Pubblichiamo la traccia del nostro intervento in Consiglio comunale
Anche quest’anno sono subito andato a leggermi la relazione del sindaco non tanto perché sia la prima in ordine di impaginazione, ma perché solitamente è la più densa di contenuti politici.
Devo però dire di averla trovata deludente.
È una relazione, intendiamoci, inappuntabile sul piano formale, supportata dai numeri, ma troppo scarna, quasi da contabile. Manca la politica, la progettualità, sono assenti progetti ambiziosi. Vi è come una presa d’atto della realtà di un bilancio povero, troppo condizionato dall’incidenza delle spese ordinarie e dalla mancanza di fondi in grado di supportare dei progetti e della necessità quindi di andare a battere cassa in provincia il che pone l’amministrazione inevitabilmente in una posizione di subalternità.
Ed ecco allora la puntuale e fredda esposizione dei dati, la loro analisi, la rivendicazione del lavoro fatto a stretto contatto degli uffici per ridurre gli sprechi, ma si tratta di una pura operazione contabile, di facciata, che non inverte sostanzialmente la situazione economica del comune e che ha come conseguenza una sorta di distacco dai problemi più urgenti.
Quello che viene a mancare è la passione politica che nel sindaco abbiamo conosciuto in altri tempi.
Certo vi è la consapevolezza che non sia possibile un aggravio del bilancio delle famiglie, ma è vissuto come una maledizione che ostacola il libero dispiegarsi della progettualità della maggioranza che quindi resta inintellegibile, in secondo piano.
È dunque lo scoramento la cifra che domina tutte le relazioni ed è tale da oscurare il problema centrale per la popolazione di Laives tanto che non trova spazio, nemmeno il minimo accenno, quasi si volesse esorcizzarlo.
Eppure il carovita, la difficoltà di arrivare a fine mese per una popolazione con redditi medio bassi, dovrebbe essere “il problema” per un’amministrazione che, nonostante i mutamenti occorsi, continua a definirsi di centrosinistra.
Si tratta di una situazione comprensibile, quasi oggettiva. I dati parlano chiaro e non sono contestabili, ma c’è un ma, un’obiezione che non si può trascurare.
La coscienza della rigidità dei bilanci è pregressa, veniva denunciata ancora all’inizio del mandato amministrativo e faceva addirittura capolino nei programmi elettorali e dunque non si può andare avanti con lamentele e piagnistei più o meno giustificati, più o meno condivisibili.
A questa amministrazione si chiedeva altro rispetto alle lamentazioni sulla mancanza di fondi.
Cosa si è fatto finora per modificare questa situazione? Quali interventi si sono approntati?
La risposta è che si è continuato a far affidamento su mamma provincia che in un modo o nell’altro avrebbe tirato fuori le castagne dal fuoco (naturalmente in cambio –aggiungo io- della rinuncia alla propria autonomia e dignità di amministrazione comunale)
Il lavoro di attenta analisi delle spese al fine di ridurle e razionalizzarle, lo ripetiamo, a noi sembra una pura operazione di facciata che non affronta il cuore del problema.
Appare più come un mettere le mani avanti per ciò che non si riesce a portare a compimento.
Da tempo insistiamo che oltre a mendicare risorse dalla provincia occorra un piano pluriennale di risparmio che nel contingente può risolversi anche in un aumento delle spese, ma che nel medio periodo possa portare ad un abbattimento delle stesse.
Invece troppo poco è stato intrapreso e si è sorvolato colpevolmente su suggerimenti che venivano dalle opposizioni.
Si continua invece con spese a volte dal vago sapore clientelare, investendo in opere e strutture senza porsi in anticipo il problema dei costi di gestione, la loro reale corrispondenza alle esigenze della comunità per poi essere costretti a rincorrere soluzioni che condizionano l’utilizzo stesso di quelle strutture.
(Black box, birillometro, teatro di S. Giacomo, nuova zona sportiva, ma anche lo stesso municipio).
Ciò che manca è il riferimento sicuro ad una scala di priorità a cui attenersi senza lasciarsi imporre dall’esterno strutture di cui il comune non ha bisogno, oppure ideati per una sorta di ambizione che porta a progettare strutture sovradimensionate per le esigenze dei nostri concittadini.
Certo nella relazione del primo cittadino vi è il riferimento ad alcune importanti capitoli di spesa inerenti il sostegno ai cittadini bisognosi, all’aumento della quota dei servizi domiciliari, ma rimaniamo nella pura continuità amministrativa e nell’ambito di una concezione residuale di welfare con l’attenzione solo a determinati soggetti, alle famiglie numerose, ai poveri….
Non si coglie cioè il segnale della gravità e dell’ampiezza della crisi che, tra l’altro, non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti e che proprio oggi ha portato all’annuncio che 750 posti alla Roechling Automotive sono in pericolo.
La decisione di non ricorrere ad ulteriori mutui, a non rinnovare quelli in scadenza, farà certamente quadrare il bilancio, ma pone Laives nelle condizione di non possedere strumenti per affrontare le emergenze sociali.
Insomma a noi pare che dalle parole del sindaco non emerga un piano e delle priorità che rendano immediatamente intellegibile come si intenda affrontare quest’ultimo scorcio di mandato amministrativo e naturalmente condiziona il nostro voto.
Ma veniamo ora alle singole relazioni
Urbanistica
Il vicesindaco Forti ci dice che questo sarà l’anno del Puc e che molte delle risorse saranno impiegate per preparare l’estensione di questo importante strumento.
Bene. Siamo infatti in colpevole ritardo tanto da mettere in dubbio che si possa giungere alla sua approvazione entro il mandato amministrativo.
