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venerdì 31 ottobre 2008

IL DOPO-TOMMASINI

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 31 OTTOBRE 2008





















 
Grandi manovre al centro
 
Mercoledì riunione di maggioranza sulla giunta


 LAIVES. Fino a mercoledì prossimo tutte le ipotesi relative al dopo Tommasini in giunta rimangono in discussione tra i gruppi che compongono la coalizione di maggioranza. «Mercoledì ci riuniremo per valutare lo scenario venutosi a creare dopo che l’assessore Christian Tommasini è stato eletto nel consiglio provinciale - dice il sindaco Polonioli -, e finora non ci sono contatti con altri». Parole confermate anche dal consigliere Enzo Nesi, capogruppo di «Città Nuova», che insieme al collega Luca Rapaggi viene indicato in avvicinamento all’Udc di Alessandro Folchini, l’attuale vice presidente del consiglio comunale. «Il rapporto con Alessandro Folchini è sempre stato ottimo - spiega Nesi - e mia moglie si è anche candidata alle provinciali nell’Udc come indipendente. Al di là di questo però non vi è altro da aggiungere e non ne abbiamo neppure parlato io e Rapaggi, dato che lui è assente per qualche giorno da Laives. Quando rientrerà ovviamente affronteremo l’argomento anche nella prospettiva di qualche mutamento politico, ma intanto siamo e rimaniamo la lista civica Città Nuova». Nesi e Rapaggi probabilmente scioglieranno le riserve entro mercoledì.






IL DOPO-TOMMASINI

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 31 OTTOBRE 2008





















 
Grandi manovre al centro
 
Mercoledì riunione di maggioranza sulla giunta


 LAIVES. Fino a mercoledì prossimo tutte le ipotesi relative al dopo Tommasini in giunta rimangono in discussione tra i gruppi che compongono la coalizione di maggioranza. «Mercoledì ci riuniremo per valutare lo scenario venutosi a creare dopo che l’assessore Christian Tommasini è stato eletto nel consiglio provinciale - dice il sindaco Polonioli -, e finora non ci sono contatti con altri». Parole confermate anche dal consigliere Enzo Nesi, capogruppo di «Città Nuova», che insieme al collega Luca Rapaggi viene indicato in avvicinamento all’Udc di Alessandro Folchini, l’attuale vice presidente del consiglio comunale. «Il rapporto con Alessandro Folchini è sempre stato ottimo - spiega Nesi - e mia moglie si è anche candidata alle provinciali nell’Udc come indipendente. Al di là di questo però non vi è altro da aggiungere e non ne abbiamo neppure parlato io e Rapaggi, dato che lui è assente per qualche giorno da Laives. Quando rientrerà ovviamente affronteremo l’argomento anche nella prospettiva di qualche mutamento politico, ma intanto siamo e rimaniamo la lista civica Città Nuova». Nesi e Rapaggi probabilmente scioglieranno le riserve entro mercoledì.






Casa di riposo, si pensa all’ampliamento Casa di riposo, si pensa all’ampliamento

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 31 OTTOBRE 2008



























 
di Bruno Canali
 
Due progetti: elevare di un piano o costruire un’ala aggiuntiva
 
La lista d’attesa è sempre più lunga Servono altri spazi


 LAIVES. La casa di riposo cittadina avrebbe bisogno di maggiori spazi e l’occasione si presenta con la progettazione del nuovo centro storico. Nell’ambito di questo progetto urbanistico il Comune ha deciso di aumentare l’indice di cubatura da 2,5 a 3 metri cubi per metro quadrato. Due le ipotesi sul tavolo: la realizzazione di una nuova ala (collegata con un tunnel) con posti letto e alloggi protetti o la costruzione di un altro piano nella struttura esistente.

 Per quanto concerne le necessità della casa di riposo, l’aumento di cubatura porterebbe ulteriori 2.650 metri cubi e lo stesso vicesindaco aveva spiegato che si tratta di una richiesta sempre più impellente dato che la lista delle domande di accesso alla struttura è continua ad allungarsi, al punto che anziani locali debbono trasferirsi altrove. «L’idea sarebbe quella di alzare di un piano la casa di riposo - ha spiegato Forti in consiglio comunale - e di ampliare alcune sale». I responsabili della struttura di via Dante avrebbero anche in mano una ipotesi progettuale per crescere di un piano, ma nel frattempo sta prendendo forma anche un’altra ipotesi, del tutto diversa, per ampliare la casa di riposo e realizzare anche una decina di alloggi protetti per anziani che ancora mancano in città. Questa seconda ipotesi prende le mosse dalla «rotazione» di edifici che potrebbe mettersi in moto in futuro, quando finalmente il cantiere comunale potrebbe spostare la propria sede da via Pietralba, dove si trova abbastanza sacrificato, in via Stazione o in zona industriale. A quel punto si libererebbe cubatura proprio di fronte alla casa di riposo e, se si riuscirà ad aggiungervi anche quella di un edificio oggi praticamente inutilizzato che confina con il cantiere comunale, il discorso potrebbe diventare ancora più interessante. L’edificio è quello dove un tempo aveva sede una ditta poi fallita. L’idea sarebbe quella di acquisire questi nuovi edifici per realizzare gli spazi che mancano alla casa di riposo, vale a dire nuovi posti letto e quella decina di alloggi protetti che mancano. Per quanto riguarda invece il collegamento tra le due parti, senza uscire sulla strada si potrebbe realizzare un breve tunnel sotto via Dante.

 In un verso o nell’altro, una cosa comunque è chiara: la casa di riposo ha bisogno di ulteriori spazi e questo a distanza di pochi anni da quando erano stati fatti gli ultimi lavori di ampliamento. Le esigenze della comunità locale sono in costante aumento e lo si verifica proprio dalla lista di domande d’accesso. Capita così che un anziano debba passare gli ultimi anni di vita lontano dai luoghi dove è nato e dove conserva tutti i suoi affetti. È per questo che il Comune ha accolto la richiesta di inserire maggiori cubature disponibili per la casa di riposo cittadina. Che poi si opti per l’aggiunta di un ulteriore piano su quelli già esistenti nella struttura di via Dante, oppure che si imbocchi la strada dell’acquisizione e trasformazione di un edificio posto di fronte appare solo questione di finanziamenti.






Casa di riposo, si pensa all’ampliamento Casa di riposo, si pensa all’ampliamento

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 31 OTTOBRE 2008



























 
di Bruno Canali
 
Due progetti: elevare di un piano o costruire un’ala aggiuntiva
 
La lista d’attesa è sempre più lunga Servono altri spazi


 LAIVES. La casa di riposo cittadina avrebbe bisogno di maggiori spazi e l’occasione si presenta con la progettazione del nuovo centro storico. Nell’ambito di questo progetto urbanistico il Comune ha deciso di aumentare l’indice di cubatura da 2,5 a 3 metri cubi per metro quadrato. Due le ipotesi sul tavolo: la realizzazione di una nuova ala (collegata con un tunnel) con posti letto e alloggi protetti o la costruzione di un altro piano nella struttura esistente.

