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venerdì 21 settembre 2007

Caso Gabbia - Respinta la richiesta di trasparenza

Il successo personale del primo cittadino alle passate elezioni aveva in qualche modo fatto auspicare che si potesse sganciare dalle pressioni dei partiti e delle conventicole più o meno presenti tra le forze che lo appoggiavano. La presenza per la prima volta in maggioranza di volti nuovi sembrava essere garanzia per comportamenti diversi.


Il programma, poi, aveva numerosi aspetti condivisibili e caratteristiche in parte innovative che sin dal primo momento gli avevamo riconosciuto.


Insomma vi era la possibilità di dare una svolta effettiva alla vita politico-amministrativa della nostra città, ma  la presenza di forze fortemente ancorate a vecchie concezioni della politica ed alla loro capacità di condizionamento sembra aver vanificato quella speranza.


Il punto dolente è quello della trasparenza.


Non è informatizzando il comune o con qualche dichiarazione di principio che si ottiene un rapporto nuovo con i cittadini e nemmeno mettendo qualche vetrata sul brutto edificio del municipio.


Sulla vicenda che ruota intorno al consigliere Gabbia sarebbe stata necessaria innanzitutto un’iniziativa autonoma della maggioranza che sgombrasse i dubbi da ogni sospetto e, successivamente, una capacità politica di gestire anche le legittime richieste delle opposizioni. Invece si è preferito chiudersi a riccio, incapaci di dare risposte credibili e non si è avuta né la commissione d’inchiesta invocata dalle opposizioni, ed in un primo momento promessa, né altro.


Vi sono atti, decisioni, condotte, che tendono a segnare in maniera quasi indelebile la vita di un’amministrazione. Ne determinano per così dire la natura, in positivo o in negativo. Sono la cartina di tornasole di un modo di gestire la cosa pubblica. Certo è difficile quando si ereditano i pesi del passato uscirne in modo limpido. Ma era qui, in questo campo, in questi frangenti, che si chiedeva di dar prova del proprio valore.


Sapersi sottrarre a logiche di appartenenza e di casta, forse avrebbe creato grossi problemi con alcuni alleati, ma non fare chiarezza sulle responsabilità politiche della vicenda è stata una scelta infelice che segnerà in maniera profonda e duratura questa amministrazione.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Caso Gabbia - Respinta la richiesta di trasparenza

Il successo personale del primo cittadino alle passate elezioni aveva in qualche modo fatto auspicare che si potesse sganciare dalle pressioni dei partiti e delle conventicole più o meno presenti tra le forze che lo appoggiavano. La presenza per la prima volta in maggioranza di volti nuovi sembrava essere garanzia per comportamenti diversi.


Il programma, poi, aveva numerosi aspetti condivisibili e caratteristiche in parte innovative che sin dal primo momento gli avevamo riconosciuto.


Insomma vi era la possibilità di dare una svolta effettiva alla vita politico-amministrativa della nostra città, ma  la presenza di forze fortemente ancorate a vecchie concezioni della politica ed alla loro capacità di condizionamento sembra aver vanificato quella speranza.


Il punto dolente è quello della trasparenza.


Non è informatizzando il comune o con qualche dichiarazione di principio che si ottiene un rapporto nuovo con i cittadini e nemmeno mettendo qualche vetrata sul brutto edificio del municipio.


Sulla vicenda che ruota intorno al consigliere Gabbia sarebbe stata necessaria innanzitutto un’iniziativa autonoma della maggioranza che sgombrasse i dubbi da ogni sospetto e, successivamente, una capacità politica di gestire anche le legittime richieste delle opposizioni. Invece si è preferito chiudersi a riccio, incapaci di dare risposte credibili e non si è avuta né la commissione d’inchiesta invocata dalle opposizioni, ed in un primo momento promessa, né altro.


Vi sono atti, decisioni, condotte, che tendono a segnare in maniera quasi indelebile la vita di un’amministrazione. Ne determinano per così dire la natura, in positivo o in negativo. Sono la cartina di tornasole di un modo di gestire la cosa pubblica. Certo è difficile quando si ereditano i pesi del passato uscirne in modo limpido. Ma era qui, in questo campo, in questi frangenti, che si chiedeva di dar prova del proprio valore.


Sapersi sottrarre a logiche di appartenenza e di casta, forse avrebbe creato grossi problemi con alcuni alleati, ma non fare chiarezza sulle responsabilità politiche della vicenda è stata una scelta infelice che segnerà in maniera profonda e duratura questa amministrazione.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Massimo Guariento nel CDA della Seab

La nomina di Massimo Guariento nel CDA della Seab, non può che renderci felici data la competenza che riconosciamo a chi per anni ha lavorato con abnegazione in consiglio comunale e per la comunità di Laives.


Ci dispiace invece che la nomina sia avvenuta in un modo che rischia di sminuirne la valenza. Il suo nome, infatti, era noto da parecchio tempo, ma quando si è trattato di approvare la relativa delibera c’è stato chi si è opposto platealmente pretendendo il ritiro della stessa come condizione per votare importanti provvedimenti in discussione.


Ora un principio di trasparenza richiederebbe di sapere cosa è cambiato rispetto alla prima presentazione della delibera da permettere l’elezione senza obiezioni del candidato prescelto. Il sospetto che siano state concesse delle contropartite è più che legittimo e di questo abbiamo chiesto conto al sindaco. Vanamente.


