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giovedì 27 novembre 2008

A Poli il grosso della torta Omniscom

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 27 NOVEMBRE 2008

































 
L’accordo con Tosolini: dei 7 punti vendita ceduti ai trentini, sei si trovano in città
 
Vanno all’Aspiag 10 supermercati di dimensioni minori: «Non c’è nessun monopolio»
 
Preoccupato Frick: per i consumatori non è certo un bene se qualcuno assume posizioni dominanti
 
MIRCO MARCHIODI




 BOLZANO. C’è chi parla di rischio monopolio da parte del gruppo Despar, in realtà l’Aspiag si trova a dover fare i conti con un concorrente come Poli che ha un potere contrattuale maggiore di Omniscom e che punta decisamente all’espansione in Alto Adige. È vero che dei 17 punti vendita ceduti da Tosolini dieci andranno all’Aspiag, ma i sette venduti al Poli costituiscono circa due terzi del fatturato complessivo e soprattutto si trovano quasi tutti in città, dove fino ad oggi Poli era completamente assente.

 Il giorno dopo l’annuncio della cessione dei supermercati targati Omniscom a Poli e Aspiag, il settore della grande distribuzione in Alto Adige si appresta a cambiare volto. Sparirà dalla piazza un marchio storico come «A&O», che era stato introdotto in provincia dai Podini alla fine degli anni Sessanta, e molto probabilmente anche il Famila. Aumenteranno i punti vendita Aspiag - i dieci supermercati acquistati da Tosolini diventeranno Despar e Eurospar (non Interspar, perché si tratta di negozi dalle superfici relativamente piccoli) - ma soprattutto aumenterà la sua presenza il leader trentino della grande distribuzione Poli che da Omniscom rileva in particolare i punti vendita cittadini.

 L’accordo. La cessione del ramo d’azienda della distribuzione alimentare da parte del gruppo Tosolini sarà perfezionata col 31 dicembre. Si tratta ancora tra Poli e Aspiag per capire chi subentrerà nei vari punti vendita. A grandi linee, il patto si prospetta comunque in questi termini: dei 17 punti vendita Omniscom dieci passano all’Aspiag e sette a Poli. Ma è il gruppo trentino a prendersi la fetta più grande in termini di quota di mercato: i sette supermercati di cui assumerà la gestione (i muri restano di proprietà di Tosolini) contribuiscono infatti per circa due terzi al fatturato complessivo di Omniscom, valutato attorno ai 65-70 milioni. Soprattutto, sei dei sette punti vendita si trovano a Bolzano. Tra questi c’è anche l’ex Standa di Corso Italia, che sarà trasformato in un magazzino «Regina», il marchio utilizzato da Poli per il settore non alimentare (prodotti per la casa, tessile e abbigliamento, libri, giocattoli e profumeria). I dipendenti dei supermercati - circa 400 - dovrebbero essere tutti riassorbiti dai due nuovi proprietari, mentre è diversa la situazione per i dipendenti amministrativi della Centrale Omniscom, visto che Aspiag e Poli hanno già uffici propri a cui fare riferimento.

 Le reazioni. In Alto Adige la preoccupazione di tutti è che Aspiag diventi leader incontrastato del settore. «Dal duopolio si rischia di passare al monopolio», dicono in coro i sindacati. Sulla stessa linea anche il commento di Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori («i consumatori dovranno tenere gli occhi bene aperti, ora che c’è un “quasi-monopolista” sulla piazza). Confesercenti saluta l’ingresso di Poli («una realtà familiare che si è sempre concentrata sulla regione», dice il direttore Paolo Pavan), mentre Dado Duzzi e Luciano Defant dell’Unione non si aspettano grandi cambiamenti, a partire dai prezzi. Si dice invece preoccupato l’assessore provinciale al commercio Werner Frick: «Da una parte sono contento perché Omniscom ha ceduto a due società importanti e di valore come Aspiag e Poli che sono una garanzia. Dall’altra, c’è da chiedersi se la quota di mercato di Aspiag, che è già molto grande, diventando ancora più grande non vada ad intaccare gli equilibri di un mercato che funziona solo se c’è grande concorrenza. Da questo punto di vista, io sono scettico: che qualcuno assuma delle posizioni dominanti non va certo a vantaggio dei consumatori». E scettici sono anche i Verdi: «Quest’evoluzione monopolistica non consente la libera concorrenza e dà la possibilità a chi domina il mercato di tenere alti i prezzi dei prodotti».

 Poli e Aspiag. Paul Klotz, amministratore delegato di Aspiag Italia, ribatte deciso alle critiche: «Ad essere sinceri, per noi sarebbe stato più vantaggioso se i punti vendita Omniscom avessero tutti chiuso. Invece noi crediamo in questo settore, e continueremo ad investire e a cercare di mantenere i prezzi bassi, come abbiamo sempre fatto. Assurdo parlare di monopolio, soprattutto quando c’è un concorrente importante come Poli che si rafforza, senza contare i discount e KonCoop, che entro breve aprirà un secondo punto vendita». Non crede al monopolio nemmeno Marcello Poli. Anzi, l’imprenditore trentino è convinto di potersi ritagliare uno spazio importante anche in Alto Adige, dove peraltro conta già undici punti vendita: «Al nostro gruppo interessavano soprattutto i supermercati di Bolzano, dove finora eravamo assenti. L’acquisizione va vista in un’ottica di sviluppo della nostra presenza». Poli e Aspiag tranquillizzano i dipendenti: «Mi preme rassicurare tutti i dipendenti Omniscom, circa 250, che transiteranno nel nostro gruppo: per noi sono un patrimonio di professionalità che valorizzeremo, la presenza di personale esperto e bilingue per noi è indispensabile», afferma Poli. Aggiunge Klotz: «Non ci sono dubbi sul fatto che chi lavora all’interno dei negozi sarà riassorbito, il posto di lavoro resta garantito». Diversa la situazione per il personale che lavora presso la sede amministrativa della Centrale Omniscom. L’impegno dei due acquirenti è quello di cercare di riposizionarli, visto che sia Aspiag che Poli possiedono già un reparto amministrativo che funziona a pieno regime, «ma probabilmente non riusciremo a trovare un posto per tutti», annuncia fin d’ora Klotz.

























