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mercoledì 11 febbraio 2009

Pineta, nastro tagliato. Poi le prime auto

ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 11 FEBBRAIO 2009



di Bruno Canali



Via libera ai transiti dopo l’inaugurazione Mussner: «Ora il recupero della vivibilità»



Durnwalder: preziosa la collaborazione data dagli abitanti Prima volata di mine del lotto successivo



LAIVES. Grande festa, ieri mattina a Pineta, per salutare un nuovo passo avanti nel progetto di completamento della variante alla statale 12. Luis Durnwalder e l’assessore provinciale ai lavori pubblici Florian Mussner, hanno tagliato il nastro inaugurale prima del via ai transiti sulla bretella a cielo aperto - un chilometro circa - che toglie il traffico da Pineta, recuperando contemporaneamente un ettaro di terreno tra variante e statale, buono per un parco pubblico. Poi è stata fatta brillare la prima volata di mine per la costruzione del nuovo tunnel alle spalle di Laives.

È stato l’assessore Mussner a ricordare il grave disagio subito fin qui dall’abitato «a ridosso del quale passano fino a 25 mila macchine durante il giorno. In questo senso, Laives è seconda solo ad Appiano e quindi era più che giusta la decisione che abbiamo preso, di costruire la variante». L’assessore Mussner ha spiegato con soddisfazione che quest’anno la Provincia ha stanziato maggiori fondi per il settore di sua competenza, soldi che si tradurranno in strutture a favore della collettività. «Debbo anche ringraziare il sindaco e l’amministrazione comunale di Laives - ha aggiunto Mussner - che hanno scelto un buon progetto e hanno fin dal principio collaborato con noi per la sua realizzazione, altrimenti oggi non saremmo qui ad inaugurare l’opera. Grazie anche alla gente, che ha seguito con attenzione ogni passo del progetto, una cosa che non succede dappertutto».

Le parole di Mussner sono state raccolte anche da Durnwalder che ha sottolineato proprio la buona collaborazione che c’è stata fra tutti per arrivare alla soluzione migliore: «Non c’è mai stata un’opposizione all’iniziativa - ha ricordato Durnwalder - ma sempre collaborazione da parte di tutti e questo ha fatto in modo che non si perdesse tempo. Voi - ha detto rivolto ai presenti - siete riusciti a convincerci a spostare la strada senza fermare l’iter progettuale e abbiamo sempre dialogato per trovare la migliore soluzione. Adesso non vogliamo perdere neanche un minuto», ha concluso il presidente della giunta provinciale annunciando che di lì a poco avrebbe fatto brillare la prima volata di mine per la costruzione del nuovo tunnel alle spalle di Laives.

Il sindaco Giovanni Polonioli ha pure manifestato soddisfazione, illustrando brevemente quello che si farà con l’area rimasta libera fra le due strade e ha anche annunciato che il 20 di questo mese verrà inaugurata la nuova stazione ferroviaria.

All’ingegner Pagani, responsabile di progetto, come sempre durante questi incontri pubblici, il compito di illustrare gli aspetti tecnici dell’intervento e di quelli che verranno fatti nei prossimi mesi. La variante davanti a Pineta è costata in tutto poco più di 17 milioni di euro e i lavori erano iniziati il 15 luglio del 2007. Adesso si parte con la galleria di Laives.







«Adesso aspettiamo il verde»



Lo spazio attrezzato è previsto al posto del cantiere



I RESIDENTI La soddisfazione mista ai desideri




LAIVES. Ieri mattina a Pineta è stata anche la festa di tutti coloro che hanno creduto nel progetto di variante a cielo aperto (comitato civico in testa) e hanno battagliato a lungo (lo ha ricordato anche Durnwalder) per imporlo rispetto a quello iniziale, che prevedeva invece la variante interrata sotto l’attuale statale. Tutto questo “popolo” si è dato appuntamento presso il tendone montato nel cantiere di fronte a Pineta.

