Al Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano - Südtiroler Landtag
Il presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder, in questi giorni definirà la data dei referendum, tra cui quello sulla democrazia diretta e sull’aeroporto.
Noi cittadini della provincia di Bolzano chiediamo di poter votare in concomitanza con le elezioni Europee del 6/7 giugno.
In questa maniera eviteremo un notevole sperpero di denaro pubblico e non saremo costretti a tornare più volte alle urne in un breve periodo.
Questo sarebbe possibile:
1. con una definizione su quale sia l’interpretazione autentica della legge sui referendum, se quella del Consiglio provinciale che permetterebbe la votazione dal 26 aprile in poi, o quella dell’Amministrazione provinciale- adottata da Durnwalder- che scavalcherebbe il Consiglio provinciale e permetterebbe il referendum solo dopo il 6 luglio;
2. con dei facili adeguamenti della legge attuale sulle consultazioni elettorali, esattamente come è stato fatto a livello nazionale dal Presidente della Repubblica Napolitano per far coincidere la data dei referendum nazionali sempre con le elezioni europee.
Chiediamo quindi che il Consiglio provinciale faccia tutto quanto in suo potere per realizzare i referendum provinicali in concomitanza con le elezioni europee del 6/7 giugno 2009.
Der Landeshauptmann trifft in den nächsten Tagen eine Vorentscheidung betreffend den Termin der ersten landesweiten Volksabstimmung. Dabei geht es vor allem um die Erweiterung des Bozner Flugplatzes und um eine bessere Regelung der Direkten Demokratie.
Wir Südtirolerinnen und Südtiroler erwarten uns eine Zusammenlegung der Volksabstimmung mit den Europawahlen am 6./7. Juni. Damit würde ein wiederholter Urnengang vermieden und viel Geld gespart.
Das ließe sich machen, wenn:
1.Der Landtag mit einer authentischen Interpretation sich die Gesetzesauslegung des eigenen Rechtsamtes zueigen machen würde, und damit der Termin für die Abstimmung ab 26. April 2009 – und nicht erst, wie der Landeshauptmann behautet, am 6. Juli 2009 - festgelegt werden könnte;
2.Mit einer einfachen Gesetzesänderung die Zusammenlegung sowohl der Europawahlen und der Volksabstimmungen, als auch der Volksabstimmungen über die zwei Reformvorschläge zur Direkten Demokratie möglich gemacht würde - so wie der Staatspräsident Napolitano per Dekret eine Zusammenlegung der Provinz- und Gemeindewahlen mit den Europawahlen möglich gemacht hat.
Wir erwarten uns, dass der Südtiroler Landtag alles in seiner Macht stehende unternimmt, damit wir am 6./7. Juni 2009 gleichzeitig das Europäische Parlament wählen und zur ersten landesweiten Volksabstimmung abstimmen können.
Unterschreibe auch Du für die erste landesweite Volksabstimmung am 6./7. Juni 2009!
Al Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano - Südtiroler Landtag
Il presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder, in questi giorni definirà la data dei referendum, tra cui quello sulla democrazia diretta e sull’aeroporto.
Noi cittadini della provincia di Bolzano chiediamo di poter votare in concomitanza con le elezioni Europee del 6/7 giugno.
In questa maniera eviteremo un notevole sperpero di denaro pubblico e non saremo costretti a tornare più volte alle urne in un breve periodo.
Questo sarebbe possibile:
1. con una definizione su quale sia l’interpretazione autentica della legge sui referendum, se quella del Consiglio provinciale che permetterebbe la votazione dal 26 aprile in poi, o quella dell’Amministrazione provinciale- adottata da Durnwalder- che scavalcherebbe il Consiglio provinciale e permetterebbe il referendum solo dopo il 6 luglio;
2. con dei facili adeguamenti della legge attuale sulle consultazioni elettorali, esattamente come è stato fatto a livello nazionale dal Presidente della Repubblica Napolitano per far coincidere la data dei referendum nazionali sempre con le elezioni europee.
