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domenica 2 dicembre 2007

STADIO A LAIVES

Corriere dell'Alto Adige, 02 dicembre 2007






Sì al referendum.


Mi sento in dovere, dopo le prime prese di posizione da parte di esponenti politici in seno al consiglio comunale riguardanti la proposta di costruire uno stadio calcistico in Laives, di contribuire con alcune ulteriori riflessioni riguardanti questa struttura, quanto mai sottovalutata nei suoi riflessi sulla qualità di vita in Laives.

Come cittadino, che alle scorse elezioni comunali ha votato e sostenuto attivamente il programma amministrativo di centro sinistra, pongo necessariamente l'aspetto del metodo, quindi del modo di come si amministra, al centro dell'operare politico.

Questo era ed è tuttora , se vogliamo, un aspetto qualificante e decisivo per affrontare gli innumerevoli problemi e le sfide che i costanti cambiamenti e lo sviluppo della società e del territorio ci impongono.

Affiancare alle nuove e stimolanti prospettive «vecchi » modi di fare ed intendere l'amministrazione, risulta quantomai pericoloso e deleterio ed espone la città a rischi elevati di marginalizzazione e sfruttamento.

«Il caso» dello stadio calcistico risulta in questo senso emblematico.

Il programma amministrativo votato dai cittadini, l'informazione ed il coinvolgimento popolare (di tutti i cittadini) alle decisioni di portata simile a quella di costruire uno stadio, dovrebbero essere nel codice politico di base di chi vuole rivolgersi a tutti, indistintamente.

Lo statuto comunale, votato dall'attuale consiglio, offre gli strumenti necessari affinchè un'amministrazione possa lavorare bene.

Un referendum consultivo su questo tema (preceduto da un'informazione che tocca la questione in tutti i suoi aspetti), risulterebbe a mio umile avviso una, o forse la strada più corretta che un consiglio comunale possa intraprendere.

Marco Bove, Laives



Corriere dell'Alto Adige 02-12-2007

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