmato ma sta all’interno di una specie di box dentro un articolo di Arnaldo D’Amico.)

Spero ci si renda conto dell’importanza dell’ufficializzazione di una simile notizia: e ti invito quindi a farla girare e ripubblicarla sul tuo sito. Se riusciamo a far sapere a molti italiani come funziona questo giochetto dell’informazione ridimensionata (non censurata, non libera, omogenizzata) potremmo creare qualche altro problema ai signori dei giornali. Loro ormai lo sanno che chi legge i quotidiani poi va su internet…

FACCIAMOLI PIANGERE!

CITIAMOLI A MARTELLO OGNI VOLTA CHE PER SBAGLIO DICONO LA VERITA’.

Usare la forza dell’avversario per farlo cadere". Jacopo Fo

ULTIMATUM AGLI INCENERITORI

di Jacopo Fo dal sito di Beppe Grillo



repubblica_inceneritori.jpgRepubblica titola: "Rifiuti. Ultimatum ai ribelli". Propone un indovinato accostamento con un mitragliere in Afghanistan, di certo casuale. Repubblica dovrebbe invece titolare: "Rifiuti. Ultimatum agli inceneritori", con una foto non casuale dell'Impregilo. Sarebbe un atto di coerenza. Jacopo Fo cita un articolo dell'ultimo Venerdì di Repubblica: ben 435 ricerche scientifiche provano un forte aumento di tumori e nascite malformi in prossimità degli inceneritori.



"Mi diverto.

E’ ormai chiaro che dentro i giornali italiani si combatte una battaglia durissima tra i direttori e un pugno di giornalisti che si rifiutano di tacere sempre e comunque.

Così abbiamo delle piccole soddisfazioni: alcune notizie bomba finalmente vengono pubblicate. Non le vedete in prima pagina, non hanno titoli a 9 colonne, non sono correlate da interviste e commenti. Però le notizie escono.

Ad esempio vengono pubblicate sul numero 1052 del Venerdì di Repubblica (16 maggio) a pagina 90 (coincidenza o magia alchemica il fatto che la paura nella Smorfia napoletana corrisponde al numero novanta?).

Ecco l’articoletto, secco secco. Un grande pezzo di sintesi giornalistica, probabilmente contrattato parola per parola in riunioni infuocate dei caporedattori, oppure sfuggito per errore alla penna rossa dei censori… Questo articolo credo che alla fine sia uscito perchè protetto dalla Divina Provvidenza in persona, è comunque stato stampato, nero su bianco, e ci dice che 435 (QUATTROCENTO TRENTACINQUE) ricerche scientifiche internazionali provano un aumento di tumori e nascite malformi spaventoso in prossimità dei termovalorizzatori.

Senza commento. Senza due righe di scuse verso il povero Beppe Grillo accusato con ogni tipo di cattiveria dalle colonne dello stesso giornale per essersi permesso di dire esattamente la stessa cosa: gli inceneritori puoi anche chiamarli termovalorizzatori ma ti ammazzano comunque.

Una nota stilistica che permette di capire appieno il meccanismo perverso utilizzato dai media per rendere di scarso interesse notizie di importanza capitale.

Il titolo può essere un modo per indurre le persone a leggere un articolo oppure a non leggerlo.

Se questo articolo fosse stato: “Aveva ragione Grillo gli inceneritori uccidono!” avrebbe destato grande curiosità. Allora lo hanno intitolato in modo tale da tagliargli le gambe: “Emissioni: Una ricerca francese sottolinea il rapporto diossina-cancro

QUANDO LA SALUTE SE NE VA IN FUMO (TOSSICO).

Capisci l’astuzia: non ti dice che le ricerche sono 435, come viene specificato poi nell’articolo. Non si pronuncia la parola proibita INCENERITORE. Si parla di EMISSIONI… Termine vago come la melma.

Questa tattica in effetti funziona. I lettori accorti dicono: “Però alla fine Repubblica le notizie le dà!” E continuano a comprarla. Mentre il 95 per cento dei lettori, un po’ meno attenti, non si accorge di quella notizia così imbarazzante.

Prova ne è che sono passati 5 giorni dall’uscita del Venerdì e se cerchi sul web: “diossina istituto statale di sorveglianza sanitaria francese”, non trovi niente a proposito di questa colossale notizia!

E non trovi niente neanche se digiti “diossina 435 ricerche PubMed”

Comunque giudica tu: ecco il testo integrale:

“Nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 20 per cento.

Lo dice una ricerca, resa pubblica dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, l’ultima delle 435 ricerche consultabili presso la biblioteca scientifica internazionale PubMed che rilevano danni alla salute causati dai termovalorizzatori per le loro emissioni di diossina, prodotta dalla combustione della plastica insieme ad altri materiali. Questa molecola deve la sua micidiale azione ala capacità di concentrarsi negli organismi viventi e di penetrare nelle cellule. Qui va a “inceppare” uno dei principali meccanismi di controllo del Dna, scatenando le alterazioni dei geni che poi portano il cancro e le malformazioni neonatali.”

(Il pezzo non è firmato ma sta all’interno di una specie di box dentro un articolo di Arnaldo D’Amico.)

Spero ci si renda conto dell’importanza dell’ufficializzazione di una simile notizia: e ti invito quindi a farla girare e ripubblicarla sul tuo sito. Se riusciamo a far sapere a molti italiani come funziona questo giochetto dell’informazione ridimensionata (non censurata, non libera, omogenizzata) potremmo creare qualche altro problema ai signori dei giornali. Loro ormai lo sanno che chi legge i quotidiani poi va su internet…

FACCIAMOLI PIANGERE!

CITIAMOLI A MARTELLO OGNI VOLTA CHE PER SBAGLIO DICONO LA VERITA’.

