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domenica 30 marzo 2008

Redditi e povertà

Gli aspetti socio-economici sono più che mai al vertice dell’interesse del mondo scientifico e politico, dove i concetti di distribuzione e concentrazione del reddito sono al centro del dibattito. Che i redditi non siano distribuiti equamente in Alto Adige emerge dal fatto che il 10% delle famiglie dispone di oltre un quarto dei redditi complessivi.

Un aspetto significativo riguarda la discussione sulla povertà che, in una economia di mercato, viene definita come povertà di reddito e quindi calcolata attraverso grandezze monetarie. In provincia di Bolzano il 15% delle famiglie si trova in una condizione di povertà relativa. Sottesa a questa definizione di povertà vi è una speciale forma di disuguaglianza sociale la cui concreta manifestazione dipende da processi definitori interni alla società.


Fonte: ASTAT

Redditi e povertà

Gli aspetti socio-economici sono più che mai al vertice dell’interesse del mondo scientifico e politico, dove i concetti di distribuzione e concentrazione del reddito sono al centro del dibattito. Che i redditi non siano distribuiti equamente in Alto Adige emerge dal fatto che il 10% delle famiglie dispone di oltre un quarto dei redditi complessivi.

Un aspetto significativo riguarda la discussione sulla povertà che, in una economia di mercato, viene definita come povertà di reddito e quindi calcolata attraverso grandezze monetarie. In provincia di Bolzano il 15% delle famiglie si trova in una condizione di povertà relativa. Sottesa a questa definizione di povertà vi è una speciale forma di disuguaglianza sociale la cui concreta manifestazione dipende da processi definitori interni alla società.


Fonte: ASTAT

sabato 29 marzo 2008

Pineta: semaforo in funzione e prime polemiche

Da qualche tempo è entrato in funzione il semaforo all’incrocio tra via Dolomiti e la statale 12. Si tratta di un indubbio successo del Comitato Pineta che ha seguito con testardaggine la vicenda, superando le resistenze della burocrazia e di chi ne sosteneva l’inutilità.


La sicurezza dei cittadini non ha prezzo e se il semaforo fosse stato installato quando per la prima volta la popolazione ne aveva fatto richiesta sarebbe già stato ampiamente ripagato e soprattutto si sarebbero evitati parecchi incidenti.


Oggi comunque l’amministrazione avrà la possibilità di risparmiare essendo già stata presa la decisione di eliminare i nonni vigile in presenza di impianti semaforici.


Nel frattempo sono stati riscontrati i primi inconvenienti con la formazione di lunghe code di veicoli ma, a ben guardare, si tratta della stessa fila che si formava al primo semaforo all’entrata di Laives. Essa non incide dunque sui tempi di percorrenza complessivi per chi attraversa l’abitato, ma il problema va possibilmente risolto in attesa della variante con la consapevolezza che tra la sicurezza dei cittadini e l’automobile occorre comunque scegliere.


Una messa a punto del sistema che eviti di bloccare inutilmente il traffico sulla statale, una sapiente distribuzione dei tempi di attesa e la sincronizzazione con gli altri impianti semaforici di Laives dovrebbero far superare i problemi più evidenti rendendo più scorrevole il traffico e portando qualche sollievo anche nella via Kennedy.


 

Rifondazione Comunista – Laives

Pineta: semaforo in funzione e prime polemiche

Da qualche tempo è entrato in funzione il semaforo all’incrocio tra via Dolomiti e la statale 12. Si tratta di un indubbio successo del Comitato Pineta che ha seguito con testardaggine la vicenda, superando le resistenze della burocrazia e di chi ne sosteneva l’inutilità.


La sicurezza dei cittadini non ha prezzo e se il semaforo fosse stato installato quando per la prima volta la popolazione ne aveva fatto richiesta sarebbe già stato ampiamente ripagato e soprattutto si sarebbero evitati parecchi incidenti.


Oggi comunque l’amministrazione avrà la possibilità di risparmiare essendo già stata presa la decisione di eliminare i nonni vigile in presenza di impianti semaforici.


Nel frattempo sono stati riscontrati i primi inconvenienti con la formazione di lunghe code di veicoli ma, a ben guardare, si tratta della stessa fila che si formava al primo semaforo all’entrata di Laives. Essa non incide dunque sui tempi di percorrenza complessivi per chi attraversa l’abitato, ma il problema va possibilmente risolto in attesa della variante con la consapevolezza che tra la sicurezza dei cittadini e l’automobile occorre comunque scegliere.


Una messa a punto del sistema che eviti di bloccare inutilmente il traffico sulla statale, una sapiente distribuzione dei tempi di attesa e la sincronizzazione con gli altri impianti semaforici di Laives dovrebbero far superare i problemi più evidenti rendendo più scorrevole il traffico e portando qualche sollievo anche nella via Kennedy.


 

Rifondazione Comunista – Laives

venerdì 28 marzo 2008

Polonioli critico nei confronti degli ex amministratori «Adesso criticano. E prima?»

Alto adige, 28 MARZO 2008         


 

di Bruno Canali


 

«Rifiuti, fatta soltanto un’analisi»


 Il sindaco: uno studio per capire i problemi. Poi le scelte






LAIVES. Incontro, ieri in municipio, tra il sindaco Giovanni Polonioli e i rappresentanti della Seab. Si è parlato ovviamente degli sviluppi anche polemici, seguiti alla pubblicazione della relazione che la stessa Seab aveva recapitato all’amministrazione comunale, una «Analisi territoriale ai fini dell’introduzione di un sistema di raccolta dei rifiuti personalizzato e dell’avvio della raccolta del rifiuto organico». È un’analisi a tratti impietosa verso ciò che le passate amministrazioni hanno fatto nel settore della raccolta dei rifiuti, quando ancora era garantita dal cantiere comunale. «Però questa analisi non rappresenta un giudizio su ciò che ha fatto o non ha fatto negli anni il Comune di Laives per organizzare la raccolta dei rifiuti solidi urbani - dice Polonioli - ma semplicemente il risultato di uno studio a 360 gradi che noi stessi avevamo commissionato alla Seab per capire le problematiche legate al servizio a alle introduzioni future, con particolare attenzione alla raccolta personalizzata e a quella dell’umido».


 Continua il sindaco: «Questo studio sarà la base per adottare poi le decisioni politiche e servirà proprio come base per capire gli scenari possibili nel momento in cui affronteremo determinate scelte che, voglio ribadirlo, potranno essere più di una».


 Il sindaco quindi getta acqua sul fuoco della polemica innescata in questi giorni e garantisce che le cifre da spendere saranno più contenute di quelle ipotizzate, proprio perché si punterà ad ottimizzare servizi e bacino d’utenza. «Uno dei problemi emersi ad esempio - continua Polonioli - è la difformità fra il nostro sistema di raccolta, così come è stato strutturato negli anni e quello che esiste a Bolzano; per questo abbiamo chiesto alla Seab come e cosa fare per uniformarci. La situazione esistente va implementata con ciò che indicano anche le nuove normative e se oggi già siamo sopra il 40% con la raccolta differenziata, vogliamo puntare al 50% almeno, come le normative ritengono ottimale. Rafforzeremo ovviamente la campagna di promozione e sensibilizzazione fra tutti gli strati della nostra comunità, a partire dalle scuole perché ad esempio, i maggiori problemi li riscontriamo in via Kennedy e questo a causa del “pendolarismo dei rifiuti”».


 Il sindaco quindi torna a sottolineare che lo studio della Seab è inevitabilmente complicato e risponde alle richieste che il Comune ha presentato. «Ci serve a capire come procedere per il futuro con la raccolta dei rifiuti alla luce di ciò che già abbiamo realizzato». Ma il primo cittadino ne ha anche per quegli amministratori comunali che oggi condannano l’operato, pur essendo stati in varie epoche componenti di giunta e dunque, corresponsabili - se vi sono responsabilità - dei risultati raggiunti o mancati. «Sono alla guida della giunta dal 2005 - ricorda Polonioli - e debbo per forza di cose ragionare con quello che ho trovato da allora in avanti. Con questo non mi tiro certamente indietro se ci sono responsabilità, però chiedo anche che altrettanto facciano coloro che adesso si stracciano le vesti e accusano l’amministrazione comunale di avere sbagliato tutto per quanto riguarda il servizio relativo ai rifiuti. L’incontro con Seab è stato cordiale e sono state analizzate alcune ipotesi che verranno approfondite nelle prossime settimane; poi ci rivedremo per approfondire ogni questione in vista delle iniziative future, vedi la raccolta dell’organico».