 Per quanto concerne le necessità della casa di riposo, l’aumento di cubatura porterebbe ulteriori 2.650 metri cubi e lo stesso vicesindaco aveva spiegato che si tratta di una richiesta sempre più impellente dato che la lista delle domande di accesso alla struttura è continua ad allungarsi, al punto che anziani locali debbono trasferirsi altrove. «L’idea sarebbe quella di alzare di un piano la casa di riposo - ha spiegato Forti in consiglio comunale - e di ampliare alcune sale». I responsabili della struttura di via Dante avrebbero anche in mano una ipotesi progettuale per crescere di un piano, ma nel frattempo sta prendendo forma anche un’altra ipotesi, del tutto diversa, per ampliare la casa di riposo e realizzare anche una decina di alloggi protetti per anziani che ancora mancano in città. Questa seconda ipotesi prende le mosse dalla «rotazione» di edifici che potrebbe mettersi in moto in futuro, quando finalmente il cantiere comunale potrebbe spostare la propria sede da via Pietralba, dove si trova abbastanza sacrificato, in via Stazione o in zona industriale. A quel punto si libererebbe cubatura proprio di fronte alla casa di riposo e, se si riuscirà ad aggiungervi anche quella di un edificio oggi praticamente inutilizzato che confina con il cantiere comunale, il discorso potrebbe diventare ancora più interessante. L’edificio è quello dove un tempo aveva sede una ditta poi fallita. L’idea sarebbe quella di acquisire questi nuovi edifici per realizzare gli spazi che mancano alla casa di riposo, vale a dire nuovi posti letto e quella decina di alloggi protetti che mancano. Per quanto riguarda invece il collegamento tra le due parti, senza uscire sulla strada si potrebbe realizzare un breve tunnel sotto via Dante.

 In un verso o nell’altro, una cosa comunque è chiara: la casa di riposo ha bisogno di ulteriori spazi e questo a distanza di pochi anni da quando erano stati fatti gli ultimi lavori di ampliamento. Le esigenze della comunità locale sono in costante aumento e lo si verifica proprio dalla lista di domande d’accesso. Capita così che un anziano debba passare gli ultimi anni di vita lontano dai luoghi dove è nato e dove conserva tutti i suoi affetti. È per questo che il Comune ha accolto la richiesta di inserire maggiori cubature disponibili per la casa di riposo cittadina. Che poi si opti per l’aggiunta di un ulteriore piano su quelli già esistenti nella struttura di via Dante, oppure che si imbocchi la strada dell’acquisizione e trasformazione di un edificio posto di fronte appare solo questione di finanziamenti.






giovedì 30 ottobre 2008

Nuovo assessore, la Svp detta i tempi Nuovo assessore, la Svp detta i tempi







ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 30 OTTOBRE 2008




























 
di Bruno Canali
 
Forti a Polonioli: «Soluzione entro una settimana». Il rebus Udc
 
Le condizioni del sindaco: «Il posto alla cultura rafforzerà la maggioranza»


 LAIVES. «Il posto in giunta che si appresta a lasciare Christian Tommasini, eletto in consiglio provinciale con il Pd, servirà per rafforzare la coalizione di maggioranza». Questo dice il sindaco Polonioli all’indomani delle elezioni, anche se in questa fase non sa ancora chi prenderà il posto dell’assessore che esce. Intanto la Volkspartei sta a guardare e Georg Forti ricorda di avere indicato tempi stretti per risolvere la questione: «Entro la prossima settimana il sindaco dovrà portare la soluzione del problema». Le manovre sono comunque iniziate da diverso tempo.

 Forti - vice sindaco ed Obmann Svp - torna a ribadire che occorre comunque fare chiarezza in maggioranza, per trovare una soluzione che consenta di andare avanti con maggiore sicurezza: «Il problema riguarda i nostri partner di giunta e siamo d’accordo che entro la prossima settimana il sindaco porterà una soluzione per rimpiazzare Tommasini. Noi speriamo solo che sia seria e valida, perché altrimenti non serve rimanere per forza».

 Le possibilità che il sindaco Polonioli ha a disposizione - le più realistiche - sono il coinvolgimento nell’esecutivo dei socialisti oppure dell’Udc, quest’ultimo inteso come gruppo allargato ai consiglieri Nesi e Rapaggi di “Città nuova” (perché Alessandro Folchini c’è già). I segnali in tal senso non sono stati però incoraggianti ultimamente, perchè i due consiglieri di Città Nuova a più riprese si sono trovati a votare contro le proposte di maggioranza. L’ipotesi che confluiscano nell’Udc è sostenuta dal fatto che alle provinciali, Carla Franceschini (moglie di Enzo Nesi) ha canditato proprio con l’Udc, sia pure come indipendente. Dovesse andare in questa maniera, Polonioli acquisirebbe 3 voti (Nesi, Rapaggi e Folchini).

 Però a quel punto, quasi sicuramente, perderebbe invece l’appoggio dei due consiglieri socialisti (Roberto Ceol e Loris Frazza). Dice proprio Ceol: «Polonioli sbaglia a mescolare politica provinciale e amministrazione comunale come ha fatto in qualche intervista perché noi non abbiamo mai chiesto le sue dimissioni e finora non gli abbiamo mai votato contro, come invece hanno fatto altri in aula, a meno che lui non abbia già sotto banco una soluzione politica diversa. Sia chiaro (e lo abbiamo detto dall’inizio) che per noi socialisti non è questione di poltrona bensì di programma amministrativo: avevamo presentato al sindaco ancora mesi fa una lista di priorità da rispettare e non mi sembra che sia stato fatto molto finora. Inoltre, quello che arriverà tra poco sarà l’ultimo bilancio di questa giunta comunale (quello del 2009 lo gestirà chi arriverà dopo) e se non recuperiamo ciò che non è stato fatto fin qui, noi certo non possiamo partecipare. Polonioli poi deve prendere atto che attualmente, dopo le defezioni della Margherita, il Pd è sovrarappresentato in giunta. Solo a queste condizioni insomma, noi possiamo discuterne».






Nuovo assessore, la Svp detta i tempi Nuovo assessore, la Svp detta i tempi







ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 30 OTTOBRE 2008




























 
di Bruno Canali
 
Forti a Polonioli: «Soluzione entro una settimana». Il rebus Udc
 
Le condizioni del sindaco: «Il posto alla cultura rafforzerà la maggioranza»


 LAIVES. «Il posto in giunta che si appresta a lasciare Christian Tommasini, eletto in consiglio provinciale con il Pd, servirà per rafforzare la coalizione di maggioranza». Questo dice il sindaco Polonioli all’indomani delle elezioni, anche se in questa fase non sa ancora chi prenderà il posto dell’assessore che esce. Intanto la Volkspartei sta a guardare e Georg Forti ricorda di avere indicato tempi stretti per risolvere la questione: «Entro la prossima settimana il sindaco dovrà portare la soluzione del problema». Le manovre sono comunque iniziate da diverso tempo.

 Forti - vice sindaco ed Obmann Svp - torna a ribadire che occorre comunque fare chiarezza in maggioranza, per trovare una soluzione che consenta di andare avanti con maggiore sicurezza: «Il problema riguarda i nostri partner di giunta e siamo d’accordo che entro la prossima settimana il sindaco porterà una soluzione per rimpiazzare Tommasini. Noi speriamo solo che sia seria e valida, perché altrimenti non serve rimanere per forza».

