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giovedì 5 febbraio 2009

STRUTTURA PER L’INFANZIA

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009





«Fra Casa Bimbo ed i genitori una divergenza da chiarire»





LAIVES. La polemica fra alcuni genitori e la direzione della microstruttura per l’infanzia gestita dalla cooperativa Casa Bimbo di San Giacomo, ha indotto il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) a presentare un’interrogazione. Queste sono le richieste: «1. a chi si riferiva la direzione di Casa Bimbo quando accennava a manovre messe in atto “da chi dall’esterno è da mesi che cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di prendere le redini di questa cooperativa...”; 2. se negli incontri avuti sia stato possibile sgomberare il campo da sospetti ed illazioni e si sia eventualmente giunti ad individuare i responsabili di queste manovre; 3. a quali motivi sia riconducibile il continuo ricambio di personale ed in particolare se sia in qualche modo legato alle condizioni contrattuali; 4. quali assicurazioni abbia eventualmente dato la direzione di Casa Bimbo per evitare un turn over troppo elevato del personale che troppo spesso può risolversi in un servizio meno efficiente». Grasso chiede di avere risposta scritta.





L'INTERROGAZIONE





Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Casa Bimbo e proteste dei genitori


La polemica innescata da un gruppo di genitori con la direzione della microstruttura “Casa bimbo” di S. Giacomo ci interroga sulle modalità di gestione di importanti servizi pubblici. Le critiche avanzate nella lettera pubblicata sulla stampa sono molto precise e circostanziate, mentre la risposta evita di entrare nel merito dell’accusa principale ossia l’elevato ricambio di educatrici presenti nella struttura. Non sono noti i motivi che portano ad un così alto turn over del personale di questa struttura, ma quel che è certo è che le esternalizzazioni di servizi vengono fatte per ridurre i costi.


Ora questo, in un'economia di mercato, può essere fatto solo con una riduzione della qualità del servizio e/o incidendo sulle spese per il personale agendo sugli stipendi e sugli orari di lavoro.


Particolarmente grave appare poi l’accusa di strumentalizzazione dei genitori lanciata dalla direzione della microstruttura.


Tenuto conto di ciò


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. a chi, secondo quanto riportato dalla stampa, si riferiva la direzione di Casa Bimbo quando accennava a manovre messe in atto “da chi dall’esterno è da mesi che cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di prendere le redini di questa cooperativa...”;

  2. se negli incontri avuti sia stato possibile sgomberare il campo da sospetti ed illazioni e si sia eventualmente giunti ad individuare i responsabili di queste manovre;

  3. a quali motivi sia riconducibile il continuo ricambio di personale ed in particolare se sia in qualche modo legato alle condizioni contrattuali;

  4. quali assicurazioni abbia eventualmente dato la direzione di “Casa bimbo” per evitare un turn over troppo elevato del personale che troppo spesso può risolversi in un servizio meno efficiente.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                                                                      


Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  3 febbraio 2009


 


IL COMUNICATO


 








La polemica innescata da un gruppo di genitori con la direzione della microstruttura “Casa bimbo” di S. Giacomo ci interroga sulle modalità di gestione di importanti servizi pubblici. Le accuse avanzate nella lettera pubblicata sulla stampa sono molto precise e circostanziate, mentre la risposta evita di entrare nel merito dell’accusa principale ossia l’elevato ricambio di educatrici presenti nella struttura.


Non ci è dato conoscere le motivazioni che portano ad un così alto turn over del personale di questa struttura, ma quel che è certo è che le esternalizzazioni di servizi vengono fatte per ridurre i costi.


Ora questo, in un'economia di mercato, può essere fatto solo con una riduzione della qualità del servizio e/o incidendo sulle spese per il personale agendo sugli stipendi e sugli orari di lavoro.


Attendiamo di sapere quindi a quali motivi sia riconducibile il continuo ricambio di personale ed in particolare se sia in qualche modo legato alle condizioni lavorative. L’accusa di strumentalizzazione dei genitori ci pare poi assai grave e richiede un immediato intervento chiarificatore da parte dell’amministrazione comunale per sgomberare il campo da sospetti e per assicurare un servizio efficiente, oltre che  relativamente poco costoso per le casse comunali.


