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venerdì 30 gennaio 2009

BILANCIO












Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale





Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.


Devo però dire di averla trovata deludente.


 


È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.


 


Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza  una sorta di distacco dai problemi più urgenti.


Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.


 


Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.


 


È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale  da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.


 


Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.


 


Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.


 


La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.


 


A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.


Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?


La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io-   della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)


 


Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.


Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.


 


Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.


Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.


Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.


(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).


 


Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.


 


Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….


Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.


 


La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.


 


Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.


 


 

Ma veniamo ora alle singole relazioni


 


Urbanistica


Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.


Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.


 


Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.


 


Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)


 


Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.


Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.


Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.


 


Sociale.


La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.


 


Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –


Poveri -  ci si fa sponsor del banco alimentare


Solidarietà- volontariato


 


Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi


 


Cultura e giovani


Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.


Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.


Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.


 


Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.


 


 


 


Lavori pubblici


Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.


Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.


 


Assessorato alle attività economiche.


Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.


Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.


 


Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.


Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.


 


E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.


 


Riqualificazione urbana


Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.


Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.


 


Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.


 


Dichiarazione di voto








Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.


Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.





Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.





Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.


Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.


Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.



BILANCIO












Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale





Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.


Devo però dire di averla trovata deludente.


 


È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.


 


Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza  una sorta di distacco dai problemi più urgenti.


Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.


 


Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.


 


È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale  da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.


 


Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.


 


Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.


 


La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.


 


A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.


Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?


La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io-   della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)


 


Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.


Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.


 


Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.


Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.


Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.


(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).


 


Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.


 


Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….


Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.


 


La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.


 


Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.


 


 

Ma veniamo ora alle singole relazioni


 


Urbanistica


Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.


Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.


 


Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.


 


Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)


 


Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.


Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.


Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.


 


Sociale.


La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.


 


Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –


Poveri -  ci si fa sponsor del banco alimentare


Solidarietà- volontariato


 


Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi


 


Cultura e giovani


Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.


Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.


Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.


 


Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.


 


 


 


Lavori pubblici


Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.


Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.


 


Assessorato alle attività economiche.


Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.


Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.


 


Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.


Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.


 


E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.


 


Riqualificazione urbana


Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.


Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.


 


Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.


 


Dichiarazione di voto








Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.


Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.





Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.





Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.


Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.


Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.



Vallarsa: è la strada delle polemiche

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 30 GENNAIO 2009





Ancora schermaglie politiche sullo studio che prevede un tunnel di circa 600 metri



LAIVES. La schermaglia in aula consiliare tra Alberto Alberti (Pd) di professione archeologo e il geometra Gazzini, tecnico che ha realizzato lo studio per una strada di collegamento che dalla Vallarsa raggiunga alcuni masi sparsi sopra la chiesetta del Peterkoefele, non ha ulteriori risvolti politici. Lo sottolinea Dino Gagliardini, coordinatore comunale dei Ds, che relega l’episodio tra quelli di «ordinario confronto interno del gruppo». Ricordiamo che Alberti aveva bocciato la proposta di realizzare una galleria di 600 metri sotto il cocuzzolo su cui si trova la chiesetta simbolo della città, ritenendo quest’opera eccessivamente invasiva per il sito di interesse storico e archeologico del Peterkoefele. A sua volta il geometra Gazzini ha difeso la scelta come quella meno impattante e più discreta anche dal punto di vista ambientale, una strada lunga complessivamente 5 chilometri, con 600 metri di galleria e una pendenza media dell’11,5 per cento. Costo 1,7 milioni di euro, con il contributo provinciale che arriverà all’80 per cento, il tutto per eliminare il pericolo di caduta massi esistente e alcuni punti con il 30 per cento di pendenza.

Critico verso il progetto anche il consigliere Rosario Grasso (Rc) perché con il progetto di fatto verrà ridotta la zona delimitata come “monumento naturale. Per Borin (Pdl) la questione sarebbe da approfondire. (b.c.)

