Alto Adige, 14 APRILE 2008
In città aumentano i negozi che ritirano e pagano in contanti gli oggetti preziosi
MARIO BERTOLDI
BOLZANO. In città si stanno moltiplicando gli esercizi commerciali che si propongono come acquirenti di oggetti in oro destinati ad alimentare un doppio mercato: quello dell’industria orafa che tratta i vecchi gioielli al fine di ricavarne oro da fondere per nuovi prodotti, e quello dell’usato - più spicciolo e immediato - che rimette sul mercato gioielli non più nuovi ma offerti ad un prezzo conveniente. In entrambi i casi il business è legato all’offerta di chi deve o vuole liberarsi dell’oro che ha in casa.
Nelle ultime settimane vi sono state in città alcune nuove aperture di negozi che intendono proporsi sul mercato dell’oro usato. In tutti i casi l’attività prevede il ritiro dei gioielli con pagamento immediato, in contanti, del valore stimato al banco. Se aumentano i negozi di questo tipo vuol dire che il business per questo tipo di attività c’è ed in questa analisi c’è chi intravvede una spia della situazione socio-economica non certo rosea. «In effetti se questi negozi hanno molta clientela non si può non pensare che anche la situazione economica stia facendo la sua parte - commenta Mauro Randi direttore della Caritas altoatesina - i casi sono due: o Bolzano è molto ricca con i cittadini che hanno la possibilità di disfarsi dei propri ori per farsene dei nuovi oppure c’è gente che è costretta a mettere mano anche agli ori di famiglia per reperire fondi per andare avanti. C’è solo da sperare che non sia il preludio a qualcosa di più grave, come ad esempio lo strozzinaggio e l’usura». L’ipotesi che siano non pochi coloro che si trovano costretti a mettere mano anche agli ori di famiglia non sembra dunque molto infondata. «Il costo della vita è in continuo aumento - analizza ancora Mauro Randi - le retribuzioni bene o male non sono state adeguate. Già da qualche tempo avevamo un 14 per cento della popolazione bolzanina che viveva al limite della povertà: ultimamente la situazione non è certo migliorata». Sono quattro i commercianti d’oro in attività in città. Oltre al negozio storico di via Gaismair (denominato «Gold 2000»), ci sono altri esercizi in corso Italia, in via Palermo ed in via Roma. Gli ultimi due sono esercizi in franchaising, dunque legati ad una rete di negozi che operano in tutta Italia con lo stesso marchio e la stessa strategia commerciale.
Il circuito si chiama «oro in euro» e può contare anche su un sito internet omonimo (www.oroineuro.it) utilizzato anche per la vendita via web di gioielli di seconda o terza mano. Una opportunità commerciale, invece, che non viene curata da «Oromania», il negozio gestito in corso Italia da Andrea Filidei, che ritira oggetti in oro pagando in contanti il valore stimato al banco e girando poi sistematicamente tutti i gioielli ritirati alle industrie orafe. «La raccolta dell’oro c’è sempre stata - dice Andrea Filidei - la crisi economica non c’entra nulla. Io sono in corso Italia da un anno e mezzo ma non ho notato un aumento di clientela spinta dal bisogno di vendere un gioiello di famiglia. Chi ha bisogno di soldi di solito ha poco oro in casa; chi è ricco non risente della crisi ma vende oro per ricomprarne». «Oromania» non rimette in vendita gioielli ritirati. In alcuni casi è anche una questione di rispetto nei confronti del venditore che esige la garanzia della fusione.
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