Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in consiglio comunale.
Detto questo, la discussione di stasera avrebbe richiesto ben altro clima e ben altro approccio e ritengo la maggioranza responsabile di non aver creato le condizioni adatte ad una riflessione di questo tipo.
Sin dall’inizio, allorchè iniziarono le prime polemiche sul bando di gara per il segretario comunale, ebbi modo di dire che a mio modo di vedere si ravvisava un’irresponsabilità palese, da parte della maggioranza, su tutta la questione e che l’incapacità di decidere derivante dalla mancanza di un metodo condiviso su come affrontare queste ed altre questioni, stava trasformandola pericolosamente in motivo di scontro tra gruppi linguisti.
A me però allora la questione sembrava sufficientemente chiara:
La maggioranza, non so se in modo condiviso o meno – questione tra l’altro di non poco conto- si era rivolta alla regione riconoscendone di fatto l’autorità per decidere. Evidentemente quel parere non aveva soddisfatto l’Svp e si era ricorsi al parere della provincia la quale si era espressa in maniera diametralmente opposta ingarbugliando la matassa.
Eppure non sarebbe stato difficile avere un comportamento lineare, giuridicamente fondato, se l’impegno programmatico sulla convivenza fosse stato realmente condiviso.
Sulla base del parere del dott. Negri sarebbe stato legittimo indire il concorso e riservarlo a candidati del gruppo linguistico italiano.
Nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio la correttezza dell’operato della giunta e se qualcuno non avesse ritenuto corretto l’iter prescelto o si fosse sentito danneggiato avrebbe sempre potuto presentare un ricorso per far valere le proprie ragioni. All’amministrazione però nulla sarebbe stato imputabile.
Invece si era voluto, per evidenti motivi politici, esplorare una nuova via, ma non per affermare un nuovo principio che non trova supporto nell’attuale quadro legislativo, ma solo per circoscrivere le proteste dell’SVP.
Così a me sembrava e così mi ero espresso.
Nel frattempo però ho cercato, nei limiti del possibile, di documentarmi ulteriormente e sono entrato in possesso di altre informazioni che mutano in parte la questione.
Innanzitutto sbagliano coloro che pensano che a Laives spetti un segretario italiano sulla base della composizione della popolazione. Questa tesi non è giuridicamente supportata. Chi la sostiene la deve dimostrare e questa volta pare proprio che il dott. Negri abbia preso una cantonata.
Il segretario infatti è figura che non soggiace alla proporzionale, ma nel senso che essendo figura unica non può essere un terzo di madre lingua tedesca e due terzi di madre lingua italiana. Rientra comunque nel computo dei dirigenti.
Come si evince la questione non è di facile soluzione e richiederebbe una discussione serena che evitasse contrapposizioni ideologiche o etniche.
La conseguenza, se restiamo sul piano meramente giuridico e del diritto, è che molto probabilmente quel posto spettava ad un candidato del gruppo tedesco essendo tutti quelli per il gruppo italiano – mi pare di capire- già occupati.
Ma la questione non si esaurisce qui.
Vi è infatti anche un aspetto più propriamente politico: è pensabile nel terzo millennio scegliere certe figure professionali sulla base dell’appartenenza linguistica e non del merito?
Inoltre abbiamo appreso dal sindaco che anche in precedenza (82 – 92) il concorso era stato indetto senza riserva linguistica.
E allora perché in quelle occasioni l’Svp non aveva sollevato obiezioni ed il concorso aveva superato il giudizio di legittimità allora previsto da parte della provincia?
E perché se riteneva che ci fosse la lesione di un diritto, di un principio non si è opposta all’indizione del concorso senza riserva linguistica e lo fa con forza solo oggi?
E ancora:
Avrebbe sollevato la questione anche se il vincitore fosse stato di madre lingua tedesca?
E ugualmente oggi le opposizioni sarebbero disposte a convalidare il risultato se primo fosse risultato un tedesco?
Le domande ritengo siano retoriche e le risposte scontate, ma sarebbe interessante ascoltarle dai legittimi interessati.
Io credo a questo punto che ci troviamo di fronte ad un gioco delle parti che serve alla SVP per coprirsi le spalle rispetto alla destra di lingua tedesca e che forse, in realtà, ci si trovi di fronte ad un bluf.
Perché non andare dunque a vedere fin dove saprà spingersi?
È evidente che questa situazione è stata creata dalla maggioranza, che non ha cercato una sponda per la risoluzione del caso nelle opposizioni ed allora non capisco perché debbano essere le opposizioni a tirar fuori le castagne dal fuoco alla giunta e permetterle di continuare a governare fino alla prossima diatriba, al prossimo scontro.
Forse questa sera avremo un segretario di lingua italiana, ma non avremo modificato alcunché nei rapporti tra gruppi linguistici e ci ritroveremo alla prossima occasione nella stessa situazione, anzi avremo alimentato la contrapposizione.
Non spetta alle opposizioni risolvere i problemi della maggioranza, ma semmai evidenziarli. Solo così si dà un contributo corretto e fattivo alla loro risoluzione e si fa il proprio lavoro.
Vi è però un’altra possibilità.
Laives ha oggi, nonostante gli errori commessi, l’occasione per modificare questo stato di fatto. Occorre però che vi sia la condivisione totale del consiglio e l’impegno a proseguire su questa strada da parte di tutti. Solo così potremmo questa sera uscire dalle pastoie dello scontro etnico in cui la maggioranza ci ha infilato.
Ciò che non si è avuto il coraggio di fare prima dell’indizione del concorso può essere fatto questa sera con l’impegno a sostenere unitariamente la scelta del merito, almeno nei livelli più alti tanto per incominciare, anche per il futuro.
È evidente che se si sceglie questa strada, quella della condivisione di una finalità, il nostro voto non potrà che essere favorevole, ma se queste condizioni non ci saranno e si andrà allo scontro, cercando i voti delle opposizioni su basi nazionalistiche e per permettere alla Svp di non compromettersi e alla giunta di sopravvivere, noi ci sottraiamo e non parteciperemo al voto.
Rifondazione Comunista - Laives