 


COMUNICATO DIFFUSO DALLA SEAB  «Approfondimento della situazione»    


 

 LAIVES. La direzione della Seab ha diffuso ieri pomeriggio il seguente comunicato: «A seguito dell’incarico del Comune di Laives, Seab ha elaborato una proposta per l’attivazione delle attrezzature e dei sistemi per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani presenti sul territorio comunale. Lo studio ha avuto in primis lo scopo di approfondire a 360 gradi la situazione esistente, mettendola in relazione alla futura gestione dei rifiuti solidi urbani tramite sistemi personalizzati di raccolta. In particolare sono stati analizzati i bacini d’utenza e le problematiche relative al esistenza sul territorio di più sistemi differenti di raccolta: Multipress, isole interrate, Gaia, cassonetti personalizzati ed cassonetti stradali tradizionali. Lo studio pertanto non aveva lo scopo di criticare i sistemi di raccolta acquisiti nel tempo dal Comune di Laives. I sistemi introdotti a Laives sono in funzione in ambito nazionale ed internazionale, dimostrandosi efficienti e funzionali al calcolo della tariffa puntuale. Non corrisponde a verità che la messa in funzione del nuovo sistema di raccolta compresa la raccolta dell’umido avrebbe comportato un ulteriore esborso di un millione e 600 mila euro. La Seab in funzione delle indicazioni dell’amministrazione comunale, ha presentato una prima ipotesi di lavoro, comprensiva di tutte le possibili opzioni, per un ammontare di 600 mila euro. Nella riunione di stamane (ieri per chi legge, ndr) tra Seab ed i vertici comunali, è stata ripresentata una seconda ipotesi di lavoro, adeguata e ridimensionata in base alle indicazioni e alle priorità individuate dal Comune stesso, che sarà al vaglio della Giunta comunale. Seab spa - conclude la nota - ha come obiettivo finale, quello di raggiungere a Laives un livello di qualità al pari di quello del Comune di Bolzano, fornendo quindi ai cittadini di Laives un servizio efficiente, che permette di avere una città più pulita ed ordinata».

Polonioli critico nei confronti degli ex amministratori «Adesso criticano. E prima?»

Alto adige, 28 MARZO 2008         


 

di Bruno Canali


 

«Rifiuti, fatta soltanto un’analisi»


 Il sindaco: uno studio per capire i problemi. Poi le scelte






LAIVES. Incontro, ieri in municipio, tra il sindaco Giovanni Polonioli e i rappresentanti della Seab. Si è parlato ovviamente degli sviluppi anche polemici, seguiti alla pubblicazione della relazione che la stessa Seab aveva recapitato all’amministrazione comunale, una «Analisi territoriale ai fini dell’introduzione di un sistema di raccolta dei rifiuti personalizzato e dell’avvio della raccolta del rifiuto organico». È un’analisi a tratti impietosa verso ciò che le passate amministrazioni hanno fatto nel settore della raccolta dei rifiuti, quando ancora era garantita dal cantiere comunale. «Però questa analisi non rappresenta un giudizio su ciò che ha fatto o non ha fatto negli anni il Comune di Laives per organizzare la raccolta dei rifiuti solidi urbani - dice Polonioli - ma semplicemente il risultato di uno studio a 360 gradi che noi stessi avevamo commissionato alla Seab per capire le problematiche legate al servizio a alle introduzioni future, con particolare attenzione alla raccolta personalizzata e a quella dell’umido».


 Continua il sindaco: «Questo studio sarà la base per adottare poi le decisioni politiche e servirà proprio come base per capire gli scenari possibili nel momento in cui affronteremo determinate scelte che, voglio ribadirlo, potranno essere più di una».


 Il sindaco quindi getta acqua sul fuoco della polemica innescata in questi giorni e garantisce che le cifre da spendere saranno più contenute di quelle ipotizzate, proprio perché si punterà ad ottimizzare servizi e bacino d’utenza. «Uno dei problemi emersi ad esempio - continua Polonioli - è la difformità fra il nostro sistema di raccolta, così come è stato strutturato negli anni e quello che esiste a Bolzano; per questo abbiamo chiesto alla Seab come e cosa fare per uniformarci. La situazione esistente va implementata con ciò che indicano anche le nuove normative e se oggi già siamo sopra il 40% con la raccolta differenziata, vogliamo puntare al 50% almeno, come le normative ritengono ottimale. Rafforzeremo ovviamente la campagna di promozione e sensibilizzazione fra tutti gli strati della nostra comunità, a partire dalle scuole perché ad esempio, i maggiori problemi li riscontriamo in via Kennedy e questo a causa del “pendolarismo dei rifiuti”».


 Il sindaco quindi torna a sottolineare che lo studio della Seab è inevitabilmente complicato e risponde alle richieste che il Comune ha presentato. «Ci serve a capire come procedere per il futuro con la raccolta dei rifiuti alla luce di ciò che già abbiamo realizzato». Ma il primo cittadino ne ha anche per quegli amministratori comunali che oggi condannano l’operato, pur essendo stati in varie epoche componenti di giunta e dunque, corresponsabili - se vi sono responsabilità - dei risultati raggiunti o mancati. «Sono alla guida della giunta dal 2005 - ricorda Polonioli - e debbo per forza di cose ragionare con quello che ho trovato da allora in avanti. Con questo non mi tiro certamente indietro se ci sono responsabilità, però chiedo anche che altrettanto facciano coloro che adesso si stracciano le vesti e accusano l’amministrazione comunale di avere sbagliato tutto per quanto riguarda il servizio relativo ai rifiuti. L’incontro con Seab è stato cordiale e sono state analizzate alcune ipotesi che verranno approfondite nelle prossime settimane; poi ci rivedremo per approfondire ogni questione in vista delle iniziative future, vedi la raccolta dell’organico».


 


COMUNICATO DIFFUSO DALLA SEAB  «Approfondimento della situazione»    


 

 LAIVES. La direzione della Seab ha diffuso ieri pomeriggio il seguente comunicato: «A seguito dell’incarico del Comune di Laives, Seab ha elaborato una proposta per l’attivazione delle attrezzature e dei sistemi per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani presenti sul territorio comunale. Lo studio ha avuto in primis lo scopo di approfondire a 360 gradi la situazione esistente, mettendola in relazione alla futura gestione dei rifiuti solidi urbani tramite sistemi personalizzati di raccolta. In particolare sono stati analizzati i bacini d’utenza e le problematiche relative al esistenza sul territorio di più sistemi differenti di raccolta: Multipress, isole interrate, Gaia, cassonetti personalizzati ed cassonetti stradali tradizionali. Lo studio pertanto non aveva lo scopo di criticare i sistemi di raccolta acquisiti nel tempo dal Comune di Laives. I sistemi introdotti a Laives sono in funzione in ambito nazionale ed internazionale, dimostrandosi efficienti e funzionali al calcolo della tariffa puntuale. Non corrisponde a verità che la messa in funzione del nuovo sistema di raccolta compresa la raccolta dell’umido avrebbe comportato un ulteriore esborso di un millione e 600 mila euro. La Seab in funzione delle indicazioni dell’amministrazione comunale, ha presentato una prima ipotesi di lavoro, comprensiva di tutte le possibili opzioni, per un ammontare di 600 mila euro. Nella riunione di stamane (ieri per chi legge, ndr) tra Seab ed i vertici comunali, è stata ripresentata una seconda ipotesi di lavoro, adeguata e ridimensionata in base alle indicazioni e alle priorità individuate dal Comune stesso, che sarà al vaglio della Giunta comunale. Seab spa - conclude la nota - ha come obiettivo finale, quello di raggiungere a Laives un livello di qualità al pari di quello del Comune di Bolzano, fornendo quindi ai cittadini di Laives un servizio efficiente, che permette di avere una città più pulita ed ordinata».

giovedì 27 marzo 2008

Asporto rifiuti: la questione deve tornare in consiglio

La gestione a dir poco disastrosa dell’asporto rifiuti del comune di Laives, si è arricchita di un nuovo capitolo. Apprendiamo infatti dalla stampa che per passare alla raccolta dell’umido, Seab chiede  per l’avvio del servizio 660 mila euro, mentre il costo annuo arriverebbe a 1 milione e 600 mila euro con pesanti ricadute sulle tariffe che i cittadini saranno chiamati a pagare.


L’analisi dello stato del servizio è poi impietosa tanto da far sorgere alcuni dubbi anche sulle capacità manageriali di Seab stessa: possibile che al momento dell’esternalizzazione del servizio, questa valutazione non fosse stata fatta? Ed in caso contrario perché viene denunciata solo oggi?


Eppure in fase di discussione in consiglio era stata data ampia assicurazione che tutta l’operazione sarebbe stata effettuata in modo da evitare, pur in presenza di consistenti aumenti, ulteriori spiacevoli sorprese per i cittadini, anzi si faceva intuire una probabile diminuzione dei costi e un aumento della qualità del servizio. Su che basi era formulata tale ipotesi?


