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domenica 29 giugno 2008

IMMIGRAZIONE

ALTO ADIGE - DOMENICA, 29 GIUGNO 2008



Chiude l’Osservatorio, il mondo sociale: un errore



BOLZANO. Con domani chiude l’osservatorio provinciale per l’immigrazione e con esso il centro di tutela contro le discriminazioni. «È una grande perdita - affermano la Casa della Solidarietà e l’Oew-Organizzazione per un mondo solidale - perché così viene a mancare un importante alleato impegnato per una convivenza pacifica in Alto Adige».

Afferma Elisabeth Grießmair, presidente dell’Oew: «Da oggi l’Alto Adige diventa più freddo e la provincia perde due importanti istituzioni dedite alla convivenza. Questi centri hanno contribuito in maniera rilevante a far comprendere meglio l’immigrazione in Alto Adige e fornivano ripetutamente indicazioni fondamentali per la politica in modo da affrontare al meglio questa tematica».

La presidente della Casa della Solidarietà Petra Erlacher aggiunge: «Il centro di tutela contro le discriminazioni e l’osservatorio sono vittime della mancanza di coraggia e visione nella nostra provincia. Pare che nessuno voglia bruciarsi le dita prima delle elezioni. Tutti i giorni facciamo l’esperienza che la convivenza tra persone d’origine culturale, religiosa e geografica diversa è difficile, tuttavia l’immigrazione non si può fermare: con l’Osservatorio sarebbe stato possibile almeno darle un’impronta».

IMMIGRAZIONE

ALTO ADIGE - DOMENICA, 29 GIUGNO 2008



Chiude l’Osservatorio, il mondo sociale: un errore



BOLZANO. Con domani chiude l’osservatorio provinciale per l’immigrazione e con esso il centro di tutela contro le discriminazioni. «È una grande perdita - affermano la Casa della Solidarietà e l’Oew-Organizzazione per un mondo solidale - perché così viene a mancare un importante alleato impegnato per una convivenza pacifica in Alto Adige».

Afferma Elisabeth Grießmair, presidente dell’Oew: «Da oggi l’Alto Adige diventa più freddo e la provincia perde due importanti istituzioni dedite alla convivenza. Questi centri hanno contribuito in maniera rilevante a far comprendere meglio l’immigrazione in Alto Adige e fornivano ripetutamente indicazioni fondamentali per la politica in modo da affrontare al meglio questa tematica».

La presidente della Casa della Solidarietà Petra Erlacher aggiunge: «Il centro di tutela contro le discriminazioni e l’osservatorio sono vittime della mancanza di coraggia e visione nella nostra provincia. Pare che nessuno voglia bruciarsi le dita prima delle elezioni. Tutti i giorni facciamo l’esperienza che la convivenza tra persone d’origine culturale, religiosa e geografica diversa è difficile, tuttavia l’immigrazione non si può fermare: con l’Osservatorio sarebbe stato possibile almeno darle un’impronta».

sabato 28 giugno 2008

Immigrazione: un contributo dell'assessore Luigi Gallo

È  una miopia politica grave che si parli di un tema epocale come l’immigrazione solo in termini populistici, a due mesi dalle elezioni; è ancora più grave che lo faccia il presidente della Provincia.   Ci sarebbe molto  da dire sulle “strategie”   che si mettono in campo per recuperare qualche migliaia di voti in libera uscita  verso i Freiheitlichen ma ci limitiamo ad alcune domande semplici :  Perché una legge organica sull’ integrazione degli immigrati già scritta da un gruppo di lavoro presso l’assessorato di Luisa Gnecchi è stata cestinata, dopo essersi persa nei meandri di qualche ripartizione ? Perché uno strumento importante come l’ Osservatorio sulle Immigrazioni viene chiuso  e non è stato istituzionalizzato dalla Provincia? Forse perché è più facile usare la demagogia che i dati seri e indipendenti  di un osservatorio? Forse perché è più utile improvvisare misure elettoralistiche invece di programmare, coinvolgere, includere? Oggi le misure di Durnwalder vengono presentate come “male minore” rispetto all’estremismo delle destre . Ma non è così. Alla base,  al di là perfino del merito delle misure, c’è il messaggio comune   che gli immigrati siano qui per “fregarci” qualcosa : diritti, contributi, lavoro, case. Non è così , dati alla mano . Ma si fa credere che sia così e si avvelenano i pozzi della convivenza.


 Le 16 “misure” sono un misto di  banalità e di  cattiverie politiche  controproducenti.


Sul Tema Lavoro:


·         Sui nuovi arrivi dall’ estero ( il “contingente”) la Provincia può fare quello che vuole ma vogliamo ricordare che sono i datori di lavoro che fanno le domande per far arrivare nuovi lavoratori, non gli immigrati stessi . Quindi se l’ Economia  chiede…..


·          L’ obbligo del datore di lavoro di fornire alloggio al nuovo immigrato chiamato dall’estero è in vigore da almeno 20 anni. Sembra una cosa di buon senso ma è irrealistica.


·         Le preferenze etniche per i lavoratori sono risibili: in Italia per fortuna c’è la libera circolazione  , quindi un lavoratore straniero  regolare  può venire a lavorare in una ditta di Bolzano venendo da Milano o da Trapani. Non ha bisogno di nessuna autorizzazione della provincia alla frontiera di Salorno. Decide il datore di lavoro sul libero mercato. O il liberismo non vale più?


Sui temi sociali:


·         Perché non si ricorda che già oggi le prestazioni economico sociali (cosiddetto “minimo vitale”) vengono erogate solo a chi ha già 5 anni di residenza? La favoletta che gli immigrati vengono qui per avere l’ assistenza sociale è una leggenda metropolitana smentita dai fatti. Gli immigrati vengono qui per lavorare.


Tema famiglia


·         La Provincia è sempre così  attenta e sensibile ai temi della difesa della famiglia, però vuole limitare i ricongiungimenti familiari di comune accordo con la Lega Nord  e AN.  Perché ? Il ricongiungimento familiare, che comunque è tema di legge statale, favorisce l’integrazione sociale e la stabilità  ; voler negare o comunque rendere più difficile di oggi il ricongiungimento è una cattiveria gratuita e controproducente.


Controlli e ordine pubblico


·         La situazione dell’ immigrazione in Alto Adige è  tranquilla e agitare spettri di ordine pubblico è cosa senza senso; perché non si guardano anche qui i dati della polizia , della procura della repubblica etc?


Casa


·         Se mancano case si costruiscano più case. Graduatorie separate e altre misure tese a ridurre l’ accesso all’ alloggio favoriranno solo il disagio sociale. Anche qui misure controproducenti e inutili.


Scuola:


·         perché non si danno semplicemente  supporti e risorse alle scuole ( mediatori, insegnati di supporto) invece di flirtare sempre con l’ idea delle “Scuole speciali” per stranieri?


 E infine  sopra ogni  valutazione umanitaria, da anime belle, di sinistra etc etc perché  qualcuno  non va a controllare quanto prodotto interno lordo, cioè ricchezza economica,  producono gli immigrati nella nostra provincia?




 


I sedici punti


Alto Adige 28 giugno 2008


Il «giro di vite» sull’immigrazione è stato sintetizzato in un pacchetto di 16 interventi/considerazioni, in un’ottica di medio-lungo periodo.



1. L’Alto Adige non può prescindere da un afflusso controllato di lavoratori stranieri. Devono essere evitati processi di emarginazione e ghettizzazione.



2. Prima di fare ricorso a lavoratori stranieri dovranno essere individuate misure per i disoccupati altoatesini. La giunta cercherà di reinserire nel mondo del lavoro parte delle 6000 persone (soprattutto donne, persone non più giovani, diversamente abili) in attesa di un posto.

3. Nell’insediamento di nuove imprese deve essere prestata maggiore attenzione alla forza lavoro già a disposizione.



4. La giunta ed i parlamentari altoatesini dovranno cercare di creare a Roma i presupposti normativi per ridurre il numero delle autorizzazioni per gli immigrati.



5. Riduzione del contingente richiesto dalla Provincia a Roma e ampliamento delle possibilità di controllo autonomo in Alto Adige.



6. Se dovesse rendersi necessaria nuova forza lavoro, si dovrà in primo luogo fare ricorso ai familiari degli immigrati che già vivono in Alto Adige.



7. Qualora si rendesse necessario l’utilizzo di ulteriori lavoratori stranieri, essi dovranno provenire in prevalenza da quei Paesi Ue nei quali vi è disoccupazione.



8. Qualora fosse comunque necessario l’utilizzo di lavoratori provenienti da Paesi extra Ue, dovranno essere garantiti un coordinamento ed una sorveglianza più efficienti. Inoltre ci sarà l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere all’alloggio del lavoratore.



9. Va evitato che gli immigrati vengano in Alto Adige esclusivamente per godere di prestazioni sociali. Per le prestazioni sociali fornite solo in Alto Adige, vale il principio dell’accesso graduale (saranno accessibili dopo 5 anni di residenza).



10. I permessi di soggiorno per i cittadini provenienti da Paesi extra Ue dovranno essere concessi solo a chi potrà dimostrare di avere un lavoro ed un alloggio.



11. Il ricongiungimento familiare dovrà essere concesso solo quando vi siano lavoro, abitazione e reddito adeguato. Dovrà essere introdotta una limitazione al grado di parentela entro cui poterlo richiedere.



12. Dovranno essere fissati requisiti qualitativi minimi, ai quali subordinare il rilascio delle licenze da parte di Provincia, Comuni e Camera di Commercio



13. Dovrà essere rafforzata la collaborazione con le autorità di polizia per eliminare abusi e per garantire l’ordine pubblico.