 


Rifondazione Comunista - Laives


STRUTTURA PER L’INFANZIA

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009





«Fra Casa Bimbo ed i genitori una divergenza da chiarire»





LAIVES. La polemica fra alcuni genitori e la direzione della microstruttura per l’infanzia gestita dalla cooperativa Casa Bimbo di San Giacomo, ha indotto il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) a presentare un’interrogazione. Queste sono le richieste: «1. a chi si riferiva la direzione di Casa Bimbo quando accennava a manovre messe in atto “da chi dall’esterno è da mesi che cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di prendere le redini di questa cooperativa...”; 2. se negli incontri avuti sia stato possibile sgomberare il campo da sospetti ed illazioni e si sia eventualmente giunti ad individuare i responsabili di queste manovre; 3. a quali motivi sia riconducibile il continuo ricambio di personale ed in particolare se sia in qualche modo legato alle condizioni contrattuali; 4. quali assicurazioni abbia eventualmente dato la direzione di Casa Bimbo per evitare un turn over troppo elevato del personale che troppo spesso può risolversi in un servizio meno efficiente». Grasso chiede di avere risposta scritta.





L'INTERROGAZIONE





Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Casa Bimbo e proteste dei genitori


La polemica innescata da un gruppo di genitori con la direzione della microstruttura “Casa bimbo” di S. Giacomo ci interroga sulle modalità di gestione di importanti servizi pubblici. Le critiche avanzate nella lettera pubblicata sulla stampa sono molto precise e circostanziate, mentre la risposta evita di entrare nel merito dell’accusa principale ossia l’elevato ricambio di educatrici presenti nella struttura. Non sono noti i motivi che portano ad un così alto turn over del personale di questa struttura, ma quel che è certo è che le esternalizzazioni di servizi vengono fatte per ridurre i costi.


Ora questo, in un'economia di mercato, può essere fatto solo con una riduzione della qualità del servizio e/o incidendo sulle spese per il personale agendo sugli stipendi e sugli orari di lavoro.


Particolarmente grave appare poi l’accusa di strumentalizzazione dei genitori lanciata dalla direzione della microstruttura.


Tenuto conto di ciò


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. a chi, secondo quanto riportato dalla stampa, si riferiva la direzione di Casa Bimbo quando accennava a manovre messe in atto “da chi dall’esterno è da mesi che cerca in tutti i modi e con tutti i mezzi di prendere le redini di questa cooperativa...”;

  2. se negli incontri avuti sia stato possibile sgomberare il campo da sospetti ed illazioni e si sia eventualmente giunti ad individuare i responsabili di queste manovre;

  3. a quali motivi sia riconducibile il continuo ricambio di personale ed in particolare se sia in qualche modo legato alle condizioni contrattuali;

  4. quali assicurazioni abbia eventualmente dato la direzione di “Casa bimbo” per evitare un turn over troppo elevato del personale che troppo spesso può risolversi in un servizio meno efficiente.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


                                                                      


Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  3 febbraio 2009


 


IL COMUNICATO


 








La polemica innescata da un gruppo di genitori con la direzione della microstruttura “Casa bimbo” di S. Giacomo ci interroga sulle modalità di gestione di importanti servizi pubblici. Le accuse avanzate nella lettera pubblicata sulla stampa sono molto precise e circostanziate, mentre la risposta evita di entrare nel merito dell’accusa principale ossia l’elevato ricambio di educatrici presenti nella struttura.


Non ci è dato conoscere le motivazioni che portano ad un così alto turn over del personale di questa struttura, ma quel che è certo è che le esternalizzazioni di servizi vengono fatte per ridurre i costi.


Ora questo, in un'economia di mercato, può essere fatto solo con una riduzione della qualità del servizio e/o incidendo sulle spese per il personale agendo sugli stipendi e sugli orari di lavoro.


Attendiamo di sapere quindi a quali motivi sia riconducibile il continuo ricambio di personale ed in particolare se sia in qualche modo legato alle condizioni lavorative. L’accusa di strumentalizzazione dei genitori ci pare poi assai grave e richiede un immediato intervento chiarificatore da parte dell’amministrazione comunale per sgomberare il campo da sospetti e per assicurare un servizio efficiente, oltre che  relativamente poco costoso per le casse comunali.


 


Rifondazione Comunista - Laives


martedì 3 febbraio 2009

«L’Alto Adige in serie D? Allora niente stadio»




ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009





Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici



Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»




MIRCO MARCHIODI



BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».

Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».

Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».

Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.









«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»

 

IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI



LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)








Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.


Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i   parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione    Comunista - Laives




«L’Alto Adige in serie D? Allora niente stadio»




ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009





Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici



Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»




MIRCO MARCHIODI



BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».

Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».

Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».

Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.









«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»

 

IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI



LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)








Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.


Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i   parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione    Comunista - Laives




sabato 31 gennaio 2009

SAN GIACOMO Scuola elementare Problema inatteso

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



Bimbi trasferiti a Bolzano? Spese soltanto per Laives



LAIVES. La scuola elementare di San Giacomo ha bisogno di una mensa. Da qualche anno i bambini che rientrano al pomeriggio mangiano grazie alla disponibilità di una saletta che sarebbe però della caserma dei vigili del fuoco, mentre i cibi vengono forniti da una ditta esterna. L’idea della giunta sarebbe di realizzare la mensa scolastica utilizzando lo spazio dove oggi c’è l’ex palestra, uno spazio abbandonato da tempo. L’architetto Stefano Rebecchi, capo dell’ufficio lavori pubblici comunali, ha anche preparato un progettino.

«Il problema però è sorto con Bolzano - dice il sindaco Polonioli, che è anche presidente del consorzio per la gestione della zona scolastica di San Giacomo - perché la città capoluogo avrebbe intenzione di portare i bambini che abitando a Maso della Pieve presso le elementari di Oltrisarco. Questo significherebbe che le spese per la scuola di San Giacomo non verrebbero più divise a metà tra Laives e Bolzano ma toccherebbero interamente a noi ed inoltre salterebbero i programmi per la formazione delle classi bilingui perché verrebbe a mancare un numero sufficiente di alunni». Polonioli spiega che di questo si sta discutendo tra Laives e Bolzano e intanto arriva anche una presa di posizione critica da parte del gruppo consiliare Progetto Alto Adige, che ricorda come sul tema presentò una mozione che venne respinta. «Nel bilancio 2009 non vi è traccia di finanziamenti per la mensa di San Giacomo - dicono i rappresentanti della lista - e quindi le promesse fatte a suo tempo sono nulle».

La costruzione della mensa scolastica è in forse quindi, proprio per i citati problemi con Bolzano, ma il vice sindaco Georg Forti aggiunge che comunque vada, i bambini dell’elementare non possono rimanere in eterno nei locali dei vigili del fuoco per mangiare. «Noi su questa iniziativa e sulla classe bilingue abbiamo investito tantissimo - conclude l’assessora Liliana Di Fede - e anche se a Bolzano converrebbe economicamente spostare i bambini di Maso della Pieve ad Oltrisarco, non va dimenticato che dal punto di vista educativo sarebbe uno sradicamento dalla loro realtà famigliare. Staremo a vedere». (b.c.)



Non vi è nessun obbligo per le famiglie di spostare i propri figli in una scuola piuttosto che in un'altra e quindi il comune di Bolzano non può costringere nessuno ad andare ad Oltrisarco.

Diverso è il discorso per la compartecipazione al consorzio.



Ora occorre capire se Laives ha la volontà politica di mantenere quella scuola o meno.


In caso affermativo procedere alla costruzione della mensa vuol dire ampliare l'offerta e rendere più appetibile frequentare le scuole a S. Giacomo.



Non sarebbe male sentire anche il parere e gli orientamenti dei genitori o attraverso un'inchiesta o organizzando un'assemblea.




Attendere invece le decisioni di Bolzano senza nulla intrapprendere ci pare la cosa più sbagliata.




Rifondazione Comunista - Laives

SAN GIACOMO Scuola elementare Problema inatteso

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



Bimbi trasferiti a Bolzano? Spese soltanto per Laives



LAIVES. La scuola elementare di San Giacomo ha bisogno di una mensa. Da qualche anno i bambini che rientrano al pomeriggio mangiano grazie alla disponibilità di una saletta che sarebbe però della caserma dei vigili del fuoco, mentre i cibi vengono forniti da una ditta esterna. L’idea della giunta sarebbe di realizzare la mensa scolastica utilizzando lo spazio dove oggi c’è l’ex palestra, uno spazio abbandonato da tempo. L’architetto Stefano Rebecchi, capo dell’ufficio lavori pubblici comunali, ha anche preparato un progettino.