Usare la forza dell’avversario per farlo cadere". Jacopo Fo

«Salari, aumentare il potere d’acquisto»

ALTO ADIGE, 28 MAGGIO 2008



Nel suo intervento l’ex deputato Hans Widmann chiede alla politica provvedimenti urgenti anche a livello locale



Il sindacato Ago: cresce l’emergenza tra i dipendenti del pubblico impiego





BOLZANO. “Casse vuote, tasche vuote”. Questo l’eloquente titolo dell’incontro organizzato ieri alla Kolping dal sindacato Ago, l’organizzazione sindacale autonoma degli enti locali. Un modo per puntare il dito contro la picchiata progressiva del potere d’acquisto dei lavoratori, in difficoltà di fronte ai continui aumenti dei prezzi, in una città che le statistiche indicano come la più cara d’Italia. E se la gente non compra, va da sé che anche le casse dei negozi rimangono inesorabilmente vuote. «Già nel 2002 le statistiche relative agli stipendi di Trento e Bolzano indicavano un disagio e, in piena campagna elettorale, erano stati presi degli impegni a risolvere questa situazione. - dichiara Robert Holzer, segretario dell’Ago - Oggi, invece, l’emergenza è addirittura aumentata e, tra le altre cose, è sparita anche l’indennità per il bilinguismo che poteva essere per molti un aiuto. E’ importante sottolineare, inoltre, che la perdita del potere d’acquisto colpisce inesorabilmente anche i commercianti in quello che è sicuramente un circolo vizioso che bisogna cercare di spezzare».

Sul tema, invitato dal presidente dell’Ago Andreas Unterkircher, è intervenuto anche Hans Widmann, ex deputato Svp: «L’esempio più classico è quello della pizza che in pochi anni è passata da un prezzo di 6.000 lire ai 6 Euro di oggi, ma anche i trasporti, gli alimentari e le bollette hanno subito dei rincari che devono essere giustificati. La politica, sia locale che nazionale, deve intervenire in modo concreto, introducendo leggi appropriate e tenendo sotto controllo ogni forma di speculazione esagerata. L’amministrazione pubblica, inoltre, dovrebbe fissare tariffe abbordabili per i servizi». Anche i consumatori, infine, possono fare la loro parte: «Cerchiamo tutti di canalizzare i consumi e le spese e tentiamo sempre di capire il reale valore di un prodotto, per poi confrontarlo con il prezzo effettivo». Spazio anche alle celebrazioni per i dieci anni dell’Ago, compiuti lo scorso febbraio. «E’ stato un cammino difficile, costellato di ostacoli, ma anche grandi soddisfazioni», conclude il segretario Holzer. (a.c.)

«Salari, aumentare il potere d’acquisto»

ALTO ADIGE, 28 MAGGIO 2008



Nel suo intervento l’ex deputato Hans Widmann chiede alla politica provvedimenti urgenti anche a livello locale



Il sindacato Ago: cresce l’emergenza tra i dipendenti del pubblico impiego





BOLZANO. “Casse vuote, tasche vuote”. Questo l’eloquente titolo dell’incontro organizzato ieri alla Kolping dal sindacato Ago, l’organizzazione sindacale autonoma degli enti locali. Un modo per puntare il dito contro la picchiata progressiva del potere d’acquisto dei lavoratori, in difficoltà di fronte ai continui aumenti dei prezzi, in una città che le statistiche indicano come la più cara d’Italia. E se la gente non compra, va da sé che anche le casse dei negozi rimangono inesorabilmente vuote. «Già nel 2002 le statistiche relative agli stipendi di Trento e Bolzano indicavano un disagio e, in piena campagna elettorale, erano stati presi degli impegni a risolvere questa situazione. - dichiara Robert Holzer, segretario dell’Ago - Oggi, invece, l’emergenza è addirittura aumentata e, tra le altre cose, è sparita anche l’indennità per il bilinguismo che poteva essere per molti un aiuto. E’ importante sottolineare, inoltre, che la perdita del potere d’acquisto colpisce inesorabilmente anche i commercianti in quello che è sicuramente un circolo vizioso che bisogna cercare di spezzare».

Sul tema, invitato dal presidente dell’Ago Andreas Unterkircher, è intervenuto anche Hans Widmann, ex deputato Svp: «L’esempio più classico è quello della pizza che in pochi anni è passata da un prezzo di 6.000 lire ai 6 Euro di oggi, ma anche i trasporti, gli alimentari e le bollette hanno subito dei rincari che devono essere giustificati. La politica, sia locale che nazionale, deve intervenire in modo concreto, introducendo leggi appropriate e tenendo sotto controllo ogni forma di speculazione esagerata. L’amministrazione pubblica, inoltre, dovrebbe fissare tariffe abbordabili per i servizi». Anche i consumatori, infine, possono fare la loro parte: «Cerchiamo tutti di canalizzare i consumi e le spese e tentiamo sempre di capire il reale valore di un prodotto, per poi confrontarlo con il prezzo effettivo». Spazio anche alle celebrazioni per i dieci anni dell’Ago, compiuti lo scorso febbraio. «E’ stato un cammino difficile, costellato di ostacoli, ma anche grandi soddisfazioni», conclude il segretario Holzer. (a.c.)

ALTO ADIGE, 28 MAGGIO 2008

«Casello A22: decisione concordata»



Serve coinvolgere anche gli altri Comuni. Piano traffico in consiglio



Polonioli: verifiche non finite sugli scenari futuri. Molto dipenderà dalla circonvallazione





LAIVES. «Quando lo studio commissionato dall’Autobrennero sarà pronto, avremo finalmente basi scientifiche su cui ragionare sull’opportunità o meno di realizzare il casello autostradale, sempre tenendo in debita considerazione la variante alla statale del Brennero e la sua completa percorribilità prevista per il 2011». È il sindaco Giovanni Polonioli che parla. Poi aggiunge: «Entro l’inizio dell’estate porteremo il consiglio comunale il piano del traffico che sarà parte integrante del nuovo Puc».