Ci aspettavamo almeno delle precisazioni da parte del sindaco o degli assessori coinvolti nella vicenda, ma purtroppo non sono arrivate e questo aumenta l’allarme e le preoccupazioni.


Il modo in cui era stata gestita l’esternalizzazione del servizio aveva sollevato più di un dubbio a cominciare dal mancato coinvolgimento dei cittadini. Si provi oggi, di fronte agli aumenti intervenuti, al calo della raccolta differenziata e a nessun sensibile miglioramento del servizio, a spiegare loro che si trattava, come qualcuno ebbe ad affermare, di un atto di responsabilità.


L’esternalizzazione poi, come avemmo modo di sostenere, non era una strada necessitata e ci sarebbe stato il tempo e l’opportunità di valutare altre ipotesi e soprattutto di metterle tra loro a confronto. Invece l’unica soluzione presa in considerazione seriamente è stata quella di cedere il servizio a Seab per una sorta di pigrizia mentale dell’assessore Tommasini che probabilmente, in tutt’altre faccende affaccendato, non aveva né voglia, né tempo di esaminare altre possibilità.


Ora apprendiamo che anche all’interno della maggioranza vi erano dubbi e perplessità, peraltro mai espresse pubblicamente, e viene avanzata la proposta di recedere dall’affido alla Seab per creare una municipalizzata.


Non siamo certo contrari per principio all’operazione, ma su che basi viene formulata la proposta?


Occorre infatti che non si aggiunga danno al danno, ma che si proceda questa volta su dati certi, con ipotesi raffrontabili e solo dopo si prenda una decisione che, per parte nostra, deve comunque garantire il controllo pubblico sul servizio.


Proponiamo dunque che la questione venga portata in consiglio innanzitutto per una doverosa disamina della situazione venutasi a creare, per capire ciò che non ha funzionato, individuare gli errori commessi e le eventuali responsabilità ed infine scegliere la gestione più opportuna  nell’interesse dei cittadini che rappresentiamo.


 

Rifondazione Comunista – Laives

Asporto rifiuti: la questione deve tornare in consiglio

La gestione a dir poco disastrosa dell’asporto rifiuti del comune di Laives, si è arricchita di un nuovo capitolo. Apprendiamo infatti dalla stampa che per passare alla raccolta dell’umido, Seab chiede  per l’avvio del servizio 660 mila euro, mentre il costo annuo arriverebbe a 1 milione e 600 mila euro con pesanti ricadute sulle tariffe che i cittadini saranno chiamati a pagare.


L’analisi dello stato del servizio è poi impietosa tanto da far sorgere alcuni dubbi anche sulle capacità manageriali di Seab stessa: possibile che al momento dell’esternalizzazione del servizio, questa valutazione non fosse stata fatta? Ed in caso contrario perché viene denunciata solo oggi?


Eppure in fase di discussione in consiglio era stata data ampia assicurazione che tutta l’operazione sarebbe stata effettuata in modo da evitare, pur in presenza di consistenti aumenti, ulteriori spiacevoli sorprese per i cittadini, anzi si faceva intuire una probabile diminuzione dei costi e un aumento della qualità del servizio. Su che basi era formulata tale ipotesi?


Ci aspettavamo almeno delle precisazioni da parte del sindaco o degli assessori coinvolti nella vicenda, ma purtroppo non sono arrivate e questo aumenta l’allarme e le preoccupazioni.


Il modo in cui era stata gestita l’esternalizzazione del servizio aveva sollevato più di un dubbio a cominciare dal mancato coinvolgimento dei cittadini. Si provi oggi, di fronte agli aumenti intervenuti, al calo della raccolta differenziata e a nessun sensibile miglioramento del servizio, a spiegare loro che si trattava, come qualcuno ebbe ad affermare, di un atto di responsabilità.


L’esternalizzazione poi, come avemmo modo di sostenere, non era una strada necessitata e ci sarebbe stato il tempo e l’opportunità di valutare altre ipotesi e soprattutto di metterle tra loro a confronto. Invece l’unica soluzione presa in considerazione seriamente è stata quella di cedere il servizio a Seab per una sorta di pigrizia mentale dell’assessore Tommasini che probabilmente, in tutt’altre faccende affaccendato, non aveva né voglia, né tempo di esaminare altre possibilità.


Ora apprendiamo che anche all’interno della maggioranza vi erano dubbi e perplessità, peraltro mai espresse pubblicamente, e viene avanzata la proposta di recedere dall’affido alla Seab per creare una municipalizzata.


Non siamo certo contrari per principio all’operazione, ma su che basi viene formulata la proposta?


Occorre infatti che non si aggiunga danno al danno, ma che si proceda questa volta su dati certi, con ipotesi raffrontabili e solo dopo si prenda una decisione che, per parte nostra, deve comunque garantire il controllo pubblico sul servizio.


Proponiamo dunque che la questione venga portata in consiglio innanzitutto per una doverosa disamina della situazione venutasi a creare, per capire ciò che non ha funzionato, individuare gli errori commessi e le eventuali responsabilità ed infine scegliere la gestione più opportuna  nell’interesse dei cittadini che rappresentiamo.


 

Rifondazione Comunista – Laives

martedì 25 marzo 2008

Asporto rifiuti:cronaca di un fallimento


Alto Adige, 25 MARZO 2008



 Bruno Canali


«Tutto da rifare»: l’accusa Seab

Categorica bocciatura del servizio. Commessi diversi errori

Un’accurata analisi prima di formulare l’impietoso giudizio



 



 LAIVES. Dall’esame effettuato dalla Seab, il servizio comunale di raccolta dei rifiuti esce con una severa bocciatura. Sono tante le cose che non vanno bene secondo l’analisi che è stata svolta in vista del passaggio alla raccolta personalizzata e a quella dell’umido, entro il 2009, tanto che bisognerà spendere cifre sostanziose per gli aggiornamenti dei sistemi di raccolta e per mettere a regime quelli che negli anni scorsi il Comune ha introdotto sul territorio spendendo parecchio. Nel novero delle cose da rivedere, secondo Seab, ci sarebbero i sistemi multi utenza.



 Si legge nella relazione che «I sistemi isola e Multipress si sono dimostrati sufficientemente affidabili, mentre il sistema “Gaia” evidenzia problemi con il software che deve riconoscere le tessere degli utenti, insieme a diversi malfunzionamenti che ancora non sono risolti».



 C’è poi un altro dato preoccupante: il 20-25 per cento degli utenti in possesso della tessera personale per conferire i rifiuti nei sistemi citati, in realtà non l’hanno mai utilizzata e sono comunque pochi quelli che si servono dei sistemi di raccolta con regolarità. Da qui si può dedurre che anche i dati finora raccolti siano poco indicativi.



 «Il sistema Multipress - spiega ancora la Seab - è utilizzato al massimo solo in inverno perché negli altri mesi la presenza dei rifiuti organici crea problemi di cattivi odori e bisogna perciò procedere con svuotamenti a frequenza maggiore rispetto alle reali necessità. La gestione stessa dei sistemi multi utenza necessita di una onerosa attività di intervento, sia per il ripristino delle macchine a seguito di blocchi, sia per manutenzioni, tanto che è stato organizzato un servizio di reperibilità attivo tutto l’anno, festivi compresi, che costa 55 mila euro».



 Per quanto riguarda i bidoncini personali, introdotti oramai da tempo, ancora non è certo se le procedure di collegamento bidone-utente, siano assolutamente affidabili e serve una verifica totale della banca dati delle utenze collegate. La Seab ha da ridire anche sulla disposizione dei bacini di utenza, con sovrapposizione di diversi sistemi su un medesimo bacino e notevole difformità del numero di utenti allacciati ai diversi sistemi di raccolta, con conseguente impossibilità di gestire in maniera ottimale i programmi di svuotamento.



 Sempre secondo Seab, è da rivedere la disposizione dei quattro Multipress posti in zona industriale, che causano grossi problemi di gestione a fronte di oneri ritenuti eccessivi per il numero di utenti. Poi ci sono tessere personali che si possono usare per sistemi di raccolta diversi, con sovrapposizione di codifiche e impossibilità di identificare i singoli utenti. Queste situazione creano anche problemi nell’elaborazione dei dati della raccolta, tanto che non esisterebbe una corrispondenza certa tra codice trasponder e utente. Ci sono scambi di bidoncini fra utenti e comunque il numero di bidoncini esposti per lo svuotamento è di molto inferiore a quelli distribuiti: circa il 20-30 per cento dei contenitori assegnati a suo tempo, non verrebbe mai o quasi mai svuotato dai proprietari. Poi sono stati distribuiti a suo tempo troppo bidoncini differenti tra loro (da 60 a 360 litri) e in sintesi, per rimediare a tutto questo servirebbe un’ulteriore squadra operativa composta da 1 autista e 2 caricatori.