14. Istituzione di centri linguistici che dovranno occuparsi di “accompagnare l’iscrizione e la frequenza di asili e scuole“. Le conoscenze linguistiche necessarie dovranno essere acquisite attraverso idonee strutture nel periodo che intercorre tra l’iscrizione e l’inizio della scuola o dell’asilo.



15. Per la concessione di contributi e per l’edilizia agevolata dovranno essere introdotte graduatorie separate. La giuntastabilirà annualmente i mezzi finanziari e gli alloggi per ciascuna graduatoria.



16. Annualmente verranno redatte una relazione e una rilevazione sugli stranieri.




Immigrazione: un contributo dell'assessore Luigi Gallo

È  una miopia politica grave che si parli di un tema epocale come l’immigrazione solo in termini populistici, a due mesi dalle elezioni; è ancora più grave che lo faccia il presidente della Provincia.   Ci sarebbe molto  da dire sulle “strategie”   che si mettono in campo per recuperare qualche migliaia di voti in libera uscita  verso i Freiheitlichen ma ci limitiamo ad alcune domande semplici :  Perché una legge organica sull’ integrazione degli immigrati già scritta da un gruppo di lavoro presso l’assessorato di Luisa Gnecchi è stata cestinata, dopo essersi persa nei meandri di qualche ripartizione ? Perché uno strumento importante come l’ Osservatorio sulle Immigrazioni viene chiuso  e non è stato istituzionalizzato dalla Provincia? Forse perché è più facile usare la demagogia che i dati seri e indipendenti  di un osservatorio? Forse perché è più utile improvvisare misure elettoralistiche invece di programmare, coinvolgere, includere? Oggi le misure di Durnwalder vengono presentate come “male minore” rispetto all’estremismo delle destre . Ma non è così. Alla base,  al di là perfino del merito delle misure, c’è il messaggio comune   che gli immigrati siano qui per “fregarci” qualcosa : diritti, contributi, lavoro, case. Non è così , dati alla mano . Ma si fa credere che sia così e si avvelenano i pozzi della convivenza.


 Le 16 “misure” sono un misto di  banalità e di  cattiverie politiche  controproducenti.


Sul Tema Lavoro:


·         Sui nuovi arrivi dall’ estero ( il “contingente”) la Provincia può fare quello che vuole ma vogliamo ricordare che sono i datori di lavoro che fanno le domande per far arrivare nuovi lavoratori, non gli immigrati stessi . Quindi se l’ Economia  chiede…..


·          L’ obbligo del datore di lavoro di fornire alloggio al nuovo immigrato chiamato dall’estero è in vigore da almeno 20 anni. Sembra una cosa di buon senso ma è irrealistica.


·         Le preferenze etniche per i lavoratori sono risibili: in Italia per fortuna c’è la libera circolazione  , quindi un lavoratore straniero  regolare  può venire a lavorare in una ditta di Bolzano venendo da Milano o da Trapani. Non ha bisogno di nessuna autorizzazione della provincia alla frontiera di Salorno. Decide il datore di lavoro sul libero mercato. O il liberismo non vale più?


Sui temi sociali:


·         Perché non si ricorda che già oggi le prestazioni economico sociali (cosiddetto “minimo vitale”) vengono erogate solo a chi ha già 5 anni di residenza? La favoletta che gli immigrati vengono qui per avere l’ assistenza sociale è una leggenda metropolitana smentita dai fatti. Gli immigrati vengono qui per lavorare.


Tema famiglia


·         La Provincia è sempre così  attenta e sensibile ai temi della difesa della famiglia, però vuole limitare i ricongiungimenti familiari di comune accordo con la Lega Nord  e AN.  Perché ? Il ricongiungimento familiare, che comunque è tema di legge statale, favorisce l’integrazione sociale e la stabilità  ; voler negare o comunque rendere più difficile di oggi il ricongiungimento è una cattiveria gratuita e controproducente.


Controlli e ordine pubblico


·         La situazione dell’ immigrazione in Alto Adige è  tranquilla e agitare spettri di ordine pubblico è cosa senza senso; perché non si guardano anche qui i dati della polizia , della procura della repubblica etc?


Casa


·         Se mancano case si costruiscano più case. Graduatorie separate e altre misure tese a ridurre l’ accesso all’ alloggio favoriranno solo il disagio sociale. Anche qui misure controproducenti e inutili.


Scuola:


·         perché non si danno semplicemente  supporti e risorse alle scuole ( mediatori, insegnati di supporto) invece di flirtare sempre con l’ idea delle “Scuole speciali” per stranieri?


 E infine  sopra ogni  valutazione umanitaria, da anime belle, di sinistra etc etc perché  qualcuno  non va a controllare quanto prodotto interno lordo, cioè ricchezza economica,  producono gli immigrati nella nostra provincia?




 


I sedici punti


Alto Adige 28 giugno 2008


Il «giro di vite» sull’immigrazione è stato sintetizzato in un pacchetto di 16 interventi/considerazioni, in un’ottica di medio-lungo periodo.



1. L’Alto Adige non può prescindere da un afflusso controllato di lavoratori stranieri. Devono essere evitati processi di emarginazione e ghettizzazione.



2. Prima di fare ricorso a lavoratori stranieri dovranno essere individuate misure per i disoccupati altoatesini. La giunta cercherà di reinserire nel mondo del lavoro parte delle 6000 persone (soprattutto donne, persone non più giovani, diversamente abili) in attesa di un posto.

3. Nell’insediamento di nuove imprese deve essere prestata maggiore attenzione alla forza lavoro già a disposizione.



4. La giunta ed i parlamentari altoatesini dovranno cercare di creare a Roma i presupposti normativi per ridurre il numero delle autorizzazioni per gli immigrati.



5. Riduzione del contingente richiesto dalla Provincia a Roma e ampliamento delle possibilità di controllo autonomo in Alto Adige.



6. Se dovesse rendersi necessaria nuova forza lavoro, si dovrà in primo luogo fare ricorso ai familiari degli immigrati che già vivono in Alto Adige.



7. Qualora si rendesse necessario l’utilizzo di ulteriori lavoratori stranieri, essi dovranno provenire in prevalenza da quei Paesi Ue nei quali vi è disoccupazione.



8. Qualora fosse comunque necessario l’utilizzo di lavoratori provenienti da Paesi extra Ue, dovranno essere garantiti un coordinamento ed una sorveglianza più efficienti. Inoltre ci sarà l’obbligo per il datore di lavoro di provvedere all’alloggio del lavoratore.



9. Va evitato che gli immigrati vengano in Alto Adige esclusivamente per godere di prestazioni sociali. Per le prestazioni sociali fornite solo in Alto Adige, vale il principio dell’accesso graduale (saranno accessibili dopo 5 anni di residenza).



10. I permessi di soggiorno per i cittadini provenienti da Paesi extra Ue dovranno essere concessi solo a chi potrà dimostrare di avere un lavoro ed un alloggio.



11. Il ricongiungimento familiare dovrà essere concesso solo quando vi siano lavoro, abitazione e reddito adeguato. Dovrà essere introdotta una limitazione al grado di parentela entro cui poterlo richiedere.



12. Dovranno essere fissati requisiti qualitativi minimi, ai quali subordinare il rilascio delle licenze da parte di Provincia, Comuni e Camera di Commercio



13. Dovrà essere rafforzata la collaborazione con le autorità di polizia per eliminare abusi e per garantire l’ordine pubblico.



14. Istituzione di centri linguistici che dovranno occuparsi di “accompagnare l’iscrizione e la frequenza di asili e scuole“. Le conoscenze linguistiche necessarie dovranno essere acquisite attraverso idonee strutture nel periodo che intercorre tra l’iscrizione e l’inizio della scuola o dell’asilo.



15. Per la concessione di contributi e per l’edilizia agevolata dovranno essere introdotte graduatorie separate. La giuntastabilirà annualmente i mezzi finanziari e gli alloggi per ciascuna graduatoria.



16. Annualmente verranno redatte una relazione e una rilevazione sugli stranieri.




venerdì 27 giugno 2008

Lotta al carovita, sindacati sul piede di guerra

Alto Adige - VENERDÌ, 27 GIUGNO 2008



Firmato un protocollo d’intesa con Acli e Kvw da attuare con il contributo degli enti pubblici



«Bisogna calmierare i prezzi e reperire più alloggi per abbassare i costi degli affitti»



MASSIMILIANO BONA



BOLZANO. Quattro organizzazioni sindacali (Asgb, Cgil, Cisl, Uil) e due associazioni (Acli e Kvw) hanno deciso di fare fronte unico contro il carovita ed hanno firmato un protocollo d’intesa, da attuare con il contributo di Provincia e Comuni, per risolvere il problema almeno nel medio-lungo periodo. «Dobbiamo fare leva - sottolinea Michele Buonerba della Cisl - su prezzi, politica abitativa, politiche per la famiglia e misure fiscali». È stata chiesta l’adozione del redditometro per l’erogazione delle prestazioni sociali.

Le retribuzioni negli ultimi anni, in provincia, sono cresciute molto più lentamente dell’inflazione, che in Alto Adige è da tempo superiore a quella riscontrata nel resto del Paese. Una conferma, in tal senso, si ha analizzando l’incremento dei prezzi da gennaio ad aprile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: secondo l’Ire in Alto Adige l’aumento è stato del 3,6%, in Germania del 3%, nel resto d’Italia, in Francia e Austria del 3,3%. Siamo, oggettivamente, sopra la media. «Per uscire da questa fase di stallo - spiegano i promotori dell’iniziativa - servono politiche per la tutela del potere d’acquisto delle famiglie, iniziative strutturali di lotta al carovita, una contrattazione integrativa territoriale delle retribuzioni, un sostegno alla contrattazione decentrata da parte degli enti pubblici, politiche fiscali più eque e l’attuazione di nuove politiche di welfare a sostegno delle famiglie». Sindacati e organizzazioni sociali hanno proposto poi una serie di misure «ad hoc» che interessano prezzi, politica abitativa, famiglia e politiche fiscali.

