ALTO ADIGE, 04 MARZO 2008
Il Ctcu lancia un accorato appello «Tariffe bloccate, prezzi contenuti»
«Le famiglie altoatesine rischiano davvero il collasso Necessario un pacchetto di misure urgenti ed efficaci Le amministrazioni locali devono scendere in campo»
BOLZANO. Carovita: il Ctcu tenta di correre ai ripari. Perché anche le famiglie altoatesine faticano sempre più a pagare le rate del mutuo, a far fronte alle spese di affitto luce e riscaldamento, ad acquistare beni di prima necessità. Perciò i consumatori chiedono una serie di misure urgenti per arginare l’esplosione dei prezzi: blocco delle tariffe, pubblicazione di tabelle di confronto sull’andamento dei prezzi, eliminazione dell’addizionale Irpef comunale.
Difendere il potere d’acquisto, intervenendo subito contro la spirale dei rincari. Questo si prefigge il Ctcu, che nella giornata di ieri ha diffuso una serie di richieste alle amministrazioni altoatesine, sia Comunali che provinciali.
Anche le famiglie altoatesine, infatti, faticano sempre di più a pagare puntualmente le rate del mutuo, a far fronte alle spese di affitto, luce e riscaldamento, ad acquistare beni di prima necessità e altri importanti servizi, a sborsare il denaro necessario per la mobilità quotidiana tra casa e lavoro. Questa situazione è bene evidenziata dai dati Eurispes, che rilevano una perdita del potere d’acquisto delle famiglie pari al 35% e un aumento dei prezzi dell’8% solo in questi ultimi mesi. Appena un terzo delle famiglie italiane arriva a fine mese senza problemi. Salari e pensioni sono tra i più bassi d’Europa, e ciò anche a causa del loro mancato adeguamento alla crescita dell’inflazione reale.
L’Eurispes sintetizza così il problema: «Lavoratori e pensionati sono pagati in lire, ma devono fare la spesa e gestire il proprio bilancio in euro».
In Alto Adige la situazione non è migliore che altrove. Secondo l’indagine multiscopo 2005, condotta come ogni anno dall’Istituto provinciale di statistica Astat per conto dell’Istat, il 69,8% delle famiglie riteneva che le proprie disponibilità negli ultimi dodici mesi fossero adeguate a soddisfare le esigenze di tutti i componenti familiari; il 2,5% le giudicava ottime. Il 59,3% degli intervistati non era riuscito ad accantonare risparmi nel periodo considerato, il 30% sì. «Non c’è dubbio - spiega il Ctcu - che questo quadro nel frattempo sia peggiorato». Le pensioni medie di lavoratori dipendenti, agricoltori e artigiani altoatesini, ad esempio, risultano più basse che nel resto del Nord Italia; nel caso di lavoratori dipendenti e agricoltori sono addirittura inferiori alla media nazionale.
«A nostro avviso - proseguono i consumatori - serve un intervento urgente ed efficace per arginare l’esplosione dei prezzi. Un intervento al quale può e deve contribuire la politica, a tutti i livelli».
Perciò, «ai Comuni chiediamo di adottare alcuni provvedimenti immediati».
Innanzitutto, porre subito un blocco delle tariffe dei servizi di pubblica utilità offerti da comuni e aziende municipalizzate (rifiuti, acqua potabile, acque reflue, scuole materne, asili nido, mense scolastiche, piscine, mezzi di trasporto locale, case di cura e pensionati, parcheggi, cimiteri eccetera). «Allo stesso modo - si precisa - dovrebbero essere congelate per due anni anche le tasse per le prestazioni erogate dai Comuni».
In secondo luogo, pubblicare tabelle di confronto e monitorare l’andamento dei prezzi. «Poiché per i consumatori è importante non solo l’aumento, ma anche e soprattutto il livello dei prezzi, occorre effettuare indagini comparative di tale indicatore e parallelamente istituire un efficiente osservatorio prezzi a livello comunale». A tale riguardo, richiamando le indicazioni della Finanziaria 2008 (articolo 2, commi 196 e 197), «esortiamo tutti i Comuni a effettuare confronti dei prezzi e a renderli noti ai consumatori nella forma più adeguata, indicando i punti vendita interessati dalla rilevazione».
Infine, si chiede di eliminare le addizionali comunali all’Irpef. I Comuni che in Alto Adige hanno deliberato l’aumento dell’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche non sono certo pochi.
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