 Tutto o quasi da rivedere insomma, stando all’analisi Seab del servizio comunale di raccolta dei rifiuti e la conseguenza sarà una spesa non indifferente e questo a pochi mesi dall’avvio della raccolta anche dell’organico.






«Diverse cose da rivedere»







  LAIVES. «Il servizio Seab è antieconomico per il Comune e deleterio per le tasche dei cittadini». Iniazia così una nota di Francesco Paolo Cocca, coordinatore di Forza Italia a Laives che entra nel merito sulle proposte che la stessa Seab ha fatto di recente - e messo per iscritto - e che hanno sollevato subito numerose perplessità anche fra gli amministratori comunali. Ma vediamo, di seguito, le considerazioni e le proposte fatte da Cocca: «L’articolo 49 del D.lgs. n. 22/1997 (decreto Ronchi) ha disposto la soppressione della tassa rifiuti, prevedendo la contestuale istituzione di una tariffa con la quale coprire “i costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e soggette ad uso pubblico”: la tariffa di igiene ambientale (Tia). La Tia ha una struttura “binomia” essendo composta da due parti: una parte fissa, che il decreto denomina “tariffa di riferimento”; una parte variabile, che dovrebbe essere determinata dal Comune sulla base della quantità dei rifiuti conferiti dagli utenti e sull’entità dei costi del servizio, in maniera tale da assicurare la piena copertura delle spese di esercizio e di investimento. Rispetto alla Tarsu, i costi considerati rilevanti per la tariffa sono maggiori, poiché comprendono anche le spese di gestione del tributo e, soprattutto, il costo integrale della raccolta e smaltimento dei rifiuti esterni, nonché dei rifiuti provenienti da altri servizi di interesse collettivo (rifiuti “verdi” e rifiuti cimiteriali). Questo elemento continua a generare una certa perplessità in ragione della natura indivisibile del predetto costo che mal si concilia con l’impronta “privatistica” della nuova entrata comunale, soprattutto ove si consideri che tali costi entrano a far parte della quota “fissa” della tariffa, così indifferentemente, gravando su tutti coloro che realizzano il presupposto impositivo. Come intervenire, dunque, per promuovere realmente la riduzione della produzione dei rifiuti, il riciclo di materia, e contemporaneamente evitare che aumenti la spesa a carico del Comune e del cittadino?»



 Secondo la nota del coordinatore locale di Forza Italia queste sono le possibili soluzioni: «Municipalizzazione del servizio; introduzione dei sacchetti prepagati per il conferimento del rifiuto indifferenziato. In questo modo, il cittadino acquisterebbe i sacchetti marcati che il Comune venderebbe ad un costo equivalente al costo di smaltimento del sacchetto medesimo. I sacchetti hanno un volume preciso e, per quanto si schiaccino i rifiuti, non possono contenerne una quantità troppo diversa dall’effettiva capacità. Il passaggio volume-peso è empiricamente desumibile. E moltiplicando i chilogrammi di rifiuto per il costo di smaltimento si ottiene il costo del sacchetto; esenzione per la raccolta differenziata; detrazioni per le fasce sociali più deboli: disoccupati, pensionati con redditi bassi, famiglie numerose ed altro ancora».

Asporto rifiuti:cronaca di un fallimento


Alto Adige, 25 MARZO 2008



 Bruno Canali


«Tutto da rifare»: l’accusa Seab

Categorica bocciatura del servizio. Commessi diversi errori

Un’accurata analisi prima di formulare l’impietoso giudizio



 



 LAIVES. Dall’esame effettuato dalla Seab, il servizio comunale di raccolta dei rifiuti esce con una severa bocciatura. Sono tante le cose che non vanno bene secondo l’analisi che è stata svolta in vista del passaggio alla raccolta personalizzata e a quella dell’umido, entro il 2009, tanto che bisognerà spendere cifre sostanziose per gli aggiornamenti dei sistemi di raccolta e per mettere a regime quelli che negli anni scorsi il Comune ha introdotto sul territorio spendendo parecchio. Nel novero delle cose da rivedere, secondo Seab, ci sarebbero i sistemi multi utenza.



 Si legge nella relazione che «I sistemi isola e Multipress si sono dimostrati sufficientemente affidabili, mentre il sistema “Gaia” evidenzia problemi con il software che deve riconoscere le tessere degli utenti, insieme a diversi malfunzionamenti che ancora non sono risolti».



 C’è poi un altro dato preoccupante: il 20-25 per cento degli utenti in possesso della tessera personale per conferire i rifiuti nei sistemi citati, in realtà non l’hanno mai utilizzata e sono comunque pochi quelli che si servono dei sistemi di raccolta con regolarità. Da qui si può dedurre che anche i dati finora raccolti siano poco indicativi.



 «Il sistema Multipress - spiega ancora la Seab - è utilizzato al massimo solo in inverno perché negli altri mesi la presenza dei rifiuti organici crea problemi di cattivi odori e bisogna perciò procedere con svuotamenti a frequenza maggiore rispetto alle reali necessità. La gestione stessa dei sistemi multi utenza necessita di una onerosa attività di intervento, sia per il ripristino delle macchine a seguito di blocchi, sia per manutenzioni, tanto che è stato organizzato un servizio di reperibilità attivo tutto l’anno, festivi compresi, che costa 55 mila euro».



 Per quanto riguarda i bidoncini personali, introdotti oramai da tempo, ancora non è certo se le procedure di collegamento bidone-utente, siano assolutamente affidabili e serve una verifica totale della banca dati delle utenze collegate. La Seab ha da ridire anche sulla disposizione dei bacini di utenza, con sovrapposizione di diversi sistemi su un medesimo bacino e notevole difformità del numero di utenti allacciati ai diversi sistemi di raccolta, con conseguente impossibilità di gestire in maniera ottimale i programmi di svuotamento.



 Sempre secondo Seab, è da rivedere la disposizione dei quattro Multipress posti in zona industriale, che causano grossi problemi di gestione a fronte di oneri ritenuti eccessivi per il numero di utenti. Poi ci sono tessere personali che si possono usare per sistemi di raccolta diversi, con sovrapposizione di codifiche e impossibilità di identificare i singoli utenti. Queste situazione creano anche problemi nell’elaborazione dei dati della raccolta, tanto che non esisterebbe una corrispondenza certa tra codice trasponder e utente. Ci sono scambi di bidoncini fra utenti e comunque il numero di bidoncini esposti per lo svuotamento è di molto inferiore a quelli distribuiti: circa il 20-30 per cento dei contenitori assegnati a suo tempo, non verrebbe mai o quasi mai svuotato dai proprietari. Poi sono stati distribuiti a suo tempo troppo bidoncini differenti tra loro (da 60 a 360 litri) e in sintesi, per rimediare a tutto questo servirebbe un’ulteriore squadra operativa composta da 1 autista e 2 caricatori.



 Tutto o quasi da rivedere insomma, stando all’analisi Seab del servizio comunale di raccolta dei rifiuti e la conseguenza sarà una spesa non indifferente e questo a pochi mesi dall’avvio della raccolta anche dell’organico.






«Diverse cose da rivedere»







  LAIVES. «Il servizio Seab è antieconomico per il Comune e deleterio per le tasche dei cittadini». Iniazia così una nota di Francesco Paolo Cocca, coordinatore di Forza Italia a Laives che entra nel merito sulle proposte che la stessa Seab ha fatto di recente - e messo per iscritto - e che hanno sollevato subito numerose perplessità anche fra gli amministratori comunali. Ma vediamo, di seguito, le considerazioni e le proposte fatte da Cocca: «L’articolo 49 del D.lgs. n. 22/1997 (decreto Ronchi) ha disposto la soppressione della tassa rifiuti, prevedendo la contestuale istituzione di una tariffa con la quale coprire “i costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e soggette ad uso pubblico”: la tariffa di igiene ambientale (Tia). La Tia ha una struttura “binomia” essendo composta da due parti: una parte fissa, che il decreto denomina “tariffa di riferimento”; una parte variabile, che dovrebbe essere determinata dal Comune sulla base della quantità dei rifiuti conferiti dagli utenti e sull’entità dei costi del servizio, in maniera tale da assicurare la piena copertura delle spese di esercizio e di investimento. Rispetto alla Tarsu, i costi considerati rilevanti per la tariffa sono maggiori, poiché comprendono anche le spese di gestione del tributo e, soprattutto, il costo integrale della raccolta e smaltimento dei rifiuti esterni, nonché dei rifiuti provenienti da altri servizi di interesse collettivo (rifiuti “verdi” e rifiuti cimiteriali). Questo elemento continua a generare una certa perplessità in ragione della natura indivisibile del predetto costo che mal si concilia con l’impronta “privatistica” della nuova entrata comunale, soprattutto ove si consideri che tali costi entrano a far parte della quota “fissa” della tariffa, così indifferentemente, gravando su tutti coloro che realizzano il presupposto impositivo. Come intervenire, dunque, per promuovere realmente la riduzione della produzione dei rifiuti, il riciclo di materia, e contemporaneamente evitare che aumenti la spesa a carico del Comune e del cittadino?»