Vallarsa: è la strada delle polemiche

ALTO ADIGE - VENERDÌ, 30 GENNAIO 2009





Ancora schermaglie politiche sullo studio che prevede un tunnel di circa 600 metri



LAIVES. La schermaglia in aula consiliare tra Alberto Alberti (Pd) di professione archeologo e il geometra Gazzini, tecnico che ha realizzato lo studio per una strada di collegamento che dalla Vallarsa raggiunga alcuni masi sparsi sopra la chiesetta del Peterkoefele, non ha ulteriori risvolti politici. Lo sottolinea Dino Gagliardini, coordinatore comunale dei Ds, che relega l’episodio tra quelli di «ordinario confronto interno del gruppo». Ricordiamo che Alberti aveva bocciato la proposta di realizzare una galleria di 600 metri sotto il cocuzzolo su cui si trova la chiesetta simbolo della città, ritenendo quest’opera eccessivamente invasiva per il sito di interesse storico e archeologico del Peterkoefele. A sua volta il geometra Gazzini ha difeso la scelta come quella meno impattante e più discreta anche dal punto di vista ambientale, una strada lunga complessivamente 5 chilometri, con 600 metri di galleria e una pendenza media dell’11,5 per cento. Costo 1,7 milioni di euro, con il contributo provinciale che arriverà all’80 per cento, il tutto per eliminare il pericolo di caduta massi esistente e alcuni punti con il 30 per cento di pendenza.

Critico verso il progetto anche il consigliere Rosario Grasso (Rc) perché con il progetto di fatto verrà ridotta la zona delimitata come “monumento naturale. Per Borin (Pdl) la questione sarebbe da approfondire. (b.c.)

mercoledì 28 gennaio 2009

Scontro sulla nuova strada

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 29 GENNAIO 2009





CONSIGLIO COMUNALE



Critiche al collegamento per i masi sopra Peterköfele





LAIVES. Battibecco in consiglio comunale tra il consigliere Ds Alberto Alberti e il geometra Gazzini, che ha presentato l’ipotesi di collegamento per i masi sopra il Peterkoefele oggi serviti da una strada pericolosa e accidentata. Alberti di professione è archeologo e in questa veste ha criticato la proposta del tecnico che prevede una breve galleria sotto il cocuzzolo morenico sul quale poggia la chiesetta medievale del Peterkoefele, simbolo comunale. «Non è senza sconcerto che io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra città - ha detto Alberti - perché siamo tra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze del passato».

Secondo Alberti si potrebbe trovare una soluzione diversa, che non invada un’area di accertato interesse storico e archeologico. Il geometra Gazzini però ha difeso fermamente la scelta, frutto, ha detto, «di un paio d’anni di verifiche e discussioni. La galleria rappresenta proprio la soluzione meno invasiva dal punto ambientale, perché sarà pressoché invisibile dal fondovalle. La strada costerà complessivamente 1 milione 700 mila euro, finanziati all’80 per cento dalla Provincia e avrà pendenza media dell’11,5 per cento. (b.c.)

Scontro sulla nuova strada

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 29 GENNAIO 2009





CONSIGLIO COMUNALE



Critiche al collegamento per i masi sopra Peterköfele





LAIVES. Battibecco in consiglio comunale tra il consigliere Ds Alberto Alberti e il geometra Gazzini, che ha presentato l’ipotesi di collegamento per i masi sopra il Peterkoefele oggi serviti da una strada pericolosa e accidentata. Alberti di professione è archeologo e in questa veste ha criticato la proposta del tecnico che prevede una breve galleria sotto il cocuzzolo morenico sul quale poggia la chiesetta medievale del Peterkoefele, simbolo comunale. «Non è senza sconcerto che io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra città - ha detto Alberti - perché siamo tra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze del passato».

Secondo Alberti si potrebbe trovare una soluzione diversa, che non invada un’area di accertato interesse storico e archeologico. Il geometra Gazzini però ha difeso fermamente la scelta, frutto, ha detto, «di un paio d’anni di verifiche e discussioni. La galleria rappresenta proprio la soluzione meno invasiva dal punto ambientale, perché sarà pressoché invisibile dal fondovalle. La strada costerà complessivamente 1 milione 700 mila euro, finanziati all’80 per cento dalla Provincia e avrà pendenza media dell’11,5 per cento. (b.c.)