Paolo Margoni è stato uno di questi e sorride soddisfatto. «Direi che la nuova variante sia proprio al soluzione migliore per noi di Pineta e rispetto al progetto interrato offre migliori soluzioni, prima fra tutte l’eliminazione dei passaggi di mezzi provenienti da sud, cosa che invece non avrebbe garantito il tombone interrato, a causa del quale non si sarebbe potuto realizzare il rondello sud di collegamento. Piuttosto, in questa prima fase abbiamo problemi con i collegamenti e le fermate della Sasa; speriamo siano solo transitori».

Carlo Conci gli fa eco: «Certo che adesso va molto meglio e Pineta entra in una fase nuova e più vivibile per noi residenti. Almeno non ci avvelenano più con i gas di scarico di migliaia di mezzi in transito ogni giorno. Qualche pensiero se lo fanno invece coloro che hanno attività commerciali qui. Ma credo che, come succede per le pizzerie, se si offre un buon prodotto, i clienti arrivano comunque».

Le donne a loro volta gettano già il cuore oltre l’ostacolo e guardano a come sarà l’abitato quando avrà anche il polmone verde attrezzato tra vecchia statale e nuova variante. Carla Decristian spiega: «Sono molto contenta del traguardo raggiunto ed attendo di vedere anche come sarà lo spazio verde attrezzato che ci hanno promesso nell’area oggi occupata dal cantiere tra le due strade. Senza dubbio comunque, se faranno quello che ci hanno spiegato, allora veramente sarà una grande cosa per noi di Pineta».

Eleonora Perotti attende il completamento del progetto «Proprio per poter dare un giudizio definitivo. Però già adesso si vede che la soluzione adottata è la migliore e per quel che riguarda il parco futuro, sarà prezioso soprattutto per i nostri bambini e per gli anziani. Io ero a favore della variante a cielo aperto perché ricordo che mio nonno aveva costruito la sesta casa di Pineta e già allora mi parlava dei problemi idrogeologici del sottosuolo, quelli che avrebbero incontrato se avessero optato per la variante interrata sotto la vecchia statale e chissà allora cosa sarebbe successo».

Il partito di coloro che approvano la scelta di costruire la variante a cielo aperto è numeroso a Pineta e questo lo hanno implicitamente riconosciuto Durnwalder e Mussner nei rispettivi interventi per l’inaugurazione. (b.c.)

Pineta, nastro tagliato. Poi le prime auto

ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 11 FEBBRAIO 2009



di Bruno Canali



Via libera ai transiti dopo l’inaugurazione Mussner: «Ora il recupero della vivibilità»



Durnwalder: preziosa la collaborazione data dagli abitanti Prima volata di mine del lotto successivo



LAIVES. Grande festa, ieri mattina a Pineta, per salutare un nuovo passo avanti nel progetto di completamento della variante alla statale 12. Luis Durnwalder e l’assessore provinciale ai lavori pubblici Florian Mussner, hanno tagliato il nastro inaugurale prima del via ai transiti sulla bretella a cielo aperto - un chilometro circa - che toglie il traffico da Pineta, recuperando contemporaneamente un ettaro di terreno tra variante e statale, buono per un parco pubblico. Poi è stata fatta brillare la prima volata di mine per la costruzione del nuovo tunnel alle spalle di Laives.

È stato l’assessore Mussner a ricordare il grave disagio subito fin qui dall’abitato «a ridosso del quale passano fino a 25 mila macchine durante il giorno. In questo senso, Laives è seconda solo ad Appiano e quindi era più che giusta la decisione che abbiamo preso, di costruire la variante». L’assessore Mussner ha spiegato con soddisfazione che quest’anno la Provincia ha stanziato maggiori fondi per il settore di sua competenza, soldi che si tradurranno in strutture a favore della collettività. «Debbo anche ringraziare il sindaco e l’amministrazione comunale di Laives - ha aggiunto Mussner - che hanno scelto un buon progetto e hanno fin dal principio collaborato con noi per la sua realizzazione, altrimenti oggi non saremmo qui ad inaugurare l’opera. Grazie anche alla gente, che ha seguito con attenzione ogni passo del progetto, una cosa che non succede dappertutto».

