Alto Adige, 20 APRILE 2008
di Antonella Mattioli
«Indagine incredibile: così si blocca tutto»
Caso Sta, Durnwalder va all’attacco: «Dopo l’aeroporto, toccherà all’Alitalia»
Il cda della Sta respinge le accuse: «Abbiamo attuato le decisioni prese dalla Provincia»
BOLZANO. «Di questo passo blocchiamo tutto: treni, autobus, piscine, terme. Perché sono servizi pubblici in perdita e non potranno mai raggiungere il pareggio, a meno di non aumentare di cento volte le tariffe. Cosa a dir poco impensabile». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder non ha ancora letto gli atti dell’ultima inchiesta aperta dalla Corte dei conti: attende la relazione che l’assessore ai trasporti Thomas Widmann farà nella riunione di domani della giunta. Ma dopo l’università si annuncia un nuovo scontro, stavolta sull’aeroporto, tra Provincia e Corte dei conti. Intanto il cda della Sta, azionista di maggioranza dell’Abd (aeroporto), va all’attacco e in una nota parla di “atto di inaudito arbitrio”.
L’accusa. Al centro dell’inchiesta c’è la Sta, holding provinciale dei trasporti e azionista di maggioranza dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto. Sotto accusa in particolare il cda (Dieter Schramm, presidente; Domenico Ardolino e Josef Negri consiglieri) e i componenti del collegio sindacale della Sta (Heinz Peter Hager, presidente; e gli altri due sindaci Erwin Kiem e Giuliano Righi). Alla Sta la Corte dei conti contesta di aver investito fondi provinciali nell’Abd, ben sapendo che la società non avrebbe mai raggiunto il pareggio. Ciò avrebbe causato un danno all’erario di 3,7 milioni di euro. Somma che i membri del cda rischiano di pagare di tasca propria: per questo sono stati posti sotto sequestro conservativo beni immobili di proprietà di Schramm, Ardolino, Negri.
Precedente pericoloso. «Non posso credere - commenta il presidente Durnwalder - che l’inchiesta della Corte dei conti contesti il fatto che noi finanziamo un servizio come l’aeroporto, perché essendo in deficit, causeremmo un danno all’erario. Spero ci sia qualcos’altro, altrimenti siamo all’assurdo».
L’inchiesta preoccupa, perché crea un precedente pericoloso: sia per gli amministratori pubblici che per chi siede nei cda delle società.
«Se il principio - prosegue Durnwalder - è quello che non possiamo finanziare una società che offre un servizio pubblico, perché è inevitabilmente in perdita, dobbiamo bloccare tutto».
Durnwalder fa alcuni esempi: «La ferrovia della Val Venosta ha un deficit di 4-5 milioni di euro; per aggiornare la rete ferroviaria si sono spesi una quarantina di milioni di euro. Entrambe - lo sappiamo benissimo - non potranno mai avere un bilancio in pareggio. Ed è proprio per questo che è l’ente pubblico a dover garantire servizi come ferrovia, autobus, piscine, terme. Si accolla il deficit, perché per andare in pareggio bisognerebbe aumentare di cento volte i biglietti. Con questa logica si dovrebbero chiedere i danni anche ai ministri che, nel corso degli anni, hanno finanziato l’Alitalia, regolarmente in perdita».
Invasione di campo. «La Corte dei conti - contesta l’assessore ai trasporti Thomas Widmann - deve verificare la legittimità degli atti della pubblica amministrazione, ma non può contestare scelte che sono politiche. Non rientra nelle sue competenze. È chiaro che l’aeroporto è in perdita, ma la Provincia ha deciso che si tratta di un servizio importante e quindi va garantito. Come fa con tanti altri servizi. Di questo passo, nel giro di poco, non si potranno più finanziare neppure ospedali e case di riposo, visto che i bilanci non raggiungono il pareggio».
Atto inaudito. Il presidente del cda della Sta Schramm e il presidente del collegio sindacale Hager, in una nota che pubblichiamo a fianco, respingono ogni addebito e difendono l’operato del consiglio d’amministrazione.
«Tutti gli aumenti di capitale sottoscritti da Sta nell’aeroporto sono stati adottati in conformità alla legge e in scrupolosa attuazione degli obiettivi fissati dalla Provincia per soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione altoatesina anche mediante una infrastruttura aeroportuale».
Quindi l’affondo sul sequestro conservativo dei beni immobili di proprietà dei membri del cda: «È un atto di inaudito arbitrio». I membri del cda annunciano, a loro volta, una richiesta di risarcimento danni.
Baumgartner difende la Sta e spiega il deficit di Abd
«Bisogna allungare la pista»
BOLZANO. «Non capisco sinceramente perché si chieda agli amministratori della Sta di pagare di tasca propria per un presunto danno all’erario: loro si sono limitati ad attuare le decisioni prese dalla Provincia. Non hanno alcuna responsabilità». Thomas Baumgartner, ex presidente dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto, difende gli amministratori e il collegio dei sindaci della Sta, holding provinciale dei trasporti e azionista di maggioranza dell’Abd.