Chiediamo quindi che il Consiglio provinciale faccia tutto quanto in suo potere per realizzare i referendum provinicali in concomitanza con le elezioni europee del 6/7 giugno 2009.
Der Landeshauptmann trifft in den nächsten Tagen eine Vorentscheidung betreffend den Termin der ersten landesweiten Volksabstimmung. Dabei geht es vor allem um die Erweiterung des Bozner Flugplatzes und um eine bessere Regelung der Direkten Demokratie.
Wir Südtirolerinnen und Südtiroler erwarten uns eine Zusammenlegung der Volksabstimmung mit den Europawahlen am 6./7. Juni. Damit würde ein wiederholter Urnengang vermieden und viel Geld gespart.
Das ließe sich machen, wenn:
1.Der Landtag mit einer authentischen Interpretation sich die Gesetzesauslegung des eigenen Rechtsamtes zueigen machen würde, und damit der Termin für die Abstimmung ab 26. April 2009 – und nicht erst, wie der Landeshauptmann behautet, am 6. Juli 2009 - festgelegt werden könnte;
2.Mit einer einfachen Gesetzesänderung die Zusammenlegung sowohl der Europawahlen und der Volksabstimmungen, als auch der Volksabstimmungen über die zwei Reformvorschläge zur Direkten Demokratie möglich gemacht würde - so wie der Staatspräsident Napolitano per Dekret eine Zusammenlegung der Provinz- und Gemeindewahlen mit den Europawahlen möglich gemacht hat.
Wir erwarten uns, dass der Südtiroler Landtag alles in seiner Macht stehende unternimmt, damit wir am 6./7. Juni 2009 gleichzeitig das Europäische Parlament wählen und zur ersten landesweiten Volksabstimmung abstimmen können.
Unterschreibe auch Du für die erste landesweite Volksabstimmung am 6./7. Juni 2009!
Sin dal momento in cui si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.
Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.
La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale noncuranza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta intende procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Südtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.
Siamo dunque contenti che i dubbi aumentino e altre voci si uniscano alla nostra chiedendo che i cittadini vengano consultati a priori e non informati solo a cose fatte.
Per fare ciò, e non ridurre tutto a una finzione, occorre però che tutti siano messi in grado di valutare le opportunità e i pericoli a cui si andrà incontro e solo alla fine va chiesto un parere che dovrebbe divenire vincolante per l’amministrazione.
Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.
Sin dal momento in cui si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.
Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.
La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale noncuranza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta intende procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Südtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.
Siamo dunque contenti che i dubbi aumentino e altre voci si uniscano alla nostra chiedendo che i cittadini vengano consultati a priori e non informati solo a cose fatte.
Per fare ciò, e non ridurre tutto a una finzione, occorre però che tutti siano messi in grado di valutare le opportunità e i pericoli a cui si andrà incontro e solo alla fine va chiesto un parere che dovrebbe divenire vincolante per l’amministrazione.
Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.
«Se l’Alto Adige finirà in serie D avanti con velodromo e pista»
LAIVES. «Sono convinto che alla fine l’Fc Alto Adige riuscirà a salvarsi ma se dovesse servire, sia io che il presidente Durnwalder, scenderemo in campo maglietta e pantaloncini per dare una mano». Inizia con una battuta la considerazione che il sindaco Giovanni Polonioli fa all’indomani delle parole di Durnwalder il quale avrebbe affermato che se l’Fc dovesse retrocedere, verrebbe anche rivisto il discorso del finanziamento per la sua nuova sede in zona Galizia. «Certo - dice Polonioli - 11 milioni di investimento si giustificano se ci sono i risultati. Se i biancorossi tornassero in serie D anche la Provincia sarebbe costretta a diversa considerazione. Sono convito che Durnwalder abbia inteso spronare la squadra. Per quello che ci riguarda, non è comunque in discussione la volontà di spostare il lido così e di realizzare il velodromo e la pista coperta per l’atletica. Si tratta di strutture sportive che non sono legate al progetto della cittadella per l’Fc Alto Adige e quindi andranno avanti a prescindere dai campionati». (b.c.)