«Il problema però è sorto con Bolzano - dice il sindaco Polonioli, che è anche presidente del consorzio per la gestione della zona scolastica di San Giacomo - perché la città capoluogo avrebbe intenzione di portare i bambini che abitando a Maso della Pieve presso le elementari di Oltrisarco. Questo significherebbe che le spese per la scuola di San Giacomo non verrebbero più divise a metà tra Laives e Bolzano ma toccherebbero interamente a noi ed inoltre salterebbero i programmi per la formazione delle classi bilingui perché verrebbe a mancare un numero sufficiente di alunni». Polonioli spiega che di questo si sta discutendo tra Laives e Bolzano e intanto arriva anche una presa di posizione critica da parte del gruppo consiliare Progetto Alto Adige, che ricorda come sul tema presentò una mozione che venne respinta. «Nel bilancio 2009 non vi è traccia di finanziamenti per la mensa di San Giacomo - dicono i rappresentanti della lista - e quindi le promesse fatte a suo tempo sono nulle».

La costruzione della mensa scolastica è in forse quindi, proprio per i citati problemi con Bolzano, ma il vice sindaco Georg Forti aggiunge che comunque vada, i bambini dell’elementare non possono rimanere in eterno nei locali dei vigili del fuoco per mangiare. «Noi su questa iniziativa e sulla classe bilingue abbiamo investito tantissimo - conclude l’assessora Liliana Di Fede - e anche se a Bolzano converrebbe economicamente spostare i bambini di Maso della Pieve ad Oltrisarco, non va dimenticato che dal punto di vista educativo sarebbe uno sradicamento dalla loro realtà famigliare. Staremo a vedere». (b.c.)



Non vi è nessun obbligo per le famiglie di spostare i propri figli in una scuola piuttosto che in un'altra e quindi il comune di Bolzano non può costringere nessuno ad andare ad Oltrisarco.

Diverso è il discorso per la compartecipazione al consorzio.



Ora occorre capire se Laives ha la volontà politica di mantenere quella scuola o meno.


In caso affermativo procedere alla costruzione della mensa vuol dire ampliare l'offerta e rendere più appetibile frequentare le scuole a S. Giacomo.



Non sarebbe male sentire anche il parere e gli orientamenti dei genitori o attraverso un'inchiesta o organizzando un'assemblea.




Attendere invece le decisioni di Bolzano senza nulla intrapprendere ci pare la cosa più sbagliata.




Rifondazione Comunista - Laives

sabato 17 gennaio 2009

Più vicina la «casa della cultura» italiana

ALTO ADIGE - SABATO, 17 GENNAIO 2009



Ospiterebbe le sedi delle associazioni e dell’Istituto musicale. E intanto si pensa alla sala polifunzionale interrata





In bilancio i soldi per ristrutturare la palazzina di via Pietralba





BRUNO CANALI



LAIVES. La «casa della cultura» italiana è sempre stata un’utopia per la comunità locale. Mentre il gruppo tedesco si dotava via via delle strutture necessarie per l’attività culturale (oltre a Kulturhaus e Pfarrheim è arrivata anche la scuola di musica e si lavora in zona scolastica per una sala destinata alla banda musicale) per quello italiano rimaneva un miraggio. Che ora però è più vicino.

Una struttura del genere potrebbe nascere dalle «ceneri» della vecchia palazzina di via Pietralba, dove tanti anni orsono c’era la scuola e poi è diventata sede distaccata di alcuni uffici comunali, per passare da ultimo ad alcune associazioni. Con il bilancio di previsione ci sarebbe l’intenzione, da parte del Comune, di dare il via almeno a un progetto di trasformazione della palazzina, «un progetto - spiega il sindaco Polonioli - che fa parte di un preciso accordo politico tra le forze di maggioranza risalente ancora al 2004. Si tratterà di prevedere la trasformazione della palazzina per ricavare sedi di associazioni ed anche quella per l’Istituto musicale, che da tempo sta cercando una sistemazione consona alle molte iscrizioni di allievi anche qui a Laives».

Intanto un primo, timido approccio in questo senso è stato fatto con l’adattamento di quelli che un tempo erano gli uffici della polizia municipale a saletta espositiva, uno spazio minimo per la verità, ma che già ha ospitato diverse interessanti mostre che hanno richiamato un pubblico numeroso. Ma il progetto dovrebbe essere ben più ampio. Quello che risulterà dai lavori infatti sarà un sostanziale miglioramento per quanto riguarda la disponibilità e la distribuzione degli spazi disponibili e, del resto, stretta com’è tra via Pietralba e il vecchio cimitero, quella palazzina non consente certo eccessivi spazio di manovra.

