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giovedì 5 febbraio 2009

CITTADELLA DELLO SPORT






Sin dal momento in cui si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale noncuranza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta intende procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Südtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che i dubbi aumentino e altre voci si uniscano alla nostra chiedendo che i cittadini vengano consultati a priori e non informati solo a cose fatte.


Per fare ciò, e non ridurre tutto a una finzione, occorre però che tutti siano messi in grado di valutare le opportunità e i pericoli a cui si andrà incontro e solo alla fine va chiesto un parere che dovrebbe divenire vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione  Comunista - Laives

CITTADELLA DELLO SPORT






Sin dal momento in cui si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale noncuranza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta intende procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Südtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che i dubbi aumentino e altre voci si uniscano alla nostra chiedendo che i cittadini vengano consultati a priori e non informati solo a cose fatte.


Per fare ciò, e non ridurre tutto a una finzione, occorre però che tutti siano messi in grado di valutare le opportunità e i pericoli a cui si andrà incontro e solo alla fine va chiesto un parere che dovrebbe divenire vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione  Comunista - Laives

LA CITTADELLA DELLO SPORT

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009





«Se l’Alto Adige finirà in serie D avanti con velodromo e pista»



LAIVES. «Sono convinto che alla fine l’Fc Alto Adige riuscirà a salvarsi ma se dovesse servire, sia io che il presidente Durnwalder, scenderemo in campo maglietta e pantaloncini per dare una mano». Inizia con una battuta la considerazione che il sindaco Giovanni Polonioli fa all’indomani delle parole di Durnwalder il quale avrebbe affermato che se l’Fc dovesse retrocedere, verrebbe anche rivisto il discorso del finanziamento per la sua nuova sede in zona Galizia. «Certo - dice Polonioli - 11 milioni di investimento si giustificano se ci sono i risultati. Se i biancorossi tornassero in serie D anche la Provincia sarebbe costretta a diversa considerazione. Sono convito che Durnwalder abbia inteso spronare la squadra. Per quello che ci riguarda, non è comunque in discussione la volontà di spostare il lido così e di realizzare il velodromo e la pista coperta per l’atletica. Si tratta di strutture sportive che non sono legate al progetto della cittadella per l’Fc Alto Adige e quindi andranno avanti a prescindere dai campionati». (b.c.)

LA CITTADELLA DELLO SPORT

ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 05 FEBBRAIO 2009





«Se l’Alto Adige finirà in serie D avanti con velodromo e pista»



LAIVES. «Sono convinto che alla fine l’Fc Alto Adige riuscirà a salvarsi ma se dovesse servire, sia io che il presidente Durnwalder, scenderemo in campo maglietta e pantaloncini per dare una mano». Inizia con una battuta la considerazione che il sindaco Giovanni Polonioli fa all’indomani delle parole di Durnwalder il quale avrebbe affermato che se l’Fc dovesse retrocedere, verrebbe anche rivisto il discorso del finanziamento per la sua nuova sede in zona Galizia. «Certo - dice Polonioli - 11 milioni di investimento si giustificano se ci sono i risultati. Se i biancorossi tornassero in serie D anche la Provincia sarebbe costretta a diversa considerazione. Sono convito che Durnwalder abbia inteso spronare la squadra. Per quello che ci riguarda, non è comunque in discussione la volontà di spostare il lido così e di realizzare il velodromo e la pista coperta per l’atletica. Si tratta di strutture sportive che non sono legate al progetto della cittadella per l’Fc Alto Adige e quindi andranno avanti a prescindere dai campionati». (b.c.)

martedì 3 febbraio 2009

«L’Alto Adige in serie D? Allora niente stadio»




ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009





Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici



Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»




MIRCO MARCHIODI



BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».

Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».

Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».

Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.









«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»

 

IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI



LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)








Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.


Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i   parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione    Comunista - Laives




«L’Alto Adige in serie D? Allora niente stadio»




ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 03 FEBBRAIO 2009





Durnwalder: la società deve fare il massimo, se no non useremo i soldi pubblici



Il presidente del club biancorosso Seeber: «Sono sorpreso, stiamo facendo di tutto per risollevarci da questo periodo no»




MIRCO MARCHIODI



BOLZANO. Il nuovo stadio in cambio della salvezza. È un bel premio partita quello promesso da Luis Durnwalder all’Alto Adige. Ma quella del presidente della Provincia è anche una minaccia da non sottovalutare, soprattutto perché i biancorossi si trovano all’ultimo posto (pur con una partita da recuperare) e sono invischiati fino al collo nella lotta per non retrocedere. Durnwalder è stato chiaro: «Ho già parlato con i soci della squadra dicendo loro che devono fare il massimo per evitare la retrocessione. E questo devono fare. Se non sarà così, certo la Provincia non spenderà dei soldi pubblici per una squadra che è retrocessa».

Il problema dello stadio è cosa nota. Dopo un’annosa querelle legata all’utilizzo del “Druso” da parte dell’Alto Adige, alla fine del 2007 la Provincia aveva deciso di realizzare una cittadella dello sport in zona Galizia, a Laives. A questo proposito la scorsa primavera la giunta aveva stanziato undici milioni di euro. Il progetto prevedeva la realizzazione di uno stadio da 8.000 posti (ma la cittadella ospiterà anche altre infrastrutture sportive). Poi però è iniziato il nuovo campionato e l’Alto Adige si è subito trovato in difficoltà. Ora, seppur con una partita ancora da recuperare, chiude la classifica. E il nuovo stadio è a rischio: «Se l’Alto Adige dovesse retrocedere - ha detto Durnwalder - allora lo stadio sarà realizzato solo se sarà dimostrato che la retrocessione è legata alla mancata disponibilità di un campo su cui allenarsi. Altrimenti non spenderemo soldi pubblici».