Intanto il potere d’acquisto cala ancora
 
Il Ctcu in pressing sulla Provincia: «Servono misure immediate»


 BOLZANO. Mentre il settore della grande distribuzione altoatesina vive una rivoluzione dal lato dell’offerta, per quanto riguarda la domanda la situazione si fa sempre più difficile. Lo afferma il Centro tutela consumatori citando gli ultimi dati dell’istituto di ricerca di Norimberga. «Negli ultimi anni - afferma il Ctcu - la comparazione del potere di acquisto tra l’Alto Adige e le regioni limitrofe evidenzia per Bolzano un trend decisamente negativo». Va però detto che rispetto alla media europea, l’Alto Adige continua a mantenere una posizione di testa. Questi i numeri riferiti all’indice relativo alla parità del potere di acquisto: fatta 100 la media europea, nel 2004 l’Alto Adige presentava un indice pari a 211,4 con il Trentino a quota 198,5, il Tirolo a 157,5 e la Baviera a 174,4. Ora l’indice altoatesino è sceso a 176,8 e la differenza con Tirolo (160,0), Trentino (165,9) e Baviera (170,7) si è ridotta.

 «L’aver tralasciato per molti anni qualsiasi battaglia contro la perdita di potere di acquisto - denuncia il Ctcu - sta evidenziando sempre di più i suoi deleteri effetti. Per questo chiediamo alla nuova giunta provinciale di impegnarsi per una complessiva valorizzazione della politica in modo da tutelare i consumatori. Il governo provinciale deve esprimersi chiaramente su come intende affrontare la questione. Fra i più importanti elementi di un vero programma politico di riforma nella tutela dei consumatori vanno segnalati l’informazione e la consulenza ai consumatori, la formazione degli stessi, una consulenza finanziaria indipendente, la creazione di una task-force contro il sovra-indebitamento, la realizzazione di un grande centro commerciale, l’affermazione e la tutela dei diritti degli utenti dei mezzi di trasporto, la protezione contro pratiche commerciali “dubbiose” per quanto riguarda gli alimenti per l’infanzia».

 Sulla tematica interviene anche il sindacato dell’Asgb: «Basta con le trattative di giunta, bisogna iniziare ad affrontare i veri problemi della gente a partire dalla perdita del potere di acquisto», si lamenta il segretario Georg Pardeller.























A rischio i dipendenti amministrativi
 
Il primo a saltare è l’ormai ex amministratore delegato Alberto Gioia


 BOLZANO. I sindacati fino a ieri non hanno ancora avuto comunicazioni ufficiali da parte dell’azienda. Ci sono stati colloqui informali, anche tra azienda e dipendenti, ma ancora non ci sono certezze. «Per quanto ci riguarda - dice Tila Mair della Cisl - chiediamo che tutti i dipendenti Omniscom vengano riassorbiti». Stessa richiesta anche da parte di Cgil («l’importante è che non ci siano tagli», sottolinea Maurizio Surian) e Uil. I dipendenti di Omniscom sono circa 450, «ma molti sono assunti con contratti interinali», spiega Mair. Resta da vedere se saranno riassunti anche loro.

 Non dovrebbero esserci invece problemi per i dipendenti che lavorano nei supermercati. «Manterranno tutti il loro posto di lavoro», assicurano sia Marcello Poli (il gruppo trentino dovrebbe riassorbire circa 250 lavoratori) sia l’amministratore delegato di Aspiag Italia Paul Klotz.

 Diversa la situazione per il personale amministrativo. Poli e Aspiag contano già su uffici con propri reparti acquisti, marketing o logistica. Il primo a «pagare» per il cambio di proprietà è stato l’ormai ex amministratore delegato del gruppo Omniscom Alberto Gioia. Arrivato a Bolzano nell’agosto del 2005, Gioia ha guidato l’azienda fino praticamente all’altro giorno. Il suo incarico non è stato rinnovato e probabilmente succederà anche con altri impiegati di livello superiore. Riferendosi ai dipendenti della Centrale Omniscom, Klotz è stato molto chiaro: «Cercheremo delle soluzioni, ma probabilmente non potremo garantire il posto di lavoro a tutti».

 Situazione occupazionale a parte, i sindacati sono preoccupati per l’evoluzione del settore: «Despar ormai spadroneggia, bisogna assolutamente portare in provincia nuove aziende per tornare ad avere più concorrenza. La Provincia da questo punto di vista ha le sue responsabilità, a partire dall’assegnazione delle aree», dice Remigio Servadio della Uil. Ribadisce il concetto Tila Mair: «Aspiag si ingrandisce ancora di più e questo ci preoccupa, anche se è da valutare positivamente l’ingresso di Poli». Chiude Surian: «Dal duopolio passiamo al monopolio, così è peggio».




















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