Al Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano - Südtiroler Landtag
Il presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder, in questi giorni definirà la data dei referendum, tra cui quello sulla democrazia diretta e sull’aeroporto.
Noi cittadini della provincia di Bolzano chiediamo di poter votare in concomitanza con le elezioni Europee del 6/7 giugno.
In questa maniera eviteremo un notevole sperpero di denaro pubblico e non saremo costretti a tornare più volte alle urne in un breve periodo.
Questo sarebbe possibile:
1. con una definizione su quale sia l’interpretazione autentica della legge sui referendum, se quella del Consiglio provinciale che permetterebbe la votazione dal 26 aprile in poi, o quella dell’Amministrazione provinciale- adottata da Durnwalder- che scavalcherebbe il Consiglio provinciale e permetterebbe il referendum solo dopo il 6 luglio;
2. con dei facili adeguamenti della legge attuale sulle consultazioni elettorali, esattamente come è stato fatto a livello nazionale dal Presidente della Repubblica Napolitano per far coincidere la data dei referendum nazionali sempre con le elezioni europee.
Chiediamo quindi che il Consiglio provinciale faccia tutto quanto in suo potere per realizzare i referendum provinicali in concomitanza con le elezioni europee del 6/7 giugno 2009.
Der Landeshauptmann trifft in den nächsten Tagen eine Vorentscheidung betreffend den Termin der ersten landesweiten Volksabstimmung. Dabei geht es vor allem um die Erweiterung des Bozner Flugplatzes und um eine bessere Regelung der Direkten Demokratie.
Wir Südtirolerinnen und Südtiroler erwarten uns eine Zusammenlegung der Volksabstimmung mit den Europawahlen am 6./7. Juni. Damit würde ein wiederholter Urnengang vermieden und viel Geld gespart.
Das ließe sich machen, wenn:
1.Der Landtag mit einer authentischen Interpretation sich die Gesetzesauslegung des eigenen Rechtsamtes zueigen machen würde, und damit der Termin für die Abstimmung ab 26. April 2009 – und nicht erst, wie der Landeshauptmann behautet, am 6. Juli 2009 - festgelegt werden könnte;
2.Mit einer einfachen Gesetzesänderung die Zusammenlegung sowohl der Europawahlen und der Volksabstimmungen, als auch der Volksabstimmungen über die zwei Reformvorschläge zur Direkten Demokratie möglich gemacht würde - so wie der Staatspräsident Napolitano per Dekret eine Zusammenlegung der Provinz- und Gemeindewahlen mit den Europawahlen möglich gemacht hat.
Wir erwarten uns, dass der Südtiroler Landtag alles in seiner Macht stehende unternimmt, damit wir am 6./7. Juni 2009 gleichzeitig das Europäische Parlament wählen und zur ersten landesweiten Volksabstimmung abstimmen können.
Unterschreibe auch Du für die erste landesweite Volksabstimmung am 6./7. Juni 2009!
Al Consiglio della Provincia Autonoma di Bolzano - Südtiroler Landtag
Il presidente della giunta provinciale, Luis Durnwalder, in questi giorni definirà la data dei referendum, tra cui quello sulla democrazia diretta e sull’aeroporto.
Noi cittadini della provincia di Bolzano chiediamo di poter votare in concomitanza con le elezioni Europee del 6/7 giugno.
In questa maniera eviteremo un notevole sperpero di denaro pubblico e non saremo costretti a tornare più volte alle urne in un breve periodo.
Questo sarebbe possibile:
1. con una definizione su quale sia l’interpretazione autentica della legge sui referendum, se quella del Consiglio provinciale che permetterebbe la votazione dal 26 aprile in poi, o quella dell’Amministrazione provinciale- adottata da Durnwalder- che scavalcherebbe il Consiglio provinciale e permetterebbe il referendum solo dopo il 6 luglio;
2. con dei facili adeguamenti della legge attuale sulle consultazioni elettorali, esattamente come è stato fatto a livello nazionale dal Presidente della Repubblica Napolitano per far coincidere la data dei referendum nazionali sempre con le elezioni europee.
Chiediamo quindi che il Consiglio provinciale faccia tutto quanto in suo potere per realizzare i referendum provinicali in concomitanza con le elezioni europee del 6/7 giugno 2009.
Der Landeshauptmann trifft in den nächsten Tagen eine Vorentscheidung betreffend den Termin der ersten landesweiten Volksabstimmung. Dabei geht es vor allem um die Erweiterung des Bozner Flugplatzes und um eine bessere Regelung der Direkten Demokratie.
Wir Südtirolerinnen und Südtiroler erwarten uns eine Zusammenlegung der Volksabstimmung mit den Europawahlen am 6./7. Juni. Damit würde ein wiederholter Urnengang vermieden und viel Geld gespart.
Das ließe sich machen, wenn:
1.Der Landtag mit einer authentischen Interpretation sich die Gesetzesauslegung des eigenen Rechtsamtes zueigen machen würde, und damit der Termin für die Abstimmung ab 26. April 2009 – und nicht erst, wie der Landeshauptmann behautet, am 6. Juli 2009 - festgelegt werden könnte;
2.Mit einer einfachen Gesetzesänderung die Zusammenlegung sowohl der Europawahlen und der Volksabstimmungen, als auch der Volksabstimmungen über die zwei Reformvorschläge zur Direkten Demokratie möglich gemacht würde - so wie der Staatspräsident Napolitano per Dekret eine Zusammenlegung der Provinz- und Gemeindewahlen mit den Europawahlen möglich gemacht hat.
Wir erwarten uns, dass der Südtiroler Landtag alles in seiner Macht stehende unternimmt, damit wir am 6./7. Juni 2009 gleichzeitig das Europäische Parlament wählen und zur ersten landesweiten Volksabstimmung abstimmen können.
Unterschreibe auch Du für die erste landesweite Volksabstimmung am 6./7. Juni 2009!
Simone e Alberti al sindaco: non stravolgere i patti
LAIVES. Si complica lo scenario per la sostituzione dell’assessore Christian Tommasini in giunta. Con una nota diramata ieri, i consiglieri comunali del Pd, Patrizia Simone e Alberto Alberti, ricordano che «come è prassi di qualsiasi avvicendamento delle rappresentative politiche nelle istituzioni, logica vorrebbe che avvenisse mantenendo inalterata l’espressione dei partiti che compongono la giunta. Tanto più - aggiungono - che questa composizione è stata la naturale conseguenza di un patto di coalizione stipulato a inizio legislatura».
La presa di posizione arriva dopo che nei giorni scorsi il sindaco Polonioli aveva annunciato che molto probabilmente il posto di Tommasini non andrà al Pd ma ai socialisti o all’Udc, insomma agli altri partner di coalizione, «per rafforzare la maggioranza». Un’ipotesi che evidentemente non piace all’ala «diessina» del Pd. Simone e Alberti infatti proseguono sottolineando che «a meno che non si voglia stravolgere il significato delle alleanze precedentemente stabilite», la sostituzione dell’assessore che se ne andrà dovrebbe essere fatta con uno di loro due. «Siamo noi i rappresentanti dell’anima progressista del Pd - spiegano - ma anche e specialmente di provenienza Ds, come lo è Tommasini. Sembra però che non siamo inclusi in eventuali scenari di governabilità. Ciò paleserebbe un atto di irresponsabilità politica, pensando che proprio noi due, e prima ancora Agostino Angonese, da sempre abbiamo contribuito con il nostro incondizionato e fattivo appoggio all’efficace attività della giunta. Non possono essere logiche di spartizione o minacce di crisi a stravolgere quella che fino a ieri sembrava una coalizione coesa per il bene comune. Ad ognuno le proprie responsabilità e se ne trarranno infine le conseguenze». La prima riunione sul dopo-Tommasini avrà luogo domani sera. (b.c.)