 Le possibilità che il sindaco Polonioli ha a disposizione - le più realistiche - sono il coinvolgimento nell’esecutivo dei socialisti oppure dell’Udc, quest’ultimo inteso come gruppo allargato ai consiglieri Nesi e Rapaggi di “Città nuova” (perché Alessandro Folchini c’è già). I segnali in tal senso non sono stati però incoraggianti ultimamente, perchè i due consiglieri di Città Nuova a più riprese si sono trovati a votare contro le proposte di maggioranza. L’ipotesi che confluiscano nell’Udc è sostenuta dal fatto che alle provinciali, Carla Franceschini (moglie di Enzo Nesi) ha canditato proprio con l’Udc, sia pure come indipendente. Dovesse andare in questa maniera, Polonioli acquisirebbe 3 voti (Nesi, Rapaggi e Folchini).

 Però a quel punto, quasi sicuramente, perderebbe invece l’appoggio dei due consiglieri socialisti (Roberto Ceol e Loris Frazza). Dice proprio Ceol: «Polonioli sbaglia a mescolare politica provinciale e amministrazione comunale come ha fatto in qualche intervista perché noi non abbiamo mai chiesto le sue dimissioni e finora non gli abbiamo mai votato contro, come invece hanno fatto altri in aula, a meno che lui non abbia già sotto banco una soluzione politica diversa. Sia chiaro (e lo abbiamo detto dall’inizio) che per noi socialisti non è questione di poltrona bensì di programma amministrativo: avevamo presentato al sindaco ancora mesi fa una lista di priorità da rispettare e non mi sembra che sia stato fatto molto finora. Inoltre, quello che arriverà tra poco sarà l’ultimo bilancio di questa giunta comunale (quello del 2009 lo gestirà chi arriverà dopo) e se non recuperiamo ciò che non è stato fatto fin qui, noi certo non possiamo partecipare. Polonioli poi deve prendere atto che attualmente, dopo le defezioni della Margherita, il Pd è sovrarappresentato in giunta. Solo a queste condizioni insomma, noi possiamo discuterne».






CARO VITA Bancarelle non solo il sabato mattina

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 30 OTTOBRE 2008





















 
Contadini: mercato «lungo»
 
In via Pietralba potrebbe durare tutta la settimana L’assessore Ceschini: «Pronto a sostenere la proposta


 LAIVES. Si parla anche in consiglio comunale della necessità di trovare qualche sistema efficace contro il carovita, qualche modo per aiutare le famiglie sempre più in difficoltà, a risparmiare almeno qualche cosa sulla spesa. Finora a dire il vero inutilmente, a parte l’imminente apertura del “banco alimentare” che però riguarderà esclusivamente famiglie in regime di povertà, quelle, tanto per capirci, che non avrebbero da mangiare senza l’aiuto concreto del distretto sociale.

 Adesso un’idea arriva da altre realtà italiane, dove si tenta di ridurre la trafila che va dal produttore al consumatore, in particolare per quanto concerne i prodotti agroalimentari, rifornendosi direttamente dai contadini. A Laives, il sabato mattina, funziona proprio un mercatino degli agricoltori che apre i battenti dietro l’ex municipio in pieno centro cittadino: si potrebbe fare in modo che questo mercatino possa aprire anche in altri giorni della settimana con identiche modalità? La proposta è stata lanciata proprio di recente ed ha incontrato subito interesse. «Per quel che mi riguarda sicuramente sì - afferma l’assessore al commercio Bruno Ceschini - ed eventualmente la decisione spetta agli stessi contadini che allestiscono il mercatino qui in città. Quello che posso aggiungere è che il mercatino funziona da un decennio ed è in crescita costante per quanto riguarda i clienti, che evidentemente hanno avuto occasione di apprezzare l’offerta, sia in termini di qualità che di quantità. La merce venduta è coltivata direttamente da coloro che la mettono sui banchi al sabato mattina. Se questo sistema può contribuire a ridurre il costo della spesa quotidiana, come detto ben venga, per conto mio non ci sono problemi a fare in maniera che questa presenza si ripeta anche in altri giorni della settimana». Insomma la disponibilità della giunta civica c’è nel recepire l’eventuale proposta ufficiale. Dovranno essere gli agricoltori a decidere se aprire il loro mercatino anche in altri giorni oltre che al sabato mattina. Qualora dovessero provare, da parte dell’assessore al commercio ci sarebbe l’appoggio necessario per questa iniziativa che punta a ridurre i costi della spesa. (b.c.)






CARO VITA Bancarelle non solo il sabato mattina

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 30 OTTOBRE 2008





















 
Contadini: mercato «lungo»
 
In via Pietralba potrebbe durare tutta la settimana L’assessore Ceschini: «Pronto a sostenere la proposta


 LAIVES. Si parla anche in consiglio comunale della necessità di trovare qualche sistema efficace contro il carovita, qualche modo per aiutare le famiglie sempre più in difficoltà, a risparmiare almeno qualche cosa sulla spesa. Finora a dire il vero inutilmente, a parte l’imminente apertura del “banco alimentare” che però riguarderà esclusivamente famiglie in regime di povertà, quelle, tanto per capirci, che non avrebbero da mangiare senza l’aiuto concreto del distretto sociale.

 Adesso un’idea arriva da altre realtà italiane, dove si tenta di ridurre la trafila che va dal produttore al consumatore, in particolare per quanto concerne i prodotti agroalimentari, rifornendosi direttamente dai contadini. A Laives, il sabato mattina, funziona proprio un mercatino degli agricoltori che apre i battenti dietro l’ex municipio in pieno centro cittadino: si potrebbe fare in modo che questo mercatino possa aprire anche in altri giorni della settimana con identiche modalità? La proposta è stata lanciata proprio di recente ed ha incontrato subito interesse. «Per quel che mi riguarda sicuramente sì - afferma l’assessore al commercio Bruno Ceschini - ed eventualmente la decisione spetta agli stessi contadini che allestiscono il mercatino qui in città. Quello che posso aggiungere è che il mercatino funziona da un decennio ed è in crescita costante per quanto riguarda i clienti, che evidentemente hanno avuto occasione di apprezzare l’offerta, sia in termini di qualità che di quantità. La merce venduta è coltivata direttamente da coloro che la mettono sui banchi al sabato mattina. Se questo sistema può contribuire a ridurre il costo della spesa quotidiana, come detto ben venga, per conto mio non ci sono problemi a fare in maniera che questa presenza si ripeta anche in altri giorni della settimana». Insomma la disponibilità della giunta civica c’è nel recepire l’eventuale proposta ufficiale. Dovranno essere gli agricoltori a decidere se aprire il loro mercatino anche in altri giorni oltre che al sabato mattina. Qualora dovessero provare, da parte dell’assessore al commercio ci sarebbe l’appoggio necessario per questa iniziativa che punta a ridurre i costi della spesa. (b.c.)






mercoledì 29 ottobre 2008

Lotta allo smog. Ma non in via Kennedy

ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 29 OTTOBRE 2008





















 
Il sindaco ha firmato l’ordinanza con i provvedimenti anti traffico se saranno superati i limiti di inquinamento
 
Le limitazioni saranno in vigore dal 3 novembre al 31 marzo 2009


 LAIVES. Il sindaco Giovanni Polonioli ha firmato l’ordinanza di limitazione del traffico veicolare nel caso in cui, durante i prossimi mesi, i livelli di inquinamento atmosferico dovessero superare ripetutamente i limiti di guardia che, come noto, sono stabiliti per legge. Il provvedimento entrerà in vigore lunedì 3 novembre e rimarrà operativo fino al 31 marzo del prossimo anno a livello di comprensorio. Per quanto riguarderà la realtà comunale, l’ordinanza si riferirà esclusivamente alle strade interne perché su via Kennedy si transiterà comunque e sempre.