Invece si guarda già con particolare interesse a ciò che l’amministrazione comunale intende realizzare con il secondo lotto del municipio, quello che prevede l’abbattimento del municipio vecchio per fare posto alla piazza, ad altri volumi edificati e ad una sala polifunzionale interrata sotto l’attuale sagrato della chiesa. «La sua destinazione potrà essere quella di sala per determinate iniziative - conclude il sindaco Polonioli - oppure anche come pinacoteca con le opere che stiamo acquisendo grazie al premio di pittura Città di Laives e, ancora, piccolo spazio museale per i reperti storici del nostro territorio. Le opzioni sono ancora da valutare».

Più vicina la «casa della cultura» italiana

ALTO ADIGE - SABATO, 17 GENNAIO 2009



Ospiterebbe le sedi delle associazioni e dell’Istituto musicale. E intanto si pensa alla sala polifunzionale interrata





In bilancio i soldi per ristrutturare la palazzina di via Pietralba





BRUNO CANALI



LAIVES. La «casa della cultura» italiana è sempre stata un’utopia per la comunità locale. Mentre il gruppo tedesco si dotava via via delle strutture necessarie per l’attività culturale (oltre a Kulturhaus e Pfarrheim è arrivata anche la scuola di musica e si lavora in zona scolastica per una sala destinata alla banda musicale) per quello italiano rimaneva un miraggio. Che ora però è più vicino.

Una struttura del genere potrebbe nascere dalle «ceneri» della vecchia palazzina di via Pietralba, dove tanti anni orsono c’era la scuola e poi è diventata sede distaccata di alcuni uffici comunali, per passare da ultimo ad alcune associazioni. Con il bilancio di previsione ci sarebbe l’intenzione, da parte del Comune, di dare il via almeno a un progetto di trasformazione della palazzina, «un progetto - spiega il sindaco Polonioli - che fa parte di un preciso accordo politico tra le forze di maggioranza risalente ancora al 2004. Si tratterà di prevedere la trasformazione della palazzina per ricavare sedi di associazioni ed anche quella per l’Istituto musicale, che da tempo sta cercando una sistemazione consona alle molte iscrizioni di allievi anche qui a Laives».

Intanto un primo, timido approccio in questo senso è stato fatto con l’adattamento di quelli che un tempo erano gli uffici della polizia municipale a saletta espositiva, uno spazio minimo per la verità, ma che già ha ospitato diverse interessanti mostre che hanno richiamato un pubblico numeroso. Ma il progetto dovrebbe essere ben più ampio. Quello che risulterà dai lavori infatti sarà un sostanziale miglioramento per quanto riguarda la disponibilità e la distribuzione degli spazi disponibili e, del resto, stretta com’è tra via Pietralba e il vecchio cimitero, quella palazzina non consente certo eccessivi spazio di manovra.

Invece si guarda già con particolare interesse a ciò che l’amministrazione comunale intende realizzare con il secondo lotto del municipio, quello che prevede l’abbattimento del municipio vecchio per fare posto alla piazza, ad altri volumi edificati e ad una sala polifunzionale interrata sotto l’attuale sagrato della chiesa. «La sua destinazione potrà essere quella di sala per determinate iniziative - conclude il sindaco Polonioli - oppure anche come pinacoteca con le opere che stiamo acquisendo grazie al premio di pittura Città di Laives e, ancora, piccolo spazio museale per i reperti storici del nostro territorio. Le opzioni sono ancora da valutare».

venerdì 16 gennaio 2009






Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport e Centro sportivo provinciale


 


Nel numero 4 del quindicinale “Qui Bassa Atesina” a pag. 5 viene data la notizia che a completamento della cittadella dello sport sarebbe prevista la realizzazione di un centro medico sportivo con servizi di medicina dello sport e riabilitazione fisioterapica. Nell’articolo non si fa riferimento in quale lotto sarebbe prevista la costruzione di tali strutture e pertanto


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. se vi sia un qualche fondamento nella notizia riportata dal quindicinale;

  2. se nella fattispecie si tratti del Centro sportivo provinciale o di altra struttura;

  3. in quale lotto ed in quali tempi sarebbe prevista la sua costruzione;

  4. se anche per esso siano già previsti i finanziamenti provinciali e a quanto ammontino;