Werner Seeber, presidente dell’Alto Adige, viene colto di sorpresa: «Non so che dire. L’unica cosa che posso assicurare è che qui tutti noi stiamo dando il massimo. Nello sport ci sono momenti positivi e negativi, noi stiamo facendo il possibile per uscire da questa situazione. E per il territorio e i giovani il nostro lavoro è importante».

Niente, comunque, è ancora deciso. In questi mesi si attende la realizzazione del progetto esecutivo, poi si vedrà. Nel frattempo toccherà ai ragazzi dell’Alto Adige e alla società meritarsi sul campo da calcio la loro nuova «casa» sportiva.









«Centro sportivo: opportuno sentire gli abitanti»

 

IL CONSIGLIERE STRAUDI REPLICA A FORTI



LAIVES. Mentre Durnwalder congela, di fatto, la realizzazione del nuovo stadio per l’Alto Adige (il servizio è a pagina 14), il vicesindaco Forti risponde al consigliere Cristian Straudi (Pdl), che tempo fa aveva chiesto alla giunta se era intenzione dell’amministrazione comunale promuovere incontri informativi con la popolazione per illustrare lo studio di fattibilità del futuro centro sportivo «Engel Ossanna», in zona Galizia, quello, per l’appunto, con le strutture destinate all’Fc Alto Adige (stadio da 8000 posti), il velodromo, lido e tutto il resto. «Occorre analizzare, di concerto con i cittadini, le conseguenze, positive e negative, che un tale sviluppo della zona potrebbe avere in futuro - proponeva il consigliere Straudi - ed i riflessi sul territorio circostante, in particolare lungo le vie Galizia e Hofer, oggi uniche strade di collegamento con la zona sportiva». «La risposta del vice sindaco - afferma adesso deluso Straudi - è stata che sarebbe intenzione della giunta comunale dare corso a una azione informativa volta a consentire ai cittadini interessati di prendere atto delle scelte che caratterizzeranno la trasformazione dell’area in questione». Il consigliere Straudi così commenta: «Quale occasione migliore per coinvolgere la popolazione nelle scelte dell’amministrazione se non il progetto dell’area sportiva, progetto ancora avvolto da incertezza sui costi e anche sui collegamenti? Un polo sportivo di queste dimensioni finirà per attirare traffico e quindi ritengo che proprio gli abitanti di via Galizia e di via Andreas Hofer, avrebbero pieno diritto di sentirsi parte attiva nella fase di elaborazione. Potrebbero infatti proporre e quindi portare spunti di riflessione utili piuttosto che essere semplicemente “informati” delle scelte già adottate e quindi, fatalmente, poterne solamente prenderne atto». (b.c.)








Sin da quando si era iniziato a parlare di ampliamento della zona sportiva Galizia, oggi Engl Ossanna, avevamo, unica forza politica presente in consiglio, espresso i nostri dubbi sull’impatto che un progetto di tali dimensioni e su una zona idrogeologicamente delicata, avrebbe avuto sul territorio.


Anche di recente abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo se non si ritenesse opportuna una valutazione di impatto ambientale e la consultazione dei cittadini anche per il tramite di un referendum.


La risposta che abbiamo ricevuto è di sostanziale e totale non curanza e la cosa ci ha preoccupato non poco perché vuol dire che la giunta vuole procedere senza intralci alla sua realizzazione e questo anche nel momento in cui lo stesso presidente Durnwalder, di fronte agli scarsi risultati sportivi del Suedtirol, avverte che non intende finanziare e soprattutto accollarsi i costi di una megastruttura del tutto inutile o che tale potrebbe rivelarsi.


Siamo dunque contenti che altre voci si uniscano alla nostra perché un'opera di tal genere potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi: i cittadini quindi vanno consultati a priori e non informati a cose fatte.


Per fare ciò e non ridurre tutto a una finzione occorre però che tutti siano messi in grado di poter valutare l’impatto del nuovo stadio, i   parcheggi e tutto il resto e solo alla fine va chiesto un parere che per noi dovrebbe essere vincolante per l’amministrazione.


Solo così verrebbero effettivamente rispettati gli impegni programmatici di questa maggioranza.


 


Rifondazione    Comunista - Laives




martedì 27 gennaio 2009

«Referendum, evitare di farli nei mesi estivi»