Consiglio comunale: riconfinamento del monumento naturale della Vallarsa

Pubblichiamo con piacere l'intervento pronunciato dal consigliere Alberto Alberti sul riconfinamento del "Monumento naturale della gola della Vallarsa"



Egregi colleghi, geherte Kollegen,


non è senza sconcerto che oggi io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra Laives.





Da quando mi sono candidato non ho fatto mistero alcuno della mia intenzione di influire positivamente sulle questioni dei beni culturali. In questo momento e nel futuro intendo apportare il mio personale contributo al cambiamento di rotta sulla tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio. Siamo fra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze sul nostro passato.





Laives nel periodo dal medioevo agli inizi dell’età moderna ha avuto certamente un ruolo forse meno importante di altri paesi vicini (si veda ad es. Bronzolo), ma non per questo le poche testimonianze del suo passato devono essere sempre cancellate o maltrattate come si è fatto fino ad oggi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche. A volte i privati, pur con vincoli maggiori e onerosi, hanno dato il buon esempio (si vedano gli edifici della vecchia Posta e del Kerker).


Il colle del Peterköfele è per noi un simbolo, non a caso è diventato anche soggetto principale del nostro stemma comunale. Ho portato la nuova versione dello stemma comunale, se dovesse passare questo progetto.


Su quel colle fu eretto nella preistoria un luogo di culto del tipo a rogo votivo (Brandopferplatz), da cui probabilmente il toponimo Liechtenstein, letteralmente “sasso delle luci”. Per inciso vorrei ricordare che i roghi votivi preistorici sono stati ripresi successivamente in epoca pienamente cristiana con i famosi fuochi del Sacro Cuore.


Agli inizi del medioevo la “pietra lucente” funzionò molto probabilmente da castello rifugio, ricordo che nella zona tra Pineta e Bronzolo, correva il confine fra il ducato longobardo di Trento e quello baiuvaro, e ci furono alcuni scontri militari proprio in queste zone. Venne quindi eretta una chiesetta dedicata non a caso a San Pietro. Nel medioevo fu costruito anche un castello che venne dato in feudo dal principe vescovo di Trento alla famiglia che proprio dal posto venne chiamata von Liechtenstein.


Mainardo di Tirolo distrusse il castello e incorporò quel feudo fra i propri territori, la contea del Tirolo. La chiesetta fu risparmiata e rimase a simbolo duraturo del sentimento religioso e culturale degli abitanti di Leifers.





Sul colle ancor oggi ci sono i resti del castello ed è mia intenzione in un prossimo futuro di riprendere le campagne di ricerca e valorizzazione, al fine di renderli meglio visibili e comprensibili, come nuovo punto di attrazione turistico-culturale, riservato non solo a spaesati turisti di passaggio, ma anche alla popolazione locale.





Io non intendo oppormi a un sacrosanto diritto delle 19 persone che abitano su quei masi, di poter accedere in piena sicurezza alle loro abitazioni, ma rivendico pure il diritto dei restanti 15000 abitanti di preservare il nostro paesaggio storico e naturale, come elemento unico e caratterizzante, soprattutto per quella parte del nostro territorio che ne è il simbolo.


Ci sono le opportunità, le capacità e le risorse per rispondere alla loro richiesta e preservare nello stesso tempo il nostro patrimonio.





Ho qui portato due proposte alternative con un impatto minore e meglio accettabile.


Invito quindi tutti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ovvero coloro che hanno a cuore la propria città, i veri cittadini laivesotti, die echten Leiferer-Bürger, a fermare questo scellerato progetto e a trovare una soluzione migliore. Grazie


Consiglio comunale: riconfinamento del monumento naturale della Vallarsa

Pubblichiamo con piacere l'intervento pronunciato dal consigliere Alberto Alberti sul riconfinamento del "Monumento naturale della gola della Vallarsa"



Egregi colleghi, geherte Kollegen,


non è senza sconcerto che oggi io debba difendere per l’ennesima volta il patrimonio storico-naturalistico della nostra Laives.





Da quando mi sono candidato non ho fatto mistero alcuno della mia intenzione di influire positivamente sulle questioni dei beni culturali. In questo momento e nel futuro intendo apportare il mio personale contributo al cambiamento di rotta sulla tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio. Siamo fra i pochi comuni sudtirolesi che non tutelano adeguatamente le ormai poche testimonianze sul nostro passato.





