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sabato 30 agosto 2008

L’inflazione ha fatto crollare i consumi

ALTO ADIGE - SABATO, 30 AGOSTO 2008



In agosto il tasso su base annua è stato 4% con una frenatina sulle ipotesi di luglio, ma settembre è mese a rischio



Il calo di acquisti segna 3,4%, l’aumento dei prezzi sarà del 3,5



ALESSANDRO CECIONI



ROMA. L’inflazione sale e i consumi calano. Ad agosto, rispetto a luglio, il costo della vita, dice l’Istat, è aumentato dello 0,1%. Su base annuale, c’è stata una frenatina (dal 4,1% ipotizzato a luglio al 4% di agosto); nel 2008 si può prevedere che alla fine i prezzi saranno cresciuti del 3,5%. Il 3,4%, rispetto al 2007, è invece il calo dei consumi registrato a giugno, con gli alimentari -2,3% (con cali più sensibili nel Centro e nel Meridione). Un dato che rischia di essere anche più marcato a luglio e agosto quando peserà la fuga dai saldi.

«E’ l’ennesima conferma dello stato di difficoltà in cui versano soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati. Vanno detassate le tredicesime», dice Domenico Proietti, segretario confederale Uil.

Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, non guarda al dato di agosto su luglio, ma a quello tendenziale e si rallegra perché «indica l’avvio di un raffreddamento dei prezzi che sembrano aver terminato la tendenza all’aumento dei mesi scorsi nonostante gli allarmi continui delle ultime settimane». «Non bisogna abbassare la guardia - aggiunge il ministro - perché settembre è un mese a rischio inflazione, stabilirò nei prossimi giorni un programma di ispezioni con la Guardia di Finanza».

In Italia i prezzi salgono, ma nel resto dell’Eurozona rallentano. Eurostat ha rilevato ieri che ad agosto c’è stato un calo dello 0,2%: oggi è al 3,8%. Da noi a trainare la crescita dei prezzi su base annua ci sono soprattutto gli alimentari che su base annua crescono del 6,2% con alcuni prodotti che hanno fatto registrare, conferma l’Istat, aumenti record: il pane è cresciuto del 12,1%, la pasta di grano duro del 35,2%, la carne di bovino del 5,1%, il pollo del 4,4%. Sugli altri fronti la benzina cala del 4,2% in un mese, ma aumenta del 10,6% su base annua. Chi viaggia si dovrebbe essere accorto che i voli in aereo sono aumentati del 40,7% rispetto al 2007.

Il calo dei consumi riguarda tutti i settori e tutte le tipologie di vendita, ma più i piccoli negozi che la grande distribuzione, soprattutto nel settore alimentare. I dati parlano chiaro: nei negozi piccoli e medi, quelli dove ci sono fino a 5 addetti, il calo su base annua è stato del 4,8% e nei primi sei mesi di quest’anno del 2,2% in quelli di tipo familiare (fino a due addetti) e dell’1,4% in quelli fino a 5 dipendenti.

Nelle imprese con almeno sei addetti il calo su base annua è stato del 2,2%, ma nei primi sei mesi dell’anno, grazie al +1,9% di vendite registrato nei negozi con almeno 20 dipendenti, si è registrato un aumento dello 0,7%.

«Non esiste nessuna posizione dominante della grande distribuzione nel mercato alimentare», dice Federdistribuzione. «La domanda evidenzia una vera e propria crisi, la ripresa si allontana», dice Confcommercio. «Il Paese è fermo e con esso l’agricoltura», dice la Confederazione italiana agricoltori. Il ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, la vede diversamente: «Bisogna consolidare questa prima riduzione dei prezzi». A candidarsi per la frase del giorno c’è il professor Carlo Cannella, presidente dell’Istituto nazionale su alimenti e nutrizione (vigilato dal ministro Zaia):

«Non siamo preoccupati perché la gente compra meno alimenti, lo eravamo quando ne comprava in sovrappiù, preoccupati per l’obesità diffusa. Questa austerità obbligata ci ritorna tutta in salute». Asciutti è bello, basta lamenti.

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