La mancanza di chiarezza ci ha indotto dunque ad astenerci, ma rinnoviamo la stima per il neo eletto e gli facciamo  i migliori auguri di buon lavoro.



Rifondazione Comunista - Laives

Massimo Guariento nel CDA della Seab

La nomina di Massimo Guariento nel CDA della Seab, non può che renderci felici data la competenza che riconosciamo a chi per anni ha lavorato con abnegazione in consiglio comunale e per la comunità di Laives.


Ci dispiace invece che la nomina sia avvenuta in un modo che rischia di sminuirne la valenza. Il suo nome, infatti, era noto da parecchio tempo, ma quando si è trattato di approvare la relativa delibera c’è stato chi si è opposto platealmente pretendendo il ritiro della stessa come condizione per votare importanti provvedimenti in discussione.


Ora un principio di trasparenza richiederebbe di sapere cosa è cambiato rispetto alla prima presentazione della delibera da permettere l’elezione senza obiezioni del candidato prescelto. Il sospetto che siano state concesse delle contropartite è più che legittimo e di questo abbiamo chiesto conto al sindaco. Vanamente.


La mancanza di chiarezza ci ha indotto dunque ad astenerci, ma rinnoviamo la stima per il neo eletto e gli facciamo  i migliori auguri di buon lavoro.



Rifondazione Comunista - Laives

giovedì 20 settembre 2007

Intervento in aula in merito al caso Gabbia

L’odierno consiglio si svolge a pochi giorni dalla notizia della probabile archiviazione dell’esposto del signor Tiozzo, non avendo la magistratura riscontrato notizie di reato. Bene.


La cosa non può che renderci felici perché così la discussione rientra completamente nell’ambito che le è proprio e cioè quello politico.


Dico questo al di là del merito e delle perplessità personali che questa decisione ha suscitato, perché credo che gli episodi di cui parliamo investano un modo di concepire il fare politica ed i rapporti tra questa e l’apparato amministrativo non sempre limpidi e che necessitino dunque di una chiarificazione.


 


Vede, signor Sindaco, da un po’ di tempo siamo avvicinati da semplici cittadini i quali, oltre ad esporci qualche particolarissimo problema, ci pongono questa semplice domanda:


Cosa sta succedendo al comune di Laives ed alla sua maggioranza?


 


È una domanda che a nostro avviso è necessario porsi e l’esigenza nasce dal fatto che questa giunta aveva suscitato molte aspettative.


Il successo personale del primo cittadino aveva in qualche modo fatto auspicare che si potesse sganciare dalle pressioni dei partiti e delle conventicole più o meno presenti tra le forze che lo appoggiavano.


La presenza di forze nuove, per la prima volta accettate in maggioranza, sembravano essere garanzia per un modo di operare più trasparente.


 


Il programma, poi, aveva numerosi aspetti condivisibili e caratteristiche in parte innovative che sin dal primo momento gli avevamo riconosciuto.


Ricordiamo i temi sociali e quelli ambientali, la partecipazione, la trasparenza, …


Insomma vi era la possibilità di dare una svolta effettiva alla vita politico-amministrativa della nostra città.


Da parte nostra avevamo in sede di discussione, avanzato dei dubbi sia per le ambiguità presenti nella relazione, per la indeterminatezza di certi enunciati e per la mancanza di fondi disponibili.


 


Avremmo dovuto aggiungere, col senno di poi,  “per la presenza di forze fortemente ancorate a vecchie concezioni della politica ed alla loro capacità di condizionamento”


 


Ci siamo dunque sbagliati e nulla di positivo è stato fatto da questa amministrazione? Non lo crediamo e non saremo tanto stupidi da affermarlo  e sostenerlo.


 


Molti sono gli sforzi che sono stati profusi per andare, ad esempio, verso un rapporto nuovo con le frazioni ed i cittadini, ma con troppi tentennamenti e senza che divenisse  il modo di operare condiviso da tutti i membri della giunta.


Si è stati costretti, infatti, a togliere la delega a chi ha dato l’impressione di bearsi più delle parole che dei fatti.


 


Ma il punto dolente è quello della trasparenza.


Certo, lo ammetto, è difficile quando si ereditano i pesi del passato uscirne in modo limpido. Ma era qui, in questo campo, in questi frangenti, che si chiedeva di dar prova del proprio valore.


 


La gestione del caso GLM, le nomine nel cosiddetto sottogoverno, hanno sinora avuto tutti i crismi eccetto quello della trasparenza.


Non è informatizzando il comune, o con qualche dichiarazione di principio che si ottiene un rapporto nuovo con il cittadino e nemmeno mettendo qualche vetrata sul brutto edificio del municipio.


 


Abbiamo già avuto modo di dire che sulle problematiche sollevate dal caso Glm-Tiozzo sarebbe stata necessaria un’iniziativa autonoma della maggioranza che sgombrasse i dubbi da ogni sospetto (Una riorganizzazione degli uffici, un codice di autoregolamentazione, l’istituzione di un’indagine interna, non per punire chicchessia, ma per appurare il funzionamento della macchina amministrativa in quel settore e porre i rimedi più opportuni…)


Ed invece non si è avuta né la commissione d’inchiesta invocata dalle opposizioni ed in un primo momento promessa, né altro.


 


Oggi abbiamo un fatto che, se confermato, è di una gravità enorme.


Un consigliere presenta delle interrogazioni, gli viene chiesto di ritirarle. Fin qui nulla di male, ma poi qualcuno, forse troppo zelante, tenta di cancellarne ogni traccia.