Prezzi. Tra le proposte figurano: accordi mirati per calmierare i prezzi tra le parti sociali e gli enti pubblici; un monitoraggio costante dell’intera filiera anche ricercando opportuni strumenti di rilevazione dei prezzi; una serie di iniziative tendenti a favorire la concorrenza nella grande distribuzione e destinate ad avere un impatto positivo sul costo dei prodotti; una riduzione della burocrazia; una maggiore sensibilizzazione verso un consumo consapevole, grazie al quale si potrebbero valorizzare i prodotti locali.

Politica abitativa. Più che sulle agevolazioni per chi acquista alloggi secondo sindacati e organizzazioni sociali bisognerebbe concentrarsi sui canoni di locazione, con un programma che consenta di reperire un numero adeguato di abitazioni in affitto. «L’alta incidenza del costo dell’affitto sul bilancio familiare richiede da parte della Provincia l’elaborazione di un programma più esteso per l’edilizia abitativa. Esso è destinato, infatti, ad incidere giocoforza sui prezzi». In parallelo bisognerebbe dare più peso, sempre per quanto attiene l’edilizia abitativa agevolata, «alla durata e alla continuità dei rapporti di lavoro dei richiedenti, così come andrebbero maggiormente considerati i carichi familiari di ciascuno».

Politica per la famiglia. Tre le misure proposte per aiutare le famiglie meno abbienti: un aumento dei contributi provinciali, l’adozione del redditometro e l’armonizzazione della disciplina sul congedo parentale tra Provincia e privati. «Riteniamo utile, oltre all’aumento dei contributi, anche l’aumento degli anni in cui è possibile goderne. È necessaria, poi, la costruzione di asili nido e scuole materne in tutta la provincia». L’introduzione del redditometro servirebbe, invece, per la verifica dello stato di bisogno dei cittadini ai fini dell’erogazione delle prestazioni sociali. Giusto, dunque, prendere in considerazione anche i beni posseduti.

Misure fiscali. Quattro le richieste formulate: l’eliminazione o la riduzione delle addizionali comunali e regionali (i comuni sono invitati a rinunciare all’addizionale Irpef, mentre l’addizionale regionale dovrebbe essere la minima prevista per legge), il blocco delle tariffe pubbliche (servirebbe un accordo a livello comunale e provinciale per un dato periodo di tempo e le tariffe dovrebbero essere modulate in base allo stato di necessità delle famiglie), una maggiore trasparenza delle tariffe comunali e una riduzione dell’Irap solo alle imprese che si impegnano a ridistribuire parte del denaro risparmiato attraverso la contrattazione aziendale. Il protocollo è stato firmato da Lorenzo Sola, Fabio Degaudenz e Alfred Ebner (Cgil), Michele Buonerba (Cisl), Serafin Pramsoler (Asgb), Werner Atz (Kvw), Luciano Nervo (Acli), Georg Pardeller (Asgb), Christian Troger (Uil).





Vendite a picco, tengono solo gli alimentari



Potere d’acquisto in calo. Unione commercio e Confesercenti: negozi semivuoti



Ad essere colpito è soprattutto il ceto medio, costretto a rinunciare all’acquisto di scarpe e vestiti Fiacche pure le svendite




BOLZANO. Vendite al dettaglio in crollo nel mese di aprile, sull’intero territorio nazionale. In media, le vendite sono calate del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2007. Si tratta del dato peggiore registrato a partire dal 2005. Lo ha reso noto l’Istituto nazionale di statistica e vale per l’intera Penisola. Il fenomeno è confermato pure in Alto Adige. Pur se in assenza di dati ufficiali - le ultime rilevazioni Astat disponibili risalgono al 2006 - sia la Confesercenti che l’Unione commercio confermano. In toto. Il potere d’acquisto di salari e stipendi è innegabilmente in netta, continua e (pare) inarrestabile diminuzione. Crollate le vendite di abbigliamento e calzature. Resistono gli alimentari. Ma cominciano a traballare i consumi di prodotti elettronici.

Secondo l’Istat, gli italiani spendono sempre meno. Cali vistosi sono stati evidenziati per calzature e articoli di cuoio (-6,4%), abbigliamento e pellicceria (-5), giochi e giocattoli (-4,9), casalinghi (-4,2), cartoleria libri e giornali (-3,4), utensili e ferramenta (-3,4), foto-ottica (-2,9) e via discorrendo. Sono registrati in calo addirittura prodotti farmaceutici e medicine: -1,1%.

Considerando i dati aggregati, da aprile 2007 ad aprile 2008 le vendite di prodotti non alimentari sono diminuite del 3,4%; quelle alimentari dello 0,8%. Totale: 2,3%. Il dato peggiore dopo la contrazione record della primavera 2005, che toccò un -3,9%.

C’è qualche differenza a livello geografico (al Sud la situazione è decisamente peggiore), ma il fenomeno coinvolge l’intero Bel Paese.

Alto Adige compreso.

Confermano Paolo Pavan, il direttore di Confesercenti, Luciano Defant, il fiduciario per Bolzano dell’Unione commercio, nonché l’amministratore delegato di Omniscom, Alberto Gioia. Il motivo del calo nelle vendite è da ascrivere alla diminuzione del potere d’acquisto di salari e stipendi. A essere colpito, soprattutto il ceto medio. Si salvano gli alimentari, ma abbigliamento e calzature sono in picchiata: negozi semivuoti. Due ulteriori indicatori del disagio dei consumatori sono le svendite, un tempo foriere di code davanti ai negozi e oggi sempre meno frequentate, e le prime avvisaglie di una flessione nelle vendite di prodotti legati alla tecnologia e all’elettronica di consumo.

«Il dato nazionale - commenta Pavan (Confesercenti) - non è sconvolgente, ma è un buon indicatore del clima di sfiducia diffusa. Conferma, insomma, la sensazione generale che abbiamo tutti: il potere d’acquisto degli stipendi è in calo, progressivo, costante. Un trend che pare non invertirsi». Per Pavan, colpito è soprattutto il ceto medio. «Ma anche gli esercenti sono in panne, specie per il caro carburanti. Se la famiglia rinuncia al viaggio in auto, il commerciante deve approvvigonarsi comunque. E il tutto si riflette sui costi di gestione».

Defant (Unione commercio) spiega che nel bilancio familiare le spese alimentari non vengono intaccate più di tanto, per ovvii motivi, anche se i prezzi lievitano. «La globalizzazione dell’economia ha però prodotto un aumento nei costi delle materie prime e dell’energia. Voci che sottraggono una grossa fetta del potere d’acquisto. C’è da augurarsi che la politica economica del nuovo governo sappia intervenire con efficacia».

Volumi di vendita in calo, circa dell’1%, vengono considerati attendibili dall’Ad di Omniscom, Gioia. Che racconta: «I clienti stanno attentissimi: cercano il valore aggiunto dato dalle offerte e dalle promozioni. Chi non si rivolge direttamente ai discount, sceglie spesso i “primi prezzi”. Il nostro marchio in questa fascia è in crescita addirittura del 12%». Sempre in termini di volumi. Comprensibile, visto che in 15 mesi la pasta è cresciuta del 35%, l’olio del 25, i cereali del 20. «Per ora non sono previsti altri grossi aumenti, ma i pensionati soffrono». (da.pa)







I consumatori: le tariffe di chi opera sul libero mercato rimangano basse, altrimenti ritorneremo a Enel o Ae



«Bolletta elettrica, no a nuovi aumenti»



Il Ctcu: le tasche dei consumatori sono vuote, anche Seltrade si astenga





BOLZANO. Bollette elettriche: «No a nuovi aumenti. Le tasche dei consumatori sono vuote. Si astenga anche la locale “Seltrade”». Lo chiede il Centro tutela consumatori utenti che in una nota diffusa ieri sostiene: «I paventati nuovi aumenti delle tariffe elettriche, già le più care d’Europa, previsti per il prossimo 1º luglio non possono rendere sereno il sonno dei consumatori». Le tasche di molte famiglie sono letteralmente vuote e non ce la fanno più a sopportare rincari a destra e a manca, dice il Ctcu. Che lancia un monito anche a chi offre prezzi dell’energia sul libero mercato, particolare a Seltrade. «La tariffa attualmente offerta deve rimanere bloccata, altrimenti verranno meno i vantaggi che il mercato libero attualmente offre. In caso contrario, ai consumatori converrà ritornare al cosiddetto mercato di maggior tutela o scegliere offerte bloccate per due o più anni (vedi Enel Energia o Ae)».