«Se l’Alto Adige finirà in serie D avanti con velodromo e pista»
LAIVES. «Sono convinto che alla fine l’Fc Alto Adige riuscirà a salvarsi ma se dovesse servire, sia io che il presidente Durnwalder, scenderemo in campo maglietta e pantaloncini per dare una mano». Inizia con una battuta la considerazione che il sindaco Giovanni Polonioli fa all’indomani delle parole di Durnwalder il quale avrebbe affermato che se l’Fc dovesse retrocedere, verrebbe anche rivisto il discorso del finanziamento per la sua nuova sede in zona Galizia. «Certo - dice Polonioli - 11 milioni di investimento si giustificano se ci sono i risultati. Se i biancorossi tornassero in serie D anche la Provincia sarebbe costretta a diversa considerazione. Sono convito che Durnwalder abbia inteso spronare la squadra. Per quello che ci riguarda, non è comunque in discussione la volontà di spostare il lido così e di realizzare il velodromo e la pista coperta per l’atletica. Si tratta di strutture sportive che non sono legate al progetto della cittadella per l’Fc Alto Adige e quindi andranno avanti a prescindere dai campionati». (b.c.)
Il governo precisa la sua posizione. Matteoli incontrerà Durnwalder
BOLZANO. Si è parlato del tunnel del Brennero ieri in aula a Montecitorio. Siegfried Brugger (Svp) ha infatti presentato un’interrogazione sulla realizzazione del tunnel di base del Brennero e dei relativi accessi ferroviari. Brugger ha contestato al Ministro delle Infrastrutture Matteoli come abbia «espresso opinioni contrarie alla possibilità di partecipazione di Autobrennero nella BBT, sostenendo che la società non possa entrare nel capitale sociale della BBT Se perchè società con soci azionari non esclusivamente pubblici». L’onorevole Brugger ha affermato che «conseguenza del divieto di partecipazione della Autobrennero nel capitale azionario di BBT sarebbe il non conferimento e la liquidazione del fondo esentasse di accantonamento e ciò sarebbe in contrasto con la natura societaria di Autobrennero, che pur avendo soci privati è sotto il controllo pubblico, e con le finalità del fondo». Per queste ragioni Brugger ha chiesto al Governo quali iniziative «intenda assumere per correggere gli orientamenti fin qui espressi e in particolare quali impegni intenda assumere con la Unione europea per individuare soluzioni atte a garantire la partecipazione di A22 in BBT in modo che conseguentemente possa essere conferito il fondo di accantonamento al fine di finanziare la galleria di base e gli accessi ferroviari».
L’interrogazione è stata così discussa in aula nel corso del”Question time” che ha così affrontato il tema del tunnel di base del Brennero. Brugger ha ricordato inoltre che «il finanziamento della galleria attraverso gli utili di Autobrennero è parte determinante dell’apporto finanziario dell’Italia alla realizzazione dell’opera complessiva» ed ha espresso soddisfazione per la risposta del governo che ha riconosciuto il ruolo fondamentale delle Province di Bolzano e Trento nella individuazione delle scelte da compiere ed ha dato assicurazioni in ordine alla realizzazione dell’opera, al suo cofinanziamento e in particolare per quel che riguarda le garanzie finanziarie che entro marzo devono essere date nei confronti della Unione europea.
Da parte sua il governo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vito ha precisato che il governo «non esprime opinione contraria alla possibilità di partecipazione di Autobrennero in BBT» ed ha affermato che «nei prossimi giorni il Ministro per le Infrastrutture incontrerà i presidenti delle Province di Bolzano e Trento e, all’esito di questi incontri, verificherà in maniera trasparente ogni decisione che dovrà essere adottata per rispettare quanto previsto dal quadro normativo comunitario. Le soluzioni saranno individuate in via definitiva dopo il coinvolgimento delle province autonome di Bolzano e Trento».
