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sabato 31 gennaio 2009

SEGRETARIO COMUNALE: Nomina vincitrice concorso


Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in consiglio comunale.



 


Innanzitutto ci preme fare una precisazione: esiste un diritto di chi ha vinto il concorso a vedersi assegnare il posto ottenuto con un concorso svoltosi regolarmente e che nessuno ha contestato.


Questo diritto le va garantito dalla maggioranza la quale mai si è rivolta al consiglio per chiedere un'opinione, un parere, un suggerimento.





Detto questo, la discussione di stasera avrebbe richiesto ben altro clima e ben altro approccio e ritengo la maggioranza responsabile di non aver creato le condizioni adatte ad una riflessione di questo tipo.


 


Sin dall’inizio, allorchè iniziarono le prime polemiche  sul bando di gara per il segretario comunale, ebbi modo di dire che a mio modo di vedere si ravvisava un’irresponsabilità palese, da parte della maggioranza, su tutta la questione e che l’incapacità di decidere derivante dalla mancanza di un metodo condiviso su come affrontare queste ed altre questioni, stava trasformandola pericolosamente in motivo di scontro tra gruppi linguisti.


 


A me però allora la questione sembrava sufficientemente chiara:


La maggioranza, non so se in modo condiviso o meno – questione tra l’altro di non poco conto- si era rivolta alla regione riconoscendone di fatto l’autorità per decidere. Evidentemente quel parere non aveva soddisfatto l’Svp e si era ricorsi al parere della provincia la quale si era espressa in maniera diametralmente opposta ingarbugliando la matassa.


 


Eppure non sarebbe stato difficile avere un comportamento lineare, giuridicamente fondato, se l’impegno programmatico sulla convivenza fosse stato realmente condiviso.


Sulla base del parere del dott. Negri sarebbe stato legittimo indire il concorso e riservarlo a candidati del gruppo linguistico italiano.


Nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio la correttezza dell’operato della giunta  e se qualcuno non avesse ritenuto corretto l’iter prescelto o si fosse sentito danneggiato avrebbe sempre potuto presentare un ricorso per far valere le proprie ragioni. All’amministrazione però nulla sarebbe stato imputabile.


 


Invece si era voluto, per evidenti motivi politici, esplorare una nuova via, ma non per affermare un nuovo principio che non trova supporto nell’attuale quadro legislativo, ma solo per circoscrivere le proteste dell’SVP.


 


Così a me sembrava e così mi ero espresso.


 


Nel frattempo però ho cercato, nei limiti del possibile, di documentarmi ulteriormente e sono entrato in possesso di altre informazioni che mutano in parte la questione.





Innanzitutto sbagliano coloro che pensano che a Laives spetti un segretario italiano sulla base della composizione della popolazione. Questa tesi non è giuridicamente supportata. Chi la sostiene la deve dimostrare e questa volta pare proprio che il dott. Negri abbia preso una cantonata.


 


Il segretario infatti è figura che non soggiace alla proporzionale, ma nel senso che essendo figura unica non può essere un terzo di madre lingua tedesca e due terzi di madre lingua italiana. Rientra comunque nel computo dei dirigenti.


Come si evince la questione non è di facile soluzione e richiederebbe una discussione serena che evitasse contrapposizioni ideologiche o etniche.


 


La conseguenza, se restiamo sul piano meramente giuridico e del diritto, è che molto probabilmente quel posto spettava ad un candidato del gruppo tedesco essendo tutti quelli per il gruppo italiano – mi pare di capire- già occupati.


 


Ma la questione non si esaurisce qui.


 


 


Vi è infatti anche un aspetto più propriamente politico: è pensabile nel terzo millennio scegliere certe figure professionali sulla base dell’appartenenza linguistica e non del merito?


Inoltre abbiamo appreso dal sindaco che anche in precedenza (82 – 92) il concorso era stato indetto senza riserva linguistica.


 


E allora perché in quelle occasioni l’Svp  non aveva sollevato obiezioni ed il concorso aveva superato il giudizio di legittimità allora previsto da parte della provincia?