 Ancora prima che entri in vigore l’ordinanza c’è però già una notizia positiva per gli automobilisti: «Durante i mesi scorsi non si sono registrati sforamenti - spiega il comandante della polizia municipale, Sergio Codato - e quindi, non essendoci stati nel numero minimo di 30, non scatterà il “piano di azione”, nemmeno quello pluriennale. Questo significa che intanto, dal 3 novembre, ad essere interessati dall’ordinanza saranno i veicoli euro zero, euro 1 e le motociclette con motore a due tempi. Per i diesel, non potranno circolare quelli sprovvisti di filtro Fap. In sostanza è tutto come lo scorso anno, compresi gli orari: dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19, esclusi i sabati e i festivi».

 Attraverso l’abitato di San Giacomo, sulla statale 12, potranno circolare sempre anche i motocicli a due tempi. Aggiunge Codato: «Non avrebbero alternative rispetto alla variante in galleria. Chi avesse esigenze particolari può sempre mettersi in contatto con noi per chiedere un permesso di transito, a patto che sia una richiesta giustificata da concreti motivi. Per saperne di più basta chiamare lo 0471/595980».

 Tutto dipenderà insomma dalle condizioni atmosferiche e metereologiche perché sono queste, in primo luogo, a favorire l’accumulo di gas inquinanti nell’aria. Per quanto concerne Laives, l’impossibilità di limitare i transiti lungo via Kennedy riduce di molto l’efficacia di qualunque misura anti smog. È noto infatti che la via Kennedy sopporta ogni giorno 25 mila mezzi in transito, molti dei quali pesanti ed è già un buon risultato essere riusciti ad impedire i passaggi durante la notte e nelle prime ore del mattino.






Lotta allo smog. Ma non in via Kennedy

ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 29 OTTOBRE 2008





















 
Il sindaco ha firmato l’ordinanza con i provvedimenti anti traffico se saranno superati i limiti di inquinamento
 
Le limitazioni saranno in vigore dal 3 novembre al 31 marzo 2009


 LAIVES. Il sindaco Giovanni Polonioli ha firmato l’ordinanza di limitazione del traffico veicolare nel caso in cui, durante i prossimi mesi, i livelli di inquinamento atmosferico dovessero superare ripetutamente i limiti di guardia che, come noto, sono stabiliti per legge. Il provvedimento entrerà in vigore lunedì 3 novembre e rimarrà operativo fino al 31 marzo del prossimo anno a livello di comprensorio. Per quanto riguarderà la realtà comunale, l’ordinanza si riferirà esclusivamente alle strade interne perché su via Kennedy si transiterà comunque e sempre.

 Ancora prima che entri in vigore l’ordinanza c’è però già una notizia positiva per gli automobilisti: «Durante i mesi scorsi non si sono registrati sforamenti - spiega il comandante della polizia municipale, Sergio Codato - e quindi, non essendoci stati nel numero minimo di 30, non scatterà il “piano di azione”, nemmeno quello pluriennale. Questo significa che intanto, dal 3 novembre, ad essere interessati dall’ordinanza saranno i veicoli euro zero, euro 1 e le motociclette con motore a due tempi. Per i diesel, non potranno circolare quelli sprovvisti di filtro Fap. In sostanza è tutto come lo scorso anno, compresi gli orari: dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19, esclusi i sabati e i festivi».

 Attraverso l’abitato di San Giacomo, sulla statale 12, potranno circolare sempre anche i motocicli a due tempi. Aggiunge Codato: «Non avrebbero alternative rispetto alla variante in galleria. Chi avesse esigenze particolari può sempre mettersi in contatto con noi per chiedere un permesso di transito, a patto che sia una richiesta giustificata da concreti motivi. Per saperne di più basta chiamare lo 0471/595980».

 Tutto dipenderà insomma dalle condizioni atmosferiche e metereologiche perché sono queste, in primo luogo, a favorire l’accumulo di gas inquinanti nell’aria. Per quanto concerne Laives, l’impossibilità di limitare i transiti lungo via Kennedy riduce di molto l’efficacia di qualunque misura anti smog. È noto infatti che la via Kennedy sopporta ogni giorno 25 mila mezzi in transito, molti dei quali pesanti ed è già un buon risultato essere riusciti ad impedire i passaggi durante la notte e nelle prime ore del mattino.






IL CASO

MERCOLEDÌ, 29 OTTOBRE 2008















 
Onda leghista da Salorno a Laives ma è decisiva la mano di Trento


 SALORNO. La Lega «non ha confini», dice ridendo l’onorevole Maurizio Fugatti. In Alto Adige serve una mano? Ecco mobilitarsi il partito da Trento. Per mesi la Lega trentina ha aiutato quell’altoatesina in una campagna elettorale capillare in Bassa Atesina. L’episodio più clamoroso è stato la manifestazione contro la moschea a Salorno. Era marzo e un po’ tutti avevano sottovalutato quell’evento. E invece alle politiche la Lega sale all’8,5%, domenica alle provinciali balza al 10,7. Poi ci sono Egna, Laives, Bronzolo: ovunque sopra il 6%. Cinque anni fa non superava il 2. Alberto Pancheri, il segretario di sezione, esulta: «La gente ci dà fiducia per la domanda di sicurezza e abolizione di privilegi». Senza il contributo della Lega trentina questi risultati non sarebbero mai arrivati. Gazebo nei paesi, volantinaggi, manifestazioni. Ancora Fugatti: «Gli amici altoatesini ci hanno chiesto una mano, noi siamo storicamente più forti e organizzati e ci siamo mossi. La gente ci ha visto a quel corteo anti-moschea ma poi ci ha rivisto per giorni e mesi. Per questo ci premia: perché siamo in mezzo a loro». In realtà bisognerà capire cosa resta del movimento leghista in questa zona se si toglie l’apporto trentino. Per ora però una cosa è innegabile: la Lega elettoralmente c’è. Prima no. Il sindaco di Salorno, Giacomozzi, dà la sua versione: «Qui abbiamo la più alta percentuale di stranieri di tutto l’Alto Adige. Non che ci siano fenomeni di razzismo, ma nelle scuole gli alunni stranieri sono ormai tantissimi e per la Lega è facile parlare alla pancia di un certo elettorato. La questione è: quella gente può trovare nelle Lega le risposte alle proprie domande? Io dico di no». Intanto però il Carroccio ha fatto il botto: «Il voto alle provinciali - conclude Fugatti - è ancora più rilevante di quello alle politiche perché non c’è il richiamo di Bossi. La verità è che ci siamo battuti tutti i mercati tra Laives e Salorno». (m.r.)