Le parole di Mussner sono state raccolte anche da Durnwalder che ha sottolineato proprio la buona collaborazione che c’è stata fra tutti per arrivare alla soluzione migliore: «Non c’è mai stata un’opposizione all’iniziativa - ha ricordato Durnwalder - ma sempre collaborazione da parte di tutti e questo ha fatto in modo che non si perdesse tempo. Voi - ha detto rivolto ai presenti - siete riusciti a convincerci a spostare la strada senza fermare l’iter progettuale e abbiamo sempre dialogato per trovare la migliore soluzione. Adesso non vogliamo perdere neanche un minuto», ha concluso il presidente della giunta provinciale annunciando che di lì a poco avrebbe fatto brillare la prima volata di mine per la costruzione del nuovo tunnel alle spalle di Laives.

Il sindaco Giovanni Polonioli ha pure manifestato soddisfazione, illustrando brevemente quello che si farà con l’area rimasta libera fra le due strade e ha anche annunciato che il 20 di questo mese verrà inaugurata la nuova stazione ferroviaria.

All’ingegner Pagani, responsabile di progetto, come sempre durante questi incontri pubblici, il compito di illustrare gli aspetti tecnici dell’intervento e di quelli che verranno fatti nei prossimi mesi. La variante davanti a Pineta è costata in tutto poco più di 17 milioni di euro e i lavori erano iniziati il 15 luglio del 2007. Adesso si parte con la galleria di Laives.







«Adesso aspettiamo il verde»



Lo spazio attrezzato è previsto al posto del cantiere



I RESIDENTI La soddisfazione mista ai desideri




LAIVES. Ieri mattina a Pineta è stata anche la festa di tutti coloro che hanno creduto nel progetto di variante a cielo aperto (comitato civico in testa) e hanno battagliato a lungo (lo ha ricordato anche Durnwalder) per imporlo rispetto a quello iniziale, che prevedeva invece la variante interrata sotto l’attuale statale. Tutto questo “popolo” si è dato appuntamento presso il tendone montato nel cantiere di fronte a Pineta.

Paolo Margoni è stato uno di questi e sorride soddisfatto. «Direi che la nuova variante sia proprio al soluzione migliore per noi di Pineta e rispetto al progetto interrato offre migliori soluzioni, prima fra tutte l’eliminazione dei passaggi di mezzi provenienti da sud, cosa che invece non avrebbe garantito il tombone interrato, a causa del quale non si sarebbe potuto realizzare il rondello sud di collegamento. Piuttosto, in questa prima fase abbiamo problemi con i collegamenti e le fermate della Sasa; speriamo siano solo transitori».

Carlo Conci gli fa eco: «Certo che adesso va molto meglio e Pineta entra in una fase nuova e più vivibile per noi residenti. Almeno non ci avvelenano più con i gas di scarico di migliaia di mezzi in transito ogni giorno. Qualche pensiero se lo fanno invece coloro che hanno attività commerciali qui. Ma credo che, come succede per le pizzerie, se si offre un buon prodotto, i clienti arrivano comunque».

Le donne a loro volta gettano già il cuore oltre l’ostacolo e guardano a come sarà l’abitato quando avrà anche il polmone verde attrezzato tra vecchia statale e nuova variante. Carla Decristian spiega: «Sono molto contenta del traguardo raggiunto ed attendo di vedere anche come sarà lo spazio verde attrezzato che ci hanno promesso nell’area oggi occupata dal cantiere tra le due strade. Senza dubbio comunque, se faranno quello che ci hanno spiegato, allora veramente sarà una grande cosa per noi di Pineta».

Eleonora Perotti attende il completamento del progetto «Proprio per poter dare un giudizio definitivo. Però già adesso si vede che la soluzione adottata è la migliore e per quel che riguarda il parco futuro, sarà prezioso soprattutto per i nostri bambini e per gli anziani. Io ero a favore della variante a cielo aperto perché ricordo che mio nonno aveva costruito la sesta casa di Pineta e già allora mi parlava dei problemi idrogeologici del sottosuolo, quelli che avrebbero incontrato se avessero optato per la variante interrata sotto la vecchia statale e chissà allora cosa sarebbe successo».