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 27 GENNAIO 2009



Così i comitati promotori. L’Union: con le europee





BOLZANO. I rappresentanti dei Comitati promotori per i referendum sull’aeroporto di Bolzano e per una legge migliore sulla democrazia diretta si sono incontrati con il presidente della Provincia per chiarire la questione della data per le votazioni. Hanno chiesto a Durnwalder - si legge in una nota dei promotori - di scegliere una data che agevoli al massimo la partecipazione dei cittadini. “Inoltre - si afferma - per risparmiare soldi pubblici e per evitare ai cittadini di tornare alle urne più volte in un breve periodo, si dovrebbe valutare l’abbinamento dei referendum provinciali alle elezioni europee del 6 e 7 giugno oppure ai referendum nazionali che si svolgeranno sempre per l’inizio di giugno. Attualmente quelle date sono escluse per alcuni impedimenti amministrativi, nulla che non si possa risolvere con pochi adeguamenti della attuale legge sui referendum”. I rappresentanti “vogliono che sia esclusa categoricamente l’eventualità di fissare la data dei referendum durante i mesi estivi, tra fine giugno e inizio di ottobre”. Durnwalder - informano - “sostiene che non sia possibile indire il referendum prima del 6 luglio in base ad una interpretazione della legge effettuata dall’ufficio legale della Provincia. Però, poichè l’ufficio legale del consiglio provinciale interpreta diversamente la stessa legge, il presidente della Provincia ha proposto che siano i due uffici legali ad accordarsi su una comune interpretazione. Il presidente inoltre si è espresso a favore di una data per le votazioni rimandata all’autunno, ad esempio il 25 di ottobre, ammesso che ci sia il consenso dei partiti”.

Sul tema dei referendum l’Union für Südtirol propone che contestualmente alle elezioni europee si voti in Alto Adige anche per i tre referendum proposti dal partito. Dunque, il 7 giugno i cittadini potrebbero esprimersi anche sul pacchetto dell’Union, che va da un trattamento differenziato per i residenti nell’assegnazione della case popolari, alla consultazione popolare per progetti pubblici di gradi dimensioni, alla democrazia diretta ed alla salvaguardia del paesaggio.

«Referendum, evitare di farli nei mesi estivi»

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 27 GENNAIO 2009



Così i comitati promotori. L’Union: con le europee





BOLZANO. I rappresentanti dei Comitati promotori per i referendum sull’aeroporto di Bolzano e per una legge migliore sulla democrazia diretta si sono incontrati con il presidente della Provincia per chiarire la questione della data per le votazioni. Hanno chiesto a Durnwalder - si legge in una nota dei promotori - di scegliere una data che agevoli al massimo la partecipazione dei cittadini. “Inoltre - si afferma - per risparmiare soldi pubblici e per evitare ai cittadini di tornare alle urne più volte in un breve periodo, si dovrebbe valutare l’abbinamento dei referendum provinciali alle elezioni europee del 6 e 7 giugno oppure ai referendum nazionali che si svolgeranno sempre per l’inizio di giugno. Attualmente quelle date sono escluse per alcuni impedimenti amministrativi, nulla che non si possa risolvere con pochi adeguamenti della attuale legge sui referendum”. I rappresentanti “vogliono che sia esclusa categoricamente l’eventualità di fissare la data dei referendum durante i mesi estivi, tra fine giugno e inizio di ottobre”. Durnwalder - informano - “sostiene che non sia possibile indire il referendum prima del 6 luglio in base ad una interpretazione della legge effettuata dall’ufficio legale della Provincia. Però, poichè l’ufficio legale del consiglio provinciale interpreta diversamente la stessa legge, il presidente della Provincia ha proposto che siano i due uffici legali ad accordarsi su una comune interpretazione. Il presidente inoltre si è espresso a favore di una data per le votazioni rimandata all’autunno, ad esempio il 25 di ottobre, ammesso che ci sia il consenso dei partiti”.

Sul tema dei referendum l’Union für Südtirol propone che contestualmente alle elezioni europee si voti in Alto Adige anche per i tre referendum proposti dal partito. Dunque, il 7 giugno i cittadini potrebbero esprimersi anche sul pacchetto dell’Union, che va da un trattamento differenziato per i residenti nell’assegnazione della case popolari, alla consultazione popolare per progetti pubblici di gradi dimensioni, alla democrazia diretta ed alla salvaguardia del paesaggio.

venerdì 16 gennaio 2009






Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport e Centro sportivo provinciale


 


Nel numero 4 del quindicinale “Qui Bassa Atesina” a pag. 5 viene data la notizia che a completamento della cittadella dello sport sarebbe prevista la realizzazione di un centro medico sportivo con servizi di medicina dello sport e riabilitazione fisioterapica. Nell’articolo non si fa riferimento in quale lotto sarebbe prevista la costruzione di tali strutture e pertanto


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. se vi sia un qualche fondamento nella notizia riportata dal quindicinale;

  2. se nella fattispecie si tratti del Centro sportivo provinciale o di altra struttura;

  3. in quale lotto ed in quali tempi sarebbe prevista la sua costruzione;

  4. se anche per esso siano già previsti i finanziamenti provinciali e a quanto ammontino;

  5. se prima della realizzazione dell’intera opera sia prevista la bonifica delle zone un tempo adibite a discarica di cui la prima per i rifiuti urbani di Bolzano e la seconda, più a est, per inerti;

  6. Se  per un’opera di tali dimensioni  e data la sensibilità idrogeologica del territorio siano previste:


a)       la valutazione di impatto ambientale;


b)      la consultazione preventiva dei cittadini eventualmente anche attraverso lo strumento del referendum consultivo.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


 


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  12 gennaio 2009






Al Sindaco del Comune di  Laives


All’Assessore competente


 


INTERROGAZIONE


 


Oggetto: Cittadella dello sport e Centro sportivo provinciale


 


Nel numero 4 del quindicinale “Qui Bassa Atesina” a pag. 5 viene data la notizia che a completamento della cittadella dello sport sarebbe prevista la realizzazione di un centro medico sportivo con servizi di medicina dello sport e riabilitazione fisioterapica. Nell’articolo non si fa riferimento in quale lotto sarebbe prevista la costruzione di tali strutture e pertanto