Simone e Alberti al sindaco: non stravolgere i patti
LAIVES. Si complica lo scenario per la sostituzione dell’assessore Christian Tommasini in giunta. Con una nota diramata ieri, i consiglieri comunali del Pd, Patrizia Simone e Alberto Alberti, ricordano che «come è prassi di qualsiasi avvicendamento delle rappresentative politiche nelle istituzioni, logica vorrebbe che avvenisse mantenendo inalterata l’espressione dei partiti che compongono la giunta. Tanto più - aggiungono - che questa composizione è stata la naturale conseguenza di un patto di coalizione stipulato a inizio legislatura».
La presa di posizione arriva dopo che nei giorni scorsi il sindaco Polonioli aveva annunciato che molto probabilmente il posto di Tommasini non andrà al Pd ma ai socialisti o all’Udc, insomma agli altri partner di coalizione, «per rafforzare la maggioranza». Un’ipotesi che evidentemente non piace all’ala «diessina» del Pd. Simone e Alberti infatti proseguono sottolineando che «a meno che non si voglia stravolgere il significato delle alleanze precedentemente stabilite», la sostituzione dell’assessore che se ne andrà dovrebbe essere fatta con uno di loro due. «Siamo noi i rappresentanti dell’anima progressista del Pd - spiegano - ma anche e specialmente di provenienza Ds, come lo è Tommasini. Sembra però che non siamo inclusi in eventuali scenari di governabilità. Ciò paleserebbe un atto di irresponsabilità politica, pensando che proprio noi due, e prima ancora Agostino Angonese, da sempre abbiamo contribuito con il nostro incondizionato e fattivo appoggio all’efficace attività della giunta. Non possono essere logiche di spartizione o minacce di crisi a stravolgere quella che fino a ieri sembrava una coalizione coesa per il bene comune. Ad ognuno le proprie responsabilità e se ne trarranno infine le conseguenze». La prima riunione sul dopo-Tommasini avrà luogo domani sera. (b.c.)
Onda leghista da Salorno a Laives ma è decisiva la mano di Trento
SALORNO. La Lega «non ha confini», dice ridendo l’onorevole Maurizio Fugatti. In Alto Adige serve una mano? Ecco mobilitarsi il partito da Trento. Per mesi la Lega trentina ha aiutato quell’altoatesina in una campagna elettorale capillare in Bassa Atesina. L’episodio più clamoroso è stato la manifestazione contro la moschea a Salorno. Era marzo e un po’ tutti avevano sottovalutato quell’evento. E invece alle politiche la Lega sale all’8,5%, domenica alle provinciali balza al 10,7. Poi ci sono Egna, Laives, Bronzolo: ovunque sopra il 6%. Cinque anni fa non superava il 2. Alberto Pancheri, il segretario di sezione, esulta: «La gente ci dà fiducia per la domanda di sicurezza e abolizione di privilegi». Senza il contributo della Lega trentina questi risultati non sarebbero mai arrivati. Gazebo nei paesi, volantinaggi, manifestazioni. Ancora Fugatti: «Gli amici altoatesini ci hanno chiesto una mano, noi siamo storicamente più forti e organizzati e ci siamo mossi. La gente ci ha visto a quel corteo anti-moschea ma poi ci ha rivisto per giorni e mesi. Per questo ci premia: perché siamo in mezzo a loro». In realtà bisognerà capire cosa resta del movimento leghista in questa zona se si toglie l’apporto trentino. Per ora però una cosa è innegabile: la Lega elettoralmente c’è. Prima no. Il sindaco di Salorno, Giacomozzi, dà la sua versione: «Qui abbiamo la più alta percentuale di stranieri di tutto l’Alto Adige. Non che ci siano fenomeni di razzismo, ma nelle scuole gli alunni stranieri sono ormai tantissimi e per la Lega è facile parlare alla pancia di un certo elettorato. La questione è: quella gente può trovare nelle Lega le risposte alle proprie domande? Io dico di no». Intanto però il Carroccio ha fatto il botto: «Il voto alle provinciali - conclude Fugatti - è ancora più rilevante di quello alle politiche perché non c’è il richiamo di Bossi. La verità è che ci siamo battuti tutti i mercati tra Laives e Salorno». (m.r.)
Onda leghista da Salorno a Laives ma è decisiva la mano di Trento
SALORNO. La Lega «non ha confini», dice ridendo l’onorevole Maurizio Fugatti. In Alto Adige serve una mano? Ecco mobilitarsi il partito da Trento. Per mesi la Lega trentina ha aiutato quell’altoatesina in una campagna elettorale capillare in Bassa Atesina. L’episodio più clamoroso è stato la manifestazione contro la moschea a Salorno. Era marzo e un po’ tutti avevano sottovalutato quell’evento. E invece alle politiche la Lega sale all’8,5%, domenica alle provinciali balza al 10,7. Poi ci sono Egna, Laives, Bronzolo: ovunque sopra il 6%. Cinque anni fa non superava il 2. Alberto Pancheri, il segretario di sezione, esulta: «La gente ci dà fiducia per la domanda di sicurezza e abolizione di privilegi». Senza il contributo della Lega trentina questi risultati non sarebbero mai arrivati. Gazebo nei paesi, volantinaggi, manifestazioni. Ancora Fugatti: «Gli amici altoatesini ci hanno chiesto una mano, noi siamo storicamente più forti e organizzati e ci siamo mossi. La gente ci ha visto a quel corteo anti-moschea ma poi ci ha rivisto per giorni e mesi. Per questo ci premia: perché siamo in mezzo a loro». In realtà bisognerà capire cosa resta del movimento leghista in questa zona se si toglie l’apporto trentino. Per ora però una cosa è innegabile: la Lega elettoralmente c’è. Prima no. Il sindaco di Salorno, Giacomozzi, dà la sua versione: «Qui abbiamo la più alta percentuale di stranieri di tutto l’Alto Adige. Non che ci siano fenomeni di razzismo, ma nelle scuole gli alunni stranieri sono ormai tantissimi e per la Lega è facile parlare alla pancia di un certo elettorato. La questione è: quella gente può trovare nelle Lega le risposte alle proprie domande? Io dico di no». Intanto però il Carroccio ha fatto il botto: «Il voto alle provinciali - conclude Fugatti - è ancora più rilevante di quello alle politiche perché non c’è il richiamo di Bossi. La verità è che ci siamo battuti tutti i mercati tra Laives e Salorno». (m.r.)
3 mila nuovi voti arrivati dall’area Pd Complessivamente sono 10-12 mila
Comitati «tricolori» per Durnwalder Lettere di sostegno a Widmann. «Loro sì che fanno le cose»
BOLZANO. «Il nostro appello è stato ascoltato: anche cittadini di lingua italiana hanno votato Durnwalder. E non si pentiranno: il presidente è uno che non si limita a promettere, fa». Franco Magagna del Comitato civico di Pineta è raggiante: a Laives la Svp ha guadagnato il 2,4% rispetto alle provinciali del 2003. «Segno - dice - che le nostre 6 mila lettere a sostegno del presidente Durnwalder sono servite». Soddisfatto anche Renato Riedmüller, presidente del Comitato della Federazione del ciclismo, che ha scritto ai tesserati: «Cari amici ciclisti, votate Thomas Widmann: è uno dei nostri».