Il sindaco Polonioli ha contattato direttamente l’ing. Ciurnelli incaricato dall’Autobrennero (d’accordo Provincia e Comuni interessati) di effettuare uno studio sui flussi di traffico e le prospettive della mobilità in modo da capire se il casello autostradale è opportuno o meno.

Cosa sostiene il professionista incaricato dall’A22?

«Che il lavoro non è ancora completato e che quindi non c’è alcuna valutazione. Alla fine dell’estate consegnerà l’esito dello studio all’Autobrennero e quindi a Provincia e Comuni. Seguirà, ovviamente, la discussione».

Nessuna indicazione?


«Assolutamente no anche se l’ing. Ciurnelli mi ha confermato che la percorribilità di tutta la variante alla statale avrà indubbiamente la sua influenza sui flussi di traffico, pur tenendo conto di una serie di problematiche».

Quali sono?

«Ne abbiamo già parlato in varie occasioni. Ribadisco, ma è solo un esempio, ciò su cui tutti concordano: il casello Bolzano Sud dell’Autobrennero sta dimostrando la sua inadeguatezza in relazione alla mole di traffico, fra l’altro in aumento, che sopporta. È evidente, in questo contesto, anche il ruolo della zona produttiva di via Einstein, nel capoluogo altoatesino, che è in costante ampliamento. Queste considerazioni portano a sottolineare una necessità improrogabile».

Quale è?

«Quella di impostare ogni problema legato alla mobilità in maniera congiunta. No ha senso - anzi: è addirittura controproducente - che Bolzano si occupi dei suoi problemi e che Laives, Bronzolo e Vadena facciano altrettanto con i loro. Bisogna collaborare, avere un visione globale delle problematiche per arrivare ad una soluzione che possa essere funzionale per tutto il comprensorio».

Anche per l’eventuale casello A22 a Laives?


«Evidentemente sì. Se le risultanze dello studio indicheranno che il casello sarà necessario, procederemo in tal senso sempre d’accordo con gli altri Comuni».

Intanto Laives intende muoversi con il piano del traffico?

«Lo porteremo in consiglio comunale prima dell’inizio della prossima estate per il necessario benestare visto che il Piano sarà parte integrante del Puc che deve essere rielaborato da un professionista a cui la giunta darà l’incarico».

Interventi previsti rispetto alle indicazioni contenute nel Piano?

«Fino a quando la centrale via Kennedy sarà una strada di scorrimento ogni intervento rischia di essere provvisorio o comunque poco efficace. Ripeto: soltanto con la variante completata ed interamente percorribile saranno possibili interventi efficaci per migliorare sia la mobilità urbana che quella esterna.

ALTO ADIGE, 28 MAGGIO 2008

«Casello A22: decisione concordata»



Serve coinvolgere anche gli altri Comuni. Piano traffico in consiglio



Polonioli: verifiche non finite sugli scenari futuri. Molto dipenderà dalla circonvallazione





LAIVES. «Quando lo studio commissionato dall’Autobrennero sarà pronto, avremo finalmente basi scientifiche su cui ragionare sull’opportunità o meno di realizzare il casello autostradale, sempre tenendo in debita considerazione la variante alla statale del Brennero e la sua completa percorribilità prevista per il 2011». È il sindaco Giovanni Polonioli che parla. Poi aggiunge: «Entro l’inizio dell’estate porteremo il consiglio comunale il piano del traffico che sarà parte integrante del nuovo Puc».

Il sindaco Polonioli ha contattato direttamente l’ing. Ciurnelli incaricato dall’Autobrennero (d’accordo Provincia e Comuni interessati) di effettuare uno studio sui flussi di traffico e le prospettive della mobilità in modo da capire se il casello autostradale è opportuno o meno.

Cosa sostiene il professionista incaricato dall’A22?

«Che il lavoro non è ancora completato e che quindi non c’è alcuna valutazione. Alla fine dell’estate consegnerà l’esito dello studio all’Autobrennero e quindi a Provincia e Comuni. Seguirà, ovviamente, la discussione».

Nessuna indicazione?


«Assolutamente no anche se l’ing. Ciurnelli mi ha confermato che la percorribilità di tutta la variante alla statale avrà indubbiamente la sua influenza sui flussi di traffico, pur tenendo conto di una serie di problematiche».

Quali sono?

«Ne abbiamo già parlato in varie occasioni. Ribadisco, ma è solo un esempio, ciò su cui tutti concordano: il casello Bolzano Sud dell’Autobrennero sta dimostrando la sua inadeguatezza in relazione alla mole di traffico, fra l’altro in aumento, che sopporta. È evidente, in questo contesto, anche il ruolo della zona produttiva di via Einstein, nel capoluogo altoatesino, che è in costante ampliamento. Queste considerazioni portano a sottolineare una necessità improrogabile».

Quale è?

«Quella di impostare ogni problema legato alla mobilità in maniera congiunta. No ha senso - anzi: è addirittura controproducente - che Bolzano si occupi dei suoi problemi e che Laives, Bronzolo e Vadena facciano altrettanto con i loro. Bisogna collaborare, avere un visione globale delle problematiche per arrivare ad una soluzione che possa essere funzionale per tutto il comprensorio».

Anche per l’eventuale casello A22 a Laives?


«Evidentemente sì. Se le risultanze dello studio indicheranno che il casello sarà necessario, procederemo in tal senso sempre d’accordo con gli altri Comuni».

Intanto Laives intende muoversi con il piano del traffico?