E perché se riteneva che ci fosse la lesione di un diritto, di un principio non si è opposta all’indizione del concorso senza riserva linguistica e lo fa con forza solo oggi?





E ancora:





Avrebbe sollevato la questione anche se il vincitore fosse stato di madre lingua tedesca?


E ugualmente oggi le opposizioni sarebbero disposte a convalidare il risultato se primo fosse risultato un tedesco?


 


Le domande ritengo siano retoriche e le risposte scontate, ma sarebbe interessante ascoltarle dai legittimi interessati.


 


Io credo a questo punto che ci troviamo di fronte ad un gioco delle parti che serve alla SVP per coprirsi le spalle rispetto alla destra di lingua tedesca e che forse, in realtà, ci si trovi di fronte ad un bluf.


Perché non andare dunque a vedere fin dove saprà spingersi?


 


È evidente che questa situazione è stata creata dalla maggioranza, che non ha cercato una sponda per la risoluzione del caso nelle opposizioni ed allora non capisco perché debbano essere le opposizioni a tirar fuori le castagne dal fuoco alla giunta e permetterle di continuare a governare fino alla prossima diatriba, al prossimo scontro.


 


Forse questa sera avremo un segretario di lingua italiana, ma non avremo modificato alcunché nei rapporti tra gruppi linguistici e ci ritroveremo alla prossima occasione nella stessa situazione, anzi avremo alimentato la contrapposizione.


 


Non spetta alle opposizioni risolvere i problemi della maggioranza, ma semmai evidenziarli. Solo così si dà un contributo corretto e fattivo alla loro risoluzione e si fa il proprio lavoro.


 


Vi è però un’altra possibilità.


Laives ha oggi, nonostante gli errori commessi, l’occasione per modificare questo stato di fatto. Occorre però che vi sia la condivisione totale del consiglio e l’impegno a proseguire su questa strada da parte di tutti. Solo così potremmo questa sera uscire dalle pastoie dello scontro etnico in cui la maggioranza ci ha infilato.


 


Ciò che non si è avuto il coraggio di fare prima dell’indizione del concorso può essere fatto questa sera con l’impegno a sostenere unitariamente la scelta del merito, almeno nei livelli più alti tanto per incominciare, anche per il futuro.


 


È evidente che se si sceglie questa strada, quella della condivisione di una finalità, il nostro voto non potrà che essere favorevole, ma se queste condizioni non ci saranno e si andrà allo scontro, cercando i voti delle opposizioni su basi nazionalistiche e per permettere alla Svp di non compromettersi e alla giunta di sopravvivere, noi ci sottraiamo e non parteciperemo al voto.


 


Rifondazione Comunista - Laives


 

SEGRETARIO COMUNALE: Nomina vincitrice concorso


Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in consiglio comunale.



 


Innanzitutto ci preme fare una precisazione: esiste un diritto di chi ha vinto il concorso a vedersi assegnare il posto ottenuto con un concorso svoltosi regolarmente e che nessuno ha contestato.


Questo diritto le va garantito dalla maggioranza la quale mai si è rivolta al consiglio per chiedere un'opinione, un parere, un suggerimento.





Detto questo, la discussione di stasera avrebbe richiesto ben altro clima e ben altro approccio e ritengo la maggioranza responsabile di non aver creato le condizioni adatte ad una riflessione di questo tipo.


 


Sin dall’inizio, allorchè iniziarono le prime polemiche  sul bando di gara per il segretario comunale, ebbi modo di dire che a mio modo di vedere si ravvisava un’irresponsabilità palese, da parte della maggioranza, su tutta la questione e che l’incapacità di decidere derivante dalla mancanza di un metodo condiviso su come affrontare queste ed altre questioni, stava trasformandola pericolosamente in motivo di scontro tra gruppi linguisti.


 


A me però allora la questione sembrava sufficientemente chiara:


La maggioranza, non so se in modo condiviso o meno – questione tra l’altro di non poco conto- si era rivolta alla regione riconoscendone di fatto l’autorità per decidere. Evidentemente quel parere non aveva soddisfatto l’Svp e si era ricorsi al parere della provincia la quale si era espressa in maniera diametralmente opposta ingarbugliando la matassa.


