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martedì 23 dicembre 2008

Sala di San Giacomo

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 23 DICEMBRE 2008















 
«Sul teatro coinvolgere gli abitanti»


 LAIVES. Si è finalmente saputo dal progettista architetto Giorgio Cattelan che lo spazio teatrale a San Giacomo sarà pronto con molta probabilità verso la fine di gennaio 2009. I lavori stanno proseguendo e quindi la scadenza dovrebbe essere rispettata in modo tale da venire incontro alla programmazione che è stata impostata da alcune associazioni locali. In merito interviene, con una nota, Giovanni Barborini, vice presidente del consiglio di quartiere Oltrisarco Aslago.

 «Sul teatro a San Giacomo siamo stati lasciati fuori fino dall’inizio. Non conosciamo il progetto, non siamo mai stati coinvolti neanche in qualità di uditori». È decisamente seccato il vice presidente Barborini del Consiglio di quartiere di Oltrisarco Aslago che copre fino a Maso della Pieve il suo raggio di intervento. Continua la nota di Barborini: «Do piena ragione al dottor Merlini del Centro Attenzione permanente sulla necessità di coinvolgere da subito anche gli abitanti di Oltrisarco. Che il Comune di Bolzano non sia intenzionato a coinvolgere il Consiglio di quartiere lo dimostra il fatto che non è stata mai convocata una riunione per presentarci il progetto del teatro o meglio ancora di permetterci di seguire le varie fasi di costruzione. Questo lo posso confermare per i quattro anni passati in consiglio. Da tempo sollecitiamo per Maso della Pieve l’esigenza di migliorare la vita sociale creando punti di incontro e di cultura che mettano in movimento associazioni e strutture dei due Comuni, il teatro va sicuramente in quella direzione. Adesso però chiedo con fermezza al Comune di Bolzano di allargare la discussione ed i coinvolgere il quartiere sulla gestione dell’attività del teatro. Chiedo che si apra una nuova fase di confronto che veda il Consiglio di quartiere e gli abitanti di Oltrisarco Maso della Pieve maggiormente coinvolti. Se la struttura teatrale, pagata in parte dal Comune di Bolzano, verrà avviata è gestita bene per San Giacomo e Oltrisarco si aprono in futuro delle prospettive interessanti. Faccio proprie le frasi riportate sul giornale: “il teatro è molto bello ed invidiabile, significativo se tutti lo vedessero e potessero sentirlo proprio. Serve far capire quanto sia importante la nuova struttura e sopratutto cosa ci si aspetta da essa».

Sala di San Giacomo

ALTO ADIGE - MARTEDÌ, 23 DICEMBRE 2008















 
«Sul teatro coinvolgere gli abitanti»


 LAIVES. Si è finalmente saputo dal progettista architetto Giorgio Cattelan che lo spazio teatrale a San Giacomo sarà pronto con molta probabilità verso la fine di gennaio 2009. I lavori stanno proseguendo e quindi la scadenza dovrebbe essere rispettata in modo tale da venire incontro alla programmazione che è stata impostata da alcune associazioni locali. In merito interviene, con una nota, Giovanni Barborini, vice presidente del consiglio di quartiere Oltrisarco Aslago.