 Secondo la nota del coordinatore locale di Forza Italia queste sono le possibili soluzioni: «Municipalizzazione del servizio; introduzione dei sacchetti prepagati per il conferimento del rifiuto indifferenziato. In questo modo, il cittadino acquisterebbe i sacchetti marcati che il Comune venderebbe ad un costo equivalente al costo di smaltimento del sacchetto medesimo. I sacchetti hanno un volume preciso e, per quanto si schiaccino i rifiuti, non possono contenerne una quantità troppo diversa dall’effettiva capacità. Il passaggio volume-peso è empiricamente desumibile. E moltiplicando i chilogrammi di rifiuto per il costo di smaltimento si ottiene il costo del sacchetto; esenzione per la raccolta differenziata; detrazioni per le fasce sociali più deboli: disoccupati, pensionati con redditi bassi, famiglie numerose ed altro ancora».

lunedì 24 marzo 2008

Dentisti, la clinica che taglia i prezzi

Alto Adige 23 MARZO 2008


 

La struttura apre al terzo piano del Kampill Center: ambulatori con una decina di poltrone



Al lavoro medici germanici e dell’Est. I professionisti altoatesini: «Occhio alle protesi cinesi»


 Il “Mirò Medical Dental Center” è la prima struttura odontoiatrica low cost dell’Alto Adige


VALERIA FRANGIPANE


 


 BOLZANO. È ufficiale. Nell’arco di pochi giorni apre al terzo piano del Kampill Center il “Mirò Medicial Dental Center”, la prima clinica odontoiatrica low cost dell’Alto Adige con medici germanici e dell’Est che punta a sbaragliare il mercato proponendo prezzi competitivi. Atteso per venerdì il via libera del Comitato provinciale di Piano, poi la struttura sanitaria potrà aprire i battenti. Tra i dentisti bolzanini cresce la preoccupazione: «Possono abbassare i prezzi solo con le protesi cinesi».


 Il caro-denti continua ad affliggere gran parte della popolazione altoatesina che, negli ultimi anni, si è industriata con gli ormai famosi viaggi all’estero. Le mete preferite sono sempre le stesse: Croazia, Ungheria e persino la Svizzera. Pure in Austria e Germania i prezzi risultano del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia. E così è successo che i medici l’Oltralpe e dell’Est, che si trovavano i pazienti altoatesini in studio, hanno pensato di puntare su Bolzano.


 Georg Vesco - presidente della Commissione odontoiatrica dell’Ordine dei medici - conferma l’arrivo della nuova clinica. «Si tratta di una struttura sanitaria complessa e non di un semplice ambulatorio - spiega - che per aprire ha bisogno del via libera del Comitato di Piano. Si tratta di una clinica vera e propria che annuncia prezzi ribassati per andare incontro alle esigenze della popolazione meno abbiente e che sarà gestita da un’organizzazione commerciale. Da quel che mi risulta dovrebbe occupare otto dentisti da fuori, probabilmente tutti giovani». Germanici e dell’Est. «Che presteranno la loro opera su una decina di “riuniti” (le poltrone del dentista)».


 L’ambulatorio è imponente, supertecnologico con televisori a schermo piatto in sala d’aspetto. Non ha certo l’aspetto di uno studio low cost... dove il paziente entra per risparmiare. «Parliamo di medici, di professionisti non di location avveniristiche - ribatte Vesco. Diciamo che la prima impressione in questo caso non è quella che conta. A noi interessa la qualità della prestazione, è quella che conta, non il televisore dell’ultima generazione». Comunque dentisti e odontoiatri nostrani non la stanno prendendo bene. «Guardi - ribatte Vesco - gli studi di lungo corso non hanno nulla da temere perché questa non è vera concorrenza. Qualche problema potrebbe averlo, lo ammetto, il dentista giovane che apre l’ambulatorio adesso e che deve farsi una sua clientela».


 E poi ci sono i materiali.


 «Costano tantissimo perché quelli che usiamo qui sono assolutamente garantiti». Dello stesso parere anche Salvatore Rampulla presidente dell’Aio (Associazione italiana odontoiatri): «Assolutamente sì, testati e garantiti negli anni. Su materiali e professionalità non si scherza».


 I medici bolzanini - che da tempo stano tenendo sotto controllo il “Mirò Medicial Dental Center” - hanno una precisa idea di come farà la clinica ad abbattere i costi e far contenti i pazienti: «Useranno molto probabilmente protesi cinesi. Magari testate in Italia ed Europa, ma fatte in Cina. Sono così possono pensare di tenere i prezzi bassi. Non c’è altra strada».




EcoKonsum: fuga all’estero


  


 BOLZANO. I viaggi all’estero per risparmiare sul conto del dentista stanno diventando sempre più frequenti. «I dati ufficiali - spiega Alois Burger, responsabile di EcoKonsum Federconsumatori (Cgil) - dicono che nel 2007 su 3.500 richieste di rimborso inoltrate alla Provincia, circa 350 erano di cittadini che sono andati all’estero a farsi curare i denti». Le mete preferite sono sempre le stesse: «Croazia, Ungheria e addirittura la Svizzera». E per EcoKonsum il fenomeno ha assunto dimensioni ormai inarrestabili. «Ricordo che quelli che hanno diritto al rimborso della Provincia hanno un reddito familiare compreso tra i 25 e i 30 mila euro l’anno». Andando in Croazia si spende la metà «per capirci quel che qui costa 5.000 euro, lì viene 2.500», in Ungheria addirittura il 70% in meno e poi anche in Svizzera, Austria e Germania i prezzi risultano mediamente del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia.






Bocciato il Ctcu. «Inviteremo gli associati a desistere»


 All’Ordine non piacciono i prezzi dei dentisti online


  


 BOLZANO. Nei giorni scorsi il Ctcu (Centro tutela consumatori) ha messo in Internet (www.centroconsumatori.it) i prezzi di alcuni dentisti altoatesini. E la questione non va giù all’Ordine dei medici. Georg Vesco - presidente della Commissione odontoiatrica - è chiaro: «Dopo il decreto Bersani non possiamo impedire ai nostri associati di muoversi in questa direzione ma scriveremo una lettera per invitarli a desistere». All’operazione trasparenza del Ctcu hanno aderito 14 dentisti. Pochi ma è già qualcosa visto che l’iniziativa promossa nel 2007 non ha avuto vita facile. Adesso sul sito del Ctcu si può trovare l’elenco delle prestazioni e relativi prezzi degli studi che hanno fornito i dati. I professionisti interessati sono: Paolo Bassani, Stefano Bianconi, Bakry Dababou, Roberto Damin, Emmerich Rasch, Bernd Gilbert von Johnston tutti con studio a Bolzano; Artur Defatsch (Naturno); Pierluigi Gibin (Caldaro), Franz Hasler (Chiusa); Natalija Kasnek e Venita Zelic (Croazia), Rudolf Metz (Sarentino); Roman M. Jansen (Dobbiaco). Nell’elenco anche uno studio trentino, quello di Khaled Hussein.




Dentisti, la clinica che taglia i prezzi

Alto Adige 23 MARZO 2008


 

La struttura apre al terzo piano del Kampill Center: ambulatori con una decina di poltrone



Al lavoro medici germanici e dell’Est. I professionisti altoatesini: «Occhio alle protesi cinesi»


 Il “Mirò Medical Dental Center” è la prima struttura odontoiatrica low cost dell’Alto Adige


VALERIA FRANGIPANE


 


 BOLZANO. È ufficiale. Nell’arco di pochi giorni apre al terzo piano del Kampill Center il “Mirò Medicial Dental Center”, la prima clinica odontoiatrica low cost dell’Alto Adige con medici germanici e dell’Est che punta a sbaragliare il mercato proponendo prezzi competitivi. Atteso per venerdì il via libera del Comitato provinciale di Piano, poi la struttura sanitaria potrà aprire i battenti. Tra i dentisti bolzanini cresce la preoccupazione: «Possono abbassare i prezzi solo con le protesi cinesi».


 Il caro-denti continua ad affliggere gran parte della popolazione altoatesina che, negli ultimi anni, si è industriata con gli ormai famosi viaggi all’estero. Le mete preferite sono sempre le stesse: Croazia, Ungheria e persino la Svizzera. Pure in Austria e Germania i prezzi risultano del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia. E così è successo che i medici l’Oltralpe e dell’Est, che si trovavano i pazienti altoatesini in studio, hanno pensato di puntare su Bolzano.