Laives nel periodo dal medioevo agli inizi dell’età moderna ha avuto certamente un ruolo forse meno importante di altri paesi vicini (si veda ad es. Bronzolo), ma non per questo le poche testimonianze del suo passato devono essere sempre cancellate o maltrattate come si è fatto fino ad oggi, soprattutto da parte delle amministrazioni pubbliche. A volte i privati, pur con vincoli maggiori e onerosi, hanno dato il buon esempio (si vedano gli edifici della vecchia Posta e del Kerker).


Il colle del Peterköfele è per noi un simbolo, non a caso è diventato anche soggetto principale del nostro stemma comunale. Ho portato la nuova versione dello stemma comunale, se dovesse passare questo progetto.


Su quel colle fu eretto nella preistoria un luogo di culto del tipo a rogo votivo (Brandopferplatz), da cui probabilmente il toponimo Liechtenstein, letteralmente “sasso delle luci”. Per inciso vorrei ricordare che i roghi votivi preistorici sono stati ripresi successivamente in epoca pienamente cristiana con i famosi fuochi del Sacro Cuore.


Agli inizi del medioevo la “pietra lucente” funzionò molto probabilmente da castello rifugio, ricordo che nella zona tra Pineta e Bronzolo, correva il confine fra il ducato longobardo di Trento e quello baiuvaro, e ci furono alcuni scontri militari proprio in queste zone. Venne quindi eretta una chiesetta dedicata non a caso a San Pietro. Nel medioevo fu costruito anche un castello che venne dato in feudo dal principe vescovo di Trento alla famiglia che proprio dal posto venne chiamata von Liechtenstein.


Mainardo di Tirolo distrusse il castello e incorporò quel feudo fra i propri territori, la contea del Tirolo. La chiesetta fu risparmiata e rimase a simbolo duraturo del sentimento religioso e culturale degli abitanti di Leifers.





Sul colle ancor oggi ci sono i resti del castello ed è mia intenzione in un prossimo futuro di riprendere le campagne di ricerca e valorizzazione, al fine di renderli meglio visibili e comprensibili, come nuovo punto di attrazione turistico-culturale, riservato non solo a spaesati turisti di passaggio, ma anche alla popolazione locale.





Io non intendo oppormi a un sacrosanto diritto delle 19 persone che abitano su quei masi, di poter accedere in piena sicurezza alle loro abitazioni, ma rivendico pure il diritto dei restanti 15000 abitanti di preservare il nostro paesaggio storico e naturale, come elemento unico e caratterizzante, soprattutto per quella parte del nostro territorio che ne è il simbolo.


Ci sono le opportunità, le capacità e le risorse per rispondere alla loro richiesta e preservare nello stesso tempo il nostro patrimonio.





Ho qui portato due proposte alternative con un impatto minore e meglio accettabile.


Invito quindi tutti i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, ovvero coloro che hanno a cuore la propria città, i veri cittadini laivesotti, die echten Leiferer-Bürger, a fermare questo scellerato progetto e a trovare una soluzione migliore. Grazie


Monumento naturale Vallarsa: perpetrato lo scempio





Ieri sera, durante il consiglio comunale, è giunta in discussione una delibera relativa al riconfinamento del monumento naturale della gola della Vallarsa. Il monumento era stato istituito per preservare una delle poche testimonianze del passato di Laives divenute simbolo del nostro comune.


Ora occorreva costruire una strada di collegamento per i masi che si trovano al di sopra della chiesetta di S. Pietro, ma il tracciato veniva ad attraversare per un tratto di seicento metri il monumento e pertanto l’ufficio preposto alla sua salvaguardia ha negato il benestare. Come rendere compatibili dunque la protezione del monumento con il diritto dei proprietari dei masi ad una strada d’accesso?


La soluzione poteva venire in mente solo a qualche burocrate: se la montagna non va a Maometto sarà Maometto ad andare alla montagna! Ed ecco che per evitare il rischio di un deturpamento del monumento si procede alla sua riduzione così il tracciato ora non rischierà di danneggiare alcunché passando al di fuori dei suoi confini.


