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martedì 3 febbraio 2009

«L’Alto Adige in serie D? Allora niente stadio»




ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009





Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici



Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»




MIRCO MARCHIODI



BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».

Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».

Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».

Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.









«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»

 

IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI



LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)








Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.


Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i   parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione    Comunista - Laives




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