La spesa preventivata è di 30 milioni dal Bivio al centro
GIANCARLO ANSALONI
BOLZANO. Minimetro o tram per il trasporto pubblico urbano (ma anche interurbano) lungo via Druso? Se è vero quanto illustrato da un tecnico della società Leitner di Vipiteno nel corso di una serata informativa organizzata dal presidente della circoscrizione Gries-San Quirino Gianni Frezzato nella sala civica di Via Mendola, non dovrebbero esserci dubbi: il minimetro potrebbe benissimo correre in sotterranea lungo tutta la via Druso, proprio come una metropolitana tradizionale, ma con una spesa ridotta ad almeno un decimo, senza impatti visivi e violazione della privacy degli abitanti degli alloggi al primo piano. Spesa preventivata, 30 milioni di euro, 1.800 euro annui di manutenzione, tempo di esecuzione circa due anni, senza paralizzare il traffico attuale per realizzare un tracciato di 3200 metri dal Bivio-Via Resia fino all’autosilo Centro di Via Mayr Nusser.
Il pur ristretto pubblico che l’altra sera ha seguito la relazione tecnica del geometra Ermenegildo Zordan, tecnico appunto della Leitner, la società che ha progetto e realizzato in ogni continente impianti d’avanguardia, è uscito dalla sala con la netta impressione di essere stato fino ad oggi del tutto emarginato dall’amministrazione comunale in fatto di informazione a 360 gradi sui due sistemi tram-mini-metro, con lo sconcerto legato ad una scelta a favore del tram fondata su considerazioni apparse finora al cittadino comune, assai discutibili.
Non per nulla il geometra Zordan ha espresso il rammarico e lo sconcerto della società per il rifiuto da parte del Comune di fronte alla proposta di uno studio comparativo fra i due sistemi. Lo stesso Zordan ha ammesso che la soluzione aerea, cioè dei vagoncini appesi ad una fune su piloni collocati al centro della carreggiata (senza sottrarre spazio quindi automezzi), può suscitare perplessità circa l’impatto visivo, oltre che timore sia per il rumore (peraltro al di sotto dei 45 decibel) sia per la vista sugli appartamenti. Ebbene, l’alternativa sarebbe una sotterranea, che presenterebbe enormi vantaggi anche collaterali.
«Basterebbe un tunnel ad una profondità non superiore al piano di un normale edificio abitativo - ha spiegato Zordan - e l’occasione sarebbe ideale per un’altra importante infrastruttura: il canale di servizio. Tutti gli attuali cavi, tubi per acque bianche e nere, gas ed eventuale teleriscaldamento, verrebbero spostati a lato della strada in un canale di servizio separato e accessibile per riparazioni evitando i ricorrenti, malfamati scavi stradali». Al centro troverebbero spazio il doppio binario in galleria per i vagoncini (50 posti in piedi, frequenza uno al minuto) e gli “slarghi” di pochi metri quadri per le sette fermate proposte (via Resia, caserme Huber, via Sorrento, piazza Adriano, Eurac e Centro). La metro uscirebbe all’aperto all’imbocco di ponte Druso, svolterebbe a destra verso il ponte in ferro della ciclabile e, scavalcato ponte Loreto, arriverebbe all’autosilo collegandosi alla funivia del Colle. Tempo di percorrenza 11-12 minuti, portata 2.000 persone l’ora.
Si tratterebbe di un progetto flessibile, nel senso che sul minimetro urbano potrebbe innestarsi il collegamento (preferibilmente su piloni) con l’Oltradige da Caldaro a Ponte Adige, un ramo sempre su fune per l’ospedale e un altro per i rioni Casanova e Firmian: tutti progetti illustrati in dettaglio dalla Leitner con spesa, costi di manutenzione, tempi di percorrenza delle singole tratte e innesti con la ferrovia a Ponte Adige.
Il pur ristretto pubblico che l’altra sera ha seguito la relazione tecnica del geometra Ermenegildo Zordan, tecnico appunto della Leitner, la società che ha progetto e realizzato in ogni continente impianti d’avanguardia, è uscito dalla sala con la netta impressione di essere stato fino ad oggi del tutto emarginato dall’amministrazione comunale in fatto di informazione a 360 gradi sui due sistemi tram-mini-metro, con lo sconcerto legato ad una scelta a favore del tram fondata su considerazioni apparse finora al cittadino comune, assai discutibili.
Non per nulla il geometra Zordan ha espresso il rammarico e lo sconcerto della società per il rifiuto da parte del Comune di fronte alla proposta di uno studio comparativo fra i due sistemi. Lo stesso Zordan ha ammesso che la soluzione aerea, cioè dei vagoncini appesi ad una fune su piloni collocati al centro della carreggiata (senza sottrarre spazio quindi automezzi), può suscitare perplessità circa l’impatto visivo, oltre che timore sia per il rumore (peraltro al di sotto dei 45 decibel) sia per la vista sugli appartamenti. Ebbene, l’alternativa sarebbe una sotterranea, che presenterebbe enormi vantaggi anche collaterali.
«Basterebbe un tunnel ad una profondità non superiore al piano di un normale edificio abitativo - ha spiegato Zordan - e l’occasione sarebbe ideale per un’altra importante infrastruttura: il canale di servizio. Tutti gli attuali cavi, tubi per acque bianche e nere, gas ed eventuale teleriscaldamento, verrebbero spostati a lato della strada in un canale di servizio separato e accessibile per riparazioni evitando i ricorrenti, malfamati scavi stradali». Al centro troverebbero spazio il doppio binario in galleria per i vagoncini (50 posti in piedi, frequenza uno al minuto) e gli “slarghi” di pochi metri quadri per le sette fermate proposte (via Resia, caserme Huber, via Sorrento, piazza Adriano, Eurac e Centro). La metro uscirebbe all’aperto all’imbocco di ponte Druso, svolterebbe a destra verso il ponte in ferro della ciclabile e, scavalcato ponte Loreto, arriverebbe all’autosilo collegandosi alla funivia del Colle. Tempo di percorrenza 11-12 minuti, portata 2.000 persone l’ora.
Si tratterebbe di un progetto flessibile, nel senso che sul minimetro urbano potrebbe innestarsi il collegamento (preferibilmente su piloni) con l’Oltradige da Caldaro a Ponte Adige, un ramo sempre su fune per l’ospedale e un altro per i rioni Casanova e Firmian: tutti progetti illustrati in dettaglio dalla Leitner con spesa, costi di manutenzione, tempi di percorrenza delle singole tratte e innesti con la ferrovia a Ponte Adige.
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