Alto Adige, 6 febbraio 2008
di Antonella Mattioli
Casa, acqua, energia: nuova stangata
Per questi beni più 5,8% in dodici mesi Prezzi al consumo: più 3,6% in un anno
Camera di commercio: «La qualità si paga» Melissano: «La gente non arriva neanche a metà mese»
BOLZANO. Casa, acqua, energia e combustibili: in un mese sono aumentati del 2,5%; in un anno del 5,8. Cifre sempre più allarmanti: a gennaio, a Bolzano, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,4% rispetto a dicembre. Ma addirittura del 3,6% in anno. A dicembre 2007 l’incremento era stato del 3,4%. I dati, diffusi ieri dal Comune, confermano i rilevamenti dell’Osservatorio prezzi e tariffe del Ministero dello sviluppo economico: Bolzano è tra le città più care d’Italia e se si vuole risparmiare un po’, il consiglio è di andare a Trento. «Nulla di nuovo se non fosse - commenta Marino Melissano di Altroconsumo - che aumenta il numero delle famiglie che non arrivano ormai non solo a fine mese, ma neanche a metà».
I maggiori aumenti. Il più elevato incremento congiunturale (cioè rispetto al mese precedente) registrato nel mese di gennaio riguarda il capitolo abitazione, acqua, energia e combustibili (+2,5%). Se poi si fa il raffronto sullo stesso capitolo tra gennaio 2008 e lo stesso mese dell’anno precedente, si scopre che l’aumento è stato addirittura del 5,8%, ovvero più del doppio dell’inflazione. Poco meno dell’aumento (+5,2%) che sempre nello stesso periodo si è registrato per mobili, articoli e servizi per la casa.
In particolare i prezzi pagati per affitti e mutui sono quelli che continuano a pesare maggiormente sui bilanci delle famiglie. Ormai anche due stipendi medi non bastano più per arrivare a fine mese. I primi a segnalare la presenza silenziosa di un piccolo esercito di nuovi poveri, ovvero persone che “non immagineresti mai”, sono stati nei mesi scorsi Caritas e San Vincenzo.
In aumento anche bevande alcoliche e tabacchi: più 1,2% nel giro di un mese. Di entrambi in realtà volendo si può anche fare a meno, mentre non si può non inserire nel bilancio familiare i costi per l’istruzione (+1%); e lo stesso discorso vale per alimentari e bevande analcoliche (+0,8%). Solo un ritocco potrebbe dire ottimisticamente qualcuno, ma se si fa il confronto con il gennaio 2007, si scopre che in dodici mesi gli aumenti per alimentari e analcolici è stato del 5,6%.
Invariati. Ci si può consolare pensando che, rispetto a dicembre, restano invariati i prezzi di abbigliamento e calzature; in leggero calo i costi di ricreazione, spettacolo e cultura (-0,9%), comunicazioni (-0,6%), servizi sanitari e spese per la salute (-0,3%) e servizi ricettivi e ristorazione (-0,1%). Si tratta in realtà di una magra consolazione perché se si fa il confronto con lo stesso mese dello scorso anno si scopre che per quest’ultima voce l’aumento è stato del 3,3%. Questo spiega perché molte famiglie del ceto medio - ed è questa la cosa che colpisce - la pizza, tanto per fare un esempio, la fanno sempre più spesso in casa: non è più buona ma più economica.
In realtà il costo della vita è in aumento in tutto il Paese e ciò è riconducibile agli aumenti stratosferici del petrolio e delle materie prime in genere, ma come si spiega che a Bolzano l’incremento sia addirittura maggiore?
La risposta arriva dalla Camera di commercio: «La qualità ha un prezzo e si paga: c’è questo all’origine della notizia secondo cui Bolzano sarebbe “il capoluogo di provincia più caro d’Italia” che si basa “sui dati relativi ai prezzi dei prodotti più venduti nei capoluoghi delle singole regioni diffusi dal Ministero dello sviluppo economico. I consumatori altoatesini danno molta importanza alla qualità dei loro acquisti e la qualità ha un prezzo».
Non la pensa così Melissano di Altroconsumo: «Basta con questa storia della qualità. La verità è che della qualità della vita più alta a Bolzano ne beneficia ormai solo chi se la può permettere».
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