IL CASO

MERCOLEDÌ, 29 OTTOBRE 2008















 
Onda leghista da Salorno a Laives ma è decisiva la mano di Trento


 SALORNO. La Lega «non ha confini», dice ridendo l’onorevole Maurizio Fugatti. In Alto Adige serve una mano? Ecco mobilitarsi il partito da Trento. Per mesi la Lega trentina ha aiutato quell’altoatesina in una campagna elettorale capillare in Bassa Atesina. L’episodio più clamoroso è stato la manifestazione contro la moschea a Salorno. Era marzo e un po’ tutti avevano sottovalutato quell’evento. E invece alle politiche la Lega sale all’8,5%, domenica alle provinciali balza al 10,7. Poi ci sono Egna, Laives, Bronzolo: ovunque sopra il 6%. Cinque anni fa non superava il 2. Alberto Pancheri, il segretario di sezione, esulta: «La gente ci dà fiducia per la domanda di sicurezza e abolizione di privilegi». Senza il contributo della Lega trentina questi risultati non sarebbero mai arrivati. Gazebo nei paesi, volantinaggi, manifestazioni. Ancora Fugatti: «Gli amici altoatesini ci hanno chiesto una mano, noi siamo storicamente più forti e organizzati e ci siamo mossi. La gente ci ha visto a quel corteo anti-moschea ma poi ci ha rivisto per giorni e mesi. Per questo ci premia: perché siamo in mezzo a loro». In realtà bisognerà capire cosa resta del movimento leghista in questa zona se si toglie l’apporto trentino. Per ora però una cosa è innegabile: la Lega elettoralmente c’è. Prima no. Il sindaco di Salorno, Giacomozzi, dà la sua versione: «Qui abbiamo la più alta percentuale di stranieri di tutto l’Alto Adige. Non che ci siano fenomeni di razzismo, ma nelle scuole gli alunni stranieri sono ormai tantissimi e per la Lega è facile parlare alla pancia di un certo elettorato. La questione è: quella gente può trovare nelle Lega le risposte alle proprie domande? Io dico di no». Intanto però il Carroccio ha fatto il botto: «Il voto alle provinciali - conclude Fugatti - è ancora più rilevante di quello alle politiche perché non c’è il richiamo di Bossi. La verità è che ci siamo battuti tutti i mercati tra Laives e Salorno». (m.r.)

L’italiano che vota Svp: anziano e disilluso







ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 29 OTTOBRE 2008

























 
di Antonella Mattioli
 
3 mila nuovi voti arrivati dall’area Pd Complessivamente sono 10-12 mila
 
Comitati «tricolori» per Durnwalder Lettere di sostegno a Widmann. «Loro sì che fanno le cose»



BOLZANO. «Il nostro appello è stato ascoltato: anche cittadini di lingua italiana hanno votato Durnwalder. E non si pentiranno: il presidente è uno che non si limita a promettere, fa». Franco Magagna del Comitato civico di Pineta è raggiante: a Laives la Svp ha guadagnato il 2,4% rispetto alle provinciali del 2003. «Segno - dice - che le nostre 6 mila lettere a sostegno del presidente Durnwalder sono servite». Soddisfatto anche Renato Riedmüller, presidente del Comitato della Federazione del ciclismo, che ha scritto ai tesserati: «Cari amici ciclisti, votate Thomas Widmann: è uno dei nostri».

 Magagna e Riedmüller sono solo sono due dei circa 2.700-3000 italiani che domenica si calcola abbiano abbandonato l’area del Pd per l’Svp. In aggiunta ai 10-12 mila che già in passato votavano per il partito di raccolta. Il fenomeno infatti è sempre esistito, ma stavolta si è accentuato e in un momento in cui molti sudtirolesi hanno voltato le spalle al partito di raccolta, il voto italiano si è rivelato una benedizione che ha consentito alla Svp di fare il diciottesimo consigliere. Quello decisivo per continuare ad avere la maggioranza. E navigare tranquilli per altri 5 anni.

 Ma qual è l’identikit dell’italiano che vota Stella Alpina? Politicamente è uno dell’area di centrosinistra. Lo conferma anche l’analisi del voto fatta dallo stesso partito di raccolta, secondo cui stavolta la Svp avrebbe intercettato circa 3 mila voti del Pd.

 Età? Salvo eccezioni, è persona di mezza età o più realisticamente anziano.

 «Ho trovato diversi anziani - ammette Toni Serafini, segretario provinciale della Uil, che anche in quest’occasione ha cercato di analizzare il voto di domenica - che mi hanno detto che votavano Svp essenzialmente per due motivi: trasporto pubblico e tutela dei non autosufficienti».

 Dove abita? A Bolzano, Laives, Bronzolo e Salorno. Altro carattere distintivo: è un pragmatico quindi apprezza lo stile Durni che non a caso in tutti i manifesti elettorali si presentava come “l’uomo del fare”.

 «Noi - assicura Magagna - alle prossime comunali voteremo per il sindaco Polonioli, ma in quest’occasione abbiamo votato e consigliato di votare Durnwalder, perché lui quello che promette mantiene. Non come gli altri».

 Gli altri sono i partiti italiani che escono ancora più indeboliti da questa tornata elettorale: il Popolo delle Libertà ha perso il quarto consigliere; il Pd che sperava di farne tre, resta a due; scompare il centro; entra un consigliere della Lega e Unitalia conferma Seppi. Risultato, aumenta il qualunquismo di chi dice: destra o sinistra cambia poco, perché chi decide è comunque la Svp. Cresce la sensazione di contare poco come gruppo italiano e se in futuro dovesse aumentare il numero degli italiani che vota Svp, i partiti italiani conteranno ancora meno.

 «Questo spiega - dice Magagna - senza ricorrere a grandi analisi politico-sociologiche perché noi abbiamo consigliato di votare Durnwalder. Abbiamo verificato personalmente cosa significa rivolgersi direttamente al presidente della Provincia».

 Non vi preoccupate dell’accusa di traditori o nella migliore delle ipotesi, di qualunquisti e opportunisti?

 «Ciò che conta sono i fatti: Pineta, fino a pochi anni fa, era una sorta di fanalino di coda. Il terzo mondo rispetto agli altri paesi dell’Alto Adige. Abbiamo dato vita al Comitato e siamo andati da Durnwalder con dei progetti concreti che riguardavano viabilità, verde, piste ciclabili. Ci ha ascoltati e ha dato al sindaco Polonioli gli strumenti economici per realizzarli. Vedere per credere. Nel nostro sito internet è tutto documentato: com’era e com’è oggi il paese».

 Da Pineta al ciclismo. Il legame: un altro candidato Svp. Renato Riedmüller, italianissimo nonostante il cognome, in qualità di presidente del Comitato provinciale della federazione del ciclismo, con una lettera, ha invitato gli iscritti a votare per l’assessore Thomas Widmann. «Il motivo è semplice: lo conosco è uno in gamba. Grande appassionato di ciclismo che pratica abitualmente, se può ci dà una mano. Uno dei nostri insomma».










«È stato scorretto chiedere voti agli italiani, mi vergogno»


 


 


 


 BOLZANO. Come valuta il capogruppo della Svp in consiglio comunale il voto italiano al partito di raccolta?


 «Devo riconoscere che effettivamente - commenta Oswald Ellecosta - ci sono italiani scontenti dei loro partiti che votano per noi».


 Non sembra molto contento?


 «In effetti sono imbarazzato, quasi quasi mi vergogno».


 Perché?


 «A mio avviso è stata scorretta l’azione della Svp che questa volta ha chiesto esplicitamente il voto al gruppo italiano».