 


Eppure non sarebbe stato difficile avere un comportamento lineare, giuridicamente fondato, se l’impegno programmatico sulla convivenza fosse stato realmente condiviso.


Sulla base del parere del dott. Negri sarebbe stato legittimo indire il concorso e riservarlo a candidati del gruppo linguistico italiano.


Nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio la correttezza dell’operato della giunta  e se qualcuno non avesse ritenuto corretto l’iter prescelto o si fosse sentito danneggiato avrebbe sempre potuto presentare un ricorso per far valere le proprie ragioni. All’amministrazione però nulla sarebbe stato imputabile.


 


Invece si era voluto, per evidenti motivi politici, esplorare una nuova via, ma non per affermare un nuovo principio che non trova supporto nell’attuale quadro legislativo, ma solo per circoscrivere le proteste dell’SVP.


 


Così a me sembrava e così mi ero espresso.


 


Nel frattempo però ho cercato, nei limiti del possibile, di documentarmi ulteriormente e sono entrato in possesso di altre informazioni che mutano in parte la questione.





Innanzitutto sbagliano coloro che pensano che a Laives spetti un segretario italiano sulla base della composizione della popolazione. Questa tesi non è giuridicamente supportata. Chi la sostiene la deve dimostrare e questa volta pare proprio che il dott. Negri abbia preso una cantonata.


 


Il segretario infatti è figura che non soggiace alla proporzionale, ma nel senso che essendo figura unica non può essere un terzo di madre lingua tedesca e due terzi di madre lingua italiana. Rientra comunque nel computo dei dirigenti.


Come si evince la questione non è di facile soluzione e richiederebbe una discussione serena che evitasse contrapposizioni ideologiche o etniche.


 


La conseguenza, se restiamo sul piano meramente giuridico e del diritto, è che molto probabilmente quel posto spettava ad un candidato del gruppo tedesco essendo tutti quelli per il gruppo italiano – mi pare di capire- già occupati.


 


Ma la questione non si esaurisce qui.


 


 


Vi è infatti anche un aspetto più propriamente politico: è pensabile nel terzo millennio scegliere certe figure professionali sulla base dell’appartenenza linguistica e non del merito?


Inoltre abbiamo appreso dal sindaco che anche in precedenza (82 – 92) il concorso era stato indetto senza riserva linguistica.


 


E allora perché in quelle occasioni l’Svp  non aveva sollevato obiezioni ed il concorso aveva superato il giudizio di legittimità allora previsto da parte della provincia?


E perché se riteneva che ci fosse la lesione di un diritto, di un principio non si è opposta all’indizione del concorso senza riserva linguistica e lo fa con forza solo oggi?





E ancora:





Avrebbe sollevato la questione anche se il vincitore fosse stato di madre lingua tedesca?


E ugualmente oggi le opposizioni sarebbero disposte a convalidare il risultato se primo fosse risultato un tedesco?


 


Le domande ritengo siano retoriche e le risposte scontate, ma sarebbe interessante ascoltarle dai legittimi interessati.


 


Io credo a questo punto che ci troviamo di fronte ad un gioco delle parti che serve alla SVP per coprirsi le spalle rispetto alla destra di lingua tedesca e che forse, in realtà, ci si trovi di fronte ad un bluf.


Perché non andare dunque a vedere fin dove saprà spingersi?


 


È evidente che questa situazione è stata creata dalla maggioranza, che non ha cercato una sponda per la risoluzione del caso nelle opposizioni ed allora non capisco perché debbano essere le opposizioni a tirar fuori le castagne dal fuoco alla giunta e permetterle di continuare a governare fino alla prossima diatriba, al prossimo scontro.


 


Forse questa sera avremo un segretario di lingua italiana, ma non avremo modificato alcunché nei rapporti tra gruppi linguistici e ci ritroveremo alla prossima occasione nella stessa situazione, anzi avremo alimentato la contrapposizione.


 


Non spetta alle opposizioni risolvere i problemi della maggioranza, ma semmai evidenziarli. Solo così si dà un contributo corretto e fattivo alla loro risoluzione e si fa il proprio lavoro.