 


il sottoscritto consigliere comunale chiede di sapere:


 



  1. se vi sia un qualche fondamento nella notizia riportata dal quindicinale;

  2. se nella fattispecie si tratti del Centro sportivo provinciale o di altra struttura;

  3. in quale lotto ed in quali tempi sarebbe prevista la sua costruzione;

  4. se anche per esso siano già previsti i finanziamenti provinciali e a quanto ammontino;

  5. se prima della realizzazione dell’intera opera sia prevista la bonifica delle zone un tempo adibite a discarica di cui la prima per i rifiuti urbani di Bolzano e la seconda, più a est, per inerti;

  6. Se  per un’opera di tali dimensioni  e data la sensibilità idrogeologica del territorio siano previste:


a)       la valutazione di impatto ambientale;


b)      la consultazione preventiva dei cittadini eventualmente anche attraverso lo strumento del referendum consultivo.


 


Si richiede cortesemente risposta scritta.


 


                                                                       Il Consigliere comunale


                                                                       Rosario Grasso


 


Laives, li  12 gennaio 2009

giovedì 23 ottobre 2008

Sì alla «salva-aeroporto»







ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 23 OTTOBRE 2008































 
Ok all’ordine del giorno firmato dai deputati altoatesini
 
Se il governo approva, la Provincia finanzierà i voli per Roma
 
C’è la garanzia per la continuità del collegamento e così su Alitalia l’Svp si astiene
 


 BOLZANO. L’ordine del giorno l’hanno firmato tutti i parlamentari altoatesini, dall’Svp (Brugger e Zeller) al Pdl (Holzmann e Di Centa) fino al Pd (Gnecchi): il documento è passato e ora tocca al governo farlo suo. Se così sarà, allora la Provincia potrà finanziare le compagnie aeree che garantiranno il collegamento tra Bolzano e Roma.

 A dare la notizia ieri pomeriggio in aula alla Camera dei deputati è stato l’onorevole della Stella Alpina Siegfried Brugger annunciando l’astensione della Svp sul decreto Alitalia. «Siamo soddisfatti che il governo abbia accolto l’ordine del giorno sulla situazione di Air Alps a seguito della crisi Alitalia ed abbia condiviso l’esigenza di garantire la continuità del servizio tra Bolzano e Roma».

 Brugger, che dell’ordine del giorno è il primo firmatario, nel documento scrive che «l’apertura e la formalizzazione della crisi Alitalia ha comportato per la compagnia Air Alps, che effettuava la tratta Roma-Bolzano in collaborazione proprio con Alitalia, rilevanti problemi economici che, se non affrontati, potrebbero incidere negativamente sul futuro della compagnia e dunque sul mantenimento del servizio di linea tra Roma e Bolzano». È però soprattutto la parte successiva che è rilevante: «L’ordine del giorno - spiega Brugger - impegna il governo a valutare l’opportunità di consentire alla Provincia di assumere, anche parzialmente, gli oneri di servizio pubblico di cui all’articolo 36 della legge numero 144 del 1999, al fine di garantire la continuità nel servizio di trasporto aereo sulla tratta Roma-Bolzano anche dopo il primo novembre e a riconoscere il collegamento come onere di servizio pubblico e conseguentemente a convocare la conferenza di servizi».

 L’ordine del giorno - che impegna ma non obbliga il governo al suo recepimento - in pratica consentirebbe alla Provincia di fare quello che negli anni scorsi è stato più volte contestato, ossia finanziare direttamente il vettore che garantirà il collegamento con Roma. Ci vorrà ancora tempo e questi contributi potrebbero essere versati al più presto alla prossima compagnia aerea che opererà a Bolzano. Nel frattempo la Provincia sta lavorando al bando che metterà in gara i quattro voli giornalieri Roma-Bolzano; fino all’assegnazione il servizio sarà garantito ancora da Air Alps, il cui contratto con l’Abd formalmente scade il 31 ottobre. (mi.m.)

Sì alla «salva-aeroporto»







ALTO ADIGE - GIOVEDÌ, 23 OTTOBRE 2008































 
Ok all’ordine del giorno firmato dai deputati altoatesini
 
Se il governo approva, la Provincia finanzierà i voli per Roma
 
C’è la garanzia per la continuità del collegamento e così su Alitalia l’Svp si astiene
 


 BOLZANO. L’ordine del giorno l’hanno firmato tutti i parlamentari altoatesini, dall’Svp (Brugger e Zeller) al Pdl (Holzmann e Di Centa) fino al Pd (Gnecchi): il documento è passato e ora tocca al governo farlo suo. Se così sarà, allora la Provincia potrà finanziare le compagnie aeree che garantiranno il collegamento tra Bolzano e Roma.

 A dare la notizia ieri pomeriggio in aula alla Camera dei deputati è stato l’onorevole della Stella Alpina Siegfried Brugger annunciando l’astensione della Svp sul decreto Alitalia. «Siamo soddisfatti che il governo abbia accolto l’ordine del giorno sulla situazione di Air Alps a seguito della crisi Alitalia ed abbia condiviso l’esigenza di garantire la continuità del servizio tra Bolzano e Roma».