«Lo porteremo in consiglio comunale prima dell’inizio della prossima estate per il necessario benestare visto che il Piano sarà parte integrante del Puc che deve essere rielaborato da un professionista a cui la giunta darà l’incarico».

Interventi previsti rispetto alle indicazioni contenute nel Piano?

«Fino a quando la centrale via Kennedy sarà una strada di scorrimento ogni intervento rischia di essere provvisorio o comunque poco efficace. Ripeto: soltanto con la variante completata ed interamente percorribile saranno possibili interventi efficaci per migliorare sia la mobilità urbana che quella esterna.

sabato 24 maggio 2008

Pineta, il centro sarà modificato

ALTO ADIGE, 24 MAGGIO 2008





LAIVES. Sarà l’architetto Roberta Springhetti a coordinare anche il concorso di idee per la revisione complessiva del comparto pubblico nel centro di Pineta. L’architetto è anche titolare del progetto per la ristrutturazione della scuola elementare “Collodi”, sempre a Pineta. È proprio da qui che è nata l’esigenza di rivedere l’intero centro, non più soltanto per la scuola, ma comprendendo anche tutto il resto: la materna, la piazza oggi adibita a parcheggio, le aree verdi e quant’altro dovrà caratterizzare Pineta. Una spinta verso la revisione è stata fornita anche dall’arrivo della zona di espansione Toggenburg 1, con un centinaio di appartamenti che saranno costruiti nell’arco dei prossimi anni. Così si prevede un incremento della popolazione, con la necessità quindi di adeguare anche le strutture ed i servizi pubblici di cui la frazione dispone.

C’è ad esempio l’ipotesi di costruire un asilo nido, struttura che se si farà, troverà posto con ogni probabilità nella Toggenburg 1, zona della quale in questi giorni sono stati anche approvati i progetti relativi alle infrastrutture. Insomma, il rifacimento della scuola elementare ha messo in moto un processo di revisione più ampio, che prenderà in esame l’intero centro. Per questo si punta sul concorso di idee, in maniera da garantirsi i migliori risultati possibili grazie alla concorrenza fra più professionisti. (b.c.)




Non possiamo che condividere un approccio complessivo alle problematiche di Pineta  ed infatti più volte ci siamo fatti interpreti di questa necessità.


Solo qualche mese fa, anche in concomitanza con l’approvazione del progetto della scuola elementare, le nostre proposte erano state accolte freddamente per cui qualche timore che si tratti di tattiche dilatorie permane.


D'altra parte ci pare difficile ripensare il comparto pubblico di Pineta senza includervi la scuola elementare per la quale la maggioranza assicura che non ci saranno ritardi.


La non ampliabilità dell'edificio, ad esempio, andrebbe riconsiderata all'interno del nuovo progetto.


Attendiamo comunque fiduciosi gli sviluppi.


Rifondazione Comunista - Laives

Pineta, il centro sarà modificato

ALTO ADIGE, 24 MAGGIO 2008





LAIVES. Sarà l’architetto Roberta Springhetti a coordinare anche il concorso di idee per la revisione complessiva del comparto pubblico nel centro di Pineta. L’architetto è anche titolare del progetto per la ristrutturazione della scuola elementare “Collodi”, sempre a Pineta. È proprio da qui che è nata l’esigenza di rivedere l’intero centro, non più soltanto per la scuola, ma comprendendo anche tutto il resto: la materna, la piazza oggi adibita a parcheggio, le aree verdi e quant’altro dovrà caratterizzare Pineta. Una spinta verso la revisione è stata fornita anche dall’arrivo della zona di espansione Toggenburg 1, con un centinaio di appartamenti che saranno costruiti nell’arco dei prossimi anni. Così si prevede un incremento della popolazione, con la necessità quindi di adeguare anche le strutture ed i servizi pubblici di cui la frazione dispone.

C’è ad esempio l’ipotesi di costruire un asilo nido, struttura che se si farà, troverà posto con ogni probabilità nella Toggenburg 1, zona della quale in questi giorni sono stati anche approvati i progetti relativi alle infrastrutture. Insomma, il rifacimento della scuola elementare ha messo in moto un processo di revisione più ampio, che prenderà in esame l’intero centro. Per questo si punta sul concorso di idee, in maniera da garantirsi i migliori risultati possibili grazie alla concorrenza fra più professionisti. (b.c.)




Non possiamo che condividere un approccio complessivo alle problematiche di Pineta  ed infatti più volte ci siamo fatti interpreti di questa necessità.


Solo qualche mese fa, anche in concomitanza con l’approvazione del progetto della scuola elementare, le nostre proposte erano state accolte freddamente per cui qualche timore che si tratti di tattiche dilatorie permane.


D'altra parte ci pare difficile ripensare il comparto pubblico di Pineta senza includervi la scuola elementare per la quale la maggioranza assicura che non ci saranno ritardi.


La non ampliabilità dell'edificio, ad esempio, andrebbe riconsiderata all'interno del nuovo progetto.


Attendiamo comunque fiduciosi gli sviluppi.


Rifondazione Comunista - Laives

venerdì 23 maggio 2008

Rifiuti, pareri divergenti

ALTO ADIGE, 22 MAGGIO 2008



di Bruno Canali





Opposizione: tutto da rifare. Replica: tutto ok



Lunga discussione a seguito della relazione Seab. Ma la giunta respinge le critiche




LAIVES. Con la denuncia alla Corte dei conti sullo sfondo, nuovamente in aula consigliare si è discusso del servizio di asporto rifiuti. Lo si è fatto sull’onda di diverse iniziative da parte dei consiglieri di opposizione (ordine del giorno e interpellanze). Uno dei punti di riferimento per gli attacchi portati dall’opposizione alla giunta rimane sempre la famosa analisi che la Seab aveva prodotto per il Comune in vista dell’avvio del servizio di raccolta dell’organico. Ad aprire il fuoco di fila dell’opposizione è stato il consigliere Rosario Grasso di Rifondazione comunista.