L’intervento appassionato e competente del consigliere Alberti ha reso edotto il consiglio della scempiaggine che si stava per fare e, successivamente, lo stesso consigliere ha avanzato alcune soluzioni alternative.


A questo punto sarebbe stata utile e necessaria una pausa di riflessione per esaminare queste proposte, ma ci si è trovati di fronte all’insensibilità palese di buona parte del consiglio e lo scempio è stato perpetrato con l’approvazione della modifica.


E pensare che qualche tempo fa ci si era spesi per un’iniziatica che metteva la cultura in primo piano quale motore di sviluppo per l’intera comunità, ma tra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo il mare!


 


Rifondazione Comunista - Laives

Monumento naturale Vallarsa: perpetrato lo scempio





Ieri sera, durante il consiglio comunale, è giunta in discussione una delibera relativa al riconfinamento del monumento naturale della gola della Vallarsa. Il monumento era stato istituito per preservare una delle poche testimonianze del passato di Laives divenute simbolo del nostro comune.


Ora occorreva costruire una strada di collegamento per i masi che si trovano al di sopra della chiesetta di S. Pietro, ma il tracciato veniva ad attraversare per un tratto di seicento metri il monumento e pertanto l’ufficio preposto alla sua salvaguardia ha negato il benestare. Come rendere compatibili dunque la protezione del monumento con il diritto dei proprietari dei masi ad una strada d’accesso?


La soluzione poteva venire in mente solo a qualche burocrate: se la montagna non va a Maometto sarà Maometto ad andare alla montagna! Ed ecco che per evitare il rischio di un deturpamento del monumento si procede alla sua riduzione così il tracciato ora non rischierà di danneggiare alcunché passando al di fuori dei suoi confini.


L’intervento appassionato e competente del consigliere Alberti ha reso edotto il consiglio della scempiaggine che si stava per fare e, successivamente, lo stesso consigliere ha avanzato alcune soluzioni alternative.


A questo punto sarebbe stata utile e necessaria una pausa di riflessione per esaminare queste proposte, ma ci si è trovati di fronte all’insensibilità palese di buona parte del consiglio e lo scempio è stato perpetrato con l’approvazione della modifica.


E pensare che qualche tempo fa ci si era spesi per un’iniziatica che metteva la cultura in primo piano quale motore di sviluppo per l’intera comunità, ma tra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo il mare!


 


Rifondazione Comunista - Laives

sabato 24 gennaio 2009

ORA: Otto priorità per impostare il futuro

ALTO ADIGE - DOMENICA, 25 GENNAIO 2009





I
nterventi a medio e lungo termine. Primi vantaggi dalla variante



In aula la sintesi dello studio elaborato in collaborazione con residenti e varie categorie





ORA. Mercoledì sera il consiglio comunale sarà chiamato ad esaminare ed approvare le linee guida per il futuro della cittadina. Lo studio - molto articolato e soprattutto frutto dei pareri raccolti fra i residenti, le associazioni e le categorie economiche - è stato riassunto in otto punti che contengono i vari interventi ritenuti necessari nel breve, medio e lungo termine.

I primi risultati sono emersi dall’analisi dei questionari - sono stati 1412 - compilati dai residenti in merito al futuro di Ora. La ditta «Kiron» e l’Università di Trento hanno concluso l’analisi delle risposte ed elaborato quindi uno studio che riassume i desideri della popolazione. Proprio queste aspettative sono, secondo la giunta comunale, la base su cui impostare il piano di sviluppo della cittadina. Adesso il consiglio deve dare il benestare allo studio.



Se il traffico continua ad essere considerato una vera e propria palla al piede per lo sviluppo di Ora - ma i primi positivi vantaggi sono arrivati grazie all’apertura del tratto di variante con il tunnel Castelfeder - dalle indicazioni dei residenti emergono una serie di precise richieste. Interessante appare il capitolo relativo alla qualità della vita in relazione soprattutto alle grandi opere che sono previste.

