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martedì 6 novembre 2007

Cimitero mediterraneo

Provate ora a estrarre il loro Dna. Provate a schedare questi morti ammazzati, questi pericolosi clandestini armati fino ai denti di intollerabile miseria e disperazione. Provate a umiliarli, trattateli da criminali. Provateci. Ora che sono là, morti, annegati a qualche decina di metri dalla riva; loro che non sapevano nuotare, che non avevano imparato a farlo nel deserto di quelle patrie che nessuno gli ha mai riconosciuto. Provateci - voi Amato, voi Veltroni e voi degna compagnia di sindaci sceriffi - a chiedere i documenti d'identità, a costruire le vostre "banche" dati sulla vita e sulla morte di questi disperati. Provateci adesso che sono lì sul marmo gelido di un obitorio a estrarre il loro il Dna, provate ora a prendere le loro impronte, a imbrattare le loro dita con l'inchiostro della vostra sporca coscienza, e gettateli in mare da dove sono venuti. Che sporchino pure altri lidi, ma non i nostri, così ben adornati da disumano perbenismo, dalle mille paure di chi è braccato da se stesso. Non dalla vita. E seppelliteli. Seppelliteli dopo averli marchiati con il vostro inchiostro. Lì, sugli scogli del bellissimo mare di Sicilia, vicino alle ville barocche piene di fiori. Un mare di incanto, dove ti viene la rabbia se pensi alla morte; dove senti il Mediterraneo a portata di mano, dove pensi, e pensi di essere eterno. Seppelliteli lì, e lasciateli finalmente in pace. Loro che volevano semplicemente vivere, e ne avevano diritto di natura almeno quanto ciascuno di noi. Seppelliteli e sulla lapide, per favore, non metteteci né nomi né cognomi, né foto ricordo. Lasciateci solo le vostre di impronte digitali. E basta. Così chi verrà di nuovo possa ricordarne l'infamia.




da Liberazione


venerdì 02 novembre 2007 


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