Visualizzazioni totali

martedì 1 luglio 2008

Carovita, inarrestabile la corsa dei prezzi

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 01 LUGLIO 2008



L’inflazione schizza al 4,5% a Bolzano, lo 0,7% in più rispetto al resto del Paese



Dal giugno del 2007 ad oggi la pasta è salita del 32 per cento Addirittura un 33,5% in più per combustibili e 18 per cento per il gas



ANTONELLA MATTIOLI



BOLZANO. Ormai la corsa pare inarrestabile. I prezzi aumentano a ritmo impressionante. Salgono gli alimentari e i carburanti sono a livelli record. Ieri il Comune ha diffuso l’indice dei prezzi al consumo registrato a giugno nel capoluogo: c’è il raffronto col mese precedente, ma è soprattutto il confronto col giugno 2007 ad allarmare. Due esempi: pasta +32%, combustibili +33,5%.

Nell’ultimo mese a Bolzano l’indice generale dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,5% rispetto allo scorso mese di maggio e del 4,5% rispetto al giugno del 2007; 0,7% in più rispetto al dato nazionale (3,8%). Il maggior aumento congiunturale (cioé rispetto a maggio), a giugno si registra nel capitolo di spesa riguardante i trasporti (+1,7%), seguito da casa, acqua, energia e combustibili (+1,5%), alimentari (+0,5%). Da notare che nessuno dei capitoli presi in esame è in discesa o almeno invariato: sono tutti con il segno più.

Pur essendo in crescita i prezzi, se ci si limita al raffronto tra maggio e giugno di quest’anno si ha l’illusione che si tratti di “semplici” ritocchi.

Ma se si fa il confronto con i prezzi registrati un anno fa e quelli rilevati a giugno c’è da restare esterefatti: la variazione spiega in maniera oggettiva, perché quando si va a fare la spesa si comprano tre cose e si spende un patrimonio. Il maggior incremento tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si registra nel capitolo abitazione, acqua, energia e combustibili (+11,6).

Entrando poi nello specifico si capisce perché assieme ai prezzi cresce in maniera esponenziale il numero delle famiglie del ceto medio che fatica ad arrivare a fine mese: in un anno i combustibili sono aumentati del 33,5 per cento, +18,1% il gas, +10,1% le spese condominiali, +9,1% l’energia elettrica.

Su sempre più su anche alimentari e bevande alcoliche: la variazione media è stata dell’8 per cento in dodici mesi. L’incremento record lo ha fatto registrare la pasta (+32,2%), seguita a ruota da cereali e farine (+31,9%), olio di semi (+31,6%), i prodotti della pesca (+20%), burro (+15,1%), latte (+14,7), derivati del latte (+11,1%), frutta fresca (+11%).

Il livello degli aumenti spiega il calo delle vendite.


La voce trasporti è aumentata tra il giugno 2007 e il giugno 2008 del 7,3%; in questo settore, inutile dirlo, pesa soprattutto il 17,6% in più dei carburanti, trasporti aerei (+13,5%), trasporti marittimi (+9,2%), ricambi e accessori (+6,5 per cento), pneumatici (+5,3%). I servizi ricettivi e la ristorazione sono saliti di un +3,7%: gli alberghi (+5,3%), servizi di alloggio extra-alberghieri (+4,7%), ristoranti e pizzerie (+4,1%), bar (+2,5%). Crescono i servizi medici ausiliari (+12,4 per cento), i servizi medici (+5,2%); i prodotti di oreficeria e orologeria (+16 per cento) e i servizi funebri (+4,7 per cento).

Abbigliamento e calzature sono aumentati del 2,7%: in particolare si è registrato un +4% per le calzature, +2,9% sugli abiti; +2,5% sulla biancheria.

Poche, pochissime le voci in controtendenza. Tra queste le apparecchiature e i materiali per la telefonia (-11,4%), i medicinali (-5,3%), la riparazioni di mobili (-3,3%); sale (-1,7%), zucchero e dolcificanti (-1 per cento).

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi prevede scenari a tinte ancora più fosche per i prossimi mesi: «Gli aumenti record dei prezzi registrati nel settore alimentare avranno ripercussioni fortissime sui consumi delle famiglie, che rischiano a fine anno di produrre una drastica riduzione fino al 5 per cento. I rincari rilevati negli ultimi 6 mesi e che proseguono senza sosta, di questo passo determineranno a fine 2008 una maxi-stangata pari a circa 1.500 euro a famiglia».

La situazione è preoccupante anche perché - come dice Toni Serafini, segretario generale della Uil - un’inflazione al 4,5 per cento è dovuta soprattutto ai costi di petrolio e materie prime. Ciò rischia di ridurre l’efficacia di qualsiasi intervento contro il carovita messo in cantiere da Stato e Provincia.





Serafini, segretario Uil, chiede a Stato e Provincia di intervenire su più fronti



