ALTO ADIGE, 13 APRILE 2008
I consumatori: «Troppi errori sugli scontrini» A sbagliare soprattutto i supermercati: «Un prezzo sugli scaffali, un altro alla cassa»
LE SEGNALAZIONI Molti lettori protestano: «Capita sempre più spesso»
VALERIA FRANGIPANE
BOLZANO. Un prezzo sullo scaffale, un altro sullo scontrino. E chi va a fare la spesa al supermercato protesta: «Troppe volte con la scusa dell’errore finiscono col farci la cresta!». Al Centro tutela consumatori di via Dodiciville confermano: «È vero. Ogni settimana ci piovono segnalazioni. Diciamo che la grossa distribuzione sbaglia un po’ tutta e sbaglia pure sulle offerte». Anche se, ad onor del vero, a detta del direttore del Ctcu Walther Andreaus «la Despar si è già meritata più d’una bacchettata».
E le segnalazioni piovono di continuo anche al giornale. Andrea Carlon è un bolzanino che va regolarmente a fare la spesa nei supermercati e che adesso ha deciso di uscire allo scoperto: «Gli errori si susseguono da mesi. Siccome più di una volta mi sono trovato a pagare un prezzo alla cassa quando sullo scaffale ce n’era un altro adesso mi sono munito di fotocamera digitale, penna e blocchetto per immortalare l’errore così nessuno può venirmi a dire che non è vero».
Ecco uno degli ultimi regolarmente documentato.
«Il 10 aprile sono andato con mia figlia in un supermercato di via Buozzi. Nel carrello, insieme ad altre cose, c’è finito anche un fondotinta della Rimmel che riportava il prezzo di 8.99 euro».
Alla cassa però il costo sale di un euro.
«Sullo scontrino mi sono trovato 9.99 euro».
La protesta scatta immediata.
«Ho fatto notare la cosa in direzione e la risposta è stata che sullo scaffale era rimasto il prezzo vecchio».
E gli errori continuano.
«La maionese Kraft in tubetto da 15 ml che sullo scaffale è prezzata a 0.55 euro alla cassa viene battuta a 0.84 con un rincaro del 53%. I pomodori in pezzi Santa Rosa da 1.45 euro schizzano a 1.54 con un rincaro del 6%. I taralli all’olio (confezione da
E avanti così.
«Il problema - ammette Paola Francesconi, collaboratrice del Centro tutela consumatori - è reale e coinvolge a macchia di leopardo un po’ tutti i supermercati della città». Le scuse? «Sempre le stesse».
La prima. «Abbiamo lasciato i prezzi vecchi... ci siamo dimenticati».
La seconda. «Abbiamo modificato i prezzi al terminale e ci siamo dimenticati di farlo allo scaffale».
La terza. «Il nostro personale si è sbagliato». La quarta. «Guardi meglio... è lei che si è sbagliato».
Quante sono queste proteste? «Non sono in grado di quantificarle - riprende - ma so per certo che piovono di continuo ogni settimana».
Il consumatore che si accorge di essere stato gabbato cosa deve fare? «Deve tornare al supermercato, protestare alla cassa e pretendere di pagare il prezzo esposto».
Per le questioni più delicate ci si può anche rivolgere alla Polizia annonaria. Quali sono i casi più spiacevoli che innescano le proteste più violente? «Quelli sulle offerte. Mi spiego. Il tale supermercato parte con una grossa iniziativa pubblicitaria che indica un tal prodotto ad un tale prezzo. Il consumatore lo vede e va a fare scorta ma non trova più il prodotto perché o gli dicono che “è finito” o che “deve ancora arrivare”. Così si arrabbia. E si arrabbia giustamente perché anche questo è un modo come un altro per attirare comunque il cliente al quale magari vendere qualche cos’altro».
La parola passa ad Alberto Gioia, amministratore delegato del Gruppo Omniscom.
«Sbagliamo tutti anche se cerchiamo di non farlo mai perché ci mettiamo la faccia. Però capita». Insomma l’errore è sempre dietro l’angolo.
«Solo al Famila abbiamo 14mila prezzi differenti e quando ci sono le variazioni di prezzo da impostare sbagliare è un attimo anche perché il tempo per effettuarle è strettissimo. Andrebbero fatte o la sera precedente o la mattina stessa ed a volte non ci si riesce anche solo perché l’influenza ha decimato all’ultimo il personale. Per noi il cliente è sacro e la serietà deve essere massima ma, ripeto, può capitare. Certo - conclude Gioia - poi ci si deve sempre scusare e rimborsare la differenza».
Il caro salame
BOLZANO. «Il costo della vita è alle stelle ed a volte basta guardare quanto costa una fetta di salame per rendersene conto».
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