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domenica 25 novembre 2007

Porno prof al bando. e dopo lei a chi tocca?








 Liberazione, 24/11/2007 


Gaia Maqi Giuliani

Vi ricordate di un film che narra di una donna che per una serie di frustrazioni (almeno questa è la chiave di lettura che sembra voler dare il regista) ha una cosiddetta doppia vita? Maestra per sordomuti di giorno e viveur dalla variegata e vivace vita sessuale di notte? Lei veniva chiamata Mrs. Goodbar, al secolo Diane Keaton, giovane donna attraente e un po' sconsiderata che alla ricerca di avventure si aggirava tra i bar della Grande Mela. Questo film di Richard Brooks esce nel 1977. Lei faceva proprio una brutta fine, uccisa a pugnalate da un uomo perché si era permessa di ridere della sua temporanea mancanza di erezione… Dunque, oggi siamo nel 2007, ovvero trent'anni dopo. Abbiamo un fatto di cronaca che istiga ad una lettura analoga di una storia che potremmo considerare simile. Lei questa volta non viene uccisa, ma solo espulsa dal lavoro e esposta al ludibrio dell'Italietta della doppia morale. La porno-prof, come l'hanno chiamata, è una donna che ha due (o più) interessi nella vita: uno a che vedere con l'insegnamento, l'altro con l'erotismo e la pornografia. Sicuramente questi due interessi, per il fatto di essere praticati entrambi nella sfera pubblica, configgono sul piano dell'accettazione morale e dell'etichetta che si addice ad una persona che, per il ruolo di docente che svolge, ha a che vedere con l'autorevolezza e il buon esempio. Almeno così ci dicono. Allora la produzione di porno e la sua apparizione pubblica alla fiera dell'erotismo di Berlino non possono essere assolutamente conciliati con il ruolo pedagogico che svolge. Se si seguisse quest'argomentazione, si potrebbero anche capire le ragioni dell'Italietta moralista e retrograda, rappresentata da molti esponenti politici di entrambi gli schieramenti, che si è arrogata il diritto di giudicare se lei sia in grado di svolgere il proprio lavoro a partire da ciò che non fa a scuola. Il problema però, deriva proprio dal fatto che si tratta di un giudizio rivolto più alla sua condotta morale che alle sue capacità e competenze professionali. Ciò che risulta sicuramente inaccettabile è, infatti, il fatto che questa persona non possa esercitare la propria professione con persone adulte, come stava facendo prima che il direttore scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia, Ugo Panetta, la sospendesse da ogni incarico scolastico. A lei viene così negata la possibilità di trovare, per sé e con gli altri, un equilibrio rispetto ai "propri interessi". Chi deve essere tutelato? Studenti adulti con una riconosciuta capacità di intendere e volere e nel pieno delle loro facoltà? Di cosa si teme? Che lo Stato italiano che l'assume come docente venga screditato nella sua figura di soggetto pubblico deputato ad elargire visioni restrittive e censorie della libera espressione umana? Sta per caso attuando condotte fuorilegge? O è di nuovo il caso di una donna, che proprio per il fatto d'esser tale, e al fine di avere la stessa autorevolezza dei suoi colleghi maschi, deve dimostrare di essere moralmente più integra degli uomini? Se fosse stato un uomo a esporre su internet i propri filmati? E poi ancora: cos'è quest'ossessione di internet come veicolo di Satana? Se l'esposizione del proprio corpo e della propria sessualità in pubblico continua ad essere una questione di censura, piuttosto di educazione della popolazione di tutte le età ad uno sguardo critico verso la morale imposta, potremmo approdare, in un futuro che è già presente, a vere e proprie aberrazioni. Proviamo a fare qualche parallelo: docente attivista che va al Pride e viene fotografata mezzo nuda: espulsa; maestra lesbica che bacia appassionatamente la propria compagna in strada: espulsa; docente donna che va in una spiaggia nudista: espulsa; professoressa precaria che fa la escort per arrotondare (beccata forse perché un genitore le ha pagato l'onorario): espulsa; ricercatrice che lavora ad un telefono erotico, maestra che sfila per i diritti delle prostitute, professoressa che ama la lap-dance…madre amante di house-movie pornografici che gira insieme al marito e che mette sul web: se fossimo coerenti con l'argomentazione della ministra Ragni, secondo cui bisogna «agire senza commentare», bisognerebbe affidare i figli di questa coppia ai servizi sociali, perché "incapace" di assolvere ai propri oneri pedagogici… La nostra fiera porno-professoressa è stata prima spostata ad un altro incarico, poi, perché "recidiva" nelle sue apparizioni osé, è stata espulsa dal sistema scolastico: cosa dovrebbe fare allora? Se, a differenza della Diane Keaton di Looking for Mrs. Goodbar , lei non fosse assolutamente una donna frustrata ma una persona che ha trovato felicemente ed orgogliosamente un modo per realizzare la propria sessualità, cosa dovrebbe fare? Optare per l'autocastrazione e diventare una "donna per bene" affinché il proprio lavoro, fatto magari con costanza e dedizione possa venirle riconosciuto? Nel mondo immaginario di un'Italia migliore potremmo augurarci che venisse assunta come docente di educazione sessuale, a patto che fosse quello che lei desidera.


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