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domenica 3 febbraio 2008


20 giugno 2005

Dichiarazione di voto


Rifondazione Comunista - Laives



Signor sindaco, colleghi consiglieri

permettetemi innanzitutto di fare un sincero augurio di buon lavoro a tutti voi, auguri di un lavoro fruttuoso nell'interesse di quei cittadini che noi tutti rappresentiamo.



A Laives la stragrande maggioranza della popolazione è impiegata nell'industria e nel terziario, i redditi sono medio bassi, il 53% degli occupati è pendolare, il 40% degli abitanti risiede a Laives da meno di 10 anni e la loro scelta è stata dettata dal bisogno di trovare un'abitazione a prezzi più accessibili rispetto al capoluogo di provincia.

A questi concittadini, essendo residenti nel nostro comune da pochi anni, manca il più delle volte il supporto di quelle reti di parentela e di vicinanza che suppliscono spesso alle mancanze di servizi pubblici.



E' in questi pochi e semplici dati che sta scritto il programma amministrativo di questo comune.



Dare risposte a questi concittadini e alle loro famiglie elevando il tenore di vita e la vivibilità della nostra città vuol dire risolvere gran parte dei problemi che affliggono il nostro comune e significa partire con il piede giusto.



Abbiamo letto con attenzione e curiosità il programma e dobbiamo dire che abbiamo trovato molti punti condivisibili. Il tema della partecipazione è spesso rimarcato: si parla di urbanistica e bilancio partecipato, di coinvolgere le frazioni, di ascoltare i cittadini, le associazioni ecc.

Noi in campagna elettorale abbiamo fatto dei manifesti in cui denunciavamo gli errori fatti dalla passata ammministrazione e indicavamo proprio nella partecipazione popolare il rimedio. E' evidente dunque che con noi su questo tema sfondate una porta aperta.

Indicare poi i temi sociali come prioritari, sottolineare la necessità di avere asili nido, mense, minialloggi per gli anziani, autobus più frequenti, collegamenti notturni con il capoluogo, preoccuparsi della vivibilità dei centri urbani, abbattere le barriere architettoniche individuando una specifica competenza assessorile, recuperare elusione ed evasione fiscale, ecc non può che trovarci d'accordo.



Ma c'è qualcosa che non ci convince.



A noi pare che questo programma sia molto avanzato per certi aspetti, ma pecchi di genericità e che inoltre sia fortemente condizionato dalle risorse disponibili.

Abbiamo l'impressione di trovarci di fronte a un elenco di buone intenzioni, ma mai si scende nel concreto specificando con quali risorse ed in quali tempi si vogliono attuare i vari punti programmatici.

Significativo a questo proposito è che non vi sia mai una data, una scadenza; al massimo si trova un generico "entro tempi ragionevoli".



Vi è poi l'uso di una serie di termini ambigui, pericolosi, variamente interpretabili.

Sussidiarietà, razionalizzazione, accorpamento, esternalizzazioni, ...

Non si tratta di un sospetto gratuito o infondato. Purtroppo in questi anni anche la sinistra si è lasciata incantare dalle sirene del liberismo e del pensiero unico, il primato dell'economia è stato accolto talvolta acriticamente, ma i lavoratori hanno capito sulla loro pelle il significato vero di quei termini che troppo spesso sono traducibili in licenziamenti, meno diritti, precarietà, qualità scadente dei servizi, e così via.

Non ritengo naturalmente che la giunta pensi a licenziamenti di massa o cose simili, ma certamente sarebbe opportuno chiarire quali servizi resteranno sicuramente in mano pubblica, quali servizi verranno esternalizzati ed in quali forme, quali le garanzie per la qualità dei servizi e per i lavoratori.



Sulle esternalizzazioni va bene ribadire, ad esempio, la difesa del pubblico; ma una cosa è trasformare i servizi pubblici gestiti in economia direttamente dal comune in una S.p.A. o una S.R.L. interamente pubblica, altra cosa è fare una gara d'appalto in cui intervengono i privati, altra cosa ancora è una società mista pubblico-privato e altro ancora è delegare alcuni servizi alla comunità comprensoriale.

Sulla sussidiarietà: è anche qui una parola vuota se non viene specificata.

Può significare un giusto coinvolgimento di un sano terzo settore no-profit al fine di avere nuovi servizi di nicchia e innovativi, oppure può significare svendere servizi che già si effettuano unicamente per risparmiare sui costi.

Fare chiarezza su questi punti, dichiarare l'indisponibilità alla cessione di alcuni servizi, come ad esempio l'intero ciclo dell'acqua, serve a dare certezze a tutti ed eviterebbe discussioni future all'interno della maggioranza stessa, perchè temo che non vi sia univocità di intendimenti in questo campo.