Magagna e Riedmüller sono solo sono due dei circa 2.700-3000 italiani che domenica si calcola abbiano abbandonato l’area del Pd per l’Svp. In aggiunta ai 10-12 mila che già in passato votavano per il partito di raccolta. Il fenomeno infatti è sempre esistito, ma stavolta si è accentuato e in un momento in cui molti sudtirolesi hanno voltato le spalle al partito di raccolta, il voto italiano si è rivelato una benedizione che ha consentito alla Svp di fare il diciottesimo consigliere. Quello decisivo per continuare ad avere la maggioranza. E navigare tranquilli per altri 5 anni.
Ma qual è l’identikit dell’italiano che vota Stella Alpina? Politicamente è uno dell’area di centrosinistra. Lo conferma anche l’analisi del voto fatta dallo stesso partito di raccolta, secondo cui stavolta la Svp avrebbe intercettato circa 3 mila voti del Pd.
Età? Salvo eccezioni, è persona di mezza età o più realisticamente anziano.
«Ho trovato diversi anziani - ammette Toni Serafini, segretario provinciale della Uil, che anche in quest’occasione ha cercato di analizzare il voto di domenica - che mi hanno detto che votavano Svp essenzialmente per due motivi: trasporto pubblico e tutela dei non autosufficienti».
Dove abita? A Bolzano, Laives, Bronzolo e Salorno. Altro carattere distintivo: è un pragmatico quindi apprezza lo stile Durni che non a caso in tutti i manifesti elettorali si presentava come “l’uomo del fare”.
«Noi - assicura Magagna - alle prossime comunali voteremo per il sindaco Polonioli, ma in quest’occasione abbiamo votato e consigliato di votare Durnwalder, perché lui quello che promette mantiene. Non come gli altri».
Gli altri sono i partiti italiani che escono ancora più indeboliti da questa tornata elettorale: il Popolo delle Libertà ha perso il quarto consigliere; il Pd che sperava di farne tre, resta a due; scompare il centro; entra un consigliere della Lega e Unitalia conferma Seppi. Risultato, aumenta il qualunquismo di chi dice: destra o sinistra cambia poco, perché chi decide è comunque la Svp. Cresce la sensazione di contare poco come gruppo italiano e se in futuro dovesse aumentare il numero degli italiani che vota Svp, i partiti italiani conteranno ancora meno.
«Questo spiega - dice Magagna - senza ricorrere a grandi analisi politico-sociologiche perché noi abbiamo consigliato di votare Durnwalder. Abbiamo verificato personalmente cosa significa rivolgersi direttamente al presidente della Provincia».
Non vi preoccupate dell’accusa di traditori o nella migliore delle ipotesi, di qualunquisti e opportunisti?
«Ciò che conta sono i fatti: Pineta, fino a pochi anni fa, era una sorta di fanalino di coda. Il terzo mondo rispetto agli altri paesi dell’Alto Adige. Abbiamo dato vita al Comitato e siamo andati da Durnwalder con dei progetti concreti che riguardavano viabilità, verde, piste ciclabili. Ci ha ascoltati e ha dato al sindaco Polonioli gli strumenti economici per realizzarli. Vedere per credere. Nel nostro sito internet è tutto documentato: com’era e com’è oggi il paese».
Da Pineta al ciclismo. Il legame: un altro candidato Svp. Renato Riedmüller, italianissimo nonostante il cognome, in qualità di presidente del Comitato provinciale della federazione del ciclismo, con una lettera, ha invitato gli iscritti a votare per l’assessore Thomas Widmann. «Il motivo è semplice: lo conosco è uno in gamba. Grande appassionato di ciclismo che pratica abitualmente, se può ci dà una mano. Uno dei nostri insomma».
«È stato scorretto chiedere voti agli italiani, mi vergogno»
BOLZANO. Come valuta il capogruppo della Svp in consiglio comunale il voto italiano al partito di raccolta?
«Devo riconoscere che effettivamente - commenta Oswald Ellecosta - ci sono italiani scontenti dei loro partiti che votano per noi».
Non sembra molto contento?
«In effetti sono imbarazzato, quasi quasi mi vergogno».
Perché?
«A mio avviso è stata scorretta l’azione della Svp che questa volta ha chiesto esplicitamente il voto al gruppo italiano».
In che senso scorretto?
«Nel senso che se chiedo qualcosa a qualcuno, devo mettere in conto che mi chiederà in cambio qualcosa. Ma questo non è possibile, perché lo statuto così come il programma della Svp si basa sulla tutela del gruppo etnico tedesco e ladino. Uno dei cavalli di battaglia degli italiani è quello della scuola mista, ma su questo, come su altri punti, non potremo mai cedere. Sarebbe la fine del nostro gruppo».
E quindi cosa propone?
«Chiedo agli italiani che hanno votato per noi di uscire allo scoperto, per capire esattamente cosa vogliono. Se invece scelgono la Svp, perché è fatta da uomini pragmatici che garantiscono un buon funzionamento della cosa pubblica, allora non c’è problema».
3 mila nuovi voti arrivati dall’area Pd Complessivamente sono 10-12 mila
Comitati «tricolori» per Durnwalder Lettere di sostegno a Widmann. «Loro sì che fanno le cose»
BOLZANO. «Il nostro appello è stato ascoltato: anche cittadini di lingua italiana hanno votato Durnwalder. E non si pentiranno: il presidente è uno che non si limita a promettere, fa». Franco Magagna del Comitato civico di Pineta è raggiante: a Laives la Svp ha guadagnato il 2,4% rispetto alle provinciali del 2003. «Segno - dice - che le nostre 6 mila lettere a sostegno del presidente Durnwalder sono servite». Soddisfatto anche Renato Riedmüller, presidente del Comitato della Federazione del ciclismo, che ha scritto ai tesserati: «Cari amici ciclisti, votate Thomas Widmann: è uno dei nostri».
Magagna e Riedmüller sono solo sono due dei circa 2.700-3000 italiani che domenica si calcola abbiano abbandonato l’area del Pd per l’Svp. In aggiunta ai 10-12 mila che già in passato votavano per il partito di raccolta. Il fenomeno infatti è sempre esistito, ma stavolta si è accentuato e in un momento in cui molti sudtirolesi hanno voltato le spalle al partito di raccolta, il voto italiano si è rivelato una benedizione che ha consentito alla Svp di fare il diciottesimo consigliere. Quello decisivo per continuare ad avere la maggioranza. E navigare tranquilli per altri 5 anni.
Ma qual è l’identikit dell’italiano che vota Stella Alpina? Politicamente è uno dell’area di centrosinistra. Lo conferma anche l’analisi del voto fatta dallo stesso partito di raccolta, secondo cui stavolta la Svp avrebbe intercettato circa 3 mila voti del Pd.
Età? Salvo eccezioni, è persona di mezza età o più realisticamente anziano.
«Ho trovato diversi anziani - ammette Toni Serafini, segretario provinciale della Uil, che anche in quest’occasione ha cercato di analizzare il voto di domenica - che mi hanno detto che votavano Svp essenzialmente per due motivi: trasporto pubblico e tutela dei non autosufficienti».
Dove abita? A Bolzano, Laives, Bronzolo e Salorno. Altro carattere distintivo: è un pragmatico quindi apprezza lo stile Durni che non a caso in tutti i manifesti elettorali si presentava come “l’uomo del fare”.
«Noi - assicura Magagna - alle prossime comunali voteremo per il sindaco Polonioli, ma in quest’occasione abbiamo votato e consigliato di votare Durnwalder, perché lui quello che promette mantiene. Non come gli altri».
