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mercoledì 27 agosto 2008

Ai mercati frutta e verdura a peso d’oro

GIOVEDÌ, 14 AGOSTO 2008



di Mirco Marchiodi





Il Ctcu: via Rovigo e piazza Erbe punti vendita più cari di Bolzano





I commercianti si difendono: è vero che i prezzi sono alti, ma servizio e qualità dei prodotti sono molto migliori



BOLZANO. Frutta e verdura a peso d’oro nei mercati cittadini: i prezzi dei banchi di via Rovigo e piazza delle Erbe sono i più alti di Bolzano, così afferma una rilevazione del Centro tutela consumatori utenti. Le differenze di prezzo rispetto a supermercati e discount sono rilevanti e arrivano a toccare anche il 350%. Ma i commercianti ribattono sottolineando la qualità dei loro prodotti e un servizio migliore a quello offerto nelle grandi strutture di vendita.

La scorsa settimana il Ctcu ha condotto un’indagine comparativa sui costi al dettaglio di frutta e verdura. Sono stati rilevati i prezzi nei supermercati e nei discount, ai Mercati generali e tra le bancarelle dei mercati di piazza delle Erbe e via Rovigo. Confronti anche con Trento (che rispecchia i prezzi bolzanini per la verdura, mentre è meno cara per quanto riguarda la frutta) e alcune città venete come Castelfranco (più cara), Mestre (in linea con Bolzano) e Treviso (più conveniente).

Ieri il Ctcu ha reso noti i risultati dell’indagine che evidenzia aumenti di prezzo attorno al 30% negli ultimi tre anni, ma soprattutto rilevanti differenze nei diversi punti vendita. «La palma di punto vendita più caro - afferma il Centro tutela consumatori - va al mercato di via Rovigo con delle differenze di prezzo rispetto all’offerta più conveniente che arrivano a superare anche il 350%. Lo stesso assortimento di verdure pagato 10 euro al discount, in via Rovigo si porta a casa con 17 euro, mentre la frutta acquistata sempre a 10 euro al discount costa 13,65 euro in via Rovigo». In pratica, scegliendo il paniere di frutta e verdura del Ctcu si pagano 20 euro al discount e oltre 30 al mercato di via Rovigo. «Per questo - chiude il Ctcu - bisogna ripristinare misure come i prezzi garantiti per almeno tre prodotti ortofrutticoli alle quali vanno affiancati interventi su salari e pensioni».

I commercianti però non ci stanno. Josef Windisch, presidente dell’associazione provinciale commercianti su aree pubbliche dell’Unione, non nega che i prezzi praticati alle bancarelle sono relativamente alti: «Però - aggiunge - bisogna considerare anche la qualità del prodotto e il servizio offerto. Le bancarelle dei mercati offrono prodotti freschi tutti i giorni, e con i clienti c’è un rapporto di fiducia che le grandi catene non possono garantire. Senza contare la bella immagine della città che danno le bancarelle: piazza delle Erbe è uno dei gioielli di Bolzano, per allestire i banchi di frutta c’è chi si sveglia già alle 4 e mezza del mattino. Invece di fare discutibili confronti prezzi, il Ctcu farebbe meglio a considerare quanto lavoro sta dietro a queste bancarelle. Anche perché i consumatori stessi lo sanno, altrimenti non si spiegherebbe perché tanti bolzanini continuano a scegliere i prodotti dei mercati quando poco lontano avrebbero a disposizione quelli dei supermarket e dei discount». Sulla stessa linea anche Mirco Benetello, rappresentante del commercio ambulante all’interno di Confesercenti: «Il consumatore non guarda soltanto al prezzo, chi acquista ai mercati di via Rovigo o piazza delle Erbe sa che lì trova dei prodotti di qualità e un servizio eccellente. Il rapporto tra qualità e prezzo è sicuramente migliore rispetto ad altri punti vendita e questo spiega perché così tanti bolzanini, nonostante prezzi più alti, continuino a comprare frutta e verdura ai mercati. Sul prezzo c’è poco da dire: se sono più cari i Mercati generali dei supermercati, allora è impossibile che non lo siano i banchi di chi ai Mercati generali va a rifornirsi».





Male i mercati generali



BOLZANO. La rilevazione del Ctcu prende in considerazione anche i prezzi dei mercati generali che riservano una sorpresa negativa. «Il ruolo dei mercati generali - afferma il Ctcu - è da rivedere perché se da un lato la frutta ai Piani è quella al miglior prezzo, dall’altro la verdura costa di più rispetto a discount e supermercati. In aggiunta va rilevato che i prezzi rispetto al 2005 sono quasi raddoppiati: l’aumento è stato infatti del 92%». Il confronto con i prezzi praticati al Mercato generale di Verona è impietoso: i prezzi della verdura sono mediamente più bassi di oltre la metà rispetto a quelli praticati dai mercati generali di Bolzano (qualche esempio: l’insalata costa 0,96 euro contro i 2,24 di Bolzano, i peperoni 0,90 contro 2,50 e le patate 32 centesimi contro 64). Va però detto che le dimensioni dei due mercati sono completamente diverse con la piazza di Verona che è tra le più importanti del Nord Italia.





Il confronto con Trento



BOLZANO. La comparazione dei prezzi di frutta e verdura effettuata dal Ctcu non si limita alla sola città di Bolzano: sono infatti stati presi in considerazione anche i prezzi rilevati a Trento, Castelfranco, Treviso e Mestre. Per quanto riguarda il paniere scelto per la verdura, se in un supermercato bolzanino si spendono 17,62 euro va peggio ai consumatori di Trento (17,95 euro), Castelfranco (18,38 euro) e Mestre (18,68 euro), mentre è molto più conveniente Treviso (13,30 euro). Discorso leggermente diverso per la frutta: un cesto con meloni, pesche, nettarine, uva, susine e mele acquistato a Bolzano costa 17,05 euro; più bassi i prezzi di Trento (15,36 euro), Castelfranco (16,59 euro), Treviso (15,45 euro) e Mestre (15,52 euro).






La proposta: maggiore trasparenza e aiuti provinciali per riequilibrare le spese



«Necessarie tariffe più eque»



L’Ipl: differenze troppo grandi tra un Comune e l’altro



BOLZANO. Di carovita si sta occupando anche l’Istituto per la promozione dei lavoratori che nelle scorse settimane ha messo sotto la lente le tariffe comunali per acqua potabile, acque reflue e rifiuti. «Le tariffe locali - spiega il vicedirettore dell’Ipl Mario Giovannacci - contribuiscono a “mangiarsi” una parte considerevole del reddito, visto che mediamente una famiglia altoatesina spende circa 370 euro all’anno». A colpire è la grande differenza tra un Comune e l’altro. «Il Comune più caro - afferma l’Ipl - è Bressanone dove per acqua e rifiuti una famiglia paga 539 euro, mentre Lana è il Comune meno caro con una spesa annua per famiglia di 269 euro. Servirebbe un protocollo d’intesa tra la Provincia e il Consorzio dei Comuni che porti ad un modello tariffario provinciale al quale tutti i comuni dovrebbero attenersi. Bisognerebbe riuscire a calcolare una tariffa media provinciale che si basi su dati di bilancio omogenei con la Provincia che potrebbe aiutare quei Comuni “svantaggiati” attraverso una politica di trasferimenti che copra il differenziale esistente tra il costo medio provinciale e quello effettivo del singolo Comune».











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