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lunedì 29 settembre 2008

Il nuovo PUC condizionato da scelte poco meditate


In molti comuni della nostra provincia, compresa la Bassa Atesina, l’elaborazione del PUC, proprio per le  ricadute che ha sul territorio, è stato preceduto da una serie di riunioni che hanno coinvolto categorie economiche e professionali, associazioni, partiti e semplici cittadini. A dire dei promotori si è trattato di un’esperienza positiva da cui sono usciti suggerimenti preziosi per le varie amministrazioni e che hanno inoltre permesso di fornire agli estensori materiali del piano le linee guida entro le quali muoversi. La consapevolezza dei problemi da affrontare ha poi avvicinato i cittadini ai loro amministratori diminuendo le incomprensioni e i sospetti che sempre accompagnano la stesura di documenti di tale importanza.


Solo a Laives, nonostante le sollecitazioni giunte da più parti, non vi è segno di una volontà di coinvolgimento dei cittadini e al contrario si procede a testa bassa a scelte che condizioneranno irrimediabilmente il futuro piano urbanistico.


Ci riferiamo naturalmente al centro storico di Laives ed alla sua piazza per la quale le decisioni  sembrano ormai prese.


Ciò che preoccupa sono:



  1. l’improvviso ed inopinato aumento della cubatura, dovuto più alla necessità di rendere appetibile la partecipazione dei privati che alle reali esigenze dell’amministrazione la quale, peraltro, aveva sempre affermato di non avere bisogno di ulteriori spazi;

  2. l’edificazione di un parcheggio da 130 posti, con la rinuncia definitiva a tenere il traffico fuori dal centro cittadino e, per di più, senza una valutazione complessiva dell’effettiva necessità di posti macchina in quella zona e delle conseguenze sulla viabilità interna;

  3. la scelta dell’accesso al parcheggio da via Pietralba che renderà solamente virtuale la chiusura al traffico di quel tratto di strada;

  4. l’abbattimento del vecchio municipio, unico richiamo familiare rimasto, senza una chiara indicazione sull’arredo urbano prescelto;

  5. il vero e proprio attentato all’acero centenario, elevato a simbolo delle politiche ambientali, messo seriamente in pericolo da questo progetto senza una voce che inviti per lo meno alla prudenza.


 


Insomma non si capisce perché di fronte alle esperienze passate che lo stesso sindaco ha definito “devastanti”, non si scelga, in ottemperanza anche alle promesse elettorali, un modo di procedere più trasparente e partecipato.


 


Rifondazione Comunista - Laives


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