Visualizzazioni totali

sabato 17 gennaio 2009

«Vogliamo gestire il tunnel del nostro futuro»

ALTO ADIGE - SABATO, 17 GENNAIO 2009





Trento e Bolzano reagiscono all’ipotesi di un’esclusione dell’A22 dal finanziamento



ROBERTO COLLETTI



TRENTO. «Non ci limiteremo a finanziare il tunnel del Brennero. Intendiamo avere voce in capitolo anche nella sua progettazione e gestione. Il corridoio Nord Sud inciderà profondamente sui nostri territori. E’ una vicenda che deve vederci protagonisti». E’ la replica di Lorenzo Dellai al ministero per le infrastrutture secondo il quale l’Autostrada del Brennero non potrà utilizzare direttamente il fondo destinato all’opera. Le norme europee lo impedirebbero. «Lo verificheremo» insiste Dellai che, assieme a Durnwalder, teme nuove complicazioni nella partita miliardaria.

«Ne ho parlato con il presidente Durnwalder. Lui mi sembra orientato ad accettare la soluzione suggerita dal ministero. Ma posto che sul diritto delle due Province ad esercitare sino in fondo il loro ruolo siamo del tutto d’accordo, io sono convinto» insiste il presidente della Provincia di Trento «che vi siano ancora spazi perché l’A22 possa finanziare direttamente l’opera. E’ quanto verificheremo con Roma e con Bruxelles».

La realizzazione del tunnel del Brennero è impresa enorme, costosa, di grande impatto ambientale. E produrrà per anni un gigantesco flusso di denaro. Quest’ultimo intoppo, dopo mesi di contatti tra ministero ed i primi due soci pubblici di A22 - Trento e Bolzano - può essere sintetizzato così: il fondo di 375 milioni di euro sino ad oggi accumulato da Via Berlino per il tunnel, non può essere trasferito alla società europea incaricata di realizzarlo, la BBT. Perché Autobrennero è una spa mista, con azionisti pubblici e privati. Perciò in base alle norme Ue non può finanziare direttamente l’opera. Questa, in sostanza, l’obiezione del ministero guidato da Altero Matteoli (Pdl). Il quale suggerisce una possibile via d’uscita: i soli soci pubblici - Regione e tutte le Province da Bolzano sino a Modena - costituiscano una new.co e conferiscano la loro parte del fondo. Allora sì, sarebbe possibile il finanziamento diretto.

Con un problema. Prima il fondo dell’A22, costituito con legge nel 1997, andrebbe infatti ripartito tra i soci pubblici e privati, poi dovrebbero essere pagate le relative tasse e solo a quel punto ogni azionista potrebbe decidere cosa fare dei suoi quattrini. Dellai e Durnwalder apertamente non lo dicono, ma il rischio è che, con i tempi magri che corrono, gli enti pubblici a Sud di Borghetto trovino investimenti per loro più vicini ed interessanti. Per non dire degli azionisti privati, veronese Intercis in testa, che probabilmente incasserebbero i milioni e li utilizzerebbero in altro modo.

Insomma, il rischio è che i 375 milioni di oggi ed i 550 previsti per il 2O14, in buona parte prendano strade diverse. Con l’implicazione, nemmeno troppo sotterranea, che impoverendosi il ruolo finanziario di A22 nel tunnel del Brennero, si indeboliscano i titoli per ottenere il rinnovo della concessione autostradale in scadenza a metà 2014.

Come si vede quando si tocca un solo ingranaggio della gran macchina da soldi che è l’A22, tutto l’assetto ne risente. E ben si capisce la determinazione di Dellai nel mantenere la rotta impostata, cercando sino alla fine una via d’uscita che non rimetta in discussione i quattrini e la loro destinazione.

Con argomenti - direttive Ue a parte - di una certa consistenza.

«Il tunnel del Brennero è un’opera strategica per l’Europa, ma è sulla nostra regione che inciderà profondamente» ha ripetuto ieri «Siano decisi a finanziarlo, ma altrettanto determinati a far valere tutte le nostre ragioni ed esigenze. Per questo insistiamo con la collaborazione tra Province autonome e Rete Ferroviaria Italiana. E poi, non si può pensare che la gestione della ferrovia possa procedere senza uno stretto coordinamento con l’autostrada e con la rete degli interporti. Si sta progettando un sistema complesso. Per questo insisto: ogni possibilità va approfondita. E’ quanto faremo». Se le verifiche con Roma sembrano essere giunte ad un punto conclusivo, sono invece ancora da tentare i chiarimenti con Bruxelles. Prima di allora, però, il cda di A22 dovrà eleggere un nuovo presidente dopo le dimissioni nel settembre scorso, per ragioni giudiziarie, di Silvano Grisenti.

Dellai ha messo in calendario una riunione dei soci martedì 27 gennaio, a Verona. Se in quella sede si troverà l’accordo sul candidato, il nome potrà essere ufficializzato dopo la giunta regionale in calendario il successivo 29 gennaio. Sarà un presidente che durerà in carica un anno, sino a fine mandato, ma consentirà ad A22 di affrontare la questione della concessione ed ora anche il nodo del finanziamento del tunnel con gli organi sociali perfetti. E l’elezione porrà anche termine al toto-presidente che in queste settimane ha esposto i nomi di Vanni Ceola, Giorgio Casagrande, del veronese Gino Zardini, del direttore generale dell’autostrada Massimo Occello, nonché dell’ex onorevole Pd Luigi Olivieri. Toccherà anche ad uno di loro adoperasi perché l’A22 non perda per strada il progetto tunnel e, sopratutto, il rinnovo della concessione.

Nessun commento:

Posta un commento