Grasso ha presentato sul tema un ordine del giorno con il quale chiedeva di portare in aula la discussione della relazione Seab. Da quel momento in poi sono intervenuti un po’ tutti i suoi colleghi di minoranza, in particolare Bruno Borin (Pdl) che ha espresso «Preoccupazione per lo spettacolo quotidiano in giro per le strade della città, con un certo disordine, particolarmente in alcuni punti, come in via Kennedy o in via Andreas Hofer». Borin ha salvato dal mucchio solamente Heinrich Abraham, anni orsono assessore all’ambiente, che varò il primo piano per la raccolta dei rifiuti, un «progetto pilota» che - ha ricordato Borin - fu il fiore all’occhiello di Laives, tanto da porlo tra i primi 7 comuni italiani. Oggi invece, come si intuisce dalla relazione che è stata eseguita dalla Seab, è bocciatura a tutto campo e siamo fanalino di coda».

Queste critiche (e con esse anche l’ordine del giorno firmato dal consigliere Grasso) sono state respinte dal sindaco Polonioli, che ha dichiarato di non condividere il punto di vista dei consiglieri di opposizione in merito al servizio rifiuti. «I costi sono come avevamo stabilito nel 2006, prima che subentrasse la Seab - ha spiegato il sindaco - e ricordo che la tariffa era ferma dal 2002. La raccolta differenziata, pur se in lieve calo, è a livelli di punta rispetto anche al resto della provincia (41,5 per cento) ed i sacchetti che si vedono abbandonati in via Kennedy sono frutto del “turismo dei rifiuti”, vengono cioè abbandonati da persone che arrivano da altri comuni, dove già si paga in base al peso dei rifiuti prodotti. Quanto alla discussione in aula, arriverà prossimamente».

Le parole di Polonioli non hanno comunque convinto i suoi oppositori e Grasso nuovamente ha chiesto come mai la Seab non abbia pensato di effettuare la verifica dello status quo quando assunse in proprio il servizio.

Rifiuti, pareri divergenti

ALTO ADIGE, 22 MAGGIO 2008



di Bruno Canali





Opposizione: tutto da rifare. Replica: tutto ok



Lunga discussione a seguito della relazione Seab. Ma la giunta respinge le critiche




LAIVES. Con la denuncia alla Corte dei conti sullo sfondo, nuovamente in aula consigliare si è discusso del servizio di asporto rifiuti. Lo si è fatto sull’onda di diverse iniziative da parte dei consiglieri di opposizione (ordine del giorno e interpellanze). Uno dei punti di riferimento per gli attacchi portati dall’opposizione alla giunta rimane sempre la famosa analisi che la Seab aveva prodotto per il Comune in vista dell’avvio del servizio di raccolta dell’organico. Ad aprire il fuoco di fila dell’opposizione è stato il consigliere Rosario Grasso di Rifondazione comunista.

Grasso ha presentato sul tema un ordine del giorno con il quale chiedeva di portare in aula la discussione della relazione Seab. Da quel momento in poi sono intervenuti un po’ tutti i suoi colleghi di minoranza, in particolare Bruno Borin (Pdl) che ha espresso «Preoccupazione per lo spettacolo quotidiano in giro per le strade della città, con un certo disordine, particolarmente in alcuni punti, come in via Kennedy o in via Andreas Hofer». Borin ha salvato dal mucchio solamente Heinrich Abraham, anni orsono assessore all’ambiente, che varò il primo piano per la raccolta dei rifiuti, un «progetto pilota» che - ha ricordato Borin - fu il fiore all’occhiello di Laives, tanto da porlo tra i primi 7 comuni italiani. Oggi invece, come si intuisce dalla relazione che è stata eseguita dalla Seab, è bocciatura a tutto campo e siamo fanalino di coda».

Queste critiche (e con esse anche l’ordine del giorno firmato dal consigliere Grasso) sono state respinte dal sindaco Polonioli, che ha dichiarato di non condividere il punto di vista dei consiglieri di opposizione in merito al servizio rifiuti. «I costi sono come avevamo stabilito nel 2006, prima che subentrasse la Seab - ha spiegato il sindaco - e ricordo che la tariffa era ferma dal 2002. La raccolta differenziata, pur se in lieve calo, è a livelli di punta rispetto anche al resto della provincia (41,5 per cento) ed i sacchetti che si vedono abbandonati in via Kennedy sono frutto del “turismo dei rifiuti”, vengono cioè abbandonati da persone che arrivano da altri comuni, dove già si paga in base al peso dei rifiuti prodotti. Quanto alla discussione in aula, arriverà prossimamente».

Le parole di Polonioli non hanno comunque convinto i suoi oppositori e Grasso nuovamente ha chiesto come mai la Seab non abbia pensato di effettuare la verifica dello status quo quando assunse in proprio il servizio.

giovedì 22 maggio 2008

Torraca, il comune illuminato dai LED



pubblicato: domenica 28 ottobre 2007 da silvia in: Energia



Esiste un paese in Italia dove le strade, i parchi e le gallerie sono illuminate non da lampade ad incandescenza, ma da LED.



Torraca, comune in provincia di Salerno di poco più di 1.200 anime, vanta un impianto di illuminazione comunale a LED. Per la cittadina sono installati 700 punti luce per un investimento, grazie a fondi regionali, di 280mila euro che si prevede rientreranno entro 6 anni.



L’impianto è stato realizzato dalla Elettronica Gelbison di Ceraso e ha generato un risparmio energetico del 65%, una riduzione dei costi di manutenzione del 50% e dell’inquinamento luminoso del 90%.