 Brugger, che dell’ordine del giorno è il primo firmatario, nel documento scrive che «l’apertura e la formalizzazione della crisi Alitalia ha comportato per la compagnia Air Alps, che effettuava la tratta Roma-Bolzano in collaborazione proprio con Alitalia, rilevanti problemi economici che, se non affrontati, potrebbero incidere negativamente sul futuro della compagnia e dunque sul mantenimento del servizio di linea tra Roma e Bolzano». È però soprattutto la parte successiva che è rilevante: «L’ordine del giorno - spiega Brugger - impegna il governo a valutare l’opportunità di consentire alla Provincia di assumere, anche parzialmente, gli oneri di servizio pubblico di cui all’articolo 36 della legge numero 144 del 1999, al fine di garantire la continuità nel servizio di trasporto aereo sulla tratta Roma-Bolzano anche dopo il primo novembre e a riconoscere il collegamento come onere di servizio pubblico e conseguentemente a convocare la conferenza di servizi».

 L’ordine del giorno - che impegna ma non obbliga il governo al suo recepimento - in pratica consentirebbe alla Provincia di fare quello che negli anni scorsi è stato più volte contestato, ossia finanziare direttamente il vettore che garantirà il collegamento con Roma. Ci vorrà ancora tempo e questi contributi potrebbero essere versati al più presto alla prossima compagnia aerea che opererà a Bolzano. Nel frattempo la Provincia sta lavorando al bando che metterà in gara i quattro voli giornalieri Roma-Bolzano; fino all’assegnazione il servizio sarà garantito ancora da Air Alps, il cui contratto con l’Abd formalmente scade il 31 ottobre. (mi.m.)

domenica 20 aprile 2008

INCHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI

Alto Adige, 20 APRILE 2008









di Antonella Mattioli




«Indagine incredibile: così si blocca tutto»




 

Caso Sta, Durnwalder va all’attacco: «Dopo l’aeroporto, toccherà all’Alitalia»






 Il cda della Sta respinge le accuse: «Abbiamo attuato le decisioni prese dalla Provincia»



 



 BOLZANO. «Di questo passo blocchiamo tutto: treni, autobus, piscine, terme. Perché sono servizi pubblici in perdita e non potranno mai raggiungere il pareggio, a meno di non aumentare di cento volte le tariffe. Cosa a dir poco impensabile». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder non ha ancora letto gli atti dell’ultima inchiesta aperta dalla Corte dei conti: attende la relazione che l’assessore ai trasporti Thomas Widmann farà nella riunione di domani della giunta. Ma dopo l’università si annuncia un nuovo scontro, stavolta sull’aeroporto, tra Provincia e Corte dei conti. Intanto il cda della Sta, azionista di maggioranza dell’Abd (aeroporto), va all’attacco e in una nota parla di “atto di inaudito arbitrio”.



L’accusa. Al centro dell’inchiesta c’è la Sta, holding provinciale dei trasporti e azionista di maggioranza dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto. Sotto accusa in particolare il cda (Dieter Schramm, presidente; Domenico Ardolino e Josef Negri consiglieri) e i componenti del collegio sindacale della Sta (Heinz Peter Hager, presidente; e gli altri due sindaci Erwin Kiem e Giuliano Righi). Alla Sta la Corte dei conti contesta di aver investito fondi provinciali nell’Abd, ben sapendo che la società non avrebbe mai raggiunto il pareggio. Ciò avrebbe causato un danno all’erario di 3,7 milioni di euro. Somma che i membri del cda rischiano di pagare di tasca propria: per questo sono stati posti sotto sequestro conservativo beni immobili di proprietà di Schramm, Ardolino, Negri.



Precedente pericoloso. «Non posso credere - commenta il presidente Durnwalder - che l’inchiesta della Corte dei conti contesti il fatto che noi finanziamo un servizio come l’aeroporto, perché essendo in deficit, causeremmo un danno all’erario. Spero ci sia qualcos’altro, altrimenti siamo all’assurdo».



 L’inchiesta preoccupa, perché crea un precedente pericoloso: sia per gli amministratori pubblici che per chi siede nei cda delle società.



 «Se il principio - prosegue Durnwalder - è quello che non possiamo finanziare una società che offre un servizio pubblico, perché è inevitabilmente in perdita, dobbiamo bloccare tutto».



 Durnwalder fa alcuni esempi: «La ferrovia della Val Venosta ha un deficit di 4-5 milioni di euro; per aggiornare la rete ferroviaria si sono spesi una quarantina di milioni di euro. Entrambe - lo sappiamo benissimo - non potranno mai avere un bilancio in pareggio. Ed è proprio per questo che è l’ente pubblico a dover garantire servizi come ferrovia, autobus, piscine, terme. Si accolla il deficit, perché per andare in pareggio bisognerebbe aumentare di cento volte i biglietti. Con questa logica si dovrebbero chiedere i danni anche ai ministri che, nel corso degli anni, hanno finanziato l’Alitalia, regolarmente in perdita».



Invasione di campo. «La Corte dei conti - contesta l’assessore ai trasporti Thomas Widmann - deve verificare la legittimità degli atti della pubblica amministrazione, ma non può contestare scelte che sono politiche. Non rientra nelle sue competenze. È chiaro che l’aeroporto è in perdita, ma la Provincia ha deciso che si tratta di un servizio importante e quindi va garantito. Come fa con tanti altri servizi. Di questo passo, nel giro di poco, non si potranno più finanziare neppure ospedali e case di riposo, visto che i bilanci non raggiungono il pareggio».