 Georg Vesco - presidente della Commissione odontoiatrica dell’Ordine dei medici - conferma l’arrivo della nuova clinica. «Si tratta di una struttura sanitaria complessa e non di un semplice ambulatorio - spiega - che per aprire ha bisogno del via libera del Comitato di Piano. Si tratta di una clinica vera e propria che annuncia prezzi ribassati per andare incontro alle esigenze della popolazione meno abbiente e che sarà gestita da un’organizzazione commerciale. Da quel che mi risulta dovrebbe occupare otto dentisti da fuori, probabilmente tutti giovani». Germanici e dell’Est. «Che presteranno la loro opera su una decina di “riuniti” (le poltrone del dentista)».


 L’ambulatorio è imponente, supertecnologico con televisori a schermo piatto in sala d’aspetto. Non ha certo l’aspetto di uno studio low cost... dove il paziente entra per risparmiare. «Parliamo di medici, di professionisti non di location avveniristiche - ribatte Vesco. Diciamo che la prima impressione in questo caso non è quella che conta. A noi interessa la qualità della prestazione, è quella che conta, non il televisore dell’ultima generazione». Comunque dentisti e odontoiatri nostrani non la stanno prendendo bene. «Guardi - ribatte Vesco - gli studi di lungo corso non hanno nulla da temere perché questa non è vera concorrenza. Qualche problema potrebbe averlo, lo ammetto, il dentista giovane che apre l’ambulatorio adesso e che deve farsi una sua clientela».


 E poi ci sono i materiali.


 «Costano tantissimo perché quelli che usiamo qui sono assolutamente garantiti». Dello stesso parere anche Salvatore Rampulla presidente dell’Aio (Associazione italiana odontoiatri): «Assolutamente sì, testati e garantiti negli anni. Su materiali e professionalità non si scherza».


 I medici bolzanini - che da tempo stano tenendo sotto controllo il “Mirò Medicial Dental Center” - hanno una precisa idea di come farà la clinica ad abbattere i costi e far contenti i pazienti: «Useranno molto probabilmente protesi cinesi. Magari testate in Italia ed Europa, ma fatte in Cina. Sono così possono pensare di tenere i prezzi bassi. Non c’è altra strada».




EcoKonsum: fuga all’estero


  


 BOLZANO. I viaggi all’estero per risparmiare sul conto del dentista stanno diventando sempre più frequenti. «I dati ufficiali - spiega Alois Burger, responsabile di EcoKonsum Federconsumatori (Cgil) - dicono che nel 2007 su 3.500 richieste di rimborso inoltrate alla Provincia, circa 350 erano di cittadini che sono andati all’estero a farsi curare i denti». Le mete preferite sono sempre le stesse: «Croazia, Ungheria e addirittura la Svizzera». E per EcoKonsum il fenomeno ha assunto dimensioni ormai inarrestabili. «Ricordo che quelli che hanno diritto al rimborso della Provincia hanno un reddito familiare compreso tra i 25 e i 30 mila euro l’anno». Andando in Croazia si spende la metà «per capirci quel che qui costa 5.000 euro, lì viene 2.500», in Ungheria addirittura il 70% in meno e poi anche in Svizzera, Austria e Germania i prezzi risultano mediamente del 20-25% inferiori a quelli praticati nella nostra provincia.






Bocciato il Ctcu. «Inviteremo gli associati a desistere»


 All’Ordine non piacciono i prezzi dei dentisti online


  


 BOLZANO. Nei giorni scorsi il Ctcu (Centro tutela consumatori) ha messo in Internet (www.centroconsumatori.it) i prezzi di alcuni dentisti altoatesini. E la questione non va giù all’Ordine dei medici. Georg Vesco - presidente della Commissione odontoiatrica - è chiaro: «Dopo il decreto Bersani non possiamo impedire ai nostri associati di muoversi in questa direzione ma scriveremo una lettera per invitarli a desistere». All’operazione trasparenza del Ctcu hanno aderito 14 dentisti. Pochi ma è già qualcosa visto che l’iniziativa promossa nel 2007 non ha avuto vita facile. Adesso sul sito del Ctcu si può trovare l’elenco delle prestazioni e relativi prezzi degli studi che hanno fornito i dati. I professionisti interessati sono: Paolo Bassani, Stefano Bianconi, Bakry Dababou, Roberto Damin, Emmerich Rasch, Bernd Gilbert von Johnston tutti con studio a Bolzano; Artur Defatsch (Naturno); Pierluigi Gibin (Caldaro), Franz Hasler (Chiusa); Natalija Kasnek e Venita Zelic (Croazia), Rudolf Metz (Sarentino); Roman M. Jansen (Dobbiaco). Nell’elenco anche uno studio trentino, quello di Khaled Hussein.




Rifiuti: la Seab presenta il conto. Salato

Alto Adige, 23 MARZO 2008




Costerà molto caro al Comune passare al servizio di raccolta personalizzata ed introdurre anche quello dell’umido






Per l’avvio 600 mila euro e poi, ogni anno, 1 milione e 600 mila






 Le tariffe finiranno per aumentare Accurata indagine








 LAIVES. Passare al servizio di raccolta personalizzato dei rifiuti e introdurre contemporaneamente anche quello per l’umido, costerà caro. La Seab ha presentato il conto, calcolato in base ad una propria analisi tenendo conto della situazione sul territorio comunale e solo per l’avvio dei servizi citati - si parla di 660 mila euro, mentre il costo annuo arriverebbe a 1 milione e 600 mila euro.



 Sono cifre notevolissime che inevitabilmente andranno ad incidere su quelle che sono le tariffe per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, in una fase dove l’amministrazione comunale già ha chiesto ai cittadini un aumento delle stesse del 24% nell’arco di 3 anni, così come concordato con la Seab nel momento in cui il Comune aveva deciso di esternalizzare il servizio raccolta rifiuti.



 «Data la necessità del Comune di Laives, di introdurre, a partire dall’1 gennaio 2009 una tariffa dei rifiuti commisurata alla quantità dei rifiuti prodotti dai singoli utenti - si legge nella premessa all’analisi fatta dalla Seab - e anche alla volontà della stessa amministrazione comunale di procedere con il graduale avvio della raccolta dei rifiuti organici, è stata fatta una analisi dello stato di fatto relativo ai sistemi di raccolta attualmente in funzione e di quelli di recente installazione ai fini di individuare le attività necessarie per raggiungere gli obiettivi indicati».



 E qui comincia l’elenco di ciò che esiste: un centinaio di cassonetti stradali da 1.100 litri posti sul suolo pubblico, 2.500 contenitori personali fra quelli condominiali e famigliari; 7 sistemi Multipress accessibili agli utenti mediante tessera personalizzata; 2 sistemi con isola interrata, pure accessibili con apposita tessera e 3 sistemi Gaia, ex Canguro, anche questi interrati e accessibili mediante tessera personale. Quindi campane per vetro, carta, plastica, verde e cartone e nel corso del 2007, altri sistemi multiutenza sono stati aggiunti a quelli esistenti. Infine il centro di riciclaggio, aperto 5 mezze giornate alla settimana. L’analisi della Seab è molto circostanziata e mette in evidenza anche diverse carenze dei vari sistemi adottati dal Comune per la raccolta dei rifiuti, tant’è che per le tessere personalizzate ad esempio, il 20-25 per cento dei possessori non le ha mai utilizzate per conferire rifiuti. Alla fine, come detto, il conto previsto per mettersi al passo con i tempi e centrare gli obiettivi entro il 2009 è salato: 660 mila euro per mettersi in moto, anche con l’organico e quindi maggiori costi per 1 milione e 600 mila euro l’anno.


 



ROBERTO CEOL


«Proposta oscena bisogna dire no»

LAIVES. «La proposta che è stata fatta dalla Seab è oscena per i costi esorbitanti che vengono prospettati». Chi boccia l’accordo preso a suo tempo e rilancia l’idea di una municipalizzata è l’ex assessore Roberto Ceol, oggi consigliere comunale di maggioranza. «Gli obiettivi ai quali si puntava non erano certo quelli di un aumento dei costi - continua la critica di Ceol - ma di una diminuzione, anche grazie alla raccolta differenziata, che invece nell’ultimo anno è addirittura calata percentualmente. Personalmente ero stato fra coloro che non vedevano con favore l’assegnazione alla Seab del servizio di raccolta dei rifiuti e, a conti fatti, oggi sono convinto di avere ragione. Consiglio quindi alla giunta e all’assessore competente, di rivedere questi accordi, anche perché sappiamo esserci altri gestori interessati a garantire il servizio con costi minori». (b.c.)