 «Sul teatro a San Giacomo siamo stati lasciati fuori fino dall’inizio. Non conosciamo il progetto, non siamo mai stati coinvolti neanche in qualità di uditori». È decisamente seccato il vice presidente Barborini del Consiglio di quartiere di Oltrisarco Aslago che copre fino a Maso della Pieve il suo raggio di intervento. Continua la nota di Barborini: «Do piena ragione al dottor Merlini del Centro Attenzione permanente sulla necessità di coinvolgere da subito anche gli abitanti di Oltrisarco. Che il Comune di Bolzano non sia intenzionato a coinvolgere il Consiglio di quartiere lo dimostra il fatto che non è stata mai convocata una riunione per presentarci il progetto del teatro o meglio ancora di permetterci di seguire le varie fasi di costruzione. Questo lo posso confermare per i quattro anni passati in consiglio. Da tempo sollecitiamo per Maso della Pieve l’esigenza di migliorare la vita sociale creando punti di incontro e di cultura che mettano in movimento associazioni e strutture dei due Comuni, il teatro va sicuramente in quella direzione. Adesso però chiedo con fermezza al Comune di Bolzano di allargare la discussione ed i coinvolgere il quartiere sulla gestione dell’attività del teatro. Chiedo che si apra una nuova fase di confronto che veda il Consiglio di quartiere e gli abitanti di Oltrisarco Maso della Pieve maggiormente coinvolti. Se la struttura teatrale, pagata in parte dal Comune di Bolzano, verrà avviata è gestita bene per San Giacomo e Oltrisarco si aprono in futuro delle prospettive interessanti. Faccio proprie le frasi riportate sul giornale: “il teatro è molto bello ed invidiabile, significativo se tutti lo vedessero e potessero sentirlo proprio. Serve far capire quanto sia importante la nuova struttura e sopratutto cosa ci si aspetta da essa».

Bolzano, confronto prezzi



La convenienza è a Trento



«Rispetto a Bolzano, fare shopping a Trento è più economico, ma a Innsbruck la spesa costa di più». È questo il risultato del confronto prezzi pubblicato dall'Astat. Dall’indagine emerge che in Trentino la vita costa molto meno, a partire dalla casa. La differenza di spesa calcolata utilizzando un minipaniere di 40 prodotti - dagli alimentari ai servizi ricettivi fino ai prodotti di uso quotidiano - è nell’ordine del 7%.



Per acquistare tutti gli articoli del minipaniere a Bolzano si spendono 154 euro, mentre a Trento ne bastano 143. A Innsbruck però il costo sale a 166 euro. Molto vicini ai prezzi bolzanini quelli degli altri Comuni altoatesini, con l’eccezione costituita dalle località turistiche, che sono più care.



L’osservatorio prezzi dell’Astat ha messo a confronto i prezzi di un centinaio di prodotti rilevando il loro costo nei centri maggiori dell’Alto Adige oltre che a Trento e Innsbruck. Un’i ndagine laboriosa, resa difficile anche dal fatto che non sempre i prodotti presi in esame sono confrontabili tra di loro. La tendenza generale comunque è chiara, come afferma lo stesso ufficio di statistica provinciale: «Lo shopping a Trento è il più economico, mentre al contrario quello di Innsbruck è relativamente caro».



Caro-casa. Bolzano si conferma la città con i canoni di affitto più elevati. Per un’abitazione di 75 metri quadrati in centro si pagano mediamente 960 euro mensili contro gli 834 di Trento e i 738 di Innsbruck. Passando alla periferia le cose non migliorano: il canone d’affitto mensile a Bolzano è di 800 euro, a Trento invece solo di 640 mentre a Innsbruck addirittura si scende a 612 euro. I bolzanini possono consolarsi con le tariffe: per acqua e rifiuti si paga meno che a Trento.



Abbigliamento. Dice l’Astat: «Nonostante i confronti territoriali in questo settore siano piuttosto problematici, emerge con evidenza la convenienza ad effettuare questo tipo di acquisti a Trento». Bolzano però è perdente anche nel confronto con Innsbruck, sebbene il Comune più caro in assoluto in questo comparto sia quello di Brunico.



Trasporti. Confermata anche qui la tendenza che indica Trento come città più conveniente. Comprando la stessa auto a Trento invece che a Bolzano si arrivano a risparmiare anche più di mille euro su una spesa complessiva che non supera i 20 mila. Innsbruck però è ancora più cara rispetto all’Alto Adige, ma in compenso in Tirolo è meno costosa la benzina.



Tempo libero. Innsbruck è la più cara se si vuole andare al cinema, ma la più conveniente per chi vuole divertirsi in discoteca. Difficile individuare una tendenza tra i prodotti di elettronica: a seconda del modello, il primato di città più conveniente passa da Bolzano a Innsbruck a Trento, con quest’ultima però che conta il maggior numero di prezzi più bassi.