Atto inaudito. Il presidente del cda della Sta Schramm e il presidente del collegio sindacale Hager, in una nota che pubblichiamo a fianco, respingono ogni addebito e difendono l’operato del consiglio d’amministrazione.



 «Tutti gli aumenti di capitale sottoscritti da Sta nell’aeroporto sono stati adottati in conformità alla legge e in scrupolosa attuazione degli obiettivi fissati dalla Provincia per soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione altoatesina anche mediante una infrastruttura aeroportuale».



 Quindi l’affondo sul sequestro conservativo dei beni immobili di proprietà dei membri del cda: «È un atto di inaudito arbitrio». I membri del cda annunciano, a loro volta, una richiesta di risarcimento danni.




Baumgartner difende la Sta e spiega il deficit di Abd



 

«Bisogna allungare la pista»


 











BOLZANO. «Non capisco sinceramente perché si chieda agli amministratori della Sta di pagare di tasca propria per un presunto danno all’erario: loro si sono limitati ad attuare le decisioni prese dalla Provincia. Non hanno alcuna responsabilità». Thomas Baumgartner, ex presidente dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto, difende gli amministratori e il collegio dei sindaci della Sta, holding provinciale dei trasporti e azionista di maggioranza dell’Abd.



 A dicembre l’imprenditore bolzanino ha gettato la spugna e si è dimesso. Motivo? La Provincia ha deciso di non allungare la pista dell’aeroporto come invece richiedeva il piano presentato dalla società.



 «L’Abd è in deficit - spiega Baumgartner - perché non si allunga la pista e ciò comporta che qui possono atterrare solo piccoli velivoli. Così ha deciso la Provincia dopo la consultazione della popolazione. A questo punto restano due possibilità: chiudere o continuare così. La popolazione non vuole la chiusura della struttura. Quindi c’è un’unica strada: continuare così. Ciò ovviamente comporta che la Provincia intervenga per ripianare il deficit».



 La pista dunque non si tocca, ma verranno realizzati gli hangar: «Stiamo predisponendo i progetti», assicura il presidente della Provincia Luis Durnwalder.



 Gli hangar consentiranno di ottenere dei risparmi, in quanto gli aerei dell’Air Alps la sera non dovranno tornare ad Innscbruck per i controlli quotidiani sulle apparecchiature. Ciò dovrebbe evitare anche la cancellazione dei voli in caso di maltempo in Austria. Ma non sarà comunque sufficiente per ripianare i debiti della società che gestisce l’aeroporto.







«Atto di inaudito arbitrio»


 

Il presidente Schramm contesta il sequestro dei beni


 

Se non si approvava l’aumento di capitale l’aeroporto avrebbe chiuso: ciò avrebbe comportato la perdita degli investimenti fatti


 


 BOLZANO. Respingono, nella lettera che pubblichiamo di seguito, le accuse e passano al contrattacco Dieter Schramm, presidente del cda della Sta, e Heinz Peter Hager, presidente del collegio sindacale.


 «La Procura regionale di Bolzano della Corte dei Conti contesta la legittimità dell’aumento di capitale eseguito nel 2006 dalla Sta (Strutture Trasporto Alto Adige) nella società aeroportuale di Bolzano Abd, e chiede ai componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della Sta il pagamento degli importi corrispondenti di circa 4 milioni di euro con la motivazione che la gestione dell’aeroporto non avrebbe in seguito raggiunto il pareggio.


 A carico dei membri del consiglio di amministrazione della Sta è stato disposto inoltre un sequestro conservativo di beni per l’ammontare di 3,5 milioni.


 In merito si constata quanto segue:


 1. La Sta è una società il cui capitale sociale è detenuto per intero dalla Provincia. La Sta esegue sulla base delle decisioni politiche della giunta la realizzazione e la gestione di infrastrutture di trasporto pubblico.


 2. Tutti gli aumenti di capitale sociale sottoscritti da Sta nell’aeroporto di Bolzano sono stati adottati in conformità alla legge ed in corretta e scrupolosa attuazione degli obiettivi fissati dalla giunta provinciale al fine di soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione altoatesina anche mediante una infrastruttura aeroportuale.


 3. É ampiamente noto che le strutture per il trasporto pubblico, sia su ferro che su gomma, marittimo o aereo, in tutto il mondo non realizzano, perlomeno nella fase di avvio, un pareggio dei conti. In tale contesto non è concepibile ravvisare per gli organi sociali un obbligo giuridico ad interrompere la concessione di risorse finanziarie, con la conseguenza di dover chiudere l‘aeroporto di Bolzano.


 4. Seguendo la logica della Procura presso la Corte dei Conti ogni decisione sulla realizzazione e sul finanziamento di infrastrutture e servizi pubblici finanziariamente non autosufficienti verrebbe sottratta alla giunta provinciale istituzionalmente a ció competente, per essere devoluta all’autoritá giudiziaria, in palese violazione di principi basilari dell’ordinamento giuridico.


 5. L’aumento di capitale del 2006 è stato attuato sulla base di precisi obblighi del diritto societario la cui alternativa consisteva nello scioglimento della società aeroportuale.