Ma cosa contenevano quelle due interrogazioni di così grave, di così compromettente, di così imbarazzante, da non essere sufficiente il semplice ritiro? Cosa contenevano di talmente indicibile da impedire a chiunque di potervi risalire?


Il sospetto, ne converrete, è lecito, giustificato, addirittura doveroso, almeno per noi dell’opposizione, ma vi assicuro anche per la maggioranza dei cittadini di Laives.


 


E chi è stato così zelante da imporre la manomissione del protocollo ad un’impiegata costringendola ad un atto illegale al quale difficilmente poteva opporsi?


Non si può infatti certo ignorare che:



  1. L’impiegata non aveva alcun interesse ad alterare il registro del protocollo;

  2. Difficilmente avrebbe potuto rifiutarsi di ottemperare alla richiesta.


 


Su questo va fatta chiarezza ed è necessario che qualcuno ci dica esattamente:



  1. cosa contenevano le interrogazioni del consigliere Gabbia;

  2. chi ha dato l’ordine di far sparire traccia dei due documenti;

  3. se si intendano prendere dei provvedimenti, di quale natura e soprattutto nei confronti di chi?


 


Lei signor sindaco porta la responsabilità politica degli atti della sua giunta ma come responsabile del personale ha il dovere di tutelare il buon nome dei suoi sottoposti ed evitare che anche l’ultimo dei dipendenti di questo comune possa essere costretto a fare qualcosa contro il regolamento e contro la sua volontà.


 


A scanso di equivoci ripeto che non accetteremmo mai che a pagare fosse chi ha l’unica colpa di aver ottemperato ad una richiesta che per le condizioni date aveva la forza di un ordine a cui era impossibile opporsi.


Personalmente spero che non voglia difendere ciò e chi difendibile non è, ma che si ricostruisca l’accaduto con nomi e cognomi. In caso contrario sarà Lei, signor sindaco, a portarne tutta la responsabilità.


 


Vede, signor sindaco, vi sono atti che segnano in maniera direi indelebile la vita di un’amministrazione. Ne determinano per così dire la natura, in positivo o in negativo. Sono la cartina di tornasole di un modo di fare e di concepire la gestione della cosa pubblica.


Sapersi sottrarre a logiche di appartenenza e di casta, forse potrà crearle grossi problemi con alcuni dei suoi alleati, ma non fare chiarezza sarebbe molto peggio e segnerebbe in maniera profonda e duratura, la sua amministrazione e la sua politica.

Intervento in aula in merito al caso Gabbia

L’odierno consiglio si svolge a pochi giorni dalla notizia della probabile archiviazione dell’esposto del signor Tiozzo, non avendo la magistratura riscontrato notizie di reato. Bene.


La cosa non può che renderci felici perché così la discussione rientra completamente nell’ambito che le è proprio e cioè quello politico.


Dico questo al di là del merito e delle perplessità personali che questa decisione ha suscitato, perché credo che gli episodi di cui parliamo investano un modo di concepire il fare politica ed i rapporti tra questa e l’apparato amministrativo non sempre limpidi e che necessitino dunque di una chiarificazione.


 


Vede, signor Sindaco, da un po’ di tempo siamo avvicinati da semplici cittadini i quali, oltre ad esporci qualche particolarissimo problema, ci pongono questa semplice domanda:


Cosa sta succedendo al comune di Laives ed alla sua maggioranza?


 


È una domanda che a nostro avviso è necessario porsi e l’esigenza nasce dal fatto che questa giunta aveva suscitato molte aspettative.


Il successo personale del primo cittadino aveva in qualche modo fatto auspicare che si potesse sganciare dalle pressioni dei partiti e delle conventicole più o meno presenti tra le forze che lo appoggiavano.


La presenza di forze nuove, per la prima volta accettate in maggioranza, sembravano essere garanzia per un modo di operare più trasparente.


 


Il programma, poi, aveva numerosi aspetti condivisibili e caratteristiche in parte innovative che sin dal primo momento gli avevamo riconosciuto.


Ricordiamo i temi sociali e quelli ambientali, la partecipazione, la trasparenza, …


Insomma vi era la possibilità di dare una svolta effettiva alla vita politico-amministrativa della nostra città.


Da parte nostra avevamo in sede di discussione, avanzato dei dubbi sia per le ambiguità presenti nella relazione, per la indeterminatezza di certi enunciati e per la mancanza di fondi disponibili.


 


Avremmo dovuto aggiungere, col senno di poi,  “per la presenza di forze fortemente ancorate a vecchie concezioni della politica ed alla loro capacità di condizionamento”


 


Ci siamo dunque sbagliati e nulla di positivo è stato fatto da questa amministrazione? Non lo crediamo e non saremo tanto stupidi da affermarlo  e sostenerlo.


 


Molti sono gli sforzi che sono stati profusi per andare, ad esempio, verso un rapporto nuovo con le frazioni ed i cittadini, ma con troppi tentennamenti e senza che divenisse  il modo di operare condiviso da tutti i membri della giunta.


Si è stati costretti, infatti, a togliere la delega a chi ha dato l’impressione di bearsi più delle parole che dei fatti.


 


Ma il punto dolente è quello della trasparenza.


Certo, lo ammetto, è difficile quando si ereditano i pesi del passato uscirne in modo limpido. Ma era qui, in questo campo, in questi frangenti, che si chiedeva di dar prova del proprio valore.


 


La gestione del caso GLM, le nomine nel cosiddetto sottogoverno, hanno sinora avuto tutti i crismi eccetto quello della trasparenza.