Il governo precisa la sua posizione. Matteoli incontrerà Durnwalder
BOLZANO. Si è parlato del tunnel del Brennero ieri in aula a Montecitorio. Siegfried Brugger (Svp) ha infatti presentato un’interrogazione sulla realizzazione del tunnel di base del Brennero e dei relativi accessi ferroviari. Brugger ha contestato al Ministro delle Infrastrutture Matteoli come abbia «espresso opinioni contrarie alla possibilità di partecipazione di Autobrennero nella BBT, sostenendo che la società non possa entrare nel capitale sociale della BBT Se perchè società con soci azionari non esclusivamente pubblici». L’onorevole Brugger ha affermato che «conseguenza del divieto di partecipazione della Autobrennero nel capitale azionario di BBT sarebbe il non conferimento e la liquidazione del fondo esentasse di accantonamento e ciò sarebbe in contrasto con la natura societaria di Autobrennero, che pur avendo soci privati è sotto il controllo pubblico, e con le finalità del fondo». Per queste ragioni Brugger ha chiesto al Governo quali iniziative «intenda assumere per correggere gli orientamenti fin qui espressi e in particolare quali impegni intenda assumere con la Unione europea per individuare soluzioni atte a garantire la partecipazione di A22 in BBT in modo che conseguentemente possa essere conferito il fondo di accantonamento al fine di finanziare la galleria di base e gli accessi ferroviari».
L’interrogazione è stata così discussa in aula nel corso del”Question time” che ha così affrontato il tema del tunnel di base del Brennero. Brugger ha ricordato inoltre che «il finanziamento della galleria attraverso gli utili di Autobrennero è parte determinante dell’apporto finanziario dell’Italia alla realizzazione dell’opera complessiva» ed ha espresso soddisfazione per la risposta del governo che ha riconosciuto il ruolo fondamentale delle Province di Bolzano e Trento nella individuazione delle scelte da compiere ed ha dato assicurazioni in ordine alla realizzazione dell’opera, al suo cofinanziamento e in particolare per quel che riguarda le garanzie finanziarie che entro marzo devono essere date nei confronti della Unione europea.
Da parte sua il governo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Vito ha precisato che il governo «non esprime opinione contraria alla possibilità di partecipazione di Autobrennero in BBT» ed ha affermato che «nei prossimi giorni il Ministro per le Infrastrutture incontrerà i presidenti delle Province di Bolzano e Trento e, all’esito di questi incontri, verificherà in maniera trasparente ogni decisione che dovrà essere adottata per rispettare quanto previsto dal quadro normativo comunitario. Le soluzioni saranno individuate in via definitiva dopo il coinvolgimento delle province autonome di Bolzano e Trento».
Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici
Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»
MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».
Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».
Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».
Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.
«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»
IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI
LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)
Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.
Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.
La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.
Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.
Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.
Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.
Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici
Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»
MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».
Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».
Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».
Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.
«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»
IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI
LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)
Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.
Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.
La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.
Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.
Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.
Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.
Ancora schermaglie politiche sullo studio che prevede un tunnel di circa 600 metri
LAIVES. La schermaglia in aula consiliare tra Alberto Alberti (Pd) di professione archeologo e il geometra Gazzini, tecnico che ha realizzato lo studio per una strada di collegamento che dalla Vallarsa raggiunga alcuni masi sparsi sopra la chiesetta del Peterkoefele, non ha ulteriori risvolti politici. Lo sottolinea Dino Gagliardini, coordinatore comunale dei Ds, che relega l’episodio tra quelli di «ordinario confronto interno del gruppo». Ricordiamo che Alberti aveva bocciato la proposta di realizzare una galleria di 600 metri sotto il cocuzzolo su cui si trova la chiesetta simbolo della città, ritenendo quest’opera eccessivamente invasiva per il sito di interesse storico e archeologico del Peterkoefele. A sua volta il geometra Gazzini ha difeso la scelta come quella meno impattante e più discreta anche dal punto di vista ambientale, una strada lunga complessivamente 5 chilometri, con 600 metri di galleria e una pendenza media dell’11,5 per cento. Costo 1,7 milioni di euro, con il contributo provinciale che arriverà all’80 per cento, il tutto per eliminare il pericolo di caduta massi esistente e alcuni punti con il 30 per cento di pendenza.
