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mercoledì 17 settembre 2008

Codelfa, sì all’accordo ma con polemica

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 18 SETTEMBRE 2008





Si rischiava un lungo contenzioso giudiziario tra il Comune e l’impresa edile che ha realizzato il nuovo municipio



Transazione a 568 mila euro. Pusateri: «Si poteva pagare meno»






LAIVES. Tra Comune e Codelfa (l’impresa che ha costruito il nuovo municipio) è stato raggiunto l’accordo finanziario che evita l’avvio di un contenzioso i cui esiti sarebbero stati imprevedibili. Tutto nasce dalla richiesta della Codelfa di 1,8 milioni in più rispetto a quanto inizialmente stabilito: un aumento dovuto a una serie di incrementi di costi e modifiche durante l’opera. Il Comune era disposto a pagarne molti meno, e alla fine ci si è accordati per 568 mila euro. Ora c’è il via libera, ma qualcuno protesta.

I fatti sono questi: la Codelfa, al termine del lavoro di costruzione del municipio (costato poco meno di 6 milioni di euro) ha avanzato riserve per un altro milione e 800 mila euro, giustificandole con tutta una serie di cose successe strada facendo. Tanto per fare qualche esempio, l’aumento vertiginoso del presso dell’acciaio, oppure la richiesta del Comune, di realizzare le facciate in porfido rosso di Sarentino rispetto ad altro. Insomma, tra una cosa e l’altra, secondo la Codelfa il prezzo sarebbe lievitato di ulteriori 1,8 milioni.

Di questi soldi, il collaudatore del Comune avrebbe giustificato una somma attorno ai 270 mila euro già qualche anno fa e comunque, per non arrivare ad una causa dagli esiti assolutamente incerti, alla fine si è preferito l’accordo: il Comune paga alla Codelfa 568 mila euro complessivamente ed entrambe le parti mettono la parola fine alla contesa.

La vicenda però ha sollevato diverse polemiche anche in consiglio, dove l’accordo è stato approvato. «Ma perché il Comune non ha pagato già nel 2005 quei 270 mila euro così da chiudere la partita - ha chiesto il consigliere Raimondo Pusateri - mentre adesso adiamo a pagarne molti di più?». Di «quadro desolante» parla anche il consigliere Rosario Grasso di Rifondazione dopo avere ascoltato le spiegazioni della giunta «perché alla fine è emerso che “così fan tutti” ovvero che queste grandi imprese, quando prendono un appalto, mandano avanti il proprio studio legale a caccia di errori e imprecisioni nei capitolati, così da poter giustificare poi le riserve e relative richieste di integrazione dei costi». L’amministrazione comunale, posta davanti alla scelta se continuare in sede di arbitrato con esiti tutt’altro che scontati oppure pagare almeno una parte e chiudere, ha preferito quest’ultima opzione. (b.c.)

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