 In che senso scorretto?


 «Nel senso che se chiedo qualcosa a qualcuno, devo mettere in conto che mi chiederà in cambio qualcosa. Ma questo non è possibile, perché lo statuto così come il programma della Svp si basa sulla tutela del gruppo etnico tedesco e ladino. Uno dei cavalli di battaglia degli italiani è quello della scuola mista, ma su questo, come su altri punti, non potremo mai cedere. Sarebbe la fine del nostro gruppo».


 E quindi cosa propone?


 «Chiedo agli italiani che hanno votato per noi di uscire allo scoperto, per capire esattamente cosa vogliono. Se invece scelgono la Svp, perché è fatta da uomini pragmatici che garantiscono un buon funzionamento della cosa pubblica, allora non c’è problema».








L’italiano che vota Svp: anziano e disilluso







ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 29 OTTOBRE 2008

























 
di Antonella Mattioli
 
3 mila nuovi voti arrivati dall’area Pd Complessivamente sono 10-12 mila
 
Comitati «tricolori» per Durnwalder Lettere di sostegno a Widmann. «Loro sì che fanno le cose»



BOLZANO. «Il nostro appello è stato ascoltato: anche cittadini di lingua italiana hanno votato Durnwalder. E non si pentiranno: il presidente è uno che non si limita a promettere, fa». Franco Magagna del Comitato civico di Pineta è raggiante: a Laives la Svp ha guadagnato il 2,4% rispetto alle provinciali del 2003. «Segno - dice - che le nostre 6 mila lettere a sostegno del presidente Durnwalder sono servite». Soddisfatto anche Renato Riedmüller, presidente del Comitato della Federazione del ciclismo, che ha scritto ai tesserati: «Cari amici ciclisti, votate Thomas Widmann: è uno dei nostri».

 Magagna e Riedmüller sono solo sono due dei circa 2.700-3000 italiani che domenica si calcola abbiano abbandonato l’area del Pd per l’Svp. In aggiunta ai 10-12 mila che già in passato votavano per il partito di raccolta. Il fenomeno infatti è sempre esistito, ma stavolta si è accentuato e in un momento in cui molti sudtirolesi hanno voltato le spalle al partito di raccolta, il voto italiano si è rivelato una benedizione che ha consentito alla Svp di fare il diciottesimo consigliere. Quello decisivo per continuare ad avere la maggioranza. E navigare tranquilli per altri 5 anni.

 Ma qual è l’identikit dell’italiano che vota Stella Alpina? Politicamente è uno dell’area di centrosinistra. Lo conferma anche l’analisi del voto fatta dallo stesso partito di raccolta, secondo cui stavolta la Svp avrebbe intercettato circa 3 mila voti del Pd.

 Età? Salvo eccezioni, è persona di mezza età o più realisticamente anziano.

 «Ho trovato diversi anziani - ammette Toni Serafini, segretario provinciale della Uil, che anche in quest’occasione ha cercato di analizzare il voto di domenica - che mi hanno detto che votavano Svp essenzialmente per due motivi: trasporto pubblico e tutela dei non autosufficienti».

 Dove abita? A Bolzano, Laives, Bronzolo e Salorno. Altro carattere distintivo: è un pragmatico quindi apprezza lo stile Durni che non a caso in tutti i manifesti elettorali si presentava come “l’uomo del fare”.

 «Noi - assicura Magagna - alle prossime comunali voteremo per il sindaco Polonioli, ma in quest’occasione abbiamo votato e consigliato di votare Durnwalder, perché lui quello che promette mantiene. Non come gli altri».

 Gli altri sono i partiti italiani che escono ancora più indeboliti da questa tornata elettorale: il Popolo delle Libertà ha perso il quarto consigliere; il Pd che sperava di farne tre, resta a due; scompare il centro; entra un consigliere della Lega e Unitalia conferma Seppi. Risultato, aumenta il qualunquismo di chi dice: destra o sinistra cambia poco, perché chi decide è comunque la Svp. Cresce la sensazione di contare poco come gruppo italiano e se in futuro dovesse aumentare il numero degli italiani che vota Svp, i partiti italiani conteranno ancora meno.

 «Questo spiega - dice Magagna - senza ricorrere a grandi analisi politico-sociologiche perché noi abbiamo consigliato di votare Durnwalder. Abbiamo verificato personalmente cosa significa rivolgersi direttamente al presidente della Provincia».

 Non vi preoccupate dell’accusa di traditori o nella migliore delle ipotesi, di qualunquisti e opportunisti?

 «Ciò che conta sono i fatti: Pineta, fino a pochi anni fa, era una sorta di fanalino di coda. Il terzo mondo rispetto agli altri paesi dell’Alto Adige. Abbiamo dato vita al Comitato e siamo andati da Durnwalder con dei progetti concreti che riguardavano viabilità, verde, piste ciclabili. Ci ha ascoltati e ha dato al sindaco Polonioli gli strumenti economici per realizzarli. Vedere per credere. Nel nostro sito internet è tutto documentato: com’era e com’è oggi il paese».

 Da Pineta al ciclismo. Il legame: un altro candidato Svp. Renato Riedmüller, italianissimo nonostante il cognome, in qualità di presidente del Comitato provinciale della federazione del ciclismo, con una lettera, ha invitato gli iscritti a votare per l’assessore Thomas Widmann. «Il motivo è semplice: lo conosco è uno in gamba. Grande appassionato di ciclismo che pratica abitualmente, se può ci dà una mano. Uno dei nostri insomma».










«È stato scorretto chiedere voti agli italiani, mi vergogno»


 


 


 


 BOLZANO. Come valuta il capogruppo della Svp in consiglio comunale il voto italiano al partito di raccolta?


 «Devo riconoscere che effettivamente - commenta Oswald Ellecosta - ci sono italiani scontenti dei loro partiti che votano per noi».


 Non sembra molto contento?


 «In effetti sono imbarazzato, quasi quasi mi vergogno».


 Perché?


 «A mio avviso è stata scorretta l’azione della Svp che questa volta ha chiesto esplicitamente il voto al gruppo italiano».


 In che senso scorretto?


 «Nel senso che se chiedo qualcosa a qualcuno, devo mettere in conto che mi chiederà in cambio qualcosa. Ma questo non è possibile, perché lo statuto così come il programma della Svp si basa sulla tutela del gruppo etnico tedesco e ladino. Uno dei cavalli di battaglia degli italiani è quello della scuola mista, ma su questo, come su altri punti, non potremo mai cedere. Sarebbe la fine del nostro gruppo».


 E quindi cosa propone?