Ma la cosa che più ci pare criticabile è il metodo che disattende le promesse di un coinvolgimento della popolazione. Eppure sarebbe bastato guardare al vicino comune di Ora e prendere esempio di come si possa coinvolgere i cittadini.
Secondariamente molte decisioni sono già state prese e certamente non si intende derogare, tanto che, a nostro avviso, si può parlare di un Puc in cui le decisioni strategiche sono già determinate. (Parcheggi, piazza, viabilità, zona sportiva Engl Ossanna,…)
Non ritornerò poi sulle considerazione già espresse sull’uso programmatico della convenzione urbanistica che per noi resta uno strumento per eludere qualsiasi altra determinazione.
Molti poi degli impegni sono solo sulla carta e difficilmente troveranno attuazione per l’opposizione di parti importanti della maggioranza (nucleo centrale di Laives) o perché non vi è copertura finanziaria.
Rimaniamo dunque nel campo delle buone intenzioni.
Sociale.
La relazione appare ponderosa, ma ad una lettura attenta non vi sono novità. Vi è una continuità con il passato, ma non si coglie l’aggravarsi della crisi economica e non si interviene con strumenti o iniziative nuove. Tutto il ragionamento si basa sul trinomio famiglia, poveri, solidarietà ed è forse proprio questa impostazione che non permette di vedere nella sua giusta ampiezza e veridicità la crisi che stiamo attraversando e quindi di individuare gli strumenti più idonei.
Famiglia – si interviene solo sulle famiglie numerose –
Poveri - ci si fa sponsor del banco alimentare
Solidarietà- volontariato
Non si riesce a intervenire con provvedimenti strutturali, duraturi
Cultura e giovani
Abbiamo già avuto modo di dire che l’assessore da una parte dice di non essere a conoscenza di quello che è stato fatto il che ci interroga sul funzionamento della maggioranza.
Dall’altra si pone in continuità con l’operato del suo predecessore quando è evidente che necessitava una cesura.
Questi aspetti condizionano la relazione e il nostro giudizio. Da una parte si rimane ancora troppo nel vago sulle scelte strategiche da operare in questo campo e dall’altra non vi è nessuna nuova proposta nell’elenco delle iniziative previste.
Un ultima considerazione riguarda poi la partecipazione che dev’essere proprio una patata bollente perché appena ve n’è la possibilità viene scaricata su qualcun altro.
Lavori pubblici
Quest’anno non dedicherò molto spazio alla relazione dell’assessore Gerolimon. D’altra parte con i pochi soldi a disposizione devo dire che è riuscito a produrre una relazione ponderosa. Interessante è l’impegno a indire gare con il metodo qualità prezzo il che vuol dire che si inizia a far tesoro delle esperienze negative sin qui avute.
Per il resto si evince che non si sa dove andare a sbattere la testa per realizzare le opere in programma in quanto i finanziamenti non sono ancora sicuri.
Assessorato alle attività economiche.
Credo che sarebbe più giusto ridenominarlo assessore dei commercianti lasciando alla categoria giudicare la bontà del suo operato.
Da parte mia trovo vergognoso che dopo i ripetuti impegni presi non abbia trovato la decenza di inserire una riga sul problema carovita.
Un altro appunto, che non riguarda nello specifico solamente l’assessore Ceschini riguarda l’impegno alla copertura dello stadio del ghiaccio.
Questa struttura negli anni è stata sempre oggetto di critiche da più parti e io oggi mi chiedo se sia una priorità o se sarebbe meglio stanziare quei soldi per la scuola di Pineta, o per il secondo lotto di S. Giacomo o per altre opere ed iniziative che sicuramente sono più necessarie.
E qui torniamo al discorso delle priorità: il bilancio sembra più rispondere alle richieste dei vari assessorati o gruppi che fanno parte della maggioranza che a una visione compessiva di costruzione di un bilancio economicamente e socialmente compatibile.
Riqualificazione urbana
Qui la critica è soprattutto alla riqualificazione di S. Giacomo. Il primo lotto non è ancora partito e il secondo lotto non si sa se vedrà mai la luce.
Intanto i transiti superflui sono all’ordine del giorno e non si può ignorare che così facendo sarà sempre più difficile ottenere i risultati che ci si prefiggeva essendo quasi impossibile modificare abitudini consolidate in mancanza di eventi straordinari quale poteva essere l’apertura del tunnel.
Nulla si dice poi sulla piazza di Laives.
Dichiarazione di voto
Ho già avuto modo di complimentarmi con il sindaco per la sua replica di ieri sera per il tono dialogante e perché vi ho ritrovato in parte ciò che mancava nella sua relazione.
Non mi ha però convinto: innanzitutto perché a me pare che la richiesta da parte di tutte le opposizioni fosse quella di individuare delle priorità e su quella base giungere ad una discriminazione nelle spese, negli investimenti.
Questo non c’è stato, ma anzi le opere citate come preminenti sono quelle su cui abbiamo espresso i nostri maggiori dubbi (Galizia – II lotto municipio, ...), né nella replica vi è stato un ravvedimento sul metodo con cui si vuole affrontare l’iter progettuale delle stesse.
Eppure, per fare un esempio su come si possa affrontare in maniera partecipata l’elaborazione del Puc, basterebbe guardare al comune di Ora in cui un processo partecipato sta giungendo a compimento. ....e si tratta di un comune governato più o meno dalle stesse forze presenti in giunta a Laives.
Non vi è inoltre la volontà, o forse la possibilità, di rinunciare ad investimenti che sicuramente non sono “Lebenswichtig” ma che invece rispondono alla logica del “do ut des”.
Questi i principali motivi che ci inducono ad un voto negativo.