14 gennaio 2006
L'intervista al senatore Oskar Peterlini pubblicata dall'Alto Adige di venerdì scorso ha avuto, a nostro avviso, l'effetto di aumentare i dubbi sull'opportunità e sulla convenienza di votare per lui.
Certo non siamo in grado di controllare il grado di corrispondenza tra quanto apparso sul quotidiano e le parole effettivamente pronunciate dal senatore, ma è il tono dell'intervista, di un'arroganza spropositata, a far nascere parecchi dubbi.
"Il seggio spetta all'SVP... nessun tedesco voterebbe mai un italiano... noi abbiamo fatto eleggere Spagnolli... noi portiamo 180.000 voti a Prodi..." e via con simili amenità.
Innanzitutto è proprio così sicuro il senatore che tutti gli elettori tedeschi sarebbero pronti a votarlo?
Provi ad esplicitare il suo pensiero su aeroporto, inceneritore, centro di guida sicura, tunnel di base del Brennero, raddoppio dell'autostrada, politica economica e poi vediamo se le cose stanno come le immagina il senatore.
La sua legittimazione, sostiene, viene dal portare sicuramente dei voti a Prodi, ma anche su alcuni temi di politica generale non siamo del tutto sicuri che vi sia piena sintonia con il centrosinistra.
E' in grado il senatore di prendere impegni precisi sul tema dei diritti civili o su temi di politica economica?
Voterebbe una legge sui Pacs o si impegnerebbe ad ostacolare una politica di privatizzazione ad oltranza dei servizi pubblici essenziali?
E qual è la sua posizione sulla riforma della scuola a livello locale e nazionale?
Sposa la posizione del presidente Durnwalder o è critico come la maggioranza dei partiti dell'Unione?
E' partendo da questi temi di politica locale e nazionale che va individuato il rappresentante del collegio Bolzano Bassa-atesina ed è in base alle posizioni che ci si impegna a prendere che si prendono i voti sia italiani che tedeschi, così come è in base alle risposte che si danno che si individua il candidato e non facendo riferimento al gruppo linguistico o al partito di appartenenza.
Insomma il senatore se vuole il voto di tutti i suoi concittadini, invece di rispondere con arroganza alle legittime richieste degli abitanti del collegio, risponda a questi interrogativi e se è così sicuro di essere in piena sintonia con loro non può certo temere il confronto con qualunque altro candidato, tedesco o italiano che esso sia.
Sulle dichiarazioni di Peterlini
Rifondazione comunista - Laives
L'intervista al senatore Oskar Peterlini pubblicata dall'Alto Adige di venerdì scorso ha avuto, a nostro avviso, l'effetto di aumentare i dubbi sull'opportunità e sulla convenienza di votare per lui.
Certo non siamo in grado di controllare il grado di corrispondenza tra quanto apparso sul quotidiano e le parole effettivamente pronunciate dal senatore, ma è il tono dell'intervista, di un'arroganza spropositata, a far nascere parecchi dubbi.
"Il seggio spetta all'SVP... nessun tedesco voterebbe mai un italiano... noi abbiamo fatto eleggere Spagnolli... noi portiamo 180.000 voti a Prodi..." e via con simili amenità.
Innanzitutto è proprio così sicuro il senatore che tutti gli elettori tedeschi sarebbero pronti a votarlo?
Provi ad esplicitare il suo pensiero su aeroporto, inceneritore, centro di guida sicura, tunnel di base del Brennero, raddoppio dell'autostrada, politica economica e poi vediamo se le cose stanno come le immagina il senatore.
La sua legittimazione, sostiene, viene dal portare sicuramente dei voti a Prodi, ma anche su alcuni temi di politica generale non siamo del tutto sicuri che vi sia piena sintonia con il centrosinistra.
E' in grado il senatore di prendere impegni precisi sul tema dei diritti civili o su temi di politica economica?
Voterebbe una legge sui Pacs o si impegnerebbe ad ostacolare una politica di privatizzazione ad oltranza dei servizi pubblici essenziali?
E qual è la sua posizione sulla riforma della scuola a livello locale e nazionale?
Sposa la posizione del presidente Durnwalder o è critico come la maggioranza dei partiti dell'Unione?
E' partendo da questi temi di politica locale e nazionale che va individuato il rappresentante del collegio Bolzano Bassa-atesina ed è in base alle posizioni che ci si impegna a prendere che si prendono i voti sia italiani che tedeschi, così come è in base alle risposte che si danno che si individua il candidato e non facendo riferimento al gruppo linguistico o al partito di appartenenza.
Insomma il senatore se vuole il voto di tutti i suoi concittadini, invece di rispondere con arroganza alle legittime richieste degli abitanti del collegio, risponda a questi interrogativi e se è così sicuro di essere in piena sintonia con loro non può certo temere il confronto con qualunque altro candidato, tedesco o italiano che esso sia.
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