Alimentari. La spesa quotidiana conviene senza dubbio farla a Trento. La pasta costa circa il 10% in meno rispetto a Bolzano. Stesso discorso per il riso, mentre prodotti come i biscotti, il latte o il grana padano presentano differenze ancora maggiori. Per quanto riguarda frutta e verdura, la città meno cara sembra invece essere Innsbruck.



Bar e ristoranti. Bolzano ha il caffè più caro d’I talia (ma ad Innsbruck stanno molto peggio, e in Alto Adige Bressanone e Brunico registrano prezzi più elevati rispetto a quelli del capoluogo), però è meno cara di Trento se si vuole pranzare in ristorante (11,10 euro contro i 13,30 di Trento). Bolzano conviene anche per le consumazioni al bar (la birra, un bicchiere di vino rosso o un aperitivo costano meno rispetto a Trento), mentre il gelato è generalmente più costoso.



Altri beni e servizi. Il taglio capelli per uomo a Bolzano costa un euro più rispetto a Trento (21 contro 20), ma due in meno che a Innsbruck. Il Tirolo è il più conveniente per i pannolini e per la carta igienica, mentre il dentifricio costa meno a Trento. Prendendo in esame i 40 prodotti dei settori alimentari, servizi e ristorazione, Trento presenta la spesa più bassa: 143 euro contro i 154 di Bolzano e i 167 di Innsbruck. Attorno ai 150 euro la spesa a Merano, Brunico e Bressanone.
(20 dicembre 2008)



Fonte: www.altoadige.it

Bolzano, confronto prezzi



La convenienza è a Trento



«Rispetto a Bolzano, fare shopping a Trento è più economico, ma a Innsbruck la spesa costa di più». È questo il risultato del confronto prezzi pubblicato dall'Astat. Dall’indagine emerge che in Trentino la vita costa molto meno, a partire dalla casa. La differenza di spesa calcolata utilizzando un minipaniere di 40 prodotti - dagli alimentari ai servizi ricettivi fino ai prodotti di uso quotidiano - è nell’ordine del 7%.



Per acquistare tutti gli articoli del minipaniere a Bolzano si spendono 154 euro, mentre a Trento ne bastano 143. A Innsbruck però il costo sale a 166 euro. Molto vicini ai prezzi bolzanini quelli degli altri Comuni altoatesini, con l’eccezione costituita dalle località turistiche, che sono più care.



L’osservatorio prezzi dell’Astat ha messo a confronto i prezzi di un centinaio di prodotti rilevando il loro costo nei centri maggiori dell’Alto Adige oltre che a Trento e Innsbruck. Un’i ndagine laboriosa, resa difficile anche dal fatto che non sempre i prodotti presi in esame sono confrontabili tra di loro. La tendenza generale comunque è chiara, come afferma lo stesso ufficio di statistica provinciale: «Lo shopping a Trento è il più economico, mentre al contrario quello di Innsbruck è relativamente caro».



Caro-casa. Bolzano si conferma la città con i canoni di affitto più elevati. Per un’abitazione di 75 metri quadrati in centro si pagano mediamente 960 euro mensili contro gli 834 di Trento e i 738 di Innsbruck. Passando alla periferia le cose non migliorano: il canone d’affitto mensile a Bolzano è di 800 euro, a Trento invece solo di 640 mentre a Innsbruck addirittura si scende a 612 euro. I bolzanini possono consolarsi con le tariffe: per acqua e rifiuti si paga meno che a Trento.



Abbigliamento. Dice l’Astat: «Nonostante i confronti territoriali in questo settore siano piuttosto problematici, emerge con evidenza la convenienza ad effettuare questo tipo di acquisti a Trento». Bolzano però è perdente anche nel confronto con Innsbruck, sebbene il Comune più caro in assoluto in questo comparto sia quello di Brunico.



Trasporti. Confermata anche qui la tendenza che indica Trento come città più conveniente. Comprando la stessa auto a Trento invece che a Bolzano si arrivano a risparmiare anche più di mille euro su una spesa complessiva che non supera i 20 mila. Innsbruck però è ancora più cara rispetto all’Alto Adige, ma in compenso in Tirolo è meno costosa la benzina.