Rifiuti: la Seab presenta il conto. Salato

Alto Adige, 23 MARZO 2008




Costerà molto caro al Comune passare al servizio di raccolta personalizzata ed introdurre anche quello dell’umido






Per l’avvio 600 mila euro e poi, ogni anno, 1 milione e 600 mila






 Le tariffe finiranno per aumentare Accurata indagine








 LAIVES. Passare al servizio di raccolta personalizzato dei rifiuti e introdurre contemporaneamente anche quello per l’umido, costerà caro. La Seab ha presentato il conto, calcolato in base ad una propria analisi tenendo conto della situazione sul territorio comunale e solo per l’avvio dei servizi citati - si parla di 660 mila euro, mentre il costo annuo arriverebbe a 1 milione e 600 mila euro.



 Sono cifre notevolissime che inevitabilmente andranno ad incidere su quelle che sono le tariffe per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, in una fase dove l’amministrazione comunale già ha chiesto ai cittadini un aumento delle stesse del 24% nell’arco di 3 anni, così come concordato con la Seab nel momento in cui il Comune aveva deciso di esternalizzare il servizio raccolta rifiuti.



 «Data la necessità del Comune di Laives, di introdurre, a partire dall’1 gennaio 2009 una tariffa dei rifiuti commisurata alla quantità dei rifiuti prodotti dai singoli utenti - si legge nella premessa all’analisi fatta dalla Seab - e anche alla volontà della stessa amministrazione comunale di procedere con il graduale avvio della raccolta dei rifiuti organici, è stata fatta una analisi dello stato di fatto relativo ai sistemi di raccolta attualmente in funzione e di quelli di recente installazione ai fini di individuare le attività necessarie per raggiungere gli obiettivi indicati».



 E qui comincia l’elenco di ciò che esiste: un centinaio di cassonetti stradali da 1.100 litri posti sul suolo pubblico, 2.500 contenitori personali fra quelli condominiali e famigliari; 7 sistemi Multipress accessibili agli utenti mediante tessera personalizzata; 2 sistemi con isola interrata, pure accessibili con apposita tessera e 3 sistemi Gaia, ex Canguro, anche questi interrati e accessibili mediante tessera personale. Quindi campane per vetro, carta, plastica, verde e cartone e nel corso del 2007, altri sistemi multiutenza sono stati aggiunti a quelli esistenti. Infine il centro di riciclaggio, aperto 5 mezze giornate alla settimana. L’analisi della Seab è molto circostanziata e mette in evidenza anche diverse carenze dei vari sistemi adottati dal Comune per la raccolta dei rifiuti, tant’è che per le tessere personalizzate ad esempio, il 20-25 per cento dei possessori non le ha mai utilizzate per conferire rifiuti. Alla fine, come detto, il conto previsto per mettersi al passo con i tempi e centrare gli obiettivi entro il 2009 è salato: 660 mila euro per mettersi in moto, anche con l’organico e quindi maggiori costi per 1 milione e 600 mila euro l’anno.


 



ROBERTO CEOL


«Proposta oscena bisogna dire no»

LAIVES. «La proposta che è stata fatta dalla Seab è oscena per i costi esorbitanti che vengono prospettati». Chi boccia l’accordo preso a suo tempo e rilancia l’idea di una municipalizzata è l’ex assessore Roberto Ceol, oggi consigliere comunale di maggioranza. «Gli obiettivi ai quali si puntava non erano certo quelli di un aumento dei costi - continua la critica di Ceol - ma di una diminuzione, anche grazie alla raccolta differenziata, che invece nell’ultimo anno è addirittura calata percentualmente. Personalmente ero stato fra coloro che non vedevano con favore l’assegnazione alla Seab del servizio di raccolta dei rifiuti e, a conti fatti, oggi sono convinto di avere ragione. Consiglio quindi alla giunta e all’assessore competente, di rivedere questi accordi, anche perché sappiamo esserci altri gestori interessati a garantire il servizio con costi minori». (b.c.)

venerdì 21 marzo 2008

Risposta all'assessore Zanvettor

Sulla stampa di ieri l’assessore Zanvettor ci accusa di enfatizzare i dati e di cavalcare la polemica. Nulla di tutto questo. Noi facciamo solo il nostro lavoro che è quello per cui siamo stati eletti. Se lo facciamo bene o male saranno i cittadini a giudicarlo.


 Ma veniamo alla sostanza del contendere. La raccolta differenziata è calata, dell’uno per cento e non del tre, ci tiene a sottolineare l’assessore, che aggiunge: certi dati vanno valutati in un periodo di tempo più lungo e poi la popolazione di Laives è aumentata ed un calo in percentuale può starci.


Si tratta di un atteggiamento rinunciatario che fatichiamo a comprendere.  Nella nostra interrogazione non abbiamo lanciato accuse, ma abbiamo chiesto se la cosa preoccupi le forze ambientaliste e la giunta nel suo complesso, se fosse stata fatta un’analisi delle cause che hanno portato a questa diminuzione e soprattutto cosa si intendesse fare.


Evidentemente nel passaggio di competenze dall’assessore Tommasini al nuovo responsabile e dalle gestione in proprio alla Seab qualche intoppo deve esserci stato. Si tratta di capire cosa non stia funzionando ed intervenire. Invece scopriamo che non si intende fare nulla, che una valutazione verrà fatta tra qualche anno e intanto ci si accontenta di essere al di sopra dei termini di legge. Nel frattempo, proprio in queste settimane, S. Michele all’Adige, una cittadina dalle caratteristiche simili al nostro comune, ha annunciato di aver raggiunto e superato la quota del 70% di differenziata. Forse, se non si hanno idee  sufficientemente chiare, basterebbe farsi una passeggiata nella vicina località del Trentino per scoprire  cosa  significhi impegnarsi in una raccolta differenziata “spinta” e come si possano raggiungere determinate quote in tempi relativamente brevi.


 

Rifondazione Comunista - Laives


Risposta all'assessore Zanvettor

Sulla stampa di ieri l’assessore Zanvettor ci accusa di enfatizzare i dati e di cavalcare la polemica. Nulla di tutto questo. Noi facciamo solo il nostro lavoro che è quello per cui siamo stati eletti. Se lo facciamo bene o male saranno i cittadini a giudicarlo.


 Ma veniamo alla sostanza del contendere. La raccolta differenziata è calata, dell’uno per cento e non del tre, ci tiene a sottolineare l’assessore, che aggiunge: certi dati vanno valutati in un periodo di tempo più lungo e poi la popolazione di Laives è aumentata ed un calo in percentuale può starci.


Si tratta di un atteggiamento rinunciatario che fatichiamo a comprendere.  Nella nostra interrogazione non abbiamo lanciato accuse, ma abbiamo chiesto se la cosa preoccupi le forze ambientaliste e la giunta nel suo complesso, se fosse stata fatta un’analisi delle cause che hanno portato a questa diminuzione e soprattutto cosa si intendesse fare.


Evidentemente nel passaggio di competenze dall’assessore Tommasini al nuovo responsabile e dalle gestione in proprio alla Seab qualche intoppo deve esserci stato. Si tratta di capire cosa non stia funzionando ed intervenire. Invece scopriamo che non si intende fare nulla, che una valutazione verrà fatta tra qualche anno e intanto ci si accontenta di essere al di sopra dei termini di legge. Nel frattempo, proprio in queste settimane, S. Michele all’Adige, una cittadina dalle caratteristiche simili al nostro comune, ha annunciato di aver raggiunto e superato la quota del 70% di differenziata. Forse, se non si hanno idee  sufficientemente chiare, basterebbe farsi una passeggiata nella vicina località del Trentino per scoprire  cosa  significhi impegnarsi in una raccolta differenziata “spinta” e come si possano raggiungere determinate quote in tempi relativamente brevi.


 

Rifondazione Comunista - Laives


giovedì 20 marzo 2008

Raccolta dei rifiuti, cala la differenziata


Alto Adige, 20 MARZO 2008


 di Bruno Canali



L’anno scorso 1% in meno rispetto al 2006 Zanvettor: «Ma restiamo sopra la media»






 LAIVES. Dal 2006 al 2007 la produzione pro capite di rifiuti solidi urbani è passata da 408 a 416 chili. Di pari passo, però, la quota dei rifiuti differenziati è calata di un punto percentuale: dal 42,6 del 2006 al 41,5 del 2007. È un dato certamente negativo, visti anche gli sforzi che nel resto della provincia (a partire da Bolzano) si stanno mettendo in atto per ridurre la produzione di rifiuti da bruciare. In Comune però si tende a sdrammatizzare: «Il periodo analizzato è troppo breve - spiega l’assessore Giorgio Zanvettor -, le verifiche vanno fatte su un lasso di tempo maggiore».


