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martedì 25 novembre 2008

TOSOLINI VENDE TUTTI I SUPERMERCATI

ALTO ADIGE - MERCOLEDÌ, 26 NOVEMBRE 2008

 

L’imprenditore esce dal settore alimentare. La Omniscom comprata da Aspiag e Poli

 

Ceduti 17 punti vendita e il magazzino ex Standa. Il marchio «Spar» verso il monopolio

  

Il patron: usciamo per concentrarci su altre attività Abbiamo privilegiato aziende locali per garantire continuità


 

MIRCO MARCHIODI



 BOLZANO. La notizia si abbatte come una bomba sul settore distributivo in Alto Adige: la famiglia Tosolini ha deciso di cedere Omniscom, il ramo d’azienda che si occupa di alimentari e che in provincia controlla i marchi Famila e A&O. L’operazione è stata perfezionata proprio in questi giorni e sarà ufficializzata oggi. Ma a confermarla è Pietro Tosolini in persona: «Usciamo dalla distribuzione alimentare per concentrarci sulle nostre altre attività». Gli acquirenti sono i gruppi Aspiag e Poli.

 Le voci in questi giorni si erano fatte sempre più insistenti. Nei mesi scorsi circolava con forza la notizia di una possibile cessione del punto vendita di Corso Italia (l’ex Standa), poi l’intera operazione ha avuto una svolta ancora più netta. Che qualcosa stesse succedendo, lo avevano capito anche i sindacati: lunedì avrebbero dovuto essere convocati dalla proprietà per discutere del contratto aziendale in scadenza il 31 dicembre. All’ultimo momento questo incontro è stato però annullato e rinviato a data da destinarsi. Sarà probabilmente la nuova proprietà a riconvocare le parti in causa, perché la notizia del giorno è la cessione di Omniscom ad Aspiag e Poli.

 Che uno dei possibili acquirenti fosse l’Aspiag, lo si era capito. Ancora in mattinata, l’amministratore delegato del colosso dell’alimentare Paul Klotz confermava il proprio interesse: «Omniscom è sempre stata un’azienda potenzialmente interessante. Se Tosolini davvero decidesse di vendere, noi ci muoveremo».

 Ebbene, questa decisione è arrivata. «Il nostro gruppo - spiega Pietro Tosolini - nell’ambito di una riorganizzazione e razionalizzazione delle proprie aziende ha preso la decisione strategica di cedere il ramo della distribuzione alimentare per concentrarsi prevalentemente sulle altre attività e per sviluppare nuovi progetti nel campo della ricerca e innovazione. Nei mesi scorsi abbiamo condotto un’attenta ricerca del partner più adatto, in grado di garantire continuità a punti vendita fortemente radicati sul territorio e in grado anche di tutelare il personale. La scelta di interlocutori come Aspiag e Poli testimonia la volontà del gruppo di privilegiare aziende locali, in grado di promuovere l’economia regionale grazie alla consolidata e attiva collaborazione con produttori, imprese e realtà economiche delle due province».

 Per capire l’importanza dell’operazione, ecco qualche numero: Omniscom in Alto Adige conta 17 punti vendita e controlla i marchi Famila e A&O, oltre a possedere il grande magazzino a insegna Omnis in Corso Italia. Fatturato da 70 milioni l’anno (ma gli ultimi esercizi erano stati meno positivi e il bilancio si era sempre chiuso in rosso) e circa 400 dipendenti. Confrontati con quelli del gruppo Aspiag (1.220 milioni di fatturato, più di 500 punti vendita e 5.700 dipendenti in Triveneto, di cui un quarto occupati in Alto Adige) si tratta di numeri relativamente piccoli, ma riferiti alle altre realtà del settore alimentare bolzanino si tratta pur sempre di una realtà distributiva di primissimo piano. Per intendersi, secondo sindacati e associazioni dei consumatori, accanto all’Aspiag, Omniscom ha sempre rappresentato la seconda colonna del tanto criticato duopolio del settore alimentare.