Una famiglia con consumo annuo di 2700 kWh paga attualmente per il cosiddetto servizio di maggior tutela (tariffe fissate dall’Autorità) circa 464 euro l’anno; l’annunciato aumento fino all’8% del prezzo dell’energia comporterebbe un aumento di ben 37 euro all’anno. Per lo stesso livello di consumo Seltrade conteggia attualmente una spesa annua di circa 404 euro, quindi con un risparmio sulle attuali tariffe decise dall’Autorità di 60 euro. «Si tratta di uno sconto che i consumatori stanno valutando di buon grado e terranno in debita considerazione fino a che permane, ovviamente. Dovesse ridursi o nella peggiore delle ipotesi azzerarsi è chiaro che i consumatori che attualmente hanno in corso un contratto sul libero mercato, potrebbero decidere in tempi molto rapidi (entro 30 giorni) di recedere da quello per ritornare a quello di maggior tutela con il vecchio venditore». «Non potremmo - si prosegue nella nota - accettare giustificazioni di aumento delle tariffe legate al solito argomento dell’aumento del costo del petrolio». Localmente, infatti, «ci si fa vanto che la fonte primaria di produzione dell’energia è quella idroelettrica, la quale non ha nulla a che fare con il petrolio».

Il Ctcu chiede anche che venga quanto prima attivato un osservatorio altoatesino dei prezzi di energia e gas.

«Per poter scegliere i consumatori hanno fame di informazioni chiare, trasparenti e aggiornate». (da.pa)

Lotta al carovita, sindacati sul piede di guerra

Alto Adige - VENERDÌ, 27 GIUGNO 2008



Firmato un protocollo d’intesa con Acli e Kvw da attuare con il contributo degli enti pubblici



«Bisogna calmierare i prezzi e reperire più alloggi per abbassare i costi degli affitti»



MASSIMILIANO BONA



BOLZANO. Quattro organizzazioni sindacali (Asgb, Cgil, Cisl, Uil) e due associazioni (Acli e Kvw) hanno deciso di fare fronte unico contro il carovita ed hanno firmato un protocollo d’intesa, da attuare con il contributo di Provincia e Comuni, per risolvere il problema almeno nel medio-lungo periodo. «Dobbiamo fare leva - sottolinea Michele Buonerba della Cisl - su prezzi, politica abitativa, politiche per la famiglia e misure fiscali». È stata chiesta l’adozione del redditometro per l’erogazione delle prestazioni sociali.

Le retribuzioni negli ultimi anni, in provincia, sono cresciute molto più lentamente dell’inflazione, che in Alto Adige è da tempo superiore a quella riscontrata nel resto del Paese. Una conferma, in tal senso, si ha analizzando l’incremento dei prezzi da gennaio ad aprile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: secondo l’Ire in Alto Adige l’aumento è stato del 3,6%, in Germania del 3%, nel resto d’Italia, in Francia e Austria del 3,3%. Siamo, oggettivamente, sopra la media. «Per uscire da questa fase di stallo - spiegano i promotori dell’iniziativa - servono politiche per la tutela del potere d’acquisto delle famiglie, iniziative strutturali di lotta al carovita, una contrattazione integrativa territoriale delle retribuzioni, un sostegno alla contrattazione decentrata da parte degli enti pubblici, politiche fiscali più eque e l’attuazione di nuove politiche di welfare a sostegno delle famiglie». Sindacati e organizzazioni sociali hanno proposto poi una serie di misure «ad hoc» che interessano prezzi, politica abitativa, famiglia e politiche fiscali.

Prezzi. Tra le proposte figurano: accordi mirati per calmierare i prezzi tra le parti sociali e gli enti pubblici; un monitoraggio costante dell’intera filiera anche ricercando opportuni strumenti di rilevazione dei prezzi; una serie di iniziative tendenti a favorire la concorrenza nella grande distribuzione e destinate ad avere un impatto positivo sul costo dei prodotti; una riduzione della burocrazia; una maggiore sensibilizzazione verso un consumo consapevole, grazie al quale si potrebbero valorizzare i prodotti locali.

Politica abitativa. Più che sulle agevolazioni per chi acquista alloggi secondo sindacati e organizzazioni sociali bisognerebbe concentrarsi sui canoni di locazione, con un programma che consenta di reperire un numero adeguato di abitazioni in affitto. «L’alta incidenza del costo dell’affitto sul bilancio familiare richiede da parte della Provincia l’elaborazione di un programma più esteso per l’edilizia abitativa. Esso è destinato, infatti, ad incidere giocoforza sui prezzi». In parallelo bisognerebbe dare più peso, sempre per quanto attiene l’edilizia abitativa agevolata, «alla durata e alla continuità dei rapporti di lavoro dei richiedenti, così come andrebbero maggiormente considerati i carichi familiari di ciascuno».

Politica per la famiglia. Tre le misure proposte per aiutare le famiglie meno abbienti: un aumento dei contributi provinciali, l’adozione del redditometro e l’armonizzazione della disciplina sul congedo parentale tra Provincia e privati. «Riteniamo utile, oltre all’aumento dei contributi, anche l’aumento degli anni in cui è possibile goderne. È necessaria, poi, la costruzione di asili nido e scuole materne in tutta la provincia». L’introduzione del redditometro servirebbe, invece, per la verifica dello stato di bisogno dei cittadini ai fini dell’erogazione delle prestazioni sociali. Giusto, dunque, prendere in considerazione anche i beni posseduti.

Misure fiscali. Quattro le richieste formulate: l’eliminazione o la riduzione delle addizionali comunali e regionali (i comuni sono invitati a rinunciare all’addizionale Irpef, mentre l’addizionale regionale dovrebbe essere la minima prevista per legge), il blocco delle tariffe pubbliche (servirebbe un accordo a livello comunale e provinciale per un dato periodo di tempo e le tariffe dovrebbero essere modulate in base allo stato di necessità delle famiglie), una maggiore trasparenza delle tariffe comunali e una riduzione dell’Irap solo alle imprese che si impegnano a ridistribuire parte del denaro risparmiato attraverso la contrattazione aziendale. Il protocollo è stato firmato da Lorenzo Sola, Fabio Degaudenz e Alfred Ebner (Cgil), Michele Buonerba (Cisl), Serafin Pramsoler (Asgb), Werner Atz (Kvw), Luciano Nervo (Acli), Georg Pardeller (Asgb), Christian Troger (Uil).





Vendite a picco, tengono solo gli alimentari



Potere d’acquisto in calo. Unione commercio e Confesercenti: negozi semivuoti



Ad essere colpito è soprattutto il ceto medio, costretto a rinunciare all’acquisto di scarpe e vestiti Fiacche pure le svendite




BOLZANO. Vendite al dettaglio in crollo nel mese di aprile, sull’intero territorio nazionale. In media, le vendite sono calate del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2007. Si tratta del dato peggiore registrato a partire dal 2005. Lo ha reso noto l’Istituto nazionale di statistica e vale per l’intera Penisola. Il fenomeno è confermato pure in Alto Adige. Pur se in assenza di dati ufficiali - le ultime rilevazioni Astat disponibili risalgono al 2006 - sia la Confesercenti che l’Unione commercio confermano. In toto. Il potere d’acquisto di salari e stipendi è innegabilmente in netta, continua e (pare) inarrestabile diminuzione. Crollate le vendite di abbigliamento e calzature. Resistono gli alimentari. Ma cominciano a traballare i consumi di prodotti elettronici.

Secondo l’Istat, gli italiani spendono sempre meno. Cali vistosi sono stati evidenziati per calzature e articoli di cuoio (-6,4%), abbigliamento e pellicceria (-5), giochi e giocattoli (-4,9), casalinghi (-4,2), cartoleria libri e giornali (-3,4), utensili e ferramenta (-3,4), foto-ottica (-2,9) e via discorrendo. Sono registrati in calo addirittura prodotti farmaceutici e medicine: -1,1%.

Considerando i dati aggregati, da aprile 2007 ad aprile 2008 le vendite di prodotti non alimentari sono diminuite del 3,4%; quelle alimentari dello 0,8%. Totale: 2,3%. Il dato peggiore dopo la contrazione record della primavera 2005, che toccò un -3,9%.

C’è qualche differenza a livello geografico (al Sud la situazione è decisamente peggiore), ma il fenomeno coinvolge l’intero Bel Paese.

Alto Adige compreso.

Confermano Paolo Pavan, il direttore di Confesercenti, Luciano Defant, il fiduciario per Bolzano dell’Unione commercio, nonché l’amministratore delegato di Omniscom, Alberto Gioia. Il motivo del calo nelle vendite è da ascrivere alla diminuzione del potere d’acquisto di salari e stipendi. A essere colpito, soprattutto il ceto medio. Si salvano gli alimentari, ma abbigliamento e calzature sono in picchiata: negozi semivuoti. Due ulteriori indicatori del disagio dei consumatori sono le svendite, un tempo foriere di code davanti ai negozi e oggi sempre meno frequentate, e le prime avvisaglie di una flessione nelle vendite di prodotti legati alla tecnologia e all’elettronica di consumo.

«Il dato nazionale - commenta Pavan (Confesercenti) - non è sconvolgente, ma è un buon indicatore del clima di sfiducia diffusa. Conferma, insomma, la sensazione generale che abbiamo tutti: il potere d’acquisto degli stipendi è in calo, progressivo, costante. Un trend che pare non invertirsi». Per Pavan, colpito è soprattutto il ceto medio. «Ma anche gli esercenti sono in panne, specie per il caro carburanti. Se la famiglia rinuncia al viaggio in auto, il commerciante deve approvvigonarsi comunque. E il tutto si riflette sui costi di gestione».

Defant (Unione commercio) spiega che nel bilancio familiare le spese alimentari non vengono intaccate più di tanto, per ovvii motivi, anche se i prezzi lievitano. «La globalizzazione dell’economia ha però prodotto un aumento nei costi delle materie prime e dell’energia. Voci che sottraggono una grossa fetta del potere d’acquisto. C’è da augurarsi che la politica economica del nuovo governo sappia intervenire con efficacia».