Non è informatizzando il comune, o con qualche dichiarazione di principio che si ottiene un rapporto nuovo con il cittadino e nemmeno mettendo qualche vetrata sul brutto edificio del municipio.


 


Abbiamo già avuto modo di dire che sulle problematiche sollevate dal caso Glm-Tiozzo sarebbe stata necessaria un’iniziativa autonoma della maggioranza che sgombrasse i dubbi da ogni sospetto (Una riorganizzazione degli uffici, un codice di autoregolamentazione, l’istituzione di un’indagine interna, non per punire chicchessia, ma per appurare il funzionamento della macchina amministrativa in quel settore e porre i rimedi più opportuni…)


Ed invece non si è avuta né la commissione d’inchiesta invocata dalle opposizioni ed in un primo momento promessa, né altro.


 


Oggi abbiamo un fatto che, se confermato, è di una gravità enorme.


Un consigliere presenta delle interrogazioni, gli viene chiesto di ritirarle. Fin qui nulla di male, ma poi qualcuno, forse troppo zelante, tenta di cancellarne ogni traccia.


Ma cosa contenevano quelle due interrogazioni di così grave, di così compromettente, di così imbarazzante, da non essere sufficiente il semplice ritiro? Cosa contenevano di talmente indicibile da impedire a chiunque di potervi risalire?


Il sospetto, ne converrete, è lecito, giustificato, addirittura doveroso, almeno per noi dell’opposizione, ma vi assicuro anche per la maggioranza dei cittadini di Laives.


 


E chi è stato così zelante da imporre la manomissione del protocollo ad un’impiegata costringendola ad un atto illegale al quale difficilmente poteva opporsi?


Non si può infatti certo ignorare che:



  1. L’impiegata non aveva alcun interesse ad alterare il registro del protocollo;

  2. Difficilmente avrebbe potuto rifiutarsi di ottemperare alla richiesta.


 


Su questo va fatta chiarezza ed è necessario che qualcuno ci dica esattamente:



  1. cosa contenevano le interrogazioni del consigliere Gabbia;

  2. chi ha dato l’ordine di far sparire traccia dei due documenti;

  3. se si intendano prendere dei provvedimenti, di quale natura e soprattutto nei confronti di chi?


 


Lei signor sindaco porta la responsabilità politica degli atti della sua giunta ma come responsabile del personale ha il dovere di tutelare il buon nome dei suoi sottoposti ed evitare che anche l’ultimo dei dipendenti di questo comune possa essere costretto a fare qualcosa contro il regolamento e contro la sua volontà.


 


A scanso di equivoci ripeto che non accetteremmo mai che a pagare fosse chi ha l’unica colpa di aver ottemperato ad una richiesta che per le condizioni date aveva la forza di un ordine a cui era impossibile opporsi.


Personalmente spero che non voglia difendere ciò e chi difendibile non è, ma che si ricostruisca l’accaduto con nomi e cognomi. In caso contrario sarà Lei, signor sindaco, a portarne tutta la responsabilità.


 


Vede, signor sindaco, vi sono atti che segnano in maniera direi indelebile la vita di un’amministrazione. Ne determinano per così dire la natura, in positivo o in negativo. Sono la cartina di tornasole di un modo di fare e di concepire la gestione della cosa pubblica.


Sapersi sottrarre a logiche di appartenenza e di casta, forse potrà crearle grossi problemi con alcuni dei suoi alleati, ma non fare chiarezza sarebbe molto peggio e segnerebbe in maniera profonda e duratura, la sua amministrazione e la sua politica.

venerdì 14 settembre 2007

Dal quotidiano Alto Adige di giovedì 13 settembre 2007


 


Supermercati, rincari record In 2 anni aumenti fino al 70% 


Indagine del Ctcu nei punti vendita Omniscom e Aspiag 


 


 


  BOLZANO. I prezzi degli alimentari a Bolzano corrono molto più veloci dell’inflazione. Provare per credere: ieri, alla vigilia dello “sciopero” contro il carovita, il direttore del Centro Tutela Consumatori e Utenti, Walther Andreaus, è andato a fare la spesa in due supermarcati delle catene Ominiscom e Aspiag. Nel carrello ha infilato i 27 prodotti contenuti nel paniere dell’azione “Prezzi fermi 2005” voluta dalla giunta Salghetti e poi abbandonata da quella Spagnolli. In soli due anni c’è stata una variazione percentuale che incide in modo significativo sui portafogli dei bolzanini. I prezzi sono stati rilevati all’Eurospar di Via Roma (società Aspiag) e all’A&O di Via del Ronco (società Omnicom), andando ad analizzare i costi dei prodotti tenuti sotto controllo dall’Osservatorio sui prezzi fino alla fine di giugno 2005.


 Tenendo conto che il tasso dell’inflazione sui generi di prima necessità tra giugno 2005 e settembre 2007 è stabilito ad una percentuale del 5,1%, stupisce scoprire che ben 15 prodotti alimentari all’Eurospar e 22 all’A&O, su un totale di 27, subiscono variazioni percentuali eccessivamente alte.


 L’analisi dei costi, dove non specificato, ha preso in considerazione i prodotti col prezzo più basso proposto alla clientela, tenendo conto delle offerte aperte a tutti e tralasciando, invece, quelle indirizzate solo a possessori di tessere particolari.


