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giovedì 24 aprile 2008

CAROVITA DA RECORD

ALTO ADIGE, 24 APRILE 2008


L’Istat incorona Bolzano «Città più cara d’Italia» (13% in più della media nazionale)


 Alimentari, unica scappatoia le offerte speciali


 Despar e Omniscom: «Famiglie in crisi ma è impossibile abbassare i prezzi più di così»


 


VALERIA FRANGIPANE


 


 BOLZANO. L’Istat assegna a Bolzano la palma di città più cara d’Italia per gli alimentari che qui costano, in media, il 13% in più rispetto al resto d’Italia. Aspiag e Omniscom allargano le braccia: «Ogni settimana spunta una nuova ricerca che ci scredita ma noi vorremmo sapere come fanno queste indagini, che prodotti confrontano! Nessuno dice poi che anche per noi Bolzano è una delle piazze più care della penisola. Paghiamo di più i terreni, paghiamo di più per l’affitto dei locali e per il personale».


 Bolzano è la città più cara d’Italia ed è anche quella dove l’inflazione pesa di più.


 Per il Centro tutela consumatori la colpa è del duopolio nel settore alimentare. Qui è tutto Despar od Omiscom: il primo ha un fatturato di oltre mille milioni, il secondo di 64.


 «Certo che qui tutto costa di più - spiega Andreaus, direttore del Ctcu - sono solo in due a spartirsi la torta. È lampante che possono fare il bello ed il cattivo tempo!».


 Alberto Gioia - amministratore delegato di Omniscom - e Paul Klotz del gruppo Aspiag Despar - spiegano che «sì, è vero, siamo i più grandi ma non gli unici».


 «Continuano a metterci nell’angolo - precisa Klotz - ma i prezzi che la Despar applica a Bolzano sono gli stessi dei nostri supermercati del Trentino o del Veneto. Per cui se siamo i più cari qui, dovremmo esserlo anche altrove e invece questo dato non risulta».


 Come dire che qualcosa non torna.


 Nessuno, comunque, nega gli aumenti.


 Ci sono stati e sono stati pesanti.


 «Negli ultimi mesi la pasta è aumentata del 36% (dall’indagine dell’Istat risulta poi a Bolzano il pane e la pasta costano il 6,6% in più rispetto alla media italiana), l’olio del 25%, sono schizzati i latticini e tutti i derivati».


 Il granoturco infatti è alle stelle, la crusca di frumento ha subito rincari del 30%, vino e birra oscillazioni che vanno dal 25% al 35% e avanti così.


 «E ci aspettiamo aumenti sostanziosi anche per la carne ed il pesce perché i Paesi emergenti ne stanno richiedendo sempre di più. Questo è il panorama».


 E adesso l’esempio.


 «Ditemi voi - dice Klotz - come facciamo a tenere bloccato il prezzo del tonno in scatola se aumenta il costo del tonno ed aumenta quello dell’olio! È tutto così e adesso si preparano degli aumenti anche il riso».


 Per i diretti interessati è difficile uscirne.


 Da una parte prezzi sempre più alti (anche per loro), dall’altra famiglie al verde.


 «Sì, sappiamo che in troppi faticano ad arrivare a fine mese e ce ne rendiamo conto controllando gli incassi. Dalla terza settimana in poi i clienti si buttano sulle offerte speciali. Così, proprio per andare loro incontro, abbiamo aumentato il numero delle offerte e dei prodotti sottocosto. Più di così! L’unico consiglio che ci sentiamo di dare a chi va a fare la spesa è proprio quello di tenere d’occhio le promozioni».


 E c’è un’altra cosa che ha notato Klotz.


 «I bolzanini usano sempre meno la macchina per andare a fare la spesa, perché anche la benzina costa di più. Abbiamo notato - infatti - che adesso puntano al negozio o al supermercato più vicino».


 Ma è possibile che magari scelgano quello meno grande, per evitare inutili tentazioni?


 «Sì, può essere anche così».


 Gioia racconta poi che proprio verso la fine del mese aumentano i furti della merce: «È vero, succede».


 Un segnale preoccupante. Chi non ce la fa più quando scade la quarta settimana si vede persino costretto a rubare per tirare avanti.


 Una volta sparivano superalcolici, lamette da barba... adesso scompaiono pure i pezzi di formaggio grana.


 I due amministratori delegati spiegano però che se i costi a Bolzano sono più alti per i consumatori, lo sono anche per loro.


 «Bolzano è cara anche per noi. Impensabile aprire un supermercato sotto i Portici, siamo costretti ad andare ai limiti della città dove i terreni costano meno. Carissimi anche gli affitti e più cari di altrove i costi del personale. E poi guardate che i guadagni sono risicati. Credeteci - concludono - questo frangente non è facile neanche per noi».

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