Gli altri sono i partiti italiani che escono ancora più indeboliti da questa tornata elettorale: il Popolo delle Libertà ha perso il quarto consigliere; il Pd che sperava di farne tre, resta a due; scompare il centro; entra un consigliere della Lega e Unitalia conferma Seppi. Risultato, aumenta il qualunquismo di chi dice: destra o sinistra cambia poco, perché chi decide è comunque la Svp. Cresce la sensazione di contare poco come gruppo italiano e se in futuro dovesse aumentare il numero degli italiani che vota Svp, i partiti italiani conteranno ancora meno.
«Questo spiega - dice Magagna - senza ricorrere a grandi analisi politico-sociologiche perché noi abbiamo consigliato di votare Durnwalder. Abbiamo verificato personalmente cosa significa rivolgersi direttamente al presidente della Provincia».
Non vi preoccupate dell’accusa di traditori o nella migliore delle ipotesi, di qualunquisti e opportunisti?
«Ciò che conta sono i fatti: Pineta, fino a pochi anni fa, era una sorta di fanalino di coda. Il terzo mondo rispetto agli altri paesi dell’Alto Adige. Abbiamo dato vita al Comitato e siamo andati da Durnwalder con dei progetti concreti che riguardavano viabilità, verde, piste ciclabili. Ci ha ascoltati e ha dato al sindaco Polonioli gli strumenti economici per realizzarli. Vedere per credere. Nel nostro sito internet è tutto documentato: com’era e com’è oggi il paese».
Da Pineta al ciclismo. Il legame: un altro candidato Svp. Renato Riedmüller, italianissimo nonostante il cognome, in qualità di presidente del Comitato provinciale della federazione del ciclismo, con una lettera, ha invitato gli iscritti a votare per l’assessore Thomas Widmann. «Il motivo è semplice: lo conosco è uno in gamba. Grande appassionato di ciclismo che pratica abitualmente, se può ci dà una mano. Uno dei nostri insomma».
«È stato scorretto chiedere voti agli italiani, mi vergogno»
BOLZANO. Come valuta il capogruppo della Svp in consiglio comunale il voto italiano al partito di raccolta?
«Devo riconoscere che effettivamente - commenta Oswald Ellecosta - ci sono italiani scontenti dei loro partiti che votano per noi».
Non sembra molto contento?
«In effetti sono imbarazzato, quasi quasi mi vergogno».
Perché?
«A mio avviso è stata scorretta l’azione della Svp che questa volta ha chiesto esplicitamente il voto al gruppo italiano».
In che senso scorretto?
«Nel senso che se chiedo qualcosa a qualcuno, devo mettere in conto che mi chiederà in cambio qualcosa. Ma questo non è possibile, perché lo statuto così come il programma della Svp si basa sulla tutela del gruppo etnico tedesco e ladino. Uno dei cavalli di battaglia degli italiani è quello della scuola mista, ma su questo, come su altri punti, non potremo mai cedere. Sarebbe la fine del nostro gruppo».
E quindi cosa propone?
«Chiedo agli italiani che hanno votato per noi di uscire allo scoperto, per capire esattamente cosa vogliono. Se invece scelgono la Svp, perché è fatta da uomini pragmatici che garantiscono un buon funzionamento della cosa pubblica, allora non c’è problema».
Il Pd si ferma al 15%. Borin contro il Comitato di Pineta: «Hanno responsabilità enormi». Male Udc e la Sinistra
Bene Lega, Unitalia e Idv. Il Pdl perde, la Volkspartei guadagna
Forti: «Se ci votano anche gli italiani? Certo che sì»
LAIVES. Alla vigilia del voto, quasi tutta l’attenzione era concentrata su due fronti: quanto avrebbe ottenuto il Pdl, che tra i candidati di punta presentava quel Bruno Borin da anni capogruppo di An in consiglio comunale, e dove sarebbe arrivato il Pd guidato dall’assessore Christian Tommasini. Il risultato è stato mediocre per entrambe le formazioni. Il Pdl ha vinto la sfida a distanza col 24%, ma perdendo il 10% rispetto alla somma di An e Fi del 2003. Il Pd si è fermato al 15,8%, nonostante il buon risultato di Tommasini (721 preferenze). Ma sono cresciuti la Lega, Unitalia e, a sorpresa, anche la Volkspartei.
Verrebbe da chiamarlo un voto anti-sistema, quello di Laives. Mentre Pdl e Pd si sfiancavano in una battaglia all’ultimo voto, senza riuscire nè l’uno nè l’altro nell’exploit, crescevano i partiti minori. I numeri parlano chiaro. Pdl al 24% quando la la sola An nel 2003 aveva preso il 24,7. Pd al 15,8%, col capolista Christian Tommasini che è anche assessore in città (il secondo a Laives per preferenze è stato Dario Volani con 226). E invece: la Lega è salita al 6,2% (nel 2003: 2,1%), Unitalia al 4,7% (contro il 3,7), Idv al 4,5%, uno dei risultati migliori di tutta la provincia. Tutti molto sopra le altre due forze di governo in città, i moderati dell’Udc (3,2%, Folchini 14 preferenze) e la Sinistra (1,7%, dentro c’era sì Prc che sta all’opposizione ma anche Roberto Ceol, il più votato con 39 preferenze).
Per il sindaco Polonioli, nonostante il suo Pd non sia andato come ci si aspettava, «questo voto rasserena il clima. Tutti quelli che un giorno sì e un giorno no chiedono le mie dimissioni hanno preso tra le 20 e le 30 preferenze, da Ceol a Pancheri della Lega... Questo mi aiuta». Ma dal voto è emerso anche un altro dato: a Laives la Svp guadagna. Non molto, dal 27,8% al 29,4. Ma è pur sempre un incremento. Uno dei rarissimi registrati in provincia, insieme a Bronzolo, Salorno e poche altre realtà. Per il sindaco «è un voto che premia il buon governo, dove la Svp governa col centrosinistra senza rincorrere la destra viene premiata dagli elettori». Per il vicesindaco Georg Forti, uno degli artefici di questa vittoria, «la gente riconosce che lavoriamo bene e che favoriamo la convivenza. Se ci votano anche gli italiani? Ma è logico».
Altro clima nel Pdl. I numeri dicono che è il primo partito italiano della città. Ma le aspettative erano altre. I candidati locali più di rilievo erano Francesco Paolo Cocca (area Fi), che in città ha preso 138 preferenze e Daniele Inguscio (67) e Bruno Borin (543, 194 meno di cinque anni fa) di area An. Borin non cela l’amarezza: «Paghiamo il mancato intervento del governo Berlusconi su tutte le questioni più scottanti in Alto Adige - dice -. Il Pdl a livello nazionale si era impegnato in una serie di misure e dopo sei mesi non si è visto nulla: la gente è demoralizzata e infatti l’astensione riguarda soprattutto gli italiani». E poi, prosegue, «ci sono fenomeni locali che spiegano molte cose. Penso ad alcuni Comitati che si definiscono “civici” e che a pochi giorni dal voto invitano le famiglie italiane a votare Durnwalder. Spero che ora si assumano le loro responsabilità, che non sono poche... Per altro sarebbe interessante scoprire dove hanno trovato i soldi per spedire tutte quelle lettere. Io la campagna elettorale l’ho fatta e so quanto costa».
Per passare alla maggioranza in Comune, il voto provinciale apre ora una partita interessante nella coalizione di Polonioli: Christian Tommasini lascerà la giunta per andare in consiglio provinciale e dà il via così alla trattativa per la sua sostituzione. Ci vorrà qualche mese, certo, ma le cifre del voto di domenica mettono il sindaco Polonioli nella condizione di non subire diktat dai suoi alleati.