Critico verso il progetto anche il consigliere Rosario Grasso (Rc) perché con il progetto di fatto verrà ridotta la zona delimitata come “monumento naturale. Per Borin (Pdl) la questione sarebbe da approfondire. (b.c.)
Ancora schermaglie politiche sullo studio che prevede un tunnel di circa 600 metri
LAIVES. La schermaglia in aula consiliare tra Alberto Alberti (Pd) di professione archeologo e il geometra Gazzini, tecnico che ha realizzato lo studio per una strada di collegamento che dalla Vallarsa raggiunga alcuni masi sparsi sopra la chiesetta del Peterkoefele, non ha ulteriori risvolti politici. Lo sottolinea Dino Gagliardini, coordinatore comunale dei Ds, che relega l’episodio tra quelli di «ordinario confronto interno del gruppo». Ricordiamo che Alberti aveva bocciato la proposta di realizzare una galleria di 600 metri sotto il cocuzzolo su cui si trova la chiesetta simbolo della città, ritenendo quest’opera eccessivamente invasiva per il sito di interesse storico e archeologico del Peterkoefele. A sua volta il geometra Gazzini ha difeso la scelta come quella meno impattante e più discreta anche dal punto di vista ambientale, una strada lunga complessivamente 5 chilometri, con 600 metri di galleria e una pendenza media dell’11,5 per cento. Costo 1,7 milioni di euro, con il contributo provinciale che arriverà all’80 per cento, il tutto per eliminare il pericolo di caduta massi esistente e alcuni punti con il 30 per cento di pendenza.
Critico verso il progetto anche il consigliere Rosario Grasso (Rc) perché con il progetto di fatto verrà ridotta la zona delimitata come “monumento naturale. Per Borin (Pdl) la questione sarebbe da approfondire. (b.c.)
Critiche al collegamento per i masi sopra Peterköfele
LAIVES. Battibecco in consiglio comunale tra il consigliere Ds Alberto Alberti e il geometra Gazzini, che ha presentato l’ipotesi di collegamento per i masi sopra il Peterkoefele oggi serviti da una strada pericolosa e accidentata. Alberti di professione è archeologo e in questa veste ha criticato la proposta del tecnico che prevede una breve galleria sotto il cocuzzolo morenico sul quale poggia la chiesetta medievale del Peterkoefele, simbolo comunale. «Non è senza sconcerto che io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra città - ha detto Alberti - perché siamo tra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze del passato».
Secondo Alberti si potrebbe trovare una soluzione diversa, che non invada un’area di accertato interesse storico e archeologico. Il geometra Gazzini però ha difeso fermamente la scelta, frutto, ha detto, «di un paio d’anni di verifiche e discussioni. La galleria rappresenta proprio la soluzione meno invasiva dal punto ambientale, perché sarà pressoché invisibile dal fondovalle. La strada costerà complessivamente 1 milione 700 mila euro, finanziati all’80 per cento dalla Provincia e avrà pendenza media dell’11,5 per cento. (b.c.)
Critiche al collegamento per i masi sopra Peterköfele
LAIVES. Battibecco in consiglio comunale tra il consigliere Ds Alberto Alberti e il geometra Gazzini, che ha presentato l’ipotesi di collegamento per i masi sopra il Peterkoefele oggi serviti da una strada pericolosa e accidentata. Alberti di professione è archeologo e in questa veste ha criticato la proposta del tecnico che prevede una breve galleria sotto il cocuzzolo morenico sul quale poggia la chiesetta medievale del Peterkoefele, simbolo comunale. «Non è senza sconcerto che io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra città - ha detto Alberti - perché siamo tra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze del passato».
