ALTO ADIGE - VENERDÌ, 30 GENNAIO 2009
I Consumatori: «Il più caro è il mercato di via Rovigo seguito da Piazza Erbe»
«Gli ortaggi venduti nei discount spesso sono di prima qualità Molti supermercati l’hanno solo di seconda»
VALERIA FRANGIPANE
BOLZANO. A rimetterci è sempre lei, la massaia. In città i prezzi di frutta e verdura raddoppiano e triplicano rispetto al mercato generale di Verona (che vende al dettaglio). Questo il risultato dell’ultima indagine del Centro consumatori di via Dodiciville che mette il mercato di via Rovigo primo in classifica tra i punti vendita più cari. Secondo, per un soffio, Piazza Erbe. La spesa migliore di ortaggi si fa negli hard discount (Lidl e Frilo) dove «la merce, a sorpresa, molto spesso è di prima categoria».
Sfatata la leggenda che vede i discount rifilare al consumatore frutta e verdura di basso livello se non di scarto: «Non è assolutamente vero - dice Luca Marcon del Ctcu - ho constatato di persona, leggendo i cartellini, come la merce sia il più delle volte addirittura di prima qualità. Cosa che, devo confessare, ha sorpreso anche me».
Benino i supermercati (Interspar, Iperfamila e Billa) che spesso però deludono per la qualità: «Purtroppo ho visto parecchi ortaggi di seconda categoria a prezzi decisamente ed inspiegabilmente alti. E questo è decisamente scorretto».
E adesso sotto con gli esempi. Le cipolle gialle al mercato generale di Verona costano in media 0,35 centesimi al chilo, in via Rovigo arrivano a 1,98 euro, in Piazza Erbe a 1,80, nei supermercati si trovano a 1,37 e all’hard discount a 0,82 centesimi: «In questo caso - commenta il Ctcu - la differenza di prezzo rispetto all’offerta più conveniente arriva a superare il 100%». Il cappuccio - verdura nostrana - a Verona costa 0,64 centesimi al chilo, in via Rovigo schizza a 2,25 euro e in Piazza Erbe a 1,65. I kiwi (sempre della stessa categoria) riescono addirittura a fare miracoli: «A Verona costano 0,99 centesimi al chilo, in Piazza Erbe volano a 3,17, in via Rovigo si assestano sui 3,08 per crollare a 1,42 nei discount e ad 1,71 nei supermercati». Nel complesso poi, lo stesso assortimento di verdure pagato 10 euro al discount, in via Rovigo si porta a casa con 15,82 euro (in piazza Erbe a 15 euro) mentre 10 euro di frutta aumentano fino a 17,15 euro se si scelgono le bancarelle di piazza Erbe (via Rovigo, 16,55 euro). E poi la “chicca” finale. «Per quanto concerne la cosiddetta filiera, ovvero l’aumento dei costi costituito dai passaggi intermedi tra produttore, i risultati dei rilevamenti del mercato generale di Verona confermano nuovamente quanto già evidenziato nella verifica dell’agosto 2008: lo stesso assortimento di verdura, di cui abbiamo parlato poco più in alto, che il consumatore paga 15,82 euro alle bancarelle di via Rovigo, al mercato generale veronese (aperto a tutti dalle 9 alle 11, dal lunedì al venerdì) viene 5,21 euro. Tre volte di meno».
Difficile comunque dare consigli.
«È vero - spiega Walther Andreas direttore del Ctcu - non siamo qui per spiegare al consumatore dove deve o non deve andare. Noi diamo solo delle indicazioni di massima con dei dati oggettivi che derivano da indagini serie e scrupolose, poi scelga lui che fare». Marcon la pensa allo stesso modo: «Spesso si va a fare la spesa nel posto più vicino a casa che ha un bel parcheggio comodo. E spesso la spesa diventa un’abitudine e la gente smette di guardare i prezzi. Ecco noi stimoliamo il compratore a drizzare sempre e comunque le antenne dando delle indicazioni che risultano da rilevazioni lunghe, precise e puntuali poi faccia come crede». Certo, al Ctcu spiace rilevare come il mercato rionale di via Rovigo sia ancora una volta in testa alla classifica coi prezzi più alti.
Un’altra indagine del Centro consumatori aveva appena evidenziato, infatti, come in città il 76% dei cartellini di frutta e verdura siano incompleti o inesistenti. E anche in questo caso il mercato del giovedì di via Rovigo era quello messo peggio.
«Il peggiore di tutti è sempre il mercato del giovedì - conclude Andreaus. Il più caro della città e con indicazioni fantasma. Troppi ambulanti fanno quel che vogliono come se potessero permettersi di trattare peggio i cittadini meno informati e più anziani. Mi dispiace verificare ancora una volta come in questo mercato ci siano carenze del genere. Mi spiace davvero».
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