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giovedì 24 gennaio 2008

Dichiarazione di voto sul bilancio

Devo sinceramente confessare che la prima impressione che ho avuto leggendo la relazioni accompagnatorie e quella del sindaco in particolare, è stata quella di una giunta in smobilitazione. Mai infatti la relazione del sindaco era stata così striminzita e tutto sommato abbastanza scontata. Questa prima impressione è stata poi in parte rettificata dalla presa di coscienza che il primo cittadino quest’anno non è più titolare di importanti deleghe, ma quella fastidiosa sensazione permane in tutte le relazioni accentuata dalle notizie di stampa che vogliono lo stesso sindaco e vari assessori proiettati più verso la ricerca di un posto in consiglio provinciale o verso altri incarichi, che in uno sforzo di portare a compimento il mandato amministrativo. Lo svolgimento della prima serata di consiglio e le notizie apparse poi oggi sul giornale me ne danno ulteriore conferma.


 


Alcune affermazioni presenti nella relazione poi sembrano evidenziare stanchezza, rassegnazione, poca convinzione e comunque non tengono conto della realtà.


Ci riferiamo ad esempio a quel “…sono state superate le difficoltà iniziali legate all’avvio di una nuova esperienza amministrativa”, a cui non segue alcun cenno alle difficoltà subentrate nel corso del mandato amministrativo e che hanno portato in breve tempo a passare da una maggioranza bulgara ad una sempre in bilico non tanto per l’esiguità dei numeri, quanto allo smarrimento di finalità precise e condivise da portare a compimento. Certo ha ragione il sindaco quando ha avuto modo di affermare che si può amministrare anche con un solo voto di scarto se vi è compattezza e unità di intenti, ma è proprio quello che è venuto a mancare.


Non fare cenno a queste difficoltà, ignorarle, non dire come si intendano risolverle, se vi siano intendimenti unici o più opzioni, segna inesorabilmente tutto il discorso sul bilancio.


 


Entrando nel merito certo troviamo come sempre anche cose condivisibili, ma, come sempre, vi sono elementi che non possiamo condividere nella sostanza.


Ci riferiamo, ad esempio, alla elencazione che troviamo in prima pagina (trasparenza, attenzione per il sociale ed aspetti culturali, necessità di completamento delle opere pubbliche non prima di averle  sottoposte al vaglio delle mutate esigenze …) ed in particolare alle argomentazioni sulla partecipazione popolare.


 


Vi è la coscienza che su questo aspetto si è stati manchevoli, ma poi se ne dà un’interpretazione che non possiamo assolutamente condividere: applicare fino in fondo il principio della partecipazione e della trasparenza non vuol dire svuotare il principio, ma individuare le forme più idonee per coinvolgere i cittadini senza rinunciare alla propria responsabilità di decidere.


Rendere partecipi significa informare, dare strumenti di discussione, trovare luoghi e modi di confronto e solo alla fine se necessario, usare lo strumento referendario. Nessuno chiede un uso quotidiano del referendum: esso è solo uno dei tanti mezzi per far intervenire i cittadini nella vita politica ed amministrativa del comune.


Relegare invece, il contributo dei cittadini alle piccole questioni escludendoli dalle grandi decisioni mi pare voler dire non credere realmente a questo principio.


 


E qui cade a fagiolo il discorso non ancora chiuso dell’aeroporto, su cui pende un referendum e su cui la provincia pare intenzionata a tirare diritto.


Ritenere che i cittadini siano portatori solo di “un punto di vista individuale” e cioè di interessi privati e quindi egoistici e attribuire solo alla giunta una visione degli interessi generali e quindi del bene comune, spiega l’atteggiamento che si è avuto rispetto al referendum, alla raccolta di firme e alla mediazione.


Infatti essendo Laives portatrice di un punto di vista particolare, essendo interessata in prima persona, non può avere la visione del bene comune che necessariamente va demandato alla giunta provinciale.


Questo se vogliamo portare alle estreme conseguenze il discorso del sindaco.


 


Intanto è di pochi giorni fa la denuncia avanzata dalla consigliera Verde su strane permute di terreni che verrebbero ceduti successivamente all’ABD e che vedrebbe interessato il territorio di Laives.


Su questo l’amministrazione sa qualcosa? Ha preso posizione? Ne ha intenzione? O ha le mani legate o peggio se ne disinteressa?


Identico discorso andrebbe fatto per Centro guida sicura, inceneritore, tratte d’accesso, cittadella dello sport, ecc. tutte opere che determineranno il futuro del nostro territorio e sui quali non si può tacere, ma non si può nemmeno decidere in solitudine senza ascoltare i propri amministrati rimanendo sordi alle voci critiche che si sono succedute.


 


Vi è poi il discorso relativo all’aumento di cubatura per la piazza su cui ci siamo già espressi. Anche qui anticipare il nuovo piano urbanistico e non coinvolgere i cittadini ci pare un errore madornale che non può che portare a decisioni discutibili.


 


Vi è poi un altro aspetto che a noi non piace e che non possiamo sottacere ed è l’uso di terminologie che rivelano un piegarsi alle logiche di mercato. Parlare di clienti riferendosi ai cittadini mi pare fuorviante, è chinare il capo di fronte a quel pensiero unico che vede la predominanza dell’economia sulla politica, rinunciando alla capacità di dare risposte ai bisogni dei cittadini forzando i dati economici e portandoli in un circolo virtuoso in grado di dare risposte. Un cliente non ha il diritto, né il bisogno di partecipare alle decisioni dell’azienda. Si limita ad acquistare merci o servizi che gli vengono offerti. Può solo scegliere di acquistare o meno ciò che c’è sul mercato, diritto di scelta che gli viene negato in situazione di monopolio. Molto diverso dovrebbe essere lo status di cittadino.


