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mercoledì 27 agosto 2008

La minor produttività ha rallentato la ricchezza

ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 20 AGOSTO 2008



di Pietro Marangoni





Camcommercio, i redditi torneranno a salire puntando su formazione e innovazione



L’ analisi dell’Ire sul “perchè” i redditi medi in Alto Adige hanno registrato una «crescita zero» negli ultimi 9 anni: anche il tasso di inflazione più alto ci ha penalizzati




BOLZANO. All’indomani della pubblicazione dei dati “choc” relativi allo stato di benessere delle provincie italiane (raffrontando i dati delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi nove anni) che denunciano come la “ricchezza” in provincia di Bolzano si sia di fatto fermata è il tempo delle analisi. I numeri parlano però chiaro: in Alto Adige la crescita media delle dichiarazioni Irpef è stata solo dello 0,01%. Niente se si pargona al +2% della media nazionale, del +3% della vicina priovincia di Trento per non parlare dei casi di eccellenmza quali la Valle d’Aosta con il suo +11%.

A tentare di dare una risposta “tecnica” è intervenuta ieri la Camera di Commercio di Bolzano che in una nota ufficiale del suo Istituto di Ricerca Economica osserva: «Negli ultimi otto anni, l’aumento dei redditi ha compensato quello dei prezzi. Ciò nonostante, alcune provincie italiane hanno registrato un andamento migliore rispetto all’Alto Adige, grazie ad un minor tasso d’inflazione e ad una migliore dinamica nella produttività del lavoro. Il contribuente altoatesino ha dichiarato nel 2007 un reddito medio pari a 17.304 euro, superiore dunque del 6,5% rispetto a quello dichiarato su scala nazionale (16.249 euro). Alla luce dell’attuale discussione in materia di potere d’acquisto delle famiglie i dati diffusi “indicano un andamento soddisfacente”. Negli ultimi otto anni - sottolinea la nota dell’Ire - la crescita dei redditi ha quantomeno compensato l’aumento dei prezzi. Precisamente nel periodo indicato i prezzi al consumo sono aumentati del 20,2% e i redditi poco più, il che genera un incremento reale dei redditi pari allo 0,1%. Se l’incremento reale dei redditi risulta del 2,0% su scala nazionale e del 3,0% per la provincia di Trento, questo è riconducibile soprattutto al minor tasso d’inflazione sperimentato da queste realtà nel periodo di riferimento. Rimane aperta la questione perchè alcune province economicamente già forti, come Milano, siano riuscite a realizzare un incremento dei redditi medi pari al 10,6%. Con ogni probabilità il motivo va ricercato nel minor incremento di produttività sperimentato dall’economia altoatesina. Ed è proprio in questo senso che vanno lette le indicazioni di politica economica: tenere sotto controllo, per quanto possibile, gli aumenti dei prezzi e intensificare gli sforzi tesi ad aumentare produttività del lavoro. Ciò può essere fatto agendo su formazione, motivazione, ricerca e innovazione».

Sul fronte politico a scendere in campo è Sinistra democratica che nota come la “crescita zero” denunciata negli ultimi nove anni evidenzia «come siano necessari profondi cambiamenti nella politica economica e sociale della Provincia. In particolare appare evidente come la tenuta della nostra economia non abbia impedito una riduzione della capacità competitiva dlel’Alto Adige anche a causa di una poltica in campo scolastico, universitario e della ricerca troppo burocratica e poco incisiva. Inoltre - nota ancora Sinistra democratica - la conferma di una crescita quasi inesistente in provincia di Bolzano dell’imponibile Irpef richiede interventi contro il carovita e la caduta del potere d’acquisto di stipendi e pensioni. In secondo luogo il dato conferma lo squilibrio a sfavore del lavoro dipendente e una parte rilevante del reddito prodotto in Alto Adige non è rilevata».

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