Per quanto riguarda Bronzolo, la polemica sull’inceneritore sembra non aver danneggiato la Svp, che passa anzi dal 36,1 al 37%. Il Pdl si ferma al 16,8% (Urzì il più votato con 99 preferenze, alle sue spalle Biancofiore e Borin con 83 e 66), il Pd è il terzo partito con l’11,5%. Ma a Bronzolo c’è da segnalare il risultato della lista «Sinistra per l’Alto Adige», che spinta dalle 76 preferenze di Bertinazzo (comunque inferiori alle 84 del 2003) raggiunge il 6,6% dei voti, il miglior risultato a livello provinciale. Anche qui bene la Lega (6,1%).
A Vadena, infine, la Svp perde due punti e arriva al 38%, il Pdl tocca il 17,8% e il Pd si ferma all’11,3%. L’Udc arriva al 4,1%, i Freiheitlichen al 6,5%.
IL RIMPASTO DI GIUNTA
Dopo-Tommasini, via alla corsa L’assessorato non andrà al Pd
LAIVES. E ora la giunta comunale. Christian Tommasini è stato eletto in consiglio provinciale e quindi lascerà il suo incarico da assessore alla cultura in Comune. I partiti della coalizione di Polonioli stanno discutendo da settimane di quale assetto dare alla giunta - anche se finora lo hanno fatto senza troppo clamore. Adesso però la questione diventa ufficiale. E il sindaco Polonioli l’affronta partendo da una premessa: «Per gli equilibri interni nella nostra maggioranza è evidente che quel posto servirà a rafforzare la coalizione». Tradotto dal politichese: «In prima battuta - spiega il sindaco - la mia intenzione è quella di non darlo al Pd ma a un altro partito della coalizione. Ovviamente il linea teorica si potrebbe chiamare un esterno, ma se siamo in questi pasticci (con una maggioranza così risicata dopo una vittoria così chiara alle comunali) la colpa è della politica, quindi è la politica che deve uscirne». Ciò significa che nei prossimi giorni i partiti analizzeranno l’esito del voto e ne assorbiranno le conseguenze e subito dopo si riuniranno intorno a un tavolo per iniziare a discutere sul serio. Polonioli è molto cauto - «abbiamo tempo, i nodi verranno al pettine col bilancio a gennaio, quindi non c’è fretta» - ma è chiaro che a questo punto gli altri partiti della maggioranza, e in particolare Udc e socialisti, dovranno contarsi prima di mettere le carte sul tavolo. In casa Udc, ad esempio, è in corso da tempo l’avvicinamento dei due ex-Fi Enzo Nesi e Luca Rapaggi, mentre per quanto riguarda i socialisti è da tempo che Roberto Ceol minaccia di lasciare la maggioranza. Insomma la partenza di Tommasini scoperchia una situazione intricata. E Polonioli chiosa: «Io sono tranquillo, chi mi contestava ha preso 30 preferenze...». (m.r.)
Il Pd si ferma al 15%. Borin contro il Comitato di Pineta: «Hanno responsabilità enormi». Male Udc e la Sinistra
Bene Lega, Unitalia e Idv. Il Pdl perde, la Volkspartei guadagna
Forti: «Se ci votano anche gli italiani? Certo che sì»
LAIVES. Alla vigilia del voto, quasi tutta l’attenzione era concentrata su due fronti: quanto avrebbe ottenuto il Pdl, che tra i candidati di punta presentava quel Bruno Borin da anni capogruppo di An in consiglio comunale, e dove sarebbe arrivato il Pd guidato dall’assessore Christian Tommasini. Il risultato è stato mediocre per entrambe le formazioni. Il Pdl ha vinto la sfida a distanza col 24%, ma perdendo il 10% rispetto alla somma di An e Fi del 2003. Il Pd si è fermato al 15,8%, nonostante il buon risultato di Tommasini (721 preferenze). Ma sono cresciuti la Lega, Unitalia e, a sorpresa, anche la Volkspartei.
Verrebbe da chiamarlo un voto anti-sistema, quello di Laives. Mentre Pdl e Pd si sfiancavano in una battaglia all’ultimo voto, senza riuscire nè l’uno nè l’altro nell’exploit, crescevano i partiti minori. I numeri parlano chiaro. Pdl al 24% quando la la sola An nel 2003 aveva preso il 24,7. Pd al 15,8%, col capolista Christian Tommasini che è anche assessore in città (il secondo a Laives per preferenze è stato Dario Volani con 226). E invece: la Lega è salita al 6,2% (nel 2003: 2,1%), Unitalia al 4,7% (contro il 3,7), Idv al 4,5%, uno dei risultati migliori di tutta la provincia. Tutti molto sopra le altre due forze di governo in città, i moderati dell’Udc (3,2%, Folchini 14 preferenze) e la Sinistra (1,7%, dentro c’era sì Prc che sta all’opposizione ma anche Roberto Ceol, il più votato con 39 preferenze).
Per il sindaco Polonioli, nonostante il suo Pd non sia andato come ci si aspettava, «questo voto rasserena il clima. Tutti quelli che un giorno sì e un giorno no chiedono le mie dimissioni hanno preso tra le 20 e le 30 preferenze, da Ceol a Pancheri della Lega... Questo mi aiuta». Ma dal voto è emerso anche un altro dato: a Laives la Svp guadagna. Non molto, dal 27,8% al 29,4. Ma è pur sempre un incremento. Uno dei rarissimi registrati in provincia, insieme a Bronzolo, Salorno e poche altre realtà. Per il sindaco «è un voto che premia il buon governo, dove la Svp governa col centrosinistra senza rincorrere la destra viene premiata dagli elettori». Per il vicesindaco Georg Forti, uno degli artefici di questa vittoria, «la gente riconosce che lavoriamo bene e che favoriamo la convivenza. Se ci votano anche gli italiani? Ma è logico».
Altro clima nel Pdl. I numeri dicono che è il primo partito italiano della città. Ma le aspettative erano altre. I candidati locali più di rilievo erano Francesco Paolo Cocca (area Fi), che in città ha preso 138 preferenze e Daniele Inguscio (67) e Bruno Borin (543, 194 meno di cinque anni fa) di area An. Borin non cela l’amarezza: «Paghiamo il mancato intervento del governo Berlusconi su tutte le questioni più scottanti in Alto Adige - dice -. Il Pdl a livello nazionale si era impegnato in una serie di misure e dopo sei mesi non si è visto nulla: la gente è demoralizzata e infatti l’astensione riguarda soprattutto gli italiani». E poi, prosegue, «ci sono fenomeni locali che spiegano molte cose. Penso ad alcuni Comitati che si definiscono “civici” e che a pochi giorni dal voto invitano le famiglie italiane a votare Durnwalder. Spero che ora si assumano le loro responsabilità, che non sono poche... Per altro sarebbe interessante scoprire dove hanno trovato i soldi per spedire tutte quelle lettere. Io la campagna elettorale l’ho fatta e so quanto costa».
Per passare alla maggioranza in Comune, il voto provinciale apre ora una partita interessante nella coalizione di Polonioli: Christian Tommasini lascerà la giunta per andare in consiglio provinciale e dà il via così alla trattativa per la sua sostituzione. Ci vorrà qualche mese, certo, ma le cifre del voto di domenica mettono il sindaco Polonioli nella condizione di non subire diktat dai suoi alleati.