 «Chiedo agli italiani che hanno votato per noi di uscire allo scoperto, per capire esattamente cosa vogliono. Se invece scelgono la Svp, perché è fatta da uomini pragmatici che garantiscono un buon funzionamento della cosa pubblica, allora non c’è problema».








martedì 28 ottobre 2008

Laives, vince il voto anti-sistema







ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 28 OTTOBRE 2008





































 
Il Pd si ferma al 15%. Borin contro il Comitato di Pineta: «Hanno responsabilità enormi». Male Udc e la Sinistra
 
Bene Lega, Unitalia e Idv. Il Pdl perde, la Volkspartei guadagna
 
 
Forti: «Se ci votano anche gli italiani? Certo che sì»
 



 LAIVES. Alla vigilia del voto, quasi tutta l’attenzione era concentrata su due fronti: quanto avrebbe ottenuto il Pdl, che tra i candidati di punta presentava quel Bruno Borin da anni capogruppo di An in consiglio comunale, e dove sarebbe arrivato il Pd guidato dall’assessore Christian Tommasini. Il risultato è stato mediocre per entrambe le formazioni. Il Pdl ha vinto la sfida a distanza col 24%, ma perdendo il 10% rispetto alla somma di An e Fi del 2003. Il Pd si è fermato al 15,8%, nonostante il buon risultato di Tommasini (721 preferenze). Ma sono cresciuti la Lega, Unitalia e, a sorpresa, anche la Volkspartei.

 Verrebbe da chiamarlo un voto anti-sistema, quello di Laives. Mentre Pdl e Pd si sfiancavano in una battaglia all’ultimo voto, senza riuscire nè l’uno nè l’altro nell’exploit, crescevano i partiti minori. I numeri parlano chiaro. Pdl al 24% quando la la sola An nel 2003 aveva preso il 24,7. Pd al 15,8%, col capolista Christian Tommasini che è anche assessore in città (il secondo a Laives per preferenze è stato Dario Volani con 226). E invece: la Lega è salita al 6,2% (nel 2003: 2,1%), Unitalia al 4,7% (contro il 3,7), Idv al 4,5%, uno dei risultati migliori di tutta la provincia. Tutti molto sopra le altre due forze di governo in città, i moderati dell’Udc (3,2%, Folchini 14 preferenze) e la Sinistra (1,7%, dentro c’era sì Prc che sta all’opposizione ma anche Roberto Ceol, il più votato con 39 preferenze).

 Per il sindaco Polonioli, nonostante il suo Pd non sia andato come ci si aspettava, «questo voto rasserena il clima. Tutti quelli che un giorno sì e un giorno no chiedono le mie dimissioni hanno preso tra le 20 e le 30 preferenze, da Ceol a Pancheri della Lega... Questo mi aiuta». Ma dal voto è emerso anche un altro dato: a Laives la Svp guadagna. Non molto, dal 27,8% al 29,4. Ma è pur sempre un incremento. Uno dei rarissimi registrati in provincia, insieme a Bronzolo, Salorno e poche altre realtà. Per il sindaco «è un voto che premia il buon governo, dove la Svp governa col centrosinistra senza rincorrere la destra viene premiata dagli elettori». Per il vicesindaco Georg Forti, uno degli artefici di questa vittoria, «la gente riconosce che lavoriamo bene e che favoriamo la convivenza. Se ci votano anche gli italiani? Ma è logico».

 Altro clima nel Pdl. I numeri dicono che è il primo partito italiano della città. Ma le aspettative erano altre. I candidati locali più di rilievo erano Francesco Paolo Cocca (area Fi), che in città ha preso 138 preferenze e Daniele Inguscio (67) e Bruno Borin (543, 194 meno di cinque anni fa) di area An. Borin non cela l’amarezza: «Paghiamo il mancato intervento del governo Berlusconi su tutte le questioni più scottanti in Alto Adige - dice -. Il Pdl a livello nazionale si era impegnato in una serie di misure e dopo sei mesi non si è visto nulla: la gente è demoralizzata e infatti l’astensione riguarda soprattutto gli italiani». E poi, prosegue, «ci sono fenomeni locali che spiegano molte cose. Penso ad alcuni Comitati che si definiscono “civici” e che a pochi giorni dal voto invitano le famiglie italiane a votare Durnwalder. Spero che ora si assumano le loro responsabilità, che non sono poche... Per altro sarebbe interessante scoprire dove hanno trovato i soldi per spedire tutte quelle lettere. Io la campagna elettorale l’ho fatta e so quanto costa».

 Per passare alla maggioranza in Comune, il voto provinciale apre ora una partita interessante nella coalizione di Polonioli: Christian Tommasini lascerà la giunta per andare in consiglio provinciale e dà il via così alla trattativa per la sua sostituzione. Ci vorrà qualche mese, certo, ma le cifre del voto di domenica mettono il sindaco Polonioli nella condizione di non subire diktat dai suoi alleati.

 Per quanto riguarda Bronzolo, la polemica sull’inceneritore sembra non aver danneggiato la Svp, che passa anzi dal 36,1 al 37%. Il Pdl si ferma al 16,8% (Urzì il più votato con 99 preferenze, alle sue spalle Biancofiore e Borin con 83 e 66), il Pd è il terzo partito con l’11,5%. Ma a Bronzolo c’è da segnalare il risultato della lista «Sinistra per l’Alto Adige», che spinta dalle 76 preferenze di Bertinazzo (comunque inferiori alle 84 del 2003) raggiunge il 6,6% dei voti, il miglior risultato a livello provinciale. Anche qui bene la Lega (6,1%).

 A Vadena, infine, la Svp perde due punti e arriva al 38%, il Pdl tocca il 17,8% e il Pd si ferma all’11,3%. L’Udc arriva al 4,1%, i Freiheitlichen al 6,5%.


 
























IL RIMPASTO DI GIUNTA
 
Dopo-Tommasini, via alla corsa L’assessorato non andrà al Pd
 


 LAIVES. E ora la giunta comunale. Christian Tommasini è stato eletto in consiglio provinciale e quindi lascerà il suo incarico da assessore alla cultura in Comune. I partiti della coalizione di Polonioli stanno discutendo da settimane di quale assetto dare alla giunta - anche se finora lo hanno fatto senza troppo clamore. Adesso però la questione diventa ufficiale. E il sindaco Polonioli l’affronta partendo da una premessa: «Per gli equilibri interni nella nostra maggioranza è evidente che quel posto servirà a rafforzare la coalizione». Tradotto dal politichese: «In prima battuta - spiega il sindaco - la mia intenzione è quella di non darlo al Pd ma a un altro partito della coalizione. Ovviamente il linea teorica si potrebbe chiamare un esterno, ma se siamo in questi pasticci (con una maggioranza così risicata dopo una vittoria così chiara alle comunali) la colpa è della politica, quindi è la politica che deve uscirne». Ciò significa che nei prossimi giorni i partiti analizzeranno l’esito del voto e ne assorbiranno le conseguenze e subito dopo si riuniranno intorno a un tavolo per iniziare a discutere sul serio. Polonioli è molto cauto - «abbiamo tempo, i nodi verranno al pettine col bilancio a gennaio, quindi non c’è fretta» - ma è chiaro che a questo punto gli altri partiti della maggioranza, e in particolare Udc e socialisti, dovranno contarsi prima di mettere le carte sul tavolo. In casa Udc, ad esempio, è in corso da tempo l’avvicinamento dei due ex-Fi Enzo Nesi e Luca Rapaggi, mentre per quanto riguarda i socialisti è da tempo che Roberto Ceol minaccia di lasciare la maggioranza. Insomma la partenza di Tommasini scoperchia una situazione intricata. E Polonioli chiosa: «Io sono tranquillo, chi mi contestava ha preso 30 preferenze...». (m.r.)


