 Il riso arborio, per esempio, all’A&O presenta un aumento rispetto al 2005 di 70 centesimi per una variazione del 73,7%, la più alta registrata nell’analisi, mentre all’Eurospar l’incremento è “solo” del 25,3%, considerando però che il prodotto è attualmente in offerta.


 Sensibile anche l’aumento del burro, che oscilla tra il 27,4% dell’Eurospar (prodotto in offerta) e il 65,5% dell’A&O, e dell’ olio extravergine che, pur proposto come sotto costo, in via del Ronco presenta un rialzo del 30,4%.


 Notevoli anche gli incrementi della passata di pomodoro e del tonno, con punte rispettivamente del 51,3% e del 66%. Si può tirare un sospiro di sollievo acquistando grana padano e salame, gli unici prodotti che presentano delle sostanziali e generalizzate diminuzioni, pur considerando che si tratta di generi che godono di una varietà e di una concorrenza maggiore rispetto ad altri prodotti. Sostanzialmente invariati, infine, tortellini e formaggio “Philadelphia”.


 «Questo aumento generalizzato - dice Andreaus -, che va ben oltre l’inflazione stabilita, mette in luce in modo chiaro come il Comune e l’Assessore competente alle attività economiche, il vicesindaco Elmar Pichler Rolle, abbiano di fatto addormentato l’Osservatorio sui prezzi che vigilava su questi prodotti fino a giugno 2005. Finito il periodo garantito, negli ultimi due anni, i prezzi sono saliti in modo vertiginoso. In vista degli annunciati nuovi aumenti credo che vada attuata una politica seria di controllo sui prezzi da parte del Comune, resuscitando l’Osservatorio che originariamente era composto da una commissione con Assessore, consumatori, sindacati e commercianti. Noi abbiamo provato ad insistere con l’Assessore, ma le risposte sono sempre state piuttosto evasive».


 Il Centro Tutela Consumatori propone anche altre iniziative a livello istituzionale. «Bisognerebbe sedersi tutti a un tavolo e discutere chiaramente del problema rincari - ribadisce Andreaus -. Io riproporrei anche l’iniziativa dei “mercati generali” che riusciva a calmierare i costi introducendo prezzi garantiti settimanali per tre prodotti ortofrutticoli. Inoltre il Comune non deve dimenticare il blocco delle tariffe pubbliche, dai rifiuti ai parcheggi».


 Andreaus invita anche i consumatori ad attuare forme di protesta: «Credo che la gente debba reagire ad aumenti ingiustificati boicottando i prodotti troppo cari. Lasciare lo scaffale pieno è il metodo migliore per colpire chi specula eccessivamente. Dobbiamo difenderci dall’attacco al portafoglio con la consapevolezza che la domanda è essenziale nel determinare i prezzi dell’offerta all’interno del libero mercato. Noi non abbiamo aderito allo sciopero in atto oggi per mancanza di tempo effettivo per organizzare la protesta al meglio, ma io invito i consumatori ad essere attenti sempre e a imporre le proprie ragioni tutto l’anno scegliendo bene cosa mettere nel carrello».

Dal quotidiano Alto Adige di giovedì 13 settembre 2007


 


Supermercati, rincari record In 2 anni aumenti fino al 70% 


Indagine del Ctcu nei punti vendita Omniscom e Aspiag 


 


 


  BOLZANO. I prezzi degli alimentari a Bolzano corrono molto più veloci dell’inflazione. Provare per credere: ieri, alla vigilia dello “sciopero” contro il carovita, il direttore del Centro Tutela Consumatori e Utenti, Walther Andreaus, è andato a fare la spesa in due supermarcati delle catene Ominiscom e Aspiag. Nel carrello ha infilato i 27 prodotti contenuti nel paniere dell’azione “Prezzi fermi 2005” voluta dalla giunta Salghetti e poi abbandonata da quella Spagnolli. In soli due anni c’è stata una variazione percentuale che incide in modo significativo sui portafogli dei bolzanini. I prezzi sono stati rilevati all’Eurospar di Via Roma (società Aspiag) e all’A&O di Via del Ronco (società Omnicom), andando ad analizzare i costi dei prodotti tenuti sotto controllo dall’Osservatorio sui prezzi fino alla fine di giugno 2005.


 Tenendo conto che il tasso dell’inflazione sui generi di prima necessità tra giugno 2005 e settembre 2007 è stabilito ad una percentuale del 5,1%, stupisce scoprire che ben 15 prodotti alimentari all’Eurospar e 22 all’A&O, su un totale di 27, subiscono variazioni percentuali eccessivamente alte.


 L’analisi dei costi, dove non specificato, ha preso in considerazione i prodotti col prezzo più basso proposto alla clientela, tenendo conto delle offerte aperte a tutti e tralasciando, invece, quelle indirizzate solo a possessori di tessere particolari.


 Il riso arborio, per esempio, all’A&O presenta un aumento rispetto al 2005 di 70 centesimi per una variazione del 73,7%, la più alta registrata nell’analisi, mentre all’Eurospar l’incremento è “solo” del 25,3%, considerando però che il prodotto è attualmente in offerta.


 Sensibile anche l’aumento del burro, che oscilla tra il 27,4% dell’Eurospar (prodotto in offerta) e il 65,5% dell’A&O, e dell’ olio extravergine che, pur proposto come sotto costo, in via del Ronco presenta un rialzo del 30,4%.