A dicembre l’imprenditore bolzanino ha gettato la spugna e si è dimesso. Motivo? La Provincia ha deciso di non allungare la pista dell’aeroporto come invece richiedeva il piano presentato dalla società.
«L’Abd è in deficit - spiega Baumgartner - perché non si allunga la pista e ciò comporta che qui possono atterrare solo piccoli velivoli. Così ha deciso la Provincia dopo la consultazione della popolazione. A questo punto restano due possibilità: chiudere o continuare così. La popolazione non vuole la chiusura della struttura. Quindi c’è un’unica strada: continuare così. Ciò ovviamente comporta che la Provincia intervenga per ripianare il deficit».
La pista dunque non si tocca, ma verranno realizzati gli hangar: «Stiamo predisponendo i progetti», assicura il presidente della Provincia Luis Durnwalder.
Gli hangar consentiranno di ottenere dei risparmi, in quanto gli aerei dell’Air Alps la sera non dovranno tornare ad Innscbruck per i controlli quotidiani sulle apparecchiature. Ciò dovrebbe evitare anche la cancellazione dei voli in caso di maltempo in Austria. Ma non sarà comunque sufficiente per ripianare i debiti della società che gestisce l’aeroporto.
«Atto di inaudito arbitrio»
Il presidente Schramm contesta il sequestro dei beni
Se non si approvava l’aumento di capitale l’aeroporto avrebbe chiuso: ciò avrebbe comportato la perdita degli investimenti fatti
BOLZANO. Respingono, nella lettera che pubblichiamo di seguito, le accuse e passano al contrattacco Dieter Schramm, presidente del cda della Sta, e Heinz Peter Hager, presidente del collegio sindacale.
«La Procura regionale di Bolzano della Corte dei Conti contesta la legittimità dell’aumento di capitale eseguito nel 2006 dalla Sta (Strutture Trasporto Alto Adige) nella società aeroportuale di Bolzano Abd, e chiede ai componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della Sta il pagamento degli importi corrispondenti di circa 4 milioni di euro con la motivazione che la gestione dell’aeroporto non avrebbe in seguito raggiunto il pareggio.
A carico dei membri del consiglio di amministrazione della Sta è stato disposto inoltre un sequestro conservativo di beni per l’ammontare di 3,5 milioni.
In merito si constata quanto segue:
1. La Sta è una società il cui capitale sociale è detenuto per intero dalla Provincia. La Sta esegue sulla base delle decisioni politiche della giunta la realizzazione e la gestione di infrastrutture di trasporto pubblico.
2. Tutti gli aumenti di capitale sociale sottoscritti da Sta nell’aeroporto di Bolzano sono stati adottati in conformità alla legge ed in corretta e scrupolosa attuazione degli obiettivi fissati dalla giunta provinciale al fine di soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione altoatesina anche mediante una infrastruttura aeroportuale.
3. É ampiamente noto che le strutture per il trasporto pubblico, sia su ferro che su gomma, marittimo o aereo, in tutto il mondo non realizzano, perlomeno nella fase di avvio, un pareggio dei conti. In tale contesto non è concepibile ravvisare per gli organi sociali un obbligo giuridico ad interrompere la concessione di risorse finanziarie, con la conseguenza di dover chiudere l‘aeroporto di Bolzano.
4. Seguendo la logica della Procura presso la Corte dei Conti ogni decisione sulla realizzazione e sul finanziamento di infrastrutture e servizi pubblici finanziariamente non autosufficienti verrebbe sottratta alla giunta provinciale istituzionalmente a ció competente, per essere devoluta all’autoritá giudiziaria, in palese violazione di principi basilari dell’ordinamento giuridico.
5. L’aumento di capitale del 2006 è stato attuato sulla base di precisi obblighi del diritto societario la cui alternativa consisteva nello scioglimento della società aeroportuale.
Questo avrebbe comportato la chiusura dell’aeroporto e di conseguenza la perdita di tutti gli investimenti eseguiti fino al 2006 che ammontavano allora a decine di milioni di euro. In tal modo sarebbe stato arrecato alla collettività un danno pari ad un multiplo dell’importo messo a disposizione della giunta provinciale per il contestato aumento del capitale sociale dell’aeroporto di Bolzano.
6.Gli amministratori ed i sindaci della Sta hanno espletato il loro incarico in conformità alle disposizioni di legge e con diligenza e professionalità. Essi contestano decisamente ogni addebito a loro mosso.
7. Il sequestro conservativo del patrimonio privato degli amministratori della Sta viene considerato come un atto di inaudito arbitrio.
8. Gli avvocati Christoph Baur, Karl Zeller, Herald Gamper e Stefano Ascioni sono stati incaricati a tutelare i diritti dei consiglieri e sindaci, compreso il risarcimento dei danni ad essi derivati.