Il diritto all’ unità familiare è un diritto riconosciuto da diverse fonti di diritto internazionale oltre che dalla nostra Costituzione.
Esso costituisce una fonte di stabilizzazione dell’ immigrazione favorendo l’ integrazione e la coesione sociale.
A livello italiano il ricongiungimento familiare attuato dai cittadini non comunitari costituisce sempre più la principale fonte di ingresso regolare , un arricchimento di risorse umane e intellettuali per il nostro paese .
I recenti sviluppi della politica italiana stanno portando a politiche deleterie in questa materia con espliciti tentativi di ridurre e rendere molto difficile l’ esercizio pratico di questo diritto.
Anche nella nostra provincia sono in atto vari tentativi a livello amministrativo , politico e legislativo per rendere difficoltoso il ricongiungimento familiare ai tanti lavoratori immigrati regolari che forniscono reddito e ricchezza con il loro lavoro a tutti i settori economici .
Ritorna, se mai dimenticata, un’impostazione tipicamente sudtirolese che vede nel lavoratore straniero solo e nella migliore delle ipotesi un Gastarbeiter, un ospite, un lavoratore occasionale da usare come mera forza lavoro ma sostanzialmente senza diritto all’ integrazione sociale.
Si tratta di una pessima illusione oltreché di un atteggiamento moralmente discutibile.
Vanno in questa direzione alcuni recenti e preoccupanti segnali: interpretazioni amministrative restrittive e arbitrarie da parte del Presidente della Giunta Provinciale sul concetto di “adeguatezza dell’ alloggio”, quale requisito per l’esercizio all’ unità familiare ; le pessime norme contenute nel ddl di riforma dell’edilizia sociale provinciale dove viene introdotto fra l’ altro un ennesimo requisito differenziale di residenza quinquennale anche per l’ accesso al sussidio affitto; l’ approvazione e anzi la promozione nelle commissioni parlamentari da parte di deputati della Svp delle ultrarestrittive norme che il governo nazionale si appresta a varare in termini di requisito di reddito per avere accesso al ricongiungimento familiare. Insomma tanti accorgimenti, apparentemente “tecnici”, ma un unico disegno: colpire le famiglie immigrate ,( le famiglie degli immigrati regolari, tanto per intenderci) che improvvisamente sono diventate il nuovo nemico delle nostre amene valli alpine..
Penso che questa sia una politica miope nei confronti dell’ immigrazione, infarcita di demagogia elettoralistica e clamorosamente inefficace e controproduttiva nell’ affrontare questo tema epocale.
Il colpire proprio il diritto all’ unità familiare è quanto di peggio possa essere fatto nella direzione di favorire quell’ integrazione sociale che a parole, ma solo a parole, tutti dicono di auspicare.
La cosa più triste , concludo , è inoltre che tutto ciò avviene anche nel silenzio cinico di tanti politici “progressisti” e nel silenzio di quel mondo del volontariato, dell’ associazionismo e della stessa Chiesa che della tutela della famiglia ha fatto sempre (?) la sua bandiera.
Luigi Gallo
Assessore comune Bolzano
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