Secondo Alberti si potrebbe trovare una soluzione diversa, che non invada un’area di accertato interesse storico e archeologico. Il geometra Gazzini però ha difeso fermamente la scelta, frutto, ha detto, «di un paio d’anni di verifiche e discussioni. La galleria rappresenta proprio la soluzione meno invasiva dal punto ambientale, perché sarà pressoché invisibile dal fondovalle. La strada costerà complessivamente 1 milione 700 mila euro, finanziati all’80 per cento dalla Provincia e avrà pendenza media dell’11,5 per cento. (b.c.)
Pubblichiamo con piacere l'intervento pronunciato dal consigliere Alberto Alberti sul riconfinamento del "Monumento naturale della gola della Vallarsa"
Egregi colleghi, geherte Kollegen,
non è senza sconcerto che oggi io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra Laives.
Da quando mi sono candidato non ho fatto mistero alcuno della mia intenzione di influire positivamente sulle questioni dei beni culturali. In questo momento e nel futuro intendo apportare il mio personale contributo al cambiamento di rotta sulla tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio. Siamo fra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze sul nostro passato.
Laives nel periodo dal medioevo agli inizi dell’età moderna ha avuto certamente un ruolo forse meno importante di altri paesi vicini (si veda ad es. Bronzolo), ma non per questo le poche testimonianze del suo passato devono essere sempre cancellate o maltrattate come si è fatto fino ad oggi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche. A volte i privati, pur con vincoli maggiori e onerosi, hanno dato il buon esempio (si vedano gli edifici della vecchia Posta e del Kerker).
Il colle del Peterköfele è per noi un simbolo, non a caso è diventato anche soggetto principale del nostro stemma comunale. Ho portato la nuova versione dello stemma comunale, se dovesse passare questo progetto.
Su quel colle fu eretto nella preistoria un luogo di culto del tipo a rogo votivo (Brandopferplatz), da cui probabilmente il toponimo Liechtenstein, letteralmente “sasso delle luci”. Per inciso vorrei ricordare che i roghi votivi preistorici sono stati ripresi successivamente in epoca pienamente cristiana con i famosi fuochi del Sacro Cuore.
Agli inizi del medioevo la “pietra lucente” funzionò molto probabilmente da castello rifugio, ricordo che nella zona tra Pineta e Bronzolo, correva il confine fra il ducato longobardo di Trento e quello baiuvaro, e ci furono alcuni scontri militari proprio in queste zone. Venne quindi eretta una chiesetta dedicata non a caso a San Pietro. Nel medioevo fu costruito anche un castello che venne dato in feudo dal principe vescovo di Trento alla famiglia che proprio dal posto venne chiamata von Liechtenstein.
Mainardo di Tirolo distrusse il castello e incorporò quel feudo fra i propri territori, la contea del Tirolo. La chiesetta fu risparmiata e rimase a simbolo duraturo del sentimento religioso e culturale degli abitanti di Leifers.
Sul colle ancor oggi ci sono i resti del castello ed è mia intenzione in un prossimo futuro di riprendere le campagne di ricerca e valorizzazione, al fine di renderli meglio visibili e comprensibili, come nuovo punto di attrazione turistico-culturale, riservato non solo a spaesati turisti di passaggio, ma anche alla popolazione locale.
Io non intendo oppormi a un sacrosanto diritto delle 19 persone che abitano su quei masi, di poter accedere in piena sicurezza alle loro abitazioni, ma rivendico pure il diritto dei restanti 15000 abitanti di preservare il nostro paesaggio storico e naturale, come elemento unico e caratterizzante, soprattutto per quella parte del nostro territorio che ne è il simbolo.
Ci sono le opportunità, le capacità e le risorse per rispondere alla loro richiesta e preservare nello stesso tempo il nostro patrimonio.