Il partito di coloro che approvano la scelta di costruire la variante a cielo aperto è numeroso a Pineta e questo lo hanno implicitamente riconosciuto Durnwalder e Mussner nei rispettivi interventi per l’inaugurazione. (b.c.)

venerdì 30 gennaio 2009

BILANCIO












Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale





Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.


Devo però dire di averla trovata deludente.


 


È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.


 


Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza  una sorta di distacco dai problemi più urgenti.


Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.


 


Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.


 


È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale  da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.


 


Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.


 


Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.


 


La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.


 


A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.


Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?


La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io-   della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)


 


Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.


Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.


 


Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.


Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.


Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.


(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).


 


Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.


 


Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….


Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.


 


La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.


 


Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.


 


 

Ma veniamo ora alle singole relazioni


 


Urbanistica


Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.


Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.


 


Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.


 


Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)


 


Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.


Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.


Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.


 


Sociale.


La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.


 


Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –


Poveri -  ci si fa sponsor del banco alimentare


Solidarietà- volontariato


 


Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi


 


Cultura e giovani


Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.


Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.


Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.


 


Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.


 


 


 


Lavori pubblici


Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.


Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.


 


Assessorato alle attività economiche.


Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.


Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.


 


Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.


Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.


 


E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.


 


Riqualificazione urbana


Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.


Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.


 


Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.


 


Dichiarazione di voto








Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.


Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.





Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.





Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.


Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.


Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.



BILANCIO












Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale





Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.


Devo però dire di averla trovata deludente.


 


È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.


 


Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza  una sorta di distacco dai problemi più urgenti.


Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.


 


Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.


 


È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale  da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.


 


Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.


 


Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.


 


La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.


 


A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.


Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?


La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io-   della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)


 


Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.


Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.


 


Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.


Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.


Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.


(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).


 


Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.


 


Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….


Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.


 


La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.


 


Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.


 


 

Ma veniamo ora alle singole relazioni


 


Urbanistica


Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.


Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.


 


Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.


 


Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)


 


Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.


Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.


Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.


 


Sociale.


La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.


 


Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –


Poveri -  ci si fa sponsor del banco alimentare


Solidarietà- volontariato


 


Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi


 


Cultura e giovani


Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.


Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.


Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.


 


Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.


 


 


 


Lavori pubblici


Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.


Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.


 


Assessorato alle attività economiche.


Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.


Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.


 


Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.


Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.


 


E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.


 


Riqualificazione urbana


Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.


Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.


 


Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.


 


Dichiarazione di voto








Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.


Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.





Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.





Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.


Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.


Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.



mercoledì 28 gennaio 2009

Consiglio comunale: riconfinamento del monumento naturale della Vallarsa

Pubblichiamo con piacere l'intervento pronunciato dal consigliere Alberto Alberti sul riconfinamento del "Monumento naturale della gola della Vallarsa"



Egregi colleghi, geherte Kollegen,


non è senza sconcerto che oggi io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra Laives.





Da quando mi sono candidato non ho fatto mistero alcuno della mia intenzione di influire positivamente sulle questioni dei beni culturali. In questo momento e nel futuro intendo apportare il mio personale contributo al cambiamento di rotta sulla tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio. Siamo fra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze sul nostro passato.





Laives nel periodo dal medioevo agli inizi dell’età moderna ha avuto certamente un ruolo forse meno importante di altri paesi vicini (si veda ad es. Bronzolo), ma non per questo le poche testimonianze del suo passato devono essere sempre cancellate o maltrattate come si è fatto fino ad oggi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche. A volte i privati, pur con vincoli maggiori e onerosi, hanno dato il buon esempio (si vedano gli edifici della vecchia Posta e del Kerker).


Il colle del Peterköfele è per noi un simbolo, non a caso è diventato anche soggetto principale del nostro stemma comunale. Ho portato la nuova versione dello stemma comunale, se dovesse passare questo progetto.