Per quanto riguarda l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano, il 60,8 per cento ritiene che finirà per peggiorare la vivibilità nella cittadina; sull’eventuale costruzione della tratta di accesso in galleria della nuova linea ferroviaria del Brennero, il 29,3 per cento delle risposte nel questionario sostengono che l’opera finirà per peggiorare la qualità della vita ma i pareri, in tal senso, sono discordanti con percentuali intorno al 22-24 per cento che non prevedono conseguenze per la vivibilità. Netto il parere contrario - proprio perchè si temono conseguenze - alla realizzazione di un impianto per i fanghi in Bassa Atesina ed anche all’eventuale ampliamento dell’autostrada del Brennero con la terza corsia. A proposito di vivibilità, interessanti anche le indicazioni fornite dai residenti in merito alla domanda se fossero o meno d’accordo su una maggiore animazione della piazza Heinrich Lona: il 71,2 per cento ritiene che ci si debba muovere proprio in questa direzione, il 14,5% si è dichiarato contrario mentre il 14,3% non ha espresso alcuna opinione. Formulate, in tal senso, anche una serie di proposte con la percentuale più alta a favore di un mercato del contadino una volta alla settimana, manifestazioni culturali e sociali ed anche la sistemazione di più alberi oltre che di più verde.



ORA: Otto priorità per impostare il futuro

ALTO ADIGE - DOMENICA, 25 GENNAIO 2009





I
nterventi a medio e lungo termine. Primi vantaggi dalla variante



In aula la sintesi dello studio elaborato in collaborazione con residenti e varie categorie





ORA. Mercoledì sera il consiglio comunale sarà chiamato ad esaminare ed approvare le linee guida per il futuro della cittadina. Lo studio - molto articolato e soprattutto frutto dei pareri raccolti fra i residenti, le associazioni e le categorie economiche - è stato riassunto in otto punti che contengono i vari interventi ritenuti necessari nel breve, medio e lungo termine.

I primi risultati sono emersi dall’analisi dei questionari - sono stati 1412 - compilati dai residenti in merito al futuro di Ora. La ditta «Kiron» e l’Università di Trento hanno concluso l’analisi delle risposte ed elaborato quindi uno studio che riassume i desideri della popolazione. Proprio queste aspettative sono, secondo la giunta comunale, la base su cui impostare il piano di sviluppo della cittadina. Adesso il consiglio deve dare il benestare allo studio.



Se il traffico continua ad essere considerato una vera e propria palla al piede per lo sviluppo di Ora - ma i primi positivi vantaggi sono arrivati grazie all’apertura del tratto di variante con il tunnel Castelfeder - dalle indicazioni dei residenti emergono una serie di precise richieste. Interessante appare il capitolo relativo alla qualità della vita in relazione soprattutto alle grandi opere che sono previste.

Per quanto riguarda l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano, il 60,8 per cento ritiene che finirà per peggiorare la vivibilità nella cittadina; sull’eventuale costruzione della tratta di accesso in galleria della nuova linea ferroviaria del Brennero, il 29,3 per cento delle risposte nel questionario sostengono che l’opera finirà per peggiorare la qualità della vita ma i pareri, in tal senso, sono discordanti con percentuali intorno al 22-24 per cento che non prevedono conseguenze per la vivibilità. Netto il parere contrario - proprio perchè si temono conseguenze - alla realizzazione di un impianto per i fanghi in Bassa Atesina ed anche all’eventuale ampliamento dell’autostrada del Brennero con la terza corsia. A proposito di vivibilità, interessanti anche le indicazioni fornite dai residenti in merito alla domanda se fossero o meno d’accordo su una maggiore animazione della piazza Heinrich Lona: il 71,2 per cento ritiene che ci si debba muovere proprio in questa direzione, il 14,5% si è dichiarato contrario mentre il 14,3% non ha espresso alcuna opinione. Formulate, in tal senso, anche una serie di proposte con la percentuale più alta a favore di un mercato del contadino una volta alla settimana, manifestazioni culturali e sociali ed anche la sistemazione di più alberi oltre che di più verde.



martedì 20 gennaio 2009

«Scuola trilingue, servono iscritti»