Volumi di vendita in calo, circa dell’1%, vengono considerati attendibili dall’Ad di Omniscom, Gioia. Che racconta: «I clienti stanno attentissimi: cercano il valore aggiunto dato dalle offerte e dalle promozioni. Chi non si rivolge direttamente ai discount, sceglie spesso i “primi prezzi”. Il nostro marchio in questa fascia è in crescita addirittura del 12%». Sempre in termini di volumi. Comprensibile, visto che in 15 mesi la pasta è cresciuta del 35%, l’olio del 25, i cereali del 20. «Per ora non sono previsti altri grossi aumenti, ma i pensionati soffrono». (da.pa)







I consumatori: le tariffe di chi opera sul libero mercato rimangano basse, altrimenti ritorneremo a Enel o Ae



«Bolletta elettrica, no a nuovi aumenti»



Il Ctcu: le tasche dei consumatori sono vuote, anche Seltrade si astenga





BOLZANO. Bollette elettriche: «No a nuovi aumenti. Le tasche dei consumatori sono vuote. Si astenga anche la locale “Seltrade”». Lo chiede il Centro tutela consumatori utenti che in una nota diffusa ieri sostiene: «I paventati nuovi aumenti delle tariffe elettriche, già le più care d’Europa, previsti per il prossimo 1º luglio non possono rendere sereno il sonno dei consumatori». Le tasche di molte famiglie sono letteralmente vuote e non ce la fanno più a sopportare rincari a destra e a manca, dice il Ctcu. Che lancia un monito anche a chi offre prezzi dell’energia sul libero mercato, particolare a Seltrade. «La tariffa attualmente offerta deve rimanere bloccata, altrimenti verranno meno i vantaggi che il mercato libero attualmente offre. In caso contrario, ai consumatori converrà ritornare al cosiddetto mercato di maggior tutela o scegliere offerte bloccate per due o più anni (vedi Enel Energia o Ae)».

Una famiglia con consumo annuo di 2700 kWh paga attualmente per il cosiddetto servizio di maggior tutela (tariffe fissate dall’Autorità) circa 464 euro l’anno; l’annunciato aumento fino all’8% del prezzo dell’energia comporterebbe un aumento di ben 37 euro all’anno. Per lo stesso livello di consumo Seltrade conteggia attualmente una spesa annua di circa 404 euro, quindi con un risparmio sulle attuali tariffe decise dall’Autorità di 60 euro. «Si tratta di uno sconto che i consumatori stanno valutando di buon grado e terranno in debita considerazione fino a che permane, ovviamente. Dovesse ridursi o nella peggiore delle ipotesi azzerarsi è chiaro che i consumatori che attualmente hanno in corso un contratto sul libero mercato, potrebbero decidere in tempi molto rapidi (entro 30 giorni) di recedere da quello per ritornare a quello di maggior tutela con il vecchio venditore». «Non potremmo - si prosegue nella nota - accettare giustificazioni di aumento delle tariffe legate al solito argomento dell’aumento del costo del petrolio». Localmente, infatti, «ci si fa vanto che la fonte primaria di produzione dell’energia è quella idroelettrica, la quale non ha nulla a che fare con il petrolio».

Il Ctcu chiede anche che venga quanto prima attivato un osservatorio altoatesino dei prezzi di energia e gas.

«Per poter scegliere i consumatori hanno fame di informazioni chiare, trasparenti e aggiornate». (da.pa)

giovedì 26 giugno 2008

Ogni tempo ha il suo fascismo



Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi,

non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca,

ma anche negando e distorcendo l'informazione,

inquinando la giustizia, paralizzando la scuola,

diffondendo in molti sottili modi

la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine.




Primo Levi

Ogni tempo ha il suo fascismo



Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi,

non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca,

ma anche negando e distorcendo l'informazione,

inquinando la giustizia, paralizzando la scuola,

diffondendo in molti sottili modi

la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine.




Primo Levi

Il carovita frena la spesa

I sindacati: far salire il potere d'acquisto di salari e pensioni

Il carovita frena la spesa delle famiglie.

E ad aprile crollano le vendite: -2,3%





E' la legge del taglione applicata all'economia: ora che sono le imprese a pagare il prezzo della riduzione del potere d'acquisto dei salari, appare più evidente il danno alla crescita provocato dalla competizione sui mercati impostata sul basso costo del lavoro

Mons. Fisichella Adn Kronos



E' la legge del taglione applicata all'economia: ora che sono le imprese a pagare il prezzo della riduzione del potere d'acquisto dei salari, appare più evidente il danno alla crescita provocato dalla competizione sui mercati impostata sul basso costo del lavoro. L'inflazione galoppa, con cifre ben al di sopra di quelle misurate dall'Istat, le famiglie, sempre più in affanno, sono costrette a tirare la cinghia per arrivare alla fine del mese. Risultato: crollano i consumi. Il dato fornito ieri dall'Istat sul calo delle vendite al dettaglio nel mese di aprile - meno 2,3%, il risultato peggiore dalla primavera 2005, quando la contrazione, al minimo storico, fu del 3,9% - certifica una situazione di evidente difficoltà della domanda interna. Anche perchè non siamo certo di fronte a un dato congiunturale. La condizione di risparmio forzato da parte delle famiglie è un fenomeno in atto da tempo ed è difficile che questa tendenza possa essere invertita se non si attuano politiche redistributive, dal momento che la tensione sui prezzi provocata dalla bolletta energetica sembra destinata a continuare.

Non basta: c'è il pericolo che la Bce possa decidere un prossimo rialzo del costo del denaro, proprio per contrastare l'aumento dell'inflazione. Il ritocco all'insù non sarebbe comunque «il primo di una serie» ha assicurato il presidente Jean-Claude Trichet, anche se ha rimarcato che i rischi di rialzo dell'inflazione nel medio termine «si sono ulteriormente intensificati» e che la banca centrale «è in stato di massima allerta». Un rialzo del costo del denaro tuttavia appesantirebbe ulteriormente i bilanci delle famiglie alle prese con i mutui, comprimendo ancora di più i consumi.

Il calo tendenziale registrato dall'Istat è stato dello 0,8% per le vendite di alimentari e del 3,4% per i non alimentari. Il che vuol dire che si preferisce concentrare le uscite verso l'incomprimibile spesa per riempire frigo e dispensa, risparmiando sui beni non di prima necessità. Il paradosso è che a piangere sono sia le imprese che i consumatori. La Confesercenti si rivolge al governo: «Basta con la spremitura delle tasse», sbotta il presidente Marco Venturi, che al tempo stesso invoca «una decisa sforbiciata alla spesa, caratterizzata da errori e abusi». Preoccupata anche Confindustria: secondo la presidente Emma Marcegaglia i dati dell'Istat mostrano una «capacità di tenuta delle imprese» anche se resta il problema della «domanda interna» un problema «molto forte, e questo fa sì - ammette - che l'Italia cresce poco».

La Federconsumatori parla di «situazione drammatica» e chiede interventi che consentano una diminuzione dei prezzi «di almeno il 15%». L'associazione critica invece gli ultimi provvedimenti assunti dal governo «quali lo slittamento della Class Action e, soprattutto, la determinazione del tasso programmato di inflazione all'1,7%», che, come si evince dalla ricerca dell'Osservatorio della Federconsumatori, potrebbe procurare danni rilevantissimi per il potere di acquisto delle famiglie».

I sindacati non hanno dubbi: «Il crollo delle vendite al dettaglio - commenta la segretaria generale dell'Ugl, Renata Polverini - è la riprova che i consumi interni sono bloccati. Le famiglie spendono sempre meno aumentando privazioni e rinunce per far quadrare i conti a fine mese». La strada da percorrere per uscire dall'emergenza è altrettanto chiara: «Si devono mettere in moto - spiega Polverini - meccanismi strutturali per incrementare il potere d'acquisto di salari e pensioni: tutti i numeri, infatti, ormai fotografano un Paese in affanno in cui il caro vita la fa da padrone, i salari non crescono e in assenza di soluzioni - conclude la sindacalista - le famiglie stringono la cinghia modificando abitudini e diminuendo le spese».

Ro. Fa.






da LIBERAZIONE del 26/06/2008

Il carovita frena la spesa

I sindacati: far salire il potere d'acquisto di salari e pensioni

Il carovita frena la spesa delle famiglie.

E ad aprile crollano le vendite: -2,3%





E' la legge del taglione applicata all'economia: ora che sono le imprese a pagare il prezzo della riduzione del potere d'acquisto dei salari, appare più evidente il danno alla crescita provocato dalla competizione sui mercati impostata sul basso costo del lavoro

Mons. Fisichella Adn Kronos



E' la legge del taglione applicata all'economia: ora che sono le imprese a pagare il prezzo della riduzione del potere d'acquisto dei salari, appare più evidente il danno alla crescita provocato dalla competizione sui mercati impostata sul basso costo del lavoro. L'inflazione galoppa, con cifre ben al di sopra di quelle misurate dall'Istat, le famiglie, sempre più in affanno, sono costrette a tirare la cinghia per arrivare alla fine del mese. Risultato: crollano i consumi. Il dato fornito ieri dall'Istat sul calo delle vendite al dettaglio nel mese di aprile - meno 2,3%, il risultato peggiore dalla primavera 2005, quando la contrazione, al minimo storico, fu del 3,9% - certifica una situazione di evidente difficoltà della domanda interna. Anche perchè non siamo certo di fronte a un dato congiunturale. La condizione di risparmio forzato da parte delle famiglie è un fenomeno in atto da tempo ed è difficile che questa tendenza possa essere invertita se non si attuano politiche redistributive, dal momento che la tensione sui prezzi provocata dalla bolletta energetica sembra destinata a continuare.