Su quel colle fu eretto nella preistoria un luogo di culto del tipo a rogo votivo (Brandopferplatz), da cui probabilmente il toponimo Liechtenstein, letteralmente “sasso delle luci”. Per inciso vorrei ricordare che i roghi votivi preistorici sono stati ripresi successivamente in epoca pienamente cristiana con i famosi fuochi del Sacro Cuore.


Agli inizi del medioevo la “pietra lucente” funzionò molto probabilmente da castello rifugio, ricordo che nella zona tra Pineta e Bronzolo, correva il confine fra il ducato longobardo di Trento e quello baiuvaro, e ci furono alcuni scontri militari proprio in queste zone. Venne quindi eretta una chiesetta dedicata non a caso a San Pietro. Nel medioevo fu costruito anche un castello che venne dato in feudo dal principe vescovo di Trento alla famiglia che proprio dal posto venne chiamata von Liechtenstein.


Mainardo di Tirolo distrusse il castello e incorporò quel feudo fra i propri territori, la contea del Tirolo. La chiesetta fu risparmiata e rimase a simbolo duraturo del sentimento religioso e culturale degli abitanti di Leifers.





Sul colle ancor oggi ci sono i resti del castello ed è mia intenzione in un prossimo futuro di riprendere le campagne di ricerca e valorizzazione, al fine di renderli meglio visibili e comprensibili, come nuovo punto di attrazione turistico-culturale, riservato non solo a spaesati turisti di passaggio, ma anche alla popolazione locale.





Io non intendo oppormi a un sacrosanto diritto delle 19 persone che abitano su quei masi, di poter accedere in piena sicurezza alle loro abitazioni, ma rivendico pure il diritto dei restanti 15000 abitanti di preservare il nostro paesaggio storico e naturale, come elemento unico e caratterizzante, soprattutto per quella parte del nostro territorio che ne è il simbolo.


Ci sono le opportunità, le capacità e le risorse per rispondere alla loro richiesta e preservare nello stesso tempo il nostro patrimonio.





Ho qui portato due proposte alternative con un impatto minore e meglio accettabile.


Invito quindi tutti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ovvero coloro che hanno a cuore la propria città, i veri cittadini laivesotti, die echten Leiferer-Bürger, a fermare questo scellerato progetto e a trovare una soluzione migliore. Grazie


Consiglio comunale: riconfinamento del monumento naturale della Vallarsa

Pubblichiamo con piacere l'intervento pronunciato dal consigliere Alberto Alberti sul riconfinamento del "Monumento naturale della gola della Vallarsa"



Egregi colleghi, geherte Kollegen,


non è senza sconcerto che oggi io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra Laives.





Da quando mi sono candidato non ho fatto mistero alcuno della mia intenzione di influire positivamente sulle questioni dei beni culturali. In questo momento e nel futuro intendo apportare il mio personale contributo al cambiamento di rotta sulla tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio. Siamo fra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze sul nostro passato.





Laives nel periodo dal medioevo agli inizi dell’età moderna ha avuto certamente un ruolo forse meno importante di altri paesi vicini (si veda ad es. Bronzolo), ma non per questo le poche testimonianze del suo passato devono essere sempre cancellate o maltrattate come si è fatto fino ad oggi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche. A volte i privati, pur con vincoli maggiori e onerosi, hanno dato il buon esempio (si vedano gli edifici della vecchia Posta e del Kerker).


Il colle del Peterköfele è per noi un simbolo, non a caso è diventato anche soggetto principale del nostro stemma comunale. Ho portato la nuova versione dello stemma comunale, se dovesse passare questo progetto.


Su quel colle fu eretto nella preistoria un luogo di culto del tipo a rogo votivo (Brandopferplatz), da cui probabilmente il toponimo Liechtenstein, letteralmente “sasso delle luci”. Per inciso vorrei ricordare che i roghi votivi preistorici sono stati ripresi successivamente in epoca pienamente cristiana con i famosi fuochi del Sacro Cuore.


