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martedì 16 dicembre 2008

Lavori pubblici, mancano 11 milioni



ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 16 DICEMBRE 2008



























 
L’allarme di Gerolimon: situazione grave, il programma è in forse
 
Aumentano le spese ma calano le entrate anche a causa della crisi
 
BRUNO CANALI




 LAIVES. Per portare a compimento la scaletta di interventi programmati dalla giunta entro il 2009 servirebbero almeno 14 milioni di euro: «Invece possiamo contare oggi su un massimo di 3 milioni - spiega Renzo Gerolimon, assessore ai lavori pubblici - dai quali inoltre vanno tolti alcuni finanziamenti già deliberati con l’esercizio precedente. Siamo in una situazione veramente difficile».

  Il quadro negativo emerge maggiormente in questo periodo nel quale l’amministrazione comunale è impegnata nella predisposizione del bilancio di previsione 2009, tra spese crescenti e introiti che invece calano. «Entro la fine del mandato - continua Gerolimon - avevamo previsto di completare diverse opere pubbliche importanti, come la rete dell’acquedotto ad esempio, oppure il progetto di ristrutturazione completa del palazzetto dello sport e l’avvio almeno dei lavori per la nuova scuola elementare di Pineta. Però non ci sono soldi e andremo anche in Provincia, appena insediata la nuova giunta, a battere cassa dal presidente Durnwalder».

 Gerolimon quindi spiega che dai 3 milioni di euro che sarebbero disponibili, bisognerà togliere 337 mila euro che sono serviti per l’accordo stragiudiziario con la Codelfa (ditta che costruito i nuovo municipio) quindi altri 350 mila euro per opere di urbanizzazione alla Toggenburg 1 di Pineta e per edilizia comunale e ancora, soldi per la stazione ferroviaria. «Servirebbero urgentemente soldi anche per sistemare le strade comunali - prosegue - perché dopo queste nevicate in più punto il manto d’asfalto è deteriorato. Però tra patto di stabilità e ristrettezze di bilancio, facciamo fatica ad affrontare anche le semplici spese ordinarie. Ovvio che come maggioranza siamo in difficoltà con questa situazione, anche perché, a fronte dei tagli imposti dai decreti governativi, le spese crescono, basti pensare alle nuove strutture che abbiamo, dal Black Box alla mensa scolastica: saranno almeno 200 mila euro in più all’anno. A fronte di questo, cerchiamo di mantenere invariata la persisene tariffaria sui contribuenti e, per finire, c’è anche la crisi: dei 3 milioni previsti, 1 circa doveva entrare dagli oneri di urbanizzazione ma l’edilizia privata è calata e con essa anche gli oneri».






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