 Notevoli anche gli incrementi della passata di pomodoro e del tonno, con punte rispettivamente del 51,3% e del 66%. Si può tirare un sospiro di sollievo acquistando grana padano e salame, gli unici prodotti che presentano delle sostanziali e generalizzate diminuzioni, pur considerando che si tratta di generi che godono di una varietà e di una concorrenza maggiore rispetto ad altri prodotti. Sostanzialmente invariati, infine, tortellini e formaggio “Philadelphia”.


 «Questo aumento generalizzato - dice Andreaus -, che va ben oltre l’inflazione stabilita, mette in luce in modo chiaro come il Comune e l’Assessore competente alle attività economiche, il vicesindaco Elmar Pichler Rolle, abbiano di fatto addormentato l’Osservatorio sui prezzi che vigilava su questi prodotti fino a giugno 2005. Finito il periodo garantito, negli ultimi due anni, i prezzi sono saliti in modo vertiginoso. In vista degli annunciati nuovi aumenti credo che vada attuata una politica seria di controllo sui prezzi da parte del Comune, resuscitando l’Osservatorio che originariamente era composto da una commissione con Assessore, consumatori, sindacati e commercianti. Noi abbiamo provato ad insistere con l’Assessore, ma le risposte sono sempre state piuttosto evasive».


 Il Centro Tutela Consumatori propone anche altre iniziative a livello istituzionale. «Bisognerebbe sedersi tutti a un tavolo e discutere chiaramente del problema rincari - ribadisce Andreaus -. Io riproporrei anche l’iniziativa dei “mercati generali” che riusciva a calmierare i costi introducendo prezzi garantiti settimanali per tre prodotti ortofrutticoli. Inoltre il Comune non deve dimenticare il blocco delle tariffe pubbliche, dai rifiuti ai parcheggi».


 Andreaus invita anche i consumatori ad attuare forme di protesta: «Credo che la gente debba reagire ad aumenti ingiustificati boicottando i prodotti troppo cari. Lasciare lo scaffale pieno è il metodo migliore per colpire chi specula eccessivamente. Dobbiamo difenderci dall’attacco al portafoglio con la consapevolezza che la domanda è essenziale nel determinare i prezzi dell’offerta all’interno del libero mercato. Noi non abbiamo aderito allo sciopero in atto oggi per mancanza di tempo effettivo per organizzare la protesta al meglio, ma io invito i consumatori ad essere attenti sempre e a imporre le proprie ragioni tutto l’anno scegliendo bene cosa mettere nel carrello».

giovedì 13 settembre 2007

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


  


Oggetto: Corsia di immissione per i veicoli provenienti da Via degli Alpini


 


 Come già abbiamo avuto modo di segnalare, l’aumento del traffico dovuto all’apertura della galleria di S. Giacomo, ha reso ancor più pericolosa l’immissione in direzione sud sulla strada nazionale dei veicoli provenienti da Pineta, mentre continuano a costituire fonte di pericolo le vetture ferme in attesa di girare nell’abitato.


Tenuto conto che da qualche tempo sono iniziati i lavori di preparazione del cantiere per la variante alla SS12 a Pineta e che con un intervento tutto sommato di poca rilevanza sarebbe possibile allargare in quel breve tratto la sede stradale permettendo la realizzazione una corsia di immissione,


                           il sottoscritto consigliere comunale chiede 


se non si ritenga opportuno verificare, in concomitanza dei lavori per il cantiere, la possibilità di realizzazione di una corsia di immissione in prossimità dell’incrocio con via degli Alpini, sia per i veicoli diretti a sud che per quelli provenienti da nord che vogliano immettersi nell’abitato.


 Si richiede cortesemente risposta scritta.



              Il Consigliere comunale


               Rosario Grasso


 


Laives, li 4 settembre 2007

Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


  


Oggetto: Corsia di immissione per i veicoli provenienti da Via degli Alpini


 


 Come già abbiamo avuto modo di segnalare, l’aumento del traffico dovuto all’apertura della galleria di S. Giacomo, ha reso ancor più pericolosa l’immissione in direzione sud sulla strada nazionale dei veicoli provenienti da Pineta, mentre continuano a costituire fonte di pericolo le vetture ferme in attesa di girare nell’abitato.


Tenuto conto che da qualche tempo sono iniziati i lavori di preparazione del cantiere per la variante alla SS12 a Pineta e che con un intervento tutto sommato di poca rilevanza sarebbe possibile allargare in quel breve tratto la sede stradale permettendo la realizzazione una corsia di immissione,


                           il sottoscritto consigliere comunale chiede 


se non si ritenga opportuno verificare, in concomitanza dei lavori per il cantiere, la possibilità di realizzazione di una corsia di immissione in prossimità dell’incrocio con via degli Alpini, sia per i veicoli diretti a sud che per quelli provenienti da nord che vogliano immettersi nell’abitato.


 Si richiede cortesemente risposta scritta.



              Il Consigliere comunale


               Rosario Grasso


 


Laives, li 4 settembre 2007

Scuola materna di Pineta. No alla vendita del terreno ai privati

Ancora una volta, più che un disegno complessivo ancorato a dati certi, sembrano essere le esigenze di cassa ad indirizzare gli interventi della giunta di Laives.


Ci riferiamo in questo caso al progetto sponsorizzato dall’assessore Gerolimon di abbattere l’attuale edificio della scuola materna di Pineta e di vendere ai privati il terreno. Si tratta certamente di un’area appetibile sulla quale costruire, ma in questo modo alla frazione verrebbe sottratta l’unica possibilità di rimediare agli errori del passato quando, in mancanza di un piano regolatore, si è costruito senza pensare che per fare un paese non è sufficiente edificare case, ma occorre che contemporaneamente vengano progettati spazi ricreativi, verde, servizi e quant’altro. Con l’operazione proposta dal responsabile dei lavori pubblici verrebbe definitivamente vanificata la possibilità di dare una fisionomia al vecchio centro con la creazione, ad esempio, di una piccola piazza, di un parco giochi, di un punto di ritrovo di cui si sente la mancanza.