Tempo libero. Innsbruck è la più cara se si vuole andare al cinema, ma la più conveniente per chi vuole divertirsi in discoteca. Difficile individuare una tendenza tra i prodotti di elettronica: a seconda del modello, il primato di città più conveniente passa da Bolzano a Innsbruck a Trento, con quest’ultima però che conta il maggior numero di prezzi più bassi.



Alimentari. La spesa quotidiana conviene senza dubbio farla a Trento. La pasta costa circa il 10% in meno rispetto a Bolzano. Stesso discorso per il riso, mentre prodotti come i biscotti, il latte o il grana padano presentano differenze ancora maggiori. Per quanto riguarda frutta e verdura, la città meno cara sembra invece essere Innsbruck.



Bar e ristoranti. Bolzano ha il caffè più caro d’I talia (ma ad Innsbruck stanno molto peggio, e in Alto Adige Bressanone e Brunico registrano prezzi più elevati rispetto a quelli del capoluogo), però è meno cara di Trento se si vuole pranzare in ristorante (11,10 euro contro i 13,30 di Trento). Bolzano conviene anche per le consumazioni al bar (la birra, un bicchiere di vino rosso o un aperitivo costano meno rispetto a Trento), mentre il gelato è generalmente più costoso.



Altri beni e servizi. Il taglio capelli per uomo a Bolzano costa un euro più rispetto a Trento (21 contro 20), ma due in meno che a Innsbruck. Il Tirolo è il più conveniente per i pannolini e per la carta igienica, mentre il dentifricio costa meno a Trento. Prendendo in esame i 40 prodotti dei settori alimentari, servizi e ristorazione, Trento presenta la spesa più bassa: 143 euro contro i 154 di Bolzano e i 167 di Innsbruck. Attorno ai 150 euro la spesa a Merano, Brunico e Bressanone.
(20 dicembre 2008)



Fonte: www.altoadige.it

lunedì 22 dicembre 2008

AEROPORTO ED ALTA VELOCITA'






L’interessante articolo di Ezio Danieli, pubblicato qualche giorno fa sull’Alto Adige, ha messo in luce  come la Provincia, lungi dall’aver abbandonato l’idea di ampliare l’aeroporto, stia mettendo in atto una strategia ben più complessa ed articolata per raggiungere i suoi intendimenti e contemporaneamente dar soddisfazione alle lobby politico-affaristiche  che su quella struttura hanno deciso di puntare. A nulla sono valse le argomentazioni puntuali di chi nella mediazione ha dimostrato come la crescita di questa terra non sia legata all’aeroporto e che anzi proprio puntando su un modello alternativo ad un turismo energivoro e distruttivo delle risorse del territorio sia possibile coniugare sviluppo e salvaguardia dell’ambiente.


C’è chi afferma che i soldi spesi per quella iniziativa siano stati un inutile spreco di risorse pubbliche: i sostenitori di questa tesi si pongono dal punto di vista di chi ne aveva fatto lo strumento per raggiungere, senza opposizioni, l’ampliamento dello scalo di via Baracca, ma a nostro modo di vedere, l’aver scoperto il bluff dell’ala economica, non deve farci rimpiangere troppo quella spesa.


Sono di questi giorni le prese di posizione di ambienti economici che, sordi alle ragioni degli altri, ripropongono le loro argomentazioni giungendo a fasi sostenere dall’ambasciatore americano, ma senza controbattere a chi quei ragionamenti aveva dimostrato essere falsi.


Walter Meister, presidente degli albergatori, ribadisce infatti la necessità dell’aeroporto, ma anche dell’alta velocità, ed è Christoph Engl, direttore di Alto Adige Marketing, a chiarirne le ragioni e a evidenziare come lo scalo di S. Giacomo serva solo ad una ristretta elite: «La questione è semplice. L’Alto Adige ha bisogno di 5,5 milioni di turisti all’anno. …basta che l’aeroporto funzioni per dare la possibilità a chi vuole e se lo può permettere di raggiungere Bolzano in aereo”.


