ALTO ADIGE, 09 MAGGIO 2008
di Mirco Marchiodi
Infrastrutture, dalla Camera di commercio voti bassi anche a rete stradale e ferrovia
Lechner (Ire): traforo di base e ampliamento dello scalo aereo soluzioni necessarie per restare competitivi
BOLZANO. L’Alemagna è un progetto ormai morto e sepolto. L’ampliamento dell’aeroporto è come minimo rimandato a data da destinarsi. E per il tunnel del Brennero bisognerà aspettare almeno quindici anni. Risultato: tra le 103 province italiane, Bolzano arriva a malapena ad occupare la posizione numero 81 per quanto riguarda le infrastrutture di trasporto. «La collocazione geografica dell’Alto Adige è un importante vantaggio competitivo, ma se vogliamo mantenerlo dobbiamo assolutamente migliorare la dotazione di infrastrutture», afferma la Camera di commercio. Tra le ricette proposte, accanto alla realizzazione del traforo di base si torna a chiedere con forza l’allargamento dello scalo aeroportuale di San Giacomo.
La posizione geografica dell’Alto Adige è sempre stata considerata come uno dei grandi vantaggi competitivi della provincia. Un vantaggio però sfruttato male: «Molti imprenditori interessati al mercato italiano si lamentano perché Bolzano è troppo lontana dai grandi centri economici del Nord Italia», spiega Oswald Lechner, direttore dell’istituto di ricerca economica della Camera di commercio. È proprio l’Ire che ieri ha rilanciato la discussione analizzando i punti di debolezza dell’Alto Adige e proponendo possibili soluzioni.
Aeroporto. È questo il vero tallone d’Achille delle infrastrutture altoatesine. «Da un’indagine dell’Istituto Tagliacarne - afferma Lechner - emerge che Bolzano si trova al 94º posto su 103 capoluoghi di provincia italiani. Colpa della ridotta importanza dello scalo bolzanino, ma anche della mancanza di altri grandi aeroporti italiani nelle vicinanze», dice Lechner. Lo studio Tagliacarne è davvero impietoso: fatta 100 la media italiana sulle infrastrutture aeroportuali italiane, Bolzano arriva appena a 17. Solo Lecce e Udine, tra le province in cui tali strutture esistono, sono messe peggio. Sono tredici i fattori presi in considerazione per la valutazione e ognuno dei 13 fattori viene considerato un punto di debolezza dello scalo bolzanino: dalle dimensioni dell’area a quelle della pista, dalle spese sostenute dai soggetti pubblici alle attività commerciali presenti, è tutto un segno meno. «Affinché l’aeroporto possa contribuire apprezzabilmente allo sviluppo economico della nostra provincia - dice Lechner - sarebbe necessario un suo ampliamento».
Ferrovia. È il settore dove l’Alto Adige ottiene i voti migliori, anche se rispetto alla media italiana non c’è da rallegrarsi. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, Bolzano è al 54º posto in Italia. «La ridotta lunghezza della rete e la carenza di collegamenti con treni ad alta velocità - spiega l’Ire - sono parzialmente compensate dalla buona qualità della linea, in gran parte elettrificata e a doppio binario». La soluzione, secondo l’Ire, si chiama tunnel del Brennero. «È l’unica alternativa per evitare la completa saturazione delle vie di comunicazioni esistenti e per trasferire una parte consistente del trasporto merci dalla strada alla rotaia. Un sistema orientato al futuro - avverte però l’Ire - va oltre la mera infrastruttura. Affinché i processi organizzativi e logistici funzionino in maniera efficiente è necessaria la costituzione di una società di gestione transnazionale, responsabile per il trasporto merci sull’intera tratta da Monaco a Verona».
Strade. Qui la differenza rispetto al resto d’Italia torna a farsi più forte. L’indice di dotazione della rete stradale altoatesina è pari all’83% di quello nazionale e colloca la Provincia di Bolzano al 64º posto. In questo caso però il cattivo risultato è determinato da fattori geologici: visto che quello altoatesino è un territorio di montagna, è più difficile costruire strade rispetto a città di pianura. Resta il fatto che l’A22 è ormai satura: attraverso il passo del Brennero transitano circa 50 milioni di tonnellate di merci all’anno e per tre quarti questo avviene sulla strada. Anche in questo caso, la soluzione indicata dall’Ire è l’Eurotunnel.
«Bisogna intervenire subito»
Valentinelli: indispensabile uno scalo più grande
L’assessore Widmann: pochi chilometri di strade e binari, ma quelli esistenti sono di ottima qualità
BOLZANO. «Senza infrastrutture non si crea benessere». Enrico Valentinelli, presidente regionale dell’associazione degli industriali, non nasconde la propria preoccupazione. Tunnel del Brennero e aeroporto sono strutture necessarie. Di più, Valentinelli le considera vitali per consentire all’Alto Adige di restare competitivo. Le critiche che arrivano dalla Camera di commercio sono condivise, e altrettanto condivise sono le soluzioni proposte. «Detto che la configurazione orografica del territorio altoatesino incide sulla dotazione infrastrutturale della provincia - afferma Valentinelli - sono convinto che il vero punto di svolta sarà costituito dal tunnel di base del Brennero. Anche se si tratta di una soluzione costosa, quella del traforo è l’unica attuabile sul nostro territorio. E una volta realizzata - è convinto il presidente regionale di Assindustria - fungerà da spina dorsale, sarà l’asse che andrà a collegarsi con le altre laterali. La nuova linea del Brennero potrà garantire una maggiore fluidità al traffico che attraversa la provincia e questo sarà un elemento determinante, visto che per le imprese che sono localizzate in valli decentrate il costo di trasporto ha ormai raggiunto il costo di produzione».
Anche per quanto riguarda l’aeroporto, Valentinelli sposa in pieno le tesi dell’Ire: «Quello attuale spero sia soltanto un momento di transizione. Dobbiamo essere consapevoli che se vogliamo mantenere i nostri alti livelli, allora un aeroporto adeguato è indispensabile: più aspettiamo e più queste carenze si faranno sentire». Un grave errore, prosegue Valentinelli, «perché dicendo no alle infrastrutture ci vincoliamo da soli e perché tutte le infrastrutture, a partire dall’aeroporto, costituiscono anche un collegamento di natura sociale e culturale». In più c’è il vantaggio per l’economia: «Da sempre la realizzazione di un’importante infrastruttura funge anche da traino per le imprese. E una volta che le infrastrutture sono realizzate, i vantaggi continuano perché le imprese ne diventano fruitori». Tutto questo può essere fatto anche rispettando l’ambiente: «La salvaguardia della vivibilità e della salute deve restare una priorità», chiude il presidente regionale degli industriali.
Sulla bocciatura delle infrastrutture bolzanine prende posizione anche Thomas Widmann, assessore provinciale ai trasporti: «È chiaro che la rete ferroviaria e stradale in Alto Adige non può essere sviluppata come altrove, ma questa carenza è data dalla conformazione del territorio. Piuttosto, bisogna sottolineare che quelle infrastrutture che ci sono hanno un’ottima qualità e le linee ferroviarie della Venosta o della Pusteria lo dimostrano». Resta il nodo aeroporto: «Un tema - dice Widmann - sul quale ci siamo già espressi. La pista non sarà allungata, però saranno realizzati gli interventi strutturali necessari che faranno dell’aeroporto di Bolzano un piccolo scalo regionale che funziona. Creare un grande aeroporto non è mai stato un nostro obiettivo».
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