 


Vi è però un’altra possibilità.


Laives ha oggi, nonostante gli errori commessi, l’occasione per modificare questo stato di fatto. Occorre però che vi sia la condivisione totale del consiglio e l’impegno a proseguire su questa strada da parte di tutti. Solo così potremmo questa sera uscire dalle pastoie dello scontro etnico in cui la maggioranza ci ha infilato.


 


Ciò che non si è avuto il coraggio di fare prima dell’indizione del concorso può essere fatto questa sera con l’impegno a sostenere unitariamente la scelta del merito, almeno nei livelli più alti tanto per incominciare, anche per il futuro.


 


È evidente che se si sceglie questa strada, quella della condivisione di una finalità, il nostro voto non potrà che essere favorevole, ma se queste condizioni non ci saranno e si andrà allo scontro, cercando i voti delle opposizioni su basi nazionalistiche e per permettere alla Svp di non compromettersi e alla giunta di sopravvivere, noi ci sottraiamo e non parteciperemo al voto.


 


Rifondazione Comunista - Laives


 

Segretaria comunale senza i voti della Svp

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



di Bruno Canali



Il capogruppo Mumelter: «Una delibera vergognosa. Spettava al gruppo tedesco»



Anna Conte nominata dopo vivace dibattito Strappo fra sindaco e la Stella Alpina




LAIVES. L’assunzione di Anna Conte come segretaria generale avrebbe dovuto essere poco più che una formalità dopo il concorso e gli esami che l’hanno vista vincitrice. Invece questo argomento ha dato il via ad una delle crisi più difficili per quanto riguarda i rapporti all’interno della maggioranza. Una situazione che è sfociata nel duro confronto dell’altra sera in consiglio comunale dove la delibera è stata approvata con 16 voti favorevoli, 6 contrari (il gruppo della Svp), 1 astenuto e 2 consiglieri che non hanno partecipato alla votazione.

Anna Conte, attuale segretaria comunale a Bronzolo, può quindi prepararsi per il trasloco da Bronzolo ai piani alti di via Pietralba, ma questo non ricucirà lo strappo sancito in maggioranza tra la Svp e il sindaco Polonioli. Che andasse a finire così lo si era capito fin dall’inizio, quando la Svp, per bocca del capogruppo Andreas Mumelter, aveva chiarito che al di là delle teorie avanzate dal sindaco per giustificare un concorso aperto a candidati di entrambi i gruppi etnici, il posto di segretario generale spettava al gruppo tedesco e questo in onore della proporzionale.

«E’ una delibera della vergogna - ha dichiarato Mumelter - dannosa anche per la pacifica convivenza tra i gruppi. Non rispetta l’articolo 99 sull’ordinamento dei comuni; ignora la proporzionale etnica e un parere contrario della funzionaria comunale Alessandra Bonafini. Anche se si applica il criterio matematico alle figure di vertice della pianta organica - ha proseguito - si capisce che il posto al nono livello spetterebbe al gruppo tedesco dato che i 3 attuali sono tutti con funzionari italiani. Per motivi di basso rilievo Polonioli sacrifica uno strumento che è garanzia di pacifica convivenza e per questo noi non abbiamo più fiducia nei suoi confronti».

In conclusione, la Svp ha bocciato la delibera che è passata grazie al sostegno dell’opposizione di centrodestra. Però anche da questo versante sono piovute critiche sull’operato del sindaco. «Perché - ha detto Bianchi del Pdl - non si doveva arrivare in aula in condizioni del genere, con la maggioranza divisa. Adesso la Svp faccia un passo indietro con un atto di responsabilità. Anche noi siamo convinti che in questo momento vi sia uno squilibrio al Comune di Laives per quanto riguarda le figure di vertice, ma la Volkspartei deve capire che, per il gruppo italiano, occasioni di questo livello ormai ne rimangono due o tre al massimo».

Critiche alla maggioranza anche da Grasso (Rc) che ha auspicato un superamento degli steccati etnici per avere un futuro migliore.

