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sabato 22 dicembre 2007

Perchè a Laives NO?






















"Il “Rapporto Energetico 2006” ha esaminato 26 edifici pubblici tra asili nido, scuole materne, elementari e medie, impianti sportivi, uffici e altre strutture comunali. Nel 2006 i consumi energetici totali dell’amministrazione di Laives hanno ammontato a 10,3 milioni di kWh, generando emissioni pari a 3.898 tonnellate di anidride carbonica e costi per 949.000 euro, pari a 61 euro per abitante."

(Tratto dal sito del comune)

Come si vede si tratta di costi molto elevati che potrebbero essere contenuti da una politica lungimirante che investisse sulle fonti energetiche rinnovabili e che utilizzasse finanziamenti pubblici a cui fanno ricorso altri comuni (cfr. l'articolo qui sotto), ma anche privati cittadini.





Carano capitale dell'energia pulita
 
 
caranoInaugurato ieri a Carano il più grande impianto di produzione energetica a pannelli solari realizzato in Italia da un ente pubblico. Quasi coperto il fabbisogno degli abitanti
 
L'Adige, 17/12/2007 12:42

 

CARANO - Ora può guardare tutta l'Italia dall'alto in basso, Carano. E i suoi 1.086 metri d'altitudine, non c'entrano. Il merito, è invece dei 2.946 pannelli fotovoltaici dell'impianto «I Corozi», inaugurato ieri, che hanno regalato al centro fiemmese il primato del più grande impianto di produzione energetica a pannelli solari realizzato in Italia da un ente pubblico. Quando nel 2005 il sindaco Giorgio Ciresa partì a testa bassa con l'idea dell'energia solare, molti erano gli scettici. C'è voluto un bel coraggio, insomma. In val di Fiemme, del resto, da sempre circola un proverbio secondo cui Carano è il paese dei matti. E loro, avanti: il campo l'hanno pensato, l'hanno voluto, hanno cercato chi potesse essere in grado di realizzarlo. E ora hanno il loro campo fotovoltaico. Da 15.000 metri quadrati, realizzato nel tempo record di sei mesi - con i lavori partiti a giugno dopo l'accordo con la ditta modenese Cpl Concordia siglato il primo aprile - posto su un pascolo in disuso in località Calvello, sopra il paese, a 1.200 metri. Matti davvero, a Carano. Perché il campo fotovoltaico è tutto loro: per coprire i 3,2 milioni di euro di investimento, hanno stipulato due mutui, uno con Unicredit e uno con il Bim Avisio. E dalla Provincia, dovrebbe arrivare un contributo del 10%. Dovrebbe, perché finora, dopo la richiesta presentata nel dicembre 2006, piazza Dante ancora non si è pronunciata. Un contributo - se arriverà, come comunque ha confermato l'assessore provinciale all'energia Ottorino Bressanini - forse troppo esiguo. È stato lo stesso Bressanini a spiegare come non si possa addebitare alla Provincia il braccino corto: «È una percentuale congrua, dato che il Comune recupererà le somme investite grazie al conto energia». In parole povere, da qui in avanti Gse (il gestore della rete nazionale) erogherà al Comune 48 centesimi per kilowattora prodotto (a regime, «I Corozi» è un colosso da 500 kW al giorno, 625mila all'anno: da solo, l'impianto ha accresciuto dell'1% la produzione nazionale da fotovoltaico) e nel giro di una decina d'anni, con l'impianto a Carano si comincerà addirittura a guadagnare. Un business dunque. Basta fare due conti: 0,48 euro per 625mila, fa 300.000 euro all'anno: i 3,2 milioni verranno recuperati (senza contare il contributo provinciale) in dieci anni. Dopodichè, si tratterà di 300.000 euro che per ogni anno solare (è il caso di dirlo) finiranno nelle casse dell'amministrazione comunale. Non essendo dotato Carano di una centrale elettrica, infatti, la produzione non verrà sfruttata direttamente dagli abitanti: verrà invece immessa nella rete, con il gestore che l'acquisterà dal Comune. Ma al di là degli aspetti economici, ci sono ovviamente quelli ambientali. Carano con i suoi pannelli da record (il 90% fissi, il 10% che come moderni girasoli seguono il sole per ottenere la massima efficienza) produce infatti energia pulita: «Con i pannelli solari, copriamo il fabbisogno di tre quarti della popolazione - ha spiegato il sindaco Ciresa - ovvero dell'intero centro abitato, frazioni escluse: è un grande giorno per noi e per i nostri figli. Con l'Italia che esce con le ossa rotte dalla conferenza sul clima di Bali, possiamo essere orgogliosi di aver fatto in pieno la nostra parte per migliorare la situazione». Eccessivo trionfalismo? A ben vedere, semplice realismo: Carano ogni anno preserverà l'ambiente (che, sentitamente, ringrazia) dall'immissione di circa 450 tonnellate di anidride carbonica. Insomma, vuoi vedere che per una volta la saggezza popolare ha preso una cantonata? Perché se a Carano ci stanno i matti, non resta che sperare che questa follia diventi contagiosa il più presto possibile.

 

Leonardo Pontalti

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