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venerdì 11 gennaio 2008

Risposta ai commercianti di Laives

Siamo sinceramente rimasti stupiti per la veemenza dell’attacco di cui siamo stati oggetto da parte della rappresentante dell’Unione commercianti di Laives ed è giusto dunque indagare le motivazioni di una reazione, a nostro avviso, così sopra le righe. Le critiche che finora abbiamo mosso erano infatti per lo più indirizzate all’amministrazione comunale che, sebbene più volte e da più parti sollecitata, troppo poco ha fatto per risolvere i problemi del settore e del cosiddetto carovita.


Di fronte all’immobilismo dei responsabili comunali abbiamo quindi presentato una mozione in cui sollecitiamo la costituzione di un gruppo di lavoro, non contro i commercianti, ma che con il loro essenziale ed irrinunciabile contributo, dia una risposta a quella che ormai è una vera e propria emergenza sociale. Vogliamo dunque sperare che la presa di posizione della signora Paolazzi non sia un rifiuto a priori del confronto che, ripetiamo, tende a valorizzare l’apporto che gli operatori del settore possono dare.


A scanso di ulteriori equivoci ci pare utile riassumere ciò che sinora pubblicamente, sulla stampa e in consiglio comunale, abbiamo avuto modo di dichiarare:



  1. il continuo aumento dei prezzi richiede un intervento anche da parte dell’amministrazione comunale pur nella scarsità di poteri di cui è assegnataria;

  2. è necessario mettere intorno ad un tavolo tutti gli interessati al fine di indagare le problematiche del settore e giungere ad iniziative condivise ed urgenti;

  3. il carovita e la cosiddetta “crisi della quarta settimana” non sono un problema solo per i consumatori, ma hanno pesanti conseguenze proprio sui piccoli esercizi in quanto più esposti alla concorrenza della grande distribuzione ed alla riduzione della domanda;

  4. Il duopolio della grande distribuzione ha conseguenze nefaste sia per i consumatori che per i piccoli commercianti;

  5. la sopravvivenza dei negozi di vicinato è una preoccupazione anche nostra per la funzione sociale che essi spesso svolgono a favore di determinate  fasce della popolazione;

  6. occorre usare la leva fiscale per favorire la piccola distribuzione nei confronti del duopolio imperante nella nostra provincia;

  7. appare sempre più necessaria una capacità di differenziazione dell’offerta e una capacità di iniziativa possibile solo con il sostegno delle associazioni di categoria ed una funzione di coordinamento dell’ente pubblico.


Non ci pare che in queste affermazioni vi sia un attacco preconcetto o una volontà di criminalizzazione dei commercianti, ma semmai un desiderio di confronto e di discussione da parte di chi, non lo nascondiamo, si pone dal punto di vista delle fasce più deboli della popolazione. Va da sé che però occorra una disponibilità a superare l’angustia degli interessi personali e di categoria per mettere al centro quelli più generali della comunità in cui si opera condannando i comportamenti scorretti che si annidano al proprio interno e puntando, per recuperare concorrenzialità, sull’innovazione, sulla qualità e su servizi aggiuntivi che la grande distribuzione non è in grado di offrire.


Al di là degli intenti polemici è in ogni caso ben accetto qualunque invito che permetta di conoscere le problematiche del settore come primo passo per la risoluzione del problema che ci sta a cuore.


 Rifondazione Comunista – Laives

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