Non basta: c'è il pericolo che la Bce possa decidere un prossimo rialzo del costo del denaro, proprio per contrastare l'aumento dell'inflazione. Il ritocco all'insù non sarebbe comunque «il primo di una serie» ha assicurato il presidente Jean-Claude Trichet, anche se ha rimarcato che i rischi di rialzo dell'inflazione nel medio termine «si sono ulteriormente intensificati» e che la banca centrale «è in stato di massima allerta». Un rialzo del costo del denaro tuttavia appesantirebbe ulteriormente i bilanci delle famiglie alle prese con i mutui, comprimendo ancora di più i consumi.

Il calo tendenziale registrato dall'Istat è stato dello 0,8% per le vendite di alimentari e del 3,4% per i non alimentari. Il che vuol dire che si preferisce concentrare le uscite verso l'incomprimibile spesa per riempire frigo e dispensa, risparmiando sui beni non di prima necessità. Il paradosso è che a piangere sono sia le imprese che i consumatori. La Confesercenti si rivolge al governo: «Basta con la spremitura delle tasse», sbotta il presidente Marco Venturi, che al tempo stesso invoca «una decisa sforbiciata alla spesa, caratterizzata da errori e abusi». Preoccupata anche Confindustria: secondo la presidente Emma Marcegaglia i dati dell'Istat mostrano una «capacità di tenuta delle imprese» anche se resta il problema della «domanda interna» un problema «molto forte, e questo fa sì - ammette - che l'Italia cresce poco».

La Federconsumatori parla di «situazione drammatica» e chiede interventi che consentano una diminuzione dei prezzi «di almeno il 15%». L'associazione critica invece gli ultimi provvedimenti assunti dal governo «quali lo slittamento della Class Action e, soprattutto, la determinazione del tasso programmato di inflazione all'1,7%», che, come si evince dalla ricerca dell'Osservatorio della Federconsumatori, potrebbe procurare danni rilevantissimi per il potere di acquisto delle famiglie».

I sindacati non hanno dubbi: «Il crollo delle vendite al dettaglio - commenta la segretaria generale dell'Ugl, Renata Polverini - è la riprova che i consumi interni sono bloccati. Le famiglie spendono sempre meno aumentando privazioni e rinunce per far quadrare i conti a fine mese». La strada da percorrere per uscire dall'emergenza è altrettanto chiara: «Si devono mettere in moto - spiega Polverini - meccanismi strutturali per incrementare il potere d'acquisto di salari e pensioni: tutti i numeri, infatti, ormai fotografano un Paese in affanno in cui il caro vita la fa da padrone, i salari non crescono e in assenza di soluzioni - conclude la sindacalista - le famiglie stringono la cinghia modificando abitudini e diminuendo le spese».

Ro. Fa.






da LIBERAZIONE del 26/06/2008

Un parcheggio al posto delle bocce

Alto Adige - GIOVEDÌ, 26 GIUGNO 2008



Pineta Monte: via libera del consiglio.

Ma resta perplesso Grasso di Rifondazione



LAIVES. Abbandonata da tempo, la pista per le bocce all’ingresso della zona sportiva Toggenburg, a Pineta monte, lascerà il posto ad una dozzina di posti macchina. Il consiglio comunale ha dato il via libera all’operazione, stanziando 25 mila euro. Che in quell’area siano necessari parcheggi è fuori dubbio, perché quelli che ci sono, sono sempre pieni e una zona sportiva e ricreativa, con annesso bar-ristorante, viene frequentata sempre da tantissima gente. La decisione di eliminare la pista delle bocce però trova perplesso il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Rosario Grasso. «A chi servirà realmente quel nuovo parcheggio - si chiede Grasso - ai residenti di Pineta monte oppure ai visitatori? Il quartiere di Pineta monte è stato costruito prevedendo i garages di pertinenza ed in futuro, a poche decine di metri, con la zona di espansione “Toggenburg 1” arriveranno nuovi posti macchina pubblici. Sarebbe perciò bene capire quali esigenze si intendano soddisfare con la trasformazione della vecchia pista per le bocce in parcheggio. Il lavoro verrà eseguito dalla stessa cooperativa che gestisce la zona sportiva Toggenburg e questa scelta, da parte dell’amministrazione comunale, è stata giustificata con il fatto che così facendo si ridurrebbe il costo dell’Iva. Invece una maggiore trasparenza nell’operazione e un percorso partecipato, sarebbero stati comunque auspicabili”.

LO steso consigliere comunale ribadisce che aveva già richiesto più volte alla giunta comunale quali siano i bisogni reali del quartiere, sostenendo l’opportunità di disincentivare la formazione di nuovo traffico in una zona sportiva e ricreativa frequentata da tanti giovani. “La collocazione ideale per i parcheggi per i visitatori è all’esterno dell’abitato - sottolinea Grasso - e se poi si tratta di sportivi, si può ben chiedere loro di fare 200 metri a piedi per evitare rumore, pericolo ed inquinamento. Evidentemente queste mie argomentazioni non sono condivise».

Polemica o meno, il consiglio comunale ha detto sì al nuovo parcheggio, che tutto sommato è abbastanza modesto con i suoi 12 posti macchina, realizzati di fronte ad altri già esistenti. Purtroppo, anche a Pineta monte si assiste ad un fenomeno generalizzato: quello delle automobili dei residenti parcheggiate lungo le strade nonostante quasi tutti abbiano il proprio garage. Si fa così perché è più comodo e il garage magari viene utilizzato per scopi diversi, magazzino o stanzetta per il bricolage. (b.c.)

Un parcheggio al posto delle bocce

Alto Adige - GIOVEDÌ, 26 GIUGNO 2008



Pineta Monte: via libera del consiglio.

Ma resta perplesso Grasso di Rifondazione



LAIVES. Abbandonata da tempo, la pista per le bocce all’ingresso della zona sportiva Toggenburg, a Pineta monte, lascerà il posto ad una dozzina di posti macchina. Il consiglio comunale ha dato il via libera all’operazione, stanziando 25 mila euro. Che in quell’area siano necessari parcheggi è fuori dubbio, perché quelli che ci sono, sono sempre pieni e una zona sportiva e ricreativa, con annesso bar-ristorante, viene frequentata sempre da tantissima gente. La decisione di eliminare la pista delle bocce però trova perplesso il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Rosario Grasso. «A chi servirà realmente quel nuovo parcheggio - si chiede Grasso - ai residenti di Pineta monte oppure ai visitatori? Il quartiere di Pineta monte è stato costruito prevedendo i garages di pertinenza ed in futuro, a poche decine di metri, con la zona di espansione “Toggenburg 1” arriveranno nuovi posti macchina pubblici. Sarebbe perciò bene capire quali esigenze si intendano soddisfare con la trasformazione della vecchia pista per le bocce in parcheggio. Il lavoro verrà eseguito dalla stessa cooperativa che gestisce la zona sportiva Toggenburg e questa scelta, da parte dell’amministrazione comunale, è stata giustificata con il fatto che così facendo si ridurrebbe il costo dell’Iva. Invece una maggiore trasparenza nell’operazione e un percorso partecipato, sarebbero stati comunque auspicabili”.

LO steso consigliere comunale ribadisce che aveva già richiesto più volte alla giunta comunale quali siano i bisogni reali del quartiere, sostenendo l’opportunità di disincentivare la formazione di nuovo traffico in una zona sportiva e ricreativa frequentata da tanti giovani. “La collocazione ideale per i parcheggi per i visitatori è all’esterno dell’abitato - sottolinea Grasso - e se poi si tratta di sportivi, si può ben chiedere loro di fare 200 metri a piedi per evitare rumore, pericolo ed inquinamento. Evidentemente queste mie argomentazioni non sono condivise».

Polemica o meno, il consiglio comunale ha detto sì al nuovo parcheggio, che tutto sommato è abbastanza modesto con i suoi 12 posti macchina, realizzati di fronte ad altri già esistenti. Purtroppo, anche a Pineta monte si assiste ad un fenomeno generalizzato: quello delle automobili dei residenti parcheggiate lungo le strade nonostante quasi tutti abbiano il proprio garage. Si fa così perché è più comodo e il garage magari viene utilizzato per scopi diversi, magazzino o stanzetta per il bricolage. (b.c.)

mercoledì 25 giugno 2008

Cittadella dello sport (con velodromo): dato l’incarico

DELIBERA DELLA GIUNTA COMUNALE



Alto Adige, 25 GIUGNO 2008



LAIVES. La giunta comunale ha affidato all’ingegner Guglielmo Concer il compito di predisporre uno studio di fattibilità per la cittadella dello sport in zona Galizia, con i campi e le strutture di cui necessita l’Fc Alto Adige ed anche con il velodromo, ultima proposta arrivata per la soddisfazione di tutti i ciclisti che corrono in pista. Stretti anche i tempi che la giunta ha concesso all’ingegner Concer: «Mi è stato assegnato l’incarico per lo studio di fattibilità - spiega il tecnico - con la raccomandazione di portarlo in Comune entro la fine di luglio. Naturalmente l’area dove dovrà sorgere il grande complesso sportivo è quella della zona Galizia e nell’incarico è anche prevista l’individuazione delle infrastrutture, con parcheggi e aree verdi».