  5. se prima della realizzazione dell’intera opera sia prevista la bonifica delle zone un tempo adibite a discarica di cui la prima per i rifiuti urbani di Bolzano e la seconda, più a est, per inerti;

  6. Se  per un’opera di tali dimensioni  e data la sensibilità idrogeologica del territorio siano previste:


a)       la valutazione di impatto ambientale;


b)      la consultazione preventiva dei cittadini eventualmente anche attraverso lo strumento del referendum consultivo.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


 


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  12 gennaio 2009






Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport e Centro sportivo provinciale


 


Nel numero 4 del quindicinale “Qui Bassa Atesina” a pag. 5 viene data la notizia che a completamento della cittadella dello sport sarebbe prevista la realizzazione di un centro medico sportivo con servizi di medicina dello sport e riabilitazione fisioterapica. Nell’articolo non si fa riferimento in quale lotto sarebbe prevista la costruzione di tali strutture e pertanto


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. se vi sia un qualche fondamento nella notizia riportata dal quindicinale;

  2. se nella fattispecie si tratti del Centro sportivo provinciale o di altra struttura;

  3. in quale lotto ed in quali tempi sarebbe prevista la sua costruzione;

  4. se anche per esso siano già previsti i finanziamenti provinciali e a quanto ammontino;

  5. se prima della realizzazione dell’intera opera sia prevista la bonifica delle zone un tempo adibite a discarica di cui la prima per i rifiuti urbani di Bolzano e la seconda, più a est, per inerti;

  6. Se  per un’opera di tali dimensioni  e data la sensibilità idrogeologica del territorio siano previste:


a)       la valutazione di impatto ambientale;


b)      la consultazione preventiva dei cittadini eventualmente anche attraverso lo strumento del referendum consultivo.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


 


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  12 gennaio 2009

lunedì 5 gennaio 2009










 
ALTO ADIGE - VENERDÌ, 02 GENNAIO 2009






















 
IL CASO
 
Stadio ghiaccio: contributo in vista


 LAIVES. Da anni lo stadio del ghiaccio in zona Vallarsa attende una copertura stabile, un tetto che garantisca l’attività anche quando le condizioni atmosferiche sono negative oppure quando il sole rischia di liquefare il manto gelato. Il contributo per quest’opera rientra tra i punti del programma di coalizione e adesso la cooperativa che gestisce il campo torna a battere cassa. «Sono tre anni almeno che abbiamo promesso un contributo di 500mila euro - ha spiegato il vice sindaco Svp Georg Forti - e questa volta non possiamo far finta di niente. La spesa prevista per coprire il ghiaccio arriva a un milione e 700 mila euro e la promessa rientra tra quelle inserite nel programma di coalizione». Si tratta di uno sforzo ulteriore che verrà chiesto alle casse comunali, in una fase dove l’economia complessiva non sta certo andando bene e l’amministrazione comunale è costretta a risparmiare tutto il possibile. Però, si sottolinea in Municipio, il contributo era stato garantito alla cooperativa anni orsono e questa volta bisognerà proprio assegnarlo trovando i soldi in bilancio. (b.c.)

















 
ALTO ADIGE - VENERDÌ, 02 GENNAIO 2009






















 
IL CASO
 
Stadio ghiaccio: contributo in vista


 LAIVES. Da anni lo stadio del ghiaccio in zona Vallarsa attende una copertura stabile, un tetto che garantisca l’attività anche quando le condizioni atmosferiche sono negative oppure quando il sole rischia di liquefare il manto gelato. Il contributo per quest’opera rientra tra i punti del programma di coalizione e adesso la cooperativa che gestisce il campo torna a battere cassa. «Sono tre anni almeno che abbiamo promesso un contributo di 500mila euro - ha spiegato il vice sindaco Svp Georg Forti - e questa volta non possiamo far finta di niente. La spesa prevista per coprire il ghiaccio arriva a un milione e 700 mila euro e la promessa rientra tra quelle inserite nel programma di coalizione». Si tratta di uno sforzo ulteriore che verrà chiesto alle casse comunali, in una fase dove l’economia complessiva non sta certo andando bene e l’amministrazione comunale è costretta a risparmiare tutto il possibile. Però, si sottolinea in Municipio, il contributo era stato garantito alla cooperativa anni orsono e questa volta bisognerà proprio assegnarlo trovando i soldi in bilancio. (b.c.)