Il comune sarà al centro d
i un convegno internazionale organizzato dal sindaco della cittadina, Daniele Filizola. L’incontro, dal titolo “La via del risparmio energetico. Il caso Torraca, prima Led City al mondo”, si terrà il 30 novembre e il 1° dicembre a Torraca.



In quella occasione L. Di Fraia dell’università di Napoli dirà al pubblico perché i numeri relativi al risparmio energetico, manutentivo, etc… riportati in questo articolo non sono corrispondenti alla realtà.



Perchè non prendere esempio da questo piccolo comune?

Durante l'ultimo consiglio comunale abbiamo avanzato la proposta e la conferma della validità di questo sistema di illuminazione è venuta anche dall'architetto incaricata di presentare il progetto per le infrastrutture della nuova zona Toggenburg, la quale era a conoscenza di questo esperimento e ne ha confermato la validità.

Informarsi non costa nulla.



Rifondazione Comunista - Laives

Torraca, il comune illuminato dai LED



pubblicato: domenica 28 ottobre 2007 da silvia in: Energia



Esiste un paese in Italia dove le strade, i parchi e le gallerie sono illuminate non da lampade ad incandescenza, ma da LED.



Torraca, comune in provincia di Salerno di poco più di 1.200 anime, vanta un impianto di illuminazione comunale a LED. Per la cittadina sono installati 700 punti luce per un investimento, grazie a fondi regionali, di 280mila euro che si prevede rientreranno entro 6 anni.



L’impianto è stato realizzato dalla Elettronica Gelbison di Ceraso e ha generato un risparmio energetico del 65%, una riduzione dei costi di manutenzione del 50% e dell’inquinamento luminoso del 90%.



Il comune sarà al centro d
i un convegno internazionale organizzato dal sindaco della cittadina, Daniele Filizola. L’incontro, dal titolo “La via del risparmio energetico. Il caso Torraca, prima Led City al mondo”, si terrà il 30 novembre e il 1° dicembre a Torraca.



In quella occasione L. Di Fraia dell’università di Napoli dirà al pubblico perché i numeri relativi al risparmio energetico, manutentivo, etc… riportati in questo articolo non sono corrispondenti alla realtà.



Perchè non prendere esempio da questo piccolo comune?

Durante l'ultimo consiglio comunale abbiamo avanzato la proposta e la conferma della validità di questo sistema di illuminazione è venuta anche dall'architetto incaricata di presentare il progetto per le infrastrutture della nuova zona Toggenburg, la quale era a conoscenza di questo esperimento e ne ha confermato la validità.

Informarsi non costa nulla.



Rifondazione Comunista - Laives

mercoledì 21 maggio 2008

Asporto rifiuti: rifiutato il dibattito in consiglio

Durante l’ultimo consiglio comunale sono giunti in discussione un nostro ordine del giorno ed una nostra mozione, poi ritirata, sul servizio asporto rifiuti in cui si chiedeva di riportate la discussione di questo importante servizio nella sua sede naturale e cioè in consiglio comunale e tra i cittadini. L’obiettivo palese era di valutarne gli aspetti positivi, ma anche le lacune al fine di giungere ad un suo miglioramento. Inoltre si sarebbe avuta l’opportunità di capire le intenzioni della giunta e gli obiettivi che si pone per il prossimo futuro.


Lo spunto per la presentazione dei due documenti ci era stato fornito dalle notizie di stampa sul calo nella raccolta differenziata e successivamente dalla impietosa relazione della Seab “sullo stato di fatto del servizio”.


La fortunata coincidenza che vede la presenza in consiglio di tutti i principali responsabili della gestione del servizio nelle ultime amministrazioni - i consiglieri A. Mumelter e F. Oliver e gli assessori C. Tommasini e G. Zanvettor -, la possibilità di sentire direttamente un responsabile della Seab e il rappresentante del comune al suo interno, era un’occasione da non lasciarsi sfuggire ed invece, inspiegabilmente, ci si è rifiutati adducendo giustificazioni poco plausibili. La maggioranza ha infatti preferito chiudersi a riccio dimostrando così poco coraggio e forse l’incapacità di dare risposte alle accuse che le sono state mosse in questi giorni.


Incomprensibile è poi per noi l’atteggiamento dell’attuale detentore della delega, il quale sicuramente è il meno responsabile dello stato odierno del servizio avendolo egli ereditato così dal suo collega Tommasini. Egli quindi era il più interessato a distinguere le proprie responsabilità da quelle di chi lo aveva preceduto.


Non aver fatto sentire la propria voce può avere una sola spiegazione: si condivide totalmente il modo in cui è stato gestito il servizio e quindi se ne assume anche la responsabilità.


Se a ciò si aggiunge che si prosegue nella gestione giorno per giorno dell’asporto rifiuti, senza l’ambizione di lasciare un segno positivo, senza un progetto in grado di marcare la differenza dalle gestioni passate accontentandosi di aver di poco superato le percentuali di raccolta differenziata fissate dalla legge, a noi pare cosa assai grave, in particolar modo per chi ha nella trasparenza, nella partecipazione e nei temi ambientali i suoi punti di forza.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Asporto rifiuti: rifiutato il dibattito in consiglio

Durante l’ultimo consiglio comunale sono giunti in discussione un nostro ordine del giorno ed una nostra mozione, poi ritirata, sul servizio asporto rifiuti in cui si chiedeva di riportate la discussione di questo importante servizio nella sua sede naturale e cioè in consiglio comunale e tra i cittadini. L’obiettivo palese era di valutarne gli aspetti positivi, ma anche le lacune al fine di giungere ad un suo miglioramento. Inoltre si sarebbe avuta l’opportunità di capire le intenzioni della giunta e gli obiettivi che si pone per il prossimo futuro.