L’ingegner Concer lavorerà in stretto contatto con i vertici dell’Fc Alto Adige quindi, per cercare di accontentare le esigenze. Idem per il velodromo che, quando sarà pronto, dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello per tutta la provincia, perché nelle previsioni, oltre alla pista per le biciclette, dovrebbe avere anche quella per l’atletica leggera per le gare indoor La Provincia a sua volta ha già garantito il finanziamento dell’opera - 11 milioni di euro circa - e quindi si tratta di procedere fino ad arrivare al progetto esecutivo con il quale poi iniziare ad appaltare i primi lavori in zona Galizia. Non si parla invece di nuovo lido e del resto, la discussione in merito è ancora in atto tra i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Anche per il lido c’è l’ipotesi di spostarlo da via Stazione (dove si trova) alla zona sportiva Galizia. La decisione è imminente. (b.c.)

Cittadella dello sport (con velodromo): dato l’incarico

DELIBERA DELLA GIUNTA COMUNALE



Alto Adige, 25 GIUGNO 2008



LAIVES. La giunta comunale ha affidato all’ingegner Guglielmo Concer il compito di predisporre uno studio di fattibilità per la cittadella dello sport in zona Galizia, con i campi e le strutture di cui necessita l’Fc Alto Adige ed anche con il velodromo, ultima proposta arrivata per la soddisfazione di tutti i ciclisti che corrono in pista. Stretti anche i tempi che la giunta ha concesso all’ingegner Concer: «Mi è stato assegnato l’incarico per lo studio di fattibilità - spiega il tecnico - con la raccomandazione di portarlo in Comune entro la fine di luglio. Naturalmente l’area dove dovrà sorgere il grande complesso sportivo è quella della zona Galizia e nell’incarico è anche prevista l’individuazione delle infrastrutture, con parcheggi e aree verdi».

L’ingegner Concer lavorerà in stretto contatto con i vertici dell’Fc Alto Adige quindi, per cercare di accontentare le esigenze. Idem per il velodromo che, quando sarà pronto, dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello per tutta la provincia, perché nelle previsioni, oltre alla pista per le biciclette, dovrebbe avere anche quella per l’atletica leggera per le gare indoor La Provincia a sua volta ha già garantito il finanziamento dell’opera - 11 milioni di euro circa - e quindi si tratta di procedere fino ad arrivare al progetto esecutivo con il quale poi iniziare ad appaltare i primi lavori in zona Galizia. Non si parla invece di nuovo lido e del resto, la discussione in merito è ancora in atto tra i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Anche per il lido c’è l’ipotesi di spostarlo da via Stazione (dove si trova) alla zona sportiva Galizia. La decisione è imminente. (b.c.)

PINETA MONTE: 25.000 euro per un nuovo parcheggio

Durante l’ultima seduta del consiglio sono stati stanziati 25.000 euro per la realizzazione, nella zona ricreativa Toggenburg a Pineta, di un parcheggio che andrà a sostituire il campo da bocce ormai da tempo in stato d’abbandono. La zona in questione era stata pensata come parziale risarcimento al disinteresse cronico per i bisogni della frazione che aveva caratterizzato sino a quel momento le varie amministrazioni.



Oggi una parte di quell’area viene sottratta alla destinazione iniziale per far posto  alle macchine, ma sulla necessità ed opportunità di questa operazione ufficialmente non ci si sbilancia: a chi servirà realmente il nuovo parcheggio? Ai residenti o a chi viene da fuori?



Il quartiere è stato costruito prevedendo i garages di pertinenza ed in futuro, a poche decine di metri, saranno a disposizione anche i posti macchina della nuova zona d’espansione e dunque sarebbe bene capire quali esigenze si intendano soddisfare con la realizzazione di quest’opera che verrà affidata alla cooperativa Toggenburg al fine, si è affermato, di ridurre il costo dell’Iva.



Una maggiore trasparenza ed un percorso partecipato sarebbero stati dunque auspicabili.



Da parte nostra avevamo più volte chiesto di conoscere i reali bisogni del quartiere e sostenuto l’opportunità di disincentivare la formazione di nuovo traffico in una zona frequentata da giovani e sportivi. La collocazione ottimale dei parcheggi per visitatori è all’esterno dell’abitato, se poi si tratta di sportivi si può ben chiedere loro di fare 200 metri a piedi per evitare rumore, inquinamento e situazioni di pericolo.



Evidentemente queste argomentazioni non sono condivise.



 



Rifondazione Comunista - Laives


 

PINETA MONTE: 25.000 euro per un nuovo parcheggio

Durante l’ultima seduta del consiglio sono stati stanziati 25.000 euro per la realizzazione, nella zona ricreativa Toggenburg a Pineta, di un parcheggio che andrà a sostituire il campo da bocce ormai da tempo in stato d’abbandono. La zona in questione era stata pensata come parziale risarcimento al disinteresse cronico per i bisogni della frazione che aveva caratterizzato sino a quel momento le varie amministrazioni.



Oggi una parte di quell’area viene sottratta alla destinazione iniziale per far posto  alle macchine, ma sulla necessità ed opportunità di questa operazione ufficialmente non ci si sbilancia: a chi servirà realmente il nuovo parcheggio? Ai residenti o a chi viene da fuori?



Il quartiere è stato costruito prevedendo i garages di pertinenza ed in futuro, a poche decine di metri, saranno a disposizione anche i posti macchina della nuova zona d’espansione e dunque sarebbe bene capire quali esigenze si intendano soddisfare con la realizzazione di quest’opera che verrà affidata alla cooperativa Toggenburg al fine, si è affermato, di ridurre il costo dell’Iva.



Una maggiore trasparenza ed un percorso partecipato sarebbero stati dunque auspicabili.



Da parte nostra avevamo più volte chiesto di conoscere i reali bisogni del quartiere e sostenuto l’opportunità di disincentivare la formazione di nuovo traffico in una zona frequentata da giovani e sportivi. La collocazione ottimale dei parcheggi per visitatori è all’esterno dell’abitato, se poi si tratta di sportivi si può ben chiedere loro di fare 200 metri a piedi per evitare rumore, inquinamento e situazioni di pericolo.



Evidentemente queste argomentazioni non sono condivise.



 



Rifondazione Comunista - Laives


 

domenica 22 giugno 2008

NOVITà A PINETA

ALTO ADIGE - DOMENICA, 22 GIUGNO 2008



Prime corse ieri mattina del nuovo servizio di trasporto che collega i quartieri cittadini oltre che Bronzolo e Vadena



Citybus circolare, un avvio confortante



Servirà qualche correttivo. Widmann è disponibile alle verifiche



Il comitato di Pineta propone subito alcune modifiche




LAIVES. Primi giri, ieri mattina, per il nuovo Citybus, il servizio di collegamento pubblico garantito da un mezzo della Sasa da 25 posti che per la prima volta raggiunge anche il quartiere di Pineta monte. Il nuovo servizio è stato subito molto apprezzato proprio da chi abita lì, perché effettivamente spostarsi se non si ha un’automobile o una moto, diventa disagevole. Le prime corse hanno anche messo in evidenza possibili aggiustamenti da apportare e in tal senso l’assessore Widmann si è dichiarato disponibile ad accogliere e quindi a verificare tutte le istanze.

La soddisfazione della gente di Pineta monte è stata raccolta dai rappresentanti del comitato civico. Anche il vice sindaco Georg Forti e tutta l’amministrazione comunale, convinti della validità di tale iniziativa, l’avevano sostenuta immediatamente. Adesso il comitato di Pineta torna sul tema per sollecitare prima di tutto i cittadini ad utilizzare il più possibile questo nuovo Citybus, anche per evitare che possa succedere con il “Nightliner” dei giovani, che ha rischiato di essere eliminato per scarsità di utenti.

«Per questo abbiamo anche distribuito un foglio informativo a 250 famiglie - spiega Franco Magagna, del comitato di Pineta - spiegando il significato del nuovo servizio».

Quanto ai possibili aggiustamenti, già dalle prime corse ci sono delle indicazioni, che sempre Magagna si è premurato di illustrare: «Vista la ripida salita per raggiungere Pineta Monte - continua Magagna - sarebbe opportuno prevedere 2 fermate. Poi, una volta arrivati a Laives, il Citybus non transita per il centro cittadino e visto che a Pineta non c’è più un supermercato, molti debbono raggiungere quelli situati in via Kennedy a Laives per la spesa quotidiana. Infine, sarebbe opportuno creare un punto vendita di biglietti a Pineta Monte, ad esempio presso il Rotwand».

Tutto sommato, come di vede, sono piccole cose che migliorerebbero il servizio. Per quel che attiene specificamente ai biglietti, va ricordato che funziona naturalmente l’abbonamento normale e che comunque si possono acquistare (costo 1 euro) direttamente sul Citybus quando si sale. Insomma, le facilitazioni non mancano se si intende utilizzare maggiormente questa opportunità, anche per girare all’interno della città, tenendo presente che poi arriva anche a Bronzolo e a Vadena, con passaggi alla stazione ferroviaria in concomitanza con le fermate dei treni. Fra Sasa e Citybus insomma, adesso la comunità di Laives ha a disposizione varie opzioni per il trasporto pubblico.






Comunicato di Rifondazione Comunista - Laives


Sin dal momento del nostro ingresso in consiglio comunale abbiamo sostenuto la necessità di un’estensione del servizio di circolare a Pineta Monte e lo abbiamo fatto nell’ambito di una proposta di ampliamento complessivo del servizio che prevedesse aree di scambio con le linee interne del capoluogo e la ferrovia.


Insomma un servizio pubblico più razionale, più vicino ai bisogni dei cittadini, in grado  di eliminare le inefficienze e con la caratteristica, non secondaria, di essere complementare e non concorrenziale al treno.


