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martedì 28 ottobre 2008

Laives, vince il voto anti-sistema







ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 28 OTTOBRE 2008





































 
Il Pd si ferma al 15%. Borin contro il Comitato di Pineta: «Hanno responsabilità enormi». Male Udc e la Sinistra
 
Bene Lega, Unitalia e Idv. Il Pdl perde, la Volkspartei guadagna
 
 
Forti: «Se ci votano anche gli italiani? Certo che sì»
 



 LAIVES. Alla vigilia del voto, quasi tutta l’attenzione era concentrata su due fronti: quanto avrebbe ottenuto il Pdl, che tra i candidati di punta presentava quel Bruno Borin da anni capogruppo di An in consiglio comunale, e dove sarebbe arrivato il Pd guidato dall’assessore Christian Tommasini. Il risultato è stato mediocre per entrambe le formazioni. Il Pdl ha vinto la sfida a distanza col 24%, ma perdendo il 10% rispetto alla somma di An e Fi del 2003. Il Pd si è fermato al 15,8%, nonostante il buon risultato di Tommasini (721 preferenze). Ma sono cresciuti la Lega, Unitalia e, a sorpresa, anche la Volkspartei.

 Verrebbe da chiamarlo un voto anti-sistema, quello di Laives. Mentre Pdl e Pd si sfiancavano in una battaglia all’ultimo voto, senza riuscire nè l’uno nè l’altro nell’exploit, crescevano i partiti minori. I numeri parlano chiaro. Pdl al 24% quando la la sola An nel 2003 aveva preso il 24,7. Pd al 15,8%, col capolista Christian Tommasini che è anche assessore in città (il secondo a Laives per preferenze è stato Dario Volani con 226). E invece: la Lega è salita al 6,2% (nel 2003: 2,1%), Unitalia al 4,7% (contro il 3,7), Idv al 4,5%, uno dei risultati migliori di tutta la provincia. Tutti molto sopra le altre due forze di governo in città, i moderati dell’Udc (3,2%, Folchini 14 preferenze) e la Sinistra (1,7%, dentro c’era sì Prc che sta all’opposizione ma anche Roberto Ceol, il più votato con 39 preferenze).

 Per il sindaco Polonioli, nonostante il suo Pd non sia andato come ci si aspettava, «questo voto rasserena il clima. Tutti quelli che un giorno sì e un giorno no chiedono le mie dimissioni hanno preso tra le 20 e le 30 preferenze, da Ceol a Pancheri della Lega... Questo mi aiuta». Ma dal voto è emerso anche un altro dato: a Laives la Svp guadagna. Non molto, dal 27,8% al 29,4. Ma è pur sempre un incremento. Uno dei rarissimi registrati in provincia, insieme a Bronzolo, Salorno e poche altre realtà. Per il sindaco «è un voto che premia il buon governo, dove la Svp governa col centrosinistra senza rincorrere la destra viene premiata dagli elettori». Per il vicesindaco Georg Forti, uno degli artefici di questa vittoria, «la gente riconosce che lavoriamo bene e che favoriamo la convivenza. Se ci votano anche gli italiani? Ma è logico».

 Altro clima nel Pdl. I numeri dicono che è il primo partito italiano della città. Ma le aspettative erano altre. I candidati locali più di rilievo erano Francesco Paolo Cocca (area Fi), che in città ha preso 138 preferenze e Daniele Inguscio (67) e Bruno Borin (543, 194 meno di cinque anni fa) di area An. Borin non cela l’amarezza: «Paghiamo il mancato intervento del governo Berlusconi su tutte le questioni più scottanti in Alto Adige - dice -. Il Pdl a livello nazionale si era impegnato in una serie di misure e dopo sei mesi non si è visto nulla: la gente è demoralizzata e infatti l’astensione riguarda soprattutto gli italiani». E poi, prosegue, «ci sono fenomeni locali che spiegano molte cose. Penso ad alcuni Comitati che si definiscono “civici” e che a pochi giorni dal voto invitano le famiglie italiane a votare Durnwalder. Spero che ora si assumano le loro responsabilità, che non sono poche... Per altro sarebbe interessante scoprire dove hanno trovato i soldi per spedire tutte quelle lettere. Io la campagna elettorale l’ho fatta e so quanto costa».

 Per passare alla maggioranza in Comune, il voto provinciale apre ora una partita interessante nella coalizione di Polonioli: Christian Tommasini lascerà la giunta per andare in consiglio provinciale e dà il via così alla trattativa per la sua sostituzione. Ci vorrà qualche mese, certo, ma le cifre del voto di domenica mettono il sindaco Polonioli nella condizione di non subire diktat dai suoi alleati.

 Per quanto riguarda Bronzolo, la polemica sull’inceneritore sembra non aver danneggiato la Svp, che passa anzi dal 36,1 al 37%. Il Pdl si ferma al 16,8% (Urzì il più votato con 99 preferenze, alle sue spalle Biancofiore e Borin con 83 e 66), il Pd è il terzo partito con l’11,5%. Ma a Bronzolo c’è da segnalare il risultato della lista «Sinistra per l’Alto Adige», che spinta dalle 76 preferenze di Bertinazzo (comunque inferiori alle 84 del 2003) raggiunge il 6,6% dei voti, il miglior risultato a livello provinciale. Anche qui bene la Lega (6,1%).

 A Vadena, infine, la Svp perde due punti e arriva al 38%, il Pdl tocca il 17,8% e il Pd si ferma all’11,3%. L’Udc arriva al 4,1%, i Freiheitlichen al 6,5%.


 
























IL RIMPASTO DI GIUNTA
 
Dopo-Tommasini, via alla corsa L’assessorato non andrà al Pd
 


 LAIVES. E ora la giunta comunale. Christian Tommasini è stato eletto in consiglio provinciale e quindi lascerà il suo incarico da assessore alla cultura in Comune. I partiti della coalizione di Polonioli stanno discutendo da settimane di quale assetto dare alla giunta - anche se finora lo hanno fatto senza troppo clamore. Adesso però la questione diventa ufficiale. E il sindaco Polonioli l’affronta partendo da una premessa: «Per gli equilibri interni nella nostra maggioranza è evidente che quel posto servirà a rafforzare la coalizione». Tradotto dal politichese: «In prima battuta - spiega il sindaco - la mia intenzione è quella di non darlo al Pd ma a un altro partito della coalizione. Ovviamente il linea teorica si potrebbe chiamare un esterno, ma se siamo in questi pasticci (con una maggioranza così risicata dopo una vittoria così chiara alle comunali) la colpa è della politica, quindi è la politica che deve uscirne». Ciò significa che nei prossimi giorni i partiti analizzeranno l’esito del voto e ne assorbiranno le conseguenze e subito dopo si riuniranno intorno a un tavolo per iniziare a discutere sul serio. Polonioli è molto cauto - «abbiamo tempo, i nodi verranno al pettine col bilancio a gennaio, quindi non c’è fretta» - ma è chiaro che a questo punto gli altri partiti della maggioranza, e in particolare Udc e socialisti, dovranno contarsi prima di mettere le carte sul tavolo. In casa Udc, ad esempio, è in corso da tempo l’avvicinamento dei due ex-Fi Enzo Nesi e Luca Rapaggi, mentre per quanto riguarda i socialisti è da tempo che Roberto Ceol minaccia di lasciare la maggioranza. Insomma la partenza di Tommasini scoperchia una situazione intricata. E Polonioli chiosa: «Io sono tranquillo, chi mi contestava ha preso 30 preferenze...». (m.r.)


















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