Per quanto riguarda Bronzolo, la polemica sull’inceneritore sembra non aver danneggiato la Svp, che passa anzi dal 36,1 al 37%. Il Pdl si ferma al 16,8% (Urzì il più votato con 99 preferenze, alle sue spalle Biancofiore e Borin con 83 e 66), il Pd è il terzo partito con l’11,5%. Ma a Bronzolo c’è da segnalare il risultato della lista «Sinistra per l’Alto Adige», che spinta dalle 76 preferenze di Bertinazzo (comunque inferiori alle 84 del 2003) raggiunge il 6,6% dei voti, il miglior risultato a livello provinciale. Anche qui bene la Lega (6,1%).
A Vadena, infine, la Svp perde due punti e arriva al 38%, il Pdl tocca il 17,8% e il Pd si ferma all’11,3%. L’Udc arriva al 4,1%, i Freiheitlichen al 6,5%.
IL RIMPASTO DI GIUNTA
Dopo-Tommasini, via alla corsa L’assessorato non andrà al Pd
LAIVES. E ora la giunta comunale. Christian Tommasini è stato eletto in consiglio provinciale e quindi lascerà il suo incarico da assessore alla cultura in Comune. I partiti della coalizione di Polonioli stanno discutendo da settimane di quale assetto dare alla giunta - anche se finora lo hanno fatto senza troppo clamore. Adesso però la questione diventa ufficiale. E il sindaco Polonioli l’affronta partendo da una premessa: «Per gli equilibri interni nella nostra maggioranza è evidente che quel posto servirà a rafforzare la coalizione». Tradotto dal politichese: «In prima battuta - spiega il sindaco - la mia intenzione è quella di non darlo al Pd ma a un altro partito della coalizione. Ovviamente il linea teorica si potrebbe chiamare un esterno, ma se siamo in questi pasticci (con una maggioranza così risicata dopo una vittoria così chiara alle comunali) la colpa è della politica, quindi è la politica che deve uscirne». Ciò significa che nei prossimi giorni i partiti analizzeranno l’esito del voto e ne assorbiranno le conseguenze e subito dopo si riuniranno intorno a un tavolo per iniziare a discutere sul serio. Polonioli è molto cauto - «abbiamo tempo, i nodi verranno al pettine col bilancio a gennaio, quindi non c’è fretta» - ma è chiaro che a questo punto gli altri partiti della maggioranza, e in particolare Udc e socialisti, dovranno contarsi prima di mettere le carte sul tavolo. In casa Udc, ad esempio, è in corso da tempo l’avvicinamento dei due ex-Fi Enzo Nesi e Luca Rapaggi, mentre per quanto riguarda i socialisti è da tempo che Roberto Ceol minaccia di lasciare la maggioranza. Insomma la partenza di Tommasini scoperchia una situazione intricata. E Polonioli chiosa: «Io sono tranquillo, chi mi contestava ha preso 30 preferenze...». (m.r.)
domenica 3 febbraio 2008
18 gennaio 2006
Incontro rappresentanti Bassa Atesina
Rifondazione Comunista - Laives
Mercoledì sera si sono incontrati a Laives rappresentanti della Bassa Atesina di Verdi, Rifondazione comunista, DS e della Rete amici dell'Ulivo-Unterland preoccupati dell'ulteriore distacco tra cittadini e politica provocata dalla legge elettorale voluta dal governo Berlusconi.
Al centro del dibattito le elezioni politiche e il candidato dell'Unione al Senato per la circoscrizione Bolzano-Bassa Atesina.
La discussione, lunga ed approfondita, ha fatto emergere prioritariamente la necessità di sconfiggere il Centro destra e le sue politiche antipopolari.
E' stato inoltre ribadito che la scelta del candidato deve avvenire sia sulla base di un impegno preciso su tematiche territoriali, sia sui grandi temi della politica nazionale.
Alla fine della serata ci si è lasciati con l'impegno a proseguire negli incontri e ad individuare momenti di partecipazione democratica.
Doriana Pavanello, Claudio Mutinelli, Rosario Grasso, Paolo Zenatti, Marius De Biasi, Alexander Tezzele, Walter Biasi, Massimo Gigliotti.
14 gennaio 2006
Sulle dichiarazioni di Peterlini
Rifondazione comunista - Laives
L'intervista al senatore Oskar Peterlini pubblicata dall'Alto Adige di venerdì scorso ha avuto, a nostro avviso, l'effetto di aumentare i dubbi sull'opportunità e sulla convenienza di votare per lui.
Certo non siamo in grado di controllare il grado di corrispondenza tra quanto apparso sul quotidiano e le parole effettivamente pronunciate dal senatore, ma è il tono dell'intervista, di un'arroganza spropositata, a far nascere parecchi dubbi.
"Il seggio spetta all'SVP... nessun tedesco voterebbe mai un italiano... noi abbiamo fatto eleggere Spagnolli... noi portiamo 180.000 voti a Prodi..." e via con simili amenità.
Innanzitutto è proprio così sicuro il senatore che tutti gli elettori tedeschi sarebbero pronti a votarlo?
Provi ad esplicitare il suo pensiero su aeroporto, inceneritore, centro di guida sicura, tunnel di base del Brennero, raddoppio dell'autostrada, politica economica e poi vediamo se le cose stanno come le immagina il senatore.
La sua legittimazione, sostiene, viene dal portare sicuramente dei voti a Prodi, ma anche su alcuni temi di politica generale non siamo del tutto sicuri che vi sia piena sintonia con il centrosinistra.
E' in grado il senatore di prendere impegni precisi sul tema dei diritti civili o su temi di politica economica?
Voterebbe una legge sui Pacs o si impegnerebbe ad ostacolare una politica di privatizzazione ad oltranza dei servizi pubblici essenziali?
E qual è la sua posizione sulla riforma della scuola a livello locale e nazionale?
Sposa la posizione del presidente Durnwalder o è critico come la maggioranza dei partiti dell'Unione?
E' partendo da questi temi di politica locale e nazionale che va individuato il rappresentante del collegio Bolzano Bassa-atesina ed è in base alle posizioni che ci si impegna a prendere che si prendono i voti sia italiani che tedeschi, così come è in base alle risposte che si danno che si individua il candidato e non facendo riferimento al gruppo linguistico o al partito di appartenenza.
Insomma il senatore se vuole il voto di tutti i suoi concittadini, invece di rispondere con arroganza alle legittime richieste degli abitanti del collegio, risponda a questi interrogativi e se è così sicuro di essere in piena sintonia con loro non può certo temere il confronto con qualunque altro candidato, tedesco o italiano che esso sia.
12 gennaio 2006
Elezioni Politiche 2006
Collegio senatoriale Bolzano/Bassa Atesina
Appello congiunto alle segreterie dei partiti dell'UNIONE altoatesina
Verdi/Grüne (Laives-Leifers)
Rifondazione Comunista (Laives-Leifers)
La nuova legge elettorale nazionale approvata dal Centro Destra, allontana in modo ancora più marcato i cittadini dalle decisioni che li riguardano.
Il nostro territorio ha bisogno di rappresentanti condivisi e radicati, in quanto le problematiche specifiche della conca bolzanina e della Bassa Atesina, sono di una gravità preoccupante ed incideranno sulla qualità di vita della sua popolazione.
Tra i principali problemi ricordiamo il potenziamento dell'autostrada A22, il Brenner Basis Tunnel, l'ampliamento dell'aeroporto di San Giacomo, il Centro Guida sicura di Vadena e gli inceneritori previsti che sono solo alcune delle opere che rischiano di pregiudicare il futuro del nostro territorio.
Esse richiedono quindi una visione ed una progettualità politica in grado di prefigurare un futuro di benessere per le prossime generazioni.
Vanno quindi coinvolti i responsabili delle amministrazioni locali e soprattutto gli elettori che dovrebbero poter scegliere i loro rappresentanti.