Pusateri ha invece accusato il sindaco di aver messo in piedi un tale pasticcio per opportunità politiche contingenti (le provinciali), chiedendosi se d’ora in avanti i rapporti in maggioranza saranno gli stessi di prima. Anna Conte ha tempo fino al primo luglio per prendere incarico a Laives. Rimane invece l’incognita di possibili ricorsi e l’ex sindaco Galler ha manifestato la propria preoccupazione. «Il bando di concorso - ha detto - non è stato impugnato; è stata approvata la commissione d’esame e adesso è stato approvato anche il risultato dell’esame. Anna Conte è quindi la legittima vincitrice. Come faremmo a non adottare un atto dovuto e semmai dirle che ci siamo sbagliati e che non la assumiamo più? Stiamo molto attenti. Di fronte a ipotesi del genere andremmo ad infilarci in una situazione peggiore di quella che diviso la maggioranza».

Segretaria comunale senza i voti della Svp

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



di Bruno Canali



Il capogruppo Mumelter: «Una delibera vergognosa. Spettava al gruppo tedesco»



Anna Conte nominata dopo vivace dibattito Strappo fra sindaco e la Stella Alpina




LAIVES. L’assunzione di Anna Conte come segretaria generale avrebbe dovuto essere poco più che una formalità dopo il concorso e gli esami che l’hanno vista vincitrice. Invece questo argomento ha dato il via ad una delle crisi più difficili per quanto riguarda i rapporti all’interno della maggioranza. Una situazione che è sfociata nel duro confronto dell’altra sera in consiglio comunale dove la delibera è stata approvata con 16 voti favorevoli, 6 contrari (il gruppo della Svp), 1 astenuto e 2 consiglieri che non hanno partecipato alla votazione.

Anna Conte, attuale segretaria comunale a Bronzolo, può quindi prepararsi per il trasloco da Bronzolo ai piani alti di via Pietralba, ma questo non ricucirà lo strappo sancito in maggioranza tra la Svp e il sindaco Polonioli. Che andasse a finire così lo si era capito fin dall’inizio, quando la Svp, per bocca del capogruppo Andreas Mumelter, aveva chiarito che al di là delle teorie avanzate dal sindaco per giustificare un concorso aperto a candidati di entrambi i gruppi etnici, il posto di segretario generale spettava al gruppo tedesco e questo in onore della proporzionale.

«E’ una delibera della vergogna - ha dichiarato Mumelter - dannosa anche per la pacifica convivenza tra i gruppi. Non rispetta l’articolo 99 sull’ordinamento dei comuni; ignora la proporzionale etnica e un parere contrario della funzionaria comunale Alessandra Bonafini. Anche se si applica il criterio matematico alle figure di vertice della pianta organica - ha proseguito - si capisce che il posto al nono livello spetterebbe al gruppo tedesco dato che i 3 attuali sono tutti con funzionari italiani. Per motivi di basso rilievo Polonioli sacrifica uno strumento che è garanzia di pacifica convivenza e per questo noi non abbiamo più fiducia nei suoi confronti».

In conclusione, la Svp ha bocciato la delibera che è passata grazie al sostegno dell’opposizione di centrodestra. Però anche da questo versante sono piovute critiche sull’operato del sindaco. «Perché - ha detto Bianchi del Pdl - non si doveva arrivare in aula in condizioni del genere, con la maggioranza divisa. Adesso la Svp faccia un passo indietro con un atto di responsabilità. Anche noi siamo convinti che in questo momento vi sia uno squilibrio al Comune di Laives per quanto riguarda le figure di vertice, ma la Volkspartei deve capire che, per il gruppo italiano, occasioni di questo livello ormai ne rimangono due o tre al massimo».

Critiche alla maggioranza anche da Grasso (Rc) che ha auspicato un superamento degli steccati etnici per avere un futuro migliore.