Lo spunto per la presentazione dei due documenti ci era stato fornito dalle notizie di stampa sul calo nella raccolta differenziata e successivamente dalla impietosa relazione della Seab “sullo stato di fatto del servizio”.


La fortunata coincidenza che vede la presenza in consiglio di tutti i principali responsabili della gestione del servizio nelle ultime amministrazioni - i consiglieri A. Mumelter e F. Oliver e gli assessori C. Tommasini e G. Zanvettor -, la possibilità di sentire direttamente un responsabile della Seab e il rappresentante del comune al suo interno, era un’occasione da non lasciarsi sfuggire ed invece, inspiegabilmente, ci si è rifiutati adducendo giustificazioni poco plausibili. La maggioranza ha infatti preferito chiudersi a riccio dimostrando così poco coraggio e forse l’incapacità di dare risposte alle accuse che le sono state mosse in questi giorni.


Incomprensibile è poi per noi l’atteggiamento dell’attuale detentore della delega, il quale sicuramente è il meno responsabile dello stato odierno del servizio avendolo egli ereditato così dal suo collega Tommasini. Egli quindi era il più interessato a distinguere le proprie responsabilità da quelle di chi lo aveva preceduto.


Non aver fatto sentire la propria voce può avere una sola spiegazione: si condivide totalmente il modo in cui è stato gestito il servizio e quindi se ne assume anche la responsabilità.


Se a ciò si aggiunge che si prosegue nella gestione giorno per giorno dell’asporto rifiuti, senza l’ambizione di lasciare un segno positivo, senza un progetto in grado di marcare la differenza dalle gestioni passate accontentandosi di aver di poco superato le percentuali di raccolta differenziata fissate dalla legge, a noi pare cosa assai grave, in particolar modo per chi ha nella trasparenza, nella partecipazione e nei temi ambientali i suoi punti di forza.


 


Rifondazione Comunista - Laives

«Casello? Pochi vantaggi. Per ora»

ALTO ADIGE, 20 MAGGIO 2008



di Ezio Danieli



Molto dipenderà da quando sarà percorribile l’intera variante





Le valutazioni non sono ancora terminate: entro due mesi i dati consegnati all’Autobrennero



LAIVES. Allo stato attuale delle cose - sulla base di una serie di scenari accuratamente ipotizzati - la realizzazione del casello autostradale porterebbe vantaggi tutto sommato contenuti. Ma vi sono due variabili che potrebbero modificare questa prima, parziale valutazione: 1) l’ancora incerta data sulla percorribilità completa della variante alla statale; 2) la possibilità che venga realizzato il centro intermodale sull’areale ferroviario compreso fra le stazioni di Bronzolo e di Ora. Le indicazioni vengono dallo studio dell’ing. Ciurnelli che dall’Autobrennero ha avuto l’incarico di valutare l’opportunità o meno di realizzare il casello. I risultati definitivi dell’accurato studio dovrebbero essere consegnati entro un paio di mesi.

Lo studio dell’ing. Ciurnelli - è lo stesso che ha elaborato i due Piani del traffico commissionati dal Comune di Laives, il secondo dei quali è ancora nel cassetto della giunta - ha effettuato una serie di valutazioni che tengono conto dello scenario futuro: i flussi di traffico sono stati calcolati tenendo conto, in particolare, della completa percorribilità della variante alla statale del Brennero. Lo studio commissionato dall’Autobrennero non è ancora completato ma le prime indicazioni, come detto, lasciano intendere che allo stato attuale delle cose la realizzazione del casello autostradale porterebbe soltanto vantaggi minimi alla viabilità. Quindi sarebbe un’opera inutile? La risposta non è categorica per una serie di considerazioni: 1) lo studio commissionato dall’Autobrennero non è ancora pronto; 2) è tutt’altro che certo l’anno (la Provincia continua a sostenere che sarà il 2011) in cui sarà percorribile tutta la variante da Pineta a Bronzolo con il tunnel sotto Laives; 3) sarebbe ancora in discussione la realizzazione del centro intermodale (merci dalla strada alla rotaia) sull’areale compreso fra le stazioni di Bronzolo e di Ora. Si tratta, quest’ultima, di una struttura che la Provincia ha già bocciato ma che viene ritenuta ancora importante dalle Ferrovie. È evidente che queste tre considerazioni incidono molto nella valutazione conclusiva che lo studio dell’ing. Ciurnelli dovrebbe presentare all’Autobrennero entro due mesi.

Proprio di recente, come si ricorderà, il presidente di Autobrennero Silvano Grisenti ha ribadito che è ancora percorribile l’idea di realizzare un casello autostradale all’altezza di Laives. «Stiamo facendo alcuni approfondimenti, d’intesa con la Provincia ed i comuni coinvolti». Grisenti ha ricordato che è stato commissionato appunto lo studio «sull’origine e la destinazione dei flussi di traffico». Dall’esito dello studio, ha sottolineato Grisenti, dipenderà la scelta dell’A22. «Se la relazione ci dimostrerà, dati alla mano, che il casello serve non ci tireremo indietro e realizzeremo il casello». Non resta che attendere un paio di mesi per avere il quadro delle valutazioni, ammesso che vi sia chiarezza sulla variante e sul centro intermodale.