Inoltre l’assicurazione che non verranno costruiti mostri edilizi non ci tranquillizza affatto, ma semmai ci fa sospettare che vi sia chi spinga per  operazioni speculative di cui la nostra frazione non ha certo bisogno.


Più volte abbiamo richiamato l’attenzione di questa maggioranza sulla necessità di coinvolgere la popolazione nella programmazione degli spazi urbanistici e per Pineta la necessità di valutare l’opportunità di un polo scolastico unico che accorpi asilo nido, scuola materna ed elementari individuando contemporaneamente le altre strutture necessarie alla comunità della frazione. Ciò permetterebbe di liberare un’area considerevole aprendo una possibilità di recupero razionale dei pochi spazi esistenti nel vecchio abitato.


Insomma ribadiamo che questo modo di procedere senza una visione complessiva non ci piace e che quindi contrasteremo con tutte le nostre forze questo progetto: lo spazio occupato oggi dalla scuola materna appartiene a tutti  gli abitanti della frazione e a loro disposizione deve restare.



Rifondazione Comunista - Laives


 

Scuola materna di Pineta. No alla vendita del terreno ai privati

Ancora una volta, più che un disegno complessivo ancorato a dati certi, sembrano essere le esigenze di cassa ad indirizzare gli interventi della giunta di Laives.


Ci riferiamo in questo caso al progetto sponsorizzato dall’assessore Gerolimon di abbattere l’attuale edificio della scuola materna di Pineta e di vendere ai privati il terreno. Si tratta certamente di un’area appetibile sulla quale costruire, ma in questo modo alla frazione verrebbe sottratta l’unica possibilità di rimediare agli errori del passato quando, in mancanza di un piano regolatore, si è costruito senza pensare che per fare un paese non è sufficiente edificare case, ma occorre che contemporaneamente vengano progettati spazi ricreativi, verde, servizi e quant’altro. Con l’operazione proposta dal responsabile dei lavori pubblici verrebbe definitivamente vanificata la possibilità di dare una fisionomia al vecchio centro con la creazione, ad esempio, di una piccola piazza, di un parco giochi, di un punto di ritrovo di cui si sente la mancanza.


Inoltre l’assicurazione che non verranno costruiti mostri edilizi non ci tranquillizza affatto, ma semmai ci fa sospettare che vi sia chi spinga per  operazioni speculative di cui la nostra frazione non ha certo bisogno.


Più volte abbiamo richiamato l’attenzione di questa maggioranza sulla necessità di coinvolgere la popolazione nella programmazione degli spazi urbanistici e per Pineta la necessità di valutare l’opportunità di un polo scolastico unico che accorpi asilo nido, scuola materna ed elementari individuando contemporaneamente le altre strutture necessarie alla comunità della frazione. Ciò permetterebbe di liberare un’area considerevole aprendo una possibilità di recupero razionale dei pochi spazi esistenti nel vecchio abitato.


Insomma ribadiamo che questo modo di procedere senza una visione complessiva non ci piace e che quindi contrasteremo con tutte le nostre forze questo progetto: lo spazio occupato oggi dalla scuola materna appartiene a tutti  gli abitanti della frazione e a loro disposizione deve restare.



Rifondazione Comunista - Laives


 

lunedì 10 settembre 2007

Senti chi parla.

Abbiamo letto con stupita perplessità le dichiarazioni del consigliere Frazza il quale rimprovera alle opposizione il tentativo di far mancare il numero legale in aula.


Dopo un attimo di incredulità ed un’attenta rilettura del testo ci siamo però convinti che si trattava sicuramente di un refuso di stampa.


Il nostro, infatti, non si scagliava contro le opposizioni le quali, a loro insindacabile giudizio, hanno il diritto di usare tutti gli strumenti che dà loro il regolamento per evidenziare ad esempio la scarsa attenzione riservata dalla maggioranza a problemi come quello della salute dei cittadini.


Si trattava invece di una presa di posizione autocritica che coinvolgeva il suo collega di partito il quale, platealmente, durante il penultimo consiglio, ritardando le entrate in aula e alternandosi nelle uscite con lo stesso consigliere Frazza, minacciava di far mancare i voti necessari per l’approvazione di importanti provvedimenti.


Il motivo? L'esclusione dalle nomine nel cosiddetto sottogoverno...


A questo dunque si riferiva il consigliere, e noi non possiamo che unirci a lui nello stigmatizzare questi comportamenti.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Senti chi parla.

Abbiamo letto con stupita perplessità le dichiarazioni del consigliere Frazza il quale rimprovera alle opposizione il tentativo di far mancare il numero legale in aula.


Dopo un attimo di incredulità ed un’attenta rilettura del testo ci siamo però convinti che si trattava sicuramente di un refuso di stampa.


Il nostro, infatti, non si scagliava contro le opposizioni le quali, a loro insindacabile giudizio, hanno il diritto di usare tutti gli strumenti che dà loro il regolamento per evidenziare ad esempio la scarsa attenzione riservata dalla maggioranza a problemi come quello della salute dei cittadini.


