ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 30 DICEMBRE 2008 |
di Bruno Canali |
Frazza conferma: meno gente del solito anche per Andrea Castelli |
Emerge un altro dato «I testi in dialetto favoriti dal pubblico» |
LAIVES. Gli operatori teatrali sono convinti che sia soprattutto la crisi economica, sta di fatto che si nota oramai una certa «disaffezione» verso qualunque proposta venga fatta, a meno che non sia gratuita. Succede così ad esempio per la rassegna teatrale «Stefano Fait». Si tratta della 29esima edizione in corso al teatro aula: registra qualche “vuoto” tra le poltroncine anche quando, come di recente, arriva un beniamino del pubblico locale come Andrea Castelli. Conferma Loris Frazza, neo assessore comunale alla cultura nonché operatore teatrale da una vita (è segretario nazionale della Uilt) e guida il teatro Cristallo di Bolzano): «Castelli è un artista che a Laives ha sempre ottenuto successi travolgenti. Negli anni scorsi, tanto per dire, quando recitava si programmavano 3 serate e tutte riempivano la sala dell’aula magna. Questa volta le serate sono state due e nonostante questo, effettivamente qualche poltroncina vuota è rimasta». Secondo Frazza, il problema maggiore è determinato dalla crisi economica che tocca oramai pesantemente le tasche di tutte le famiglie. «Anche al teatro Cristallo a Bolzano - continua Frazza - si registra mediamente una flessione di presenze durante la stagione, salvo appuntamenti dove non si paga e si fa puntualmente il pieno di pubblico. Nonostante prezzi decisamente popolari, come quelli applicati alla rassegna dialettale di Laives, non si riesce comunque più a riempire la sala e al di là degli affezionati che hanno acquistato i ticket molto in anticipo, notiamo che la sera dello spettacolo arriva sempre meno gente al botteghino. Un tempo invece era diverso e c’era sempre chi, avendo visto sul giornale che c’era lo spettacolo, decideva all’ultimo momento di andare a teatro». In questo scenario poco entusiasmante, proprio la Filodrammatica di Laives, per espressa volontà del suo regista Roby De Tomas, questa volta alla rassegna porterà un lavoro in lingua italiana invece che in vernacolo trentino. Il testo scelto è quello del «Diario di Anna Frank», una scelta che ha destato qualche perplessità anche tra gli stessi attori della compagnia più legati alla tradizione. Il regista però la difende a spada tratta e quindi, in marzo, quando verrà proposta, si potrà verificare l’effetto che avrà su un pubblico che per la maggior parte è legato al teatro dialettale che è considerato più «leggero». «È indubbio che il pubblico tradizionale della rassegna preferisca il dialetto - dice Frazza - e su questo anche in seno alla compagnia si è sviluppata una riflessione prima di operare la scelta. Vedremo come verrà recepita dal pubblico, ma di certo, una commedia come “Segue farsa”, riscuote maggiori consensi tra quello locale e infatti, nonostante abbia diversi mesi di programmazione alle spalle oramai, ce la chiedono continuamente. Si tratta di un pubblico al quale interessa di più il divertimento, la parte comica e accattivante dello spettacolo rispetto alla qualità prettamente artistica, che è cosa diversa». E anche questo è uno spunto di riflessione. |
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