Ho qui portato due proposte alternative con un impatto minore e meglio accettabile.
Invito quindi tutti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ovvero coloro che hanno a cuore la propria città, i veri cittadini laivesotti, die echten Leiferer-Bürger, a fermare questo scellerato progetto e a trovare una soluzione migliore. Grazie
Pubblichiamo con piacere l'intervento pronunciato dal consigliere Alberto Alberti sul riconfinamento del "Monumento naturale della gola della Vallarsa"
Egregi colleghi, geherte Kollegen,
non è senza sconcerto che oggi io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra Laives.
Da quando mi sono candidato non ho fatto mistero alcuno della mia intenzione di influire positivamente sulle questioni dei beni culturali. In questo momento e nel futuro intendo apportare il mio personale contributo al cambiamento di rotta sulla tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio. Siamo fra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze sul nostro passato.
Laives nel periodo dal medioevo agli inizi dell’età moderna ha avuto certamente un ruolo forse meno importante di altri paesi vicini (si veda ad es. Bronzolo), ma non per questo le poche testimonianze del suo passato devono essere sempre cancellate o maltrattate come si è fatto fino ad oggi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche. A volte i privati, pur con vincoli maggiori e onerosi, hanno dato il buon esempio (si vedano gli edifici della vecchia Posta e del Kerker).
Il colle del Peterköfele è per noi un simbolo, non a caso è diventato anche soggetto principale del nostro stemma comunale. Ho portato la nuova versione dello stemma comunale, se dovesse passare questo progetto.
Su quel colle fu eretto nella preistoria un luogo di culto del tipo a rogo votivo (Brandopferplatz), da cui probabilmente il toponimo Liechtenstein, letteralmente “sasso delle luci”. Per inciso vorrei ricordare che i roghi votivi preistorici sono stati ripresi successivamente in epoca pienamente cristiana con i famosi fuochi del Sacro Cuore.
Agli inizi del medioevo la “pietra lucente” funzionò molto probabilmente da castello rifugio, ricordo che nella zona tra Pineta e Bronzolo, correva il confine fra il ducato longobardo di Trento e quello baiuvaro, e ci furono alcuni scontri militari proprio in queste zone. Venne quindi eretta una chiesetta dedicata non a caso a San Pietro. Nel medioevo fu costruito anche un castello che venne dato in feudo dal principe vescovo di Trento alla famiglia che proprio dal posto venne chiamata von Liechtenstein.
Mainardo di Tirolo distrusse il castello e incorporò quel feudo fra i propri territori, la contea del Tirolo. La chiesetta fu risparmiata e rimase a simbolo duraturo del sentimento religioso e culturale degli abitanti di Leifers.
Sul colle ancor oggi ci sono i resti del castello ed è mia intenzione in un prossimo futuro di riprendere le campagne di ricerca e valorizzazione, al fine di renderli meglio visibili e comprensibili, come nuovo punto di attrazione turistico-culturale, riservato non solo a spaesati turisti di passaggio, ma anche alla popolazione locale.
Io non intendo oppormi a un sacrosanto diritto delle 19 persone che abitano su quei masi, di poter accedere in piena sicurezza alle loro abitazioni, ma rivendico pure il diritto dei restanti 15000 abitanti di preservare il nostro paesaggio storico e naturale, come elemento unico e caratterizzante, soprattutto per quella parte del nostro territorio che ne è il simbolo.
Ci sono le opportunità, le capacità e le risorse per rispondere alla loro richiesta e preservare nello stesso tempo il nostro patrimonio.
Ho qui portato due proposte alternative con un impatto minore e meglio accettabile.
Invito quindi tutti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ovvero coloro che hanno a cuore la propria città, i veri cittadini laivesotti, die echten Leiferer-Bürger, a fermare questo scellerato progetto e a trovare una soluzione migliore. Grazie
Ieri sera, durante il consiglio comunale, è giunta in discussione una delibera relativa al riconfinamento del monumento naturale della gola della Vallarsa. Il monumento era stato istituito per preservare una delle poche testimonianze del passato di Laives divenute simbolo del nostro comune.