Laives, vince il voto anti-sistema







ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 28 OTTOBRE 2008





































 
Il Pd si ferma al 15%. Borin contro il Comitato di Pineta: «Hanno responsabilità enormi». Male Udc e la Sinistra
 
Bene Lega, Unitalia e Idv. Il Pdl perde, la Volkspartei guadagna
 
 
Forti: «Se ci votano anche gli italiani? Certo che sì»
 



 LAIVES. Alla vigilia del voto, quasi tutta l’attenzione era concentrata su due fronti: quanto avrebbe ottenuto il Pdl, che tra i candidati di punta presentava quel Bruno Borin da anni capogruppo di An in consiglio comunale, e dove sarebbe arrivato il Pd guidato dall’assessore Christian Tommasini. Il risultato è stato mediocre per entrambe le formazioni. Il Pdl ha vinto la sfida a distanza col 24%, ma perdendo il 10% rispetto alla somma di An e Fi del 2003. Il Pd si è fermato al 15,8%, nonostante il buon risultato di Tommasini (721 preferenze). Ma sono cresciuti la Lega, Unitalia e, a sorpresa, anche la Volkspartei.

 Verrebbe da chiamarlo un voto anti-sistema, quello di Laives. Mentre Pdl e Pd si sfiancavano in una battaglia all’ultimo voto, senza riuscire nè l’uno nè l’altro nell’exploit, crescevano i partiti minori. I numeri parlano chiaro. Pdl al 24% quando la la sola An nel 2003 aveva preso il 24,7. Pd al 15,8%, col capolista Christian Tommasini che è anche assessore in città (il secondo a Laives per preferenze è stato Dario Volani con 226). E invece: la Lega è salita al 6,2% (nel 2003: 2,1%), Unitalia al 4,7% (contro il 3,7), Idv al 4,5%, uno dei risultati migliori di tutta la provincia. Tutti molto sopra le altre due forze di governo in città, i moderati dell’Udc (3,2%, Folchini 14 preferenze) e la Sinistra (1,7%, dentro c’era sì Prc che sta all’opposizione ma anche Roberto Ceol, il più votato con 39 preferenze).

 Per il sindaco Polonioli, nonostante il suo Pd non sia andato come ci si aspettava, «questo voto rasserena il clima. Tutti quelli che un giorno sì e un giorno no chiedono le mie dimissioni hanno preso tra le 20 e le 30 preferenze, da Ceol a Pancheri della Lega... Questo mi aiuta». Ma dal voto è emerso anche un altro dato: a Laives la Svp guadagna. Non molto, dal 27,8% al 29,4. Ma è pur sempre un incremento. Uno dei rarissimi registrati in provincia, insieme a Bronzolo, Salorno e poche altre realtà. Per il sindaco «è un voto che premia il buon governo, dove la Svp governa col centrosinistra senza rincorrere la destra viene premiata dagli elettori». Per il vicesindaco Georg Forti, uno degli artefici di questa vittoria, «la gente riconosce che lavoriamo bene e che favoriamo la convivenza. Se ci votano anche gli italiani? Ma è logico».

 Altro clima nel Pdl. I numeri dicono che è il primo partito italiano della città. Ma le aspettative erano altre. I candidati locali più di rilievo erano Francesco Paolo Cocca (area Fi), che in città ha preso 138 preferenze e Daniele Inguscio (67) e Bruno Borin (543, 194 meno di cinque anni fa) di area An. Borin non cela l’amarezza: «Paghiamo il mancato intervento del governo Berlusconi su tutte le questioni più scottanti in Alto Adige - dice -. Il Pdl a livello nazionale si era impegnato in una serie di misure e dopo sei mesi non si è visto nulla: la gente è demoralizzata e infatti l’astensione riguarda soprattutto gli italiani». E poi, prosegue, «ci sono fenomeni locali che spiegano molte cose. Penso ad alcuni Comitati che si definiscono “civici” e che a pochi giorni dal voto invitano le famiglie italiane a votare Durnwalder. Spero che ora si assumano le loro responsabilità, che non sono poche... Per altro sarebbe interessante scoprire dove hanno trovato i soldi per spedire tutte quelle lettere. Io la campagna elettorale l’ho fatta e so quanto costa».

 Per passare alla maggioranza in Comune, il voto provinciale apre ora una partita interessante nella coalizione di Polonioli: Christian Tommasini lascerà la giunta per andare in consiglio provinciale e dà il via così alla trattativa per la sua sostituzione. Ci vorrà qualche mese, certo, ma le cifre del voto di domenica mettono il sindaco Polonioli nella condizione di non subire diktat dai suoi alleati.

 Per quanto riguarda Bronzolo, la polemica sull’inceneritore sembra non aver danneggiato la Svp, che passa anzi dal 36,1 al 37%. Il Pdl si ferma al 16,8% (Urzì il più votato con 99 preferenze, alle sue spalle Biancofiore e Borin con 83 e 66), il Pd è il terzo partito con l’11,5%. Ma a Bronzolo c’è da segnalare il risultato della lista «Sinistra per l’Alto Adige», che spinta dalle 76 preferenze di Bertinazzo (comunque inferiori alle 84 del 2003) raggiunge il 6,6% dei voti, il miglior risultato a livello provinciale. Anche qui bene la Lega (6,1%).

 A Vadena, infine, la Svp perde due punti e arriva al 38%, il Pdl tocca il 17,8% e il Pd si ferma all’11,3%. L’Udc arriva al 4,1%, i Freiheitlichen al 6,5%.


 
























IL RIMPASTO DI GIUNTA
 
Dopo-Tommasini, via alla corsa L’assessorato non andrà al Pd
 


 LAIVES. E ora la giunta comunale. Christian Tommasini è stato eletto in consiglio provinciale e quindi lascerà il suo incarico da assessore alla cultura in Comune. I partiti della coalizione di Polonioli stanno discutendo da settimane di quale assetto dare alla giunta - anche se finora lo hanno fatto senza troppo clamore. Adesso però la questione diventa ufficiale. E il sindaco Polonioli l’affronta partendo da una premessa: «Per gli equilibri interni nella nostra maggioranza è evidente che quel posto servirà a rafforzare la coalizione». Tradotto dal politichese: «In prima battuta - spiega il sindaco - la mia intenzione è quella di non darlo al Pd ma a un altro partito della coalizione. Ovviamente il linea teorica si potrebbe chiamare un esterno, ma se siamo in questi pasticci (con una maggioranza così risicata dopo una vittoria così chiara alle comunali) la colpa è della politica, quindi è la politica che deve uscirne». Ciò significa che nei prossimi giorni i partiti analizzeranno l’esito del voto e ne assorbiranno le conseguenze e subito dopo si riuniranno intorno a un tavolo per iniziare a discutere sul serio. Polonioli è molto cauto - «abbiamo tempo, i nodi verranno al pettine col bilancio a gennaio, quindi non c’è fretta» - ma è chiaro che a questo punto gli altri partiti della maggioranza, e in particolare Udc e socialisti, dovranno contarsi prima di mettere le carte sul tavolo. In casa Udc, ad esempio, è in corso da tempo l’avvicinamento dei due ex-Fi Enzo Nesi e Luca Rapaggi, mentre per quanto riguarda i socialisti è da tempo che Roberto Ceol minaccia di lasciare la maggioranza. Insomma la partenza di Tommasini scoperchia una situazione intricata. E Polonioli chiosa: «Io sono tranquillo, chi mi contestava ha preso 30 preferenze...». (m.r.)