Evitiamo di ricorrere nell'errore di considerare superfluo l'apporto dei cittadini, come purtroppo sta nello spirito della nuova legge elettorale; valorizziamo invece l'esperienza positiva delle primarie che hanno legittimato Prodi come leader dell'UNIONE.
La scelta del candidato deve avvenire sia sulla base di un impegno preciso su tematiche territoriali, sia sui grandi temi della politica nazionale.
La nostra proposta si riassume dunque in questi 3 punti:
sospendere le decisioni sul collegio Senatoriale Bolzano-Bassa Atesina;
aprire in tempi rapidissimi un confronto programmatico tra le forze locali dell'UNIONE;
individuare il candidato candidata del collegio Bolzano-Bassa Atesina attraverso lo strumento delle primarie.
A nome dei partiti di Rifondazione Comunista e dei Verdi/Grüne di Laives
Rosario Grasso e Marco Bove
12 maggio 2005
Risultati elettorale
Rifondazione comunista - Federazione di Laives
Rifondazione Comunista esprime piena soddisfazione per il risultato raggiunto nel comune di Laives e approfitta dell'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo successo ed i cittadini che ci hanno votato o che ci hanno espresso apprezzamento.
Gli obbiettivi che ci eravamo proposti e cioè organizzare una presenza stabile del partito a Laives e secondariamente di ottenere un consigliere, sono stati entrambe raggiunti.
Ora ci attende la parte più difficile e cioè non deludere le aspettative di chi ha guardato a noi con interesse nella speranza di potere cambiare qualcosa nel modo di amministrare la nostra comunità.
Per quando riguarda il risultato elettorale delle altre forze politiche siamo evidentemente contenti che il candidato di centro destra sia stato battuto, ma ci pare importante sottolineare che con un po' più di coraggio e con minori settarismi il centrosininistra avrebbe potuto passare al primo turno andando a trattare con la Svp da una posizione indubbiamente più vantaggiosa. Contemporaneamente siamo preoccupati perchè la sinistra riformista ed ecologista rischia di non riuscire a far valere le proprie ragioni nei confronti di un centro uscito vincitore dalle urne e di una SVP che grazie al suo rapporto privilegiato con la provincia vorrà imporre le sue condizioni.
La poca lungimiranza con cui si sono formate le alleanze preelettorali rischia di essere pagata in questa fase.
Rifondazione Comunista naturalmente giudicherà la maggioranza dagli atti concreti e bandirà qualsiasi approccio ideologico. La decisione se appoggiare o contrastare la nuova giunta verrà presa tenendo sempre presente l'interesse dei cittadini ed in particolare di quelli più bisognosi.
29 aprile 2005
Laives - Apertura dell'arginale
di Rosario Grasso (candidato nella lista del PRC di Laives)
Quando l'amministrazione pubblica latita e non risolve i problemi spesso i cittadini, a torto o a ragione, cercano di arrangiansi e di trovare delle soluzione a livello individuale.
Questo è ciò che succede ormai da anni per quanto concerne la viabilità.
Per raggiungere Bolzano ed evitare lunghe file molti cercano percorsi alternativi anche a rischio di multe o di conseguenze peggiori.
Ora, a scanso di equivoci, Rifondazione Comunista è per l'apertura dell'arginale almeno in alcune ore della giornata, ma ritiene inammissibile che il capogruppo dell'SVP interceda presso dei privati cittadini affinchè non chiudano la strada di accesso all'arginale senza essersi prima preoccupato di far rimuovere il divieto di transito sulla stessa.
Si tratta oltre che di un invito al non rispetto di un divieto, di un modo di intendere il rapporto con i cittadini assai discutibile.
Alcune domande si impongono al futuro vicesindaco di Laives: cosa succede in caso di incidente? Chi paga?
Essendo stato dato il permesso da un amministratore pubblico pensiamo sarebbe lecito rivolgersi a lui.
L'arginale va aperta, ma questo va fatto responsabilmente levando il divieto di transito, mettendo in sicurezza la strada in tempi strettissimi e indicando il percorso più rapido e più sicuro per raggiungere l'arginale.
Senza questo si tratta di irresponsabilità e di un modo per avere forse qualche voto in più, ma che invece di risolvere il problema tende ad aggravarlo.
21 aprile 2005
Palazzina dei VVFF a Laives
di Mario Branchicella (candidato nella lista del PRC di Laives)
A San Giacomo l'ubicazione della palazzina dei VVFF è una scelta irresponsabile.
La palazzina dei vigili del fuoco a San Giacomo è pericolosa per i nostri figli.
Riteniamo irresponsabile la scelta dell'attuale amministrazione comunale di ubicare questa palazzina nella zona scolastica, per due motivi:
il primo è che temiamo per l'incolumità degli scolari in quanto l'uscita degli autocarri dei vigili del fuoco si trova accanto all'edificio scolastico e quindi se vi dovesse essere un'emergenza in corrispondenza degli orari d'entrata o di uscita dalle scuole si creerebbe una situazione di pericolo per i bambini;
la seconda è che via Maso Hilber è troppo stretta per consentire le manovre dei mezzi d'emergenza e quindi temiamo che si debba eliminare una parte del parco di fronte alla palazzina dei vigili, unica zona verde del centro di San Giacomo.
Queste preoccupazione le abbiamo espresse anche all'interno del gruppo dei rappresentanti dei genitori, ma senza ascolto da parte del sindaco Galler.
Vogliamo quindi chiedere ancora una volta al sindaco Galler di fermare quello che potrebbe diventare un pericolo per i nostri figli, e perciò di fare una proposta alternativa all'attuale palazzina.
Top
20 aprile 2005
Casa per lungodegenti a Laives
di Mirko Altadonna (Candidato PRC per Laives)
La mia lunga esperienza nel settore anziani e nelle professioni sociali in genere è iniziato nel dicembre 1993 quando fui chiamato a svolgere il servizio sostitutivo civile presso una casa di riposo di Bolzano.
Da allora non mi sono mai fermato, ho fatto diverse esperienze e non solo in Italia.
Una frase che si sente molto spesso sulla bocca delle persone è che "dalle altre parti sono almeno 10 anni avanti rispetto a noi".
Questa frase, che sento pronunciare dal lontano '93, mi ha sempre colpito, ma francamente pur trovandola in parte veritiera, non sono mai riuscito a capire effettivamente il perchè altri Stati siano all'avanguardia addirittura rispetto al nostro Alto Adige che in materia di sanità e servizi sociali vanta diversi riconoscimenti ufficiali e non.
Il segreto è la gestione, ovvero il modo di gestire una realtà non sempre facile come quella dei servizi sociali.
Solo una gestione intelligente che dia garanzie concrete agli utenti ma anche ai lavoratori del settore può dare come frutto dei servizi qualificati, di alta qualità e competitività e che comportino la piena soddisfazione degli utenti che ormai dobbiamo considerare come veri e propri "clienti".
La Giunta Comunale uscente di Laives in fatto di gestione di strutture sociali ne sa qualcosa: in questi sei anni abbiamo assistito ad un penoso scaricabarile fra i vari enti, tutti vorrebbero avere l'onore della gestione della Casa per lungodegenti di via Sottomonte, ma nessuno vorrebbe l'onere di dover sborsare un euro per permetterne l'ultimazione definitiva, per garantirne il funzionamento e per dare finalmente alla cittadinanza una struttura di cui ormai davvero non ne può fare a meno, senza contare che è stata realizzata con soldi pubblici e quindi provenienti dalle tasche di ciascun contribuente.