Agli inizi del medioevo la “pietra lucente” funzionò molto probabilmente da castello rifugio, ricordo che nella zona tra Pineta e Bronzolo, correva il confine fra il ducato longobardo di Trento e quello baiuvaro, e ci furono alcuni scontri militari proprio in queste zone. Venne quindi eretta una chiesetta dedicata non a caso a San Pietro. Nel medioevo fu costruito anche un castello che venne dato in feudo dal principe vescovo di Trento alla famiglia che proprio dal posto venne chiamata von Liechtenstein.


Mainardo di Tirolo distrusse il castello e incorporò quel feudo fra i propri territori, la contea del Tirolo. La chiesetta fu risparmiata e rimase a simbolo duraturo del sentimento religioso e culturale degli abitanti di Leifers.





Sul colle ancor oggi ci sono i resti del castello ed è mia intenzione in un prossimo futuro di riprendere le campagne di ricerca e valorizzazione, al fine di renderli meglio visibili e comprensibili, come nuovo punto di attrazione turistico-culturale, riservato non solo a spaesati turisti di passaggio, ma anche alla popolazione locale.





Io non intendo oppormi a un sacrosanto diritto delle 19 persone che abitano su quei masi, di poter accedere in piena sicurezza alle loro abitazioni, ma rivendico pure il diritto dei restanti 15000 abitanti di preservare il nostro paesaggio storico e naturale, come elemento unico e caratterizzante, soprattutto per quella parte del nostro territorio che ne è il simbolo.


Ci sono le opportunità, le capacità e le risorse per rispondere alla loro richiesta e preservare nello stesso tempo il nostro patrimonio.





Ho qui portato due proposte alternative con un impatto minore e meglio accettabile.


Invito quindi tutti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ovvero coloro che hanno a cuore la propria città, i veri cittadini laivesotti, die echten Leiferer-Bürger, a fermare questo scellerato progetto e a trovare una soluzione migliore. Grazie


venerdì 16 gennaio 2009

L’architettura cittadina “paga” la crescita caotica

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009





Esperti a confronto: Cattelan condivide l’idea di Ebner





LAIVES. Il giudizio dell’architetto Thomas Ebner sullo sviluppo urbanistico della città, pronunciato durante la presentazione della mostra “Il verde al centro”, è condiviso in buona parte anche dall’architetto Giorgio Cattelan, professionista che ha “firmato” diverse zone residenziali a livello comunale ed è attualmente anche presidente del Coordinamento arte La Goccia. Secondo Ebner, lo ricordiamo, Laives è cresciuta in maniera abbastanza caotica, senza un disegno preciso e armonico alla base. «In effetti - fa quindi eco Cattelan - negli anni scorsi si è costruito molto, forse troppo e in un lasso di tempo breve. Così è mancata la programmazione in prospettiva futura e lo si verifica in varie zone, via Kennedy compresa. Per il futuro quindi sarebbe opportuno rallentare e concentrarsi sul recupero e la riqualificazione dell’esistente. Ritengo che si sia persa un’occasione importante con la trasformazione del complesso “Crosara”, dove il Comune avrebbe dovuto pretendere dal privato un concorso di idee così da scegliere quella migliore per il “cuore” cittadino. Invece il risultato è abbastanza discutibile sotto il profilo urbanistico. Quanto alle altezze e ai volumi lungo via Kennedy, oggi appare oggettivamente problematico intervenire sul privato e intanto, come ha sottolineato anche l’architetto Ebner, siamo in presenza di edifici a 2 piani, a ridosso magari di uno a 7 ed è ovvio che questa simmetria non sia il meglio che si poteva fare. Con i piani futuri - conclude - sarebbe opportuno introdurre possibilità di correzioni». (b.c.)