«Casello? Pochi vantaggi. Per ora»

ALTO ADIGE, 20 MAGGIO 2008



di Ezio Danieli



Molto dipenderà da quando sarà percorribile l’intera variante





Le valutazioni non sono ancora terminate: entro due mesi i dati consegnati all’Autobrennero



LAIVES. Allo stato attuale delle cose - sulla base di una serie di scenari accuratamente ipotizzati - la realizzazione del casello autostradale porterebbe vantaggi tutto sommato contenuti. Ma vi sono due variabili che potrebbero modificare questa prima, parziale valutazione: 1) l’ancora incerta data sulla percorribilità completa della variante alla statale; 2) la possibilità che venga realizzato il centro intermodale sull’areale ferroviario compreso fra le stazioni di Bronzolo e di Ora. Le indicazioni vengono dallo studio dell’ing. Ciurnelli che dall’Autobrennero ha avuto l’incarico di valutare l’opportunità o meno di realizzare il casello. I risultati definitivi dell’accurato studio dovrebbero essere consegnati entro un paio di mesi.

Lo studio dell’ing. Ciurnelli - è lo stesso che ha elaborato i due Piani del traffico commissionati dal Comune di Laives, il secondo dei quali è ancora nel cassetto della giunta - ha effettuato una serie di valutazioni che tengono conto dello scenario futuro: i flussi di traffico sono stati calcolati tenendo conto, in particolare, della completa percorribilità della variante alla statale del Brennero. Lo studio commissionato dall’Autobrennero non è ancora completato ma le prime indicazioni, come detto, lasciano intendere che allo stato attuale delle cose la realizzazione del casello autostradale porterebbe soltanto vantaggi minimi alla viabilità. Quindi sarebbe un’opera inutile? La risposta non è categorica per una serie di considerazioni: 1) lo studio commissionato dall’Autobrennero non è ancora pronto; 2) è tutt’altro che certo l’anno (la Provincia continua a sostenere che sarà il 2011) in cui sarà percorribile tutta la variante da Pineta a Bronzolo con il tunnel sotto Laives; 3) sarebbe ancora in discussione la realizzazione del centro intermodale (merci dalla strada alla rotaia) sull’areale compreso fra le stazioni di Bronzolo e di Ora. Si tratta, quest’ultima, di una struttura che la Provincia ha già bocciato ma che viene ritenuta ancora importante dalle Ferrovie. È evidente che queste tre considerazioni incidono molto nella valutazione conclusiva che lo studio dell’ing. Ciurnelli dovrebbe presentare all’Autobrennero entro due mesi.

Proprio di recente, come si ricorderà, il presidente di Autobrennero Silvano Grisenti ha ribadito che è ancora percorribile l’idea di realizzare un casello autostradale all’altezza di Laives. «Stiamo facendo alcuni approfondimenti, d’intesa con la Provincia ed i comuni coinvolti». Grisenti ha ricordato che è stato commissionato appunto lo studio «sull’origine e la destinazione dei flussi di traffico». Dall’esito dello studio, ha sottolineato Grisenti, dipenderà la scelta dell’A22. «Se la relazione ci dimostrerà, dati alla mano, che il casello serve non ci tireremo indietro e realizzeremo il casello». Non resta che attendere un paio di mesi per avere il quadro delle valutazioni, ammesso che vi sia chiarezza sulla variante e sul centro intermodale.

lunedì 19 maggio 2008

Laives: perseguire l'interesse pubblico e non quello dei singoli

Vi è un modo di lavorare di questa amministrazione per comparti stagni e rincorrendo le emergenze, che ci preoccupa. Troppo spesso, e la cosa risulta particolarmente evidente nei lavori delle commissioni, invece di affrontare complessivamente i problemi e darvi soluzione, si aspetta che emergano casi particolari e li si affronta singolarmente senza preoccuparsi di trovare una soluzione d’insieme valida per tutti.


Non sappiamo se tutto ciò sia funzionale ad un tipo di politica per cui il cittadino invece di trovarsi di fronte ad una serie di diritti immediatamente esigibili è costretto a richiedere l’intervento del responsabile politico di turno il quale, ben volentieri e scommettiamo anche in buona fede, si preoccupa di risolvere il problema. Il colmo è che si considera tutto ciò anche meritorio senza rendersi forse pienamente conto che così si dà adito a sospetti, illazioni, dubbi sulla correttezza dell’agire politico e amministrativo.


Ci troviamo insomma di fronte ad un modo di operare funzionale alla creazioni di clientele e, quando si tratta di grossi interessi, forte è  il sospetto di un piegarsi a logiche che nulla hanno a che fare con l’interesse generale.


Si prenda ad esempio il problema della riclassificazione delle strade  interne agli abitati: numerosi sono i cittadini che aspettano questo provvedimento e che, in sua mancanza, ne sono fortemente penalizzati. L’amministrazione è in fortissimo e colpevole ritardo, ma invece di recuperare l’inerzia sin qui dimostrata interviene sul caso particolare facendo un favore ad un singolo cittadino il quale, probabilmente, si sentirà poi in obbligo verso chi si è dimostrato così sollecito nel risolvere il suo caso specifico.


Ancor più grave è il caso della Eso perché, pur nel rispetto delle leggi vigenti, si rischia di predeterminare il futuro sviluppo e la qualità di vita di una parte del territorio. Si è sensibili insomma alle esigenze di un singolo, ma non ci si pone il problema se sia utile avere sparse nel verde agricolo una serie di mini aree produttive in cui un domani potrebbero insediarsi produzioni pericolose o che, più semplicemente, potrebbero richiamare traffico o richiedere nuove infrastrutture a carico della collettività. Solo in seguito a questo ragionamento è infatti possibile esaminare il caso Eso e darvi una risposta nel rispetto di linee guida che l’amministrazione si vorrà dare e dell’interesse della collettività.


Un ultimo aspetto va sottolineato: particolarmente in materia urbanistica è sempre difficile per chi non è addentro alla materia capire quali interessi siano in gioco. Se oggi è più facile venirne a capo è grazie ai contrasti interni alla maggioranza per cui immediatamente se ne ha notizia sui giornali.


 


Rifondazione Comunista - Laives