La casa di riposo esistente, di recente ampliata e rimessa a nuovo, non può farsi carico di tutte le domande in lista di attesa, spesso e volentieri i cittadini del comprensorio che hanno abitato per tutta una vita a Laives o dintorni sono costretti a migrare e a trascorrere il tramonto della loro esistenza fuori città o addirittura fuori regione.
Tutto questo è semplicemente vergognoso e non deve più accadere.
L'impegno mio personale e del mio partito va nella direzione di una apertura in tempi brevissimi della nuova struttura che dovrà dare precise garanzie di qualità dei servizi offerti agli utenti e ai lavoratori. La nuova giunta si dovrà fare garante in questo senso e, oltre alla casa per lungodegenti, credo sia prioritario, per non dire urgente, la realizzazione di una postazione di primo soccorso all'interno del territorio cittadino, una maggiore collaborazione fra servizi pubblici e privati esistenti oggi e la creazione di nuove realtà per poter magari un giorno sentir dire che "a Laives sono almeno dieci anni avanti".
Non è la frase finale di una bella favola, ma una realtà che insieme possiamo costruire sul serio.
20 aprile 2005
Apertura a Laives di un pronto soccorso e della Lungodegenti
di Mirko Altadonna (candidato del PRC Laives)
Nel prossimo periodo amministrativo, il comune di Laives in ambito socio-sanitario dovrà impegnarsi fondamentalmente in due direzioni: l'apertura immediata della Lungodegenti (da 6 anni pronta ed ancora chiusa) e nella realizzazione di un Pronto soccorso.
Laives rimane l'unico grande centro in provincia di Bolzano privo di un servizio di primaria importanza come un centro di Pronto Soccorso, una carenza che costringe gli abitanti a doversi recare all'ospedale di Bolzano anche per una semplice medicazione.
Il nostro impegno sarà quello di confrontarsi con le istituzioni affinchè nel prossimo periodo amministrativo si possa aprire tale servizio.
Per quanto riguarda la Lungodegenti, riteniamo scandalosa la gestione della Giunta uscente in merito all'apertura di questo servizio realizzato con soldi pubblici e quindi provenienti dalle tasche di ciascun contribuente ed ancora chiuso. La casa di riposo esistente, di recente ampliata e rimessa a nuovo, non può farsi carico di tutte le domande in lista di attesa, spesso e volentieri i cittadini del comprensorio che hanno abitato per tutta una vita a Laives o dintorni sono costretti a migrare e a trascorrere il tramonto della loro esistenza fuori città o addirittura fuori regione.
Tutto questo è semplicemente vergognoso e non deve più accadere.
L'impegno mio personale e di Rifondazione Comunista va nella direzione di una apertura in tempi brevissimi della nuova struttura che dovrà dare precise garanzie di qualità dei servizi offerti agli utenti e ai lavoratori.
15 aprile 2005
Raggiunto il numero di sottoscrittori
Rifondazione comunista (Circolo di Laives)
Rifondazione comunista, nell'annunciare di aver raggiunto il numero di sottoscrittori previsto dalla legge per presentare la propria lista alle comunali dell'8 maggio, ringrazia tutte le cittadine e i cittadini che hanno contribuito al raggiungimento di questo primo importante obiettivo e contemporaneamente esprime pubblicamente la propria gratitudine ai consiglieri dei Verdi e dei Ds e all'assessora provinciale Luisa Gnecchi che hanno certificato gran parte delle nostre firme.
L'aiuto prestato a Rifondazione Comunista dimostra chi realmente tra le forze che sostengono il candidato di centro sinistra Polonioli ha avuto un atteggiamento di leale collaborazione e chi invece, dopo aver cooptato nella sua maggioranza un pezzetto di centro destra, ha tentato di usare strumentalmente Rifondazione Comunista nella speranza di un atteggiamento tracotante o ideologico che impedisse la prosecuzione di un confronto per poterci poi accusare di settarismo.
Abbiamo dichiarato fin da gennaio la nostra disponibilità ad un confronto serio e, come pubblicamente ha testimoniato anche il segretario dei DS, il nostro partito non ha mai chiesto posti di governo o altro, ma solamente ci siamo proposti per sostenere il candidato sindaco Polonioli.
Rifondazione Comunista continuerà la propria battaglia mantenendo un atteggiamento leale, ma non risparmiando le critiche quando necessarie. Ci chiediamo comunque come intenderà procedere tra un anno quella parte di centro sinistra che ha rifiutato ideologicamente il confronto con una parte importante della sinistra, quando si tratterà di costruire il massimo di unità per cacciare Berlusconi.
E' evidente che l'unità va preparata per tempo contrastando il centro destra e soprattutto le sue politiche.
A noi pare però difficile se si esclude chi a sinistra è pronto a portare il proprio contributo per una politica più vicina agli interessi della parte più debole della popolazione, per una politica più partecipata e trasparente e si accetta invece, senza colpo ferire, chi tra un anno si troverà a condurre, a fianco di Berlusconi e dei suoi alleati, una battaglia durissima dall'altra parte della barricata.
12 aprile 2005
Perchè non appoggiamo Polonioli
Rifondazione Comunista - Circolo di Laives
La politica amministrativa del Comune di Laives, nei sei anni appena trascorsi, si è caratterizzata per un immobilismo senza precedenti. La decisione dell'attuale maggioranza di costruire il nuovo Municipio (16 miliardi delle vecchie Lire), ha bloccato le finanze cittadine dell'ultimo periodo amministrativo, impedendo così la realizzazione di tutte quelle opere necessarie per consentire alla nostra città di raggiungere uno standard di vita paragonabile a quello di altre località della provincia.
Il lavoro della prossima amministrazione dovrebbe quindi essere orientato a recuperare il tempo perduto, non solo cercando di eliminare la disgregazione sociale dovuta alla carenza di infrastrutture e luoghi di incontro, ma soprattutto a creare anche da noi una coscienza civica, purtroppo endemicamente assente.
Su questo Rifondazione Comunista avrebbe voluto portare il suo contributo, in collaborazione con gli altri partiti della sinistra, per dare un segno di discontinuità con le precedenti amministrazioni verso le quali siamo stati sempre molto critici.
All'inizio di gennaio, nel primo incontro avuto con l'allora candidato in pectore del centrosinistra Polonioli, Rifondazione Comunista aveva dato la propria disponibilità ad appoggiare la sua candidatura con una propria lista all'unica condizione di potersi confrontare sul programma.
Ciò che è stato possibile in tutto il resto del territorio italiano ci è stato precluso a Laives per motivi ideologici e quel che è peggio accettando che l'UDC, che a livello nazionale sostiene il governo Berlusconi, decidesse sulle alleanze del centro sinistra.
Rifondazione Comunista, che risulta decisiva non solo per assicurare politiche in difesa dei ceti più deboli e per assicurare correttezza, trasparenza amministrativa e politiche di partecipazione, ma spesso per vincere contro il centrodestra e le sue politiche è stata quindi "democraticamente" esclusa.
Ora naturalmente liberati dalla nostra "ingombrante" presenza, il centrosinistra potrà andare a trattare con la SVP nel segno della continuità con le passata amministrazione e sulla base del programma del "Bauernbund" mentre Rifondazione Comunista correrà da sola ma, come ci è stato pubblicamente riconosciuto, nessuno potrà accusarci di settarismo.
In questi mesi abbiamo lavorato sui problemi di Laives intessendo una rete di rapporti con le forze politiche di sinistra e soprattutto con numerosi cittadini. La nostra disponibilità a confrontarci rimane, ma sul programma, partendo dal punto di vista dei più deboli: lavoratori, anziani, bambini, donne e immigrati.