Pusateri ha invece accusato il sindaco di aver messo in piedi un tale pasticcio per opportunità politiche contingenti (le provinciali), chiedendosi se d’ora in avanti i rapporti in maggioranza saranno gli stessi di prima. Anna Conte ha tempo fino al primo luglio per prendere incarico a Laives. Rimane invece l’incognita di possibili ricorsi e l’ex sindaco Galler ha manifestato la propria preoccupazione. «Il bando di concorso - ha detto - non è stato impugnato; è stata approvata la commissione d’esame e adesso è stato approvato anche il risultato dell’esame. Anna Conte è quindi la legittima vincitrice. Come faremmo a non adottare un atto dovuto e semmai dirle che ci siamo sbagliati e che non la assumiamo più? Stiamo molto attenti. Di fronte a ipotesi del genere andremmo ad infilarci in una situazione peggiore di quella che diviso la maggioranza».

«Röchling: occupazione ad alto rischio»

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



Approvato un ordine del giorno. Impegno anche per altre aziende in difficoltà





LAIVES. Si è anche di crisi economica in consiglio comunale, una discusisone stimolata dall’ordine del giorno che iol consigliere Rosario Grasso (Rifondazione comunista) ha presentato alla giunta. Nel documento si chiedeva di porre la massima attenzione sulle notizie che arriverebbero dalla Roechling Automotive, la più grande azienda con sede in zona industriale a Laives, che produce componentistica per automobili. «Da quello che ho potuto apprendere - ha spiegato Grasso - alla Roechling Automotive potrebbero tra breve essere messi in discussione addirittura 750 posti di lavoro, del resto il settore auto è in crisi profonda e dalla Gkn Sinter Metals di Brunico arriva notizia di messa in cassa integrazione e in mobilità e si tratta di una ditta che lavora proprio per la Rocheling Automotive».

Proprio recentemente, l’assesosre Bruno Ceschini e il vice sindaco Georg Forti, avevano avuto un incontro con i vertici della Roechling Automotive per parlare di crisi e di prospettive: «Ci avevano spiegato che intanto erano cautamente ottimisti - ha dichiarato Ceschini - però se la crisi dovesse proseguire a lungo, come a tutt’oggi ci porta a pensare, i problemi si sarebbero aggravati».

L’ordine del giorno poi è stato allargato a tutte le imprese che si trovano in queste condizioni difficili e per quello che gli compete, il Comune vedrà come intervenire. (b.c.)

«Röchling: occupazione ad alto rischio»

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



Approvato un ordine del giorno. Impegno anche per altre aziende in difficoltà





LAIVES. Si è anche di crisi economica in consiglio comunale, una discusisone stimolata dall’ordine del giorno che iol consigliere Rosario Grasso (Rifondazione comunista) ha presentato alla giunta. Nel documento si chiedeva di porre la massima attenzione sulle notizie che arriverebbero dalla Roechling Automotive, la più grande azienda con sede in zona industriale a Laives, che produce componentistica per automobili. «Da quello che ho potuto apprendere - ha spiegato Grasso - alla Roechling Automotive potrebbero tra breve essere messi in discussione addirittura 750 posti di lavoro, del resto il settore auto è in crisi profonda e dalla Gkn Sinter Metals di Brunico arriva notizia di messa in cassa integrazione e in mobilità e si tratta di una ditta che lavora proprio per la Rocheling Automotive».

Proprio recentemente, l’assesosre Bruno Ceschini e il vice sindaco Georg Forti, avevano avuto un incontro con i vertici della Roechling Automotive per parlare di crisi e di prospettive: «Ci avevano spiegato che intanto erano cautamente ottimisti - ha dichiarato Ceschini - però se la crisi dovesse proseguire a lungo, come a tutt’oggi ci porta a pensare, i problemi si sarebbero aggravati».

L’ordine del giorno poi è stato allargato a tutte le imprese che si trovano in queste condizioni difficili e per quello che gli compete, il Comune vedrà come intervenire. (b.c.)

SAN GIACOMO Scuola elementare Problema inatteso

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



Bimbi trasferiti a Bolzano? Spese soltanto per Laives



LAIVES. La scuola elementare di San Giacomo ha bisogno di una mensa. Da qualche anno i bambini che rientrano al pomeriggio mangiano grazie alla disponibilità di una saletta che sarebbe però della caserma dei vigili del fuoco, mentre i cibi vengono forniti da una ditta esterna. L’idea della giunta sarebbe di realizzare la mensa scolastica utilizzando lo spazio dove oggi c’è l’ex palestra, uno spazio abbandonato da tempo. L’architetto Stefano Rebecchi, capo dell’ufficio lavori pubblici comunali, ha anche preparato un progettino.

