Il presidente dell' Ipes chiede ormai da mesi l' approvazione della nuova legge sull' edilizia sociale in modo da frenare, con le famigerate quote, l' assegnazione di alloggi sociali a cittadini, lavoratori, immigrati non comunitari.
Probabilmente prima o poi sarà accontentato visto che quasi tutte le forze politiche dall' estrema destra al pavido centrosinistra sono d' accordo.
Chi si oppone a questa nuova politica, che una volta si sarebbe definita “leghista” e che oggi invece è “democratica” , rischia, come il sottoscritto, di essere considerato il solito sinistroide ideologizzato. Correrò questo rischio, ponendo poche domande, molte concrete.
Il presidente dell' Ipes da i numeri delle domande di alloggio sociale e scopriamo che le domande presentate da immigrati sono circa il 40% del totale; se uno fa domanda di alloggio Ipes vuol dire che ha i requisiti di base previsti dalla legge in termini di reddito, residenza etc. Si tratta quindi di famiglie di lavoratori immigrati, con un bisogno certificato, che vivono già qui da anni e che quindi sono legate a questa nostra provincia da legami sociali e di lavoro . Non si tratta quindi di singoli lavoratori stagionali. Lo stesso presidente dell' Ipes fa notare inoltre che la quota di nuovi alloggi assegnati annualmente agli immigrati ormai sfiora il 20%. La nuova legge lascerà invece alla Giunta Provinciale il diritto di determinare la quota annuale ma già si capisce che sarà messo un tetto come massimo al 10%. Bene. Ora la domanda semplice semplice è questa: ma le centinaia di famiglie che secondo la nuova legge e secondo il presidente dell' Ipes, pur avendo il bisogno di un alloggio sociale , dovrebbero essere escluse, dove andranno a finire? Spariranno con la bacchetta magica delle fiabe ? Il “bisogno” verrà messo sotto il tappeto in nome di una preferenza etnica ? Ce ne freghiamo,” tanto questi non votano”? Può essere, ma mettere la testa sotto la sabbia per non vedere i problemi sociali che questo determinerà non è una buona strategia. La tattica dello struzzo è una tattica per sopravvivere giorno per giorno ma le conseguenze si scaricheranno comunque in un modo o nell' altro sulla nostra società in termini di assistenza sociale, di disagio familiare , di mancata integrazione. Non si possono comprimere i bisogni fondamentali come quello della casa, sperando di farla franca. Non pretendo che capisca questo chi, dalla Lega a Unitalia, gioca le sue fortune sullo scontro fra poveri, ma amministratori pubblici responsabili dovrebbero esserne coscienti. Fin quando non si capirà che l' immigrazione è un fenomeno duraturo che va affrontato con politiche pragmatiche e serie e non con l' ideologia etnicista e le furbizie elettorali , continueremo a farci del male.
Un' ultima cosa , naturale, a chiusura del ragionamento: l' unico modo per affrontare il problema casa è aumentare il numero di alloggi pubblici. Al bisogno si risponde, non lo si nega.
Luigi Gallo
assessore comune Bolzano
Probabilmente prima o poi sarà accontentato visto che quasi tutte le forze politiche dall' estrema destra al pavido centrosinistra sono d' accordo.
Chi si oppone a questa nuova politica, che una volta si sarebbe definita “leghista” e che oggi invece è “democratica” , rischia, come il sottoscritto, di essere considerato il solito sinistroide ideologizzato. Correrò questo rischio, ponendo poche domande, molte concrete.
Il presidente dell' Ipes da i numeri delle domande di alloggio sociale e scopriamo che le domande presentate da immigrati sono circa il 40% del totale; se uno fa domanda di alloggio Ipes vuol dire che ha i requisiti di base previsti dalla legge in termini di reddito, residenza etc. Si tratta quindi di famiglie di lavoratori immigrati, con un bisogno certificato, che vivono già qui da anni e che quindi sono legate a questa nostra provincia da legami sociali e di lavoro . Non si tratta quindi di singoli lavoratori stagionali. Lo stesso presidente dell' Ipes fa notare inoltre che la quota di nuovi alloggi assegnati annualmente agli immigrati ormai sfiora il 20%. La nuova legge lascerà invece alla Giunta Provinciale il diritto di determinare la quota annuale ma già si capisce che sarà messo un tetto come massimo al 10%. Bene. Ora la domanda semplice semplice è questa: ma le centinaia di famiglie che secondo la nuova legge e secondo il presidente dell' Ipes, pur avendo il bisogno di un alloggio sociale , dovrebbero essere escluse, dove andranno a finire? Spariranno con la bacchetta magica delle fiabe ? Il “bisogno” verrà messo sotto il tappeto in nome di una preferenza etnica ? Ce ne freghiamo,” tanto questi non votano”? Può essere, ma mettere la testa sotto la sabbia per non vedere i problemi sociali che questo determinerà non è una buona strategia. La tattica dello struzzo è una tattica per sopravvivere giorno per giorno ma le conseguenze si scaricheranno comunque in un modo o nell' altro sulla nostra società in termini di assistenza sociale, di disagio familiare , di mancata integrazione. Non si possono comprimere i bisogni fondamentali come quello della casa, sperando di farla franca. Non pretendo che capisca questo chi, dalla Lega a Unitalia, gioca le sue fortune sullo scontro fra poveri, ma amministratori pubblici responsabili dovrebbero esserne coscienti. Fin quando non si capirà che l' immigrazione è un fenomeno duraturo che va affrontato con politiche pragmatiche e serie e non con l' ideologia etnicista e le furbizie elettorali , continueremo a farci del male.
Un' ultima cosa , naturale, a chiusura del ragionamento: l' unico modo per affrontare il problema casa è aumentare il numero di alloggi pubblici. Al bisogno si risponde, non lo si nega.
Luigi Gallo
assessore comune Bolzano
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