 Questo avrebbe comportato la chiusura dell’aeroporto e di conseguenza la perdita di tutti gli investimenti eseguiti fino al 2006 che ammontavano allora a decine di milioni di euro. In tal modo sarebbe stato arrecato alla collettività un danno pari ad un multiplo dell’importo messo a disposizione della giunta provinciale per il contestato aumento del capitale sociale dell’aeroporto di Bolzano.


6.Gli amministratori ed i sindaci della Sta hanno espletato il loro incarico in conformità alle disposizioni di legge e con diligenza e professionalità. Essi contestano decisamente ogni addebito a loro mosso.


 7. Il sequestro conservativo del patrimonio privato degli amministratori della Sta viene considerato come un atto di inaudito arbitrio.


 8. Gli avvocati Christoph Baur, Karl Zeller, Herald Gamper e Stefano Ascioni sono stati incaricati a tutelare i diritti dei consiglieri e sindaci, compreso il risarcimento dei danni ad essi derivati.

INCHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI

Alto Adige, 20 APRILE 2008









di Antonella Mattioli




«Indagine incredibile: così si blocca tutto»




 

Caso Sta, Durnwalder va all’attacco: «Dopo l’aeroporto, toccherà all’Alitalia»






 Il cda della Sta respinge le accuse: «Abbiamo attuato le decisioni prese dalla Provincia»



 



 BOLZANO. «Di questo passo blocchiamo tutto: treni, autobus, piscine, terme. Perché sono servizi pubblici in perdita e non potranno mai raggiungere il pareggio, a meno di non aumentare di cento volte le tariffe. Cosa a dir poco impensabile». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder non ha ancora letto gli atti dell’ultima inchiesta aperta dalla Corte dei conti: attende la relazione che l’assessore ai trasporti Thomas Widmann farà nella riunione di domani della giunta. Ma dopo l’università si annuncia un nuovo scontro, stavolta sull’aeroporto, tra Provincia e Corte dei conti. Intanto il cda della Sta, azionista di maggioranza dell’Abd (aeroporto), va all’attacco e in una nota parla di “atto di inaudito arbitrio”.



L’accusa. Al centro dell’inchiesta c’è la Sta, holding provinciale dei trasporti e azionista di maggioranza dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto. Sotto accusa in particolare il cda (Dieter Schramm, presidente; Domenico Ardolino e Josef Negri consiglieri) e i componenti del collegio sindacale della Sta (Heinz Peter Hager, presidente; e gli altri due sindaci Erwin Kiem e Giuliano Righi). Alla Sta la Corte dei conti contesta di aver investito fondi provinciali nell’Abd, ben sapendo che la società non avrebbe mai raggiunto il pareggio. Ciò avrebbe causato un danno all’erario di 3,7 milioni di euro. Somma che i membri del cda rischiano di pagare di tasca propria: per questo sono stati posti sotto sequestro conservativo beni immobili di proprietà di Schramm, Ardolino, Negri.



Precedente pericoloso. «Non posso credere - commenta il presidente Durnwalder - che l’inchiesta della Corte dei conti contesti il fatto che noi finanziamo un servizio come l’aeroporto, perché essendo in deficit, causeremmo un danno all’erario. Spero ci sia qualcos’altro, altrimenti siamo all’assurdo».



 L’inchiesta preoccupa, perché crea un precedente pericoloso: sia per gli amministratori pubblici che per chi siede nei cda delle società.



 «Se il principio - prosegue Durnwalder - è quello che non possiamo finanziare una società che offre un servizio pubblico, perché è inevitabilmente in perdita, dobbiamo bloccare tutto».



 Durnwalder fa alcuni esempi: «La ferrovia della Val Venosta ha un deficit di 4-5 milioni di euro; per aggiornare la rete ferroviaria si sono spesi una quarantina di milioni di euro. Entrambe - lo sappiamo benissimo - non potranno mai avere un bilancio in pareggio. Ed è proprio per questo che è l’ente pubblico a dover garantire servizi come ferrovia, autobus, piscine, terme. Si accolla il deficit, perché per andare in pareggio bisognerebbe aumentare di cento volte i biglietti. Con questa logica si dovrebbero chiedere i danni anche ai ministri che, nel corso degli anni, hanno finanziato l’Alitalia, regolarmente in perdita».



Invasione di campo. «La Corte dei conti - contesta l’assessore ai trasporti Thomas Widmann - deve verificare la legittimità degli atti della pubblica amministrazione, ma non può contestare scelte che sono politiche. Non rientra nelle sue competenze. È chiaro che l’aeroporto è in perdita, ma la Provincia ha deciso che si tratta di un servizio importante e quindi va garantito. Come fa con tanti altri servizi. Di questo passo, nel giro di poco, non si potranno più finanziare neppure ospedali e case di riposo, visto che i bilanci non raggiungono il pareggio».



Atto inaudito. Il presidente del cda della Sta Schramm e il presidente del collegio sindacale Hager, in una nota che pubblichiamo a fianco, respingono ogni addebito e difendono l’operato del consiglio d’amministrazione.



 «Tutti gli aumenti di capitale sottoscritti da Sta nell’aeroporto sono stati adottati in conformità alla legge e in scrupolosa attuazione degli obiettivi fissati dalla Provincia per soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione altoatesina anche mediante una infrastruttura aeroportuale».



 Quindi l’affondo sul sequestro conservativo dei beni immobili di proprietà dei membri del cda: «È un atto di inaudito arbitrio». I membri del cda annunciano, a loro volta, una richiesta di risarcimento danni.