L’idea che ne vien fuori è in definitiva quella di un’isola felice dove i trasporti interni, sul modello della Merano-Malles o della Pusteria, siano all’avanguardia, ma che, appunto come un’isola, per collegarsi al resto del mondo, debba far necessariamente uso dell’aereo, o del suo corrispettivo via terra che è l’alta velocità.


 


Rifondazione Comunista - Laives

AEROPORTO ED ALTA VELOCITA'






L’interessante articolo di Ezio Danieli, pubblicato qualche giorno fa sull’Alto Adige, ha messo in luce  come la Provincia, lungi dall’aver abbandonato l’idea di ampliare l’aeroporto, stia mettendo in atto una strategia ben più complessa ed articolata per raggiungere i suoi intendimenti e contemporaneamente dar soddisfazione alle lobby politico-affaristiche  che su quella struttura hanno deciso di puntare. A nulla sono valse le argomentazioni puntuali di chi nella mediazione ha dimostrato come la crescita di questa terra non sia legata all’aeroporto e che anzi proprio puntando su un modello alternativo ad un turismo energivoro e distruttivo delle risorse del territorio sia possibile coniugare sviluppo e salvaguardia dell’ambiente.


C’è chi afferma che i soldi spesi per quella iniziativa siano stati un inutile spreco di risorse pubbliche: i sostenitori di questa tesi si pongono dal punto di vista di chi ne aveva fatto lo strumento per raggiungere, senza opposizioni, l’ampliamento dello scalo di via Baracca, ma a nostro modo di vedere, l’aver scoperto il bluff dell’ala economica, non deve farci rimpiangere troppo quella spesa.


Sono di questi giorni le prese di posizione di ambienti economici che, sordi alle ragioni degli altri, ripropongono le loro argomentazioni giungendo a fasi sostenere dall’ambasciatore americano, ma senza controbattere a chi quei ragionamenti aveva dimostrato essere falsi.


Walter Meister, presidente degli albergatori, ribadisce infatti la necessità dell’aeroporto, ma anche dell’alta velocità, ed è Christoph Engl, direttore di Alto Adige Marketing, a chiarirne le ragioni e a evidenziare come lo scalo di S. Giacomo serva solo ad una ristretta elite: «La questione è semplice. L’Alto Adige ha bisogno di 5,5 milioni di turisti all’anno. …basta che l’aeroporto funzioni per dare la possibilità a chi vuole e se lo può permettere di raggiungere Bolzano in aereo”.


L’idea che ne vien fuori è in definitiva quella di un’isola felice dove i trasporti interni, sul modello della Merano-Malles o della Pusteria, siano all’avanguardia, ma che, appunto come un’isola, per collegarsi al resto del mondo, debba far necessariamente uso dell’aereo, o del suo corrispettivo via terra che è l’alta velocità.


 


Rifondazione Comunista - Laives

Sotto la Turnhaus «segni» della storia



ALTO ADIGE - DOMENICA, 21 DICEMBRE 2008















 
L’archeologo Alberti segue con attenzione i lavori di demolizione a cura dell’Ipes


 LAIVES. Sotto la Turnhaus di via Noldin potrebbero nascondersi testimonianze del passato di Laives. L’ipotesi non è così peregrina, perché quell’area e i suoi edifici, è tra le più vecchie dell’intera cittadina e testimonianze di una presenza risalgono a diversi secoli orsono. Per questo Alberto Alberti, giovane archeologo locale, per conto della Sovrintendenza provinciale ai beni storici e artistici, sta seguendo costantemente i lavori di demolizione avviati dalla ditta incaricata dall’Ipes. «Frequento il cantiere regolarmente - spiega Alberti - proprio per verificare se demolizione prima e scavi poi possano mettere in luce qualche elemento del passato. Già ho avuto modo tempo fa di vedere le cantine e personalmente credo che sarebbero da salvare in qualche maniera essendo molto antiche, probabilmente risalenti alla prima costruzione, un maso di cui ci sono cenni nei documenti. Vedremo cosa emergerà dagli scavi».