«Il problema però è sorto con Bolzano - dice il sindaco Polonioli, che è anche presidente del consorzio per la gestione della zona scolastica di San Giacomo - perché la città capoluogo avrebbe intenzione di portare i bambini che abitando a Maso della Pieve presso le elementari di Oltrisarco. Questo significherebbe che le spese per la scuola di San Giacomo non verrebbero più divise a metà tra Laives e Bolzano ma toccherebbero interamente a noi ed inoltre salterebbero i programmi per la formazione delle classi bilingui perché verrebbe a mancare un numero sufficiente di alunni». Polonioli spiega che di questo si sta discutendo tra Laives e Bolzano e intanto arriva anche una presa di posizione critica da parte del gruppo consiliare Progetto Alto Adige, che ricorda come sul tema presentò una mozione che venne respinta. «Nel bilancio 2009 non vi è traccia di finanziamenti per la mensa di San Giacomo - dicono i rappresentanti della lista - e quindi le promesse fatte a suo tempo sono nulle».

La costruzione della mensa scolastica è in forse quindi, proprio per i citati problemi con Bolzano, ma il vice sindaco Georg Forti aggiunge che comunque vada, i bambini dell’elementare non possono rimanere in eterno nei locali dei vigili del fuoco per mangiare. «Noi su questa iniziativa e sulla classe bilingue abbiamo investito tantissimo - conclude l’assessora Liliana Di Fede - e anche se a Bolzano converrebbe economicamente spostare i bambini di Maso della Pieve ad Oltrisarco, non va dimenticato che dal punto di vista educativo sarebbe uno sradicamento dalla loro realtà famigliare. Staremo a vedere». (b.c.)



Non vi è nessun obbligo per le famiglie di spostare i propri figli in una scuola piuttosto che in un'altra e quindi il comune di Bolzano non può costringere nessuno ad andare ad Oltrisarco.

Diverso è il discorso per la compartecipazione al consorzio.



Ora occorre capire se Laives ha la volontà politica di mantenere quella scuola o meno.


In caso affermativo procedere alla costruzione della mensa vuol dire ampliare l'offerta e rendere più appetibile frequentare le scuole a S. Giacomo.



Non sarebbe male sentire anche il parere e gli orientamenti dei genitori o attraverso un'inchiesta o organizzando un'assemblea.




Attendere invece le decisioni di Bolzano senza nulla intrapprendere ci pare la cosa più sbagliata.




Rifondazione Comunista - Laives

SAN GIACOMO Scuola elementare Problema inatteso

ALTO ADIGE - SABATO, 31 GENNAIO 2009



Bimbi trasferiti a Bolzano? Spese soltanto per Laives



LAIVES. La scuola elementare di San Giacomo ha bisogno di una mensa. Da qualche anno i bambini che rientrano al pomeriggio mangiano grazie alla disponibilità di una saletta che sarebbe però della caserma dei vigili del fuoco, mentre i cibi vengono forniti da una ditta esterna. L’idea della giunta sarebbe di realizzare la mensa scolastica utilizzando lo spazio dove oggi c’è l’ex palestra, uno spazio abbandonato da tempo. L’architetto Stefano Rebecchi, capo dell’ufficio lavori pubblici comunali, ha anche preparato un progettino.