Non possiamo dunque che esprimere la nostra soddisfazione per l’istituzione del nuovo servizio di citybus per Pineta Monte. Occorre però che esso sia accompagnato dalla necessaria informazione e sensibilizzazione da parte dei responsabili comunali, opera che non può essere lasciata unicamente alla meritoria iniziativa del Comitato Pineta. Dopo un primo periodo di sperimentazione, che deve protrarsi ben al di là dei mesi estivi, vanno poi  individuate le carenze e approntati i correttivi e i miglioramenti.


Se si è realmente convinti che il futuro sia nel servizio pubblico occorre mettere in atto tutte quelle misure, e all’occorrenza ricorrere anche gli opportuni disincentivi, per far sì che sempre più concittadini rinuncino all’uso della macchina e si servano dei mezzi pubblici.


 

Rifondazione Comunista - Laives






La variante a Pineta



Uno svincolo in direzione della città






LAIVES. Con l’inizio dei lavori per la trivellazione della galleria alle spalle della città, la prospettiva per gli abitanti di Pineta era di non potere più raggiungere Laives in maniera diretta. Secondo quanto prevedevano inizialmente i tecnici infatti, chi da Pineta avesse dovuto andare a Laives, avrebbe dovuto dirigere verso nord, fino alla rotatoria della variante e quindi da lì fare ritorno verso sud e la città.

«Con i tecnici che progettano la variante alla statale 12 se n’è discusso - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - e la soluzione è stata individuata, tanto che adesso l’ingegner Fischnaller, progettista della variante, predisporrà la documentazione per un nuovo tipo di svincolo temporaneo da realizzare nei paraggi della pizzeria La Torre. Quest’opera dovrebbe poi consentire di mantenere un collegamento diretto tra Pineta e Laives durante i lavori del nuovo lotto di variante che - lo ricordo - partiranno alla fine di quest’anno».

Anche in tal caso, i rappresentanti del comitato di Pineta hanno già avanzato una raccomandazione, che è quella di garantire questo collegamento diretto per entrambi i sensi di marcia possibilmente.

Ad ogni modo, qualche disagio sarà inevitabile durante la fase dei lavori per la trivellazione della nuova, lunga galleria sotto la montagna alle spalle della città, se non altro perché ci sarà un aumento del viavai di mezzi pesanti e nell’area di fronte all’abitato di Pineta troveranno posto parte dei cantieri operativi. Inoltre, come è stato per la galleria di San Giacomo, per lo scavo nella roccia verrà utilizzato l’esplosivo e quindi, fino a quando l’avanzamento del tunnel non sarà abbastanza dentro la montagna, le volate delle mine si faranno sentire. Sono tutti disagi inevitabili per avere finalmente la variante completa da Bronzolo a Bolzano, liberando la vecchia statale dentro gli abitati da gran parte del traffico di transito. Ci vorrà qualche anno ad ogni modo e ulteriore, grande pazienza, che verrà “premiata” con la realizzazione del cuneo verde davanti all’abitato di Pineta. A tale proposito, il consiglio comunale ha deciso per l’acquisto di alcune particelle di proprietà del conte Toggenburg. (b.c.)



NOVITà A PINETA

ALTO ADIGE - DOMENICA, 22 GIUGNO 2008



Prime corse ieri mattina del nuovo servizio di trasporto che collega i quartieri cittadini oltre che Bronzolo e Vadena



Citybus circolare, un avvio confortante



Servirà qualche correttivo. Widmann è disponibile alle verifiche



Il comitato di Pineta propone subito alcune modifiche




LAIVES. Primi giri, ieri mattina, per il nuovo Citybus, il servizio di collegamento pubblico garantito da un mezzo della Sasa da 25 posti che per la prima volta raggiunge anche il quartiere di Pineta monte. Il nuovo servizio è stato subito molto apprezzato proprio da chi abita lì, perché effettivamente spostarsi se non si ha un’automobile o una moto, diventa disagevole. Le prime corse hanno anche messo in evidenza possibili aggiustamenti da apportare e in tal senso l’assessore Widmann si è dichiarato disponibile ad accogliere e quindi a verificare tutte le istanze.

La soddisfazione della gente di Pineta monte è stata raccolta dai rappresentanti del comitato civico. Anche il vice sindaco Georg Forti e tutta l’amministrazione comunale, convinti della validità di tale iniziativa, l’avevano sostenuta immediatamente. Adesso il comitato di Pineta torna sul tema per sollecitare prima di tutto i cittadini ad utilizzare il più possibile questo nuovo Citybus, anche per evitare che possa succedere con il “Nightliner” dei giovani, che ha rischiato di essere eliminato per scarsità di utenti.

«Per questo abbiamo anche distribuito un foglio informativo a 250 famiglie - spiega Franco Magagna, del comitato di Pineta - spiegando il significato del nuovo servizio».

Quanto ai possibili aggiustamenti, già dalle prime corse ci sono delle indicazioni, che sempre Magagna si è premurato di illustrare: «Vista la ripida salita per raggiungere Pineta Monte - continua Magagna - sarebbe opportuno prevedere 2 fermate. Poi, una volta arrivati a Laives, il Citybus non transita per il centro cittadino e visto che a Pineta non c’è più un supermercato, molti debbono raggiungere quelli situati in via Kennedy a Laives per la spesa quotidiana. Infine, sarebbe opportuno creare un punto vendita di biglietti a Pineta Monte, ad esempio presso il Rotwand».

Tutto sommato, come di vede, sono piccole cose che migliorerebbero il servizio. Per quel che attiene specificamente ai biglietti, va ricordato che funziona naturalmente l’abbonamento normale e che comunque si possono acquistare (costo 1 euro) direttamente sul Citybus quando si sale. Insomma, le facilitazioni non mancano se si intende utilizzare maggiormente questa opportunità, anche per girare all’interno della città, tenendo presente che poi arriva anche a Bronzolo e a Vadena, con passaggi alla stazione ferroviaria in concomitanza con le fermate dei treni. Fra Sasa e Citybus insomma, adesso la comunità di Laives ha a disposizione varie opzioni per il trasporto pubblico.






Comunicato di Rifondazione Comunista - Laives


Sin dal momento del nostro ingresso in consiglio comunale abbiamo sostenuto la necessità di un’estensione del servizio di circolare a Pineta Monte e lo abbiamo fatto nell’ambito di una proposta di ampliamento complessivo del servizio che prevedesse aree di scambio con le linee interne del capoluogo e la ferrovia.


Insomma un servizio pubblico più razionale, più vicino ai bisogni dei cittadini, in grado  di eliminare le inefficienze e con la caratteristica, non secondaria, di essere complementare e non concorrenziale al treno.


Non possiamo dunque che esprimere la nostra soddisfazione per l’istituzione del nuovo servizio di citybus per Pineta Monte. Occorre però che esso sia accompagnato dalla necessaria informazione e sensibilizzazione da parte dei responsabili comunali, opera che non può essere lasciata unicamente alla meritoria iniziativa del Comitato Pineta. Dopo un primo periodo di sperimentazione, che deve protrarsi ben al di là dei mesi estivi, vanno poi  individuate le carenze e approntati i correttivi e i miglioramenti.


Se si è realmente convinti che il futuro sia nel servizio pubblico occorre mettere in atto tutte quelle misure, e all’occorrenza ricorrere anche gli opportuni disincentivi, per far sì che sempre più concittadini rinuncino all’uso della macchina e si servano dei mezzi pubblici.


 

Rifondazione Comunista - Laives






La variante a Pineta



Uno svincolo in direzione della città






LAIVES. Con l’inizio dei lavori per la trivellazione della galleria alle spalle della città, la prospettiva per gli abitanti di Pineta era di non potere più raggiungere Laives in maniera diretta. Secondo quanto prevedevano inizialmente i tecnici infatti, chi da Pineta avesse dovuto andare a Laives, avrebbe dovuto dirigere verso nord, fino alla rotatoria della variante e quindi da lì fare ritorno verso sud e la città.

«Con i tecnici che progettano la variante alla statale 12 se n’è discusso - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - e la soluzione è stata individuata, tanto che adesso l’ingegner Fischnaller, progettista della variante, predisporrà la documentazione per un nuovo tipo di svincolo temporaneo da realizzare nei paraggi della pizzeria La Torre. Quest’opera dovrebbe poi consentire di mantenere un collegamento diretto tra Pineta e Laives durante i lavori del nuovo lotto di variante che - lo ricordo - partiranno alla fine di quest’anno».

Anche in tal caso, i rappresentanti del comitato di Pineta hanno già avanzato una raccomandazione, che è quella di garantire questo collegamento diretto per entrambi i sensi di marcia possibilmente.

Ad ogni modo, qualche disagio sarà inevitabile durante la fase dei lavori per la trivellazione della nuova, lunga galleria sotto la montagna alle spalle della città, se non altro perché ci sarà un aumento del viavai di mezzi pesanti e nell’area di fronte all’abitato di Pineta troveranno posto parte dei cantieri operativi. Inoltre, come è stato per la galleria di San Giacomo, per lo scavo nella roccia verrà utilizzato l’esplosivo e quindi, fino a quando l’avanzamento del tunnel non sarà abbastanza dentro la montagna, le volate delle mine si faranno sentire. Sono tutti disagi inevitabili per avere finalmente la variante completa da Bronzolo a Bolzano, liberando la vecchia statale dentro gli abitati da gran parte del traffico di transito. Ci vorrà qualche anno ad ogni modo e ulteriore, grande pazienza, che verrà “premiata” con la realizzazione del cuneo verde davanti all’abitato di Pineta. A tale proposito, il consiglio comunale ha deciso per l’acquisto di alcune particelle di proprietà del conte Toggenburg. (b.c.)