  Zanvettor poi prosegue nell’analisi della situazione: «La popolazione è aumentata molto in questi anni - afferma - e quindi il calo percentuale di 1 punto della raccolta differenziata ci può stare. Quello che conta, e che verificheremo puntualmente, è che non si tratti di un trend destinato a durare anche in futuro, perché allora bisognerebbe correre ai ripari e studiare altri accorgimenti. L’amministrazione comunale a ogni modo fa il possibile in questo campo, a iniziare dai cicli di sensibilizzazione della comunità che partono dalle scuole. Vediamo perciò cosa succederà nel medio e lungo periodo, anche perché determinati dati negativi vengono spesso enfatizzati dall’opposizione che cavalca la polemica».


 Sia l’assessore Zanvettor che il sindaco Giovanni Polonioli, nel rispondere a una interrogazione presentata dal consigliere Rosario Grasso, intendono sottolineare il fatto che le percentuali relative alla raccolta differenziata sono positive e ben al di sopra della soglia minima (35%) indicata dal decreto Ronchi nella legge quadro sulla gestione dei rifiuti. «Negli ultimi 2 anni - dice Zanvettor - vale a dire l’ultimo della gestione del servizio di raccolta rifiuti da parte del Comune e il primo della gestione affidata alla Seab è stata ampiamente superata la soglia di legge, raggiungendo percentuali superiori al 40 per cento. Pur in presenza quindi di una modestissima diminuzione della quota differenziata pari all’1 per cento, si ritiene di non dover considerare preoccupante la situazione complessiva della raccolta differenziata a Laives, il che non esclude che vada tenuta sempre alta l’attenzione e si punti al continuo miglioramento».


 A proposito di miglioramento, lo stesso Zanvettor conferma che entro la fine di quest’anno dovrebbe prendere il via anche la raccolta dell’umido presso le grandi utenze, vale a dire alberghi, ristoranti, mense e pizzerie. «Il confronto con la Seab è già iniziato su questo tema - conferma l’assessore - ed entro la fine di quest’anno contiamo di iniziare anche con la raccolta dell’umido». In questo settore il Comune sconta qualche ritardo. Gli ultimi anni sono anche stati caratterizzati da una certa confusione nel settore dei rifiuti, dove via via sono stati introdotti sistemi diversi tra loro a seconda delle zone abitate e ancora oggi si assiste a questa anomalia, tra isole interrate, multipress e aree dove ancora ci sono i cassonetti lungo la strada.

Raccolta dei rifiuti, cala la differenziata


Alto Adige, 20 MARZO 2008


 di Bruno Canali



L’anno scorso 1% in meno rispetto al 2006 Zanvettor: «Ma restiamo sopra la media»






 LAIVES. Dal 2006 al 2007 la produzione pro capite di rifiuti solidi urbani è passata da 408 a 416 chili. Di pari passo, però, la quota dei rifiuti differenziati è calata di un punto percentuale: dal 42,6 del 2006 al 41,5 del 2007. È un dato certamente negativo, visti anche gli sforzi che nel resto della provincia (a partire da Bolzano) si stanno mettendo in atto per ridurre la produzione di rifiuti da bruciare. In Comune però si tende a sdrammatizzare: «Il periodo analizzato è troppo breve - spiega l’assessore Giorgio Zanvettor -, le verifiche vanno fatte su un lasso di tempo maggiore».


  Zanvettor poi prosegue nell’analisi della situazione: «La popolazione è aumentata molto in questi anni - afferma - e quindi il calo percentuale di 1 punto della raccolta differenziata ci può stare. Quello che conta, e che verificheremo puntualmente, è che non si tratti di un trend destinato a durare anche in futuro, perché allora bisognerebbe correre ai ripari e studiare altri accorgimenti. L’amministrazione comunale a ogni modo fa il possibile in questo campo, a iniziare dai cicli di sensibilizzazione della comunità che partono dalle scuole. Vediamo perciò cosa succederà nel medio e lungo periodo, anche perché determinati dati negativi vengono spesso enfatizzati dall’opposizione che cavalca la polemica».


 Sia l’assessore Zanvettor che il sindaco Giovanni Polonioli, nel rispondere a una interrogazione presentata dal consigliere Rosario Grasso, intendono sottolineare il fatto che le percentuali relative alla raccolta differenziata sono positive e ben al di sopra della soglia minima (35%) indicata dal decreto Ronchi nella legge quadro sulla gestione dei rifiuti. «Negli ultimi 2 anni - dice Zanvettor - vale a dire l’ultimo della gestione del servizio di raccolta rifiuti da parte del Comune e il primo della gestione affidata alla Seab è stata ampiamente superata la soglia di legge, raggiungendo percentuali superiori al 40 per cento. Pur in presenza quindi di una modestissima diminuzione della quota differenziata pari all’1 per cento, si ritiene di non dover considerare preoccupante la situazione complessiva della raccolta differenziata a Laives, il che non esclude che vada tenuta sempre alta l’attenzione e si punti al continuo miglioramento».


 A proposito di miglioramento, lo stesso Zanvettor conferma che entro la fine di quest’anno dovrebbe prendere il via anche la raccolta dell’umido presso le grandi utenze, vale a dire alberghi, ristoranti, mense e pizzerie. «Il confronto con la Seab è già iniziato su questo tema - conferma l’assessore - ed entro la fine di quest’anno contiamo di iniziare anche con la raccolta dell’umido». In questo settore il Comune sconta qualche ritardo. Gli ultimi anni sono anche stati caratterizzati da una certa confusione nel settore dei rifiuti, dove via via sono stati introdotti sistemi diversi tra loro a seconda delle zone abitate e ancora oggi si assiste a questa anomalia, tra isole interrate, multipress e aree dove ancora ci sono i cassonetti lungo la strada.

lunedì 17 marzo 2008

Dentisti, operazione trasparenza

ALTO ADIGE, 18 MARZO 2008


 

Sul sito internet del Centro consumatori a confronto le tariffe: conseguenza del decreto Bersani


 

Ma all’iniziativa del Ctcu aderiscono solo 14 professionisti


 

 
BOLZANO. All’operazione trasparenza del Ctcu hanno aderito solo quattordici dentisti. Pochi ma è già qualcosa visto che l’iniziativa promossa nel 2007 non ha avuto vita facile. L’iniziativa era partita una prima volta già nel 2005, quando il Centro tutela consumatori utenti, accogliendo le lamentele dei cittadini contro il caro prezzi dei dentisti, aveva lanciato l’idea di una pubblicazione sul proprio sito internet di tariffe e prestazioni degli studi odontoiatrici della provincia.


 Sul sito del Ctcu si può trovare l’elenco delle prestazioni e relativi prezzi degli studi odontoiatrici che hanno fornito i dati. I professionisti interessati sono: Paolo Bassani, Stefano Bianconi, Bakry Dababou, Roberto Damin, Emmerich Rasch, Bernd Gilbert von Johnston tutti con studio a Bolzano; Artur Defatsch (Naturno); Pierluigi Gibin (Caldaro), Franz Hasler (Chiusa); Natalija Kasnek e Venita Zelic (Croazia), Rudolf Metz (Sarentino); Roman M. Jansen (Dobbiaco). Nell’elenco anche uno studio trentino, quello del dottor Khaled Hussein. Ecco qualche cifra: per l’otturazione di un dente si può spendere da un massimo di 105 euro ad un minimo di 30; per un’estrazione150 a 50 complessa (dente del giudizio) da ; una corona in oro varia da 750 a 400; devitalizzazione di un dente e cura canalare da 250 a 50; apprecchio fisso per arcata da 2.400 a 1.350; ablazione tartaro da 100 a 40.


 Scopo dell’iniziativa: consentire ai consumatori di confrontare i prezzi praticati dai diversi professionisti e favorire nel contempo il riequilibrio delle tariffe attraverso una maggiore concorrenza del settore. «All’iniziativa, però - ricorda il Ctcu - si era da subito opposto l’Ordine professionale locale che, a fronte dell’invito rivolto dal Centro consumatori ad ogni singolo dentista di compilare un tariffario standard con i prezzi praticati per una successiva pubblicazione online, aveva diramato una circolare dove avvisava i propri soci riguardo alle pesanti conseguenze - dalla censura alla sospensione dell’esercizio della professione sanitaria - nelle quali sarebbero potuti incorrere qualora avessero aderito all’invito». Il Ctcu aveva reagito, presentando due esposti. Il primo, indirizzato al Garante europeo della libera concorrenza a Bruxelles, il secondo, all’Autorità garante della concorrenza e del Mercato con sede a Roma. Oggi, 18 mesi dopo l’approvazione del primo “pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni”, il quadro normativo è più chiaro e soprattutto non da più adito ad alcun dubbio in quanto è definitivamente stabilita l’abrogazione delle disposizioni normative che contengono l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime e i divieti o limitazioni a pubblicizzare le caratteristiche o i prezzi dei servizi professionali.