 


Per quanto concerne il bilancio anche quest’anno esso è con tutta evidenza assai rigido tanto da non permettere non solo di  programmare alcunché, ma addirittura mette in forse l’ordinaria amministrazione.


È ancora una volta l’assessore Gerolimon a dircelo a chiare lettere: i soldi non bastano ….


E d’altra parte anche le relazioni degli altri assessori sono intrise di dovrebbero, se si troveranno i fondi. ecc. e siamo messi di fronte ad un elenco di cose già fatte, mentre la maggioranza delle cose da fare sono legate al reperimento di fondi.


Da sottolineare però che di fronte a questa situazione si sono trovati i soldi per la copertura dello stadio del ghiaccio su cui già in passato avevamo espresso le nostre perplessità.


 


Ma veniamo ad un discorso più complessivo.


Di fronte a questa situazione le alternative percorribili sono o aumentare le entrate o ridurre le spese.


Evidentemente non è pensabile un aumento delle entrate ordinarie per le ragioni che sono scritte nel piano sociale 2007-2009 che pur con tutti i suoi limiti fotografa una situazione sociale di grande sofferenza.


L’unica strada percorribile è dunque, su questo fronte, un aumento delle entrate straordinarie ed in particolare di quelle provinciali.


Ma qui veniamo al punto dolente: è ancora una volta l’assessore Gerolimon a dircelo con schiettezza: “busseremo a tutte le porte..”  e a qualsiasi ora – aggiungiamo noi.


In questo modo egli fotografa impietosamente il tenore dei rapporti che intercorrono con mamma provincia


Quel “Nostro Presidente” poi, scritto in maiuscolo, vale più di cento parole e non merita altri commenti. All’assessore Gerolimom, ripeto, va riconosciuto il merito di dire le cose in maniera diretta senza nascondersi dietro orpelli o giri di parole.


I soldi non ci sono, non possiamo far fronte nemmeno all’ordinaria manutenzione, se vogliamo fare qualcosa dobbiamo andare a bussare a tutte le porte, a qualsiasi orario…


È un ragionamento, una scelta. Rispettabile, non lo neghiamo. Noi, però, non la condividiamo.


 


Per parte nostra è sempre più necessario aprire una vertenza, -non uno scontro, badate bene- per arrivare ad un sistema che permetta ai comuni di esigere dei diritti e non di mendicare elemosine.  


Ribadiamo che riteniamo intollerabile una provincia la quale invece di riconoscere lo stato di difficoltà del quarto comune dell’Alto Adige e aumentare le dotazioni a disposizione, richiede atti di sottomissione per scucire i cordoni della borsa.


 


È un ragionamento che a stare alle notizie di stampa è condiviso anche dal partito democratico, ma se poi nel concreto, nei luoghi in cui i maggiori rappresentanti si trovano ad operare nulla viene intrapreso per dare attuazione a quanto si va enunciando, allora viene il dubbio, concretissimo, che si tratti solo di propaganda elettorale e che si preferiscano le incursioni mattutine alla corte del Kaiser.


 


L’altra leva su cui è possibile operare è il risparmio e su questo sarebbe necessario che finalmente si facesse un minimo di riflessione.


Di solito nel gergo comune è invalsa l’accezione risparmio = tagli.


Le uniche operazioni a cui si ricorre è risparmiare sul personale, esternalizzare i servizi, tentare di liberarsi di ciò che per operazioni sbagliate del passato oggi costituisce solo un peso insostenibile per le casse comunali.


Purtroppo il tutto avviene senza curarsi delle nuove conseguenze che ricadranno sui cittadini. Se poi l’operazione è affidata alle stesse persone che hanno responsabilità nelle scelte effettuate in passato, i dubbi e le perplessità sono ancor più motivati.


 


Il riferimento qui è naturalmente l’arrivo dell’FC-Suedtirol in merito al quale ci piacerebbe capire se la costruzione dello stadio sarà un opera di interesse provinciale oppure no. Vorremmo capire se ci si rende conto delle conseguenze negative di una tale operazione sulla vita dei cittadini, per non parlare del deprezzamento a cui andranno incontro le abitazioni delle zone limitrofe? Vorremmo capire se prima o poi verrà investito della cosa almeno il consiglio comunale.


 


Ma tornando al discorso che stavamo facendo, occorrerebbe invece un grande piano di investimenti sul risparmio, anche grazie ai mutui che si andranno ad estinguere e per accedere a quelle tecnologie e a quelle operazioni che in prospettiva possano portare a una diminuzione delle spese e a liberare risorse per investimenti.


Penso non a cose rivoluzionarie, ma ad esperimenti già attuati con successo in altri comuni e raccomandati da disposizione a livello europeo e nazionale: utilizzare le connessioni internet per mettere in comunicazione i vari uffici del comune e gli uffici con gli altri enti pubblici, investire nel risparmio energetico, riorganizzare gli uffici, renderli più efficienti, inserire controlli di qualità, investire sul proprio personale considerandolo una risorsa preziosa e diminuire il ricorso a alle consulenze esterne, ecc.


 


Occorre poi saper anche dare dei segnali forti che riavvicinino i cittadini alla politica e assumere concretamente lo stato di difficoltà dei nostri concittadini arrivando in tempi brevi a provvedimenti che vadano incontro alle loro esigenze.


Di tutto questo abbiamo trovato troppo poco e comunque sempre relegato a corollario e mai fatto oggetto dell’ attenzione principale dell’agire di questa maggioranza.


 


Ecco credo che queste siano ragioni sufficienti, pur nel riconoscimento di una volontà apprezzabile di fare bene, per un nostro no convinto a questo bilancio.

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