Baumgartner difende la Sta e spiega il deficit di Abd



 

«Bisogna allungare la pista»


 











BOLZANO. «Non capisco sinceramente perché si chieda agli amministratori della Sta di pagare di tasca propria per un presunto danno all’erario: loro si sono limitati ad attuare le decisioni prese dalla Provincia. Non hanno alcuna responsabilità». Thomas Baumgartner, ex presidente dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto, difende gli amministratori e il collegio dei sindaci della Sta, holding provinciale dei trasporti e azionista di maggioranza dell’Abd.



 A dicembre l’imprenditore bolzanino ha gettato la spugna e si è dimesso. Motivo? La Provincia ha deciso di non allungare la pista dell’aeroporto come invece richiedeva il piano presentato dalla società.



 «L’Abd è in deficit - spiega Baumgartner - perché non si allunga la pista e ciò comporta che qui possono atterrare solo piccoli velivoli. Così ha deciso la Provincia dopo la consultazione della popolazione. A questo punto restano due possibilità: chiudere o continuare così. La popolazione non vuole la chiusura della struttura. Quindi c’è un’unica strada: continuare così. Ciò ovviamente comporta che la Provincia intervenga per ripianare il deficit».



 La pista dunque non si tocca, ma verranno realizzati gli hangar: «Stiamo predisponendo i progetti», assicura il presidente della Provincia Luis Durnwalder.



 Gli hangar consentiranno di ottenere dei risparmi, in quanto gli aerei dell’Air Alps la sera non dovranno tornare ad Innscbruck per i controlli quotidiani sulle apparecchiature. Ciò dovrebbe evitare anche la cancellazione dei voli in caso di maltempo in Austria. Ma non sarà comunque sufficiente per ripianare i debiti della società che gestisce l’aeroporto.







«Atto di inaudito arbitrio»


 

Il presidente Schramm contesta il sequestro dei beni


 

Se non si approvava l’aumento di capitale l’aeroporto avrebbe chiuso: ciò avrebbe comportato la perdita degli investimenti fatti


 


 BOLZANO. Respingono, nella lettera che pubblichiamo di seguito, le accuse e passano al contrattacco Dieter Schramm, presidente del cda della Sta, e Heinz Peter Hager, presidente del collegio sindacale.


 «La Procura regionale di Bolzano della Corte dei Conti contesta la legittimità dell’aumento di capitale eseguito nel 2006 dalla Sta (Strutture Trasporto Alto Adige) nella società aeroportuale di Bolzano Abd, e chiede ai componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale della Sta il pagamento degli importi corrispondenti di circa 4 milioni di euro con la motivazione che la gestione dell’aeroporto non avrebbe in seguito raggiunto il pareggio.


 A carico dei membri del consiglio di amministrazione della Sta è stato disposto inoltre un sequestro conservativo di beni per l’ammontare di 3,5 milioni.


 In merito si constata quanto segue:


 1. La Sta è una società il cui capitale sociale è detenuto per intero dalla Provincia. La Sta esegue sulla base delle decisioni politiche della giunta la realizzazione e la gestione di infrastrutture di trasporto pubblico.


 2. Tutti gli aumenti di capitale sociale sottoscritti da Sta nell’aeroporto di Bolzano sono stati adottati in conformità alla legge ed in corretta e scrupolosa attuazione degli obiettivi fissati dalla giunta provinciale al fine di soddisfare le esigenze di mobilità della popolazione altoatesina anche mediante una infrastruttura aeroportuale.


 3. É ampiamente noto che le strutture per il trasporto pubblico, sia su ferro che su gomma, marittimo o aereo, in tutto il mondo non realizzano, perlomeno nella fase di avvio, un pareggio dei conti. In tale contesto non è concepibile ravvisare per gli organi sociali un obbligo giuridico ad interrompere la concessione di risorse finanziarie, con la conseguenza di dover chiudere l‘aeroporto di Bolzano.


 4. Seguendo la logica della Procura presso la Corte dei Conti ogni decisione sulla realizzazione e sul finanziamento di infrastrutture e servizi pubblici finanziariamente non autosufficienti verrebbe sottratta alla giunta provinciale istituzionalmente a ció competente, per essere devoluta all’autoritá giudiziaria, in palese violazione di principi basilari dell’ordinamento giuridico.


 5. L’aumento di capitale del 2006 è stato attuato sulla base di precisi obblighi del diritto societario la cui alternativa consisteva nello scioglimento della società aeroportuale.


 Questo avrebbe comportato la chiusura dell’aeroporto e di conseguenza la perdita di tutti gli investimenti eseguiti fino al 2006 che ammontavano allora a decine di milioni di euro. In tal modo sarebbe stato arrecato alla collettività un danno pari ad un multiplo dell’importo messo a disposizione della giunta provinciale per il contestato aumento del capitale sociale dell’aeroporto di Bolzano.


6.Gli amministratori ed i sindaci della Sta hanno espletato il loro incarico in conformità alle disposizioni di legge e con diligenza e professionalità. Essi contestano decisamente ogni addebito a loro mosso.


 7. Il sequestro conservativo del patrimonio privato degli amministratori della Sta viene considerato come un atto di inaudito arbitrio.


 8. Gli avvocati Christoph Baur, Karl Zeller, Herald Gamper e Stefano Ascioni sono stati incaricati a tutelare i diritti dei consiglieri e sindaci, compreso il risarcimento dei danni ad essi derivati.