 Ora che Omniscom cede proprio ad Aspiag parte dei suoi punti vendita (quali saranno i supermercati che andranno alla multinazionale e quali invece quelli che finiranno al gruppo Poli sarà reso noto solo al momento dell’ufficializzazione dell’accordo), il gruppo che controlla il marchio Spar (e quindi i supermercati Despar, Eurospar e Interspar) diventa ancora più forte. Ma più forte diventa anche la presenza dei supermercati Poli, gruppo che in Alto Adige conta già undici punti vendita, anche se il “cuore” dell’attività resta chiaramente in Trentino, dove la famiglia Poli ha iniziato a costruire il suo piccolo impero commerciale che oggi conta complessivamente su una cinquantina di punti vendita (tra cui i supermercati Regina) e un bilancio consolidato di oltre trecento milioni di euro.

 Resta da capire che impatto avrà l’operazione su un settore che in questo periodo sta attraversando un momento particolarmente difficile. Nelle scorse settimane proprio Aspiag e Omniscom avevano confermato cali delle vendite legate alla crisi dei consumi che i due gruppi avevano cercato di controbilanciare con il lancio di una serie di offerte speciali.



















La maggiore azienda della provincia è una filiale di un colosso austriaco


 BOLZANO. È la prima azienda altoatesina per fatturato e numero di dipendenti. Soprattutto, è il primo contribuente di tutta la provincia. E non è poco, considerando che il 90% delle imposte pagate sul territorio tornano indietro. Aspiag Italia fa parte di un colosso presente in molti paesi europei e controllato per intero da un gruppo di famiglie austriache. In Italia per ora è insediata in Triveneto, dove è presente con più di 500 punti, occupa oltre cinquemila dipendenti (un quarto lavorano in Alto Adige) e da tempo il fatturato è stabilmente sopra quota mille milioni (1.220 nel 2007). La quota di mercato riferita a tutto il Nord-Est è superiore al 12%, ma se si restringe il campo alla sola provincia di Bolzano, a livello numerico i supermercati con marchio “Spar” non temono la concorrenza di nessuno.

 Il gruppo Aspiag controlla il marchio Spar che in Alto Adige fu introdotto nel 1962 da Ander Amonn, primo presidente di Despar Italia. Prima l’apertura di un magazzino di “soli” mille metri quadrati (oggi Aspiag sfiora i 300 mila metri quadrati di superficie di vendita nel Nord-Est), poi quella del primo supermercato, la storica filiale Despar di via Claudia Augusta con l’arrivo negli anni Ottanta anche del marchio Eurospar con l’inaugurazione in via Resia. Nel 1991 Amonn esce dal settore e cede l’azienda all’Aspiag che ultimamente ha portato in provincia anche il più grande dei suoi supermercati, quello con il marchio Interspar, che dal 2005 è presente in via Buozzi.

 L’amministratore delegato di Aspiag Italia è Paul Klotz, che non nega l’operazione Omniscom: «L’abbiamo sempre considerata un’azienda molto interessante».






2 commenti:

  1. Mi chiedo che cosa possa diventare l'Iperfamila...un altro Interspar penso non sia probabile, perché a breve distanza..se passa a Poli, cosa s'inventerà, l'Iperpoli? Ma perché allora non è stata coinvolta la catena tirolese MPreis, almeno porterebbe un assortimento di prodotti maggiore (a Bressanone, Brunico e nel meranese è già presente)...Un mega MPreis al posto dell'Iperfamila ne varrebbe la candela, ma un ipermercato Poli lo trovo superfluo, perché un Poli c'è già a San Giacomo e a parte qualche offerta speciale non ha chissà quale assortimento di prodotti. La MPreis almeno proporrebbe qualcosa di diverso e di sicuro vi sarebbero meno spostamenti verso Innsbruck per acquistare prodotti difficili da trovare a Bolzano (e certamente inesistenti a Trento). In confronto al Poli, la Spar è già più avanti (anche se non capisco perché a Innsbruck si trovino i biscotti italiani con marchio DeSpar, mentre da noi non si trovino i prodotti austriaci con il marchio Spar).

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  2. Credo tu abbia perfettamente ragione, ma questo richiederebbe un intervento pubblico (provincia, comune), che regolasse il settore aumentando realmente la concorrenza. Naturalmente si guardano bene dal farlo perché,dicono, sarebbe un ingerenza indebita nel mercato.

    Peccato che poi, se si tratta di banche, si possa intervenire con aiuti pubblici (e che aiuti!) e si possa anche sforare il rapporto PIL/debito pubblico …

    La ricetta è quella proposta da anni: abbattere i monopoli. …ma qui si vanno a toccare interessi forti che i nostri governanti non sembrano avere interesse a toccare.

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