Si trattava invece di una presa di posizione autocritica che coinvolgeva il suo collega di partito il quale, platealmente, durante il penultimo consiglio, ritardando le entrate in aula e alternandosi nelle uscite con lo stesso consigliere Frazza, minacciava di far mancare i voti necessari per l’approvazione di importanti provvedimenti.


Il motivo? L'esclusione dalle nomine nel cosiddetto sottogoverno...


A questo dunque si riferiva il consigliere, e noi non possiamo che unirci a lui nello stigmatizzare questi comportamenti.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Sull'aeroporto approvato il documento della maggioranza.


Dure critiche dalle opposizioni



Durante il dibattito sull’aeroporto in consiglio comunale è stato discusso un nostro ordine del giorno concepito in modo che anche le forze di maggioranza potessero votarlo. Avevamo per questo motivo rinunciato ad esplicitare la nostra contrarietà all’ampliamento dello scalo concentrandoci invece sulle ragioni che ci portano a comprendere e condividere le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste e di larga parte della popolazione.


Tecnicamente il documento riprendeva ampi stralci di un testo presentato dalla maggioranza ed in seguito ritirato, ed il punto tre del contratto di mediazione controfirmato dai rappresentanti del nostro comune, laddove si prevedevano gli accertamenti sullo stato di inquinamento del territorio e gli interventi necessari per contrastarlo. Infine, in sintonia con il punto programmatico della partecipazione tanto caro a questa giunta, avevamo inserito la richiesta di attendere l’esito del referendum prima di procedere ad una decisione definitiva.


Si trattava, come si vede e come inizialmente ci ha riconosciuto anche lo stesso primo cittadino, di un documento in larga misura condivisibile da tutte le forze presenti in consiglio che avrebbe dato voce alle preoccupazioni ed alle richieste di garanzie avanzate nei mesi scorsi dai cittadini. Per questo motivo ci è risultata incomprensibile la decisione di non votarlo soprattutto dopo l’intervenuto del consigliere Mumelter che ha spiegato con argomentata precisione la contrarietà del suo gruppo a qualsivoglia ampliamento della struttura di via Baracca. Peccato che non una parola uscita dalla sua bocca fosse poi rintracciabile nel documento della maggioranza da lui votato.


Insomma il dibattito ha messo in luce le divisioni della maggioranza su questo tema e ha rimarcato ancora una volta la non volontà o l’impossibilità di opporsi allo strapotere provinciale. L’adesione acritica alla proposta Thaler-Durnwalder, spacciata come il mantenimento dello status quo, ne è stata la logica conseguenza.


La cosa peggiore è stata però l’incapacità delle forze contrarie all’ampliamento, presenti in maggioranza, ma troppo spesso silenti, di incidere su tutta la coalizione, con l’aggravante di aver rinunciato a trovare in consiglio i voti necessari per far passare una posizione non in contrasto con i propri convincimenti e con le richieste dei cittadini.


È questa mancanza di coraggio che li ha esposti alle critiche più severe da parte delle opposizioni.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Sull'aeroporto approvato il documento della maggioranza.


Dure critiche dalle opposizioni



Durante il dibattito sull’aeroporto in consiglio comunale è stato discusso un nostro ordine del giorno concepito in modo che anche le forze di maggioranza potessero votarlo. Avevamo per questo motivo rinunciato ad esplicitare la nostra contrarietà all’ampliamento dello scalo concentrandoci invece sulle ragioni che ci portano a comprendere e condividere le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste e di larga parte della popolazione.


Tecnicamente il documento riprendeva ampi stralci di un testo presentato dalla maggioranza ed in seguito ritirato, ed il punto tre del contratto di mediazione controfirmato dai rappresentanti del nostro comune, laddove si prevedevano gli accertamenti sullo stato di inquinamento del territorio e gli interventi necessari per contrastarlo. Infine, in sintonia con il punto programmatico della partecipazione tanto caro a questa giunta, avevamo inserito la richiesta di attendere l’esito del referendum prima di procedere ad una decisione definitiva.


Si trattava, come si vede e come inizialmente ci ha riconosciuto anche lo stesso primo cittadino, di un documento in larga misura condivisibile da tutte le forze presenti in consiglio che avrebbe dato voce alle preoccupazioni ed alle richieste di garanzie avanzate nei mesi scorsi dai cittadini. Per questo motivo ci è risultata incomprensibile la decisione di non votarlo soprattutto dopo l’intervenuto del consigliere Mumelter che ha spiegato con argomentata precisione la contrarietà del suo gruppo a qualsivoglia ampliamento della struttura di via Baracca. Peccato che non una parola uscita dalla sua bocca fosse poi rintracciabile nel documento della maggioranza da lui votato.


Insomma il dibattito ha messo in luce le divisioni della maggioranza su questo tema e ha rimarcato ancora una volta la non volontà o l’impossibilità di opporsi allo strapotere provinciale. L’adesione acritica alla proposta Thaler-Durnwalder, spacciata come il mantenimento dello status quo, ne è stata la logica conseguenza.


La cosa peggiore è stata però l’incapacità delle forze contrarie all’ampliamento, presenti in maggioranza, ma troppo spesso silenti, di incidere su tutta la coalizione, con l’aggravante di aver rinunciato a trovare in consiglio i voti necessari per far passare una posizione non in contrasto con i propri convincimenti e con le richieste dei cittadini.


È questa mancanza di coraggio che li ha esposti alle critiche più severe da parte delle opposizioni.


 


Rifondazione Comunista - Laives