Ora occorreva costruire una strada di collegamento per i masi che si trovano al di sopra della chiesetta di S. Pietro, ma il tracciato veniva ad attraversare per un tratto di seicento metri il monumento e pertanto l’ufficio preposto alla sua salvaguardia ha negato il benestare. Come rendere compatibili dunque la protezione del monumento con il diritto dei proprietari dei masi ad una strada d’accesso?
La soluzione poteva venire in mente solo a qualche burocrate: se la montagna non va a Maometto sarà Maometto ad andare alla montagna! Ed ecco che per evitare il rischio di un deturpamento del monumento si procede alla sua riduzione così il tracciato ora non rischierà di danneggiare alcunché passando al di fuori dei suoi confini.
L’intervento appassionato e competente del consigliere Alberti ha reso edotto il consiglio della scempiaggine che si stava per fare e, successivamente, lo stesso consigliere ha avanzato alcune soluzioni alternative.
A questo punto sarebbe stata utile e necessaria una pausa di riflessione per esaminare queste proposte, ma ci si è trovati di fronte all’insensibilità palese di buona parte del consiglio e lo scempio è stato perpetrato con l’approvazione della modifica.
E pensare che qualche tempo fa ci si era spesi per un’iniziatica che metteva la cultura in primo piano quale motore di sviluppo per l’intera comunità, ma tra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo il mare!
Ieri sera, durante il consiglio comunale, è giunta in discussione una delibera relativa al riconfinamento del monumento naturale della gola della Vallarsa. Il monumento era stato istituito per preservare una delle poche testimonianze del passato di Laives divenute simbolo del nostro comune.
Ora occorreva costruire una strada di collegamento per i masi che si trovano al di sopra della chiesetta di S. Pietro, ma il tracciato veniva ad attraversare per un tratto di seicento metri il monumento e pertanto l’ufficio preposto alla sua salvaguardia ha negato il benestare. Come rendere compatibili dunque la protezione del monumento con il diritto dei proprietari dei masi ad una strada d’accesso?
La soluzione poteva venire in mente solo a qualche burocrate: se la montagna non va a Maometto sarà Maometto ad andare alla montagna! Ed ecco che per evitare il rischio di un deturpamento del monumento si procede alla sua riduzione così il tracciato ora non rischierà di danneggiare alcunché passando al di fuori dei suoi confini.
L’intervento appassionato e competente del consigliere Alberti ha reso edotto il consiglio della scempiaggine che si stava per fare e, successivamente, lo stesso consigliere ha avanzato alcune soluzioni alternative.
A questo punto sarebbe stata utile e necessaria una pausa di riflessione per esaminare queste proposte, ma ci si è trovati di fronte all’insensibilità palese di buona parte del consiglio e lo scempio è stato perpetrato con l’approvazione della modifica.
E pensare che qualche tempo fa ci si era spesi per un’iniziatica che metteva la cultura in primo piano quale motore di sviluppo per l’intera comunità, ma tra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo il mare!
BOLZANO. L’associazione Ambiente e Salute, la Federazione protezionisti sudtirolesi e il Wwf hanno depositato un esposto presso il Tribunale di Bolzano contro il nuovo inceneritore di Bolzano. Le motivazioni prendono origine essenzialmente da una nuova perizia riguardo la previsione di inquinamento atmosferico del nuovo impianto di incenerimento.
BOLZANO. L’associazione Ambiente e Salute, la Federazione protezionisti sudtirolesi e il Wwf hanno depositato un esposto presso il Tribunale di Bolzano contro il nuovo inceneritore di Bolzano. Le motivazioni prendono origine essenzialmente da una nuova perizia riguardo la previsione di inquinamento atmosferico del nuovo impianto di incenerimento.