«Il problema però è sorto con Bolzano - dice il sindaco Polonioli, che è anche presidente del consorzio per la gestione della zona scolastica di San Giacomo - perché la città capoluogo avrebbe intenzione di portare i bambini che abitando a Maso della Pieve presso le elementari di Oltrisarco. Questo significherebbe che le spese per la scuola di San Giacomo non verrebbero più divise a metà tra Laives e Bolzano ma toccherebbero interamente a noi ed inoltre salterebbero i programmi per la formazione delle classi bilingui perché verrebbe a mancare un numero sufficiente di alunni». Polonioli spiega che di questo si sta discutendo tra Laives e Bolzano e intanto arriva anche una presa di posizione critica da parte del gruppo consiliare Progetto Alto Adige, che ricorda come sul tema presentò una mozione che venne respinta. «Nel bilancio 2009 non vi è traccia di finanziamenti per la mensa di San Giacomo - dicono i rappresentanti della lista - e quindi le promesse fatte a suo tempo sono nulle».

La costruzione della mensa scolastica è in forse quindi, proprio per i citati problemi con Bolzano, ma il vice sindaco Georg Forti aggiunge che comunque vada, i bambini dell’elementare non possono rimanere in eterno nei locali dei vigili del fuoco per mangiare. «Noi su questa iniziativa e sulla classe bilingue abbiamo investito tantissimo - conclude l’assessora Liliana Di Fede - e anche se a Bolzano converrebbe economicamente spostare i bambini di Maso della Pieve ad Oltrisarco, non va dimenticato che dal punto di vista educativo sarebbe uno sradicamento dalla loro realtà famigliare. Staremo a vedere». (b.c.)



Non vi è nessun obbligo per le famiglie di spostare i propri figli in una scuola piuttosto che in un'altra e quindi il comune di Bolzano non può costringere nessuno ad andare ad Oltrisarco.

Diverso è il discorso per la compartecipazione al consorzio.



Ora occorre capire se Laives ha la volontà politica di mantenere quella scuola o meno.


In caso affermativo procedere alla costruzione della mensa vuol dire ampliare l'offerta e rendere più appetibile frequentare le scuole a S. Giacomo.



Non sarebbe male sentire anche il parere e gli orientamenti dei genitori o attraverso un'inchiesta o organizzando un'assemblea.




Attendere invece le decisioni di Bolzano senza nulla intrapprendere ci pare la cosa più sbagliata.




Rifondazione Comunista - Laives

venerdì 30 gennaio 2009

BILANCIO












Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale





Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.


Devo però dire di averla trovata deludente.


 


È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.


 


Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza  una sorta di distacco dai problemi più urgenti.


Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.


 


Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.


 


È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale  da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.


 


Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.


 


Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.


 


La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.


 


A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.


Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?


La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io-   della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)


 


Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.


Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.


 


Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.


Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.


Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.


(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).


 


Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.


 


Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….


Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.


 


La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.


 


Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.


 


 

Ma veniamo ora alle singole relazioni


 


Urbanistica


Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.


Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.


 


Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.


 


Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)


 


Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.


Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.


Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.


 


Sociale.


La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.


 


Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –


Poveri -  ci si fa sponsor del banco alimentare


Solidarietà- volontariato


 


Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi


 


Cultura e giovani


Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.


Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.


Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.


 


Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.


 


 


 


Lavori pubblici


Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.


Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.


 


Assessorato alle attività economiche.


Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.


Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.


 


Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.


Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.


 


E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.


 


Riqualificazione urbana


Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.


Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.


 


Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.


 


Dichiarazione di voto








Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.


Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.





Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.





Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.


Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.


Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.



BILANCIO












Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale





Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.


Devo però dire di averla trovata deludente.


 


È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.


 


Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza  una sorta di distacco dai problemi più urgenti.


Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.


 


Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.


 


È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale  da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.


 


Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.


 


Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.


 


La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.


 


A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.


Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?


La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io-   della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)


 


Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.


Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.


 


Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.


Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.


Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.


(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).


 


Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.


 


Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….


Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.


 


La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.


 


Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.


 


 

Ma veniamo ora alle singole relazioni


 


Urbanistica


Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.


Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.


 


Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.


 


Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)


 


Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.


Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.


Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.


 


Sociale.


La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.


 


Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –


Poveri -  ci si fa sponsor del banco alimentare


Solidarietà- volontariato


 


Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi


 


Cultura e giovani


Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.


Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.


Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.


 


Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.


 


 


 


Lavori pubblici


Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.


Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.


 


Assessorato alle attività economiche.


Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.


Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.


 


Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.


Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.


 


E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.


 


Riqualificazione urbana


Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.


Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.


 


Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.


 


Dichiarazione di voto








Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.


Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.





Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.





Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.


Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.


Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.