Cgil: misure attuabili subito



L’allarme dei sindacati: incontro con Durnwalder





BOLZANO.
La Cgil sollecita un incontro con il presidente della Provincia Luis Durnwalder. “I dati di giugno confermano che l’inflazione in Alto Adige continua ad essere più alta che in altre regioni e colpisce soprattutto i beni di prima necessità. Dopo la presentazione del documento unitario siglato dai sindacati e dalle associazioni sociali dell’Alto Adige, si chiede di discutere le misure praticabili per combattere il carovita”, dice una nota del sindacato. A giugno il costo della vita è aumentato dello 0,5% e su base annua del 4,5%. Aumentano come al solito i beni di primo consumo e quelli non comprimibili come la casa, l’energia e i trasporti. Crescono in modo considerevole su base annua la pasta (32,2%) e i cereali in genere (31,9%). Seguono olio e diversi prodotti della pesca. Ma anche il latte e i derivati del latte sono aumentati più del 10%. Dopo l’impennata del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, sono pesanti anche gli aumenti sui combustibili, gas ed energia elettrica. Per la Cgil “di fronte al costante aumento del costo della vita la decisione del governo di fissare il tasso d’inflazione al 1,7% è un’inaccettabile provocazione”. Sull’inflazione alle stelle interviene anche il segretario della Uil Toni Serafini. «È vero - ammette il sindacalista - che un’inflazione importata da costo petrolio e materie prime. Per questo serve una strategia economica europea». Ma l’intervento per Serafini deve essere oltre che sul piano europeo anche a livello di Stato e Provinciale. Il segretario della Uil chiede una modifica della politica sui costi dei carburanti: visto che, a suo dire, non è più sostenibile che il 65% del costo del carburante vada allo Stato per accise ed Iva. Urge inoltre ridurre le tasse per salari, retribuzioni e pensioni. Serafini auspica inoltre, a livello provinciale, accordi concertativi per calmierare i prezzi e, tra le altre cose, eliminazione o riduzione delle addizionali comunali e provinciali.







Associazioni di categoria scettiche: «Se l’obiettivo è far abbassare i prezzi, non servirà»



Centro commerciale, la Provincia accelera



Tra una settimana incontro con le parti in causa e intanto oggi arriva il pacchetto carovita



Durnwalder: dobbiamo limitare la fuga dei consumatori altoatesini verso Affi, Lienz e Innsbruck




BOLZANO. Centro commerciale, ora si fa sul serio
. Per mercoledì della prossima settimana la Provincia ha convocato Comune e parti sociali per decidere dove e come realizzare la nuova struttura. Scettiche Unione commercio e Confesercenti. Intanto stamattina, dopo una riunione straordinaria, la giunta presenterà il pacchetto carovita: la “mini-manovra” costerà circa 30 milioni di euro.

Dopo aver dedicato diverse delle recenti sedute al carovita, oggi - dopo l’ultima riunione straordinaria dedicata all’argomento - la giunta provinciale presenterà il pacchetto con le diverse misure da attuare per aiutare le famiglie altoatesine. La “mini-manovra” costerà circa 30 milioni di euro alle casse provinciali e prevede interventi in materia fiscale, nei settori sanità (l’abolizione del ticket ospedaliero da 10 euro), trasporti (abbonamenti per gli anziani), edilizia e scuola. Sarà lo stesso presidente Luis Durnwalder a illustrare nel dettaglio tutte le novità.

Nel frattempo la giunta ha deciso che il centro commerciale non può più aspettare. «Dobbiamo mettere un freno al turismo da shopping, mantenere in Alto Adige il potere d’acquisto che la fuga verso i centri commerciali di Affi, Lienz e Innsbruck porta fuori provincia», le parole di Durnwalder. E così Michl Laimer, assessore provinciale all’urbanistica, ha preso carta e penna e, assieme all’assessore al commercio Werner Frick, per la mattina del prossimo 9 luglio ha convocato i rappresentanti del Comune di Bolzano, dell’Unione commercio e della Confesercenti, della Camera di commercio e dei consumatori.

«La riforma urbanistica entrata in vigore l’anno scorso - spiega Laimer - prevede la realizzazione di un unico grande centro commerciale a Bolzano. Questa riunione servirà a chiarirci alcune idee per decidere dove realizzare questa struttura, quanto grande farla e come: se, ad esempio, dovrà ospitare al suo interno un cinema oppure avere altri elementi di attrazione. Poi andranno definiti anche alcuni fattori come la mobilità: è più importanti essere vicini all’uscita dell’autostrada oppure al centro storico?». Un interrogativo decisivo per decidere dove piazzare i 20 mila metri quadrati (ma anche su questo bisognerà ancora discutere) da dedicare al centro commerciale: posto che sorgerà nei pressi della stazione ferroviaria (ieri Durnwalder lo ha ribadito per l’ennesima volta), bisogna vedere se si farà nella zona dei Piani, verso Campiglio, oppure all’interno del nuovo areale ferroviario come chiede da tempo l’Unione commercio.

Proprio l’Unione, per bocca del vicepresidente Dado Duzzi, si dice molto scettica su un punto: «Una cosa dev’essere chiara a dispetto delle affermazioni populistiche e pre-elettorali: chi pensa che il centro commerciale abbasserà i prezzi, si sbaglia di grosso. Se si vuole proprio fare questo centro commerciale, allora chiediamo che sia posizionato il più vicino possibile al centro storico, in modo che non sia un corpo estraneo e in concorrenza con i negozi già esistenti. Per quanto riguarda la dimensione, 20 mila metri sono già tanti». Paolo Pavan, direttore della Confesercenti, è ancora più netto: «Alla riunione di mercoledì avremo poco da dire, perché per quanto ci riguarda a Bolzano non si farà nessun tipo di centro commerciale». E per Dieter Steger, direttore dell’Unione commercio, è «meglio puntare su misure che incrementino i salari dei dipendenti». (mi.m.)



Il centro commerciale, nelle intenzioni della provincia, servirebbe dunque per non far fuggire a Innsbruck, Lienz, Trento, Verona, importanti quote di reddito mentre, quando vengono toccati gli interessi materiali dei commercianti, si scopre che sarebbero  favorevoli all'aumento degli stipendi dei lavoratori!

Bene! Che diano il buon esempio concedendo sostanziali aumenti ai loro dipendenti.

Nessun commento:

Posta un commento