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lunedì 28 gennaio 2008

Un'unica area metropolitana? Purchè non sia un diversivo

Che Laives è Bolzano costituiscano un’area metropolitana unica e che numerosi problemi siano risolvibili solo con un approccio complessivo ed attraverso la collaborazione delle varie amministrazioni, è nella realtà delle cose e non serviva certo il sindaco di Bolzano a ricordarcelo. Noi stessi abbiamo più volte sollecitato una maggiore capacità sinergica nell’affrontare questioni quali quelle della mobilità, dell’inquinamento, ma anche, ad esempio, il problema di giungere ad una maggiore autonomia dal potere provinciale.


La proposta avanzata in questi giorni a noi sembra però la classica manovra diversiva per distogliere l’attenzione da problemi ben più gravi che affliggono i due comuni e che si è incapaci di affrontare con la necessaria determinazione.


Se pensiamo infatti a Laives non possiamo non vedere la gravità della crisi apertasi all’interno del della maggioranza che governa la città con la fuoriuscita dal Partito democratico di due consiglieri. La maggioranza di Laives oggi è a termine e non è certo in grado di affrontare problemi così complessi come quelli sollevati dal sindaco di Bolzano, né può permettersi di determinare il futuro della nostra città.


Se poi il dibattito è portato avanti da chi solo poco tempo fa si è dichiarato disinteressato all’allungamento della pista dell’aeroporto di S. Giacomo in quanto collocato tutto nel territorio di Laives, o da chi  non si preoccupa delle conseguenze di un inceneritore solo perche catastalmente collocato nel territorio del capoluogo provinciale, si comprende meglio la strumentalità della questione.


Venendo invece al concreto delle cose vediamo come i due comuni non siano finora stati in grado, ad esempio, di trovare un accordo su come limitare il traffico in entrata a S. Giacomo, o per collegare tra loro le ciclabili dei due comuni.


Ecco allora che diventare un quartiere di Bolzano, con l’interesse che viene dimostrato per la periferia, non ci interessa affatto e non vorremmo che in questa maniera fosse ancora più facile collocare sul nostro territorio tutte quelle strutture fortemente impattanti che non trovano posto nel capoluogo. Il nuovo stadio ne è un esempio concreto, ma a quanto pare l’assessore Tommasini si spinge ad offrire anche altre strutture senza curarsi dell’impatto che avranno sulla qualità di vita del territorio.


Si parta invece dai problemi concreti dei cittadini, affrontandoli in maniera coordinata, dimostrando nei fatti quello che viene enunciato solo a parole.


 


Rifondazione Comunista - Laives


 


 

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