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sabato 30 agosto 2008

Brusca frenata per il centro commerciale

ALTO ADIGE - SABATO, 30 AGOSTO 2008



dall’inviato Mirco Marchiodi



Camera di commercio e Comune: non abbassa i prezzi, forse meglio altre misure



Ebner e Pasquali scettici: basterebbe portare qui i marchi che mancano Ma Frick: lo facciamo, ma servono i discount




GRAZ. Doveva essere il viaggio in cui decidere come realizzare il centro commerciale di Bolzano. Ma dalla due giorni austriaca, con tappe quale in centri commerciali di grandi e piccole dimensioni, localizzati in zone periferiche e in centro città, la delegazione altoatesina è tornata con molti più dubbi di quando era partita. Tanto che c’è chi - Camera di commercio e Comune in testa - torna a riaprire il dibattito se davvero il capoluogo ha bisogno di un centro commerciale. Il presidente dell’ente camerale Michl Ebner e l’assessore comunale all’urbanistica Chiara Pasquali nutrono gli stessi dubbi: «Il megastore non abbassa i prezzi e i grandi marchi che a Bolzano mancano potremmo portarli qui anche senza centro commerciale». Ma Werner Frick, assessore provinciale al commercio, ribatte senza esitazioni: «Il centro commerciale si farà. Ma almeno abbiamo capito quali errori non dobbiamo commettere». Lo stesso intanto auspica una maggiore presenza di discount - alimentari e non - in città.

Dopo la Shopping City Seiersberg visionata venerdì, ieri il gruppo di lavoro per il centro commerciale ha visitato, l’«Lcs», megastore di Leoben, cittadina della Stiria da 27 mila abitanti. Inaugurato poco meno di un anno fa, ospita una settantina di negozi su una superficie di ventimila metri quadrati. Si trova in pieno centro ed è stato ricavato da un vecchio chiostro. I grandi marchi che a Bolzano mancano qui ci sono tutti. E il parcheggio è relativamente piccolo, 670 posti: «Perché metà della nostra clientela arriva da Leoben e dintorni, e molti a piedi», dice il manager della struttura. L’investimento per realizzare il centro commerciale è stato di 70 milioni di euro, il Comune è entrato nella società con una quota del 30%, il resto appartiene a privati. «Abbiamo speso molto - ammette il sindaco di Leoben Matthias Konrad - ma in compenso abbiamo rilanciato un paese che stava morendo».

In realtà non tutto è oro quel che luccica. Per accorgersene basta proseguire per un centinaio di metri. Siamo sempre sulla piazza principale di Leoben, nel “Kongresszentrum” quello che prima dell’inaugurazione dello shopping center era il cuore commerciale della città. Oggi le vetrine di quei negozi sono tutte vuote: «Alcuni negozianti si sono spostati nel centro commerciale, altri hanno chiuso», racconta la titolare di un vicino bar. «Ecco - dice Dieter Steger, direttore dell’Unione commercio - le conseguenze del centro commerciale sono anche queste. Per i nostri piccoli negozi sarebbe un colpo durissimo».

Ma se la posizione contraria di Steger era prevedibile, molto meno lo è quella di Camera di commercio e Comune. Michl Ebner, presidente dell’ente camerale, è categorico: «Bisogna riaprire tutta la discussione attorno al centro commerciale. La Provincia ha deciso di realizzarlo con la premessa che avrebbe abbassato i prezzi. Ma in questi due giorni il filo rosso che ha attraversato tutti nostri colloqui è stato quello che un centro commerciale contro il carovita non serve. Ciò che davvero manca a Bolzano è la presenza di alcuni grandi marchi, ma siamo sicuri che ci voglia un centro commerciale per portarli in Alto Adige?», si chiede Ebner. Esattamente ciò che afferma Chiara Pasquali, assessore all’urbanistica del Comune di Bolzano: «Dobbiamo riflettere bene sull’effettiva necessità di un centro commerciale. Non abbassa i prezzi, questo lo abbiamo visto. E il centro storico non sembra essere la soluzione migliore, neppure quella in via Alto Adige indicata dal progetto di Mattei presentato da Munter. Forse basterebbe portare in città negozi come Zara e H&M, magari piazzandoli in quartieri periferici». A rendere ancora più perplessi i partecipanti del gruppo di lavoro è stato Thomas Spann, direttore della Camera di commercio di Graz: «Il commercio di vicinato ha molto sofferto per l’apertura dei centri commerciali e oggi c’è chi vorrebbe tornare indietro perché molti paesi, soprattutto in periferia, sono rimasti senza negozi. E ora a protestare sono proprio coloro - sindacati in testa - che prima chiedevano a gran voce il centro commerciale».

Werner Frick però non vuole sentire parlare di ripensamenti: «La realizzazione del centro commerciale è decisa. Ne faremo uno solo, a Bolzano. Senza esagerare, perché le dimensioni devono essere proporzionate alle nostre necessità. Ma servono anche più discount, sia nel settore alimentare sia in quello dell’abbigliamento: questi sì, e non il megastore, avrebbero una funzione calmierante sui prezzi».

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