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009





di Bruno Canali





L’accorato appello delle mamme: aiutateci a proseguire l’esperienza





Stanno per scadere i termini per i bimbi che finiscono l’asilo




LAIVES. La scuola plurilingue, avviata quest’anno per la prima volta all’elementare italiana di S. Giacomo, sta dando ottimi risultati. Tutti sono soddisfatti dell’esperimento, ma per garantire continuità a questa iniziativa (fortemente voluta dai genitori) occorre che anche per il prossimo anno scolastico vi siano adeguate iscrizioni. I tempi sono stretti - entro questo fine settimana - e l’appello è rivolto alle famiglie con figli all’ultimo anno di scuola materna.

«Cari genitori di bambini che frequentano l’ultimo anno di asilo - inizia così la lettera spedita da Barbara Perbellini, una delle mamme che ha contribuito alla realizzazione dell’esperimento linguistico - i nostri figli stanno crescendo molto in fretta ed è già tempo di iscriverli alle scuole primarie. Un grande quesito per noi è da sempre questo: scegliere una scuola prevalentemente italiana o una prevalentemente tedesca? Da qui è nata la nostra ricerca e siamo arrivare alla conclusione che non vi sia patrimonio più grande della conoscenza delle lingue». A favore di questa iniziativa, fin dall’esordio, il dirigente scolastico Luigino Endrighi, insieme all’assessore alla cultura e alla scuola, Liliana Di Fede. «Abbiamo avuto poi la fortuna di trovare insegnanti meravigliose - spiega Barbara Per bellini - e il progetto trilingue ha potuto prendere il via. Adesso ci siamo poste la domanda se non sia il caso di attivare un’altra prima classe anche per il prossimo anno scolastico e abbiamo verificato che si tratterebbe solo di numeri ovvero, di iscrizioni. Così lanciamo l’appello a fare richiesta di partecipare e di farlo al più presto perché i termini scadono a fine settimana». Per informazioni si può anche scrivere a barbaraperbellini@gmail.com oppure chiedere direttamente alla segreteria scolastica dell’elementare italiana «Gandhi».























«Buoni riscontri, speriamo di andare avanti»
 
L’assessora Di Fede: l’Università svolge verifiche periodiche


 LAIVES. «Nutro anch’io una sincera speranza che si possa continuare con la scuola trilingue all’elementare di San Giacomo». Lo afferma l’assessora Liliana Di Fede, che ha creduto in questa iniziativa fin dall’inizio, portandola avanti con decisione. «Dalle verifiche che facciamo periodicamente, anche con il comitato scientifico dell’Università che segue l’iniziativa -- continua Liliana Di Fede - ricaviamo riscontri molto positivi e perciò esorto le famiglie interessate ad iscrivere i propri bambini che escono quest’anno dalla scuola materna». Dal punto di vista pratico, nella prima classe plurilingue le lezioni si svolgono normalmente utilizzando al 45 per cento la lingua italiana, al 45 per cento quella tedesca, in «compresenza e contemporaneità» dell’insegnante italiano, e al 10 per cento l’inglese, ognuna con il supporto di un insegnante di madrelingua. La sperimentazione di San Giacomo è vista con grande interesse nel resto della provincia. (b.c.)

«Scuola trilingue, servono iscritti»

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009





di Bruno Canali





L’accorato appello delle mamme: aiutateci a proseguire l’esperienza





Stanno per scadere i termini per i bimbi che finiscono l’asilo




LAIVES. La scuola plurilingue, avviata quest’anno per la prima volta all’elementare italiana di S. Giacomo, sta dando ottimi risultati. Tutti sono soddisfatti dell’esperimento, ma per garantire continuità a questa iniziativa (fortemente voluta dai genitori) occorre che anche per il prossimo anno scolastico vi siano adeguate iscrizioni. I tempi sono stretti - entro questo fine settimana - e l’appello è rivolto alle famiglie con figli all’ultimo anno di scuola materna.