L’architettura cittadina “paga” la crescita caotica

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 16 GENNAIO 2009





Esperti a confronto: Cattelan condivide l’idea di Ebner





LAIVES. Il giudizio dell’architetto Thomas Ebner sullo sviluppo urbanistico della città, pronunciato durante la presentazione della mostra “Il verde al centro”, è condiviso in buona parte anche dall’architetto Giorgio Cattelan, professionista che ha “firmato” diverse zone residenziali a livello comunale ed è attualmente anche presidente del Coordinamento arte La Goccia. Secondo Ebner, lo ricordiamo, Laives è cresciuta in maniera abbastanza caotica, senza un disegno preciso e armonico alla base. «In effetti - fa quindi eco Cattelan - negli anni scorsi si è costruito molto, forse troppo e in un lasso di tempo breve. Così è mancata la programmazione in prospettiva futura e lo si verifica in varie zone, via Kennedy compresa. Per il futuro quindi sarebbe opportuno rallentare e concentrarsi sul recupero e la riqualificazione dell’esistente. Ritengo che si sia persa un’occasione importante con la trasformazione del complesso “Crosara”, dove il Comune avrebbe dovuto pretendere dal privato un concorso di idee così da scegliere quella migliore per il “cuore” cittadino. Invece il risultato è abbastanza discutibile sotto il profilo urbanistico. Quanto alle altezze e ai volumi lungo via Kennedy, oggi appare oggettivamente problematico intervenire sul privato e intanto, come ha sottolineato anche l’architetto Ebner, siamo in presenza di edifici a 2 piani, a ridosso magari di uno a 7 ed è ovvio che questa simmetria non sia il meglio che si poteva fare. Con i piani futuri - conclude - sarebbe opportuno introdurre possibilità di correzioni». (b.c.)





Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport e Centro sportivo provinciale


 


Nel numero 4 del quindicinale “Qui Bassa Atesina” a pag. 5 viene data la notizia che a completamento della cittadella dello sport sarebbe prevista la realizzazione di un centro medico sportivo con servizi di medicina dello sport e riabilitazione fisioterapica. Nell’articolo non si fa riferimento in quale lotto sarebbe prevista la costruzione di tali strutture e pertanto


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. se vi sia un qualche fondamento nella notizia riportata dal quindicinale;

  2. se nella fattispecie si tratti del Centro sportivo provinciale o di altra struttura;

  3. in quale lotto ed in quali tempi sarebbe prevista la sua costruzione;

  4. se anche per esso siano già previsti i finanziamenti provinciali e a quanto ammontino;

  5. se prima della realizzazione dell’intera opera sia prevista la bonifica delle zone un tempo adibite a discarica di cui la prima per i rifiuti urbani di Bolzano e la seconda, più a est, per inerti;

  6. Se  per un’opera di tali dimensioni  e data la sensibilità idrogeologica del territorio siano previste:


a)       la valutazione di impatto ambientale;


b)      la consultazione preventiva dei cittadini eventualmente anche attraverso lo strumento del referendum consultivo.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


 


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  12 gennaio 2009






Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport e Centro sportivo provinciale


 


Nel numero 4 del quindicinale “Qui Bassa Atesina” a pag. 5 viene data la notizia che a completamento della cittadella dello sport sarebbe prevista la realizzazione di un centro medico sportivo con servizi di medicina dello sport e riabilitazione fisioterapica. Nell’articolo non si fa riferimento in quale lotto sarebbe prevista la costruzione di tali strutture e pertanto


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. se vi sia un qualche fondamento nella notizia riportata dal quindicinale;

  2. se nella fattispecie si tratti del Centro sportivo provinciale o di altra struttura;

  3. in quale lotto ed in quali tempi sarebbe prevista la sua costruzione;

  4. se anche per esso siano già previsti i finanziamenti provinciali e a quanto ammontino;

  5. se prima della realizzazione dell’intera opera sia prevista la bonifica delle zone un tempo adibite a discarica di cui la prima per i rifiuti urbani di Bolzano e la seconda, più a est, per inerti;

  6. Se  per un’opera di tali dimensioni  e data la sensibilità idrogeologica del territorio siano previste:


a)       la valutazione di impatto ambientale;


b)      la consultazione preventiva dei cittadini eventualmente anche attraverso lo strumento del referendum consultivo.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


 


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  12 gennaio 2009