Un altro tema che ci interessa sottolineare è quello dell'autonomia comunale.

L'altro giorno il presidente della giunta provinciale si è dichiarato favorevole allo spostamento del tracciato della statale dodici a Pineta e subito è seguita anche la disponibilità del comune.

Cosa c'è che non va allora in tutto questo?

I cittadini e il comitato civico di Pineta hanno ottenuto un successo di cui ci rallegriamo, ed il comune si dimostra disponibile a rivedere il progetto.

Il problema è di come si è arrivati a questa disponibilità. Troppo spesso l'Amministrazione Comunale si è dimostrata poco autonoma dalla provincia subendo le decisioni della stessa. Si ascoltano le richieste dei cittadini solo dopo l'OK della Provincia. Per cui l'apertura dell'arginale, la variante in galleria, l'apertura di un accesso autostradale, solo per fare alcuni esempi, vanno bene o vengono osteggiate non per una valutazione autonoma, ma perchè la Provincia così vuole.

Ora nessuno chiede una guerra con la provincia, ma una maggiore determinazione nella difesa degli interessi di Laives, sì.

Le valutazioni devono essere autonome, poi se è necessario si può giungere a compromessi, o far buon viso a cattivo gioco, ma non è concepibile uniformare la propria attività al volere della Svp provinciale per paura di scontentarla o per fare un altro esempio, in un altro ambito, non accogliere nella propria coalizione una forza politica perchè, forse, potrebbe dispiacere all'Svp locale.



Ma passiamo ora ad altro.

Nei programmi di tutte le forze politiche è stato dedicato ampio spazio al tema della convivenza.

Nel suo programma, signor sindaco, vi sono 5 righe in cui ci si impegna nella prosecuzione di quanto già ad oggi fatto relativamente al miglioramento della pacifica convivenza tra i gruppi linguistici.

A noi questa formulazione pare una rinuncia a perseguire nuove strade.

Cosa vuol dire la prosecuzione di quanto già ad oggi fatto?

Vuol dire procedere nella politica dei doppioni per cui si costruisce la scuola di musica italiana e Musikschule tedesca, la casa della cultura italiana e la Haus der Kultur tedesca e così via?

A noi sarebbe bastato un piccolo segnale che andasse nel recepimento di quello che nella società civile è già maturato.

Non chiediamo certo la scuola mistilingue, ma almeno la riunificazione sotto un unico tetto delle biblioteche sparse sul territorio comunale, o che vengano evitati ingressi separarti per italiani e tedeschi, o la formazione di gruppi misti, su base volontaria, all'estate ragazzi.

Non ci sembra troppo e comunque restiamo aperti a qualsiasi proposta che segni una discontinuità con il passato e realizzi nei fatti quanto proclamato a parole.



Riassumendo dunque molti sono i temi che ci trovano concordi, ma molti sono i chiaroscuri, le ambiguità, i non detto, le possibilità di interpretazioni non sempre condivisibili.

Sarà dunque dalle priorità che saprà darsi concretamente che giudicheremo il lavoro di questa giunta, più che dalle dichiarazioni di principio che abbiamo ascoltato questa sera.



Nei giorni scorsi molti ci hanno chiesto che posizione avremmo preso questa sera nei confronti della nuova giunta.

La risposta è: noi staremo all'opposizione.

Staremo all'opposizione perchè è lì, signor sindaco, che ci avete relegato. Staremo all'opposizione perchè per questo i nostri elettori ci hanno votato. Staremo all'opposizione perchè molte cose non ci convincono.

Ma l'opposizione non è un ghetto, un recinto in cui rinchiudere chi non la pensa come la maggioranza, o chi non è utile perchè si hanno già voti a sufficienza, con un calcolo utilitaristico, ma poco lungimirante.

La presenza di un opposizione, o meglio a ben guardare delle opposizioni, è il sale stesso della democrazia, è la certezza per i cittadini, ma anche per la maggioranza stessa, di evitare di incorrere in errori grossolani, se si hanno orecchie per ascoltare, se ci si predispone ad accogliere i contributi e le critiche di tutti, se si considera irrinunciabile il ruolo che le opposizioni sono chiamate a ricoprire.



Noi intendiamo adempiere fino in fondo, con le nostre capacità, i nostri limiti, ma anche con il nostro entusiasmo, al ruolo assegnatoci, opponendoci alle scelte che non ci convincessero, ma, e lo diciamo senza paura di essere accusati di collateralismo, con altrettanta convinzione appoggeremo le scelte che andranno incontro agli interessi della popolazione di Laives, ed in particolare dei ceti più deboli, dei lavoratori, delle donne, degli immigrati.

Sta a voi, signor Sindaco, convincerci con i fatti della bontà delle vostre intenzioni.

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