ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009
di Antonella Mattioli
La soluzione non convince i Verdi: priorità allo spostamento dell’A22
Fabbisogno abitativo: l’Ipes chiede aree subito per 400 alloggi
BOLZANO. No al raddoppio dell’arginale, sì allo spostamento dell’A22 in galleria. E per evitare che il fiume di auto che ogni giorno arriva da nord attraversi la città, priorità alla realizzazione della variante di nord-ovest. Si possono riassumere così le linee guida in materia di viabilità del nuovo Piano urbanistico, illustrate ieri in commissione da Francesco Sbetti, incaricato dalla giunta di elaborare il piano di sviluppo del capoluogo nei prossimi 10 anni.
La variante nord-ovest prevede la creazione di una nuova arteria da imboccare più o meno all’altezza di Cardano, quindi il traffico verrebbe incanalato in galleria che passando sotto Monte Tondo e sotto il Guncina, sbucherebbe in prossimità dell’ospedale. Grandi progetti che presuppongono ingenti investimenti. Il timore della verde Wally Rungger è che se si fa la variante di nord-ovest, non vi siano più le risorse per spostare l’autostrada. Questo, ovviamente, si aggiunge alla generale contrarietà degli ambientalisti alla realizzazione di nuove arterie. Perplessa, ma per altre ragioni, anche la consigliera di An Maria Teresa Tomada: «Non mi risulta che il problema principale della viabilità del capoluogo sia rappresentato dalle auto che arrivano da nord. La vera emergenza sono i pendolari che arrivano dalla Bassa Atesina e dall’Oltradige: è lì che bisogna intervenire. Da una parte potenziando la ferrovia, dall’altra puntando sul tram». È chiaro che il consiglio comunale nei prossimi mesi sarà chiamato a scelte strategiche: Sbetti, che ha ottenuto l’incarico ufficiale il 16 dicembre, ha intenzione di presentare entro cinque mesi il masterplan, dove si definiscono le linee di sviluppo del capoluogo. Obiettivo dell’assessore Chiara Pasquali: arrivare all’approvazione in prima lettura del Puc entro la fine del mandato che scade a maggio del 2010. Ma se l’assessore è ottimista sul rispetto dei tempi, l’opposizione è scettica.
«Perché - spiega l’esponente della destra Tomada - è ancora tutto molto vago. A partire dal fabbisogno di alloggi».
Tremila, secondo i calcoli del Comune; il doppio, per Assoimprenditori. Il Comune punta a ridurre al minimo il consumo di nuove aree. Per questo Rungger ha proposto di prendere in considerazione l’ipotesi di alzare di un piano gli edifici esistenti, a partire da quelli dell’Ipes. La Svp, ovviamente, approva.
In attesa di quantificare il fabbisogno abitativo dei prossimi 10 anni, bisogna però dare risposte rapide all’Ipes per quanto riguarda le aree su cui realizzare un’ottantina di alloggi e altri 330 da destinare al ceto medio. I primi dovrebbero trovare spazio già all’interno della variante di assestamento. L’idea è di recuperare gli 80 alloggi dalla ristrutturazione di vecchi edifici. Richieste di aree arrivano anche dalle aziende, ma l’indicazione è quella di verificare prima se gli spazi esistenti a Bolzano sud sono tutti occupati, perché se così non fosse la risposta ci sarebbe già.
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