«Cari genitori di bambini che frequentano l’ultimo anno di asilo - inizia così la lettera spedita da Barbara Perbellini, una delle mamme che ha contribuito alla realizzazione dell’esperimento linguistico - i nostri figli stanno crescendo molto in fretta ed è già tempo di iscriverli alle scuole primarie. Un grande quesito per noi è da sempre questo: scegliere una scuola prevalentemente italiana o una prevalentemente tedesca? Da qui è nata la nostra ricerca e siamo arrivare alla conclusione che non vi sia patrimonio più grande della conoscenza delle lingue». A favore di questa iniziativa, fin dall’esordio, il dirigente scolastico Luigino Endrighi, insieme all’assessore alla cultura e alla scuola, Liliana Di Fede. «Abbiamo avuto poi la fortuna di trovare insegnanti meravigliose - spiega Barbara Per bellini - e il progetto trilingue ha potuto prendere il via. Adesso ci siamo poste la domanda se non sia il caso di attivare un’altra prima classe anche per il prossimo anno scolastico e abbiamo verificato che si tratterebbe solo di numeri ovvero, di iscrizioni. Così lanciamo l’appello a fare richiesta di partecipare e di farlo al più presto perché i termini scadono a fine settimana». Per informazioni si può anche scrivere a barbaraperbellini@gmail.com oppure chiedere direttamente alla segreteria scolastica dell’elementare italiana «Gandhi».























«Buoni riscontri, speriamo di andare avanti»
 
L’assessora Di Fede: l’Università svolge verifiche periodiche


 LAIVES. «Nutro anch’io una sincera speranza che si possa continuare con la scuola trilingue all’elementare di San Giacomo». Lo afferma l’assessora Liliana Di Fede, che ha creduto in questa iniziativa fin dall’inizio, portandola avanti con decisione. «Dalle verifiche che facciamo periodicamente, anche con il comitato scientifico dell’Università che segue l’iniziativa -- continua Liliana Di Fede - ricaviamo riscontri molto positivi e perciò esorto le famiglie interessate ad iscrivere i propri bambini che escono quest’anno dalla scuola materna». Dal punto di vista pratico, nella prima classe plurilingue le lezioni si svolgono normalmente utilizzando al 45 per cento la lingua italiana, al 45 per cento quella tedesca, in «compresenza e contemporaneità» dell’insegnante italiano, e al 10 per cento l’inglese, ognuna con il supporto di un insegnante di madrelingua. La sperimentazione di San Giacomo è vista con grande interesse nel resto della provincia. (b.c.)

domenica 18 gennaio 2009

Le provocazioni della Lega Nord

ALTO ADIGE - DOMENICA 18 GENNAIO 2009 - LETTERE



 La domanda sorge spontanea: com’è possibile che un partito come la Lega Nord possa esistere in uno stato che si dice democratico fondato su una Costituzione che salvaguarda i diritti di tutti, anche quelli religiosi? Partito addirittura di governo e ago della bilancia per le sorti di questo nostro (anzi loro) disastrato Paese! Ben conosciamo le più disparate iniziative che loro chiamano “folkloristiche”: lo erano anche le feste di piazza delle camicie brune in Germania negli anni di Weimar a base di Würstel e birra, organizzate da “dirigenti attivi e capaci” di pura razza ariana delle varie città del futuro Reich. Portare il maialino (poveretto, sarebbe dovuta intervenire la protezione animali!) per rendere impuro il terreno viene definito “scherzo di carnevale”? Faccio fatica veramente a trovare le parole per continuare, provo solo tanto dolore e rabbia perché come essere umano coniugato con una cittadina straniera (non musulmana) “questi attivi e capaci dirigenti locali” offendono la mia sensibilità nei confronti di altre persone meno fortunate di noi. Ma certo, oggi valori, ideali di solidarietà, intelligenza trovano ben poco spazio nell’Italia governata da partiti come la Lega! “Il maialino” come “provocazione per attirare l’attenzione sul tema”? Paradossale e incredibile! Continuate pure con il vostro “folklore”, continuate ad emanare leggi per vessare gli stranieri, ma che ricadono necessariamente anche sugli italiani, continuate...“Con la democrazia in mano a questi signori le cose vanno bene. Dinanzi a noi si apre un brillante passato.” (da Eulenspiegel, 1959)

Franco Zadra NOVA PONENTE